NB: le procedure che descrivo nel video per "sincronizzare" gli orologi di 1, 2 e 3 con il nostro non rappresentano la sincronizzazione degli orologi secondo Einstein, così come quando dico "noi vediamo gli eventi avvenire simultaneamente" non mi riferisco alla simultaneità secondo la convenzione di Einstein. Se ho creato confusione in questo senso me ne scuso, io mi riferivo a una sincronizzazione e a una simultaneità "apparenti", cioè misurati da me. In effetti per avvenire simultaneamente secondo Einstein, basta che due eventi appaiano simultanei secondo chi si trova nel punto medio fra i due, che è circa la morale che traggo alla fine del video. In un futuro video descriverò approfonditamente le convenzioni introdotte da Einstein.
con la luce però viaggia ogni tipo di informazione riguardante un evento, non esiste modo più rapido per sapere che è accaduto qualcosa se non usando la luce (o altri fenomeni che si muovano a quella velocità). In fisica classica tutto va come se tale velocità fosse infinita, in relatività no.
@@RandomPhysics questo sicuramente, la finitezza della velocità delle informazioni fa sì che se mi trovo distante dall'evento non ho nessun modo di sapere che è avvenuto prima che mi arrivi l'informazione
@@kirkhammett41 infatti per te non è avvenuto prima in senso stretto. Puoi dire che è avvenuto prima solo se consideri un tempo globale definito tramite la convenzione di Einstein per la simultaneità e se hai sincronizzato gli orologi tramite tale convenzione. Che è un utilissimo strumento per descrivere i sistemi di riferimento matematicamente, ma poi per descrivere ciò che viene misurato dai singoli osservatori non aiuta. Questo è il senso che volevo dare al video. Infatti parlo proprio del fatto che due eventi sono simultanei se un osservatore posto nel mezzo li percepisce nel medesimo istante, siamo noi poi che convenzionalmente decidiamo che per tutti gli osservatori fermi rispetto a lui gli stessi due eventi devono essere definiti come simultanei, ma qui si va già sul tecnico. Si parla di eventi simultanei secondo una definizione ma che non vengono percepiti nello stesso istante, per capire ciò bisogna fare un salto ulteriore e descrivere i ragionamenti di Einstein, altrimenti le cose vengono solo imparate a memoria (intendo dal pubblico generalista) e non apprese.
@@RandomPhysics Penso di aver capito quello che intendi. In effetti, forse, il motivo per cui il video mi è sembrato confusionario è che do per scontata la convenzionalità della simultaneità (e la sua natura operazionista), mentre un pubblico più generalista senza pregiudizi può accettare più facilmente certi discorsi.
Il relativismo è difficile da far entrare in testa, è più comodo (anche per ragioni culturali) adottare un modello (errato) assolutistico. Complimenti per il duro lavoro divulgativo.
sei stato utilissimo!! non avrei mai pensato di riuscire a comprendere, nemmeno per metà, il concetto della relatività del tempo, essendo in terza media. Ora potrò finalmente esporlo all'esame e dare del filo da torcere alla prof di scienze che diceva che non avevo un quoziente intellettivo abbastanza alto. Veramente grazie!
Se vedo il sole sorgere alle 7,08 è scontato che in realtà sia sorto alle ore 7 del mio orologio. Che gli 8 minuti del mio orologio non siano quelli dell'orologio sul sole , per gli effetti relativistici dovuti della gravità e velocità, è altrettanto scontato. Le nostre osservazioni astronomiche si basano sul calcolo della distanza e del tempo, sempre dal nostro punto di osservazione, gli 8 minuti o i mille anni luce della stella X, saranno sempre quelli misurati dal nostro orologio, saranno sempre eventi avvenuti nel passato della nostra timeline. La mia ignorante ottusità, probabilmente, mi impedisce di capire il senso di questo e del precedente video.
A me sembra ovvio che l’affermazione “la stessa X si trova a 1000 anni luce dalla Terra” significhi che la luce di quella stella abbia impiegato rispetto all’orologio di un osservatore terrestre 1000 anni per raggiungere la Terra, quindi la luce di quella stella è partita 1000 anni fa rispetto al tempo misurato dall’orologio dell’osservatore terrestre. D’altra parte la luce con sé trasporta l’informazione di come era la stella nel momento in cui la luce è partita da quella stella, di conseguenza un osservatore terrestre vede la stella come era 1000 anni fa rispetto al tempo misurato sulla terra.
Quando mi arriva il segnale della luce proveniente dalla stella lontana il mio orologio suppongo che stia segnando 0 e segno l'evento "raggio partito dalla stella" (perché quello che vedo è appunto la stella quindi il fotone partito da lì). Vediamo l'evento a una distanza d1. Nel grafico spazio-tempo dove mettiamo sull'asse delle ascisse lo spazio e su quello delle ordinate il tempo (comodo per disegnare il cono di luce) collochiamo l'evento nel passato a un tempo t1=-d/c. Infatti se la stella si sta avvicinando, al tempo t2=0, ossia quando mi è arrivato il primo raggio, sarà a una distanza d2
Ho apprezzato il video e penso di averlo capito però, per quanto riguarda il discorso di "vedere nel passato", penso ci si complichi un po' la vita. In quella situazione si fa riferimento ad un solo osservatore che percepisce un evento. In pratica, vedendo ora la luce proveniente da Proxima Centauri posso dire che per me, per il mio sistema di riferimento, è partita 4,2 anni fa. Quando si dice "vedere nel passato" penso sia sottinteso che ci si riferisca solo al nostro sistema di riferimento.
È un video che voglio salvare e rivedermi in altri momenti.. bravissimo e chiarissimo.. certo il problema sta in quello che hai indicato più volte: la NOSTRA visione dello scorrere del tempo è semplicemente la NOSTRA visione.. lo stesso concetto di TEMPO crea perplessità non da poco.. cos’è in realtà? Nel nostro quotidiano possiamo sperimentare come ciò che chiamiamo tempo non sia qualcosa che “percepiamo” in modo assolutistico.. per esempio, se attendiamo con ansia il verificarsi di qualcosa, e siamo in una condizione di passiva attesa, lo scorrere del tempo verrà percepito “rallentato” rispetto a chi in quello stesso lasso di tempo è impegnato a fare qualcosa che l’entusiasma… quindi, anche se il mio commento sembra non legarsi pienamente con i concetti ben più profondi espressi nel video, lo scopo è semplicemente di affermare che la realtà che ci circonda (e quindi lo stesso concetto di TEMPO) è spesso ben più complessa e affascinante di come appare a chi non si pone domande e non si mette in gioco.. in questo canale è bellissimo interfacciarsi con persone che amano ragionare e mettersi in gioco!,
Non mi torna il tuo discorso. Cioè è chiaro che essendo gli orologi a distanza il segnale ci mette tempi diversi ad arrivare, ma essendo tutti nello stesso sistema di riferimento allora non vale la relatività della simultaneità. Cioè secondo me stai confondendo la relatività della simultaneità degli eventi (che dipende dal sistema di riferimento) con la relatività della simultaneità delle osservazioni (che dipende dalla distanza), e per questo non serve scomodare la relatività perché la stessa cosa vale, ad esempio, per il suono.
Secondo me il suo discorso trae spunto dal fatto che le stelle sono fisse rispetto a noi approssimativamente, quindi i nostri orologi e i loro sono relativamente fermi. Quindi in questo contesto non ci sono i discorsi sulle velocità relative e le dilatazioni temporali che sono tipico della relatività. Ma quelli sono solo i modi più "comuni" per avere a che fare con la relatività, che essendo una teoria più profonda e generale, ha delle implicazioni anche in un contesto come questo, in cui tutto è fermo. Allora, hai ragione nel dire che usando il suono la simultaneità sarebbe relativa anche in fisica classica. E anche con la luce stessa, se questa viene considerata finita. Diciamo che la simultaneità dell'osservazione di 2 eventi è sempre relativa se il passaggio di informazioni è a velocità finita. E questo è uguale sia per la fisica classica che per quella relativistica. Quindi qual è la differenza fra le 2? Per la fisica classica, quello che misuri è quasi un errore: le sorgenti (anche sonore) erano simultanee, se tu non le vedi tali, sbagli. Sbagli perché non eri nel punto in mezzo magari, ma comunque non è la risposta giusta, perché quella è solo che le sorgenti sono sincronizzate. In relatività invece no: la simultaneità in sé delle sorgenti è relativa e dipende da chi la guarda e sia chi le ritiene simultanee sia chi non le ritiene tali ha ragione. E secondo me l'idea di parlare di relatività senza moti relativi è una buona idea, perché mette in luce questo aspetto, senza legarlo a dilatazioni temporali o altri fenomeni che sono importanti, ma che offuscano il fatto principale che in relatività hanno DAVVERO ragione tutti gli osservatori e dire che 2 fenomeni sono simultanei è veramente relativo, non relativo ma sottostante a una realtà più vera e assoluta
Ciao Random, guardo sempre con interesse i tuoi video perchè rendi i concetti ostici dell'astrofisica davvero alla portata di tutti (o quasi). Quello che bisogna fare è, come hai suggerito tu, ampliare la mente ma anche armarsi di pazienza, molta pazienza, perchè ci vuole tempo prima di riuscire a metabolizzare il tutto.
Bellissima comunicazione, innanzitutto perchè (l'avevo già notato) leggi i nostri commenti e spesso rispondi anche, e non è da tutti, in secondo luogo perchè ci metti di fronte al nostro grande limite, che è quello di tendere ad usare il cervello per le funzioni attorno alle quali si è evoluto, cioè fare valutazioni su spazi e tempi limitati per sfuggire ai pericoli o trovare cibo.
Mi interesserebbe vedere il video che cita all'inizio, quello per cui questo sarebbe un approfondimento, ma non lo trovo. Potreste darmi il link? Grazie.
Purtroppo ho dovuto temporaneamente nasconderlo in quanto in quel video ho dato per scontate alcune nozioni con cui in tanti non hanno familiarità e questo ha generato un flusso continuo di commenti molto critici che mi hanno fatto capire che dovrò pubblicare una nuova versione di quel video in cui vengano puntualizzati alcuni fatti in più.
@@RandomPhysics peccato perché ho sempre creduto alla "storia" del vedere le stelle com'erano tempo fa e volevo capire meglio perché fosse sbagliato. Comunque hai davvero una montagna di video e uno più interessante dell'altro. Il problema di questo canale è scegliere cosa vedere. Un lavoro veramente eccezionale, complimenti.
Avrei una domanda: Se ho un rivelatore che emette un segnale quando un fotone lo colpisce ad un minuto luce di distanza da me e alle 00:00 sparo un fotone, osservando il rivelatore vedrò il segnale alle 00:02. E' quindi corretto dire: Nel mio sistema di riferimento il fotone è giunto al rivelatore alle 00:02? In quanto nel mio sistema di riferimento l'informazione che il fotone sia arrivato mi giunge solo alle 00:02? Ma se fosse così allora come posso dire che il rivelatore si trova a 1 min luce di distanza se io ricevo l'informazione della riflessione del fotone solo 2 minuti dopo e quindi alle 00:01 non ho nessuna informazione a riguardo?
Immagino che si possa dire che nel mio sistema di riferimento il fotone è giunto a destinazione alle 00:02 e dicendo così so che essendo un'andata e ritorno allora il rivelatore è lontano 1 minuto luce, ma al contempo pur sapendo che è ad 1 min luce di distanza io, dopo aver spedito il fotone alle 00:00, alle 00:01 non posso dire "ah, ora il fotone è arrivato", in quanto nel mio sistema di riferimento deve ancora giungere l'informazione relativa a quell'evento. Quindi in generale serve un tempo T per far si che ci sia uno scambio di informazioni tra due sistemi di riferimento a distanza (T/2)*C
Trovo questo video molto bello e un ottimo approfondimento del precedente. In ogni caso, credo semplicemente che tutte (o quasi) le "critiche" ricevute sotto al precedente video siano frutto di un semplice sottinteso, ovvero il presupposto che la cosa si osservi "dal nostro punto di vista", quindi rispetto a quello che è "il nostro tempo". Quindi: "io so che la stella che oggi vedo esplodere è in realtà esplosa 4 anni fa - dal mio punto di vista, prendendo la terra come punto di riferimento privilegiato -" anche se so che nella realtà delle cose la terra non è affatto un punto di riferimento assoluto. (spero di essermi spiegata bene)
Questa tua idea di cosa sia la simultaneità è contraria a quella che sta scritta su tutti i libri di relatività e trovo che possa generare solo enorme confusione, perché di fatto è la concezione di connessine causale quella a cui ti stai riferendo (consciamente o inconsciamente), non quella di simultaneità, e se non si mantengono le due cose separate poi rischi di andare incontro a contraddizioni.
Più precisamente, le coppie si eventi che tu definisci “simultanei” sono invece coppie di eventi che hanno intervallo spazio temporale nullo, come certamente sai. Le due nozioni non vanno confuse perché sono molto diverse e secondo me, contrariamente ad altre volte, non fai della buona divulgazione a favorire questa confusione.
Ma io non dubito che tu conosca la definizione della simultaneità “di Einstein” (che poi è quella che sta scritta su tutti i libri). Non capisco quale sia l’utilità di questa tua definizione di simultaneità, che, nel linguaggio della relatività è in realtà la definizione di due eventi collegati da una linea universo di tipo luce. Oltretutto, non è affatto vero che la tua definizione di simultaneità è relativa, è invece assoluta, perché l’essere collegati da una linea universo di tipo luce è una proprietà invariante (per cambiamenti di riferimento) di una coppa di eventi. Tu dici che due eventi sono simultanei se la luce proveniente dal luogo dove avviene l’evento A, emessa al tempo (coordinata) in cui avviene l’evento A, arriva nel punto dove avviene B, nell’ istante in cui avviene B. Cioè l’evento B e l’evento ricezione di luce da A, sono coincidenti. Ma se due eventi sono coincidenti, sono coincidenti in tutti i riferimenti, e quindi la tua definizione di simultaneità è invariante (ovviamente ciò è solo una riscrittura di quanto ho scritto prima: l’evento A e B sono collegati da una linea universo di tipo luce, il loro intervallo è di tipo luce). Inoltre, con la tua definizione di simultaneità, come definisci la velocità di un oggetto? Come puoi dire “l’oggetto si trovava in x_1 al tempo t_1” se il tempo il cui si trova in x_1 è il tempo in cui ti arriva la luce emessa quando si trovava in t_1? Se provi a fare i conti ti viene tutto sballato. Una cosa fondamentale in relatività è distinguere le coordinate di un evento (il dove e il quando avviene, cioè a cosa esso è simultaneo) dal dove e il quando io “vedo” con la luce o altra informazione, che quell’evento è accaduto. Se non tieni separate queste due cose, finisci per avere una lunga serie dì incongruenze e stranezze.
Ad esempio, mi pare proprio Che la tua definizione di simultaneità non goda della proprietà simmetrica: non è vero infatti che se A è simultaneo a B allora B è simultaneo ad A, che non mi sembra una cosa bellissima. Ovviamente, osservando le cose dal punto di vista corretto della relatività, questo aspetto è chiaro: uno dei due eventi (diciamo A) è sul bordo del cono luce passato dell’altro (B) e quindi B è sul bordo del cono futuro di A. La relazione non è quindi simmetrica.
io ho solo mostrato che se ci si limita a dire "io vedo gli orologi come sincronizzati", che poi è quello che si fa nella realtà di tutti i giorni, tale sincronizzazione si perde appena ci si sposta di qualche chilometro. Il discorso che fai tu parte dal presupposto che uno abbia già studiato la relatività a livello universitario, inoltre dimostra come con tale ottica si perda completamente il senso di come il grande pubblico si immagina le cose. Peccato che poi chi divulga o scrive libri scolastici ripeta allo sfinimento espressioni come "l'osservatore vede", "l'osservatore valuta", ma per chi non conosce la relatività si tratta di concetti che vengono recepiti in modo sostanzialmente sbagliato. Come con la contrazione delle lunghezze, la maggior parte delle persone è convinta che si possano "vedere" gli oggetti contratti. Comunque capisco cosa intendi, ma io ho optato per i chiarimenti che arrivano poco alla volta, dopo aver innanzitutto sottolineato l'inadeguatezza del senso comune per valutare i fenomeni su grande scala, senza buttarmi subito a capofitto in spiegazioni tecniche mascherate da esempi semplici di specchi e treni che diano l'illusione al grande pubblico di aver capito la relatività.
