Siamo fieri che i nostri contenuti stiano raccogliendo consenso e apprezzamento. È importante approfondire le cause del declino italiano. Declino che, tuttavia, non è per nulla inevitabile. Possiamo risorgere.
@@ProItaliaCanale ... ho letto quello che scrivete ... manca qualcosa ma mi piace. Perchè sul web non parlano di Provita? Rete territoriale non funziona.
Decenni prima era crollata l'elettronica dell'Olivetti. Nel 1965 Pier Giorgio Perotto aveva progettato il PC ante litteram che l'Olivetti non seppe mettere a profitto.
Forse la morte prematura, e sospetta, di Adriano Olivetti ha contribuito al declino, insieme ad una guerra spietata da parte dei giganti d'oltre oceano.
Bravissimo! Condivido tutto. Nel mezzo a tutte , per me, verità, che hai detto, semplicemente c'è una flotta di personaggi, che si sentono italiani solo quando c'è da risquotere.
Un fatto che pochi sanno, storicamente, è che Fiat in realtà all'inizio nei primi 20 anni di esistenza, dal 1899 insomma fino alla Prima Guerra mondiale, al 1920 volendo, è stata il brand automobilistico più lussuoso che esisteva, erano auto molto raffinate costruite in poche centinaia di esemplari cilindrate spesso tra i 7500 e gli 11.000 cm2... con prezzi inarrivabili per la popolazione e vendibili quasi solo nei più ricchi mercati europei e negli USA, dove c'era perfino una fabbrica Fiat a Brooklyn, sul mercato USA intorno al 1906 1910 circa quando una Ford, Rambler, REO o Oldsmobile poteva costare anche meno di 1000 dollari, e con 2000 dollari avevi già un'auto di lusso e 5000 dollari era un prezzo già stratosferico, degno di pochissime auto americane dell'epoca (erano più di 200.000 dollari di oggi) e qualche lussuosa importata tipo Delage o Mercedes, Fiat arrivava a costare anche 12.000 dollari, probabilmente il prezzo più alto per un auto di serie all'epoca nel mondo, solo dagli anni 20' 30' si iniziò a costruire la Fiat 501 poi 509, la Balilla poi la Topolino piuttosto popolari
Bravissimo! Spiegato tutto come si deve, la realtà dei fatti è proprio come dici! Siamo un popolo e un paese in mano a incapaci ma come cittadini non reagiamo mai alle ingiustizie. Bisognerebbe ribellarsi a questo sistema di ladri e farabutti senza pensare che "tanto è inutile", che viviamo in un "paese di merda", se non ci si impegna tutto crolla!
Bravo Giacomo! Un riassunto storico e sociale preciso. Condivido e apprezzo le tue sintesi sulle cause e gli effetti di questo tracollo Non c’è molto altro da aggiungere, il destino è in mano nostra. Dobbiamo tornare ad essere italiani anzichè scrivere “made in Italy” su prodotti realizzati all’estero o, peggio, appuntare un logo tricolore (quasi come fosse diventato un marchio registrato piuttosto che il simbolo del nostro popolo) sopra a prodotti che non sono di nostra proprietà
Bravo, dobbiamo ....... ma come ?? La produzione industriale e' in declino ormai inevitabile. Nessuno investe piu' in un paese che e' diretto al fallimento e senza investimenti sei al punto di partenza. Inoltre con una politica totalmente piegata ai voleri di padroni esteri, doppiamente non vai da nessuna parte. Il popolo poi e' una desolazione cerebrale unica....e viene sempre piu' spinto verso un pensiero unico che ci sta portando sempre piu' nel baratro come societa' italiana.
L'analisi pare anche condivisibile, in alcune sue parti perlomeno. Ma la soluzione è del tutto sbagliata e fuorviante: non è l'intervento pubblico che può risollevare le sorti della nostra industria automobilistica. Lo Stato e i suoi mille rivoli (leggi enti pubblici e parastatali) sono da sempre inefficienti e deresponsabilizzati. La politica non è la soluzione. Spesso, semmai, rappresenta la principale causa dei nostri fallimenti come paese. Qualsiasi impresa produce ricchezza e benessere, anche per la comunità e nel contesto in cui opera, quando si regge sulle proprie gambe, sulle sue attività lungimiranti, i suoi buoni prodotti, i servizi innovativi che riesce ad offrire e vendere ai clienti. Se per continuare ad operare necessita di un qualsiasi intervento pubblico strutturale, significa che ha perso di efficienza. E la mancanza di quest'ultima non crea ricchezza: la consuma.
“Niente confini territoriali, niente politica estera, niente politica monetaria, lo Stato italiano non esercita più il controllo su nessuna potestà, è solo un apparato amministrativo e di polizia di potentati politico-economici esteri”
Complimenti, uno dei pochi ad aver colto nel segno il vero problema!! Aggiungo solo che la volontà degli eurocriminali è quella di renderci sempre più poveri così divenendo i nuovi schiavi del 3 millennio. Manca solo l approvazione del wallet digitale, della moneta programmabile e del credito sociale!! Tengo a precisare che parlo con cognizione di causa e non a casaccio. Buona fortuna a tutti!! sergio by naples 💙💙💙
Ho fatto il carrozziere ,quindi posso dire che le auto italiane sarebbero le migliori al mondo,se solo volessimo,peccato che l'Italia non ha mai potuto essere libera e seguire le direttive della nostra Costituzione.
Che siamo una sorta di colonia è fuor di dubbio. Tuttavia questo non deve fungere da alibi per adagiarci pigramente nell'ineffettualità. Per buona parte della seconda metà del secolo scorso siamo stati sotto la sfera angloamericana, non di meno (grazie ad una classe dirigente che, nonostante mille difetti, ancora aveva la capacità e la volontà di guardare agli interessi nazionali) siamo riusciti ad affermarci come "la quarta potenza" mondiale. Tornando ai giorni nostri, ci sono esempi di Paesi dove, nonostante vi sia la presenza di alleanze e lacci e lacciuoli di ogni tipo, l'interesse nazionale viene abilmente perseguito. Vedi Turchia. Perciò, se è vero che siamo stretti ad un guinzaglio, abbiamo tuttavia la possibilità di scegliete se tirarlo (per ottenere qualcosa) o se lasciarlo lasso (per deresponsabilizzarci abbracciando il vincolo esterno). Sta a noi - e soltanto a noi - scegliere.
Mi permetto di fare notare un'ulteriore utilizzo sociale dell' auto che è quello della libertà di movimento per quelli che come me, purtroppo, hanno una limitata capacità motoria (andicappati) e che se in un domani non saranno più in grado di usufruire della loro, ancorché limitata, autonomia data dalle, sempre più costose, auto saranno costretti a restare sempre più emarginati e gravare sull'aiuto di parenti e collettività Bel video ma con voce un po' piatta Comunque bravo!
Esposizione impeccabile, vera, c'e' soltanto una soluzione, per tornare al vertice che meritiamo:_seguire la strada, tracciata da persone che hanno il coraggio delle proprie azioni, (politici) che ora non esistono
I nostri esecrabili amministratori invece di facilitare la circolazione,mettono di continuo ostacoli,proibizioni,controlli ossessivi,chiusura di quartieri,rallentatori che rendono un viaggio un incubo.
L'Alfa Romeo dei tempi d'oro di chi era? Ovviamente privata🤣🤣🤣 E no , la Giulietta, la Giulia e le sue varianti, la Duetto, la 33 stradale , l'Alfetta , la Montreal sono nate in epoca Iri! Sulla Fiat meglio stendere un velo pietoso. Dopo aver cacciato Ghidella la fine di Lancia con l'uscita dai Rally. Quest'anno uscirà un film sulla vittoria della Lancia con la sua 037 contro l'Audi quattro , Davide conuto Golia. Piange il cuore vedere la fine della Lancia.
