il dio cristiano (e quello delle principali religioni monoteiste) non può esistere. è un dio onnipotente, che può, sa ed è tutto. un essere del genere non può quindi avere nessuna necessità, nessun bisogno, è perfetto, e qualsiasi necessità lo renderebbe imperfetto, vorrebbe dire che c'è qualcosa al di sopra di lui, qualcosa cui lui è soggetto (quindi non sarebbe quel genere di dio onnipotente) un dio senza necessità, però, non ha volontà, la volontà è data dai bisogni, anche il solo fatto di pensare è dato da un senso di insoddisfazione attuale che ci porta a cambiare status quo. il fatto che noi camminiamo, pensiamo, abbiamo idee e facciamo cose è dato dal fatto che abbiamo bisogni, necessità da soddisfare, altrimenti saremmo immobili, senza coscienza. ecco che un essere onnipotente non può avere volontà e coscienza, quindi anche se per caso dovesse esistere non ci sarebbe alcuna differenza prova a pensare di eliminare gradualmente tutti i tuoi bisogni: togli il bisogno di bere, di mangiare, di dormire.. bello, un sacco di tempo in più e preoccupazioni in meno proseguiamo, togliamo il bisogno di andare in bagno, di una temperatura ideale, ecc.. meglio ancora togliamo il bisogno di divertirsi, di conoscere persone ecc togliamo via via TUTTI i bisogni. ecco che sei un essere perfetto. ma cosa rimarrebbe di te? cosa faresti a quel punto? niente, non faresti niente perchè se c'è qualcosa che ti spinge a fare qualcosa vuol dire che non hai tolto tutti i bisogni.
Jolly Roger non è però caratteristica di un essere onnipotente anche essere superiore alla logica e quindi fare cose come, per esempio, essere allo stesso tempo umano e divino? Purtroppo è un dilemma irrisolvibile
Inoltre un essere onnipotente , onnipresente e infinitamente buono non può esistere , perché se fosse onnipresente implicherebbe la sua presenza anche nel male e questo preclude la sua bontà , inoltre un essere onnipotente non può esistere per definizione , riporto il famosissimo esempio del masso inamovibile anche se credo che renda meglio l'idea il masso indistruttibile , la questione è: Dio può creare un masso indistruttibile? Se può non è onnipotente perché poi esisterebbe qualcosa che è oltre le sue capacità , se non può non è onnipotente perché non avrebbe le capacità di creare qualcosa.
Damiano Ledda in realtà quel dilemma è risolvibile se Lui abbassa volontariamente la propria potenza e dopo aver creato il masso la rialza, in quel caso è sia indistruttibile che no
claudio cozzi No perché obbligherebbe un essere onnipotente a limitarsi , e questo lo renderebbe NON onnipotente , non è assolutamente risolvibile in questa maniera. Inoltre non potrebbe distruggere quel masso , se il masso è indistruttibile , lo è punto, nessuno ha mai detto che indistruttibile significa che per distruggerlo serve un pelo più della tua potenza.
Ti ho iniziato a seguire da poco e sto recuperando alcuni tuoi video. Porti argomenti interessanti e lo fai con un format decisamente piacevole. Complimenti
Ti ho scoperto ieri ed ho guardato alcuni tuoi video.. Potresti diventare il mio TH-camr preferito poiché crei video di alto interesse, portando a riflettere i tuoi spettatori in un discorso ben strutturato e acculturato.. Per non dire che facciamo praticamente gli stessi discorsi xD Questo video mi è piaciuto in particolare, sarebbe bello vederlo portare in una live, dove magare poter intervenire.
Poeta povero Non si discute coi teologi, finiamola di trattare la teologia come fosse una scienza comparabile a quelle note all'uomo. La teologia si fonda su ipotesi non certamente vere, assolutamente opinabili, le nostre scienze no. La teologia si ripropone di arrivare a delle tesi, partendo da quelle ipotesi falsate, attraverso processi NON LOGICI. La scienza si ripropone di arrivare a delle tesi partendo da ipotesi attraverso procedimenti logico-matematici ,e ,dunque, universalmente validi. Se tu mi dici che durante l'eucarestia lo spirito santo discende sull'ostia, lo fai perché ci credi, perché sta scritto su un libro, non perché sia qualcosa di dimostrabile. Nel momento in cui un chimico ti dice che il pane non può divenire carne se non attraverso processi di manipolazione nucleare (e lo dice perché dimostrato), tu non puoi fare altro che rimanere in silenzio. Finiamola di dar valore a tutte le ipotesi possibili. Io non dico che Dio non esiste, non mi stanno nemmeno sul cazzo i credenti, ma finiamola di ricercare un presunto dialogo fra universi paralleli. Una volta mi sono pure sentito dire che la meccanica quantistica fosse il portale d'unione fra la fisica e la fede... Per favore, torniamo seri.
Basta andare a vedere la Hackerman che parla con un vescovo. La hackerman lo smerda e lui: "ma quando mia madre mori', io sentii l'esperienza, l'esperienza è osservazione, l'osservazione è teoria, la teoria è scienza!!!11" Peccato che l'esperienza SOGGETTIVA dei tuoi SENTIMENTI non sia SCIENZA. Al massimo PSICOLOGIA. Dio non ha niente a che fare con la scienza, chi si vuole mettere in mezzo è libero di farlo, ma il dio cristiano in primis, non ha senso di esistere, al massimo un "dio" al di fuori dell'universo, creatore di esso, potrebbe esserci, ma sicuramente tutti gli dei in cui credono ora nel mondo, non sono altro che false statuitine messe li' per prendere in giro altri e far girare soldi.
Ti seguo da poco, e sono sorpreso di come tu riesca ad affrontare argomenti estremamente complicati con una semplicità pazzesca, posso solo immaginare il lavoro che c'è dietro. Ringrazio opionioni moleste per la collaborazione che mi ha permesso di conoscerti, sono davvero felice di "conoscere" una persona come te! Continua così!!
Che meraviglia sentir parlare di questi argomenti qui sul tubo! Io cerco di farlo a modo mio, sfruttando la satira. La religione non è altro che una dittatura mentale, che spesso poi la storia ci insegna diventa una dittatura vera e propria. Hai centrato secondo me il nocciolo fondamentale: Non può esserci alcun dialogo con chi sbandiera il vessillo della verità divina, non può esserci confronto, non può esserci quell'arricchimento importante che viene da due opinioni diverse. Qualcuno diceva che la fede non è altro che la sospensione della ragione.
Secondo me, cercare prove che dimostrino l'esistenza di dio è una cosa priva di senso, inutile: al fedele, quello vero, non servono prove, perché per lui l'oggetto della sua fede è già reale. Lo so che la mia potrebbe apparire un'argomentazione degna di un prete, ma è il semplice buonsenso a suggerirmela: se noi fossimo certi dell'esistenza di dio, staremmo tutti lì inginocchiati davanti a lui, pronti a servirlo, perché consci della sua potenza e impauriti da quello che potrebbe farci se non gli ubbidissimo; ma a quel punto saremmo servi, non fedeli: avremmo paura di lui, e non rispetto e amore.
Non capisco quale sia la differenza. Per un fedele la prova inconfutabile della sua esistenza c'è già ed è la fede. E in virtù di essa si inginocchia pronto a servirlo perché teme le conseguenze in caso di disobbedienza. Chi crede è quindi un servo con tanto di prova fornita da dio. Se si palesasse, non farebbe altro che fornire altre prove oltre alla fede, che di per se è già una prova sufficiente per il credente, per coloro ai quali la fede non basta. La sostanza dunque non cambierebbe: si tratterebbe solo di avere prove diverse per persone diverse, tutto qui. Questa storia della libertà di credere è una delle tesi più sciocche e illogiche tra tutte quelle che i teologi hanno formulato nel corso della loro secolare opera di mistificazione.
Fidati, sei degno di un prete, perchè mi spiace dirlo, ma di buon senso non c'è nulla nel tuo pensiero. Conoscere o non conoscere, attraverso la fede ti rendi comunque servo. Solo che vi rendete servi di qualcosa che non APPARE. (Lasciamo stare il discorso esistenza o non) Dio effettivamente non appare a NESSUNO. Se un credente X dice di sentire presenze è semplice soggezzione, se io fisso il vuoto, buio, alla fine ci vedrò qualche forma, (probabilmente inquietante), ma solo perchè io ci sto pensando, solo perchè guardo il vuoto, se mi limitassi a girarmi nella stanza illuminata, vedrei un letto, una scrivania, un armadio. Vedrei ciò che posso toccare, vedrei qualsiasi cosa nella stanza. Invece nel vuoto non puoi vedere nulla, non puoi conoscere nulla, perchè è buio, non APPARE nulla. Mi spiace essere arrogante ma, le robe tipo statuine che piangono etc. sono troiate assurde che non prendo nemmeno in considerazione. Dio anche se esistesse NON APPARE. Una cosa che NON APPARE, una cosa che non puoi percepire con nessun senso, effettivamente non esiste. E non venitemi a dire che potrebbe esistere un macchinario in grado di rivelare dio, perchè è na boiata.
Temo che entrambi non abbiate compreso a fondo il mio commento. Uzino 80. La differenza c'è, eccome: se Dio mostrasse se stesso, per il fedele non cambierebbe molto, è vero, la sua fede diventerebbe solo più forte; per il non credente, invece, cambierebbe tutto: l'essere che prima rinnegava gli è ora apparso davanti agli occhi, ed ora lui è costretto a obbedirgli e a seguire le sue regole, pena la dannazione eterna. Se Dio dimostrasse la sua esistenza (o se altri dimostrassero la sua non-esistenza) verrebbe a mancare il beneficio del dubbio o, in altre parole, la libertà di credere VOLONTARIAMENTE in lui. Da suoi servi per scelta (i fedeli) diventeremmo tutti suoi servi per costrizione (perché, se Dio si mostrasse, a quel punto solo un pazzo continuerebbe a negarlo, pur avendolo davanti agli occhi). Kato Masaru. Il buonsenso c'è in quello che ho scritto, al contrario di come pensi tu. Come ho già scritto sopra, credere in Dio è una scelta, che il singolo prende individualmente e consapevolmente: ora che non sappiamo se Dio esiste oppure no (forse in futuro sarà diverso, chissà), decidere di sottomettersi a lui è una scelta volontaria, dettata dall'amore e dalla fede che si prova in lui (e anche dalla voglia di ottenere una ricompensa eterna, non lo nego neanch'io). Se Dio apparisse, come hai scritto tu, dimostrebbe la propria esistenza, e questa possibilità di scelta verrebbe a mancare: tutti quanti noi diventeremmo suoi fedeli (o meglio, servi), ma non per amore, volontariamente, ma per costrizione, spinti dalla paura di ciò che ci accadrebbe se continuassimo a non seguirlo, a non ubbidirgli.
La fede non è una prova secondo la Chiesa Cattolica di Roma, tanto che rifiuta il Fideismo( credenza in un Dio per fede e senza alcuna dimostrazione) perché convinta di poterlo dimostrare. Inoltre la maggior parte delle divinità(quelle delle varie religioni intendo) non sono "opprimenti", ma ci lasciano liberi di agire, anche perché dimostrare il contrario sarebbe molto difficile
+Piermario Di Mauro Anche se Dio comparisse non è detto che tutte le persone lo considereranno "venerabile", in particolare se la sua biografia si scoprisse vera, quindi la libertà di mandarlo a quel paese ci sarebbe comunque. La libertà di credere scompare nel momento in cui porti l'infedele all'inferno. Sinceramente, più che libertà lo trovo un gioco sadico di una mente malata. "Te fai quel che vuoi, ma poi ne pagherai le conseguenze." Come un Mafioso che ti rompe le gambe se non gli paghi la quota, con il difetto che il mafioso in questione nemmeno te lo dice di persona questa regola, in modo da lasciarti la libertà di ritrovarti con le gambe rotte.
Biglino è un ottimo esegeta, che però lavora sul discernimento "materiale" della Bibbia in quanto libro. Secondo me il Dio cristiano ci è stato posto in maniera "conveniente" e penso vada rianalizzato per essere concettualizzato opportunamente. :)
Ma quindi come puoi dimostrare la non esistenza del Dio dei cristiani? Seguendo il ragionamento del video nessuno può dimostrare nulla in ambito teologico, e probabilmente non solo in quello...
Ma non si può dimostrare nulla avendo i " dati alla mano", il salto ontologico tra scienza e religione non può essere fatto. La verità spirituale è intima, poi ci sono coloro che sostengono che al di là dell'interazione chimica non ci sia niente e a quel punto non credo abbia senso neanche discutere. Quando dico che il Dio cristiano ci è stato posto convenientemente intendo il fatto del Dio buono che crea tutto e riposa la domenica, eccetera. La questione della ricerca del divino interiore è molto più difficile, onestamente vedo come puerile il pensare che sia un Creatore che se ne sta nello spazio profondo o in un'altra dimensione. :)
Ah, d'accordo. Però in tal modo, qualsiasi dio è posto in maniera conveniente per qualcuno in un dato momento storico, anche gli dei nordici o l'attuale fantomatico Allah della jihad, travisato esattamente tanto quanto i santi cristiani, che divengono irrimediabilmente idoli pagani, cioè con lo scopo ultimo di rincuorare ed illudere gli "abitanti del villaggio", i consumatori finali. Non c'è un Dio non conveniente, la fede stessa è conveniente, in quanto ci alleggerisce dallo sforzo di arrivare ad una verità conquistandola. Perfino il dogma della fortuna o dell'amore sono convenienti, a modo loro. Non so e mi spiego.
Hai stimolato un pensiero molto interessante quando hai parlato di discussione con un dogmatico. La prossima volta che qualcuno tenterà di convincermi di qualcosa in ambito religioso o meno mi ricorderò le tue parole, fermando il suo discorso e domandando: "stiamo discutendo o mi stai imponendo un pensiero?" al 99% la risposta sarà " stiamo solo discutendo." , al che potrà rispondere: "non è vero, dato che fin dall'inizio tu hai cercato di convincere me ma non ci sono modi per cui io possa convincere te a cambiare idea perché di base non vuoi farlo."
Secondo me prima dell'intelligenza, la cosa più importante è essere buoni con il prossimo. L'amore per il prossimo è l'unica cosa che rende piena la vita di un uomo. Dio è in questo.
Tanti complimenti a Wesa, per il bellissimo e profondo lavoro. Dio sicuramente è utilizzato per commerci sociali (per non dire peggio!) che con la ricerca del senso della vita non hanno nulla a che fare. La religione è un fatto reputazionale. In Italia, una volta, un'Azienda, per assumerti, andava a prendere informazioni dal maresciallo dei Carabinieri e, immancabilmente, dal Parroco (non infrequentemente dalla Perpetua!). Un potere enorme. La religione influenza l'opinione pubblica, perchè la gente crede che chi crede in Dio sia più onesto degli altri ... Questo è vero in Italia (io, ad esempio, non conosco mafiosi che si professassero pubblicamente atei...) Ma anche nel mondo ... Quali personaggi, tra i più discutibili, non si contendono gli uomini in fama di Santità (vedi, una volta Madre Teresa?). Non so ... Buona serata, e complimenti ancora.
Mi sorge una domanda: secondo voi credere in dio vuol dire darne per scontata l'esistenza? Mi spiego: ha logicamente senso dire "io ci credo ma potrei anche sbagliarmi"? Secondo me no, non ha logicamente senso. Ma questo vorrebbe dire che non avrebbe alcun senso discutere con alcun credente.
Credo che il dubbio sia buono, nel senso che colui che crede può, con onestà intellettuale, concepire la presenza di un'entità superiore senza però identificarla con il Dio cattolico o con altra religione. Il cercatore spirituale non disdegnerebbe nessun credo, nemmeno i politeismi. Credo che la logica potrebbe forse essere: "Credo, ma non sono ancorato ad una professione di fede definita, quindi cerco il mio divino senza preconcetti". :)
Però mi chiedo: si riuscirebbe a discutere con questa persona a prescindere dalla presunta esistenza di questa entità, qualsiasi essa sia? sarebbe per lui/lei un dogma?