Non sono d'accordo praticamente su nulla. Non mi dilungherò come per lo scorso video ma non è davvero questa la relatività della simultaneità. Gli orologi non sono stati sincronizzati nella maniera corretta. Per farlo avresti dovuto far partire il tuo dopo 1 anno dal via, non 2. Visivamente non sarebbero stati sincronizzati, ma un osservatore intelligente, CONOSCENDO LE DISTANZE, può inferire senza difficoltà che anche se vede il suo orologio segnare 10 quando gli altri segnano 9 in realtà cè sincronia.
tecnicamente la simultaneità (secondo Einstein) di due eventi richiede che i due segnali luminosi provenienti dai due eventi si incontrino nel punto medio, cioè in altre parole che un osservatore posto a metà tra i due punti veda gli eventi simultaneamente nel senso comune del termine. Io nel video ho parlato di simultaneità nel senso di "osservo i segnali che mi arrivano simultaneamente". In effetti la cosa può creare confusione e non vorrei passasse il messaggio che la relatività della simultaneità secondo Einstein sia quella.
@@Giubizza era per dire un generico numero minore di 10, che tra l'altro non è specificato che unità di misura siano quindi era a titolo esemplificativo.
@@RandomPhysics ho visto da instagram che hai aggiustato il video dopo i feedback. Anche se continuo a non esser d'accordo su tutto apprezzo molto il tuo spirito e la tua voglia di fare le cose al meglio.
Grazie per il grande impegno che ci dedichi raccontandoci il meraviglioso ed affascinante mondo che ci circonda. Il fatto sperimentale che la luce sia costante per punti di vista diversi è di per se così tanto "mind blowing" da far tremare le colonne portanti del senso comune, l'impossibilità di una visione assoluta della sincronicità fra due avvenimenti è una soluzione davvero elegante e soprattutto predittiva. Sarei curioso di sapere se altre interpretazioni della gravità come quella di "Stringhe" o di gravità quantistica a Loop concordino su questa soluzione alla costanza di C. Grazie
Ciao. Avrei una domanda. Visto che con una lente si può deformare la luce e allargarla o concentrarla si può dire che concentrandola verso un punto la luce li sta viaggiando ad una velocità maggiore di 300k circa km/sec? Ed in tal caso quei fotoni stanno arrivando indietro nel tempo? Ovviamente no ma mi piacerebbe sentire la tua opinione
Non si potrebbe dire che l'evento del punto 1 è avvenuto certamente nel passato, unicamente perché non esiste nessun punto dello spazio che lo vede accadere prima che sia avvenuto, ma quanto tempo è passato dipende dal punto di osservazione?
Sto seguendo. Video grandioso! La relatività è stupenda! In merito alla verità oggettiva, poi, si potrebbe dire che non c'è nulla più oggettivo del fatto che c non cambi mai. A quel punto è condizione necessaria che il tempo cambi a seconda dell'osservatore. E no, non è una illusione, solo una realtà difficile da esperire, siccome viviamo a velocità molto più basse. Quando lo si comprende, non so come mai, ma la natura, almeno i miei occhi, risulta ancora più meravigliosa.
Scusa la domanda ma l'informazione viaggia alla velocità della luce? Nell'entanglement l'informazione non passa in maniera istantanea indipendentemente dallo spazio?
Buongiorno ho un dubbio: mettiamo caso di poter osservare con potenti telescopi, a distanza di qualche anno luce, due astri che si stanno avvicinando; siamo in grado di calcolare la loro accelerazione e siamo dunque in grado di sapere quando collideranno. Ad un certo punto, anche se nella nostra regione di universo l'informazione luminosa indica che I due oggetti sono vicini, noi possiamo sapere che nella loro regione di spazio sono già collisi grazie ai calcoli fatti. Ciò significa che l'informazione della loro collisione è arrivata prima dell'immagine della loro collisione, ovvero più rapidamente della velocità della luce? Grazie mille e grazie per la frequenza degli ultimi video!
Ciao Gabriele, la sincronizzazione temporale tramite il Big Bang è un argomento molto interessante che magari avrai approfondito in altri video. Mi domando se esistano metodi che ci aiutino a conoscere la reale età dei corpi celesti più lontani come ad esempio la loro composizione.chimica Grazie per il tuo lavoro
Ciao, complimenti per i tuoi video. Ho una perplessità: è corretto quando dici che la percezione dellassenza di campo gravitazionale alla scomparsa del Sole viaggi alla velocità della luce? Non è invece vera che la modifica della geometria dello spazio-tempo, ex quindi anche l'effetto gravitazionale, si propaga a velocità maggiori di c? Grazie
Ok adesso abbiamo fatto tutti esempi semplificati costruiti ad hoc, ma nella "realtà" non bisognerebbe considerare anche l'espansione dell'universo? Non fa una differenza in più? O è una costante anche quella e quindi si può trascurare? (Spero la domanda non sia stupida)
L'argomento è molto interessante. Nel momento in cui diciamo " avviene un certo fenomeno" e poi aggiungiamo " per noi avviene con queste tempistiche" " per un altro osservatore no" stiamo comunque assumendo che un fenomeno sia per lo meno antecedente alla nostra percezione dello stesso. Quindi in un certo senso che ci sia causa ed effetto all'interno di un ordine temporale che ci è dato dall entropia ma che associamo al "tempo". Quindi forse è proprio il termine tempo che non va più bene a descrive certi fenomeni
Torniamo un attimo alla scomparsa del sole: ci mette 8 minuti ad arrivare a noi, ma 4 ore ad arrivare su plutone. E la luce da plutone a tornare a noi altre 4 ore (meno 8 minuti, ma freghiamocene). Ora la domanda è: Quando vediamo scomparire il sole e partiamo per la tangente, se guardiamo plutone, lo vediamo al buio solo dopo 8 ore, e nel frattempo ci sembra ancora orbitare giusto?
Ciao Gabriele, Acompanho i tuoi vídeo con spigazioni molto chiare e precise. Ma questa volta mi é rimasto una domanda, chi si é mosso e stato l'osservatore o lo specchio? Ci sarabbe una diferenza d'approccio nel caso del solo osservatore muoversi?
mi permetto di segnalare che c'è un'incongruenza evidente al 26,27...quando dici che da posizione di regia (io - orologio grande ) vedo che alle ore 12 su 1 : "accade l'evento esplosione" , che coincide con ore 12 del mio orologio , ma è impossibile difatti io disto dalla posizione 1 1 anno luce ..IL LAMPO MI ARRIVA ALLE 12 + 1 A.L. a meno che io sia bilocato come faccio a saperlo alle ore 12 ?
Forse non hai ascoltato le ipotesi iniziali, secondo cui i tre osservatori lontani azzerano i loro orologi assieme al mio, quindi dal mio punto di vista gli orologi segneranno sempre la stessa ora. Non c'è nessuno tempo assoluto, c'è solo un tempo convenzionale segnato dagli orologi che vengono sincronizzati secondo il procedimento descritto.
grazie innanzi tutto per la risposta ; nella mia nota , son rimasto un pò confuso dall'uso del verbo io VEDO (dal mio orologio di regia) ...tutti gli altri orologi (1-2-3) segnare le 12 ( io posso solo sapere -presumere che gli altri orologi sincronizzati all'inizio segnino le ore 12....), forse meglio usare .... CONOSCO (a priori ) . Per vedere , via luce, restando al mio posto di regia ci vuole 1 anno . In particolare mi riferivo, alla tua frase : ...." perchè io la vedo (l'esplosione) quando avviene alle 12 ......ma se sono solidale con la posizione di regia del mio orologio la vedrò non prima di 1 A. L. e solo allora capirò che è avvenuta alle 12 (di 1 anno prima !!!) ; per il resto tutto ineccepibile, non volevo in alcun modo adombrare un tempo assoluto , valido per tutti, solo che per .."comprendere " (e far tornare i conti in RR ) , ( spero di essermi espresso correttamente), serve porre "ad arbitrium" un punto-osservazione di regia...( è questo fatto che secondo me confonde parecchio .... poichè a volte sembra che istantaneamente possa """pormi """" da una parte ...o un'altra ....( previa sincronizzazione di Einstein ). Grazie ancora e saluti . @@RandomPhysics
Brutta (ma anche bellissima) bestia la relatività ristretta... Mi ricordo che quando mi trovai faccia a faccia con lei per la prima volta feci tantissima fatica, ma poi capii una cosa che (con me) funzionò benissimo: Per quanto riguarda la meccanica classica (e non solo) si cerca di dare un senso alle formule matematiche sulla base di quello che è la nostra comprensione istintiva e la nostra esperienza quotidiana di come funzionano le cose in Natura, mentre con la relatività ristretta (e con altre bestiole come la meccanica quantistica, che descrivono fenomeni che spesso e volentieri vanno contro la nostra logica e la nostra esperienza quotidiana) bisogna ribaltare questo punto di vista... Bisogna dare un senso a quello che succede sulla base di quello che ci dicono le formule matematiche... Almeno, io feci così... Solo una volta fatto questo si può poi cercare di spiegare in maniera logica e a parole la visione del Mondo che ci danno queste teorie... E penso che questo video sia un bellissimo esempio di ciò. Detto questo: sei stato clemente a rimanere nell'ambito della relatività ristretta, perché se buttiamo nella mischia anche la sua cugina generale poi bisogna anche considerare che i "ticchettii" dei vari orologi che furono sincronizzati nel Big Bang sono diversi tra di loro in funzione della loro posizione e del "potenziale gravitazionale" (perdonami il termine Newtoniano) che stanno sentendo... Quindi puoi anche sincronizzarli, ma poi ognuno di loro procede come meglio crede ahahah...
Avevo visto un video altrettanto molto esaustivo nella spiegazione con un ottimo esempio. Supponeva di avere una persona su Marte con la quale voler fare un brindisi simultaneamente.. facendoti capire che all'atto pratico, era impossibile.
Potresti confermarmi che il tuo discorso presume a mo' di postulato che non esiste sistema di riferimento privilegiato/assoluto? Ma se noi ritenessimo che è il nostro sistema di riferimento (solidale a quello della Terra, supponendo la terra non sia soggetta ad accelerazioni) a essere quello privilegiato noi non recupereremmo la nozione di tempo e di spazio assoluto, con annessa simultaneità?
In effetti anche il tempo T1 dell'esempio dello specchio è un tempo "apparente" in quanto, tra partenza ed arrivo del segnale lanciato, anche l'emettitore e lo specchio si sono mossi, sulla Terra. Ed il tutto è avvenuto alla velocità della Terra, che è diversa dalla velocità di qualsiasi altro corpo celeste, ovvero di qualunque altro luogo nell'Universo dove può essere condotto questo esperimento. Comunque, complimenti per la pazienza e la chiarezza delle esposizioni.
Bellissima lezione, la rivedrò. Un paio di osservazioni: #)La relatività del tempo segnato dagli orologi di cui di parla non è da confondersi con quella trattata nella relatività speciale dove si parla di sistemi di riferimento in moto relativo. Qui il sistema di riferimento è unico. #) se anche gli orologi si fossero sincronizzati al big bang, spostandosi avrebbero perso la sincronizzazione a causa della dilatazione del tempo. Ok?
È interessante il tuo assunto di base, e cioè che esista un modo di spiegare la fisica che permetta addirittura a me di comprenderla. Io credo che la mia mente rigetti il concetto che la fisica studia i fenomeni osservabili, perché l’aggettivo osservabile , per quanto apparentemente attribuito ai fenomeni, è in realtà una proprietà specifica dell’osservatore. Se la nostra specie fosse cieca non avremmo nessuna teoria che contempli la luce e la sua velocità. Similmente quando l’osservatore legge l’orario del punto B , io mi chiedo :” ma è importante ciò che l’osservatore riesce a leggere o ciò che è successo in realtà. Ed è qui il mio limite: in realtà se l’osservatore non ha visto il fenomeno allora il fenomeno non è mai esistito. Ma allora se io per assurdo smettessi di guardare il tuo canale allora anche la fisica non esisterebbe più. Ecco perché stai curando questo canale: per non far sparire la fisica!!
bisogna considerare che nel caso della luce, quando la vediamo in movimento, la sua frequenza cambia, quindi bisogna considerare lo spazio tra due punti da dove parte e dove la intercettiamo, come fosse una linea di trasmissione, la luce non è semplicemente una cosa che si sposta, ma è un onda elettromagnetica.
Ammettiamo x assurdo che io accendo una lampada che si trova su un pianeta distante da me 10 anni luce, e che , sempre x assurdo la lampada si accende SIMULTANEAMENTE al mio movimento di pressione sul tasto di accensione, la luce impiegherà 10 anni luce x arrivare da me, quindi vuol dire che nel momento che vedo la luce della lampada in realtà la lampada si era accesa 10 anni prima, giusto?
Se i punti 1,2,3 non si muovono tra loro, allora e' normale dire che "vedo la luce" di 10 ns fa. Lo si fa normalmente per sincronizzare orologi e strumenti di misura, nonche' i sistemi di telecomunicazione. In modo "impreciso" anche quando si sincronizzano i PC usado ad esempio il protocollo NTP. Se vale per 10 nanosecondi, e vale per esempio per segnali terra-luna-terra (circa 2.5 sec) vale pure per minuti ,ore,anni luce ecc.. Invece nel caso di sistemi in movimento la cosa e' molto piu' complessa, gli orologi avanzerebbero con ritmi differenti. Ma se si riescono a misurare distanze e velocita' e' possibile mandare un segnale ad una sonda lontana, ed attendere la risposta, potendo dire "in questo momento ci sta rispondendo e la risposta arrivera' tra 10 minuti" Se abbiamo fatto i conti giusti e nessun meteorite ha colpito la sonda, la risposta arrivera' come calcolato. Unico punto e' che i 10 minuti per noi potrebbero essere un tempo diverso per altri sistemi in movimento rispetto a noi. C'e' pero' una cosa che ci salva... la radiazione cosmica di fondo. Se la si osserva si vede che e' leggermente anisotropa in una direzione, quella dello spostamento della terra (terra-sole-via lattea- cluster di galassie) Si puo' usare come riferimento quello in cui non vi sono spostamenti medi della radiazione cosmica di fondo in nessuna direzione. Tutto quanto scritto sopra pero' non tiene conto della GR che cambia un po' le carte in tavola per quanto riguarda il ritmo di avanzamento degli orologi. Ovvero... 10 minuti di un orologio al livello del mare, o in montagna, o su un satellite in orbita, o sulla luna? Penso che anche in questo caso pero' la risposta e' solo basata sui calcoli, che permettono di farci usare il GPS. Per cui anche in questo caso con i calcoli opportuni e' possibile dire il messaggio alla sonda parte ora, gli arrivera' tra 5 minuti e la risposta arrivera' dopo altri 5 minuti (del "tempo nostro").
Video fantastico. Che mi fa sorgere un dubbio "sulla fantascienza". Dunque: 1) gli orologi che io vedo danno effettivamente la MIA contemporaneità 2) questo torna con il fatto che per la luce stessa "il tempo non sembra passare" perché "trasporta con sé la contemporaneità". Mi viene da pensare che: A) il "warp" di Star Trek NON è consistente con la relatività RISTRETTA perché finiresti in un punto non legato da causa effetto. B) Da ALTRI video (scusa, non ricordo la fonte) ne deduco che solo con la relatività GENERALE si possa sistemare il "guaio", a patto di avere una massa negativa dietro (impossibile per quanto noto) ed una positiva davanti. A) e B) sono entrambe affermazioni corrette o mi sono brutalmente perso facendo il passo più lungo della gamba ?
Il discorso che la luce "trasporta la contemporaneità" è un modo molto poetico per dire che dal punto di vista di un fotone perde significato innanzitutto il concetto di tempo: per lui qualsiasi spostamento avviene istantaneamente (una sorta di teletrasporto); ma non solo: questo "spostamento" avrebbe senso solo qualora il fotone "partisse" e si "fermasse" (concettualmente perché altrimenti che teletrasporto è? fisicamente perché ridurrebbe la sua velocità accorgendosi quindi del passare del tempo), ma il punto è che il fotone non si ferma, di conseguenza per lui anche il concetto di spazio perde completamente significato. E infatti dal punto di vista del fotone, la banalissima t=d/c, a t=0 corrisponde anche d=0. Quindi mentre noi vediamo la luce spostarsi di una certa distanza in un certo tempo, per il fotone non ci sarà né quel tempo, né quello spazio. E questo rientra esattamente in ciò che Einstein sostenne relativamente alla contrazione delle distanze e la dilatazione del tempo all'aumentare della velocità. Tirando le somme per un fotone siamo sempre a t=0 e d=0, quando vediamo una stella, per un fotone da essa emesso egli è stato emesso ed istantaneamente assorbito, attraversando quello che per noi è l'intero l’universo, per lui di lunghezza nulla. E questa differenza noi la percepiamo, insegna la relatività generale, grazie alla massa e alla curvatura che genera nello spazio-tempo: tutto viaggia sempre alla velocità delle luce nello spazio-tempo, anche noi. Ma questa è un'altra storia 🤣
@@alvisenicoletti2927 non ho capito l'ultima affermazione, ma per il resto ok. Quindi l'affermazione A) mi pare corretta mentre la B) è molto in forse....