E certo, immagino che le alfa-fiat manco le consideri, se affermi che manco alfetta duetto,ect sono alfa. Iri è solo una sigla,ergo una casa automobilistica è pur sempre una azienda se non fattura chiude. Quindi ben venga il gruppo fiat, fca stellantis, sennò alfa sarebbe in mano ai cinesi,il peggio del peggio. Evolvere,la vita non può essere sempre uguale .
Fa male vedere sempre piu' spesso i post dei vari social incentrati sul come eravamo. Va bene ma occorre non continuare piu' a piangere sul nostro passato che ormai è stato mentre il resto del mondo va avanti. Il problema è che occorre un gigantesco reset della politica in italia: è ormai evidente che continuare a votare (il meno peggio....certo) è inutile perchè qualunque forza alternativa continuerà a fare i propri interessi quindi penserei (e sognerei) una rivoluzione dal basso tipo quella dell'Europa dell'Est senza alcun spargimento di sangue (Romania a parte) ma se allora era la dissoluzione dell'URSS a sdoganare tale rivoluzione, in questo caso dovrebbero essere i nostri egoismi a fare un passo indietro a favore di una visione costruttiva del nostro paese altrimenti continuare a lamentarsi sono bravi tutti.
Hai dimenticato un punto praticamente essenziale. L'Italia non e' un paese libero. Siamo da 80 anni al guinzaglio dei nostri padroni d'oltreoceano e ora pure di Bruxelles. Tutta la nostra classe politica e' prona ai loro diktat e non hanno potere decisionale se non sulle cose di minore importanza. Finche' non ci libereremo da quel guinzaglio (e la vedo veramente dura ad oggi poterlo fare), non ne usciremo mai, nemmeno volendolo. Appena alzassimo anche di poco la cresta, partirebbe un attacco finanziario che ci stenderebbe in pochi giorni e ricordiamoci anche le 120 basi che abbiamo sul nostro territorio. Siamo l'unico paese al mondo con cosi tante basi Nato e Usa. Nemmeno la Germania ne ha cosi tante.
Se guardiamo al passato non è certo per piangere nostalgicamente, bensì per analizzare e comprendere i meccanismi che ci hanno portati ad essere grandi e quelli che, al contrario, ci hanno iniziati alla nostra rovina. Nessuno qui vuole ritornare indietro. Il nostro sguardo al passato è funzionale per proiettarci nel futuro. Che siamo una sorta di colonia è fuor di dubbio. Tuttavia questo non deve fungere da alibi per adagiarci pigramente nell'ineffettualità. Per buona parte della seconda metà del secolo scorso siamo stati sotto la sfera angloamericana, non di meno (grazie ad una classe dirigente che, nonostante mille difetti, ancora aveva la capacità e la volontà di guardare agli interessi nazionali) siamo riusciti ad affermarci come "la quarta potenza" mondiale. Tornando ai giorni nostri, ci sono esempi di Paesi dove, nonostante vi sia la presenza di alleanze e lacci e lacciuoli di ogni tipo, l'interesse nazionale viene abilmente perseguito. Vedi Turchia. Perciò, se è vero che siamo stretti ad un guinzaglio, abbiamo tuttavia la possibilità di scegliete se tirarlo (per ottenere qualcosa) o se lasciarlo lasso (per deresponsabilizzarci abbracciando il vincolo esterno). Sta a noi - e soltanto a noi - scegliere.
@@giacomodelpioluogo2687 E li convinci tu i nostri politici a tirare il guinzaglio ?? Ma se sono tutti rigorosamente piegati a 90°. Quelli non tirano nemmeno lo sciacquone quando vanno in bagno se da Washington non gli arriva l'OK.
L’industria automotive italiana deve tornare italiana ! Tavares non Ha le capacità di gestire brands premium . Non e’ come produrre e vendere auto in IRAN dove la concorrenza ha rispettato l’embargo . Occorre una nuova visione …. Mentre Tavares che non ha una visione tecnica trasferisce l’auto italiana in Africa .., qualcuno rivoluzionando le produzioni del BIW e dell’assemblaggio finale ha deciso di produrre a Berlino . Questa e’ la differenza tra un incapace che continua a parlare di successi inesistenti e una persona che si lancia in una rivoluzione delle produzioni tagliando del 40% i costi !
Purtroppo il problema è che quando siamo stati la "Grande Italia" lo siamo stati per merito nostro certo ma anche perché all'estero ce lo permisero. Con grandi privazioni, grandi limiti ma comunque ci venne permesso di crescere. L'oligarchia finanziaria che oggi domina non aveva il potere che ha oggi. Ora la politica è facciata non vero potere e l'Italia è un paese fragilissimo senza risorse e senza forza. È sempre bello sognare ma la politica è l'arte del possibile non dell'immaginabile. Perché cambi qualcosa dobbiamo attendere che qualcuno, se ci sarà, elimini le oligarchie oggi dominanti. Qualcuno che realmente abbia il potere di farlo. Dopo saremo nuovamente sudditi ma almeno di un miglior padrone.
Con tutto il rispetto: nessun salvatore esterno ci salverà. Sta solo a noi italiani. Il boom economico che abbiamo vissuto è al 90% merito nostro. E non è che le congiunture internazionali fossero sempre a nostro favore o non avessimo ingerenze interne (anzi!). Insomma, il destino è nelle nostre mani.
Concordo, avremo un futuro rifondando un'istituto modello Iri, liberi da condizionamenti esterni e salvando l'immenso know-how della nostra gente, che senza azione nel giro di breve tempo andrebbe definitivamente perduto. La Fiat e i marchi associati vanno recuperati e nazionalizzati, è un patrimonio Nazionale che gli indegni affaristi attuali devono restituire all'Italia. @@ProItaliaCanale
@@ProItaliaCanale Ripeto le fiabe sono belle ma la realtà è differente. Pensate che i politici che salgono al potere tradiscano sempre costantemente il popolo elettore per piacere personale? Cosa guadagnano dal farlo? Cosa guadagnano che non guadagnerebbero nel portare avanti una politica atta a rilanciare il paese e renderlo nuovamente una potenza? Sono domande legittime e richiedono risposte serie e solide, altrimenti si sta solamente evitando il problema. La realtà non è quella del 1960 e anche i comportamenti di conseguenza non possono essere gli stessi. Il potere che oggi ha la politica di plasmare il cammino del paese è pare a zero più o meno e questo non solamente per l'Italia ma anche per molti altri paesi. Si può raccontarsi la favola che appena arrivato al governo il partito giusto con la squadra giusta tutto cambierà, si può fare certo, una volta presi i voti poi però tocca fare i conti con la realtà. Di partiti giusti ne sono già passati parecchi e puntualmente non è cambiato nulla. Erano tutti ladri e disonesti? si forse si ma non lo erano quando non mantenevano le promesse fatte ma piuttosto quando promettevano qualcosa che sapevano perfettamente di non poter realizzare.
@@oroppo Banalmene, portando avanti la attuale politica di sottomissione ci guadagnano che non hanno rogne e vengono invitati nei salotti buoni. Quindi a loro conviene più quello. I salvatori esterni non esistono, il tuo discorso è inaccettabile perché deresponsabilizza totalmente i politicanti italiani che quindi sarebbero giustificati a fare schifo perché costantemente sotto ricatto di non si sa bene chi. Non ha alcun senso.
Ognuno che comandava sia in politica che nell' industria toglieva dei mattoncini alla grande industria italiana, i nomi sono noti, poi inevitabilmente l'Italia si e' impoverita, e il futuro lo vedo nerissimo
Vero. Il futuro, però, è nelle nostre mani. Siamo gli unici a poter invertire questa deriva nefasta. Nulla è precluso a prescindere. Tuttavia, dobbiamo iniziare a rivolgere nuovamente lo sguardo ai nostri interessi e per farlo serve sicuramente molto impegno da parte di tutti, oltre che una classe dirigente degna di questo nome.