Se hai voglia e tempo passa dal mio canale faccio video di magia e mentalismo! E alla lunga credo sia materia che c'entra un pò con la spiritualità e il mistero! :)
-QUESTIONE 1 Analizziamo il verbo "credere" senza andarcelo a leggere sul dizionario. Quando una persona crede ad una frase di qualcuno lo fa perchè si fida di quel qualcuno. Quindi prende per VERO quel che dice. Quando non crede ad una frase di qualcuno lo fa perchè non si fida di quel qualcuno. Quindi prende per FALSO quel che dice. Quindi alla base del verbo credere vi stanno una PROPOSIZIONE e il suo GRADO DI VERITA'. Le proposizioni son tali quando sono verificabili,ma nel nostro caso le proposizione vengon ritenute inverificabili(per mancanza di mezzi d'indagine?). il CREDENTE è chi ad una PROPOSIZIONE ,verificabile o inverificabile,, associa un GRADO DI VERITA'(che sia vero o falso,si o no),indipendentemente dal suo reale grado di verità. dunque la proposizione in esame è: DIO ESISTE? il credente dice: SI. l'ateo dice:NO. ENTRAMBI(credenti a modo loro) MENTONO A SE STESSI,poichè associano un valore arbitrario del grado di verità in mancanza di verificabilità della proposizione. IO NON CREDO(nell'esistenza di dio,nelle persone,a me stesso, a niente). io non associo valori di verità arbitrari a proposizioni inverificabili(non mento a me stesso) e di conseguenza non lo faccio per proposizioni verificabili(altrimenti oltre a mentire a me stesso,non adotterei lo strumenti più adatto a trovare la risposta corretta,il che,avendolo fatto consapevolmente,mi renderebbe un cretino ai miei stessi occhi). QUESTIONE 2 la questione 1 parlava del verbo ''credere'' e successivamente dava una mia risposta a ''credi nell'esistenza di dio?'',dando come risposta: "per me è irrilevante la domanda,malposta e inconcludente e altrettanto irrilevante sarebbe la risposta". la questione 2 verte sulla domanda: "CREDI IN DIO" che è ben diversa dal banale credere all'esistenza di dio. un pò come chiedersi: ''credi all'esistenza degli elefanti?'' la cui risposta,essendo tale proposizione già verificata sarebbe un si. e poi chiedersi: "credi agli elefanti?" il che sottintende che gli elefanti si esprimano,che tu li capisca e che conseguentemente ''credi in loro'',ossia ti fidi della loro parola. ritornando dunque a DIO,riponiamo la domanda:" CREDI IN DIO": se io dovessi CREDERE(rileggere la definizione sopra data) alle parole di qualcuno(per il momento non dio,una persona facciamo),dovrei certamente dargli fiducia,ossia dovrei associare quella piccola dose di arbitrario grado di verità alle proposizioni che espone il soggetto a cui do la mia fiducia. 1)DUNQUE assumo,sino a prova contraria,che le sue proposizioni siano vere(ossia mi fido). 2)Dopo di che aspetto gli effetti,ossia confronto se tale grado di verità arbitrariamente da me associato coincida con il grado di verità effettivo delle proposizioni di chi le espone: A)Se coincide,tale persona ,almeno sino a prova contraria,è degna di un'altra ,piccola o grande che sia, dose di fiducia. B)Se invece i due gradi di verità non coincidono,allora tale persona non è degna della mia fiducia. MA questo non è il metodo del CREDENTE. Il CREDENTE,come abbiamo detto,associa un valore di verità arbitrario indipendentemente dalla verificabilità o meno delle proposizioni e dal reale grado di verità delle stesse,dunque non utilizza il mezzo del confronto tra gradi di verità associata arbitrariamente e reale. il CREDENTE mente a se stesso RIGUARDO A TERZI. (quindi il credente religioso prenderebbe dalle labbra del proprio dio, per l'ateo il problema non si pone,per tutti gli altri,compreso me,rimane da ''GIUDICARE DIO E TRATTARLO DA PARI''.) Già,perchè altrimenti oltre a mentire a me stesso,non sarei rispettoso della persona di cui mi fido,se lo faccio ciecamente dicendo si a qualunque cosa dica senza pensarci sopra perchè aprioristicamente devo fare così per preimpostazione(ossia credere),è un po come ignorare realmente quel che sta dicendo,un non ascoltarlo pur sentendolo. e questa era la seconda questione QUESTIONE 3: Supponiamo che la questione 1 abbia un risposta e sia affermativa. E sospendiamo la questione 2 perchè di questo dio non sappiamo niente tranne che esiste. se questo è un dio secondo definizione: creatore,onnipresente,onnipotente,insomma onni-onni, questo implicherebbe una sorta di ''gerarchia'',in cui 1 soggetto,arbitrariamente,senza il consenso di nessuno,ha deciso di creare forme di vita meno sviluppate di lui in un universo che localmente ha risorse finite. Quindi una sorta di ''DISUGUAGLIANZA DI FONDO''. la creazione E' LEGITTIMA? quindi potrebbe entrare in gioco la nostra etica e la nostra morale e di per se una risposta alla QUESTIONE 2 dipenderebbe da 2 casi: 1): se dio è onni-onni,tale disuguaglianza sarebbe volontaria e dunque,secondo la nostra etica e morale, dovrebbe essere un: NO, non credo in dio perchè ha creato una disuguaglianza di fondo==> non si merita la mia fiducia. 2)se dio non è onni-onni(e sto punto cade la definizione di dio),ossia la disuguaglianza di fondo è frutto di leggi che lui non può mettere in contraddizione le une con le altre,quindi non è onnipotente,la risposta sarebbe: FORSE,la disuguaglianza c'è,ma lui durante la creazione,diciamo che ha fatto un casino,quindi non è colpa sua==>chessò,ci si prende un caffè insieme,ci si parla e si vede se ci si può fidare,se è na brava persona insomma. NB:quella disuguaglianza di fondo suona un po come un peccato originale,vero? viene da chiedersi chi potrebbe esser stato il primo peccatore,che nel caso 2 sarebbe senza colpa. Avrete notato che la centralità delle argomentazioni da me esposte non verte di per se sul confermare o meno l'esistenza di dio(qualunque sia la forma che ognuno gli associa),bensì sul porre dei dubbi sia sul comportamento del credente verso se stesso(il mentire a se stessi) e verso il suo dio(ossia pecca contro il suo dio proprio credendogli ciecamente,quindi non ascoltandolo pur sentendolo) sia sullo stesso dio(di cui abbiamo esaminato,indipendentemente dai nostri canoni di etica e morale,il suo costrutto,la creazione,che di per se introduce una disuguaglianza di fondo, e un permesso di costruzione non concordato dalle parti coinvolte,ma unilaterale). lo so,son stato prolisso,ma spero di avervi stuzzicato abbastanza.
E' anche vero che è impossibile rapportarsi produttivamente e socialmente al mondo solo in base a considerazioni empiriche: ciò che è dimostrato razionalmente rappresenta solo una piccola parte della realtà, sicuramente insufficiente non solo ad agire, ma anche a pensare. Noi non ci rendiamo conto di quante sintesi indimostrate, di quante intuizioni interiori, di quanti dogmi, religiosi o no che siano, sono alla base del nostro esistere e operare.
Il dialogo fra fede religiosa e scienza è invece possibilissimo. Lo dimostra la storia della scienza. Sia nel mondo occidentale che in quello arabo abbiamo avuto moltissimi religiosi che furono anche grandi scienziati.
Nel più onesto ed ateistico ragionamento Dio comunque esiste perchè è il Mistero da cui proveniamo a cui non arriveremo mai per la nostra finitezza. Il migliore approccio religioso sta nel riconoscere Dio nella corrispondenza tra la religione che si incontra e le più profonde attese naturali del proprio cuore. La guerra con la religione centra poco: la storia è piena di guerre fra nazioni con la stessa religione o dove è evidente che il fattore economico, di potere o di sopravvivenza era dominante. Per non dire che esistono religioni più intimiste ed altre più fanatiche e guerra fondaie. Poi ognuno la pensi come vuole.
Ciao! Ti seguo da poco e ho visto questo video solo oggi. Interessante. Solo un'osservazione di forma. Hai affrontato la questione della dimostrazione dell'esistenza di Dio citando Hume. Senza neanche entrare nel merito. Dio non esiste, punto. Non ha, questo modo di ragionare, proprio la forma dogmatica? Tutti ragionamenti che seguono nel tuo video si fondano su questo asserto, eppure non hai sentito il bisogno di darne ragione. Lo hai affermato e basta (fra l'altro, smontare il pensiero di Hume non è poi così difficile, lo dico da fisico più che da credente). A volte (spesso...) il metodo vale più del contenuto! Sei comunque piacevolissimo da ascoltare. Un prete, scienziato.
Caro Don Giuliano, ne approfitto per condividere un pensiero: Dio creatore, del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili… Non è forse quello che ha creato la sua volontà? Non è forse il conoscere, capire, osservare, ammirare la realtà, la verità che ci avvicina alla volontà di Dio? Se Dio ha creato la luce e il buio, ed oggi sappiamo che lo ha fatto facendo girare la terra su se stessa ed intorno al sole, questa è la verità, questa è la realtà, questa è la volontà di Dio, allora non crede che chi non crede che la terra giri, che giri intorno al sole, non voglia fare la volotà di Dio? Non voglia avvicinarsi a Dio ma voglia con violenza e coercizione, minacciando morti terrene o morti dell'anima per detenere il potere? Non crede che questo sia di quanto più lontano dal messaggio del Cristo? Non crede che quello che sta rovinando la terra e l'animo dell'uomo sia proprio il volersi sostituire a Dio? Non crede che sia ora di percorrere la via, la verità la luce che c'ha mostrato il Cristo? Non crede che sia ora di smetterla di essere tutto tranne che cristiani? Non crede che sia ora di chiedere scusa per Giordano Bruno che c'ha mostrato la via della conoscenza e della scienza per avvicinarci a Dio infinito che ama infinitamente? Diceva anche che l religione serviva per tenere a bada il popolo. Credo che oggi al popolo non occorra più un pastore ma la verità. questa è la crisi della chiesa. Questa è la crisi dell'umanità. I dogmi sono l'anticristo.
@@giovannimarilungo Dio è dogmarico per natura Gesù Cristo ha detto io sono LA VERITÀ non ha detto io sono UNA VERITÀ chi vuole venire dietro a me rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua .ciao
Non c'è nulla di dogmatico in Cristo. I dogmi sono stati inseriti da coloro che non hanno compreso il Cristo. Da altri esseri umani che non l'hanno accolto. I dogmi sono ostacoli alla verità. I dogmi servono a governare, a detenere il potere. Il Cristo è venuto a liberarci dalle convinzioni di noi poveri mortali. Affidarci ai dogmi equivale al non voler conoscere, al non voler crescere, al voler restare nella nostra zona di confort: non vogliamo passare per la porta stretta. Siamo esseri sociali e preferiamo una bugia condivisa piuttosto che una verità che ci porta contro corrente. Ma il cristo ci dice che chi lo seguirà verrà rinnegato dalla sua stessa famiglia, dal suo stesso paese. Lui stesso dice che nemmeno i suoi apostoli hanno capito il suo messaggio. Nemmeno il più grande tra gli uomini come suo cugino il battista è entrato nel regno dei cieli. Questo è sufficiente per iniziare a distinguere il messaggio del Cristo da quello degli uomini, dei discepoli, dei santi, dei papi, e di tutti coloro che hanno utilizzato il Cristo per proprio tornaconto, per governare su gli altri e non per servire. Questa "religione" così come è stata manipolata non serve, non serve a nulla. L'albero si giudica dai frutti.
@@giovannimarilungo Dici bene chi seguirà il Cristo verrà rinnegato dalla sua famiglia dal suo stesso paese ma ti devi chiedere perché è cosi difficile seguire Cristo, i 10 comandamenti non sono 10 suggerimenti sono dei dogmi e su questi comandamenti verrai giudicato, purtroppo il mondo non vuole essere giudicato da nessuno per questo molte persone non sopportano i dogmi e si creano il loro dio fatto a loro immagine. Ciao
@@fedeanna5106Non pensare che sia poi così difficile seguire il Cristo. Occorre liberarsi dal pensiero, dalla morale inculcataci da gli altri esseri umani. Dal Giudizio e da un'antica mentalità di un Dio che punisce. Liberarsi è molto più semplice di quanto tu creda. Basta iniziare a cercare dentro ognuno di noi e non più all'esterno.
“Il DOGMA è una violenza argomentativa, una disonestà intellettuale”; beh personalmente non posso che applaudire 👏. Complimenti quanto se non più del solito Wesa. Secondo me chi vive di dogmi è una persona dalla mentalità chiusa che non è mai veramente libera e io non vedo in Dio una figura superiore ma (forse ingenuamente) un ideale al quale bisognerebbe aspirare; perciò potremmo dire che a mio parere Dio è una metafora? Assolutamente si e benché io sia agnostico mi ritengo molto più in linea con i veri ideali della morale cristiana di molti (se non di tutti) i cristiani stessi
“Vengo troppo presto - proseguí - non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano vedute e ascoltate. Quest’azione è ancora sempre piú lontana da loro delle piú lontane costellazioni: eppure son loro che l’hanno compiuta!”. Come dice nietzche dio è morto e noi l'abbiamo ucciso, ma siamo pronti a questo? Io credo che ancora oggi, dopo un secolo dalla morte del filosofo, l'uomo non sia ancora pronto a colmare il vuoto lasciato da dio.
Regno d'Italia Ha ragione le religioni non sono altro che il prodotto dell’uomo (e su questo siamo tutti d’accordo, atei e non) meglio distribuito di sempre
Ciao wesa ti stimo per i tuoi video e per la tua capacità di argomentare ma non sono molto d'accordo su questo video.. Credo che ormai questo tipo di credenza dogmatica che tu critichi è superata da tutti i credenti e rimane solo in chi parla senza conoscere davvero il Vangelo (per esempio: "la conversione dell'infedele" che tu citi è uno stereotipo di chi non sa nulla della chiesa: ti sfido a trovare un buon sacerdote che dica queste cose!). La religione, soprattutto quella cristiana, non è più una legge impressa su pietra è calata dall'alto, ma un incontro con dio vivo nella persona di Gesù. Da questo incontro, tutti quelli che la gente chiama "dogmi" sono solo un aiuto che la chiesa dà. Come se tu fossi innamorato della tua ragazza: non è che non la tradisci perché lei te lo impone, ma perché le vuoi bene. È naturale. La religione non ti chiude al dialogo ma anzi ti apre a tutto perchè ama l'uomo. Solo in un punto il cristiano non può retrocedere: cioè sul sentire la vita di ciascuno come qualcosa di prezioso e unico agli occhi di dio, e quindi da non buttare. E la conversione non deve venire da un "duello" dialettico o argomentativo, in cui il credente e il non credente si sfidano e chi vince converte l'altro (soprattutto perché non esiste un completo credente come non esiste un completo non credente): ma la conversione arriva da un'attrazione verso la vita spesa per amore. TH-cam non è il posto adeguato per questo tipo di commenti ma volevo esprimere la mia opinione, e magari sfatare qualche stereotipo medievale:) Un grande saluto, tanta stima!!! Continua così
Come può la credenza dogmatica essere stata superata dai credenti? La base per essere credenti è, appunto, credere all'esistenza di Dio, e quest'ultima non può che essere assunta vera a priori, perciò è un dogma.
Prima di tutto bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa si intenda per Dio. In ogni caso conosciamo circa il 4% dell'Universo e delle leggi che lo governano. La Scienza sta valutando teorie assurde quanto quelle dei creazionisti, quindi se loro considerano la possibilità che esistano infiniti universi e dimensioni trovo lecito che altri invece credano in un Dio... potrebbe essere un'energia intelligente, una coscienza cosmica o chissà che altro ?
Una volta ho letto un articolo, che non riesco a ritrovare ma era comunque di una rivista scientifica, in cui si ipotizzava che alla base della materia ci sono unità di informazione.
La fede è in netta contrapposizione con le dimostrazioni, Dio esiste grazie alla fede, se dimostriamo che Dio esiste esso scompare in una fitta nuvola di mistero teologico. A chi indovina l'antologia un bacione 😙
faró vedere questo video alla mia famiglia a Natale, ti faró sapere le loro argomentazioni... :D Ottimo video comunque, sei molto preparato filosoficamente, sei ció a cui io sto lavorando a diventare, grande Wesa
Vedo il video solo ora, non sono nessuno ma provo ad esprimere un concetto che mi sembra importante. Nessuna religione impone se stessa, nessuna religione impone di credere all'esistenza di Dio. L'assunto "Dio esiste" non esiste. Tutte le religioni si basano invece sulla fede. Spontanea. Se hai fede credi, ed allora la religione ti aiuta a scoprire cos'è Dio. Altrimenti senza fede sei ateo, o agnostico. Come forse il relatore di questo video.
@@tommydiromeo1574 IO CREDO ANCHE IN DIO.. MA PENSACI BENE...LUI ESISTE E NN SI FA MAI VEDERE...NN SCEND EIN TERRA.. COME SI FA A CREDERE A QUALCOSA CHE NN SI E MAI VISTO? I DUBBI PURTROPPO NASCONO, E UNA DOMANDA CHE MI FACCIO DA QUANDO HO 12 ANNI.. E LA PORTO CON ME IN TESTA FN ORA..MI PIACEREBBE NON PENSARCI X VIVERE MEGLIO
Solaire Of Astora La religione cristiana è nata nell'epoca dell'Impero Romano,il suo scopo era quello di legale le varie "razze"/tradizioni sotto un pensiero comune
+Solaire Of Astora In questa epoca forse ma secondo me c'era bisogno della religione, perché anche se imponevano un credo educavano la gente ad essere più civili, vedi le tante storie della bibbia con un messaggio alla fine. Se non ci fosse stata la religione m'immagino solo caos, barbarie, perché ammettiamolo c'e molta gente ignorante e che può diventare violenta, almeno la religione riesce a mantenerle più in riga.
Sono in ritardo di un anno. Ma del resto la discussione è senza tempo. Il dilemma non è tanto se Dio esiste o meno. Riconosco la questione come motivo di discussione, certo, ma dato che sensibilmente l'umano è limitato, non potrei comunque farci molto se non riflettere sul credere o meno al dogma. Il mio problema è se esistesse e come esisterebbe. O come sarebbe piazzabile dal punto di vista grammaticale. Se davvero fosse un concetto metafisico e se davvero l'estasi e l'inarrestabilità di pensiero e azioni del Divino, inteso come genericamente e non specificatamente definito, a poco servirebbe il pensiero personale. Ci sarebbe poi il problema della sua reazione nel caso si rivelasse, per dire, Vishnu e non Gesù, o Amaterasu e non Odino. Per come la vedo io, il problema più grande sarebbe come spendere al meglio la vita terrena, proprio perché è ignoto il destino dopo. Di certo i morti non ritornano in vita nella condizione attuale e non si può chiaramente immaginare come questo non possa accadere, appunto. Di certo non saprei spiegare cosa animi i fondamentalisti né l'eziologia della vocazione, quindi attendo risposte di saggi.
Bo se esiste forse ne avremo la certezza quando passeremo a miglior vita. Una cosa è certa molti in suo nome sono coloro che fecero e fanno del male, certamente tantissimi anche quelli che ricavano benefici più materiali che spirituali dalla presunta fede. Preferisco ammirare la natura pulsante di vita, la volta celeste, ne sento a volte la presenza,molto di più che dentro di dogmi e religioni.
"Dio esiste" è un enunciato solo verificabile; quindi è sempre possibile epistemicamente. Inoltre hai tu stesso affermato che vi sono, nella storia della filosofia, molti argomenti a favore dell'esistenza di Dio. Ora di questi ultimi alcuni sono validi, altri invece no. Tuttavia che essi siano dimostrazioni dipende dalle premesse avanzate; se queste non sono accettate dall' interlocutore, allora l'argomento risulterà non corretto. Fin qui nulla di dogmatico, tra l'altro gli stessi scolastici si confutavano a vicenda. Ora, non mi è chiaro quale argomento non si basi su premesse che devono essere accettate, ma magari sono giustificate non attraverso dimostrazioni.Perché accettare che esiste ciò che esperiamo? Perché accettare che certe affermazioni scientifiche sono giustificate pur essendo impossibile la loro dimostrazione ( si vedano Hume w Duhem)? Potrei continuare...A livello meramente logico anche altre discussioni non sono poi così senza "dogmi". Poi le affermazioni sul fatto che non si possa vivere la fede in maniera critica, beh sono un po' superficiali
min 3:26 alt! alt! alt! non è ancora nato uno in grado di dire cosa significa o . Deve ancora nascere qualcuno con abbastanza conoscenza della letteratura e della psicologia che sappia dire cosa significa "x" e cosa lo distingue da "vero x" per tutte le x esistenti e immaginabili e quindi come funzione la parola quando viene accostata ad un'altra parola con un suo significato. Grazie
ps non bisogna confondere "fede" con "dogma", se hanno inventato queste due parole significa che, anche se simili, hanno due significati differenti. Quindi occhio quando dici "la religione si basa sul dogma" perchè c'è chi crede che "la religione si basa sulla fede" e da quest'ultimo il tuo discorso funziona di meno.