Insomma: l'analisi, quindi la sua interpretazione, è sempre a posteriori. E' sempre dopo che noi studiamo e ricostruiamo una possibile e probabile causa di un determinato fenomeno: la scienza dà interpretazioni e ricostruzioni infinitamente più precise rispetto ad altre.
Provo a spiegare perché secondo me questo video è tutto sbagliato. Einstein definisce "tempo dell'evento" il tempo segnato da un'orologio che si trova nello stesso punto dello spazio in cui avviene l'evento. Nel momento in cui sincronizzo 2 orologi in 2 punti diversi dello spazio, ma che non si muovono di moto relativo fra loro, io posso benissimo dire che un evento che osservo è avvenuto un certo tempo fa calcolandomi il tempo percorso dal segnale: infatti, se il mio orologio segna le 10 quando mi accorgo che il Sole si è spento, e poi vado nel punto in cui il Sole si è spento, troverò che quell'orologio avrà segnato che il Sole si è spento alle 9:52.
Grazie per il video. Domanda da sempliciotto: se i punti 1, 2 e 3 fossero luoghi con densità diversa, i loro orologi non dovrebbero tichettare a ritmi diversi? Sia fra di loro che col nostro. Per esempio: se il punto 1 fosse un pianeta come Marte, il suo orologio non dovrebbe essere più veloce del nostro sulla Terra? E se il 2 fosse una rocciosa superterra, il suo orologio non dovrebbe avanzare più lentamente del nostro sulla Terra?
Beh questa cosa si puo' capire come comprendiamo le differenze nei fusi orari . Io ho il barometro che oggi segna che il sole e'-sorto alle7,45 ma nell. ,altro barometro che ho in una altra camera mi trovo che a Berlino il sole e' sorto alle 7,50 Ma ad Ancona sorto alle 7,26. E di questo se ne erano accorti anche I cavalieri che portavano la posta nel medioevo
Grazie per questa spiegazione, devo dire fatta benissimo ed è la cosa che più mi ha avvicinato a comprendere la relatività. Si potrebbe quindi dire che il tempo non è altro che il rapporto tra la distanza tra fenomeno e l'osservatore, rispetto alla velocità della luce che rimane costante? Banalmente quindi: più distanza deve coprire una determinata informazione (alla velocità della luce), più lungo sarà il tempo percepito. Ha senso?
Random Physics, cerco di capire il senso del "NB" da lei messo in primo piano nel presente post. Lei ha "sincronizzato" i 3 orologi precisando d'essere a eguale distanza da ciascuno di essi. Inviando contemporaneamente il messaggio luminoso, a un anno esatto questo arriva ai 3 strumenti. Se dopo un altro anno preciso se li vede rientrare "simultaneamente" nello stesso istante, a me pare rispettato il principio dell'eguale distanza (o del punto medio) stabilito da Einstein. Perché dice che la sua "sincronizzazione non rappresenta" quella prevista da Einstein? Che cosa mancherebbe alla sua rispetto a quella dello scienziato? Se il viaggio di andata è uguale al ritorno, e se i 3 segnali da lei inviati partono e arrivano nello stesso istante a me paiono rispettate tutte le condizioni dettate da Einstein. Invece, ciò che non mi convince è la considerazione che la "simultaneità" debba essere "soggettiva", che debba cioè "apparire" piuttosto che "essere". Se vogliamo definire la "simultaneità" una proprietà "relativa", dobbiamo specificare che ci riferiamo alla "percezione" del fatto, non al fatto in se. Non dobbiamo dire che i due eventi "sono" simultanei. Dobbiamo dire che "appaiono" tali.
Random Physics. La "simultaneità" è l'attributo di due o più eventi che si verificano nel medesimo istante. Cioè, che succedono, che avvengono, nello stesso momento. Altra cosa è considerare l'attimo nel quale l'evento viene percepito (visto o udito) da osservatori che si trovano in posizione distante dal fatto in se. Nell'esempio da lei riportato i 4 orologi, una volta "sincronizzati", lo sono in maniera "assoluta" per tutti, non solo per l'osservatore. Tutti e 4 stanno avanzando simultaneamente e tutti segnano la medesima ora, indipendentemente da quello che può leggere il singolo guardando l'orologio dell'altro partecipante che si trova lontano nello spazio. Einstein sostiene che la "simultaneità non è assoluta, ma relativa" al sistema di riferimento. Per dimostrarlo porta come esempio i fulmini che contemporaneamente colpiscono due punti nello spazio e studia il modo con il quale vengono diversamente percepiti dagli osservatori che si trovano a distanze diverse. Ma nel dire questo lo scienziato si riferisce al momento nel quale viene percepito l'evento, non quello nel quale si verificano i fulmini. Einstein non analizza il fatto "oggettivo" delle scariche fulminee. Ne studia la percezione "soggettiva" degli osservatori che si trovano in punti diversi concludendo che non è possibile affermare la contemporaneità dei due fulmini se non ti trovi esattamente a metà strada fra loro. Immaginiamo ora due orologi atomici uguali coordinati e "sincronizzati" con l'ora esatta di Greenwich posti su isole di oceani diversi che si trovano alla stessa latitudine. Vengono tutti e due colpiti da un fulmine che arresta il loro funzionamento mentre segnano le ore 12,00 del giorno 7 dicembre dell'anno 2022. Domanda: - I due fulmini sono da considerare "simultanei"? - Sono avvenuti e verificati nel medesimo istante? Io direi di SI. Sarà diversa e quindi "relativa" l'ora della percezione (visiva e/o uditiva) del fulmine registrata da eventuali osservatori che si trovano sull'isola o nelle acque circostanti. Ma i due fulmini sono e restano "simultanei", sono e restano "contemporanei", sono e restano "sincroni" in quanto "avvenuti" e verificati nel medesimo istante, come dimostrato dall'immagine che segna l'ora esatta di arresto degli orologi colpiti dai fulmini. Ora esatta che fa riferimento preciso al punto esatto nel quale la terra, nel suo girare, si trovava in quel preciso punto e in quella precisa posizione rispetto al sole. Ritengo si possa dire che la simultaneità assoluta esista. Ad essere relativa è la percezione soggettiva del fatto che può dipendere dalla distanza, dalla velocità e anche dal mezzo (visivo o uditivo) che trasmette e comunica il fenomeno. ------ Ciò che mi chiedo è se sia possibile affermare che i gemelli del cosiddetto paradosso di Einstein hanno vissuto contemporaneamente e "simultaneamente" le loro diverse avventure. Che lo hanno fatto nel medesimo "tempo" che, dalla loro nascita al rientro dell'astronave, noi abbiamo potuto misurare contando il numero di giri che la terra ha compiuto in torno al sole. E che a essere relativa non è la loro età ma il loro diverso processo di invecchiamento che per l'astronauta è stato "rallentato" grazie alla velocità con la quale è stato lanciato negli anni della missione spaziale. Ringrazio fin da ora le persone che vorranno esprimere osservazioni e correzioni a questi miei pensieri.
Secondo me manca un punto fondamentale per semplificare il tutto. La distanza tra i punti 1, 2 e 3 tra di loro, che poi è il motivo per cui gli eventi, simultanei per noi, risultano sfalsati tra di loro.
Presentazione interessante, ma temo di non aver capito. Se l'orologio n. 2 fa le 12.30 quando riceve un segnale dell'orologio n. 1 e SE l'orologio n. 2 sa che la sua distanza dall'orologio n. 1 è di 30 minuti, ALLORA può legittimamente e correttamente affermare che il segnale è partito dall'orologio n. 1 alle 12. Quindi l'orologio n. 2 è in grado di dire che cosa è oggettivamente successo alle 12.
per certi aspetti la RR è più ostica ...impossibile "prescindere" da concetti quali .::OSSERVATORE, TEMPO/tempi relativi....velocità e celerità eventi, ...Tutti concetti che agiscono...ma per noi umani sollevano difficoltà. L'..informazione (per gli osservatori-.misuratori .e per l'osservatore capo dei capi ...dei ...?) viaggia con la luce...al max alla sua stessa velocità ( il tempo si elunga o comprime ...in S_T ) comunque mai e poi mai istantanea...(altrimenti tutto sarebbe simultaneo ?) bell'assioma ....Conseguenze : Tutto già scritto nel cielo ( nello spazio di Minkowsky).....ottimo Gabriele la sottolineatura che la realtà di quella stella non è la mia realtà ....non posso essere qui e lì ....e l'equidistanza è un compromesso ok , ma ....vedo-misuro-analizzo-instauro posizioni ....per metà del fenomeno (es esplosione stella ) per l'altra metà sono vincolato dal sistema al quale faccio riferimento...(da dove mi son mosso per collocarmi a metà strada)....ma tali strade-punti ...misure tempi hanno disturbi stocastici ...a volte notevoli ...senza contare altre perturbazioni imponderabili ......: vicinanze di stelle nere, ....altre esplosioni o semplici asteroidi.....ec ec....Scusa se sto facendo l'avvocato del diavolo , so che la Relatività è una teoria solidissima ....sono le estreme conseguenze che mi ...rodono. GRAZIE PER IL GRAN BEL LAVORO .
Nell'esempio della macchina che urta un camion fermo a 130 km/h, mi sembra che i due punti di vista della macchina in moto ed il camion fermo, ovvero del camion in moto e la macchina ferma non si puo' dire che siano equivalenti, perche' in un caso l'energia in gioco vale E1=1/2 * Massa camion*V2 e nel secondo E2= 1/2 + massa macchina*V2 e dunque gli effetti dell'urto dovrebbero essere differenti e non uguali. Come mai l'energia che viene messa in gioco e' solo quella E2? ma allora le due visioni non sono equivalenti!
Riflessioni sul "tempo che rallenta". Da dove nasce l'equivoco fra "tempo assoluto" e "tempo relativo"? Esiste un tempo assoluto? Esiste un peso assoluto? La misurazione del peso varia a seconda della gravità. Ma anche la misurazione del tempo ha la sua variante che, come dice Einstein, è la velocità. Perché sobbalzo dalla sedia se sento dire "il tempo rallenta", mentre non mi scompongo se mi si dice che il peso varia a seconda della gravità? Ritengo derivi dal fatto che la natura, con l'insieme dei fenomeni che chiamiamo giorno e anno, ci offre un modello affidabile di durata periodica adatta a misurare il tempo. Mentre per la misura del peso ci siam dovuti arrangiare a inventare il Chilogrammo. ----- Sta di fatto che, se consideriamo relativo il tempo, ci priviamo della possibilità di misurare in modo credibile e condiviso lo scorrere degli eventi. - Se diciamo che Einstein ha "demolito" la nostra idea di "tempo assoluto". - Se affermiamo che il tempo scorre in modo diverso per ciascuno di noi. - Se pensiamo che il nostro "adesso" vale solo per noi. - Se neghiamo la possibilità di definire "simultanei" due eventi lontani che scoccano alla stessa ora segnata da due orologi sincronizzati, ci troviamo impossibilitati a collocare i fatti sulla linea del tempo. Anzi, neghiamo proprio la possibilità che possa esistere una linea del tempo condivisa dalla comunità umana. Se crediamo a tutto questo perde di certezza la durata dell'anno che la scienza dice d'aver stabilito in 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Perde di certezza l'affermazione che Alfa Centauri è distante dalla Terra 4,367 anni luce. Se questo fosse vero non avrebbe un valore assoluto nemmeno la tanto decantata velocità della luce che la fisica moderna dice d'aver stabilito in 299milioni 792mila 458metri al secondo. Tutte queste cifre sarebbero prive di valore in quanto ricavate da dati considerati "relativi". Con misurazioni "relative" non si ottengono valori "assoluti". Ritengo che la scienza debba uscire da questo equivoco. Sarò grato a quanti vorranno intervenire con valutazioni e correzioni a queste mie riflessioni.
Ma quando fai l esempio del sole che scompare, e di conseguenza l informazione che esso é scomparso ci raggiunge alla velocità della luce. Nell'esempio parli anche delle onde gravitazionali e affermi che anche loro viaggiano alla velocità della luce, ma uno dei problemi nel "scrivere" una teoria del tutto non era il fatto che l interazione gravitazionale ha effetti istantanei?
l'origine del conflitto fra Relatività e senso comune dei non-scienziati è l'interpretazione neo-kantiana della relatività di Galileo e Newton, presa per buona dai fisici nell'Ottocento, quindi diventata senso comune in quelli del Novecento (che l'hanno estesa ai fatti della Relatività ristretta e generale) e negli attuali. Il problema sta nella confusione sul termine "assoluto". Per Galileo, Newton e tutti i fisici del Sei-Settecento voleva dire "realtà così com'è realmente e indipendentemente dai soggetti", ovvero "realtà in-sè". E infatti Galileo dice che Terra e Sole sono intercambiabili (equivalenti) come osservatori: ma REALMENTE è la Terra, non il Sole, a muoversi... Poi arriva Kant, che nega la conoscibilità della realtà-in sè. Per lui tutto quello che conosciamo è fenomeno, ovvero un'"apparenza vista uguale da tutti". Ed ecco che "assoluto" iniziò a voler dire "visto uguale da tutti". La costanza della velocità della luce demolisce il fatto che tutti vediamo il tempo e i moti allo stesso modo. Ha perciò demolito il "tempo assoluto". Ma nell'accezione (sbagliata) di Kant. Non in quella (corretta) di Galileo. ANZI...
Salve. Dopo aver visto questo video mi sono ricordato di averne visto uno del prof. Balbi più meno sullo stesso argomento. In quel video Balbi dice cose diverse, ad esempio dice che se guardiamo la luna la vediamo come era 1,3 secondi prima, momento nel quale è partita la luce che ci ha meso 1,3 secondi per arrivare a noi, e quindi si può dire che la vediamo come era nel passato. Non solo, se non ricordo male partendo da questo esempio generalizza dicendo che più lontano si guarda e più si guarda nel passato. Non so, pensare così, tout court, che Balbi non ci capisca nulla di relatività mi risulta difficile. Comunque contenuti interessanti, bel canale.
È una cosa che si dice da decenni, da ben prima che iniziasse a dirlo lui. Si tratta di un modo intuitivo di di descrivere le cose, un po' come quando si dice che quando si sente il tuono il fulmine ha avuto luogo prima. Come spiego nel video, è un punto di vista che non ha particolarmente senso in relatività, al limite può avere senso se si specifica che si sta parlando del tempo cosmologico, ma comunque non si può dire che un fatto è avvenuto tot anni fa in modo assoluto, si può solo dire che è avvenuto tot anni fa all'interno di un certo sistema di riferimento, che però non è il nostro terrestre.
Se al centro di un vagone ferroviario imbottito di esplosivo metto un emettitore di luce che, quando attivato, emette luce contemporaneamente in entrambe le direzioni della lunghezza del vagone e la luce emessa va a colpire ai due lati del vagone due fotocellule che, se colpite contemporaneamente, disattivano l' esplosivo mentre se colpite non contemporaneamente innescano l' esplosione. Per me che sono al centro del vagone ed attivo l' emettitore di luce il vagone non esplode. Per un osservatore esterno in moto relativo rispetto al vagone la luce non raggiunge contemporaneamente le due fotocellule per cui il vagone esplode. Quindi pet l' osservatore esterno, in moto relativo rispetto a me, io muoio mentre dal mio punto di vista io continuo il mio viaggio. Se questo è corretto la realtà si sdoppia ed in una realtà io sono vivo mentre nell' altra realtà (universo ) io sono morto. È per caso questa l' interpretazione a molti mondi di Hugh Everett ?
no, l'errore sta nel dire che se le fotocellule vengono" colpite contemporaneamente" disattivano l'esplosivo. Quel "contemporaneamente" non ha una valenza assoluta.