Bello, ma con qualche debacle tecnica. Ad esempio: un auto elettrica ha meno componenti, ma non è un dato negativo in sé, è solo un tecnicsmo (positivo). In quel pezzo che hai scritto, si potrebbe dedurre che aggiungendo complessità si creino posti di lavoro. Falso.
Bel discorso ma purtroppo ormai l`economia gira tutto sugli incentivi e direttive europee e le multinazionali si adeguono lavorano con i soldi delle nostre tasse pagati dai lavoratori
non capisco la tua avversione verso le aziende private e a favore di quelle pubbliche, se i privati lavorano meglio, costano meno al cliente e sono più efficaci ed efficienti perché li demonizzi così tanto? Se ti facessi un giro per le aziende pubbliche: scuole, ospedali, e uffici amministrativi puoi notare con i tuoi occhi che c’è un sacco di gente che non fa nulla, perdono tempo e lavorano in maniera poco efficace rendendo il pubblico sconveniente rispetto alle aziende private
Il punto centrale non è l'avversione nei confronti del privato e nemmeno la celebrazione del pubblico ad ogni costo. Il fatto è che alcuni servizi fondamentali come quelli riguardanti energia, acqua, istruzione, sanità, comunicazioni e trasporti pubblici dovrebbero rimanere appannaggio dello Stato, poiché - come spiegato nel documento - a differenza del privato, il pubblico non mira soltanto alla pura e cruda realizzazione di utili e profitti, bensì mantiene un fine di tutela dell'interesse dei cittadini. Che tali servizi siano accessibili, equi e sicuri non è certamente interesse primario del privato, il quale per sua natura è volto pressoché soltanto al profitto (spesso poi a discapito proprio dell'interesse pubblico). Faccio un esempio pratico e purtroppo attuale. Lo smantellamento della sanità pubblica in favore di quella privata non è sicuramente un bene per i cittadini. Perché, anche qualora un struttura privata fosse super efficiente, il servizio non sarebbe accessibile ed equo per tutti (hai soldi, ti curi; non hai soldi, muori). Ecco che allora, un settore di interesse pubblico come quello sanitario sarebbe decisamente meglio rimanesse sotto il controllo, appunto, pubblico. E sempre restando in ambito sanitario: è evidente che se medici e infermieri vengono sottoposti a turni massacranti, sono maltrattati e sottopagati non avranno tutta questa energia e voglia di performare al meglio. Poi, per carità, l'inefficienza non è che non esista, ma va sempre contestualizzata senza generalizzazioni e senza buttare il bambino con l'acqua sporca. Il fatto che a volte il pubblico funzioni male non significa automaticamente che il pubblico sia il problema di per sé. Esempio: se le classi dirigenti degli ultimi decenni fanno schifo, questo non significa che a fare schifo sia la Politica. A fare schifo è il modo in cui viene fatta da tali personaggi incompetenti ed incapaci. La Politica in sé non c'entra nulla. Poi, che il privato sia così efficace ed efficiente penso se ne possa discutere. Basti pensare alla sanità lombarda in periodo pandemico o basti anche solo guardare al minuto 11:16 . Di esempi ne potremmo fare tanti atri, guardando al settore energetico o anche, rimanendo nel nostro, a quello dei trasporti. In sintesi, mantenere i servizi di pubblica utilità sotto il controllo dello Stato è un modo per garantire che tali servizi essenziali siano accessibili, affidabili e rispondenti agli interessi pubblici, oltre che a tutelare la sicurezza e la sostenibilità a lungo termine degli stessi. Spero di essermi riuscito ad esprimere in modo chiaro. Grazie
@@giacomodelpioluogo2687 in realtà trascuri il meglio del privato che si perde con il pubblico: la concorrenza. Se un cliente non si sente contento di un bene o servizio può sceglierne benissimo un altro e favorire una o un’altra azienda guardando anche al costo, se un’azienda allo stesso prezzo offre un servizio migliore oppure lo stesso servizio a prezzo minore perché non preferirla? Il settore pubblico garantisce equità ai cittadini ma se questa uguaglianza non garantisce un buon servizio che senso ha? Ti ricordo che l’ultima grande nazione con la statalizzazione di pressoché tutti gli ambiti della società è finita male e c’è un motivo perché negli ultimi 40 anni tutti gli stati stanno virando verso una privatizzazione dei servizi perché garantiscono un minor prezzo a parità di bene o servizio. Sono d’accordo con te per quanto riguarda la scuola che deve rimanere pubblica (io sarei anche per le università che nonostante siano statali costano una fucilata 2000-4000€ all’anno) invece per la sanità secondo me sarebbero da preferire delle cliniche provate che vengono finanziate dallo stato in modo da ridurre tutte le perdite di tempo e soldi e le code infinite (non so se hai fatto una visita recentemente all’ospedale ma se ci vai ti rendi conto di tutte le persone che non fanno un cazzo). In questo modo puoi mantenere la sanità pubblica ai cittadini ( che in realtà non lo è completamente) e quindi garantire un servizio anche ai più poveri. Per quanto riguarda le aziende energetiche, di telecomunicazioni e trasporti non vedo che problema ci sia nelle privatizzazioni dato che in questi ambiti le aziende pubbliche fanno debiti a sfracello e offrono un servizio di merda ( poi io non mi fiderei molto ad avere come gestore telefonico lo stato, sa molto di dittatura, tu non trovi?). Le aziende private potranno partecipare a dei bandi pubblici per i trasporti e se il sevizio non è positivo verrà cambiato mentre con una società pubblica semplicemente resterebbe uno schifo per sempre. Ma che poi se io volessi aprire una società energetica o di telecomunicazioni e vendere gas, acqua, corrente o internet che problema c’è? Lo stato deve occuparsi di tutto come nelle peggiori dittature?