Vorrei sapere che problemi hanno le persone che hanno messo il dislike.. Wesa questo video è stupendamente vero. (come ache gli altri)Credo ci siano purezza e limpidezza, in questa tua riflessione. 💪
Il paradosso è che capita, e non di rado, di trovare dei "dogmi scientifici" contro l'esistenza di Dio. L'esempio più vivo che ho è quello che mi disse un compagno di corso all'università, esordì dal nulla dicendo a me ed ad un altro ragazzo li presente con queste parole: "Ma come fate a credere in Dio se studiate ciò che dimostra la sua inesistenza?". Nonostante gli ripetei all'infinito che si può provare solo l'esistenza di qualcosa ma non la sua inesistenza non mollò l'osso fino a quando seccato non lo intruppi dicendogli "Ascolta, è chiaro che entrambi siamo fermamente convinti delle proprie idee quindi continuare a discuterne non serve a nulla!" La cosa che tuttora mi fa ridere è che pur accusando noi credenti dei classici stereotipi, in particolar modo di voler convertire tutti al nostro credo, colui che mise più foga e determinazione nel convincere l'altro senza nemmeno avere una reale base su cui costruire la propria argomentazione fu proprio lui XD
Beh, se una persona "studia" Dio partendo da un testo sacro (ipotizzo) che contiene al suo interno falsi storici e informazioni non scientificamente corrette, in teoria si potrebbe dire che si sta studiando veramente ciò che dimostra l'inesistenza di Dio. Almeno nel momento in cui si associa Dio a un determinato testo.
Però la domanda a questo punto è perché ci credi? Anche Vishnu e Zeus potrebbero esistere, non si può escludere a prescindere la loro esistenza, come tutti gli dei che sono stati proposti. Però tu credi in questo, che ha la stessa quantità di prove a sostegno di tutti gli altri. Perché?
In verità il credente non crede in dio, crede nei diritti che gli spettano nel credere in dio. Togli loro il dogma del paradiso e smetteranno di credere.
Anche la scienza, alla fine, è alla disperata ricerca di dogmatismi e quanto più semplici tanto più grandiosi, come una breve equazione. La grossa differenza con la religione sta nella scelta del cammino. Penso che sia sempre il cammino e quindi la scelta a fare la differenza dell'esistenza. Muoversi o non muoversi. Dinamicità o staticità. Una linea retta o un cerchio.
A mio parere, è tanto dogmatico affermare l'esistenza di Dio quando lo è negarla. Trovo che partire prevenuti nei confronti di un credente solamente perché accetta dogmi che noi non riconosciamo sia un errore, lo stesso in cui incorre il credente che non è aperto al dialogo con qualcuno che la pensa in modo diverso da lui, sostenendo a priori la superiorità della fede a quella della ragione, o meglio, del ragionamento e della dimostrazione. Un uomo che professa una qualsiasi fede religiosa non si può definire irrazionale a priori, esattamente come il non credente non deve essere considerato un infedele, dispregiativamente parlando. Risulta molto più difficile instaurare un dialogo con un agnostico, a mio parere, che con un ateo o un credente. Entrambe le parti possono dialogare senza premettere la superiorità dei propri dogmi (perchè come ho detto, sfido qualsiasi ateo a dimostrare la non esistenza di un qualsiasi dio), sicuramente senza trovare un punto d'incontro, ma di certo per arricchirsi vicendevolmente. L'unica differenza tra un credente ed un non credente è che il primo, teoricamente, vive ponendo alla base della sua esperienza e del suo agire una verità rivelata in cui crede fermamente; il secondo vive con la convinzione che tale verità sia falsa (perdona l'ossimoro "falsa verità") in quanto indimostrabile. Di nuovo, sfido chiunque a dimostrare la non dimostrabilità di tale verità, senza limitarsi ad affermare che "gli argomenti portati a favore della tesi sostenuta da un credente sono irrazionali/indimostrabili/frutto di un dogmatismo imprescindibile/dettati da un'entità superiore che non esiste", perchè sarebbe fin troppo facile. L'uomo non può giungere ad una conclusione certa, nè da una parte nè dall'altra. Dimostrare la non esistenza di Dio è tanto difficile quanto dimostrarla e non si può ridurre il dibattito religioso ad un "Ho ragione io", nonostante un religioso non possa ovviamente recedere su determinati punti, come hai detto. Non vale forse lo stesso per un ateo? Aggrapparsi ad un dogma senza aprire occhi ed orecchie è un grave errore, a mio parere, ma questo non vuol dire che tutti i credenti vivano con il paraocchi, anzi. Ci si può interrogare sul mondo che ci circonda anche credendo in una qualsiasi divinità, preservando una religiosità sicuramente meno radicale rispetto a quella che ha caratterizzato molti uomini del passato, con necessità ben diverse da quelle che abbiamo oggi.
Ma il punto è proprio che se tu sostieni che un qualcosa "esiste ed è in un certo modo" hai tu l'onere di dimostrare ciò che dici e fino a che non potrai si può assumere che essa non esista, non sta agli altri dimostrare che non esiste perchè sei tu a dire esiste....è come nei processi, se sostieni che qualcuno sia colpevole devi portare prove, altrimenti quella persona è innocente fino a prova contraria....infine va ricordato che il concetto di Dio è nato dagli uomini per giustificare un bisogno, è nato come favola atta a coprire un vuoto di comprensione e più si comprende l'universo più questa favola perde di efficacia.
@@thisistheking827 Per quanto riguardo il discorso sulla nascita del concetto di Dio, mi trovi assolutamente d'accordo. Per quanto riguarda la dimostrazione dell'esistenza di Dio, invece, ritengo che come chi sostiene che qualcosa "esiste ed è in un certo modo" debba provarlo, lo debba fare anche chi sostiene che quel qualcosa "non esiste e non è in alcun modo". Finché chi è convinto della prima affermazione non la proverà, si potrà assumere che questa sia falsa e allo stesso modo si potrà fare con la seconda. Se non si riesce a dimostrare l'esistenza di Dio si può assumere la sua non esistenza, ma allo stesso modo si può assumere la sua esistenza se incapaci di dimostrare la sua non esistenza. Per fare un paragone: dimostrare che un sospettato si trovava sulla scena del delitto quando questo è stato compiuto è fattibile tramite l'analisi e la ricerca di tracce che riconducano a tale sospettato. Dimostrare la presenza di un dio all'interno dell'ordine delle cose è invece più ostico, perché si tratta (nel nostro caso), di un essere che trascende dalla realtà materiale. Il fatto che tale dimostrazione sia (apparentemente o no) impossibile, non risponde al quesito, proprio a causa dell'incapacità dell'uomo materiale di provare l'esistenza di un essere che trascende da tale materialità. Assumere la non esistenza di un dio solo perché nessuno è capace di dimostrare il contrario mi sembra uno slancio logico piuttosto scettico ed ardito, se non altro perché sarebbe una risposta a mio parere banale ad un "problema" irrisolvibile mediante la mera logica. Se così fosse, ci saremmo già messi tutti d'accordo e ci saremmo risparmiati secoli di dibattiti in merito a questa tematica. Ovviamente questo è solamente il mio parere personale, che non vuole cozzare con quello di nessun'altro.
@@zioletto E no, a me non spetta dimostrare che non esiste perchè è chi ha inventato il concetto di dio che deve convincere me del contrario...nulla ha mai fatto presagire la sua esistenza se non il fatto che gli uomini non potevano spiegarsi delle cose e attribuivano tali cose all'operato di entità che per definizione dell'uomo stesso l'uomo non poteva comprendere...è la definizione data a Dio che "è troppo semplice" perchè si autogiustifica con la classica frase "noi non possiamo capire perchè lui è oltre" e cose simili...se si analizza la storia dell'uomo, di tutte le religioni ecc si trova sempre un comune denominatore, ovvero la necessità di spiegare l'inspiegabile....il temporale non so come funziona, è stato Zeus, il maremoto...è stato Poseidone...abbiamo spiegato il temporale ed il maremoto, esiste un Dio che fa cose inspiegabili per noi...ecc. ecc... ecc... Dio è un'invenzione umana che diventa sempre più fragile mano a mano che capiamo come funziona l'universo e sempre meno cose possono essere attribuite a lui...questi sono solo esempi ma era per farti capire che più si pensa al perchè serve il concetto di Dio e a come è nato, più è chiaro che sia nato da fantasia umana...ergo io non crederò a nulla fino a prova contraria come è giusto che sia....altrimenti potrei dire "ehi esistono uomini che volano con la mente per davvero" e tu diresti "non è vero" e io "dimostrami che non esistono" e la vedo dura dimostrarlo...solito concetto....poi oh è solo il mio modo di vedere le cose ed affrontare la vita, metto in dubbio tutto fino a prova contraria :)
@@niccolo_tommasi no non mi trovi d'accordo mi spiace, come ho già detto sopra...in pratica tutto si riduce a due situazioni: 1- Qualcosa di esterno alla tua fantasia ti ha dato prova che esista una entità come Dio, benissimo mostrami la prova. 2- Non capivi qualcosa e ti sei inventato il concetto di Dio e siccome non puoi dimostrare che esiste ti inventi che non è comprensibile, quindi ti scrolli di dosso l'onere della prova perché ti fa più comodo ed è proprio così che le religioni hanno da sempre fatto. Conclusione, non è doveroso dimostrare la non esistenza di un qualcosa come Dio ma bensì il contrario perchè, fino a prova contraria, non accade nulla intorno a noi a lui attribuibile e se accade dimostratemi che è attribuibile ad una entità che rientri in tale definizione perchè ad ora praticamente tutto riusciamo a spiegarlo, anche se a volte ci vogliono anni.
Purtroppo il concetto sociale che abbiamo di Dio, ci allontana da facoltà che rendono l’uomo uomo, la spiritualità, il senso del sacro, l’esperienza mistica, la ricerca interiore, la curiosità verso l’esistenza. Queste facoltà sono le base per espirimere la nostra innata potenzialità nel trovare un senso alla vita, per viverla pienamente.
WesaChannel la colpa è nostra,che permettiamo alla religione d condizionare la nostra vita.Siamo nel 2018 e c è gente che crede alle favole dei libri sacri del nulla! Sono più probabili gli avvistamenti UFO, che le minchiate scritte nel Corano, bibbia,e vecchio testamento!!!🤘📣🤘
Wesa sono contro la religione. Non credo in buddha, non credo in dio neanche ad un gesu biondo con la barba. Ma credo che parlare di agnosticismo sarebbe piu azzeccato, non escludo nulla. Probabilmente si tratta di energia eterna, di anima. Ma escludere tutto a priori per una questione scientifica non vuol dire che NON SI CREDE. In realtà penso che l’ateo è un credente. Lui CREDE nella non esistenza di dio...
Corrado R. Ma non è una scelta. Dal momento che non esiste prova e controprova, il NON credere in dio ha esattamente lo stesso valore del CREDERCI. Quindi evitiamo di fare i filosofi, i teologi o gli scienziati. Finche non muoriamo non sapremo MAI se esiste qualcosa oppure no. nel frattempo non bisogna ne credere, ne rifiutare dio. Si chiama Agnosticismo. Accetto tutto, accetto il fatto che esista un dio, accetto il fatto che siamo stati creati in laboratorio da esseri superiori e accetto il fatto che non esiste nulla.
Beh il dogmatico religioso implica anche l'accanimento terapeutico (vedi gli ultimi casi in Italia ), il creazionismo ( si pensi che in America c'è buona fetta di popolazione che crede alla teoria della creazione divina, lì l'evoluzionismo è spesso ostacolato nelle scuole ), il terrorismo e la violenza religiosa che si sta sviluppando in ogni parte del mondo ( Israele Palestina, Europa, varie pari dell'Africa, Birmania ) ... personalmente la mia esperienza religiosa si è fermata con la comunione ... andando avanti quel mondo mi faceva paura, sul serio.
La Bibbia da una risposta disarmante "Infatti le sue qualità invisibili - la sua eterna potenza e divinità - si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose che ha fatto. Essi dunque non hanno giustificazioni," romani 1:20...
@@WesaChannel Sono tutti fuori strada. Mi sono sempre chiesto che desiderio potrebbe avere un individuo ipoteticamente onnipotente ??? Senza pensare troppo mi stavo ponendo un paradosso molto interessante. Il paradosso ontologico dell'onnipotente . Dio stesso ebbe bisogno del libero arbitrio per realizzare od esaudire il suo unico desiderio che sarebbe la comprensione. Cioè la formazione spontanea dell'ordine nel bel mezzo del caos o del disordine. Ecco perché il disordine in questo universo aumenta sempre. É fondamentale e deve necessariamente anticipare tutto.
@@WesaChannel inoltre fu neccessario per Dio stesso morire, sul piano delle cose. Aveva ragione Nietzsche. Sarebbe stato un tiranno se fosse rimasto fisicamente tra noi. Però siccome desidera solamente comprensione dovette rifugiarsi nel mondo delle idee. Per desiderare di rinascere infinito o speranza nelle teste degli individui pensanti. L'onnipotente è eterno, ma anche il suo unico desiderio , cioè la comprensione. Infatti mai si finisce di imparare.
@@WesaChannel pps: soluzione al paradosso Dio infinitamente buono incapace di fare del male..? - ma scusatemi bene, ma se Dio ci ha lasciato liberi anche in quello, Dio ci ha lasciato liberi di farci pure del male da soli, ecco perché rimane contemporaneamente buono, ma nello stesso tempo in grado di lasciare il male correre. Anche il dolore è indispensabile. Perché se emulassimo Dio e desiderassimo comprensione anche noi. Allora la prossima volta potremmo evitarlo, il dolore. Facendo infine contenti noi stessi ma anche Dio. Perché quando capiamo le cose, automaticamente siamo entusiasti. Connessi emotivamente con l'assoluto. L'assoluto invece è sempre contentissimo, perché si realizza sempre il suo unico desiderio nel tempo.
Pur non condividendo ho messo "mi piace" al tuo video per la passione e per l'abilità nell'esprimere il contenuto. Certo, il tema è ambizioso ma apprezzo il tuo coraggio. Ritengo di dover fare alcune precisazioni su ciò che non condivido: -dialogare può significare anche solo presentare il contenuto del proprio pensiero senza dover per forza arrivare a una sintesi o ad un cambio di partito. Un ateo e un credente che esprimono le loro convinzioni hanno dialogato, pur rimanendo entrambi nella posizione originaria di partenza. - che il Dio "sensibile al cuore" sia un paradosso. Esso ha anche una forte base filosofica. - il Dio cristiano non è solo il frutto di un argomento ma è una esperienza fatta di fronte al fatto della resurrezione di Cristo. Gli apostoli non hanno mai filosofeggiato su Dio ma semplicemente raccontato quello che hanno visto. I cristiani non sono teisti, ma cristocentrici. La fede parte dal fenomeno della resurrezione .
Non sono sicuro che l'adesione dell'intelligenza al dogma sia necessariamente "dogmatismo". C'è il rischio, nel ragionamento, di identificare la fede con la violenza. Il che non è vero né giusto verso chi crede, anche se condivide questa fede e la professa pubblicamente con altri.
+The Scribe's Treasure Certo, occorre distinguere fra la violenza fisica del fondamentalista e quella solo argomentativa del dogmatico. Ciononostante, secondo me l'atteggiamento inflessibile di chi, per definizione, ragiona su assoluti che non può rettificare, è in qualche modo violento verso chi invece adopera assunti strumentali in quanto rivedibili. A un certo punto, il dogmatismo deve in qualche modo "collassare" in un principio di autorità cui devi obbedire o disobbedire. In questo senso, la massima concessione che un dogmatico può fare in una discussione è "concederti" di avere torto, il che è paternalistico tra l'altro.
Ciao e grazie per la tua attenzione. Io sarei prudente nell'applicare l'etichetta di "violento" a chiunque aderisca all'esistenza di Dio o a qualunque altro assioma religioso - che so io, la resurrezione di Cristo - per fede, cioè per adesione volontaria. Perché questa posizione, presa nuda e cruda, conduce, quasi per conseguenza logica, alla negazione della più fondamentali delle libertà, quella religiosa e di coscienza. P.es: è violenza portare simboli religiosi o costringere qualcuno a nasconderli? è violenza praticare una religione o perseguitarla? Perché se tu ritieni violento chiunque crede (cioè aderisce a una verità non dimostrabile che applica, bada bene, al SENSO della propria vita) allora chiunque crede in qualcosa, anche senza poterlo dimostrare, è violento intellettualmente. Forse sarà paternalista verso di te, appunto, ma non violento. Sarò fastidioso, ma non minaccioso. Non ledo alcun diritto. In politica questo è evidente, perché accade continuamente. In politica o in morale non lavori sui fatti, ma sul SENSO, appunto, di essi, perché lavori su una finalità, su un progetto. Sono molti infatti i campi in cui introduci una nozione di finalità (o di "senso") che col cavolo puoi ostendere alla Carnap. Molte cose che non hanno senso scientificamente, hanno senso, eccome nella vita. Sulla questione, più che a Hume, preferirei ispirarmi a Locke.
Non ho mai detto che chi crede è violento in quanto credente, lo è nel momento in cui discute con qualcun altro cercando di convincerlo ma giocando, argomentativamente, sporco (non può cambiare opinione a priori). Ovviamente non è una violenza fisica, ma morale (la violenza non è solo fisica, il termine calza eccome). Il dogma è il pilastro della disonestà intellettuale, ma questa disonestà uno può anche non praticarla mai e in tal caso nessuno potrà sindacargliela, ci mancherebbe. Discorso Carnap: è lapalissiano che usiamo tutti i giorni concetti non ostensivi, e non è colpa mia se l'esistenza di Dio, al contrario di concetti come "giustizia" o "amore", pretende una "esistenza" non figurata e, soprattutto e a differenza di altri concetti astratti, non negoziabile. Da semiotico posso dirti che il significato è sempre il frutto di un negoziato intersoggettivo e che il dogma pretende di chiamarsi fuori da questo lavoro collettivo in quanto Vero a prescindere (che la cosa sia paradossale è palese, ovviamente, nessun concetto precede il negoziato pubblico della attribuzione di significato ma Dio, sostiene chi crede, non è un concetto, bensì un ente reale con tutti i suoi attributi magici).