@@RandomPhysics Quindi l' osservatore in moto relativo rispetto al fenomeno non vede esplodere il vagone nonostante veda i raggi di luce colpire le 2 fotocellule in tempi diversi ? Se questo è vero si potrebbe affermare che la realtà vissuta dall' osservatore in quiete rispetto al fenomeno è l' unica realtà "importante" in quanto le realtà vissute dagli osservatori in moto relativo non sono casualmente connesse al fenomeno ? (Il vagone non esplode nonostante dovrebbe farlo). Grazie per il tuo lavoro e per spiegarci questi concetti
@@emanuele8510 in realtà la questione è un po' più sottile. Se provi a immaginarti di progettare due fotocellule (che si trovano distanti tra loro) in modo che ci sia un meccanismo che scatta quanto vengono colpite contemporaneamente, ti accorgerai che ci dovrà essere un sistema attraverso il quale ciascuna fotocellula possa "capire" se l'altra sia già stata colpita o meno. Tale sistema dovrà sfruttare un segnale che vada da una fotocellula all'altra, segnale che si muoverà al massimo alla velocità della luce. Pertanto la velocità del sistema influenzerà anche tale processo e, alla fine, facendo i calcoli correttamente si riaggiusterà tutto in modo che se quel meccanismo scatta per un osservatore scatterà anche per tutti gli altri.
@@RandomPhysics È corretto quindi dire che, se la realtà è assoluta, allora il "futuro" di un osservatore A corrisponde al "passato" di un osservatore B in moto relativo rispetto ad A ? Se questo ragionamento è corretto si potrebbe affermare che la teoria della relatività ci dice che il "libero arbitrio" non esiste. In effetti il giorno della nostra morte potrebbe essere nel passato di un osservatore in moto relativo rispetto a noi, per cui per lui sarebbe già accaduto e sarebbe quindi predeterminato. È giusto questo ?
non sei stato affatto chiaro quando hai assunto di aver sincronizzato il tuo orologio con gli altri aspettando di veder tornare da loro il segnale (due ore ). Quindi partendo da questa assunzione, il resto (seppur corretto ) porta l’ascoltatore a confondersi perché hai assunto che il tuo orologio sia privilegiato (come se misurasse un tempo “proprio”). A questo punto, per tenere in conto della distanza (1h/luce) avresti dovuto azzerare il tuo orologio dopo 1 ora rispetto all’invio del segnale di sincronizzazione , non dopo 2 ore (cioè non dopo aver ricevuto il segnale indietro): quando ricevi il segnale dovresti rimuovere il ritardo di propagazione di ritorno; quindi puoi azzerare il tuo orologio dopo 1 ora, non dopo 2 (se la distanza è 1h luce ). Giusto ?
L'informazione di un evento, è qualcosa di codificato che possiamo apprendere in tempi diversi. Tuttavia esiste un tempo proprio, che caratterizza l'evento e che non possiamo ignorare. Nel tempo proprio, non dovrebbero esistere ambiguità tra passato presente e futuro, poi L'informazione sull'evento può raggiungerci in modi e tempi diversi, ma è realistico pensare che esso è unico e ben definito. Non credo affatto alla teoria degli "sdoppiamenti" nella teoria a molti mondi.
sul non dare troppo credito agli sdoppiamenti sono d'accordo con te. Quando invece parli di "evento", cosa intendi, e cosa significa "tempo proprio" ? Se c'è una rapporto fra causa e conseguenza, questo sarebbe il presupposto per un evento, bisogna vedere quanto sono distanti i corpi che interagiscono o uno dei 2 corpi e l'osservatore, il termine di "tempo (approssimativamente ) proprio" ha senso solo se sono tutti molto vicini.
@@massimopersiani7629 evento significa, mi pare, una o più delle famose 4 interazioni fondamentali. Il tempo proprio dell'oggetto in questione può essere solo quello relativo al movimento delle sue particelle subatomiche, dei suoi atomi, delle sue molecole, o all'interazione con le stesse di un altro oggetto molto vicino; se intendi questo stiamo in fondo dicendo la stessa cosa.
@@pierovannuccini937 In realtà no, il tempo proprio in relatività è definito semplicemente come il tempo misurato dall'orologio fermo relativamente al fenomeno osservato. Qual è il tempo proprio di decadimento di una particella? Quello misurato dall'orologio che si muove assieme alla particella, quindi sono in quiete l'uno rispetto all'altro. E non ha nulla a che vedere con i costituenti di un oggetto, perché chiaramente se vale per le particelle elementari, queste non hanno costituenti. Il tempo proprio è una grandezza puramente relativistica e propria (appunto) del fenomeno osservato
@@Andrea-nu8gx grazie della precisazione, ho visto altri tuoi commenti e direi che ti distingui per competenza. Da quanto capisco questo orologio (atomico, suppongo) deve pur misurare un cambiamento (movimento) , per esempio lo spin di una particella o la frequenza di un fotone, altrimenti in base a quale parametro potrebbe misurare il tempo di decadimento ?
niente, ho rivisto video di esempio a distanza di un anno ma si vede che sono di sasso, l'esempio a me dimostra il contrario. Io l'esempio lo vedo come un triangolo rettangolo dove un cateto piccolo (per dire) è D1 in un sistema con l'origine tra i cateti posto a 0,0, l'altro cateto è la mia distanza da 0,0,. Io posso ampliare il mio cateto D2 (distanza da 0,0) quanto voglio, ma il primo cateto D1 resterà tale e quale. Semmai aumentando la distanza da 0,0, ossia il mio cateto D2, cambierà ovviamente l'ipotenusa (che è poi la mia distanza dallo specchio), ma D1 resterà sempre tale e quale. Dove sbaglio?
Tutto abbastanza chiaro... ma perché (invece di utilizzare solo l'idea di orologio e di sincronizzazione) non sfrutti anche ipotesi che ormai sono diventate un classico e che probabilmente andrebbero chiarite? Esempio: perché non sfrutti e ci spieghi meglio la famosa riflessione che dice che se un pianeta a 60 milioni di anni luce da noi (adesso) ci osservasse, vedrebbe nel suo telescopio l'immagine dei dinosauri? Quanto di vero, assoluto, e fallace c'è in questa affermazione? Grazie.
sarà servito? :-) uno si fa problemi dando importanza ad alcuni commenti.... pensando di non essere stato abbastanza chiaro fa un secondo video con più dettagli... ma chi non aveva capito il primo video probabilmente è rimasto con la classicità in testa, chi lo aveva capito avrà 40 minuti di dettaglio in più..... request: a me interesserebbe capire come degenera la materia fino a far venire una roba gzippata durissima tipo le stelle di neutroni: se hai pazienza potresti spiegare i vari livelli in cui le particelle possono essere spiaccicate in quel modo?
Spett.le prof. Random Physics, Einstein sostiene che sull'astronave il tempo rallenta. A lei e a tutti i fisici e divulgatori scientifici pongo 2 semplici domande: 1 - Quanto è durata la missione spaziale immaginata da Einstein? Qual è l'orologio che intende consultare per dare la risposta? 2 - Quanto è durato l'esperimento dei 3 orologi atomici? Quale orologio darà il dato corretto? A mio giudizio le possibili risposte sono di 2 tipi: A - Non esiste il dato corretto. A queste domande non è possibile dare risposta. B - Appurato che lo stesso strumento di misurazione registra valori diversi a seconda della velocità a cui è lanciato, se vogliamo fare scienza, siamo obbligati a tenere una unità di misura stabile per determinare lo scorrere degli eventi. Quelli che danno la prima risposta si mettono automaticamente fuori dal gioco e quindi fuori da ciò che chiamiamo scienza. Gli altri si devono accordare su quale sia l'orologio che presenta affidabilità sufficiente a potersi definire unità di misura fissa da tutti riconosciuta. A suo giudizio ci sono altre risposte possibili? Sarò grato a quanti vorranno fornire suggerimenti o correzioni a questi miei pensieri.
OK, parli di punti di riferimento ed è giusto, siccome noi siamo sulla terra e qui è il nostro punto di riferimento. Per tanto se osserviamo "Proxima Centauri" la vediamo 4,22 anni luce dalla Terra e quindi nel passato. Se poi una stella è più giovane o più vecchia poco importa. A tal proposito si misura in "AL" = tempo e velocità
fermo restando che i tuoi contenuti sono in genere di molto superiori alla media offerta dall'utubo sull'argomento, si, il titolo era effettivamente un pochino clickbait ;-)
ai tre orologi bisogna mandare il messaggio "regola su -1"... così si che tutti e 4 gli orologi avrebbero, per tutti quanti, valore sincronizato 0... quindi tutti e 3 altri regolano alle ore 23 e quando io ricevo il segnale di ritorno regolo a 0... e poi mi dedico ad altro che questo è fatto che è chiaro che è tutto relativo al punto di vista dell'osservatore, che è poi l'unico che ha senso per l'osservatore stesso
Mettiamo l'emettitore su un treno in movimento con velocità v e consideriamo due osservatori: uno seduto accanto all'emettitore e l'altro fuori dal treno. Entrambi vedono lo stesso fenomeno, ma quello seduto misura tempo t1 e vede una distanza d1, l'altro quello a terra misura tempo t2 e distanza d2. Chia ha ragione? Entrambi!
La spiegazione chiarisce molto bene perché non si può dire "vediamo quella stella come era tot anni fa". Il "tot" è chiaramente relativo. Però a mio avviso quel "tot", per quanto fosse impossibile/difficile definirlo in modo puntuale, è chiaramente qualcosa accaduto prima del momento in cui è osservato sulla Terra. Quindi non capisco perché dici che non si stia guardando il passato di quella stella. Ovvero qualcosa già successa. D'altronde molti scienziati guardano nello spazio profondo proprio per cercare le tracce di radiazione residue del big bang, che è chiaramente un fenomeno passato rispetto al nostro tempo di osservazione..
Mi accodo... anche io ho lo stesso dubbio. Se con un telescopio potentissimo potessi vedere un neonato nascere su un pianeta lontanissimo. Ha senso pensare che se potessi teletrasportarmi istantaneamente su quel pianeta, quel neonato lo vedrei già adulto (se non già morto da secoli e secoli)? Fermo restando che dire "stiamo vedendo avvenimenti di tot anni fa" è sbagliato...
Sono d’accordo. D’altra parte dire “ sto guardando ora qualcosa che è avvenuto prima” significa proprio avere coscienza che c’è una distanza tra me e la sorgente del fenomeno. Se non tenessi conto di questa distanza, potrei solo dire che quel fenomeno di luce rispetto a me è simultaneo (cioè che quella luce si propaga istantaneamente)
Bisogna superare il pregiudizio classico per cui il tempo e lo spazio sono enti separati. In relatività sono uniti e questo implica diverse cose, come il fatto di non poter parlare di passato di un osservatore solo con l'informazione temporale. Un evento successo alle 11 di un osservatore che vede il suo orologio alle 12 è nel suo passato? Bo, dipende. La luce lo ha raggiunto? Se no, allora non è nel suo passato, ma ancora nel presente (esteso della relatività). Se sì, starà da quel momento nel passato. Il punto è anche un altro. Vedo una stella esplodere a un anno luce di distanza il giorno dopo il mio 20 compleanno. Dunque voglio dire che un anno prima il giorno dopo i miei 19 anni, la stella esplodeva. Questo è vero per carità ma 1) non è esplosa nel mio passato, per quello detto prima, l'evento non fa ancora parte del mio passato; 2) devo essere conscio che questo riferimento temporale è arbitrario, perché un altro osservatore vedrà invece PRIMA la stella esplodere e DOPO il mio compleanno. Quindi è chiaro che dire cose come "vedo la stella com'era tot anni fa" può non essere sbagliato, ma ci si deve intendere precisamente sul significato
@@Andrea-nu8gx anche quello che dici è chiaro. Ma infatti quando scrivevo "passato" intendevo dire "successo già". Che poi sia nel mio "tempo" passato, presente o futuro, non fa molta differenza. Molte persone questo lo hanno ben compreso. Ciò di cui realmente qui si parla è del principio di causalità. Ovvero, se vedo la radiazione di una stella esplodere, è proprio perché una stella è già esplosa. Causa: esplosione; effetto: radiazione che si propaga. Non posso dire quanto tempo fa è esplosa. Ma posso dire che è esplosa già (dato che ne vedo l'effetto). Cosa diversa è se invece qualcuno dovesse venirci a dire che il principio di causalità non è universale! Ma ci sono svariate motivazioni (si trovano anche su vari video interessanti) del perché sembri proprio che il principio di causalità sia universale e inviolabile..
@@vito2605 Ah ma certo, la causalità è preservata in relatività, senza dubbio. Tutti sono concordi nel dire che la stella sia esplosa prima che io la vedessi. Quello che non viene preservato è l'ordine di eventi che non sono causali, per esempio io che accendo la luce e la stella che esplode. Magari se avevo acceso la luce un anno fa e dopo un anno vedo la stella esplodere dico che i 2 eventi erano simultanei, ma tenendo conto che altri osservatori avranno visto prima la stella esplodere e poi accendere la luce e altri ancora il contrario. E questa arbitrarietà si traduce in relatività con la frase:"l'esplosione della stella non è ancora nel passato dell'osservatore che ha acceso la luce". La causalità è assolutamente preservata, ma quando c'è. Lo sottolineo perché potrebbe anche aver lasciato intendere il contrario (anche se a me non è parso), ma non potrebbe effettivamente pensarlo, perché chiunque abbia studiato relatività sa questa cosa della causalità preservata che è viene ribadita in continuazione. Secondo me invece il punto di queste discussioni è proprio che dire che un fenomeno è avvenuto prima di un altro non basta per dire che uno è nel passato dell'altro. Cosa che non mi sembra ovvia, visto che, per esempio, in meccanica classica succede esattamente questo
Ufficio complicazione affari semplici. Oggettivamente, se cerchi di semplificare una cosa cosi banale, come la relativita dell' informazione che copre lunghe distanze, solo per rispondere a gente che non sa nemmeno cosi ci si allaccia le scarpe, ti ficchi in un ginepraio che a confronto il brodo primordiale sembra il deserto del sahara
Purtroppo non sono mai riuscito ad entrare davvero nello specifico con quest'argomento e quindi inevitabilmente si, questo video mi ha creato ancora più dubbi. Da qualcuno che sa di più vorrei avere una risposta specifica ad una domanda forse banale... Il fenomeno della relativitá insomma, praticamente, in cosa si traduce? O meglio il dubbio è: la relatività del tempo, in che modo influisce riguardo uno scenario come quello illustrato solo come esempio della macchina che si schianta contro il camiom ? Forse "non ha effetto" perchè la distanza è rapidamente ricopribile dalla luce ? Eppure è chiaro che comunque l evento sia relativo al punto di osservazione
NB: le procedure che descrivo nel video per "sincronizzare" gli orologi di 1, 2 e 3 con il nostro non rappresentano la sincronizzazione degli orologi secondo Einstein, così come quando dico "noi vediamo gli eventi avvenire simultaneamente" non mi riferisco alla simultaneità secondo la convenzione di Einstein. Se ho creato confusione in questo senso me ne scuso, io mi riferivo a una sincronizzazione e a una simultaneità "apparenti", cioè misurati da me. In effetti per avvenire simultaneamente secondo Einstein, basta che due eventi appaiano simultanei secondo chi si trova nel punto medio fra i due, che è circa la morale che traggo alla fine del video. In un futuro video descriverò approfonditamente le convenzioni introdotte da Einstein.
Le simultaneità apparenti esistono anche in fisica classica, non serve scomodare la relatività
con la luce però viaggia ogni tipo di informazione riguardante un evento, non esiste modo più rapido per sapere che è accaduto qualcosa se non usando la luce (o altri fenomeni che si muovano a quella velocità). In fisica classica tutto va come se tale velocità fosse infinita, in relatività no.
@@RandomPhysics questo sicuramente, la finitezza della velocità delle informazioni fa sì che se mi trovo distante dall'evento non ho nessun modo di sapere che è avvenuto prima che mi arrivi l'informazione
@@kirkhammett41 infatti per te non è avvenuto prima in senso stretto. Puoi dire che è avvenuto prima solo se consideri un tempo globale definito tramite la convenzione di Einstein per la simultaneità e se hai sincronizzato gli orologi tramite tale convenzione. Che è un utilissimo strumento per descrivere i sistemi di riferimento matematicamente, ma poi per descrivere ciò che viene misurato dai singoli osservatori non aiuta. Questo è il senso che volevo dare al video. Infatti parlo proprio del fatto che due eventi sono simultanei se un osservatore posto nel mezzo li percepisce nel medesimo istante, siamo noi poi che convenzionalmente decidiamo che per tutti gli osservatori fermi rispetto a lui gli stessi due eventi devono essere definiti come simultanei, ma qui si va già sul tecnico. Si parla di eventi simultanei secondo una definizione ma che non vengono percepiti nello stesso istante, per capire ciò bisogna fare un salto ulteriore e descrivere i ragionamenti di Einstein, altrimenti le cose vengono solo imparate a memoria (intendo dal pubblico generalista) e non apprese.