@@giacomodelpioluogo2687poi aggiungo che già da anni moltissimi infermieri e medici se ne stanno andando dall’italia non per i turni massacranti ma per le paghe che ricevono dalla sanità pubblica. Per esempio in inghilterra guadagnano il doppio/triplo e vivono molto meglio in un paese che funziona mentre questo peggiora sempre più. Il risultato è che qui siamo a corto di personale sanitario e le facoltà sono a numero chiuso ( tanto poi dopo che hanno finito di studiare se ne vanno uguale ). il paese è destinato a fallire anche per via della denatalità che si accompagna con le pensioni esorbitanti che bisogna pagare a quei vecchi che hanno lavorato 30 anni magari pure nelle aziende pubbliche da te tanto acclamate e che non facevano un cazzo se non girarsi i pollici
Ripeto. Qui nessuno ha mai detto che il privato sia il male e che non debba esistere. Così come nulla di tutto questo ha a che fare con nostalgie per l'URSS o con il comunismo. Qui semplicemente si sottolinea come un determinato modo di agire abbia condotto allo sfacelo. Perché che ci sia uno sfacelo non è un'opinione, ma un dato di fatto. Non si può dire in maniera ideologica che le privatizzazioni, sebbene spesso portino vantaggi in termini di efficienza e innovazione, non presentino anche diverse criticità che vanno prese in considerazione: 1. Perdita di controllo pubblico: con la privatizzazione, lo Stato perde il controllo diretto dell'azienda e di conseguenza ha meno influenza sulle questioni di interesse pubblico come tariffe, accessibilità dei servizi e politiche occupazionali. Il che con servizi di PUBBLICA UTILITÀ può essere un problema. Vedi mercato dell'energia, non mi pare che le liberalizzazioni abbiano portato tutti questi vantaggi per i cittadini. 2. Aumento delle tariffe: le aziende private sono per loro natura motivate dal profitto, il che spesso porta (come infatti accade) a un aumento delle tariffe o dei prezzi dei servizi, rendendoli meno accessibili per le fasce della popolazione a basso reddito. Non molto equa come cosa. 3. Riduzione dell'occupazione: spesso i programmi di privatizzazione includono piani di razionalizzazione che portano a tagli del personale. Questo ha un impatto negativo sull'occupazione e, dunque, direttamente sulla vita di cittadini e famiglie. 4. Concentrazione del potere economico: La privatizzazione spesso tende poi a concentrare il potere economico in mani private, creando monopoli o oligopoli che limitano la competizione e la scelta dei consumatori. Altro che concorrenza virtuosa. Tu dici che lo Stato che si occupa di tutto è una dittatura. Posto che qui nessuno ha mai detto che lo Stato si debba occupare di TUTTO, non credo che svendere la qualunque (compresi asset strategici e di pubblica utilità) a oligopolisti o monopolisti privati (sovranazionali) sia un qualcosa di particolarmente democratico e liberale, oltre che intelligente. 5. Mancanza di investimenti a lungo termine: le aziende private spesso hanno una visione a breve termine incentrata sul raggiungimento di profitti immediati piuttosto che sull'investimento a lungo termine nelle infrastrutture e nei servizi. Nel video i risultati di queste politiche mi pare siano stati ben illustrati. 6. Impatto sulla qualità dei servizi: la ricerca del profitto spesso porta a una riduzione della qualità dei servizi erogati, poiché le aziende private spesso cercano di tagliare i costi operativi sbattendosene della qualità. Poi, se anche la qualità del pubblico sta peggiorando sempre di più, secondo te, ciò è dovuto maggiormente al fatto che qualcuno si "giri i pollici" o magari al fatto che veniamo da decenni di tagli sugli investimenti e sulle risorse in generale? 7. Perdita di sovranità nazionale: La privatizzazione di settori strategici come energia, trasporti e telecomunicazioni porta inevitabilmente ad una perdita di sovranità nazionale in termini di gestione di risorse cruciali. Nessuno vuole demonizzare il privato. Semplicemente si vuole porre attenzione sul fatto che le privatizzazioni comportano diversi rischi (che la storia recente ha dimostrato essere molto concreti) che vanno ponderati attentamente, bilanciando i potenziali vantaggi di efficienza e innovazione con le conseguenze potenzialmente disastrose sul controllo pubblico, sull'accessibilità dei servizi e sull'impatto sociale ed economico a lungo termine. Benissimo la presenza del privato. Ma lo Stato deve rimanere l'attore di primo piano nei settori strategici e di PUBBLICA utilità.
@@giacomodelpioluogo2687 vabbè non ha senso continuare perché tanto le nostre opinioni sono inconciliabili e anzi solo il futuro ci dirà cosa è meglio ( per ora possiamo solo notare come i paesi comunisti siano tutti falliti mentre le più grandi economie sono fondate sul liberismo, certamente limitato dallo stato per garantire tutele ai cittadini). La brutta situazione economica è poi solo italiana mentre gli altri stati occidentali non se la passano molto male nonostante abbiamo le stesse o addirittura più privatizzazioni, quindi il problema non è l’azienda privata ma la gestione politica italiana che è stata uno schifo proprio perché lo stato aveva così tanto controllo sulle aziende pubbliche che gli ha permesso di spendere più di quanto poteva. Per curiosità poi tu hai qualche titolo di studio riguardo l’economia oppure ripeti solo quello che vi viene inculcato da lotta comunista?
Proprio a dicembre per la prima volta nella storia la Fiat è stata battuta da un'altro costruttore, da Volkswagen a dicembre 2023, da 120 anni non accadeva...
Video caratterizzato da contrapposizioni e toni provocatori, sia dal punto di vista posturale che del tono della voce. I politici vengono condannati come “frotte di influencer” e questo video cosa è se non una ricerca della notizia e del clamore senza proporre specifiche ed applicabili soluzioni?
Questo documento non ha assolutamente alcuna mira verso la ricerca della notizia e del clamore. Che l'industria automobilistica sia in fase di smantellamento non è una sorpresa o un novità, è sotto gli occhi di tutti coloro che la vogliono vedere. Questo video ha l'obiettivo di analizzare e provare a spiegare le principali cause che hanno portato alla stato attuale e fornire proposte per invertire la tendenza (tutte rinvenibili negli ultimi minuti di video). Che i politici attuali non rassomiglino a mere frotte di influencer alla ricerca del consenso facile stile "like" credo sia abbastanz evidente. Ecco, gli appartenenti alla classe dirigente attuale non li definirei propriamente come statisti. Per quanto riguarda tono della voce e postura mi sembrano tutto sommato molto sobri, non sicuramente provocatori. Provocatorio piuttosto sembra il Suo commento, ma ciò non rappresenta un grosso problema. Continueremo il nostro lavoro con impegno e dedizione, cercando di migliorarci sempre, per quanto possibile. Grazie
Neanche 5 minuti di video e già sento demonizzare l'auto elettrica... Guarda caso. Sfugge però il concetto che alle case automobilistiche merita vendere meno auto full-optional ma care che vendere più auto spartane e più a buon mercato, e questo a prescinedere dalla motorizzazione. Perché non parliamo invece dell'immobilismo tecnologico dell'industria Italiana negli anni 80. Ok un'auto senza troppi fronzoli faceva comodo alle tasche degli Italiani che poi si lamentavano delle marche straniere, le quali sfornavano auto superaccessoriate allo stesso prezzo delle nostre. In fin dei conti l'automobile resterà tale tranne nel cofano e perdere 60k posti di lavoro più che a causa dell'auto elettrica, è per colpa della miopia della classe dirigente con la bonanima di Marchionne in testa
Guardi il documento fino in fondo e non si faccia sopraffare dall'urgenza di commentare. Scoprirà che nel video non si fa riferimento all'auto elettrica come causa del declino dell'industria automobilistica italiana, ma soltanto come ulteriore mazzata finale. Le cause primarie dello smantellamento dell'automotive vengono toccate ampiamente nel corso del video. Buona visione
@@giacomodelpioluogo2687 Giusto. Mi permetto di aggiungere come ultimo chiodo della bara... La necessità di ridurre drasticamente il parco auto come parte della transizione energetica, a favore di sistemi di auto condivisa (CarSharing)
Il momento attuale è decisivo, ne dobbiamo approfittare perché se perdiamo il treno sarà per sempre. L'attuale classe politica va archiviata, bisogna OSARE e il tempo è proprizio per agire, dato che i nemici della nostra Nazione sono in un angolo, mai stati così deboli e con altro a cui pensare. @@ProItaliaCanale
Perché gli agnelli andavano a braccetto con i sindacati, che si intascavano le tessere gli agnelli munge ano lo stato così nessun e venuto in Italia a costruire macchine, lo dimostra l'editoria degli agnelli 20 o 25 quotidiani tutti di sinistra Republica stampa ecc i peggiori.
Siamo fieri che i nostri contenuti stiano raccogliendo consenso e apprezzamento. È importante approfondire le cause del declino italiano. Declino che, tuttavia, non è per nulla inevitabile. Possiamo risorgere.
... fondi un partito allora ..
@@vittork Noi SIAMO un partito ;)
@@ProItaliaCanale ... cribbio ... aspetta che mi INFORMO.
@@ProItaliaCanale ... ho letto quello che scrivete ... manca qualcosa ma mi piace. Perchè sul web non parlano di Provita? Rete territoriale non funziona.
Possiamo, dobbiamo!
Decenni prima era crollata l'elettronica dell'Olivetti. Nel 1965 Pier Giorgio Perotto aveva progettato il PC ante litteram che l'Olivetti non seppe mettere a profitto.
Forse la morte prematura, e sospetta, di Adriano Olivetti ha contribuito al declino, insieme ad una guerra spietata da parte dei giganti d'oltre oceano.
Sono un fiero Lancista
Che tristezza l’attuale stato del paese 😢
Bravissimo! Condivido tutto. Nel mezzo a tutte , per me, verità, che hai detto, semplicemente c'è una flotta di personaggi, che si sentono italiani solo quando c'è da risquotere.