Un'argomentazione non è né morale né immorale. Può essere solo corretta o scorretta. Dire "Il dogma è il pilastro della disonestà intellettuale", presuppone purtroppo un corto circuito tra dogma e malafede. E' proprio questo che contesto. Magari non è quello che tu VUOI dire, ma è quello che se ne può facilmente concludere. L'asserzione tradisce - se presa come suona, preciso - anche il presupposto, a volte nemmeno tanto velato, che la fede sia un male di per sé, e lo sia proprio in senso deontico, non logico. Sarebbe esatto invece dire che argomentare in base alla fede, in certi contesti (molti), è una minchiata. Ma in CERTI contesti, non in assoluto. Dunque, a mio parere, sarebbe in realtà più esatto dire che "usare un argomento SAPENDO che esso è scorretto, ingannando cioè consapevolmente il proprio interlocutore, è intellettualmente disonesto". Ora tutto dipende proprio, come giustamente dici, dalla negoziazione intersoggettiva dei significati. Concordo. Ma due teologi, tanto per fare un esempio, possono trovarsi a discutere e a lungo e avere posizioni opposte, su un dogma o una sua interpretazione (anche quelli si interpretano) senza doversi accusare reciprocamente di eresia (spesso lo hanno fatto, ma sai, so' ragazzi...). Due teologi che si confrontano hanno stabilito, in precedenza, più o meno consapevolmente, ma sicuramente "socialmente" le regole del gioco cui stanno giocando. Certo, a chi non fa teologia non frega un tubo. Ma se a me piace il calcio, perché tu, che giochi a rugby mi devi venire a rompere i maroni? (vedi "i giochi linguistici" di Wittgenstein e "La costruzione della realtà sociale" di Searle...). Anche il rapporto tra Dio e metafora richiede qualche precisazione. In realtà, non è affatto vero, p. es., che di Dio non si possa parlare in maniera figurata, perché, tanto per farne menzione, uno dei cavalli di battaglia della teologia è il discorso analogico. E la metafora è solo una delle tante figure possibili del linguaggio analogico. Non si parla infatti di Dio nella Bibbia (e non solo) anche (e spesso soprattutto) in parabole? Quindi Dio non è una metafora (corretto) ma ne posso parlare in metafore. Eccome. Il problema nasce quando appunto, mondi diversi si incontrano e nascono significati nuovi o periscono quelli vecchi. Lì ognuno argomenta come gli pare, a torto o a ragione, e spesso facendo appello persino alla retorica o ai sentimenti, anche magari sparando ca**ate col botto, ma non necessariamente in malafede. Si trova di solito una soluzione - o più semplicemente una buona convivenza - quando appunto, si ridefiniscono i significati e si ritrovano dei valori comuni. E anche il dogmatico lo fa, interpretando, p. es., il dogma in modo diverso nel corso della storia del pensiero religioso. Non è avvenuto così anche nello scontro tra Galileo e Bellarmino? Nessun teologo interpreterebbe più il dogma dell'ispirazione come si faceva cinquecento anni fa. Ma persino l'idea di Dio si può interpretare in molti modi, senza necessariamente mettere in discussione la fede. De-finire un dogma (la chiesa ha fatto crescere l'albero dei dogmi nel tempo) non è aggiungere altri assiomi o rivederne altri alla luce di un problema nuovo? Lo facciamo in fondo tutti nella vita. Lo fa la scienza quando rivede le sue teoria. Lo fa il batterio quando si adatta al suo ambiente. Ancora un esempio? E chi ha detto che in teologia (o in filosofia) Dio si debba intendere come UN ENTE che ha degli attributi? lasciamo perdere "magici", faccio finta di non aver sentito... Questa de-finizione non troverebbe d'accordo tutti i teologi ed è un problema serio. Infatti, in teologia, o almeno in molte teologie, Dio NON è nemmeno "un ente", ma l'essere fondamento di ogni ente e NON ha attributi se non analogici. Per farla breve: se io teologo entro a gamba tesa in un campo che non è pertinente, può essere che non sia in realtà disonesto, né violento, né in malafede, ma semplicemente un po' coglione e presuntuoso. Ma lo stesso accade, in maniera simmetrica, quando un non credente, o un profano della materia, si mette a discutere di teologia e di religione. Non avviene sempre, ma avviene. Per concludere (scusa se mi è partito il pippone): la chiave di ogni discussione è la buona volontà, non il disconoscimento del dogma nella mente del credente, per quanto questo possa far sorridere di altrettanto - a volte - paternalistica sufficienza.
ma la scienza non può indagare ciò che è aldilà del materiale, si crede a Dio perchè lo si sente a livello spirituale. io posso avere dio come dogma ma posso comunque accettare le critiche
La scienza non può indagare nello spirituale perchè lo spirituale è irrazionale, sono sentimenti e sensazioni. Io posso sentire in me la positività, ma non è vero che esista, è un concetto che nasce nella mia mente e nel momento in cui la considero vera, crea degli impulsi nel mio cervello che provoca in me delle sensazioni, stop. Stessa cosa quando pensiamo a dio che ci protegge, o dio che è con noi, o un nostro parente morto che ci osserva e ci aiuta. Provoca in noi delle sensazioni positive poichè ci focalizziamo sul pensiero a livello spirituale e in quel momento ci sentiamo soddisfatti e il nostro cervello manda dei segnali al corpo e delle sostanze vengono emesse. Come quando senti dire che abbracciando una persona si diventa piu' felici perchè il corpo emana una sostanza, come quando senti che amando una persona e pensandola il tuo corpo ne rimane soddisfatto e ti fa stare felice, è perchè il cervello manda degli impulsi al corpo. Tutto ciò che senti è scientifico, logico, molecolare, la spiritualità è questo.
Ancora una volta mi trovo d'accordo con un tuo ragionamento! Vorrei sollevare una questione, secondo te è intellettualmente più corretto essere ateo o agnostico?
+MisterSteveP Agnostico, per i motivi di inizio video. Ma io dico sempre che sono filosoficamente agnostico (è più corretto come definizione) e politicamente ateo (a fronte delle ingerenze dei culti verso lo stato laico meglio essere chiari) ;)
atheism.about.com/od/aboutagnosticism/a/atheism.htm Poni una domanda priva di senso, perché "ateo" e "agnostico" sono termini descrittivi che riguardano due campi diversi (fede e conoscenza).
Personalmente trovo risposta alla mia domanda in ciò che ha detto Wesa. Ti consiglio la lettura delle definizioni che Treccani dà ad entrambe le parole: www.treccani.it/vocabolario/ateo/ www.treccani.it/vocabolario/agnostico/
Sarò un po' in ritardo, ma commento comunque ahaha Ottimo video, devo dire. E parlo da credente. Argomentazioni chiare e dritte al punto. Sono d'accordo con te, la chiesa (come istituzione) è piena di difetti. MA sono ancora convinto che ci sia un Dio (o più di uno, chi lo sa)? E preferisco credere che non, tanto anche se mi sbagliassi non potrei accorgermene.
secondo me nel viedo tocchi sicuramente molto di più il fattore religioso che si è creato attorno alla figura di Dio, tutte queste regole e costrizioni... è come se l'uomo abbia voluto fare proprio qualcosa che non ha potuto o non può comprendere, tant è che se penso al cristianesimo al giorno d'oggi mi sono fatto un idea completamente diversa da quando ho letto la raccolta di libri snobbata da tutti conosciuta come la Bibbia, anzi, devo dire che il catttolicesimo non si avvicina nemmeno al messaggio che Gesù volle trasmettere, un messaggio che tende al miglioramento personale e nelle relazioni, te ne consiglio veramente la lettura e l'approfondimento(soprattutto del nuovo testamento, che il vecchio è un po un mattone eccetto il libro dei proverbi che è molto speciale).Per il resto continua così, amo davvero tanto il tuo lavoro su youtube, serve gente che porti sempre più al ragionamento personale :)
Secondo me non ha senso l'esistenza di tutto ciò che abbiamo attorno e di noi stessi. Ci dev'essere qualcosa che non rientra nella fisica e che ci ha creati.
Il Divino non è questione di dimostrazioni, è questione dell'Essere. Se tu vuoi dimostare qualcosa, è perchè ci sei, altrimenti chi potrebbe dimostrare? Ecco che prima della dimostrazione c'è l'ESSERE.... quello è Dio. Se tu ci sei, è perchè esiste l'Essere, quindi esiste Dio, perchè Dio significa l'ESSERE di tutte le cose.
Bellissimo video. Non sono molto d'accordo quando dici che credere in Dio riempia un vuoto, come se credere in Dio facilitasse il compito dell'esistenza. Al contrario credo che credere non sia facile (io credo ma quando qualcuno mi chiede dove fosse il mio Dio quando un bambino di 5 anni è morto di leucemia, non so cosa rispondere) e anzi, talvolta molto più complesso che non credere (e quindi attribuire tutto al caso). Non so, magari mi sbaglio, ma non credo che la logica umana (che gli atei spesso usano come arma per sentirsi sempre un po' superiori a chi crede) riesca sempre a spiegare tutto. Saluti
Caro Andrea, ho pensato molte volte a dove si trovi Dio quando accadono eventi orribili ed ingiusti. Dopo lunga ricerca interiore, la mia opinione é che certe domande vengano poste da chi concepisce Dio come il misericordioso concettualizzato dal cattolicesimo. Il divino, che personalmente credo sia da ricercare dentro di noi e non all'esterno, potrebbe non essere polarizzato verso il bene; con ciò non implico sia malvagio, ipotizzo solamente il fatto che gli eventi materiali e fisici non siano causati da esseri celesti. Molti vedono Dio come un gamer onnipotente che gioca a The Sims con gli esseri umani, quindi credono che "non si muova foglia che Dio non voglia". Personalmente penso che la questione sia differente e molto più profonda, ma chiudo il commento per non andare avanti un'ora! :)
Ciao Andrea, cerco di risponderti sulla questione del vuoto, o perlomeno provo a spiegarti la mia interpretazione delle parole di wesa. Avere fede comporta a colmare un vuoto dentro noi stessi, perché ci fa sentire più sicuri, ci consente di evitare le grandi domande della vita e rispondere ad esse: "Grazie a Dio". Anche involontariamente, trovare una risposta ad un problema che ci si pone davanti ci dà sicurezza, anche se quella risposta non è certa. Un po' come se catalogassi come pazzo chi si butta dal quarto piano, perché tanto io non lo sono, quindi io non mi potrei mai trovare in quella situazione. È come se ci escludesse dalle difficoltà, piuttosto che invogliarci ad affrontarle. Ed ecco quindi che l'albero della conoscenza fa peccare Adamo ed Eva, perché la salvezza è non farsi domande (per i cristiani).
@@pierpaolo2979 Credo che il messaggio non sia molto legato al fatto che l'albero rappresenti la cognizione, ma la ybris commessa da Adamo ed Eva nella speranza di diventare pari a Dio: dal primo peccato nasce la cognizione del bene del male
@@giuseppeagresta1425 Infatti la tracotanza sta proprio nel cercare di andare oltre i limiti dell'uomo e si spiega perfettamente col pomo della discordia: cedendo alla tentazione della conoscenza l'uomo non attribuisce ogni cosa a Dio, ma è in una ricerca senza fine. Al contrario, la virtù divina è il non desiderare, infatti Ulisse viene posto da Dante nell'Inferno proprio per il voler andare oltre i limiti dell'uomo, mentre in paradiso gli angeli non hanno desideri (e quindi non hanno la necessità di cercare la verità).
Io so che quando Qualcuno vuol farsi conoscere, lo fa presentandosi per nome. Dio l' ha fatto a Suo modo, creando anche un' importante opera di predicazione in tutta la terra in modo che tutti sappiano cos'a Egli ha da riferirci. Ispirando ed istruendo tante persone nel proposito di condividere tutto ciò di importante che hanno imparato. Io penso che tutta la creazione materiale è parte di un sapiente progetto. Dopotutto basta sfogliare ricerche ed articoli per vedere quanto precisamente sono fatte le cose materiali, sia nelle loro funzioni che nelle loro peculiarità difficilmente osservabili. Non è un caso che l' uomo per le proprie invenzioni si ispiri troppo spesso ad una natura già precisa. Peccato che si ispiri maggiormente per distruggerla che per creare qualcosa di necessario.
Ehy Wesa, fai un video in cui parli della Divina commedia? Come mai i filosofi vengono collocati nell’inferno? Perché semplicemente non avevano conosciuto Dio? O perché queste figure allontanavano la gente dalla religione per usare la razionalità... in generale cosa ne pensi? Secondo me potrebbe venirne fuori un video interessante Ciaooo :)
Scusa....a quali filosofi ti riferisci? Agli Epicurei? Perché quelli sono gli unici filosofi che compaiono all'inferno, in quanto negavano l'esistenza dell'anima immortale, e solo per quello.
Il video è interessante, hai un'ottima preparazione e una buona dialettica. Non sono d'accordo su due punti "l'esistenza di Dio è un dogma" e "se non credi in un dogma non sei un vero cattolico". (se devo essere sincero è anche un po' troppo ridondante il discorso sui dogmi, anche poichè ragionandolo in tale modo, a rigor di logica tu stesso stai ponendo a tua volta un dogma, cioè che chi porta dogmi in un confronto a priori commette un'errore, appunto stai creando un altro dogma, indirettamente). L'esistenza di Dio non è un dogma, per esempio chi crede per fede, chi ha conosciuto Dio in modo innato, le primissime religioni, gli indiani d'America, o tutti quegli altri popoli che non hanno reali religioni, ma solo usanze e tradizioni. Già qui non è un dogma. Ma anche affrontando la società occidentale, chi arriva a credere per ragionamento crede in Dio in quanto ha avuto delle valutazioni (siano esse sia scientifiche sia metafisiche e trascendenti, in quanto vi si possono trovare prove dell'esistenza di Dio sia nella scienza che nella fede). Sull'essere "veri" cattolici, penso che anche qui sia parte della sfera personale individuale, e che i dogmi siano opinabili, indifferentemente dall'essere o meno cattolici. Fra l'altro, ragionando per assurdo, così come la scienza applica il metodo scientifico (e noi stessi prendiamo per dogmi certe formule, in quanto verificate precedentemente come leggi) per cercare verità scientifiche, perchè non potrebbero esserci delle verità anche a livello di fede ed esistenza di Dio? La violenza non ha a che fare col dogma, la violenza è insita nell'essere umano, e non dipende da altro, poichè viceversa, tu stesso stai creando un nuovo dogma e sei altresì dogmatico (dogma=imposizione=violenza).
Se dai un'occhiata qui intorno troverai diverse discussioni nelle quali rispondo a obiezioni simili alle tue. In più, se vuoi capire meglio la mia posizione puoi guardare gli altri video di questa playlist sul dogmatismo, se ti va ;D
L'unico Dio che conosco di cognome fa Brando
davgian THE WORD!!
WRYYYYYYYY
davgian KONO DIO DA
davgian l'unico Brando che conosco è Dario
TOKI YO TOMARE!
il dio cristiano (e quello delle principali religioni monoteiste) non può esistere.
è un dio onnipotente, che può, sa ed è tutto.
un essere del genere non può quindi avere nessuna necessità, nessun bisogno, è perfetto, e qualsiasi necessità lo renderebbe imperfetto, vorrebbe dire che c'è qualcosa al di sopra di lui, qualcosa cui lui è soggetto (quindi non sarebbe quel genere di dio onnipotente)
un dio senza necessità, però, non ha volontà, la volontà è data dai bisogni, anche il solo fatto di pensare è dato da un senso di insoddisfazione attuale che ci porta a cambiare status quo.
il fatto che noi camminiamo, pensiamo, abbiamo idee e facciamo cose è dato dal fatto che abbiamo bisogni, necessità da soddisfare, altrimenti saremmo immobili, senza coscienza.
ecco che un essere onnipotente non può avere volontà e coscienza, quindi anche se per caso dovesse esistere non ci sarebbe alcuna differenza
prova a pensare di eliminare gradualmente tutti i tuoi bisogni:
togli il bisogno di bere, di mangiare, di dormire.. bello, un sacco di tempo in più e preoccupazioni in meno
proseguiamo, togliamo il bisogno di andare in bagno, di una temperatura ideale, ecc.. meglio ancora
togliamo il bisogno di divertirsi, di conoscere persone ecc
togliamo via via TUTTI i bisogni. ecco che sei un essere perfetto.
ma cosa rimarrebbe di te? cosa faresti a quel punto? niente, non faresti niente perchè se c'è qualcosa che ti spinge a fare qualcosa vuol dire che non hai tolto tutti i bisogni.
Jolly Roger non è però caratteristica di un essere onnipotente anche essere superiore alla logica e quindi fare cose come, per esempio, essere allo stesso tempo umano e divino? Purtroppo è un dilemma irrisolvibile
è quel "fare" che gli manca, gli servirebbe una spinta a fare, ma niente può dare una spinta a fare a un essere onnipotente, quindi non fa
Inoltre un essere onnipotente , onnipresente e infinitamente buono non può esistere , perché se fosse onnipresente implicherebbe la sua presenza anche nel male e questo preclude la sua bontà , inoltre un essere onnipotente non può esistere per definizione , riporto il famosissimo esempio del masso inamovibile anche se credo che renda meglio l'idea il masso indistruttibile , la questione è: Dio può creare un masso indistruttibile? Se può non è onnipotente perché poi esisterebbe qualcosa che è oltre le sue capacità , se non può non è onnipotente perché non avrebbe le capacità di creare qualcosa.
Damiano Ledda in realtà quel dilemma è risolvibile se Lui abbassa volontariamente la propria potenza e dopo aver creato il masso la rialza, in quel caso è sia indistruttibile che no
claudio cozzi No perché obbligherebbe un essere onnipotente a limitarsi , e questo lo renderebbe NON onnipotente , non è assolutamente risolvibile in questa maniera. Inoltre non potrebbe distruggere quel masso , se il masso è indistruttibile , lo è punto, nessuno ha mai detto che indistruttibile significa che per distruggerlo serve un pelo più della tua potenza.
incredibile come hai esposto chiaramente quello che io più o meno penso, e facendomi riflettere su quello che io penso
Ti ho iniziato a seguire da poco e sto recuperando alcuni tuoi video. Porti argomenti interessanti e lo fai con un format decisamente piacevole. Complimenti
Mancano quattro zeri ai tuoi iscritti, amico mio.
arriveranno, ne sono sicuro (anzi è un dogma)
Mi hai tolto le parole di bocca (o dalla tastiera?)
dai no, o volevo scrivere io :'(
Ti ho scoperto ieri ed ho guardato alcuni tuoi video.. Potresti diventare il mio TH-camr preferito poiché crei video di alto interesse, portando a riflettere i tuoi spettatori in un discorso ben strutturato e acculturato.. Per non dire che facciamo praticamente gli stessi discorsi xD Questo video mi è piaciuto in particolare, sarebbe bello vederlo portare in una live, dove magare poter intervenire.
Lo segui ancora dopo quattro anni?
@@masterjunky863 poco, dipende dal video, ha cambiato un po' target. Come mai?
Il massimo sarebbe un video in cui sentirti dialogare sull'argomento in diretta con un bravo teologo, tipo un prete di livello!