@@RandomPhysics Penso di aver capito quello che intendi. In effetti, forse, il motivo per cui il video mi è sembrato confusionario è che do per scontata la convenzionalità della simultaneità (e la sua natura operazionista), mentre un pubblico più generalista senza pregiudizi può accettare più facilmente certi discorsi.
Non ho mai trovato in tutta la rete una spiegazione così chiara di questi aspetti della relatività speciale. Complimenti!
Bhe dai i video di curius sono fatti bene e spiegati bene
Il relativismo è difficile da far entrare in testa, è più comodo (anche per ragioni culturali) adottare un modello (errato) assolutistico.
Complimenti per il duro lavoro divulgativo.
Semplicemente perché nessuno lo spiega .
Mi viene da pensare che nessuno lo ha capito
sei stato utilissimo!! non avrei mai pensato di riuscire a comprendere, nemmeno per metà, il concetto della relatività del tempo, essendo in terza media. Ora potrò finalmente esporlo all'esame e dare del filo da torcere alla prof di scienze che diceva che non avevo un quoziente intellettivo abbastanza alto. Veramente grazie!
Se vedo il sole sorgere alle 7,08 è scontato che in realtà sia sorto alle ore 7 del mio orologio. Che gli 8 minuti del mio orologio non siano quelli dell'orologio sul sole , per gli effetti relativistici dovuti della gravità e velocità, è altrettanto scontato. Le nostre osservazioni astronomiche si basano sul calcolo della distanza e del tempo, sempre dal nostro punto di osservazione, gli 8 minuti o i mille anni luce della stella X, saranno sempre quelli misurati dal nostro orologio, saranno sempre eventi avvenuti nel passato della nostra timeline. La mia ignorante ottusità, probabilmente, mi impedisce di capire il senso di questo e del precedente video.
A me sembra ovvio che l’affermazione “la stessa X si trova a 1000 anni luce dalla Terra” significhi che la luce di quella stella abbia impiegato rispetto all’orologio di un osservatore terrestre 1000 anni per raggiungere la Terra, quindi la luce di quella stella è partita 1000 anni fa rispetto al tempo misurato dall’orologio dell’osservatore terrestre. D’altra parte la luce con sé trasporta l’informazione di come era la stella nel momento in cui la luce è partita da quella stella, di conseguenza un osservatore terrestre vede la stella come era 1000 anni fa rispetto al tempo misurato sulla terra.
Mi accodo al commento di maxdip
Quando mi arriva il segnale della luce proveniente dalla stella lontana il mio orologio suppongo che stia segnando 0 e segno l'evento "raggio partito dalla stella" (perché quello che vedo è appunto la stella quindi il fotone partito da lì). Vediamo l'evento a una distanza d1. Nel grafico spazio-tempo dove mettiamo sull'asse delle ascisse lo spazio e su quello delle ordinate il tempo (comodo per disegnare il cono di luce) collochiamo l'evento nel passato a un tempo t1=-d/c. Infatti se la stella si sta avvicinando, al tempo t2=0, ossia quando mi è arrivato il primo raggio, sarà a una distanza d2
Ho apprezzato il video e penso di averlo capito però, per quanto riguarda il discorso di "vedere nel passato", penso ci si complichi un po' la vita. In quella situazione si fa riferimento ad un solo osservatore che percepisce un evento. In pratica, vedendo ora la luce proveniente da Proxima Centauri posso dire che per me, per il mio sistema di riferimento, è partita 4,2 anni fa.
Quando si dice "vedere nel passato" penso sia sottinteso che ci si riferisca solo al nostro sistema di riferimento.
Esattamente.
È un video che voglio salvare e rivedermi in altri momenti.. bravissimo e chiarissimo.. certo il problema sta in quello che hai indicato più volte: la NOSTRA visione dello scorrere del tempo è semplicemente la NOSTRA visione.. lo stesso concetto di TEMPO crea perplessità non da poco.. cos’è in realtà? Nel nostro quotidiano possiamo sperimentare come ciò che chiamiamo tempo non sia qualcosa che “percepiamo” in modo assolutistico.. per esempio, se attendiamo con ansia il verificarsi di qualcosa, e siamo in una condizione di passiva attesa, lo scorrere del tempo verrà percepito “rallentato” rispetto a chi in quello stesso lasso di tempo è impegnato a fare qualcosa che l’entusiasma… quindi, anche se il mio commento sembra non legarsi pienamente con i concetti ben più profondi espressi nel video, lo scopo è semplicemente di affermare che la realtà che ci circonda (e quindi lo stesso concetto di TEMPO) è spesso ben più complessa e affascinante di come appare a chi non si pone domande e non si mette in gioco.. in questo canale è bellissimo interfacciarsi con persone che amano ragionare e mettersi in gioco!,
Non mi torna il tuo discorso. Cioè è chiaro che essendo gli orologi a distanza il segnale ci mette tempi diversi ad arrivare, ma essendo tutti nello stesso sistema di riferimento allora non vale la relatività della simultaneità. Cioè secondo me stai confondendo la relatività della simultaneità degli eventi (che dipende dal sistema di riferimento) con la relatività della simultaneità delle osservazioni (che dipende dalla distanza), e per questo non serve scomodare la relatività perché la stessa cosa vale, ad esempio, per il suono.
Secondo me il suo discorso trae spunto dal fatto che le stelle sono fisse rispetto a noi approssimativamente, quindi i nostri orologi e i loro sono relativamente fermi. Quindi in questo contesto non ci sono i discorsi sulle velocità relative e le dilatazioni temporali che sono tipico della relatività. Ma quelli sono solo i modi più "comuni" per avere a che fare con la relatività, che essendo una teoria più profonda e generale, ha delle implicazioni anche in un contesto come questo, in cui tutto è fermo.
Allora, hai ragione nel dire che usando il suono la simultaneità sarebbe relativa anche in fisica classica. E anche con la luce stessa, se questa viene considerata finita. Diciamo che la simultaneità dell'osservazione di 2 eventi è sempre relativa se il passaggio di informazioni è a velocità finita. E questo è uguale sia per la fisica classica che per quella relativistica. Quindi qual è la differenza fra le 2? Per la fisica classica, quello che misuri è quasi un errore: le sorgenti (anche sonore) erano simultanee, se tu non le vedi tali, sbagli. Sbagli perché non eri nel punto in mezzo magari, ma comunque non è la risposta giusta, perché quella è solo che le sorgenti sono sincronizzate. In relatività invece no: la simultaneità in sé delle sorgenti è relativa e dipende da chi la guarda e sia chi le ritiene simultanee sia chi non le ritiene tali ha ragione.
E secondo me l'idea di parlare di relatività senza moti relativi è una buona idea, perché mette in luce questo aspetto, senza legarlo a dilatazioni temporali o altri fenomeni che sono importanti, ma che offuscano il fatto principale che in relatività hanno DAVVERO ragione tutti gli osservatori e dire che 2 fenomeni sono simultanei è veramente relativo, non relativo ma sottostante a una realtà più vera e assoluta
Ciao Random, guardo sempre con interesse i tuoi video perchè rendi i concetti ostici dell'astrofisica davvero alla portata di tutti (o quasi). Quello che bisogna fare è, come hai suggerito tu, ampliare la mente ma anche armarsi di pazienza, molta pazienza, perchè ci vuole tempo prima di riuscire a metabolizzare il tutto.
Bellissima comunicazione, innanzitutto perchè (l'avevo già notato) leggi i nostri commenti e spesso rispondi anche, e non è da tutti, in secondo luogo perchè ci metti di fronte al nostro grande limite, che è quello di tendere ad usare il cervello per le funzioni attorno alle quali si è evoluto, cioè fare valutazioni su spazi e tempi limitati per sfuggire ai pericoli o trovare cibo.
Mi interesserebbe vedere il video che cita all'inizio, quello per cui questo sarebbe un approfondimento, ma non lo trovo.
Potreste darmi il link? Grazie.
Purtroppo ho dovuto temporaneamente nasconderlo in quanto in quel video ho dato per scontate alcune nozioni con cui in tanti non hanno familiarità e questo ha generato un flusso continuo di commenti molto critici che mi hanno fatto capire che dovrò pubblicare una nuova versione di quel video in cui vengano puntualizzati alcuni fatti in più.
@@RandomPhysics peccato perché ho sempre creduto alla "storia" del vedere le stelle com'erano tempo fa e volevo capire meglio perché fosse sbagliato.
Comunque hai davvero una montagna di video e uno più interessante dell'altro.
Il problema di questo canale è scegliere cosa vedere.
Un lavoro veramente eccezionale, complimenti.
Avrei una domanda:
Se ho un rivelatore che emette un segnale quando un fotone lo colpisce ad un minuto luce di distanza da me e alle 00:00 sparo un fotone, osservando il rivelatore vedrò il segnale alle 00:02. E' quindi corretto dire: Nel mio sistema di riferimento il fotone è giunto al rivelatore alle 00:02? In quanto nel mio sistema di riferimento l'informazione che il fotone sia arrivato mi giunge solo alle 00:02?
Ma se fosse così allora come posso dire che il rivelatore si trova a 1 min luce di distanza se io ricevo l'informazione della riflessione del fotone solo 2 minuti dopo e quindi alle 00:01 non ho nessuna informazione a riguardo?
Immagino che si possa dire che nel mio sistema di riferimento il fotone è giunto a destinazione alle 00:02 e dicendo così so che essendo un'andata e ritorno allora il rivelatore è lontano 1 minuto luce, ma al contempo pur sapendo che è ad 1 min luce di distanza io, dopo aver spedito il fotone alle 00:00, alle 00:01 non posso dire "ah, ora il fotone è arrivato", in quanto nel mio sistema di riferimento deve ancora giungere l'informazione relativa a quell'evento.
Quindi in generale serve un tempo T per far si che ci sia uno scambio di informazioni tra due sistemi di riferimento a distanza (T/2)*C
16:29
La luce viaggia alla stessa velocità quando si allontana e quando si avvicina da noi?
Puoi dimostrarlo?
non direttamente, ma le equazioni di Maxwell lo suggeriscono indirettamente in modo inequivocabile
Trovo questo video molto bello e un ottimo approfondimento del precedente.
In ogni caso, credo semplicemente che tutte (o quasi) le "critiche" ricevute sotto al precedente video siano frutto di un semplice sottinteso, ovvero il presupposto che la cosa si osservi "dal nostro punto di vista", quindi rispetto a quello che è "il nostro tempo".
Quindi: "io so che la stella che oggi vedo esplodere è in realtà esplosa 4 anni fa - dal mio punto di vista, prendendo la terra come punto di riferimento privilegiato -" anche se so che nella realtà delle cose la terra non è affatto un punto di riferimento assoluto.
(spero di essermi spiegata bene)
ma il video " noi non vediamo le stelle come erano nel passato" è stato rimosso dal canale?
Questa tua idea di cosa sia la simultaneità è contraria a quella che sta scritta su tutti i libri di relatività e trovo che possa generare solo enorme confusione, perché di fatto è la concezione di connessine causale quella a cui ti stai riferendo (consciamente o inconsciamente), non quella di simultaneità, e se non si mantengono le due cose separate poi rischi di andare incontro a contraddizioni.
Più precisamente, le coppie si eventi che tu definisci “simultanei” sono invece coppie di eventi che hanno intervallo spazio temporale nullo, come certamente sai. Le due nozioni non vanno confuse perché sono molto diverse e secondo me, contrariamente ad altre volte, non fai della buona divulgazione a favorire questa confusione.
th-cam.com/video/bnEtwm-ijt8/w-d-xo.html
Ma io non dubito che tu conosca la definizione della simultaneità “di Einstein” (che poi è quella che sta scritta su tutti i libri).
Non capisco quale sia l’utilità di questa tua definizione di simultaneità, che, nel linguaggio della relatività è in realtà la definizione di due eventi collegati da una linea universo di tipo luce.
Oltretutto, non è affatto vero che la tua definizione di simultaneità è relativa, è invece assoluta, perché l’essere collegati da una linea universo di tipo luce è una proprietà invariante (per cambiamenti di riferimento) di una coppa di eventi.
Tu dici che due eventi sono simultanei se la luce proveniente dal luogo dove avviene l’evento A, emessa al tempo (coordinata) in cui avviene l’evento A, arriva nel punto dove avviene B, nell’ istante in cui avviene B. Cioè l’evento B e l’evento ricezione di luce da A, sono coincidenti. Ma se due eventi sono coincidenti, sono coincidenti in tutti i riferimenti, e quindi la tua definizione di simultaneità è invariante (ovviamente ciò è solo una riscrittura di quanto ho scritto prima: l’evento A e B sono collegati da una linea universo di tipo luce, il loro intervallo è di tipo luce).
Inoltre, con la tua definizione di simultaneità, come definisci la velocità di un oggetto?
Come puoi dire “l’oggetto si trovava in x_1 al tempo t_1” se il tempo il cui si trova in x_1 è il tempo in cui ti arriva la luce emessa quando si trovava in t_1? Se provi a fare i conti ti viene tutto sballato.
Una cosa fondamentale in relatività è distinguere le coordinate di un evento (il dove e il quando avviene, cioè a cosa esso è simultaneo) dal dove e il quando io “vedo” con la luce o altra informazione, che quell’evento è accaduto. Se non tieni separate queste due cose, finisci per avere una lunga serie dì incongruenze e stranezze.
Ad esempio, mi pare proprio Che la tua definizione di simultaneità non goda della proprietà simmetrica: non è vero infatti che se A è simultaneo a B allora B è simultaneo ad A, che non mi sembra una cosa bellissima. Ovviamente, osservando le cose dal punto di vista corretto della relatività, questo aspetto è chiaro: uno dei due eventi (diciamo A) è sul bordo del cono luce passato dell’altro (B) e quindi B è sul bordo del cono futuro di A. La relazione non è quindi simmetrica.
io ho solo mostrato che se ci si limita a dire "io vedo gli orologi come sincronizzati", che poi è quello che si fa nella realtà di tutti i giorni, tale sincronizzazione si perde appena ci si sposta di qualche chilometro. Il discorso che fai tu parte dal presupposto che uno abbia già studiato la relatività a livello universitario, inoltre dimostra come con tale ottica si perda completamente il senso di come il grande pubblico si immagina le cose. Peccato che poi chi divulga o scrive libri scolastici ripeta allo sfinimento espressioni come "l'osservatore vede", "l'osservatore valuta", ma per chi non conosce la relatività si tratta di concetti che vengono recepiti in modo sostanzialmente sbagliato. Come con la contrazione delle lunghezze, la maggior parte delle persone è convinta che si possano "vedere" gli oggetti contratti. Comunque capisco cosa intendi, ma io ho optato per i chiarimenti che arrivano poco alla volta, dopo aver innanzitutto sottolineato l'inadeguatezza del senso comune per valutare i fenomeni su grande scala, senza buttarmi subito a capofitto in spiegazioni tecniche mascherate da esempi semplici di specchi e treni che diano l'illusione al grande pubblico di aver capito la relatività.
Non sono d'accordo praticamente su nulla. Non mi dilungherò come per lo scorso video ma non è davvero questa la relatività della simultaneità. Gli orologi non sono stati sincronizzati nella maniera corretta. Per farlo avresti dovuto far partire il tuo dopo 1 anno dal via, non 2. Visivamente non sarebbero stati sincronizzati, ma un osservatore intelligente, CONOSCENDO LE DISTANZE, può inferire senza difficoltà che anche se vede il suo orologio segnare 10 quando gli altri segnano 9 in realtà cè sincronia.
Sono d'accordo con te, secondo me lui ha fatto una gran confusione fra tempo dell'evento e tempo di ricezione del segnale.
tecnicamente la simultaneità (secondo Einstein) di due eventi richiede che i due segnali luminosi provenienti dai due eventi si incontrino nel punto medio, cioè in altre parole che un osservatore posto a metà tra i due punti veda gli eventi simultaneamente nel senso comune del termine. Io nel video ho parlato di simultaneità nel senso di "osservo i segnali che mi arrivano simultaneamente". In effetti la cosa può creare confusione e non vorrei passasse il messaggio che la relatività della simultaneità secondo Einstein sia quella.
@@Giubizza era per dire un generico numero minore di 10, che tra l'altro non è specificato che unità di misura siano quindi era a titolo esemplificativo.
@@RandomPhysics ho visto da instagram che hai aggiustato il video dopo i feedback. Anche se continuo a non esser d'accordo su tutto apprezzo molto il tuo spirito e la tua voglia di fare le cose al meglio.