Riscuotere.
Bravo Giacomo :)
Un fatto che pochi sanno, storicamente, è che Fiat in realtà all'inizio nei primi 20 anni di esistenza, dal 1899 insomma fino alla Prima Guerra mondiale, al 1920 volendo, è stata il brand automobilistico più lussuoso che esisteva, erano auto molto raffinate costruite in poche centinaia di esemplari cilindrate spesso tra i 7500 e gli 11.000 cm2... con prezzi inarrivabili per la popolazione e vendibili quasi solo nei più ricchi mercati europei e negli USA, dove c'era perfino una fabbrica Fiat a Brooklyn, sul mercato USA intorno al 1906 1910 circa quando una Ford, Rambler, REO o Oldsmobile poteva costare anche meno di 1000 dollari, e con 2000 dollari avevi già un'auto di lusso e 5000 dollari era un prezzo già stratosferico, degno di pochissime auto americane dell'epoca (erano più di 200.000 dollari di oggi) e qualche lussuosa importata tipo Delage o Mercedes, Fiat arrivava a costare anche 12.000 dollari, probabilmente il prezzo più alto per un auto di serie all'epoca nel mondo, solo dagli anni 20' 30' si iniziò a costruire la Fiat 501 poi 509, la Balilla poi la Topolino piuttosto popolari
Bravissimo! Spiegato tutto come si deve, la realtà dei fatti è proprio come dici! Siamo un popolo e un paese in mano a incapaci ma come cittadini non reagiamo mai alle ingiustizie. Bisognerebbe ribellarsi a questo sistema di ladri e farabutti senza pensare che "tanto è inutile", che viviamo in un "paese di merda", se non ci si impegna tutto crolla!
Bravo Giacomo! Un riassunto storico e sociale preciso. Condivido e apprezzo le tue sintesi sulle cause e gli effetti di questo tracollo
Non c’è molto altro da aggiungere, il destino è in mano nostra.
Dobbiamo tornare ad essere italiani anzichè scrivere “made in Italy” su prodotti realizzati all’estero o, peggio, appuntare un logo tricolore (quasi come fosse diventato un marchio registrato piuttosto che il simbolo del nostro popolo) sopra a prodotti che non sono di nostra proprietà
la CIGL sapeva tutto e ha lasciato fare ,in cambio quattro stracci di privilegi.............
Bravo, dobbiamo ....... ma come ?? La produzione industriale e' in declino ormai inevitabile. Nessuno investe piu' in un paese che e' diretto al fallimento e senza investimenti sei al punto di partenza. Inoltre con una politica totalmente piegata ai voleri di padroni esteri, doppiamente non vai da nessuna parte.
Il popolo poi e' una desolazione cerebrale unica....e viene sempre piu' spinto verso un pensiero unico che ci sta portando sempre piu' nel baratro come societa' italiana.
Diciamo che non le mandi a dire ed i numeri che hai dato sono impressionanti e dovrebbero fare pensare… anche i politici
Grazie bel movimento....
L'analisi pare anche condivisibile, in alcune sue parti perlomeno. Ma la soluzione è del tutto sbagliata e fuorviante: non è l'intervento pubblico che può risollevare le sorti della nostra industria automobilistica. Lo Stato e i suoi mille rivoli (leggi enti pubblici e parastatali) sono da sempre inefficienti e deresponsabilizzati. La politica non è la soluzione. Spesso, semmai, rappresenta la principale causa dei nostri fallimenti come paese. Qualsiasi impresa produce ricchezza e benessere, anche per la comunità e nel contesto in cui opera, quando si regge sulle proprie gambe, sulle sue attività lungimiranti, i suoi buoni prodotti, i servizi innovativi che riesce ad offrire e vendere ai clienti. Se per continuare ad operare necessita di un qualsiasi intervento pubblico strutturale, significa che ha perso di efficienza. E la mancanza di quest'ultima non crea ricchezza: la consuma.
Complimenti sei uno dei pochi se non l unico che spiega le cose come stanno
BRAVO!!!!
Una sola parola, RIVOLUZIONEEEEEEEEEEEEE !!
“Niente confini territoriali, niente politica estera, niente politica monetaria, lo Stato italiano non esercita più il controllo su nessuna potestà, è solo un apparato amministrativo e di polizia di potentati politico-economici esteri”
Complimenti, uno dei pochi ad aver colto nel segno il vero problema!!
Aggiungo solo che la volontà degli eurocriminali è quella di renderci sempre più poveri così divenendo i nuovi schiavi del 3 millennio. Manca solo l approvazione del wallet digitale, della moneta programmabile e del credito sociale!!
Tengo a precisare che parlo con cognizione di causa e non a casaccio.
Buona fortuna a tutti!!
sergio by naples 💙💙💙
Bravo bella esposizione
Ci salviamo come Nazione se facciamo da noi. Nell'ammucchiata attuale ci spegneremo come una candela.
Ho fatto il carrozziere ,quindi posso dire che le auto italiane sarebbero le migliori al mondo,se solo volessimo,peccato che l'Italia non ha mai potuto essere libera e seguire le direttive della nostra Costituzione.
Che siamo una sorta di colonia è fuor di dubbio. Tuttavia questo non deve fungere da alibi per adagiarci pigramente nell'ineffettualità. Per buona parte della seconda metà del secolo scorso siamo stati sotto la sfera angloamericana, non di meno (grazie ad una classe dirigente che, nonostante mille difetti, ancora aveva la capacità e la volontà di guardare agli interessi nazionali) siamo riusciti ad affermarci come "la quarta potenza" mondiale. Tornando ai giorni nostri, ci sono esempi di Paesi dove, nonostante vi sia la presenza di alleanze e lacci e lacciuoli di ogni tipo, l'interesse nazionale viene abilmente perseguito. Vedi Turchia.
Perciò, se è vero che siamo stretti ad un guinzaglio, abbiamo tuttavia la possibilità di scegliete se tirarlo (per ottenere qualcosa) o se lasciarlo lasso (per deresponsabilizzarci abbracciando il vincolo esterno).
Sta a noi - e soltanto a noi - scegliere.
Mi permetto di fare notare un'ulteriore utilizzo sociale dell' auto che è quello della libertà di movimento per quelli che come me, purtroppo, hanno una limitata capacità motoria (andicappati) e che se in un domani non saranno più in grado di usufruire della loro, ancorché limitata, autonomia data dalle, sempre più costose, auto saranno costretti a restare sempre più emarginati e gravare sull'aiuto di parenti e collettività
Bel video ma con voce un po' piatta
Comunque bravo!
Esposizione impeccabile, vera, c'e' soltanto una soluzione, per tornare al vertice che meritiamo:_seguire la strada,
tracciata da persone che hanno il coraggio delle proprie azioni, (politici) che ora non esistono
Ci stiamo lavorando 🇮🇹
I nostri esecrabili amministratori invece di facilitare la circolazione,mettono di continuo ostacoli,proibizioni,controlli ossessivi,chiusura di quartieri,rallentatori che rendono un viaggio un incubo.
ringraziamo elkann per questo fallimento, ormai l'industria auto Italiana e francese
L'Alfa Romeo dei tempi d'oro di chi era? Ovviamente privata🤣🤣🤣 E no , la Giulietta, la Giulia e le sue varianti, la Duetto, la 33 stradale , l'Alfetta , la Montreal sono nate in epoca Iri!
Sulla Fiat meglio stendere un velo pietoso. Dopo aver cacciato Ghidella la fine di Lancia con l'uscita dai Rally. Quest'anno uscirà un film sulla vittoria della Lancia con la sua 037 contro l'Audi quattro , Davide conuto Golia. Piange il cuore vedere la fine della Lancia.