Poeta povero Non si discute coi teologi, finiamola di trattare la teologia come fosse una scienza comparabile a quelle note all'uomo. La teologia si fonda su ipotesi non certamente vere, assolutamente opinabili, le nostre scienze no. La teologia si ripropone di arrivare a delle tesi, partendo da quelle ipotesi falsate, attraverso processi NON LOGICI. La scienza si ripropone di arrivare a delle tesi partendo da ipotesi attraverso procedimenti logico-matematici ,e ,dunque, universalmente validi. Se tu mi dici che durante l'eucarestia lo spirito santo discende sull'ostia, lo fai perché ci credi, perché sta scritto su un libro, non perché sia qualcosa di dimostrabile. Nel momento in cui un chimico ti dice che il pane non può divenire carne se non attraverso processi di manipolazione nucleare (e lo dice perché dimostrato), tu non puoi fare altro che rimanere in silenzio. Finiamola di dar valore a tutte le ipotesi possibili. Io non dico che Dio non esiste, non mi stanno nemmeno sul cazzo i credenti, ma finiamola di ricercare un presunto dialogo fra universi paralleli.
Una volta mi sono pure sentito dire che la meccanica quantistica fosse il portale d'unione fra la fisica e la fede... Per favore, torniamo seri.
Basta andare a vedere la Hackerman che parla con un vescovo.
La hackerman lo smerda e lui: "ma quando mia madre mori', io sentii l'esperienza, l'esperienza è osservazione, l'osservazione è teoria, la teoria è scienza!!!11"
Peccato che l'esperienza SOGGETTIVA dei tuoi SENTIMENTI non sia SCIENZA.
Al massimo PSICOLOGIA.
Dio non ha niente a che fare con la scienza, chi si vuole mettere in mezzo è libero di farlo, ma il dio cristiano in primis, non ha senso di esistere, al massimo un "dio" al di fuori dell'universo, creatore di esso, potrebbe esserci, ma sicuramente tutti gli dei in cui credono ora nel mondo, non sono altro che false statuitine messe li' per prendere in giro altri e far girare soldi.
Quando non sanno cosa dire se ne escono con devi avere fede, ma per favore, le religioni esistono solo perché gli uomini hanno paura della morte
non serve ,,rifletti e basta ,un dibattito su qualcosa che non si puo' dimostrare a che serve ?
Ti seguo da poco, e sono sorpreso di come tu riesca ad affrontare argomenti estremamente complicati con una semplicità pazzesca, posso solo immaginare il lavoro che c'è dietro. Ringrazio opionioni moleste per la collaborazione che mi ha permesso di conoscerti, sono davvero felice di "conoscere" una persona come te! Continua così!!
Che meraviglia sentir parlare di questi argomenti qui sul tubo! Io cerco di farlo a modo mio, sfruttando la satira. La religione non è altro che una dittatura mentale, che spesso poi la storia ci insegna diventa una dittatura vera e propria. Hai centrato secondo me il nocciolo fondamentale: Non può esserci alcun dialogo con chi sbandiera il vessillo della verità divina, non può esserci confronto, non può esserci quell'arricchimento importante che viene da due opinioni diverse. Qualcuno diceva che la fede non è altro che la sospensione della ragione.
Bel video, mi è veramente piaciuto. Ti ringrazio di aver dedicato il tuo tempo in questa maniera :)
Secondo me, cercare prove che dimostrino l'esistenza di dio è una cosa priva di senso, inutile: al fedele, quello vero, non servono prove, perché per lui l'oggetto della sua fede è già reale. Lo so che la mia potrebbe apparire un'argomentazione degna di un prete, ma è il semplice buonsenso a suggerirmela: se noi fossimo certi dell'esistenza di dio, staremmo tutti lì inginocchiati davanti a lui, pronti a servirlo, perché consci della sua potenza e impauriti da quello che potrebbe farci se non gli ubbidissimo; ma a quel punto saremmo servi, non fedeli: avremmo paura di lui, e non rispetto e amore.
Non capisco quale sia la differenza. Per un fedele la prova inconfutabile della sua esistenza c'è già ed è la fede. E in virtù di essa si inginocchia pronto a servirlo perché teme le conseguenze in caso di disobbedienza. Chi crede è quindi un servo con tanto di prova fornita da dio. Se si palesasse, non farebbe altro che fornire altre prove oltre alla fede, che di per se è già una prova sufficiente per il credente, per coloro ai quali la fede non basta. La sostanza dunque non cambierebbe: si tratterebbe solo di avere prove diverse per persone diverse, tutto qui. Questa storia della libertà di credere è una delle tesi più sciocche e illogiche tra tutte quelle che i teologi hanno formulato nel corso della loro secolare opera di mistificazione.
Fidati, sei degno di un prete, perchè mi spiace dirlo, ma di buon senso non c'è nulla nel tuo pensiero.
Conoscere o non conoscere, attraverso la fede ti rendi comunque servo. Solo che vi rendete servi di qualcosa che non APPARE. (Lasciamo stare il discorso esistenza o non)
Dio effettivamente non appare a NESSUNO. Se un credente X dice di sentire presenze è semplice soggezzione, se io fisso il vuoto, buio, alla fine ci vedrò qualche forma, (probabilmente inquietante), ma solo perchè io ci sto pensando, solo perchè guardo il vuoto, se mi limitassi a girarmi nella stanza illuminata, vedrei un letto, una scrivania, un armadio. Vedrei ciò che posso toccare, vedrei qualsiasi cosa nella stanza. Invece nel vuoto non puoi vedere nulla, non puoi conoscere nulla, perchè è buio, non APPARE nulla.
Mi spiace essere arrogante ma, le robe tipo statuine che piangono etc. sono troiate assurde che non prendo nemmeno in considerazione. Dio anche se esistesse NON APPARE. Una cosa che NON APPARE, una cosa che non puoi percepire con nessun senso, effettivamente non esiste. E non venitemi a dire che potrebbe esistere un macchinario in grado di rivelare dio, perchè è na boiata.
Temo che entrambi non abbiate compreso a fondo il mio commento.
Uzino 80. La differenza c'è, eccome: se Dio mostrasse se stesso, per il fedele non cambierebbe molto, è vero, la sua fede diventerebbe solo più forte; per il non credente, invece, cambierebbe tutto: l'essere che prima rinnegava gli è ora apparso davanti agli occhi, ed ora lui è costretto a obbedirgli e a seguire le sue regole, pena la dannazione eterna. Se Dio dimostrasse la sua esistenza (o se altri dimostrassero la sua non-esistenza) verrebbe a mancare il beneficio del dubbio o, in altre parole, la libertà di credere VOLONTARIAMENTE in lui. Da suoi servi per scelta (i fedeli) diventeremmo tutti suoi servi per costrizione (perché, se Dio si mostrasse, a quel punto solo un pazzo continuerebbe a negarlo, pur avendolo davanti agli occhi).
Kato Masaru. Il buonsenso c'è in quello che ho scritto, al contrario di come pensi tu. Come ho già scritto sopra, credere in Dio è una scelta, che il singolo prende individualmente e consapevolmente: ora che non sappiamo se Dio esiste oppure no (forse in futuro sarà diverso, chissà), decidere di sottomettersi a lui è una scelta volontaria, dettata dall'amore e dalla fede che si prova in lui (e anche dalla voglia di ottenere una ricompensa eterna, non lo nego neanch'io). Se Dio apparisse, come hai scritto tu, dimostrebbe la propria esistenza, e questa possibilità di scelta verrebbe a mancare: tutti quanti noi diventeremmo suoi fedeli (o meglio, servi), ma non per amore, volontariamente, ma per costrizione, spinti dalla paura di ciò che ci accadrebbe se continuassimo a non seguirlo, a non ubbidirgli.
La fede non è una prova secondo la Chiesa Cattolica di Roma, tanto che rifiuta il Fideismo( credenza in un Dio per fede e senza alcuna dimostrazione) perché convinta di poterlo dimostrare. Inoltre la maggior parte delle divinità(quelle delle varie religioni intendo) non sono "opprimenti", ma ci lasciano liberi di agire, anche perché dimostrare il contrario sarebbe molto difficile
+Piermario Di Mauro
Anche se Dio comparisse non è detto che tutte le persone lo considereranno "venerabile", in particolare se la sua biografia si scoprisse vera, quindi la libertà di mandarlo a quel paese ci sarebbe comunque.
La libertà di credere scompare nel momento in cui porti l'infedele all'inferno. Sinceramente, più che libertà lo trovo un gioco sadico di una mente malata. "Te fai quel che vuoi, ma poi ne pagherai le conseguenze." Come un Mafioso che ti rompe le gambe se non gli paghi la quota, con il difetto che il mafioso in questione nemmeno te lo dice di persona questa regola, in modo da lasciarti la libertà di ritrovarti con le gambe rotte.
Non possiamo dimostrare la non esistenza di un DIo, ma possiamo dimostrare la non esistenza del Dio Cristiano.
mmh... ti riferisci ai lavori di Biglino?
Biglino è un ottimo esegeta, che però lavora sul discernimento "materiale" della Bibbia in quanto libro. Secondo me il Dio cristiano ci è stato posto in maniera "conveniente" e penso vada rianalizzato per essere concettualizzato opportunamente. :)
Ma quindi come puoi dimostrare la non esistenza del Dio dei cristiani? Seguendo il ragionamento del video nessuno può dimostrare nulla in ambito teologico, e probabilmente non solo in quello...
Ma non si può dimostrare nulla avendo i " dati alla mano", il salto ontologico tra scienza e religione non può essere fatto. La verità spirituale è intima, poi ci sono coloro che sostengono che al di là dell'interazione chimica non ci sia niente e a quel punto non credo abbia senso neanche discutere. Quando dico che il Dio cristiano ci è stato posto convenientemente intendo il fatto del Dio buono che crea tutto e riposa la domenica, eccetera. La questione della ricerca del divino interiore è molto più difficile, onestamente vedo come puerile il pensare che sia un Creatore che se ne sta nello spazio profondo o in un'altra dimensione. :)
Ah, d'accordo. Però in tal modo, qualsiasi dio è posto in maniera conveniente per qualcuno in un dato momento storico, anche gli dei nordici o l'attuale fantomatico Allah della jihad, travisato esattamente tanto quanto i santi cristiani, che divengono irrimediabilmente idoli pagani, cioè con lo scopo ultimo di rincuorare ed illudere gli "abitanti del villaggio", i consumatori finali.
Non c'è un Dio non conveniente, la fede stessa è conveniente, in quanto ci alleggerisce dallo sforzo di arrivare ad una verità conquistandola. Perfino il dogma della fortuna o dell'amore sono convenienti, a modo loro. Non so e mi spiego.
Complimenti davvero! Bellissimo video, mi ha fatto riflettere.
Hai stimolato un pensiero molto interessante quando hai parlato di discussione con un dogmatico. La prossima volta che qualcuno tenterà di convincermi di qualcosa in ambito religioso o meno mi ricorderò le tue parole, fermando il suo discorso e domandando: "stiamo discutendo o mi stai imponendo un pensiero?" al 99% la risposta sarà " stiamo solo discutendo." , al che potrà rispondere: "non è vero, dato che fin dall'inizio tu hai cercato di convincere me ma non ci sono modi per cui io possa convincere te a cambiare idea perché di base non vuoi farlo."
Esiste un solo Dio.Si chiama Morte.E c'è solo una cosa che puoi dire alla morte: non oggi.
cit.
Games of thrones!!!❤❤❤
Ciao
sto amando ogni tuo video, anche nelle piccole cose come l'espressività delle tue sopracciglia♡
no se esfuercen, es en vano
La nostra fede è la prova dell’esistenza di ciò che noi non possiamo vedere ne dimostrare coi nostri mezzi limitati
Che cazzata
😂😂😂😂😂😂😂
Video molto intelligente, anche se forse mi sono perso qualche punto in quanto ipnotizzato dalla maestosità del baffo
Secondo me prima dell'intelligenza, la cosa più importante è essere buoni con il prossimo. L'amore per il prossimo è l'unica cosa che rende piena la vita di un uomo. Dio è in questo.
Bellissimo video ;) Bravo come sempre! ;) Un video da far girare inTV ogni giorno per 10 anni.
Sto adorando tutti i tuoi video, che scopertaa!
Tanti complimenti a Wesa, per il bellissimo e profondo lavoro. Dio sicuramente è utilizzato per commerci sociali (per non dire peggio!) che con la ricerca del senso della vita non hanno nulla a che fare. La religione è un fatto reputazionale. In Italia, una volta, un'Azienda, per assumerti, andava a prendere informazioni dal maresciallo dei Carabinieri e, immancabilmente, dal Parroco (non infrequentemente dalla Perpetua!). Un potere enorme. La religione influenza l'opinione pubblica, perchè la gente crede che chi crede in Dio sia più onesto degli altri ... Questo è vero in Italia (io, ad esempio, non conosco mafiosi che si professassero pubblicamente atei...) Ma anche nel mondo ... Quali personaggi, tra i più discutibili, non si contendono gli uomini in fama di Santità (vedi, una volta Madre Teresa?). Non so ... Buona serata, e complimenti ancora.
Sempre interessante tornare ad ascoltare questo video, grazie ancora
Mi sorge una domanda: secondo voi credere in dio vuol dire darne per scontata l'esistenza? Mi spiego: ha logicamente senso dire "io ci credo ma potrei anche sbagliarmi"?
Secondo me no, non ha logicamente senso. Ma questo vorrebbe dire che non avrebbe alcun senso discutere con alcun credente.
Credo che il dubbio sia buono, nel senso che colui che crede può, con onestà intellettuale, concepire la presenza di un'entità superiore senza però identificarla con il Dio cattolico o con altra religione. Il cercatore spirituale non disdegnerebbe nessun credo, nemmeno i politeismi. Credo che la logica potrebbe forse essere: "Credo, ma non sono ancorato ad una professione di fede definita, quindi cerco il mio divino senza preconcetti". :)
Però mi chiedo: si riuscirebbe a discutere con questa persona a prescindere dalla presunta esistenza di questa entità, qualsiasi essa sia? sarebbe per lui/lei un dogma?
Il cercatore spirituale, l'iniziato ai misteri, è uomo di dubbio e non di dogma. Non prende nulla per buono, lui sperimenta! Che ne dici? :)
Mi convince! :)
Se hai voglia e tempo passa dal mio canale faccio video di magia e mentalismo! E alla lunga credo sia materia che c'entra un pò con la spiritualità e il mistero! :)
Il primo video che vedo sul tuo canale! Iscritta all’istante 😁
-QUESTIONE 1
Analizziamo il verbo "credere" senza andarcelo a leggere sul dizionario.
Quando una persona crede ad una frase di qualcuno lo fa perchè si fida di quel qualcuno.
Quindi prende per VERO quel che dice.
Quando non crede ad una frase di qualcuno lo fa perchè non si fida di quel qualcuno.
Quindi prende per FALSO quel che dice.
Quindi alla base del verbo credere vi stanno una PROPOSIZIONE e il suo GRADO DI VERITA'.
Le proposizioni son tali quando sono verificabili,ma nel nostro caso le proposizione vengon ritenute inverificabili(per mancanza di mezzi d'indagine?).
il CREDENTE è chi ad una PROPOSIZIONE ,verificabile o inverificabile,, associa un GRADO DI VERITA'(che sia vero o falso,si o no),indipendentemente dal suo reale grado di verità.
dunque la proposizione in esame è: DIO ESISTE?
il credente dice: SI.
l'ateo dice:NO.
ENTRAMBI(credenti a modo loro) MENTONO A SE STESSI,poichè associano un valore arbitrario del grado di verità in mancanza di verificabilità della proposizione.
IO NON CREDO(nell'esistenza di dio,nelle persone,a me stesso, a niente).
io non associo valori di verità arbitrari a proposizioni inverificabili(non mento a me stesso) e di conseguenza non lo faccio per proposizioni verificabili(altrimenti oltre a mentire a me stesso,non adotterei lo strumenti più adatto a trovare la risposta corretta,il che,avendolo fatto consapevolmente,mi renderebbe un cretino ai miei stessi occhi).
QUESTIONE 2
la questione 1 parlava del verbo ''credere'' e successivamente dava una mia risposta a ''credi nell'esistenza di dio?'',dando come risposta: "per me è irrilevante la domanda,malposta e inconcludente e altrettanto irrilevante sarebbe la risposta".
la questione 2 verte sulla domanda: "CREDI IN DIO" che è ben diversa dal banale credere all'esistenza di dio.
un pò come chiedersi: ''credi all'esistenza degli elefanti?'' la cui risposta,essendo tale proposizione già verificata sarebbe un si.
e poi chiedersi: "credi agli elefanti?" il che sottintende che gli elefanti si esprimano,che tu li capisca e che conseguentemente ''credi in loro'',ossia ti fidi della loro parola.
ritornando dunque a DIO,riponiamo la domanda:" CREDI IN DIO":
se io dovessi CREDERE(rileggere la definizione sopra data) alle parole di qualcuno(per il momento non dio,una persona facciamo),dovrei certamente dargli fiducia,ossia dovrei associare quella piccola dose di arbitrario grado di verità alle proposizioni che espone il soggetto a cui do la mia fiducia.
1)DUNQUE assumo,sino a prova contraria,che le sue proposizioni siano vere(ossia mi fido).
2)Dopo di che aspetto gli effetti,ossia confronto se tale grado di verità arbitrariamente da me associato coincida con il grado di verità effettivo delle proposizioni di chi le espone:
A)Se coincide,tale persona ,almeno sino a prova contraria,è degna di un'altra ,piccola o grande che sia, dose di fiducia.
B)Se invece i due gradi di verità non coincidono,allora tale persona non è degna della mia fiducia.
MA questo non è il metodo del CREDENTE.
Il CREDENTE,come abbiamo detto,associa un valore di verità arbitrario indipendentemente dalla verificabilità o meno delle proposizioni e dal reale grado di verità delle stesse,dunque non utilizza il mezzo del confronto tra gradi di verità associata arbitrariamente e reale.
il CREDENTE mente a se stesso RIGUARDO A TERZI.
(quindi il credente religioso prenderebbe dalle labbra del proprio dio, per l'ateo il problema non si pone,per tutti gli altri,compreso me,rimane da ''GIUDICARE DIO E TRATTARLO DA PARI''.)
Già,perchè altrimenti oltre a mentire a me stesso,non sarei rispettoso della persona di cui mi fido,se lo faccio ciecamente dicendo si a qualunque cosa dica senza pensarci sopra perchè aprioristicamente devo fare così per preimpostazione(ossia credere),è un po come ignorare realmente quel che sta dicendo,un non ascoltarlo pur sentendolo.
e questa era la seconda questione
QUESTIONE 3:
Supponiamo che la questione 1 abbia un risposta e sia affermativa.