Grazie per il grande impegno che ci dedichi raccontandoci il meraviglioso ed affascinante mondo che ci circonda. Il fatto sperimentale che la luce sia costante per punti di vista diversi è di per se così tanto "mind blowing" da far tremare le colonne portanti del senso comune, l'impossibilità di una visione assoluta della sincronicità fra due avvenimenti è una soluzione davvero elegante e soprattutto predittiva. Sarei curioso di sapere se altre interpretazioni della gravità come quella di "Stringhe" o di gravità quantistica a Loop concordino su questa soluzione alla costanza di C. Grazie
Scusa una domanda ma non influisce sul tempo del viaggio della luce la dilatazione dello spazio?
Ciao. Avrei una domanda. Visto che con una lente si può deformare la luce e allargarla o concentrarla si può dire che concentrandola verso un punto la luce li sta viaggiando ad una velocità maggiore di 300k circa km/sec? Ed in tal caso quei fotoni stanno arrivando indietro nel tempo? Ovviamente no ma mi piacerebbe sentire la tua opinione
Non si potrebbe dire che l'evento del punto 1 è avvenuto certamente nel passato, unicamente perché non esiste nessun punto dello spazio che lo vede accadere prima che sia avvenuto, ma quanto tempo è passato dipende dal punto di osservazione?
Sto seguendo. Video grandioso!
La relatività è stupenda!
In merito alla verità oggettiva, poi, si potrebbe dire che non c'è nulla più oggettivo del fatto che c non cambi mai.
A quel punto è condizione necessaria che il tempo cambi a seconda dell'osservatore.
E no, non è una illusione, solo una realtà difficile da esperire, siccome viviamo a velocità molto più basse.
Quando lo si comprende, non so come mai, ma la natura, almeno i miei occhi, risulta ancora più meravigliosa.
Posso farti una domanda che non riguarda la fisica?
Che telecamera usi per i video?
Perché mi piace la saturazione dell'immagine.
Scusa la domanda ma l'informazione viaggia alla velocità della luce? Nell'entanglement l'informazione non passa in maniera istantanea indipendentemente dallo spazio?
Buongiorno ho un dubbio: mettiamo caso di poter osservare con potenti telescopi, a distanza di qualche anno luce, due astri che si stanno avvicinando; siamo in grado di calcolare la loro accelerazione e siamo dunque in grado di sapere quando collideranno. Ad un certo punto, anche se nella nostra regione di universo l'informazione luminosa indica che I due oggetti sono vicini, noi possiamo sapere che nella loro regione di spazio sono già collisi grazie ai calcoli fatti. Ciò significa che l'informazione della loro collisione è arrivata prima dell'immagine della loro collisione, ovvero più rapidamente della velocità della luce? Grazie mille e grazie per la frequenza degli ultimi video!
Ma un calcolo non ti dà 100% di certezza, potrebbe un buco nero all'ultimo momento attirarne uno ed evitarne la collisione.
Dove si trova il link al video precedente citato? Grazie.
Ciao Gabriele, la sincronizzazione temporale tramite il Big Bang è un argomento molto interessante che magari avrai approfondito in altri video.
Mi domando se esistano metodi che ci aiutino a conoscere la reale età dei corpi celesti più lontani come ad esempio la loro composizione.chimica
Grazie per il tuo lavoro
Ciao, complimenti per i tuoi video. Ho una perplessità: è corretto quando dici che la percezione dellassenza di campo gravitazionale alla scomparsa del Sole viaggi alla velocità della luce? Non è invece vera che la modifica della geometria dello spazio-tempo, ex quindi anche l'effetto gravitazionale, si propaga a velocità maggiori di c? Grazie
Ok adesso abbiamo fatto tutti esempi semplificati costruiti ad hoc, ma nella "realtà" non bisognerebbe considerare anche l'espansione dell'universo? Non fa una differenza in più? O è una costante anche quella e quindi si può trascurare? (Spero la domanda non sia stupida)
Giustissimo! Non si puo' paragonare due eventi che sono causalmente sconnessi.
Grande Prof. Ottimo lavoro, questo video è un opera d’arte
L'argomento è molto interessante. Nel momento in cui diciamo " avviene un certo fenomeno" e poi aggiungiamo " per noi avviene con queste tempistiche" " per un altro osservatore no" stiamo comunque assumendo che un fenomeno sia per lo meno antecedente alla nostra percezione dello stesso. Quindi in un certo senso che ci sia causa ed effetto all'interno di un ordine temporale che ci è dato dall entropia ma che associamo al "tempo". Quindi forse è proprio il termine tempo che non va più bene a descrive certi fenomeni
Ma fare l'esempio del muone che arriva sulla terra mi sembrerebbe più esplicativo oppure no? grazie della risposta prof.
Torniamo un attimo alla scomparsa del sole: ci mette 8 minuti ad arrivare a noi, ma 4 ore ad arrivare su plutone. E la luce da plutone a tornare a noi altre 4 ore (meno 8 minuti, ma freghiamocene).
Ora la domanda è:
Quando vediamo scomparire il sole e partiamo per la tangente, se guardiamo plutone, lo vediamo al buio solo dopo 8 ore, e nel frattempo ci sembra ancora orbitare giusto?
Ciao Gabriele,
Acompanho i tuoi vídeo con spigazioni molto chiare e precise. Ma questa volta mi é rimasto una domanda, chi si é mosso e stato l'osservatore o lo specchio?
Ci sarabbe una diferenza d'approccio nel caso del solo osservatore muoversi?
mi permetto di segnalare che c'è un'incongruenza evidente al 26,27...quando dici che da posizione di regia (io - orologio grande ) vedo che alle ore 12 su 1 : "accade l'evento esplosione" , che coincide con ore 12 del mio orologio , ma è impossibile difatti io disto dalla posizione 1 1 anno luce ..IL LAMPO MI ARRIVA ALLE 12 + 1 A.L. a meno che io sia bilocato come faccio a saperlo alle ore 12 ?
Forse non hai ascoltato le ipotesi iniziali, secondo cui i tre osservatori lontani azzerano i loro orologi assieme al mio, quindi dal mio punto di vista gli orologi segneranno sempre la stessa ora. Non c'è nessuno tempo assoluto, c'è solo un tempo convenzionale segnato dagli orologi che vengono sincronizzati secondo il procedimento descritto.
grazie innanzi tutto per la risposta ; nella mia nota , son rimasto un pò confuso dall'uso del verbo io VEDO (dal mio orologio di regia) ...tutti gli altri orologi (1-2-3) segnare le 12 ( io posso solo sapere -presumere che gli altri orologi sincronizzati all'inizio segnino le ore 12....), forse meglio usare .... CONOSCO (a priori ) . Per vedere , via luce, restando al mio posto di regia ci vuole 1 anno . In particolare mi riferivo, alla tua frase : ...." perchè io la vedo (l'esplosione) quando avviene alle 12 ......ma se sono solidale con la posizione di regia del mio orologio la vedrò non prima di 1 A. L. e solo allora capirò che è avvenuta alle 12 (di 1 anno prima !!!) ; per il resto tutto ineccepibile, non volevo in alcun modo adombrare un tempo assoluto , valido per tutti, solo che per .."comprendere " (e far tornare i conti in RR ) , ( spero di essermi espresso correttamente), serve porre "ad arbitrium" un punto-osservazione di regia...( è questo fatto che secondo me confonde parecchio .... poichè a volte sembra che istantaneamente possa """pormi """" da una parte ...o un'altra ....( previa sincronizzazione di Einstein ). Grazie ancora e saluti . @@RandomPhysics
Brutta (ma anche bellissima) bestia la relatività ristretta...
Mi ricordo che quando mi trovai faccia a faccia con lei per la prima volta feci tantissima fatica, ma poi capii una cosa che (con me) funzionò benissimo:
Per quanto riguarda la meccanica classica (e non solo) si cerca di dare un senso alle formule matematiche sulla base di quello che è la nostra comprensione istintiva e la nostra esperienza quotidiana di come funzionano le cose in Natura, mentre con la relatività ristretta (e con altre bestiole come la meccanica quantistica, che descrivono fenomeni che spesso e volentieri vanno contro la nostra logica e la nostra esperienza quotidiana) bisogna ribaltare questo punto di vista... Bisogna dare un senso a quello che succede sulla base di quello che ci dicono le formule matematiche... Almeno, io feci così...
Solo una volta fatto questo si può poi cercare di spiegare in maniera logica e a parole la visione del Mondo che ci danno queste teorie...
E penso che questo video sia un bellissimo esempio di ciò.
Detto questo: sei stato clemente a rimanere nell'ambito della relatività ristretta, perché se buttiamo nella mischia anche la sua cugina generale poi bisogna anche considerare che i "ticchettii" dei vari orologi che furono sincronizzati nel Big Bang sono diversi tra di loro in funzione della loro posizione e del "potenziale gravitazionale" (perdonami il termine Newtoniano) che stanno sentendo... Quindi puoi anche sincronizzarli, ma poi ognuno di loro procede come meglio crede ahahah...
Avevo visto un video altrettanto molto esaustivo nella spiegazione con un ottimo esempio. Supponeva di avere una persona su Marte con la quale voler fare un brindisi simultaneamente.. facendoti capire che all'atto pratico, era impossibile.
Non trovo il video a cui fai riferimento “noi non vediamo le stelle com’erano nel passato” qualcuno me lo linka?
Potresti confermarmi che il tuo discorso presume a mo' di postulato che non esiste sistema di riferimento privilegiato/assoluto?
Ma se noi ritenessimo che è il nostro sistema di riferimento (solidale a quello della Terra, supponendo la terra non sia soggetta ad accelerazioni) a essere quello privilegiato noi non recupereremmo la nozione di tempo e di spazio assoluto, con annessa simultaneità?
In effetti anche il tempo T1 dell'esempio dello specchio è un tempo "apparente" in quanto, tra partenza ed arrivo del segnale lanciato, anche l'emettitore e lo specchio si sono mossi, sulla Terra. Ed il tutto è avvenuto alla velocità della Terra, che è diversa dalla velocità di qualsiasi altro corpo celeste, ovvero di qualunque altro luogo nell'Universo dove può essere condotto questo esperimento.
Comunque, complimenti per la pazienza e la chiarezza delle esposizioni.
Ma il video precedente dove è! Qualcuno può darmi il link? Grazie!
i fotoni invecchiano? Grazie x l eventuale risposta
Bellissima lezione, la rivedrò. Un paio di osservazioni:
#)La relatività del tempo segnato dagli orologi di cui di parla non è da confondersi con quella trattata nella relatività speciale dove si parla di sistemi di riferimento in moto relativo. Qui il sistema di riferimento è unico.
#) se anche gli orologi si fossero sincronizzati al big bang, spostandosi avrebbero perso la sincronizzazione a causa della dilatazione del tempo.
Ok?
straordinario...... molto vicino alla realtà....... rispetto a quello che si pensava prima
Veramente complimenti, forse mai ascoltata una spiegazione così 😉
È interessante il tuo assunto di base, e cioè che esista un modo di spiegare la fisica che permetta addirittura a me di comprenderla. Io credo che la mia mente rigetti il concetto che la fisica studia i fenomeni osservabili, perché l’aggettivo osservabile , per quanto apparentemente attribuito ai fenomeni, è in realtà una proprietà specifica dell’osservatore. Se la nostra specie fosse cieca non avremmo nessuna teoria che contempli la luce e la sua velocità. Similmente quando l’osservatore legge l’orario del punto B , io mi chiedo :” ma è importante ciò che l’osservatore riesce a leggere o ciò che è successo in realtà. Ed è qui il mio limite: in realtà se l’osservatore non ha visto il fenomeno allora il fenomeno non è mai esistito. Ma allora se io per assurdo smettessi di guardare il tuo canale allora anche la fisica non esisterebbe più. Ecco perché stai curando questo canale: per non far sparire la fisica!!
bisogna considerare che nel caso della luce, quando la vediamo in movimento, la sua frequenza cambia, quindi bisogna considerare lo spazio tra due punti da dove parte e dove la intercettiamo, come fosse una linea di trasmissione, la luce non è semplicemente una cosa che si sposta, ma è un onda elettromagnetica.
Ammettiamo x assurdo che io accendo una lampada che si trova su un pianeta distante da me 10 anni luce, e che , sempre x assurdo la lampada si accende SIMULTANEAMENTE al mio movimento di pressione sul tasto di accensione, la luce impiegherà 10 anni luce x arrivare da me, quindi vuol dire che nel momento che vedo la luce della lampada in realtà la lampada si era accesa 10 anni prima, giusto?
Se i punti 1,2,3 non si muovono tra loro, allora e' normale dire che "vedo la luce" di 10 ns fa.
Lo si fa normalmente per sincronizzare orologi e strumenti di misura, nonche' i sistemi di telecomunicazione.
In modo "impreciso" anche quando si sincronizzano i PC usado ad esempio il protocollo NTP.
Se vale per 10 nanosecondi, e vale per esempio per segnali terra-luna-terra (circa 2.5 sec) vale pure per minuti ,ore,anni luce ecc..
Invece nel caso di sistemi in movimento la cosa e' molto piu' complessa, gli orologi avanzerebbero con ritmi differenti.
Ma se si riescono a misurare distanze e velocita' e' possibile mandare un segnale ad una sonda lontana, ed attendere la risposta, potendo dire "in questo momento ci sta rispondendo e la risposta arrivera' tra 10 minuti"
Se abbiamo fatto i conti giusti e nessun meteorite ha colpito la sonda, la risposta arrivera' come calcolato.
Unico punto e' che i 10 minuti per noi potrebbero essere un tempo diverso per altri sistemi in movimento rispetto a noi.
C'e' pero' una cosa che ci salva... la radiazione cosmica di fondo.
Se la si osserva si vede che e' leggermente anisotropa in una direzione, quella dello spostamento della terra (terra-sole-via lattea- cluster di galassie)
Si puo' usare come riferimento quello in cui non vi sono spostamenti medi della radiazione cosmica di fondo in nessuna direzione.
Tutto quanto scritto sopra pero' non tiene conto della GR che cambia un po' le carte in tavola per quanto riguarda il ritmo di avanzamento degli orologi.
Ovvero... 10 minuti di un orologio al livello del mare, o in montagna, o su un satellite in orbita, o sulla luna?
Penso che anche in questo caso pero' la risposta e' solo basata sui calcoli, che permettono di farci usare il GPS.
Per cui anche in questo caso con i calcoli opportuni e' possibile dire il messaggio alla sonda parte ora, gli arrivera' tra 5 minuti e la risposta arrivera' dopo altri 5 minuti (del "tempo nostro").
Video fantastico. Che mi fa sorgere un dubbio "sulla fantascienza".
Dunque:
1) gli orologi che io vedo danno effettivamente la MIA contemporaneità
2) questo torna con il fatto che per la luce stessa "il tempo non sembra passare" perché "trasporta con sé la contemporaneità".
Mi viene da pensare che:
A) il "warp" di Star Trek NON è consistente con la relatività RISTRETTA perché finiresti in un punto non legato da causa effetto.
B) Da ALTRI video (scusa, non ricordo la fonte) ne deduco che solo con la relatività GENERALE si possa sistemare il "guaio", a patto di avere una massa negativa dietro (impossibile per quanto noto) ed una positiva davanti.
A) e B) sono entrambe affermazioni corrette o mi sono brutalmente perso facendo il passo più lungo della gamba ?
Il discorso che la luce "trasporta la contemporaneità" è un modo molto poetico per dire che dal punto di vista di un fotone perde significato innanzitutto il concetto di tempo: per lui qualsiasi spostamento avviene istantaneamente (una sorta di teletrasporto); ma non solo: questo "spostamento" avrebbe senso solo qualora il fotone "partisse" e si "fermasse" (concettualmente perché altrimenti che teletrasporto è? fisicamente perché ridurrebbe la sua velocità accorgendosi quindi del passare del tempo), ma il punto è che il fotone non si ferma, di conseguenza per lui anche il concetto di spazio perde completamente significato.
E infatti dal punto di vista del fotone, la banalissima t=d/c, a t=0 corrisponde anche d=0. Quindi mentre noi vediamo la luce spostarsi di una certa distanza in un certo tempo, per il fotone non ci sarà né quel tempo, né quello spazio. E questo rientra esattamente in ciò che Einstein sostenne relativamente alla contrazione delle distanze e la dilatazione del tempo all'aumentare della velocità.
Tirando le somme per un fotone siamo sempre a t=0 e d=0, quando vediamo una stella, per un fotone da essa emesso egli è stato emesso ed istantaneamente assorbito, attraversando quello che per noi è l'intero l’universo, per lui di lunghezza nulla.