E certo, immagino che le alfa-fiat manco le consideri, se affermi che manco alfetta duetto,ect sono alfa. Iri è solo una sigla,ergo una casa automobilistica è pur sempre una azienda se non fattura chiude. Quindi ben venga il gruppo fiat, fca stellantis, sennò alfa sarebbe in mano ai cinesi,il peggio del peggio. Evolvere,la vita non può essere sempre uguale .
@@giovannicaviglia1711la vogliamo chiudere col neoliberismo? Se continuiamo con questi dogmi arriverà il feudalesimo finanziario.
Fa male vedere sempre piu' spesso i post dei vari social incentrati sul come eravamo. Va bene ma occorre non continuare piu' a piangere sul nostro passato che ormai è stato mentre il resto del mondo va avanti. Il problema è che occorre un gigantesco reset della politica in italia: è ormai evidente che continuare a votare (il meno peggio....certo) è inutile perchè qualunque forza alternativa continuerà a fare i propri interessi quindi penserei (e sognerei) una rivoluzione dal basso tipo quella dell'Europa dell'Est senza alcun spargimento di sangue (Romania a parte) ma se allora era la dissoluzione dell'URSS a sdoganare tale rivoluzione, in questo caso dovrebbero essere i nostri egoismi a fare un passo indietro a favore di una visione costruttiva del nostro paese altrimenti continuare a lamentarsi sono bravi tutti.
Hai dimenticato un punto praticamente essenziale. L'Italia non e' un paese libero. Siamo da 80 anni al guinzaglio dei nostri padroni d'oltreoceano e ora pure di Bruxelles. Tutta la nostra classe politica e' prona ai loro diktat e non hanno potere decisionale se non sulle cose di minore importanza.
Finche' non ci libereremo da quel guinzaglio (e la vedo veramente dura ad oggi poterlo fare), non ne usciremo mai, nemmeno volendolo. Appena alzassimo anche di poco la cresta, partirebbe un attacco finanziario che ci stenderebbe in pochi giorni e ricordiamoci anche le 120 basi che abbiamo sul nostro territorio. Siamo l'unico paese al mondo con cosi tante basi Nato e Usa. Nemmeno la Germania ne ha cosi tante.
Se guardiamo al passato non è certo per piangere nostalgicamente, bensì per analizzare e comprendere i meccanismi che ci hanno portati ad essere grandi e quelli che, al contrario, ci hanno iniziati alla nostra rovina.
Nessuno qui vuole ritornare indietro. Il nostro sguardo al passato è funzionale per proiettarci nel futuro.
Che siamo una sorta di colonia è fuor di dubbio. Tuttavia questo non deve fungere da alibi per adagiarci pigramente nell'ineffettualità. Per buona parte della seconda metà del secolo scorso siamo stati sotto la sfera angloamericana, non di meno (grazie ad una classe dirigente che, nonostante mille difetti, ancora aveva la capacità e la volontà di guardare agli interessi nazionali) siamo riusciti ad affermarci come "la quarta potenza" mondiale. Tornando ai giorni nostri, ci sono esempi di Paesi dove, nonostante vi sia la presenza di alleanze e lacci e lacciuoli di ogni tipo, l'interesse nazionale viene abilmente perseguito. Vedi Turchia.
Perciò, se è vero che siamo stretti ad un guinzaglio, abbiamo tuttavia la possibilità di scegliete se tirarlo (per ottenere qualcosa) o se lasciarlo lasso (per deresponsabilizzarci abbracciando il vincolo esterno).
Sta a noi - e soltanto a noi - scegliere.
@@giacomodelpioluogo2687 E li convinci tu i nostri politici a tirare il guinzaglio ?? Ma se sono tutti rigorosamente piegati a 90°. Quelli non tirano nemmeno lo sciacquone quando vanno in bagno se da Washington non gli arriva l'OK.
Il tutto per la gioia delle case automobilistiche meno pezzi meno operai più margini
L’industria automotive italiana deve tornare italiana ! Tavares non Ha le capacità di gestire brands premium . Non e’ come produrre e vendere auto in IRAN dove la concorrenza ha rispettato l’embargo . Occorre una nuova visione …. Mentre Tavares che non ha una visione tecnica trasferisce l’auto italiana in Africa .., qualcuno rivoluzionando le produzioni del BIW e dell’assemblaggio finale ha deciso di produrre a Berlino . Questa e’ la differenza tra un incapace che continua a parlare di successi inesistenti e una persona che si lancia in una rivoluzione delle produzioni tagliando del 40% i costi !
Purtroppo il problema è che quando siamo stati la "Grande Italia" lo siamo stati per merito nostro certo ma anche perché all'estero ce lo permisero. Con grandi privazioni, grandi limiti ma comunque ci venne permesso di crescere. L'oligarchia finanziaria che oggi domina non aveva il potere che ha oggi. Ora la politica è facciata non vero potere e l'Italia è un paese fragilissimo senza risorse e senza forza. È sempre bello sognare ma la politica è l'arte del possibile non dell'immaginabile. Perché cambi qualcosa dobbiamo attendere che qualcuno, se ci sarà, elimini le oligarchie oggi dominanti. Qualcuno che realmente abbia il potere di farlo. Dopo saremo nuovamente sudditi ma almeno di un miglior padrone.
Con tutto il rispetto: nessun salvatore esterno ci salverà. Sta solo a noi italiani. Il boom economico che abbiamo vissuto è al 90% merito nostro. E non è che le congiunture internazionali fossero sempre a nostro favore o non avessimo ingerenze interne (anzi!). Insomma, il destino è nelle nostre mani.
Concordo, avremo un futuro rifondando un'istituto modello Iri, liberi da condizionamenti esterni e salvando l'immenso know-how della nostra gente, che senza azione nel giro di breve tempo andrebbe definitivamente perduto. La Fiat e i marchi associati vanno recuperati e nazionalizzati, è un patrimonio Nazionale che gli indegni affaristi attuali devono restituire all'Italia. @@ProItaliaCanale
@@ProItaliaCanale Ripeto le fiabe sono belle ma la realtà è differente. Pensate che i politici che salgono al potere tradiscano sempre costantemente il popolo elettore per piacere personale? Cosa guadagnano dal farlo? Cosa guadagnano che non guadagnerebbero nel portare avanti una politica atta a rilanciare il paese e renderlo nuovamente una potenza? Sono domande legittime e richiedono risposte serie e solide, altrimenti si sta solamente evitando il problema. La realtà non è quella del 1960 e anche i comportamenti di conseguenza non possono essere gli stessi. Il potere che oggi ha la politica di plasmare il cammino del paese è pare a zero più o meno e questo non solamente per l'Italia ma anche per molti altri paesi. Si può raccontarsi la favola che appena arrivato al governo il partito giusto con la squadra giusta tutto cambierà, si può fare certo, una volta presi i voti poi però tocca fare i conti con la realtà.
Di partiti giusti ne sono già passati parecchi e puntualmente non è cambiato nulla. Erano tutti ladri e disonesti? si forse si ma non lo erano quando non mantenevano le promesse fatte ma piuttosto quando promettevano qualcosa che sapevano perfettamente di non poter realizzare.
@@oroppo Banalmene, portando avanti la attuale politica di sottomissione ci guadagnano che non hanno rogne e vengono invitati nei salotti buoni. Quindi a loro conviene più quello. I salvatori esterni non esistono, il tuo discorso è inaccettabile perché deresponsabilizza totalmente i politicanti italiani che quindi sarebbero giustificati a fare schifo perché costantemente sotto ricatto di non si sa bene chi. Non ha alcun senso.
Pienamente condiviso 👍
Bellissima spiegazione,ma come possibile riprendere la piccola media im
presa se tutte le politiche fatte negli ultimi 25 anni sono per distruggerla?
👍👍👍👍👍👍👍👍👍
È tornato Gesù!
😂
È tornato con il giudizio universale per l'auto italiana!