E sospendiamo la questione 2 perchè di questo dio non sappiamo niente tranne che esiste.
se questo è un dio secondo definizione: creatore,onnipresente,onnipotente,insomma onni-onni, questo implicherebbe una sorta di ''gerarchia'',in cui 1 soggetto,arbitrariamente,senza il consenso di nessuno,ha deciso di creare forme di vita meno sviluppate di lui in un universo che localmente ha risorse finite.
Quindi una sorta di ''DISUGUAGLIANZA DI FONDO''.
la creazione E' LEGITTIMA?
quindi potrebbe entrare in gioco la nostra etica e la nostra morale e di per se una risposta alla QUESTIONE 2 dipenderebbe da 2 casi:
1): se dio è onni-onni,tale disuguaglianza sarebbe volontaria e dunque,secondo la nostra etica e morale, dovrebbe essere un:
NO, non credo in dio perchè ha creato una disuguaglianza di fondo==> non si merita la mia fiducia.
2)se dio non è onni-onni(e sto punto cade la definizione di dio),ossia la disuguaglianza di fondo è frutto di leggi che lui non può mettere in contraddizione le une con le altre,quindi non è onnipotente,la risposta sarebbe:
FORSE,la disuguaglianza c'è,ma lui durante la creazione,diciamo che ha fatto un casino,quindi non è colpa sua==>chessò,ci si prende un caffè insieme,ci si parla e si vede se ci si può fidare,se è na brava persona insomma.
NB:quella disuguaglianza di fondo suona un po come un peccato originale,vero? viene da chiedersi chi potrebbe esser stato il primo peccatore,che nel caso 2 sarebbe senza colpa.
Avrete notato che la centralità delle argomentazioni da me esposte non verte di per se sul confermare o meno l'esistenza di dio(qualunque sia la forma che ognuno gli associa),bensì sul porre dei dubbi sia sul comportamento del credente verso se stesso(il mentire a se stessi) e verso il suo dio(ossia pecca contro il suo dio proprio credendogli ciecamente,quindi non ascoltandolo pur sentendolo) sia sullo stesso dio(di cui abbiamo esaminato,indipendentemente dai nostri canoni di etica e morale,il suo costrutto,la creazione,che di per se introduce una disuguaglianza di fondo, e un permesso di costruzione non concordato dalle parti coinvolte,ma unilaterale).
lo so,son stato prolisso,ma spero di avervi stuzzicato abbastanza.
La musichetta in sottofondo rende il tutto più fluido
Dio c'è, lo sento abbaiare.
E' anche vero che è impossibile rapportarsi produttivamente e socialmente al mondo solo in base a considerazioni empiriche: ciò che è dimostrato razionalmente rappresenta solo una piccola parte della realtà, sicuramente insufficiente non solo ad agire, ma anche a pensare. Noi non ci rendiamo conto di quante sintesi indimostrate, di quante intuizioni interiori, di quanti dogmi, religiosi o no che siano, sono alla base del nostro esistere e operare.
Il dialogo fra fede religiosa e scienza è invece possibilissimo. Lo dimostra la storia della scienza. Sia nel mondo occidentale che in quello arabo abbiamo avuto moltissimi religiosi che furono anche grandi scienziati.
Nel più onesto ed ateistico ragionamento Dio comunque esiste perchè è il Mistero da cui proveniamo a cui non arriveremo mai per la nostra finitezza. Il migliore approccio religioso sta nel riconoscere Dio nella corrispondenza tra la religione che si incontra e le più profonde attese naturali del proprio cuore. La guerra con la religione centra poco: la storia è piena di guerre fra nazioni con la stessa religione o dove è evidente che il fattore economico, di potere o di sopravvivenza era dominante. Per non dire che esistono religioni più intimiste ed altre più fanatiche e guerra fondaie. Poi ognuno la pensi come vuole.
@John Pranzo as you like! Ma allora cosa l han pubblicato a fare questo video?
Ciao! Ti seguo da poco e ho visto questo video solo oggi. Interessante. Solo un'osservazione di forma. Hai affrontato la questione della dimostrazione dell'esistenza di Dio citando Hume. Senza neanche entrare nel merito. Dio non esiste, punto. Non ha, questo modo di ragionare, proprio la forma dogmatica? Tutti ragionamenti che seguono nel tuo video si fondano su questo asserto, eppure non hai sentito il bisogno di darne ragione. Lo hai affermato e basta (fra l'altro, smontare il pensiero di Hume non è poi così difficile, lo dico da fisico più che da credente). A volte (spesso...) il metodo vale più del contenuto! Sei comunque piacevolissimo da ascoltare.
Un prete, scienziato.
Caro Don Giuliano, ne approfitto per condividere un pensiero:
Dio creatore, del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili…
Non è forse quello che ha creato la sua volontà? Non è forse il conoscere, capire, osservare, ammirare la realtà, la verità che ci avvicina alla volontà di Dio? Se Dio ha creato la luce e il buio, ed oggi sappiamo che lo ha fatto facendo girare la terra su se stessa ed intorno al sole, questa è la verità, questa è la realtà, questa è la volontà di Dio, allora non crede che chi non crede che la terra giri, che giri intorno al sole, non voglia fare la volotà di Dio? Non voglia avvicinarsi a Dio ma voglia con violenza e coercizione, minacciando morti terrene o morti dell'anima per detenere il potere? Non crede che questo sia di quanto più lontano dal messaggio del Cristo? Non crede che quello che sta rovinando la terra e l'animo dell'uomo sia proprio il volersi sostituire a Dio? Non crede che sia ora di percorrere la via, la verità la luce che c'ha mostrato il Cristo? Non crede che sia ora di smetterla di essere tutto tranne che cristiani? Non crede che sia ora di chiedere scusa per Giordano Bruno che c'ha mostrato la via della conoscenza e della scienza per avvicinarci a Dio infinito che ama infinitamente? Diceva anche che l religione serviva per tenere a bada il popolo. Credo che oggi al popolo non occorra più un pastore ma la verità. questa è la crisi della chiesa. Questa è la crisi dell'umanità. I dogmi sono l'anticristo.
@@giovannimarilungo Dio è dogmarico per natura Gesù Cristo ha detto io sono LA VERITÀ non ha detto io sono UNA VERITÀ chi vuole venire dietro a me rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua .ciao
Non c'è nulla di dogmatico in Cristo. I dogmi sono stati inseriti da coloro che non hanno compreso il Cristo. Da altri esseri umani che non l'hanno accolto. I dogmi sono ostacoli alla verità. I dogmi servono a governare, a detenere il potere. Il Cristo è venuto a liberarci dalle convinzioni di noi poveri mortali. Affidarci ai dogmi equivale al non voler conoscere, al non voler crescere, al voler restare nella nostra zona di confort: non vogliamo passare per la porta stretta. Siamo esseri sociali e preferiamo una bugia condivisa piuttosto che una verità che ci porta contro corrente. Ma il cristo ci dice che chi lo seguirà verrà rinnegato dalla sua stessa famiglia, dal suo stesso paese. Lui stesso dice che nemmeno i suoi apostoli hanno capito il suo messaggio. Nemmeno il più grande tra gli uomini come suo cugino il battista è entrato nel regno dei cieli. Questo è sufficiente per iniziare a distinguere il messaggio del Cristo da quello degli uomini, dei discepoli, dei santi, dei papi, e di tutti coloro che hanno utilizzato il Cristo per proprio tornaconto, per governare su gli altri e non per servire. Questa "religione" così come è stata manipolata non serve, non serve a nulla. L'albero si giudica dai frutti.
@@giovannimarilungo Dici bene chi seguirà il Cristo verrà rinnegato dalla sua famiglia dal suo stesso paese ma ti devi chiedere perché è cosi difficile seguire Cristo, i 10 comandamenti non sono 10 suggerimenti sono dei dogmi e su questi comandamenti verrai giudicato, purtroppo il mondo non vuole essere giudicato da nessuno per questo molte persone non sopportano i dogmi e si creano il loro dio fatto a loro immagine. Ciao
@@fedeanna5106Non pensare che sia poi così difficile seguire il Cristo. Occorre liberarsi dal pensiero, dalla morale inculcataci da gli altri esseri umani. Dal Giudizio e da un'antica mentalità di un Dio che punisce. Liberarsi è molto più semplice di quanto tu creda. Basta iniziare a cercare dentro ognuno di noi e non più all'esterno.
“Il DOGMA è una violenza argomentativa, una disonestà intellettuale”; beh personalmente non posso che applaudire 👏. Complimenti quanto se non più del solito Wesa. Secondo me chi vive di dogmi è una persona dalla mentalità chiusa che non è mai veramente libera e io non vedo in Dio una figura superiore ma (forse ingenuamente) un ideale al quale bisognerebbe aspirare; perciò potremmo dire che a mio parere Dio è una metafora? Assolutamente si e benché io sia agnostico mi ritengo molto più in linea con i veri ideali della morale cristiana di molti (se non di tutti) i cristiani stessi
Concordo
prima o poi il tuo continuo "mh" diventerà un meme
“Vengo troppo presto
- proseguí - non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta
facendo il suo cammino: non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono
vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo
essere state compiute, perché siano vedute e ascoltate. Quest’azione è ancora sempre piú
lontana da loro delle piú lontane costellazioni: eppure son loro che l’hanno compiuta!”. Come dice nietzche dio è morto e noi l'abbiamo ucciso, ma siamo pronti a questo? Io credo che ancora oggi, dopo un secolo dalla morte del filosofo, l'uomo non sia ancora pronto a colmare il vuoto lasciato da dio.
Si può definire il cristianesimo come la più grossa "commercialata" della storia?
Regno d'Italia Ha ragione le religioni non sono altro che il prodotto dell’uomo (e su questo siamo tutti d’accordo, atei e non) meglio distribuito di sempre
argomenta bello
La fede non è un dono, la fede è autoconvinzione...fede significa fidarsi
Ciao wesa ti stimo per i tuoi video e per la tua capacità di argomentare ma non sono molto d'accordo su questo video.. Credo che ormai questo tipo di credenza dogmatica che tu critichi è superata da tutti i credenti e rimane solo in chi parla senza conoscere davvero il Vangelo (per esempio: "la conversione dell'infedele" che tu citi è uno stereotipo di chi non sa nulla della chiesa: ti sfido a trovare un buon sacerdote che dica queste cose!). La religione, soprattutto quella cristiana, non è più una legge impressa su pietra è calata dall'alto, ma un incontro con dio vivo nella persona di Gesù. Da questo incontro, tutti quelli che la gente chiama "dogmi" sono solo un aiuto che la chiesa dà. Come se tu fossi innamorato della tua ragazza: non è che non la tradisci perché lei te lo impone, ma perché le vuoi bene. È naturale.
La religione non ti chiude al dialogo ma anzi ti apre a tutto perchè ama l'uomo. Solo in un punto il cristiano non può retrocedere: cioè sul sentire la vita di ciascuno come qualcosa di prezioso e unico agli occhi di dio, e quindi da non buttare.
E la conversione non deve venire da un "duello" dialettico o argomentativo, in cui il credente e il non credente si sfidano e chi vince converte l'altro (soprattutto perché non esiste un completo credente come non esiste un completo non credente): ma la conversione arriva da un'attrazione verso la vita spesa per amore.
TH-cam non è il posto adeguato per questo tipo di commenti ma volevo esprimere la mia opinione, e magari sfatare qualche stereotipo medievale:)
Un grande saluto, tanta stima!!! Continua così
Come può la credenza dogmatica essere stata superata dai credenti? La base per essere credenti è, appunto, credere all'esistenza di Dio, e quest'ultima non può che essere assunta vera a priori, perciò è un dogma.
Prima di tutto bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa si intenda per Dio. In ogni caso conosciamo circa il 4% dell'Universo e delle leggi che lo governano. La Scienza sta valutando teorie assurde quanto quelle dei creazionisti, quindi se loro considerano la possibilità che esistano infiniti universi e dimensioni trovo lecito che altri invece credano in un Dio... potrebbe essere un'energia intelligente, una coscienza cosmica o chissà che altro ?
Una volta ho letto un articolo, che non riesco a ritrovare ma era comunque di una rivista scientifica, in cui si ipotizzava che alla base della materia ci sono unità di informazione.
C’è una sottile differenza, alla scienza non si crede: o si capisce o non la si capisce.
Dio esiste, Morgan Freeman ci ha basato l'intera carriera. Comunque non posso fare a meno di concentrarmi sulle tue sopracciglia
Siccome M.F. ci ha basaot la carriera deve esistere per forza, certo... xD
Gawjel fai ridere
@@Elvis17988 fai ridere
@sbortus Vi Britannia fai ridere
@@vittoriocoser5483 fai ridere
7 anni sempre 🔥🔥🔥
La fede è in netta contrapposizione con le dimostrazioni, Dio esiste grazie alla fede, se dimostriamo che Dio esiste esso scompare in una fitta nuvola di mistero teologico.
A chi indovina l'antologia un bacione 😙
LA guida
@@giorgiomonaci1652 proprio lei
riguardo con piacere i tuoi vecchi video. Bravo Wesa!
faró vedere questo video alla mia famiglia a Natale, ti faró sapere le loro argomentazioni... :D
Ottimo video comunque, sei molto preparato filosoficamente, sei ció a cui io sto lavorando a diventare, grande Wesa
- T U C A N O - allora com'è andata?
Quazar Reverend mi sono scordato, ma prima o poi lo farò vedere a mio padre ahahahahah
@@laurentius2949 necessitiamo aggiornamenti
Complimenti
Vedo il video solo ora, non sono nessuno ma provo ad esprimere un concetto che mi sembra importante. Nessuna religione impone se stessa, nessuna religione impone di credere all'esistenza di Dio. L'assunto "Dio esiste" non esiste. Tutte le religioni si basano invece sulla fede. Spontanea. Se hai fede credi, ed allora la religione ti aiuta a scoprire cos'è Dio. Altrimenti senza fede sei ateo, o agnostico. Come forse il relatore di questo video.
Dio esiste: esempio di un dogma
A casa mia ci sono gli alieni ma si nascondono r non si fanno vedere dagli altri, ma ci sono: altro esempio
Tu sei quello intelligente della famiglia ?
@@tommydiromeo1574 speriamo di no
@@tommydiromeo1574 IO CREDO ANCHE IN DIO.. MA PENSACI BENE...LUI ESISTE E NN SI FA MAI VEDERE...NN SCEND EIN TERRA.. COME SI FA A CREDERE A QUALCOSA CHE NN SI E MAI VISTO? I DUBBI PURTROPPO NASCONO, E UNA DOMANDA CHE MI FACCIO DA QUANDO HO 12 ANNI.. E LA PORTO CON ME IN TESTA FN ORA..MI PIACEREBBE NON PENSARCI X VIVERE MEGLIO
Strano come sto vedendo questo video mentre guardo good omens
Facile per i religiosi credere solo in ciò che a loro conviene credere
@@CR-vx8hq tutto ciò che è possibile è lecito? Ma quando mai
@@CR-vx8hq stai sminuendo un'ideologia per attaccarla
L'uomo ha sempre voluto un padre, un Dio, per dare risposta al vuoto terribile della morte
Sono abbastanza sicuro che senza religione questo sarebbe un mondo migliore.
Mia opinione.
Solaire Of Astora La religione cristiana è nata nell'epoca dell'Impero Romano,il suo scopo era quello di legale le varie "razze"/tradizioni sotto un pensiero comune
Solaire Of Astora se intendi "religione" e non "fede" sono assolutamente d'accordo con te.
+Solaire Of Astora In questa epoca forse ma secondo me c'era bisogno della religione, perché anche se imponevano un credo educavano la gente ad essere più civili, vedi le tante storie della bibbia con un messaggio alla fine. Se non ci fosse stata la religione m'immagino solo caos, barbarie, perché ammettiamolo c'e molta gente ignorante e che può diventare violenta, almeno la religione riesce a mantenerle più in riga.
Solaire Of Astora Non hai mai aperto un libro di storia allora
Parlo di oggi, cristo.
senza religioni sarebbe un mondo spettacolare
Sono in ritardo di un anno. Ma del resto la discussione è senza tempo. Il dilemma non è tanto se Dio esiste o meno. Riconosco la questione come motivo di discussione, certo, ma dato che sensibilmente l'umano è limitato, non potrei comunque farci molto se non riflettere sul credere o meno al dogma.
Il mio problema è se esistesse e come esisterebbe. O come sarebbe piazzabile dal punto di vista grammaticale.
Se davvero fosse un concetto metafisico e se davvero l'estasi e l'inarrestabilità di pensiero e azioni del Divino, inteso come genericamente e non specificatamente definito, a poco servirebbe il pensiero personale.
Ci sarebbe poi il problema della sua reazione nel caso si rivelasse, per dire, Vishnu e non Gesù, o Amaterasu e non Odino.
Per come la vedo io, il problema più grande sarebbe come spendere al meglio la vita terrena, proprio perché è ignoto il destino dopo. Di certo i morti non ritornano in vita nella condizione attuale e non si può chiaramente immaginare come questo non possa accadere, appunto.
Di certo non saprei spiegare cosa animi i fondamentalisti né l'eziologia della vocazione, quindi attendo risposte di saggi.
Bo se esiste forse ne avremo la certezza quando passeremo a miglior vita. Una cosa è certa molti in suo nome sono coloro che fecero e fanno del male, certamente tantissimi anche quelli che ricavano benefici più materiali che spirituali dalla presunta fede. Preferisco ammirare la natura pulsante di vita, la volta celeste, ne sento a volte la presenza,molto di più che dentro di dogmi e religioni.
"Dio esiste" è un enunciato solo verificabile; quindi è sempre possibile epistemicamente.
Inoltre hai tu stesso affermato che vi sono, nella storia della filosofia, molti argomenti a favore dell'esistenza di Dio.
Ora di questi ultimi alcuni sono validi, altri invece no.
Tuttavia che essi siano dimostrazioni dipende dalle premesse avanzate; se queste non sono accettate dall' interlocutore, allora l'argomento risulterà non corretto. Fin qui nulla di dogmatico, tra l'altro gli stessi scolastici si confutavano a vicenda. Ora, non mi è chiaro quale argomento non si basi su premesse che devono essere accettate, ma magari sono giustificate non attraverso dimostrazioni.Perché accettare che esiste ciò che esperiamo? Perché accettare che certe affermazioni scientifiche sono giustificate pur essendo impossibile la loro dimostrazione ( si vedano Hume w Duhem)? Potrei continuare...A livello meramente logico anche altre discussioni non sono poi così senza "dogmi".
Poi le affermazioni sul fatto che non si possa vivere la fede in maniera critica, beh sono un po' superficiali
Il problema non è se Dio esiste,ma se noi siamo i suoi figli prediletti...