E questa differenza noi la percepiamo, insegna la relatività generale, grazie alla massa e alla curvatura che genera nello spazio-tempo: tutto viaggia sempre alla velocità delle luce nello spazio-tempo, anche noi. Ma questa è un'altra storia 🤣
@@alvisenicoletti2927 non ho capito l'ultima affermazione, ma per il resto ok. Quindi l'affermazione A) mi pare corretta mentre la B) è molto in forse....
Però scusa se lo spazio-tempo può espandersi a velocità maggiori di c , perché un onda di spazio-tempo dovrebbe viaggiare a c ?
Ottima spiegazione dei concetti relativistici, complimenti!
Insomma: l'analisi, quindi la sua interpretazione, è sempre a posteriori. E' sempre dopo che noi studiamo e ricostruiamo una possibile e probabile causa di un determinato fenomeno: la scienza dà interpretazioni e ricostruzioni infinitamente più precise rispetto ad altre.
adovo le ( tue ) chiarificassioni
Provo a spiegare perché secondo me questo video è tutto sbagliato.
Einstein definisce "tempo dell'evento" il tempo segnato da un'orologio che si trova nello stesso punto dello spazio in cui avviene l'evento. Nel momento in cui sincronizzo 2 orologi in 2 punti diversi dello spazio, ma che non si muovono di moto relativo fra loro, io posso benissimo dire che un evento che osservo è avvenuto un certo tempo fa calcolandomi il tempo percorso dal segnale: infatti, se il mio orologio segna le 10 quando mi accorgo che il Sole si è spento, e poi vado nel punto in cui il Sole si è spento, troverò che quell'orologio avrà segnato che il Sole si è spento alle 9:52.
@@simonejmeneghin sì
Oh, finalmente un commento sensato!
Grazie per il video.
Domanda da sempliciotto: se i punti 1, 2 e 3 fossero luoghi con densità diversa, i loro orologi non dovrebbero tichettare a ritmi diversi? Sia fra di loro che col nostro.
Per esempio: se il punto 1 fosse un pianeta come Marte, il suo orologio non dovrebbe essere più veloce del nostro sulla Terra? E se il 2 fosse una rocciosa superterra, il suo orologio non dovrebbe avanzare più lentamente del nostro sulla Terra?
È questo infatti il senso di questo video
E se io mi muovessi alla velocità della luce rispetto all’emettitore sarebbe corretto dire che non vedrei mai la luce raggiungere lo specchio?
Ma il video precedente non riesco a trovarlo! Qualcuno può aiutarmi a trovarlo! Grazie
Sei il migliore!
Beh questa cosa si puo' capire come comprendiamo le differenze nei fusi orari . Io ho il barometro che oggi segna che il sole e'-sorto alle7,45 ma nell. ,altro barometro che ho in una altra camera mi trovo che a Berlino il sole e' sorto alle 7,50
Ma ad Ancona sorto alle 7,26.
E di questo se ne erano accorti anche I cavalieri che portavano la posta nel medioevo
Grazie per questa spiegazione, devo dire fatta benissimo ed è la cosa che più mi ha avvicinato a comprendere la relatività.
Si potrebbe quindi dire che il tempo non è altro che il rapporto tra la distanza tra fenomeno e l'osservatore, rispetto alla velocità della luce che rimane costante? Banalmente quindi: più distanza deve coprire una determinata informazione (alla velocità della luce), più lungo sarà il tempo percepito. Ha senso?
Random Physics, cerco di capire il senso del "NB" da lei messo in primo piano nel presente post.
Lei ha "sincronizzato" i 3 orologi precisando d'essere a eguale distanza da ciascuno di essi.
Inviando contemporaneamente il messaggio luminoso, a un anno esatto questo arriva ai 3 strumenti. Se dopo un altro anno preciso se li vede rientrare "simultaneamente" nello stesso istante, a me pare rispettato il principio dell'eguale distanza (o del punto medio) stabilito da Einstein.
Perché dice che la sua "sincronizzazione non rappresenta" quella prevista da Einstein?
Che cosa mancherebbe alla sua rispetto a quella dello scienziato?
Se il viaggio di andata è uguale al ritorno, e se i 3 segnali da lei inviati partono e arrivano nello stesso istante a me paiono rispettate tutte le condizioni dettate da Einstein.
Invece, ciò che non mi convince è la considerazione che la "simultaneità" debba essere "soggettiva", che debba cioè "apparire" piuttosto che "essere".
Se vogliamo definire la "simultaneità" una proprietà "relativa", dobbiamo specificare che ci riferiamo alla "percezione" del fatto, non al fatto in se.
Non dobbiamo dire che i due eventi "sono" simultanei.
Dobbiamo dire che "appaiono" tali.
Random Physics.
La "simultaneità" è l'attributo di due o più eventi che si verificano nel medesimo istante.
Cioè, che succedono, che avvengono, nello stesso momento.
Altra cosa è considerare l'attimo nel quale l'evento viene percepito (visto o udito) da osservatori che si trovano in posizione distante dal fatto in se.
Nell'esempio da lei riportato i 4 orologi, una volta "sincronizzati", lo sono in maniera "assoluta" per tutti, non solo per l'osservatore. Tutti e 4 stanno avanzando simultaneamente e tutti segnano la medesima ora, indipendentemente da quello che può leggere il singolo guardando l'orologio dell'altro partecipante che si trova lontano nello spazio.
Einstein sostiene che la "simultaneità non è assoluta, ma relativa" al sistema di riferimento.
Per dimostrarlo porta come esempio i fulmini che contemporaneamente colpiscono due punti nello spazio e studia il modo con il quale vengono diversamente percepiti dagli osservatori che si trovano a distanze diverse.
Ma nel dire questo lo scienziato si riferisce al momento nel quale viene percepito l'evento, non quello nel quale si verificano i fulmini.
Einstein non analizza il fatto "oggettivo" delle scariche fulminee. Ne studia la percezione "soggettiva" degli osservatori che si trovano in punti diversi concludendo che non è possibile affermare la contemporaneità dei due fulmini se non ti trovi esattamente a metà strada fra loro.
Immaginiamo ora due orologi atomici uguali coordinati e "sincronizzati" con l'ora esatta di Greenwich posti su isole di oceani diversi che si trovano alla stessa latitudine.
Vengono tutti e due colpiti da un fulmine che arresta il loro funzionamento mentre segnano le ore 12,00 del giorno 7 dicembre dell'anno 2022.
Domanda:
- I due fulmini sono da considerare "simultanei"?
- Sono avvenuti e verificati nel medesimo istante?
Io direi di SI.
Sarà diversa e quindi "relativa" l'ora della percezione (visiva e/o uditiva) del fulmine registrata da eventuali osservatori che si trovano sull'isola o nelle acque circostanti.
Ma i due fulmini sono e restano "simultanei", sono e restano "contemporanei", sono e restano "sincroni" in quanto "avvenuti" e verificati nel medesimo istante, come dimostrato dall'immagine che segna l'ora esatta di arresto degli orologi colpiti dai fulmini. Ora esatta che fa riferimento preciso al punto esatto nel quale la terra, nel suo girare, si trovava in quel preciso punto e in quella precisa posizione rispetto al sole.
Ritengo si possa dire che la simultaneità assoluta esista.
Ad essere relativa è la percezione soggettiva del fatto che può dipendere dalla distanza, dalla velocità e anche dal mezzo (visivo o uditivo) che trasmette e comunica il fenomeno.
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Ciò che mi chiedo è se sia possibile affermare che i gemelli del cosiddetto paradosso di Einstein hanno vissuto contemporaneamente e "simultaneamente" le loro diverse avventure. Che lo hanno fatto nel medesimo "tempo" che, dalla loro nascita al rientro dell'astronave, noi abbiamo potuto misurare contando il numero di giri che la terra ha compiuto in torno al sole.
E che a essere relativa non è la loro età ma il loro diverso processo di invecchiamento che per l'astronauta è stato "rallentato" grazie alla velocità con la quale è stato lanciato negli anni della missione spaziale.
Ringrazio fin da ora le persone che vorranno esprimere osservazioni e correzioni a questi miei pensieri.
Secondo me manca un punto fondamentale per semplificare il tutto. La distanza tra i punti 1, 2 e 3 tra di loro, che poi è il motivo per cui gli eventi, simultanei per noi, risultano sfalsati tra di loro.
Presentazione interessante, ma temo di non aver capito. Se l'orologio n. 2 fa le 12.30 quando riceve un segnale dell'orologio n. 1 e SE l'orologio n. 2 sa che la sua distanza dall'orologio n. 1 è di 30 minuti, ALLORA può legittimamente e correttamente affermare che il segnale è partito dall'orologio n. 1 alle 12. Quindi l'orologio n. 2 è in grado di dire che cosa è oggettivamente successo alle 12.
Grazie complimenti per la chiarezza, un pezzetto alla volta di riesce ad avanzare, ciao🌍🌈🦋🍎😊
Mamma mia quanto sei bravo! Hai pubblicato libri?
per certi aspetti la RR è più ostica ...impossibile "prescindere" da concetti quali .::OSSERVATORE, TEMPO/tempi relativi....velocità e celerità eventi, ...Tutti concetti che agiscono...ma per noi umani sollevano difficoltà. L'..informazione (per gli osservatori-.misuratori .e per l'osservatore capo dei capi ...dei ...?) viaggia con la luce...al max alla sua stessa velocità ( il tempo si elunga o comprime ...in S_T ) comunque mai e poi mai istantanea...(altrimenti tutto sarebbe simultaneo ?) bell'assioma ....Conseguenze : Tutto già scritto nel cielo ( nello spazio di Minkowsky).....ottimo Gabriele la sottolineatura che la realtà di quella stella non è la mia realtà ....non posso essere qui e lì ....e l'equidistanza è un compromesso ok , ma ....vedo-misuro-analizzo-instauro posizioni ....per metà del fenomeno (es esplosione stella ) per l'altra metà sono vincolato dal sistema al quale faccio riferimento...(da dove mi son mosso per collocarmi a metà strada)....ma tali strade-punti ...misure tempi hanno disturbi stocastici ...a volte notevoli ...senza contare altre perturbazioni imponderabili ......: vicinanze di stelle nere, ....altre esplosioni o semplici asteroidi.....ec ec....Scusa se sto facendo l'avvocato del diavolo , so che la Relatività è una teoria solidissima ....sono le estreme conseguenze che mi ...rodono. GRAZIE PER IL GRAN BEL LAVORO .
Ma è l'informazione che viaggia alla velocità della luce o l'informazione sull'effetto??
Adesso è chiaro, grazie, in effetti nel primo video non avevo capito nulla😂
Nell'esempio della macchina che urta un camion fermo a 130 km/h, mi sembra che i due punti di vista della macchina in moto ed il camion fermo, ovvero del camion in moto e la macchina ferma non si puo' dire che siano equivalenti, perche' in un caso l'energia in gioco vale E1=1/2 * Massa camion*V2 e nel secondo E2= 1/2 + massa macchina*V2 e dunque gli effetti dell'urto dovrebbero essere differenti e non uguali. Come mai l'energia che viene messa in gioco e' solo quella E2? ma allora le due visioni non sono equivalenti!
Riflessioni sul "tempo che rallenta".
Da dove nasce l'equivoco fra "tempo assoluto" e "tempo relativo"?
Esiste un tempo assoluto?
Esiste un peso assoluto?
La misurazione del peso varia a seconda della gravità.
Ma anche la misurazione del tempo ha la sua variante che, come dice Einstein, è la velocità.
Perché sobbalzo dalla sedia se sento dire "il tempo rallenta", mentre non mi scompongo se mi si dice che il peso varia a seconda della gravità?
Ritengo derivi dal fatto che la natura, con l'insieme dei fenomeni che chiamiamo giorno e anno, ci offre un modello affidabile di durata periodica adatta a misurare il tempo.
Mentre per la misura del peso ci siam dovuti arrangiare a inventare il Chilogrammo.
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Sta di fatto che, se consideriamo relativo il tempo, ci priviamo della possibilità di misurare in modo credibile e condiviso lo scorrere degli eventi.
- Se diciamo che Einstein ha "demolito" la nostra idea di "tempo assoluto".
- Se affermiamo che il tempo scorre in modo diverso per ciascuno di noi.
- Se pensiamo che il nostro "adesso" vale solo per noi.
- Se neghiamo la possibilità di definire "simultanei" due eventi lontani che scoccano alla stessa ora segnata da due orologi sincronizzati, ci troviamo impossibilitati a collocare i fatti sulla linea del tempo.
Anzi, neghiamo proprio la possibilità che possa esistere una linea del tempo condivisa dalla comunità umana.
Se crediamo a tutto questo perde di certezza la durata dell'anno che la scienza dice d'aver stabilito in 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.
Perde di certezza l'affermazione che Alfa Centauri è distante dalla Terra 4,367 anni luce.
Se questo fosse vero non avrebbe un valore assoluto nemmeno la tanto decantata velocità della luce che la fisica moderna dice d'aver stabilito in 299milioni 792mila 458metri al secondo.
Tutte queste cifre sarebbero prive di valore in quanto ricavate da dati considerati "relativi".
Con misurazioni "relative" non si ottengono valori "assoluti".
Ritengo che la scienza debba uscire da questo equivoco.
Sarò grato a quanti vorranno intervenire con valutazioni e correzioni a queste mie riflessioni.
Ma quando fai l esempio del sole che scompare, e di conseguenza l informazione che esso é scomparso ci raggiunge alla velocità della luce. Nell'esempio parli anche delle onde gravitazionali e affermi che anche loro viaggiano alla velocità della luce, ma uno dei problemi nel "scrivere" una teoria del tutto non era il fatto che l interazione gravitazionale ha effetti istantanei?
Einstein considera l’interazione gravitazionale alla velocità della luce.
l'origine del conflitto fra Relatività e senso comune dei non-scienziati è l'interpretazione neo-kantiana della relatività di Galileo e Newton, presa per buona dai fisici nell'Ottocento, quindi diventata senso comune in quelli del Novecento (che l'hanno estesa ai fatti della Relatività ristretta e generale) e negli attuali. Il problema sta nella confusione sul termine "assoluto". Per Galileo, Newton e tutti i fisici del Sei-Settecento voleva dire "realtà così com'è realmente e indipendentemente dai soggetti", ovvero "realtà in-sè". E infatti Galileo dice che Terra e Sole sono intercambiabili (equivalenti) come osservatori: ma REALMENTE è la Terra, non il Sole, a muoversi... Poi arriva Kant, che nega la conoscibilità della realtà-in sè. Per lui tutto quello che conosciamo è fenomeno, ovvero un'"apparenza vista uguale da tutti". Ed ecco che "assoluto" iniziò a voler dire "visto uguale da tutti". La costanza della velocità della luce demolisce il fatto che tutti vediamo il tempo e i moti allo stesso modo. Ha perciò demolito il "tempo assoluto". Ma nell'accezione (sbagliata) di Kant. Non in quella (corretta) di Galileo. ANZI...
Salve. Dopo aver visto questo video mi sono ricordato di averne visto uno del prof. Balbi più meno sullo stesso argomento. In quel video Balbi dice cose diverse, ad esempio dice che se guardiamo la luna la vediamo come era 1,3 secondi prima, momento nel quale è partita la luce che ci ha meso 1,3 secondi per arrivare a noi, e quindi si può dire che la vediamo come era nel passato. Non solo, se non ricordo male partendo da questo esempio generalizza dicendo che più lontano si guarda e più si guarda nel passato. Non so, pensare così, tout court, che Balbi non ci capisca nulla di relatività mi risulta difficile. Comunque contenuti interessanti, bel canale.
È una cosa che si dice da decenni, da ben prima che iniziasse a dirlo lui. Si tratta di un modo intuitivo di di descrivere le cose, un po' come quando si dice che quando si sente il tuono il fulmine ha avuto luogo prima. Come spiego nel video, è un punto di vista che non ha particolarmente senso in relatività, al limite può avere senso se si specifica che si sta parlando del tempo cosmologico, ma comunque non si può dire che un fatto è avvenuto tot anni fa in modo assoluto, si può solo dire che è avvenuto tot anni fa all'interno di un certo sistema di riferimento, che però non è il nostro terrestre.
Le costanti non sono una forma surrettizia di assoluto?