Ognuno che comandava sia in politica che nell' industria toglieva dei mattoncini alla grande industria italiana, i nomi sono noti, poi inevitabilmente l'Italia si e' impoverita, e il futuro lo vedo nerissimo
Vero.
Il futuro, però, è nelle nostre mani. Siamo gli unici a poter invertire questa deriva nefasta.
Nulla è precluso a prescindere. Tuttavia, dobbiamo iniziare a rivolgere nuovamente lo sguardo ai nostri interessi e per farlo serve sicuramente molto impegno da parte di tutti, oltre che una classe dirigente degna di questo nome.
Bello, ma con qualche debacle tecnica. Ad esempio: un auto elettrica ha meno componenti, ma non è un dato negativo in sé, è solo un tecnicsmo (positivo). In quel pezzo che hai scritto, si potrebbe dedurre che aggiungendo complessità si creino posti di lavoro. Falso.
Bel discorso ma purtroppo ormai l`economia gira tutto sugli incentivi e direttive europee e le multinazionali si adeguono lavorano con i soldi delle nostre tasse pagati dai lavoratori
Un grazie speciale a Jhon Jhon Elkan😡🙄
non capisco la tua avversione verso le aziende private e a favore di quelle pubbliche, se i privati lavorano meglio, costano meno al cliente e sono più efficaci ed efficienti perché li demonizzi così tanto? Se ti facessi un giro per le aziende pubbliche: scuole, ospedali, e uffici amministrativi puoi notare con i tuoi occhi che c’è un sacco di gente che non fa nulla, perdono tempo e lavorano in maniera poco efficace rendendo il pubblico sconveniente rispetto alle aziende private
Il punto centrale non è l'avversione nei confronti del privato e nemmeno la celebrazione del pubblico ad ogni costo.
Il fatto è che alcuni servizi fondamentali come quelli riguardanti energia, acqua, istruzione, sanità, comunicazioni e trasporti pubblici dovrebbero rimanere appannaggio dello Stato, poiché - come spiegato nel documento - a differenza del privato, il pubblico non mira soltanto alla pura e cruda realizzazione di utili e profitti, bensì mantiene un fine di tutela dell'interesse dei cittadini.
Che tali servizi siano accessibili, equi e sicuri non è certamente interesse primario del privato, il quale per sua natura è volto pressoché soltanto al profitto (spesso poi a discapito proprio dell'interesse pubblico).
Faccio un esempio pratico e purtroppo attuale.
Lo smantellamento della sanità pubblica in favore di quella privata non è sicuramente un bene per i cittadini. Perché, anche qualora un struttura privata fosse super efficiente, il servizio non sarebbe accessibile ed equo per tutti (hai soldi, ti curi; non hai soldi, muori).
Ecco che allora, un settore di interesse pubblico come quello sanitario sarebbe decisamente meglio rimanesse sotto il controllo, appunto, pubblico.
E sempre restando in ambito sanitario: è evidente che se medici e infermieri vengono sottoposti a turni massacranti, sono maltrattati e sottopagati non avranno tutta questa energia e voglia di performare al meglio. Poi, per carità, l'inefficienza non è che non esista, ma va sempre contestualizzata senza generalizzazioni e senza buttare il bambino con l'acqua sporca.
Il fatto che a volte il pubblico funzioni male non significa automaticamente che il pubblico sia il problema di per sé.
Esempio: se le classi dirigenti degli ultimi decenni fanno schifo, questo non significa che a fare schifo sia la Politica. A fare schifo è il modo in cui viene fatta da tali personaggi incompetenti ed incapaci. La Politica in sé non c'entra nulla.
Poi, che il privato sia così efficace ed efficiente penso se ne possa discutere.
Basti pensare alla sanità lombarda in periodo pandemico o basti anche solo guardare al minuto 11:16 . Di esempi ne potremmo fare tanti atri, guardando al settore energetico o anche, rimanendo nel nostro, a quello dei trasporti.
In sintesi, mantenere i servizi di pubblica utilità sotto il controllo dello Stato è un modo per garantire che tali servizi essenziali siano accessibili, affidabili e rispondenti agli interessi pubblici, oltre che a tutelare la sicurezza e la sostenibilità a lungo termine degli stessi.
Spero di essermi riuscito ad esprimere in modo chiaro.
Grazie
@@giacomodelpioluogo2687 in realtà trascuri il meglio del privato che si perde con il pubblico: la concorrenza. Se un cliente non si sente contento di un bene o servizio può sceglierne benissimo un altro e favorire una o un’altra azienda guardando anche al costo, se un’azienda allo stesso prezzo offre un servizio migliore oppure lo stesso servizio a prezzo minore perché non preferirla? Il settore pubblico garantisce equità ai cittadini ma se questa uguaglianza non garantisce un buon servizio che senso ha? Ti ricordo che l’ultima grande nazione con la statalizzazione di pressoché tutti gli ambiti della società è finita male e c’è un motivo perché negli ultimi 40 anni tutti gli stati stanno virando verso una privatizzazione dei servizi perché garantiscono un minor prezzo a parità di bene o servizio. Sono d’accordo con te per quanto riguarda la scuola che deve rimanere pubblica (io sarei anche per le università che nonostante siano statali costano una fucilata 2000-4000€ all’anno) invece per la sanità secondo me sarebbero da preferire delle cliniche provate che vengono finanziate dallo stato in modo da ridurre tutte le perdite di tempo e soldi e le code infinite (non so se hai fatto una visita recentemente all’ospedale ma se ci vai ti rendi conto di tutte le persone che non fanno un cazzo). In questo modo puoi mantenere la sanità pubblica ai cittadini ( che in realtà non lo è completamente) e quindi garantire un servizio anche ai più poveri. Per quanto riguarda le aziende energetiche, di telecomunicazioni e trasporti non vedo che problema ci sia nelle privatizzazioni dato che in questi ambiti le aziende pubbliche fanno debiti a sfracello e offrono un servizio di merda ( poi io non mi fiderei molto ad avere come gestore telefonico lo stato, sa molto di dittatura, tu non trovi?). Le aziende private potranno partecipare a dei bandi pubblici per i trasporti e se il sevizio non è positivo verrà cambiato mentre con una società pubblica semplicemente resterebbe uno schifo per sempre. Ma che poi se io volessi aprire una società energetica o di telecomunicazioni e vendere gas, acqua, corrente o internet che problema c’è? Lo stato deve occuparsi di tutto come nelle peggiori dittature?
@@giacomodelpioluogo2687poi aggiungo che già da anni moltissimi infermieri e medici se ne stanno andando dall’italia non per i turni massacranti ma per le paghe che ricevono dalla sanità pubblica. Per esempio in inghilterra guadagnano il doppio/triplo e vivono molto meglio in un paese che funziona mentre questo peggiora sempre più. Il risultato è che qui siamo a corto di personale sanitario e le facoltà sono a numero chiuso ( tanto poi dopo che hanno finito di studiare se ne vanno uguale ).
il paese è destinato a fallire anche per via della denatalità che si accompagna con le pensioni esorbitanti che bisogna pagare a quei vecchi che hanno lavorato 30 anni magari pure nelle aziende pubbliche da te tanto acclamate e che non facevano un cazzo se non girarsi i pollici
Ripeto. Qui nessuno ha mai detto che il privato sia il male e che non debba esistere. Così come nulla di tutto questo ha a che fare con nostalgie per l'URSS o con il comunismo.
Qui semplicemente si sottolinea come un determinato modo di agire abbia condotto allo sfacelo. Perché che ci sia uno sfacelo non è un'opinione, ma un dato di fatto.
Non si può dire in maniera ideologica che le privatizzazioni, sebbene spesso portino vantaggi in termini di efficienza e innovazione, non presentino anche diverse criticità che vanno prese in considerazione:
1. Perdita di controllo pubblico: con la privatizzazione, lo Stato perde il controllo diretto dell'azienda e di conseguenza ha meno influenza sulle questioni di interesse pubblico come tariffe, accessibilità dei servizi e politiche occupazionali. Il che con servizi di PUBBLICA UTILITÀ può essere un problema. Vedi mercato dell'energia, non mi pare che le liberalizzazioni abbiano portato tutti questi vantaggi per i cittadini.