Ok
Non ha senso sta domanda
@@user-jw4lm8cg6vd Infatti... perchè se non esiste saremmo i figli prediletti di chi? Non possiamo essere figli prediletti se lui non esiste.
Suono casuale di un villager di Minecraft:
4:54
min 3:26 alt! alt! alt! non è ancora nato uno in grado di dire cosa significa o .
Deve ancora nascere qualcuno con abbastanza conoscenza della letteratura e della psicologia che sappia dire cosa significa "x" e cosa lo distingue da "vero x" per tutte le x esistenti e immaginabili e quindi come funzione la parola quando viene accostata ad un'altra parola con un suo significato.
Grazie
ps non bisogna confondere "fede" con "dogma", se hanno inventato queste due parole significa che, anche se simili, hanno due significati differenti. Quindi occhio quando dici "la religione si basa sul dogma" perchè c'è chi crede che "la religione si basa sulla fede" e da quest'ultimo il tuo discorso funziona di meno.
"no."
Vorrei sapere che problemi hanno le persone che hanno messo il dislike..
Wesa questo video è stupendamente vero. (come ache gli altri)Credo ci siano purezza e limpidezza, in questa tua riflessione.
💪
Il paradosso è che capita, e non di rado, di trovare dei "dogmi scientifici" contro l'esistenza di Dio. L'esempio più vivo che ho è quello che mi disse un compagno di corso all'università, esordì dal nulla dicendo a me ed ad un altro ragazzo li presente con queste parole: "Ma come fate a credere in Dio se studiate ciò che dimostra la sua inesistenza?".
Nonostante gli ripetei all'infinito che si può provare solo l'esistenza di qualcosa ma non la sua inesistenza non mollò l'osso fino a quando seccato non lo intruppi dicendogli "Ascolta, è chiaro che entrambi siamo fermamente convinti delle proprie idee quindi continuare a discuterne non serve a nulla!"
La cosa che tuttora mi fa ridere è che pur accusando noi credenti dei classici stereotipi, in particolar modo di voler convertire tutti al nostro credo, colui che mise più foga e determinazione nel convincere l'altro senza nemmeno avere una reale base su cui costruire la propria argomentazione fu proprio lui XD
Ma lui la reale base su cui argomentare cel'ha... La prova che studiate appunto la sua inesistenza. Era quella la sua argomentazione. lol.
Beh, se una persona "studia" Dio partendo da un testo sacro (ipotizzo) che contiene al suo interno falsi storici e informazioni non scientificamente corrette, in teoria si potrebbe dire che si sta studiando veramente ciò che dimostra l'inesistenza di Dio. Almeno nel momento in cui si associa Dio a un determinato testo.
Un ragionamento logico svanisce nel mare di opinioni come una lacrima nella pioggia.
IL MEGLIO di quello che si puo' vedere anche attualmente "nel tubo"
Complimenti per gli argomenti e per l'eloquio
Io sono un cattolico e penso che dio esista, ma oggettivamente POTREBBE esistere come non esistere, non lo si può escludere a prescindere
Francesco2003 De Gregorio IL senso del video non è questo, lui dice solo che discutere con un credente è inutile dato che ha un dogma
Come Manitù e la fatina dei denti.
Come fare ad escluderne l'esistenza?
Però la domanda a questo punto è perché ci credi?
Anche Vishnu e Zeus potrebbero esistere, non si può escludere a prescindere la loro esistenza, come tutti gli dei che sono stati proposti. Però tu credi in questo, che ha la stessa quantità di prove a sostegno di tutti gli altri.
Perché?
@@ChristianIce Infatti esistono pure loro :)
@@ChristianIce e gli unicorni dove li mettiamo scusa :D
In verità il credente non crede in dio, crede nei diritti che gli spettano nel credere in dio. Togli loro il dogma del paradiso e smetteranno di credere.
Dio esiste, altrimenti chi starei insultando nei momenti di rage?! >.
Vuoi un applauso?
Piuttosto, hai finito i compiti?
@@Enzo1978 ok
Anche la scienza, alla fine, è alla disperata ricerca di dogmatismi e quanto più semplici tanto più grandiosi, come una breve equazione. La grossa differenza con la religione sta nella scelta del cammino. Penso che sia sempre il cammino e quindi la scelta a fare la differenza dell'esistenza. Muoversi o non muoversi. Dinamicità o staticità. Una linea retta o un cerchio.
Spoiler
No
Non sai quanto vorrei prendere un caffè con te e parlare di filosofia. Ottimo video, arrivato per me al momento giusto, grazie.
A mio parere, è tanto dogmatico affermare l'esistenza di Dio quando lo è negarla.
Trovo che partire prevenuti nei confronti di un credente solamente perché accetta dogmi che noi non riconosciamo sia un errore, lo stesso in cui incorre il credente che non è aperto al dialogo con qualcuno che la pensa in modo diverso da lui, sostenendo a priori la superiorità della fede a quella della ragione, o meglio, del ragionamento e della dimostrazione. Un uomo che professa una qualsiasi fede religiosa non si può definire irrazionale a priori, esattamente come il non credente non deve essere considerato un infedele, dispregiativamente parlando.
Risulta molto più difficile instaurare un dialogo con un agnostico, a mio parere, che con un ateo o un credente. Entrambe le parti possono dialogare senza premettere la superiorità dei propri dogmi (perchè come ho detto, sfido qualsiasi ateo a dimostrare la non esistenza di un qualsiasi dio), sicuramente senza trovare un punto d'incontro, ma di certo per arricchirsi vicendevolmente.
L'unica differenza tra un credente ed un non credente è che il primo, teoricamente, vive ponendo alla base della sua esperienza e del suo agire una verità rivelata in cui crede fermamente; il secondo vive con la convinzione che tale verità sia falsa (perdona l'ossimoro "falsa verità") in quanto indimostrabile. Di nuovo, sfido chiunque a dimostrare la non dimostrabilità di tale verità, senza limitarsi ad affermare che "gli argomenti portati a favore della tesi sostenuta da un credente sono irrazionali/indimostrabili/frutto di un dogmatismo imprescindibile/dettati da un'entità superiore che non esiste", perchè sarebbe fin troppo facile.
L'uomo non può giungere ad una conclusione certa, nè da una parte nè dall'altra.
Dimostrare la non esistenza di Dio è tanto difficile quanto dimostrarla e non si può ridurre il dibattito religioso ad un "Ho ragione io", nonostante un religioso non possa ovviamente recedere su determinati punti, come hai detto. Non vale forse lo stesso per un ateo?
Aggrapparsi ad un dogma senza aprire occhi ed orecchie è un grave errore, a mio parere, ma questo non vuol dire che tutti i credenti vivano con il paraocchi, anzi. Ci si può interrogare sul mondo che ci circonda anche credendo in una qualsiasi divinità, preservando una religiosità sicuramente meno radicale rispetto a quella che ha caratterizzato molti uomini del passato, con necessità ben diverse da quelle che abbiamo oggi.
Ma il punto è proprio che se tu sostieni che un qualcosa "esiste ed è in un certo modo" hai tu l'onere di dimostrare ciò che dici e fino a che non potrai si può assumere che essa non esista, non sta agli altri dimostrare che non esiste perchè sei tu a dire esiste....è come nei processi, se sostieni che qualcuno sia colpevole devi portare prove, altrimenti quella persona è innocente fino a prova contraria....infine va ricordato che il concetto di Dio è nato dagli uomini per giustificare un bisogno, è nato come favola atta a coprire un vuoto di comprensione e più si comprende l'universo più questa favola perde di efficacia.
@@thisistheking827 Per quanto riguardo il discorso sulla nascita del concetto di Dio, mi trovi assolutamente d'accordo. Per quanto riguarda la dimostrazione dell'esistenza di Dio, invece, ritengo che come chi sostiene che qualcosa "esiste ed è in un certo modo" debba provarlo, lo debba fare anche chi sostiene che quel qualcosa "non esiste e non è in alcun modo". Finché chi è convinto della prima affermazione non la proverà, si potrà assumere che questa sia falsa e allo stesso modo si potrà fare con la seconda. Se non si riesce a dimostrare l'esistenza di Dio si può assumere la sua non esistenza, ma allo stesso modo si può assumere la sua esistenza se incapaci di dimostrare la sua non esistenza. Per fare un paragone: dimostrare che un sospettato si trovava sulla scena del delitto quando questo è stato compiuto è fattibile tramite l'analisi e la ricerca di tracce che riconducano a tale sospettato. Dimostrare la presenza di un dio all'interno dell'ordine delle cose è invece più ostico, perché si tratta (nel nostro caso), di un essere che trascende dalla realtà materiale. Il fatto che tale dimostrazione sia (apparentemente o no) impossibile, non risponde al quesito, proprio a causa dell'incapacità dell'uomo materiale di provare l'esistenza di un essere che trascende da tale materialità. Assumere la non esistenza di un dio solo perché nessuno è capace di dimostrare il contrario mi sembra uno slancio logico piuttosto scettico ed ardito, se non altro perché sarebbe una risposta a mio parere banale ad un "problema" irrisolvibile mediante la mera logica. Se così fosse, ci saremmo già messi tutti d'accordo e ci saremmo risparmiati secoli di dibattiti in merito a questa tematica. Ovviamente questo è solamente il mio parere personale, che non vuole cozzare con quello di nessun'altro.
@@zioletto E no, a me non spetta dimostrare che non esiste perchè è chi ha inventato il concetto di dio che deve convincere me del contrario...nulla ha mai fatto presagire la sua esistenza se non il fatto che gli uomini non potevano spiegarsi delle cose e attribuivano tali cose all'operato di entità che per definizione dell'uomo stesso l'uomo non poteva comprendere...è la definizione data a Dio che "è troppo semplice" perchè si autogiustifica con la classica frase "noi non possiamo capire perchè lui è oltre" e cose simili...se si analizza la storia dell'uomo, di tutte le religioni ecc si trova sempre un comune denominatore, ovvero la necessità di spiegare l'inspiegabile....il temporale non so come funziona, è stato Zeus, il maremoto...è stato Poseidone...abbiamo spiegato il temporale ed il maremoto, esiste un Dio che fa cose inspiegabili per noi...ecc. ecc... ecc... Dio è un'invenzione umana che diventa sempre più fragile mano a mano che capiamo come funziona l'universo e sempre meno cose possono essere attribuite a lui...questi sono solo esempi ma era per farti capire che più si pensa al perchè serve il concetto di Dio e a come è nato, più è chiaro che sia nato da fantasia umana...ergo io non crederò a nulla fino a prova contraria come è giusto che sia....altrimenti potrei dire "ehi esistono uomini che volano con la mente per davvero" e tu diresti "non è vero" e io "dimostrami che non esistono" e la vedo dura dimostrarlo...solito concetto....poi oh è solo il mio modo di vedere le cose ed affrontare la vita, metto in dubbio tutto fino a prova contraria :)
Hai ragione, tuttavia è impossibile dimostrare la non esistenza di qualcosa, ergo nessuno dovrebbe sostenere con certezza che dio non esista.
@@niccolo_tommasi no non mi trovi d'accordo mi spiace, come ho già detto sopra...in pratica tutto si riduce a due situazioni:
1- Qualcosa di esterno alla tua fantasia ti ha dato prova che esista una entità come Dio, benissimo mostrami la prova.
2- Non capivi qualcosa e ti sei inventato il concetto di Dio e siccome non puoi dimostrare che esiste ti inventi che non è comprensibile, quindi ti scrolli di dosso l'onere della prova perché ti fa più comodo ed è proprio così che le religioni hanno da sempre fatto.
Conclusione, non è doveroso dimostrare la non esistenza di un qualcosa come Dio ma bensì il contrario perchè, fino a prova contraria, non accade nulla intorno a noi a lui attribuibile e se accade dimostratemi che è attribuibile ad una entità che rientri in tale definizione perchè ad ora praticamente tutto riusciamo a spiegarlo, anche se a volte ci vogliono anni.
dio è un invenzione di noi bianchi
Questo video meriterebbe numeri molto più alti
Purtroppo il concetto sociale che abbiamo di Dio, ci allontana da facoltà che rendono l’uomo uomo, la spiritualità, il senso del sacro, l’esperienza mistica, la ricerca interiore, la curiosità verso l’esistenza. Queste facoltà sono le base per espirimere la nostra innata potenzialità nel trovare un senso alla vita, per viverla pienamente.
Recap dei miei social:
Instagram: instagram.com/wesapics/
WesaChannel la colpa è nostra,che permettiamo alla religione d condizionare la nostra vita.Siamo nel 2018 e c è gente che crede alle favole dei libri sacri del nulla! Sono più probabili gli avvistamenti UFO, che le minchiate scritte nel Corano, bibbia,e vecchio testamento!!!🤘📣🤘
L'indeterminazione di Heisenberg è un punto dolente per il materialismo! Credere nella misura è un dogma scientifico!
Wesa sono contro la religione. Non credo in buddha, non credo in dio neanche ad un gesu biondo con la barba. Ma credo che parlare di agnosticismo sarebbe piu azzeccato, non escludo nulla. Probabilmente si tratta di energia eterna, di anima. Ma escludere tutto a priori per una questione scientifica non vuol dire che NON SI CREDE. In realtà penso che l’ateo è un credente. Lui CREDE nella non esistenza di dio...
Corrado R. Ma non è una scelta. Dal momento che non esiste prova e controprova, il NON credere in dio ha esattamente lo stesso valore del CREDERCI. Quindi evitiamo di fare i filosofi, i teologi o gli scienziati. Finche non muoriamo non sapremo MAI se esiste qualcosa oppure no. nel frattempo non bisogna ne credere, ne rifiutare dio. Si chiama Agnosticismo. Accetto tutto, accetto il fatto che esista un dio, accetto il fatto che siamo stati creati in laboratorio da esseri superiori e accetto il fatto che non esiste nulla.
Corrado R. Ovviamente non hai capito ciò che intendevo dire...ma fa niente..
Bravo, non avrei saputo dirlo meglio...
"dove finiscono le buone ragioni inizia la violenza". Non è proprio vero. Ci sono situazioni dove le buone ragioni e la violenza coesistono.
Show051 La violenza non può essere dettata dalle buone ragioni.
@@damianoledda5497 è invece si , se qualcuno ha una parte del corpo infetta e sente tanto dolore l' unico modo sarebbe quello
@@michelecolagrande7318 quella non è violenza, si chiama chirurgia
Beh il dogmatico religioso implica anche l'accanimento terapeutico (vedi gli ultimi casi in Italia ), il creazionismo ( si pensi che in America c'è buona fetta di popolazione che crede alla teoria della creazione divina, lì l'evoluzionismo è spesso ostacolato nelle scuole ), il terrorismo e la violenza religiosa che si sta sviluppando in ogni parte del mondo ( Israele Palestina, Europa, varie pari dell'Africa, Birmania ) ... personalmente la mia esperienza religiosa si è fermata con la comunione ... andando avanti quel mondo mi faceva paura, sul serio.
Ci sono persone che scelgono di credere e persone che scelgono di sapere -Nietzsche
già ma poi moriamo tutti
La Bibbia da una risposta disarmante
"Infatti le sue qualità invisibili - la sua eterna potenza e divinità - si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose che ha fatto. Essi dunque non hanno giustificazioni," romani 1:20...
Wesa, per curiosità, hai studiato filosofia all' università ?
+Xavier1927 In descrizione trovi il mio blog, e da lì tutte le risposte! ;D
@@WesaChannel Sono tutti fuori strada.
Mi sono sempre chiesto che desiderio potrebbe avere un individuo ipoteticamente onnipotente ???
Senza pensare troppo mi stavo ponendo un paradosso molto interessante. Il paradosso ontologico dell'onnipotente .
Dio stesso ebbe bisogno del libero arbitrio per realizzare od esaudire il suo unico desiderio che sarebbe la comprensione. Cioè la formazione spontanea dell'ordine nel bel mezzo del caos o del disordine.
Ecco perché il disordine in questo universo aumenta sempre. É fondamentale e deve necessariamente anticipare tutto.
@@WesaChannel inoltre fu neccessario per Dio stesso morire, sul piano delle cose. Aveva ragione Nietzsche. Sarebbe stato un tiranno se fosse rimasto fisicamente tra noi. Però siccome desidera solamente comprensione dovette rifugiarsi nel mondo delle idee. Per desiderare di rinascere infinito o speranza nelle teste degli individui pensanti.
L'onnipotente è eterno, ma anche il suo unico desiderio , cioè la comprensione. Infatti mai si finisce di imparare.
@@WesaChannel pps: soluzione al paradosso Dio infinitamente buono incapace di fare
del male..?
- ma scusatemi bene, ma se Dio ci ha lasciato liberi anche in quello, Dio ci ha lasciato liberi di farci pure del male da soli, ecco perché rimane contemporaneamente buono, ma nello stesso tempo in grado di lasciare il male correre.
Anche il dolore è indispensabile. Perché se emulassimo Dio e desiderassimo comprensione anche noi. Allora la prossima volta potremmo evitarlo, il dolore. Facendo infine contenti noi stessi ma anche Dio. Perché quando capiamo le cose, automaticamente siamo entusiasti. Connessi emotivamente con l'assoluto.
L'assoluto invece è sempre contentissimo, perché si realizza sempre il suo unico desiderio nel tempo.
Pur non condividendo ho messo "mi piace" al tuo video per la passione e per l'abilità nell'esprimere il contenuto. Certo, il tema è ambizioso ma apprezzo il tuo coraggio.
Ritengo di dover fare alcune precisazioni su ciò che non condivido:
-dialogare può significare anche solo presentare il contenuto del proprio pensiero senza dover per forza arrivare a una sintesi o ad un cambio di partito. Un ateo e un credente che esprimono le loro convinzioni hanno dialogato, pur rimanendo entrambi nella posizione originaria di partenza.
- che il Dio "sensibile al cuore" sia un paradosso. Esso ha anche una forte base filosofica.
- il Dio cristiano non è solo il frutto di un argomento ma è una esperienza fatta di fronte al fatto della resurrezione di Cristo. Gli apostoli non hanno mai filosofeggiato su Dio ma semplicemente raccontato quello che hanno visto. I cristiani non sono teisti, ma cristocentrici. La fede parte dal fenomeno della resurrezione .
Non sono sicuro che l'adesione dell'intelligenza al dogma sia necessariamente "dogmatismo". C'è il rischio, nel ragionamento, di identificare la fede con la violenza. Il che non è vero né giusto verso chi crede, anche se condivide questa fede e la professa pubblicamente con altri.