Se al centro di un vagone ferroviario imbottito di esplosivo metto un emettitore di luce che, quando attivato, emette luce contemporaneamente in entrambe le direzioni della lunghezza del vagone e la luce emessa va a colpire ai due lati del vagone due fotocellule che, se colpite contemporaneamente, disattivano l' esplosivo mentre se colpite non contemporaneamente innescano l' esplosione. Per me che sono al centro del vagone ed attivo l' emettitore di luce il vagone non esplode. Per un osservatore esterno in moto relativo rispetto al vagone la luce non raggiunge contemporaneamente le due fotocellule per cui il vagone esplode. Quindi pet l' osservatore esterno, in moto relativo rispetto a me, io muoio mentre dal mio punto di vista io continuo il mio viaggio. Se questo è corretto la realtà si sdoppia ed in una realtà io sono vivo mentre nell' altra realtà (universo ) io sono morto. È per caso questa l' interpretazione a molti mondi di Hugh Everett ?
no, l'errore sta nel dire che se le fotocellule vengono" colpite contemporaneamente" disattivano l'esplosivo. Quel "contemporaneamente" non ha una valenza assoluta.
@@RandomPhysics Quindi l' osservatore in moto relativo rispetto al fenomeno non vede esplodere il vagone nonostante veda i raggi di luce colpire le 2 fotocellule in tempi diversi ? Se questo è vero si potrebbe affermare che la realtà vissuta dall' osservatore in quiete rispetto al fenomeno è l' unica realtà "importante" in quanto le realtà vissute dagli osservatori in moto relativo non sono casualmente connesse al fenomeno ? (Il vagone non esplode nonostante dovrebbe farlo). Grazie per il tuo lavoro e per spiegarci questi concetti
@@emanuele8510 in realtà la questione è un po' più sottile. Se provi a immaginarti di progettare due fotocellule (che si trovano distanti tra loro) in modo che ci sia un meccanismo che scatta quanto vengono colpite contemporaneamente, ti accorgerai che ci dovrà essere un sistema attraverso il quale ciascuna fotocellula possa "capire" se l'altra sia già stata colpita o meno. Tale sistema dovrà sfruttare un segnale che vada da una fotocellula all'altra, segnale che si muoverà al massimo alla velocità della luce. Pertanto la velocità del sistema influenzerà anche tale processo e, alla fine, facendo i calcoli correttamente si riaggiusterà tutto in modo che se quel meccanismo scatta per un osservatore scatterà anche per tutti gli altri.
@@RandomPhysics È corretto quindi dire che, se la realtà è assoluta, allora il "futuro" di un osservatore A corrisponde al "passato" di un osservatore B in moto relativo rispetto ad A ? Se questo ragionamento è corretto si potrebbe affermare che la teoria della relatività ci dice che il "libero arbitrio" non esiste. In effetti il giorno della nostra morte potrebbe essere nel passato di un osservatore in moto relativo rispetto a noi, per cui per lui sarebbe già accaduto e sarebbe quindi predeterminato. È giusto questo ?
Buongiorno Proff, è stato chiarissimo è utilissimo! Grazie per il suo impegno!
Ma è giusto dire che l'evento è avvenuto mezz'ora fa nel senso che questo è successo non alle 12 e 30 ma alle 12 NEL PUNTO 1.
non sei stato affatto chiaro quando hai assunto di aver sincronizzato il tuo orologio con gli altri aspettando di veder tornare da loro il segnale (due ore ). Quindi partendo da questa assunzione, il resto (seppur corretto ) porta l’ascoltatore a confondersi perché hai assunto che il tuo orologio sia privilegiato (come se misurasse un tempo “proprio”).
A questo punto, per tenere in conto della distanza (1h/luce) avresti dovuto azzerare il tuo orologio dopo 1 ora rispetto all’invio del segnale di sincronizzazione , non dopo 2 ore (cioè non dopo aver ricevuto il segnale indietro): quando ricevi il segnale dovresti rimuovere il ritardo di propagazione di ritorno; quindi puoi azzerare il tuo orologio dopo 1 ora, non dopo 2 (se la distanza è 1h luce ). Giusto ?
No sbagliato....
L'informazione di un evento, è qualcosa di codificato che possiamo apprendere in tempi diversi. Tuttavia esiste un tempo proprio, che caratterizza l'evento e che non possiamo ignorare. Nel tempo proprio, non dovrebbero esistere ambiguità tra passato presente e futuro, poi L'informazione sull'evento può raggiungerci in modi e tempi diversi, ma è realistico pensare che esso è unico e ben definito. Non credo affatto alla teoria degli "sdoppiamenti" nella teoria a molti mondi.
sul non dare troppo credito agli sdoppiamenti sono d'accordo con te. Quando invece parli di "evento", cosa intendi, e cosa significa "tempo proprio" ? Se c'è una rapporto fra causa e conseguenza, questo sarebbe il presupposto per un evento, bisogna vedere quanto sono distanti i corpi che interagiscono o uno dei 2 corpi e l'osservatore, il termine di "tempo (approssimativamente ) proprio" ha senso solo se sono tutti molto vicini.
@@pierovannuccini937 il tempo proprio ha un significato fisico ben preciso in relatività, ed è il tempo trascorso per l'oggetto "evento" in questione.
@@massimopersiani7629 evento significa, mi pare, una o più delle famose 4 interazioni fondamentali. Il tempo proprio dell'oggetto in questione può essere solo quello relativo al movimento delle sue particelle subatomiche, dei suoi atomi, delle sue molecole, o all'interazione con le stesse di un altro oggetto molto vicino; se intendi questo stiamo in fondo dicendo la stessa cosa.
@@pierovannuccini937 In realtà no, il tempo proprio in relatività è definito semplicemente come il tempo misurato dall'orologio fermo relativamente al fenomeno osservato. Qual è il tempo proprio di decadimento di una particella? Quello misurato dall'orologio che si muove assieme alla particella, quindi sono in quiete l'uno rispetto all'altro. E non ha nulla a che vedere con i costituenti di un oggetto, perché chiaramente se vale per le particelle elementari, queste non hanno costituenti. Il tempo proprio è una grandezza puramente relativistica e propria (appunto) del fenomeno osservato
@@Andrea-nu8gx grazie della precisazione, ho visto altri tuoi commenti e direi che ti distingui per competenza. Da quanto capisco questo orologio (atomico, suppongo) deve pur misurare un cambiamento (movimento) , per esempio lo spin di una particella o la frequenza di un fotone, altrimenti in base a quale parametro potrebbe misurare il tempo di decadimento ?
come al solito, perfetto
niente, ho rivisto video di esempio a distanza di un anno ma si vede che sono di sasso, l'esempio a me dimostra il contrario. Io l'esempio lo vedo come un triangolo rettangolo dove un cateto piccolo (per dire) è D1 in un sistema con l'origine tra i cateti posto a 0,0, l'altro cateto è la mia distanza da 0,0,. Io posso ampliare il mio cateto D2 (distanza da 0,0) quanto voglio, ma il primo cateto D1 resterà tale e quale. Semmai aumentando la distanza da 0,0, ossia il mio cateto D2, cambierà ovviamente l'ipotenusa (che è poi la mia distanza dallo specchio), ma D1 resterà sempre tale e quale. Dove sbaglio?
Tutto abbastanza chiaro... ma perché (invece di utilizzare solo l'idea di orologio e di sincronizzazione) non sfrutti anche ipotesi che ormai sono diventate un classico e che probabilmente andrebbero chiarite?
Esempio: perché non sfrutti e ci spieghi meglio la famosa riflessione che dice che se un pianeta a 60 milioni di anni luce da noi (adesso) ci osservasse, vedrebbe nel suo telescopio l'immagine dei dinosauri?
Quanto di vero, assoluto, e fallace c'è in questa affermazione?
Grazie.
sarà servito? :-) uno si fa problemi dando importanza ad alcuni commenti.... pensando di non essere stato abbastanza chiaro fa un secondo video con più dettagli... ma chi non aveva capito il primo video probabilmente è rimasto con la classicità in testa, chi lo aveva capito avrà 40 minuti di dettaglio in più.....
request: a me interesserebbe capire come degenera la materia fino a far venire una roba gzippata durissima tipo le stelle di neutroni: se hai pazienza potresti spiegare i vari livelli in cui le particelle possono essere spiaccicate in quel modo?
Spett.le prof. Random Physics,
Einstein sostiene che sull'astronave il tempo rallenta.
A lei e a tutti i fisici e divulgatori scientifici pongo 2 semplici domande:
1 - Quanto è durata la missione spaziale immaginata da Einstein?
Qual è l'orologio che intende consultare per dare la risposta?
2 - Quanto è durato l'esperimento dei 3 orologi atomici?
Quale orologio darà il dato corretto?
A mio giudizio le possibili risposte sono di 2 tipi:
A - Non esiste il dato corretto. A queste domande non è possibile dare risposta.
B - Appurato che lo stesso strumento di misurazione registra valori diversi a seconda della velocità a cui è lanciato, se vogliamo fare scienza, siamo obbligati a tenere una unità di misura stabile per determinare lo scorrere degli eventi.
Quelli che danno la prima risposta si mettono automaticamente fuori dal gioco e quindi fuori da ciò che chiamiamo scienza.
Gli altri si devono accordare su quale sia l'orologio che presenta affidabilità sufficiente a potersi definire unità di misura fissa da tutti riconosciuta.
A suo giudizio ci sono altre risposte possibili?
Sarò grato a quanti vorranno fornire suggerimenti o correzioni a questi miei pensieri.
Ma è stato cancellato il video "Noi non vediamo le stelle come erano nel passato" ?
Grazie a te`ho buttato l'orologio dalla finestra, e mi sono incantato ad osservare i colori e le forme delle cose lassu`.....
Vorrei ascoltare la tua spiegazione di simultaneità Einsteniana. Se hai già fatto video a riguardo ti chiedo cortesemente di segnalarmeli
Guarda, quella del camion e dell'automobile funzionerà in fisica, ma con l'assicurazione non funziona...
OK, parli di punti di riferimento ed è giusto, siccome noi siamo sulla terra e qui è il nostro punto di riferimento. Per tanto se osserviamo "Proxima Centauri" la vediamo 4,22 anni luce dalla Terra e quindi nel passato. Se poi una stella è più giovane o più vecchia poco importa. A tal proposito si misura in "AL" = tempo e velocità
fermo restando che i tuoi contenuti sono in genere di molto superiori alla media offerta dall'utubo sull'argomento, si, il titolo era effettivamente un pochino clickbait ;-)
Grazie per le delucidazioni👍🤩🤚
ai tre orologi bisogna mandare il messaggio "regola su -1"... così si che tutti e 4 gli orologi avrebbero, per tutti quanti, valore sincronizato 0... quindi tutti e 3 altri regolano alle ore 23 e quando io ricevo il segnale di ritorno regolo a 0... e poi mi dedico ad altro che questo è fatto che è chiaro che è tutto relativo al punto di vista dell'osservatore, che è poi l'unico che ha senso per l'osservatore stesso
Mettiamo l'emettitore su un treno in movimento con velocità v e consideriamo due osservatori: uno seduto accanto all'emettitore e l'altro fuori dal treno. Entrambi vedono lo stesso fenomeno, ma quello seduto misura tempo t1 e vede una distanza d1, l'altro quello a terra misura tempo t2 e distanza d2. Chia ha ragione? Entrambi!
La spiegazione chiarisce molto bene perché non si può dire "vediamo quella stella come era tot anni fa". Il "tot" è chiaramente relativo. Però a mio avviso quel "tot", per quanto fosse impossibile/difficile definirlo in modo puntuale, è chiaramente qualcosa accaduto prima del momento in cui è osservato sulla Terra. Quindi non capisco perché dici che non si stia guardando il passato di quella stella. Ovvero qualcosa già successa. D'altronde molti scienziati guardano nello spazio profondo proprio per cercare le tracce di radiazione residue del big bang, che è chiaramente un fenomeno passato rispetto al nostro tempo di osservazione..
Mi accodo... anche io ho lo stesso dubbio. Se con un telescopio potentissimo potessi vedere un neonato nascere su un pianeta lontanissimo. Ha senso pensare che se potessi teletrasportarmi istantaneamente su quel pianeta, quel neonato lo vedrei già adulto (se non già morto da secoli e secoli)?
Fermo restando che dire "stiamo vedendo avvenimenti di tot anni fa" è sbagliato...
Sono d’accordo. D’altra parte dire “ sto guardando ora qualcosa che è avvenuto prima” significa proprio avere coscienza che c’è una distanza tra me e la sorgente del fenomeno.
Se non tenessi conto di questa distanza, potrei solo dire che quel fenomeno di luce rispetto a me è simultaneo (cioè che quella luce si propaga istantaneamente)
Bisogna superare il pregiudizio classico per cui il tempo e lo spazio sono enti separati. In relatività sono uniti e questo implica diverse cose, come il fatto di non poter parlare di passato di un osservatore solo con l'informazione temporale. Un evento successo alle 11 di un osservatore che vede il suo orologio alle 12 è nel suo passato? Bo, dipende. La luce lo ha raggiunto? Se no, allora non è nel suo passato, ma ancora nel presente (esteso della relatività). Se sì, starà da quel momento nel passato.
Il punto è anche un altro. Vedo una stella esplodere a un anno luce di distanza il giorno dopo il mio 20 compleanno. Dunque voglio dire che un anno prima il giorno dopo i miei 19 anni, la stella esplodeva. Questo è vero per carità ma
1) non è esplosa nel mio passato, per quello detto prima, l'evento non fa ancora parte del mio passato;
2) devo essere conscio che questo riferimento temporale è arbitrario, perché un altro osservatore vedrà invece PRIMA la stella esplodere e DOPO il mio compleanno.
Quindi è chiaro che dire cose come "vedo la stella com'era tot anni fa" può non essere sbagliato, ma ci si deve intendere precisamente sul significato
@@Andrea-nu8gx anche quello che dici è chiaro. Ma infatti quando scrivevo "passato" intendevo dire "successo già". Che poi sia nel mio "tempo" passato, presente o futuro, non fa molta differenza. Molte persone questo lo hanno ben compreso. Ciò di cui realmente qui si parla è del principio di causalità. Ovvero, se vedo la radiazione di una stella esplodere, è proprio perché una stella è già esplosa. Causa: esplosione; effetto: radiazione che si propaga. Non posso dire quanto tempo fa è esplosa. Ma posso dire che è esplosa già (dato che ne vedo l'effetto).
Cosa diversa è se invece qualcuno dovesse venirci a dire che il principio di causalità non è universale! Ma ci sono svariate motivazioni (si trovano anche su vari video interessanti) del perché sembri proprio che il principio di causalità sia universale e inviolabile..
@@vito2605 Ah ma certo, la causalità è preservata in relatività, senza dubbio. Tutti sono concordi nel dire che la stella sia esplosa prima che io la vedessi. Quello che non viene preservato è l'ordine di eventi che non sono causali, per esempio io che accendo la luce e la stella che esplode. Magari se avevo acceso la luce un anno fa e dopo un anno vedo la stella esplodere dico che i 2 eventi erano simultanei, ma tenendo conto che altri osservatori avranno visto prima la stella esplodere e poi accendere la luce e altri ancora il contrario. E questa arbitrarietà si traduce in relatività con la frase:"l'esplosione della stella non è ancora nel passato dell'osservatore che ha acceso la luce".
La causalità è assolutamente preservata, ma quando c'è. Lo sottolineo perché potrebbe anche aver lasciato intendere il contrario (anche se a me non è parso), ma non potrebbe effettivamente pensarlo, perché chiunque abbia studiato relatività sa questa cosa della causalità preservata che è viene ribadita in continuazione.
Secondo me invece il punto di queste discussioni è proprio che dire che un fenomeno è avvenuto prima di un altro non basta per dire che uno è nel passato dell'altro. Cosa che non mi sembra ovvia, visto che, per esempio, in meccanica classica succede esattamente questo
Ufficio complicazione affari semplici. Oggettivamente, se cerchi di semplificare una cosa cosi banale, come la relativita dell' informazione che copre lunghe distanze, solo per rispondere a gente che non sa nemmeno cosi ci si allaccia le scarpe, ti ficchi in un ginepraio che a confronto il brodo primordiale sembra il deserto del sahara
La finitezza della velocità della luce e tutto quello che ne comporta... 😌
Purtroppo non sono mai riuscito ad entrare davvero nello specifico con quest'argomento e quindi inevitabilmente si, questo video mi ha creato ancora più dubbi.
Da qualcuno che sa di più vorrei avere una risposta specifica ad una domanda forse banale...
Il fenomeno della relativitá insomma, praticamente, in cosa si traduce? O meglio il dubbio è: la relatività del tempo, in che modo influisce riguardo uno scenario come quello illustrato solo come esempio della macchina che si schianta contro il camiom ? Forse "non ha effetto" perchè la distanza è rapidamente ricopribile dalla luce ?
Eppure è chiaro che comunque l evento sia relativo al punto di osservazione