2. Aumento delle tariffe: le aziende private sono per loro natura motivate dal profitto, il che spesso porta (come infatti accade) a un aumento delle tariffe o dei prezzi dei servizi, rendendoli meno accessibili per le fasce della popolazione a basso reddito. Non molto equa come cosa.
3. Riduzione dell'occupazione: spesso i programmi di privatizzazione includono piani di razionalizzazione che portano a tagli del personale. Questo ha un impatto negativo sull'occupazione e, dunque, direttamente sulla vita di cittadini e famiglie.
4. Concentrazione del potere economico: La privatizzazione spesso tende poi a concentrare il potere economico in mani private, creando monopoli o oligopoli che limitano la competizione e la scelta dei consumatori. Altro che concorrenza virtuosa. Tu dici che lo Stato che si occupa di tutto è una dittatura. Posto che qui nessuno ha mai detto che lo Stato si debba occupare di TUTTO, non credo che svendere la qualunque (compresi asset strategici e di pubblica utilità) a oligopolisti o monopolisti privati (sovranazionali) sia un qualcosa di particolarmente democratico e liberale, oltre che intelligente.
5. Mancanza di investimenti a lungo termine: le aziende private spesso hanno una visione a breve termine incentrata sul raggiungimento di profitti immediati piuttosto che sull'investimento a lungo termine nelle infrastrutture e nei servizi. Nel video i risultati di queste politiche mi pare siano stati ben illustrati.
6. Impatto sulla qualità dei servizi: la ricerca del profitto spesso porta a una riduzione della qualità dei servizi erogati, poiché le aziende private spesso cercano di tagliare i costi operativi sbattendosene della qualità. Poi, se anche la qualità del pubblico sta peggiorando sempre di più, secondo te, ciò è dovuto maggiormente al fatto che qualcuno si "giri i pollici" o magari al fatto che veniamo da decenni di tagli sugli investimenti e sulle risorse in generale?
7. Perdita di sovranità nazionale: La privatizzazione di settori strategici come energia, trasporti e telecomunicazioni porta inevitabilmente ad una perdita di sovranità nazionale in termini di gestione di risorse cruciali.
Nessuno vuole demonizzare il privato. Semplicemente si vuole porre attenzione sul fatto che le privatizzazioni comportano diversi rischi (che la storia recente ha dimostrato essere molto concreti) che vanno ponderati attentamente, bilanciando i potenziali vantaggi di efficienza e innovazione con le conseguenze potenzialmente disastrose sul controllo pubblico, sull'accessibilità dei servizi e sull'impatto sociale ed economico a lungo termine.
Benissimo la presenza del privato. Ma lo Stato deve rimanere l'attore di primo piano nei settori strategici e di PUBBLICA utilità.
@@giacomodelpioluogo2687 vabbè non ha senso continuare perché tanto le nostre opinioni sono inconciliabili e anzi solo il futuro ci dirà cosa è meglio ( per ora possiamo solo notare come i paesi comunisti siano tutti falliti mentre le più grandi economie sono fondate sul liberismo, certamente limitato dallo stato per garantire tutele ai cittadini). La brutta situazione economica è poi solo italiana mentre gli altri stati occidentali non se la passano molto male nonostante abbiamo le stesse o addirittura più privatizzazioni, quindi il problema non è l’azienda privata ma la gestione politica italiana che è stata uno schifo proprio perché lo stato aveva così tanto controllo sulle aziende pubbliche che gli ha permesso di spendere più di quanto poteva. Per curiosità poi tu hai qualche titolo di studio riguardo l’economia oppure ripeti solo quello che vi viene inculcato da lotta comunista?
Mordi e fuggi 😢
Bravo Matteo , finalmente un ragazzo carismatico , vai avanti
E' FINITAAAA............
Proprio a dicembre per la prima volta nella storia la Fiat è stata battuta da un'altro costruttore, da Volkswagen a dicembre 2023, da 120 anni non accadeva...
Video caratterizzato da contrapposizioni e toni provocatori, sia dal punto di vista posturale che del tono della voce. I politici vengono condannati come “frotte di influencer” e questo video cosa è se non una ricerca della notizia e del clamore senza proporre specifiche ed applicabili soluzioni?
Questo documento non ha assolutamente alcuna mira verso la ricerca della notizia e del clamore. Che l'industria automobilistica sia in fase di smantellamento non è una sorpresa o un novità, è sotto gli occhi di tutti coloro che la vogliono vedere.
Questo video ha l'obiettivo di analizzare e provare a spiegare le principali cause che hanno portato alla stato attuale e fornire proposte per invertire la tendenza (tutte rinvenibili negli ultimi minuti di video).
Che i politici attuali non rassomiglino a mere frotte di influencer alla ricerca del consenso facile stile "like" credo sia abbastanz evidente. Ecco, gli appartenenti alla classe dirigente attuale non li definirei propriamente come statisti.
Per quanto riguarda tono della voce e postura mi sembrano tutto sommato molto sobri, non sicuramente provocatori.
Provocatorio piuttosto sembra il Suo commento, ma ciò non rappresenta un grosso problema.
Continueremo il nostro lavoro con impegno e dedizione, cercando di migliorarci sempre, per quanto possibile.
Grazie
Neanche 5 minuti di video e già sento demonizzare l'auto elettrica... Guarda caso. Sfugge però il concetto che alle case automobilistiche merita vendere meno auto full-optional ma care che vendere più auto spartane e più a buon mercato, e questo a prescinedere dalla motorizzazione.
Perché non parliamo invece dell'immobilismo tecnologico dell'industria Italiana negli anni 80. Ok un'auto senza troppi fronzoli faceva comodo alle tasche degli Italiani che poi si lamentavano delle marche straniere, le quali sfornavano auto superaccessoriate allo stesso prezzo delle nostre.
In fin dei conti l'automobile resterà tale tranne nel cofano e perdere 60k posti di lavoro più che a causa dell'auto elettrica, è per colpa della miopia della classe dirigente con la bonanima di Marchionne in testa
Guardi il documento fino in fondo e non si faccia sopraffare dall'urgenza di commentare. Scoprirà che nel video non si fa riferimento all'auto elettrica come causa del declino dell'industria automobilistica italiana, ma soltanto come ulteriore mazzata finale. Le cause primarie dello smantellamento dell'automotive vengono toccate ampiamente nel corso del video. Buona visione
@@giacomodelpioluogo2687 Giusto. Mi permetto di aggiungere come ultimo chiodo della bara... La necessità di ridurre drasticamente il parco auto come parte della transizione energetica, a favore di sistemi di auto condivisa (CarSharing)
non comprate auto nuove
quanti comunisti…
Dove?
@@ProItaliaCanale a casa mia
Senza una nuova politica di Stato andrà sempre peggio
Vero. Serve una strategia industriale.
Il momento attuale è decisivo, ne dobbiamo approfittare perché se perdiamo il treno sarà per sempre. L'attuale classe politica va archiviata, bisogna OSARE e il tempo è proprizio per agire, dato che i nemici della nostra Nazione sono in un angolo, mai stati così deboli e con altro a cui pensare. @@ProItaliaCanale
Senza un ente succhiasoldi come lo stato invece potrebbe solamente andare meglio.
io sò cosa ci vorrebbe,ma non posso dirlo.
Perché gli agnelli andavano a braccetto con i sindacati, che si intascavano le tessere gli agnelli munge ano lo stato così nessun e venuto in Italia a costruire macchine, lo dimostra l'editoria degli agnelli 20 o 25 quotidiani tutti di sinistra Republica stampa ecc i peggiori.
Ferruccio Lamborghini