+The Scribe's Treasure Certo, occorre distinguere fra la violenza fisica del fondamentalista e quella solo argomentativa del dogmatico. Ciononostante, secondo me l'atteggiamento inflessibile di chi, per definizione, ragiona su assoluti che non può rettificare, è in qualche modo violento verso chi invece adopera assunti strumentali in quanto rivedibili. A un certo punto, il dogmatismo deve in qualche modo "collassare" in un principio di autorità cui devi obbedire o disobbedire. In questo senso, la massima concessione che un dogmatico può fare in una discussione è "concederti" di avere torto, il che è paternalistico tra l'altro.
Ciao e grazie per la tua attenzione.
Io sarei prudente nell'applicare l'etichetta di "violento" a chiunque aderisca all'esistenza di Dio o a qualunque altro assioma religioso - che so io, la resurrezione di Cristo - per fede, cioè per adesione volontaria. Perché questa posizione, presa nuda e cruda, conduce, quasi per conseguenza logica, alla negazione della più fondamentali delle libertà, quella religiosa e di coscienza. P.es: è violenza portare simboli religiosi o costringere qualcuno a nasconderli? è violenza praticare una religione o perseguitarla? Perché se tu ritieni violento chiunque crede (cioè aderisce a una verità non dimostrabile che applica, bada bene, al SENSO della propria vita) allora chiunque crede in qualcosa, anche senza poterlo dimostrare, è violento intellettualmente. Forse sarà paternalista verso di te, appunto, ma non violento. Sarò fastidioso, ma non minaccioso. Non ledo alcun diritto. In politica questo è evidente, perché accade continuamente. In politica o in morale non lavori sui fatti, ma sul SENSO, appunto, di essi, perché lavori su una finalità, su un progetto. Sono molti infatti i campi in cui introduci una nozione di finalità (o di "senso") che col cavolo puoi ostendere alla Carnap. Molte cose che non hanno senso scientificamente, hanno senso, eccome nella vita. Sulla questione, più che a Hume, preferirei ispirarmi a Locke.
Non ho mai detto che chi crede è violento in quanto credente, lo è nel momento in cui discute con qualcun altro cercando di convincerlo ma giocando, argomentativamente, sporco (non può cambiare opinione a priori). Ovviamente non è una violenza fisica, ma morale (la violenza non è solo fisica, il termine calza eccome). Il dogma è il pilastro della disonestà intellettuale, ma questa disonestà uno può anche non praticarla mai e in tal caso nessuno potrà sindacargliela, ci mancherebbe.
Discorso Carnap: è lapalissiano che usiamo tutti i giorni concetti non ostensivi, e non è colpa mia se l'esistenza di Dio, al contrario di concetti come "giustizia" o "amore", pretende una "esistenza" non figurata e, soprattutto e a differenza di altri concetti astratti, non negoziabile.
Da semiotico posso dirti che il significato è sempre il frutto di un negoziato intersoggettivo e che il dogma pretende di chiamarsi fuori da questo lavoro collettivo in quanto Vero a prescindere (che la cosa sia paradossale è palese, ovviamente, nessun concetto precede il negoziato pubblico della attribuzione di significato ma Dio, sostiene chi crede, non è un concetto, bensì un ente reale con tutti i suoi attributi magici).
Un'argomentazione non è né morale né immorale. Può essere solo corretta o scorretta. Dire "Il dogma è il pilastro della disonestà intellettuale", presuppone purtroppo un corto circuito tra dogma e malafede. E' proprio questo che contesto. Magari non è quello che tu VUOI dire, ma è quello che se ne può facilmente concludere. L'asserzione tradisce - se presa come suona, preciso - anche il presupposto, a volte nemmeno tanto velato, che la fede sia un male di per sé, e lo sia proprio in senso deontico, non logico. Sarebbe esatto invece dire che argomentare in base alla fede, in certi contesti (molti), è una minchiata. Ma in CERTI contesti, non in assoluto. Dunque, a mio parere, sarebbe in realtà più esatto dire che "usare un argomento SAPENDO che esso è scorretto, ingannando cioè consapevolmente il proprio interlocutore, è intellettualmente disonesto".
Ora tutto dipende proprio, come giustamente dici, dalla negoziazione intersoggettiva dei significati. Concordo. Ma due teologi, tanto per fare un esempio, possono trovarsi a discutere e a lungo e avere posizioni opposte, su un dogma o una sua interpretazione (anche quelli si interpretano) senza doversi accusare reciprocamente di eresia (spesso lo hanno fatto, ma sai, so' ragazzi...). Due teologi che si confrontano hanno stabilito, in precedenza, più o meno consapevolmente, ma sicuramente "socialmente" le regole del gioco cui stanno giocando. Certo, a chi non fa teologia non frega un tubo. Ma se a me piace il calcio, perché tu, che giochi a rugby mi devi venire a rompere i maroni? (vedi "i giochi linguistici" di Wittgenstein e "La costruzione della realtà sociale" di Searle...).
Anche il rapporto tra Dio e metafora richiede qualche precisazione. In realtà, non è affatto vero, p. es., che di Dio non si possa parlare in maniera figurata, perché, tanto per farne menzione, uno dei cavalli di battaglia della teologia è il discorso analogico. E la metafora è solo una delle tante figure possibili del linguaggio analogico. Non si parla infatti di Dio nella Bibbia (e non solo) anche (e spesso soprattutto) in parabole? Quindi Dio non è una metafora (corretto) ma ne posso parlare in metafore. Eccome. Il problema nasce quando appunto, mondi diversi si incontrano e nascono significati nuovi o periscono quelli vecchi. Lì ognuno argomenta come gli pare, a torto o a ragione, e spesso facendo appello persino alla retorica o ai sentimenti, anche magari sparando ca**ate col botto, ma non necessariamente in malafede. Si trova di solito una soluzione - o più semplicemente una buona convivenza - quando appunto, si ridefiniscono i significati e si ritrovano dei valori comuni. E anche il dogmatico lo fa, interpretando, p. es., il dogma in modo diverso nel corso della storia del pensiero religioso. Non è avvenuto così anche nello scontro tra Galileo e Bellarmino? Nessun teologo interpreterebbe più il dogma dell'ispirazione come si faceva cinquecento anni fa. Ma persino l'idea di Dio si può interpretare in molti modi, senza necessariamente mettere in discussione la fede. De-finire un dogma (la chiesa ha fatto crescere l'albero dei dogmi nel tempo) non è aggiungere altri assiomi o rivederne altri alla luce di un problema nuovo? Lo facciamo in fondo tutti nella vita. Lo fa la scienza quando rivede le sue teoria. Lo fa il batterio quando si adatta al suo ambiente.
Ancora un esempio? E chi ha detto che in teologia (o in filosofia) Dio si debba intendere come UN ENTE che ha degli attributi? lasciamo perdere "magici", faccio finta di non aver sentito... Questa de-finizione non troverebbe d'accordo tutti i teologi ed è un problema serio. Infatti, in teologia, o almeno in molte teologie, Dio NON è nemmeno "un ente", ma l'essere fondamento di ogni ente e NON ha attributi se non analogici. Per farla breve: se io teologo entro a gamba tesa in un campo che non è pertinente, può essere che non sia in realtà disonesto, né violento, né in malafede, ma semplicemente un po' coglione e presuntuoso. Ma lo stesso accade, in maniera simmetrica, quando un non credente, o un profano della materia, si mette a discutere di teologia e di religione. Non avviene sempre, ma avviene. Per concludere (scusa se mi è partito il pippone): la chiave di ogni discussione è la buona volontà, non il disconoscimento del dogma nella mente del credente, per quanto questo possa far sorridere di altrettanto - a volte - paternalistica sufficienza.
Un piacere discutere con te.
A livello sociale e politico il discorso è importante e giusto. In senso più ampio però mancano millemila aspetti
ma la scienza non può indagare ciò che è aldilà del materiale, si crede a Dio perchè lo si sente a livello spirituale. io posso avere dio come dogma ma posso comunque accettare le critiche
Il Dio come dogma non accetta esame critico o discussione, altrimenti non sarebbe tale.
La scienza non può indagare nello spirituale perchè lo spirituale è irrazionale, sono sentimenti e sensazioni. Io posso sentire in me la positività, ma non è vero che esista, è un concetto che nasce nella mia mente e nel momento in cui la considero vera, crea degli impulsi nel mio cervello che provoca in me delle sensazioni, stop.
Stessa cosa quando pensiamo a dio che ci protegge, o dio che è con noi, o un nostro parente morto che ci osserva e ci aiuta. Provoca in noi delle sensazioni positive poichè ci focalizziamo sul pensiero a livello spirituale e in quel momento ci sentiamo soddisfatti e il nostro cervello manda dei segnali al corpo e delle sostanze vengono emesse.
Come quando senti dire che abbracciando una persona si diventa piu' felici perchè il corpo emana una sostanza, come quando senti che amando una persona e pensandola il tuo corpo ne rimane soddisfatto e ti fa stare felice, è perchè il cervello manda degli impulsi al corpo.
Tutto ciò che senti è scientifico, logico, molecolare, la spiritualità è questo.
Il fatto che la scienza non possa indagare al di là del materiale è un'altro dogma
Infatti la risposta "scientifica" su dio non è "dio non esiste", ma è "dio chi?!?"
la scienza stà indagando il cosiddetto livello spirituale....i pensieri non sono immateriali...
Ancora una volta mi trovo d'accordo con un tuo ragionamento! Vorrei sollevare una questione, secondo te è intellettualmente più corretto essere ateo o agnostico?
+MisterSteveP Agnostico, per i motivi di inizio video. Ma io dico sempre che sono filosoficamente agnostico (è più corretto come definizione) e politicamente ateo (a fronte delle ingerenze dei culti verso lo stato laico meglio essere chiari) ;)
atheism.about.com/od/aboutagnosticism/a/atheism.htm
Poni una domanda priva di senso, perché "ateo" e "agnostico" sono termini descrittivi che riguardano due campi diversi (fede e conoscenza).
Personalmente trovo risposta alla mia domanda in ciò che ha detto Wesa. Ti consiglio la lettura delle definizioni che Treccani dà ad entrambe le parole:
www.treccani.it/vocabolario/ateo/
www.treccani.it/vocabolario/agnostico/
Sarò un po' in ritardo, ma commento comunque ahaha
Ottimo video, devo dire. E parlo da credente. Argomentazioni chiare e dritte al punto. Sono d'accordo con te, la chiesa (come istituzione) è piena di difetti. MA sono ancora convinto che ci sia un Dio (o più di uno, chi lo sa)? E preferisco credere che non, tanto anche se mi sbagliassi non potrei accorgermene.
secondo me nel viedo tocchi sicuramente molto di più il fattore religioso che si è creato attorno alla figura di Dio, tutte queste regole e costrizioni... è come se l'uomo abbia voluto fare proprio qualcosa che non ha potuto o non può comprendere, tant è che se penso al cristianesimo al giorno d'oggi mi sono fatto un idea completamente diversa da quando ho letto la raccolta di libri snobbata da tutti conosciuta come la Bibbia, anzi, devo dire che il catttolicesimo non si avvicina nemmeno al messaggio che Gesù volle trasmettere, un messaggio che tende al miglioramento personale e nelle relazioni, te ne consiglio veramente la lettura e l'approfondimento(soprattutto del nuovo testamento, che il vecchio è un po un mattone eccetto il libro dei proverbi che è molto speciale).Per il resto continua così, amo davvero tanto il tuo lavoro su youtube, serve gente che porti sempre più al ragionamento personale :)
Secondo me non ha senso l'esistenza di tutto ciò che abbiamo attorno e di noi stessi. Ci dev'essere qualcosa che non rientra nella fisica e che ci ha creati.
@John Pranzo io ho detto che SECONDO ME dio esiste
Il Divino non è questione di dimostrazioni, è questione dell'Essere.
Se tu vuoi dimostare qualcosa, è perchè ci sei, altrimenti chi potrebbe dimostrare?
Ecco che prima della dimostrazione c'è l'ESSERE.... quello è Dio.
Se tu ci sei, è perchè esiste l'Essere, quindi esiste Dio, perchè Dio significa l'ESSERE di tutte le cose.
Bellissimo video. Non sono molto d'accordo quando dici che credere in Dio riempia un vuoto, come se credere in Dio facilitasse il compito dell'esistenza. Al contrario credo che credere non sia facile (io credo ma quando qualcuno mi chiede dove fosse il mio Dio quando un bambino di 5 anni è morto di leucemia, non so cosa rispondere) e anzi, talvolta molto più complesso che non credere (e quindi attribuire tutto al caso). Non so, magari mi sbaglio, ma non credo che la logica umana (che gli atei spesso usano come arma per sentirsi sempre un po' superiori a chi crede) riesca sempre a spiegare tutto. Saluti
Caro Andrea, ho pensato molte volte a dove si trovi Dio quando accadono eventi orribili ed ingiusti. Dopo lunga ricerca interiore, la mia opinione é che certe domande vengano poste da chi concepisce Dio come il misericordioso concettualizzato dal cattolicesimo. Il divino, che personalmente credo sia da ricercare dentro di noi e non all'esterno, potrebbe non essere polarizzato verso il bene; con ciò non implico sia malvagio, ipotizzo solamente il fatto che gli eventi materiali e fisici non siano causati da esseri celesti. Molti vedono Dio come un gamer onnipotente che gioca a The Sims con gli esseri umani, quindi credono che "non si muova foglia che Dio non voglia". Personalmente penso che la questione sia differente e molto più profonda, ma chiudo il commento per non andare avanti un'ora! :)
Ciao Andrea, cerco di risponderti sulla questione del vuoto, o perlomeno provo a spiegarti la mia interpretazione delle parole di wesa. Avere fede comporta a colmare un vuoto dentro noi stessi, perché ci fa sentire più sicuri, ci consente di evitare le grandi domande della vita e rispondere ad esse: "Grazie a Dio". Anche involontariamente, trovare una risposta ad un problema che ci si pone davanti ci dà sicurezza, anche se quella risposta non è certa. Un po' come se catalogassi come pazzo chi si butta dal quarto piano, perché tanto io non lo sono, quindi io non mi potrei mai trovare in quella situazione. È come se ci escludesse dalle difficoltà, piuttosto che invogliarci ad affrontarle. Ed ecco quindi che l'albero della conoscenza fa peccare Adamo ed Eva, perché la salvezza è non farsi domande (per i cristiani).
@@pierpaolo2979
Credo che il messaggio non sia molto legato al fatto che l'albero rappresenti la cognizione, ma la ybris commessa da Adamo ed Eva nella speranza di diventare pari a Dio: dal primo peccato nasce la cognizione del bene del male
@@giuseppeagresta1425 Infatti la tracotanza sta proprio nel cercare di andare oltre i limiti dell'uomo e si spiega perfettamente col pomo della discordia: cedendo alla tentazione della conoscenza l'uomo non attribuisce ogni cosa a Dio, ma è in una ricerca senza fine. Al contrario, la virtù divina è il non desiderare, infatti Ulisse viene posto da Dante nell'Inferno proprio per il voler andare oltre i limiti dell'uomo, mentre in paradiso gli angeli non hanno desideri (e quindi non hanno la necessità di cercare la verità).
Io so che quando Qualcuno vuol farsi conoscere, lo fa presentandosi per nome. Dio l' ha fatto a Suo modo, creando anche un' importante opera di predicazione in tutta la terra in modo che tutti sappiano cos'a Egli ha da riferirci. Ispirando ed istruendo tante persone nel proposito di condividere tutto ciò di importante che hanno imparato.
Io penso che tutta la creazione materiale è parte di un sapiente progetto. Dopotutto basta sfogliare ricerche ed articoli per vedere quanto precisamente sono fatte le cose materiali, sia nelle loro funzioni che nelle loro peculiarità difficilmente osservabili. Non è un caso che l' uomo per le proprie invenzioni si ispiri troppo spesso ad una natura già precisa. Peccato che si ispiri maggiormente per distruggerla che per creare qualcosa di necessario.
Molto MOLTO superficiale mi dispiace
Ehy Wesa, fai un video in cui parli della Divina commedia? Come mai i filosofi vengono collocati nell’inferno? Perché semplicemente non avevano conosciuto Dio? O perché queste figure allontanavano la gente dalla religione per usare la razionalità... in generale cosa ne pensi? Secondo me potrebbe venirne fuori un video interessante
Ciaooo :)
Scusa....a quali filosofi ti riferisci? Agli Epicurei? Perché quelli sono gli unici filosofi che compaiono all'inferno, in quanto negavano l'esistenza dell'anima immortale, e solo per quello.
Ogni tanto vengo a farmi due risate con i commenti.
¿Por qué quiero besar tanto su boca? Ni siquiera soy gay ..
Ma che cazzo
E se si dimostrasse? La fede sarebbe inutile
Il video è interessante, hai un'ottima preparazione e una buona dialettica.
Non sono d'accordo su due punti "l'esistenza di Dio è un dogma" e "se non credi in un dogma non sei un vero cattolico".
(se devo essere sincero è anche un po' troppo ridondante il discorso sui dogmi, anche poichè ragionandolo in tale modo, a rigor di logica tu stesso stai ponendo a tua volta un dogma, cioè che chi porta dogmi in un confronto a priori commette un'errore, appunto stai creando un altro dogma, indirettamente).
L'esistenza di Dio non è un dogma, per esempio chi crede per fede, chi ha conosciuto Dio in modo innato, le primissime religioni, gli indiani d'America, o tutti quegli altri popoli che non hanno reali religioni, ma solo usanze e tradizioni. Già qui non è un dogma.
Ma anche affrontando la società occidentale, chi arriva a credere per ragionamento crede in Dio in quanto ha avuto delle valutazioni (siano esse sia scientifiche sia metafisiche e trascendenti, in quanto vi si possono trovare prove dell'esistenza di Dio sia nella scienza che nella fede).
Sull'essere "veri" cattolici, penso che anche qui sia parte della sfera personale individuale, e che i dogmi siano opinabili, indifferentemente dall'essere o meno cattolici.
Fra l'altro, ragionando per assurdo, così come la scienza applica il metodo scientifico (e noi stessi prendiamo per dogmi certe formule, in quanto verificate precedentemente come leggi) per cercare verità scientifiche, perchè non potrebbero esserci delle verità anche a livello di fede ed esistenza di Dio?
La violenza non ha a che fare col dogma, la violenza è insita nell'essere umano, e non dipende da altro, poichè viceversa, tu stesso stai creando un nuovo dogma e sei altresì dogmatico (dogma=imposizione=violenza).
Se dai un'occhiata qui intorno troverai diverse discussioni nelle quali rispondo a obiezioni simili alle tue. In più, se vuoi capire meglio la mia posizione puoi guardare gli altri video di questa playlist sul dogmatismo, se ti va ;D
Il numero di dei è inversamente proporzionale al progresso scientifico,questo lo diceva la Hack...