Senza farla troppo complicata... ecco tre piccole pratiche definizioni delle capacità mentali: 1.Intelletto, la capacità di memorizzare e riorganizzare le informazioni 2.Saggezza, la percezione del sé psichico e fisiologico 3.Carisma, la forza della personalità, la capacità di credere nel sè Definizioni prese e rielaborate dal Manuale del Giocatore 3.5, perché i giochi sono sempre più ispirati di un qualsiasi libro di testo.
@1Guy Playlists con la parola Intelletto si intendono ben quattro macrocategorie della mente: la parte razionale, che riorganizza le informazioni, la parte mnemonica, che le immagazina, la parte identitaria, che collega l'idea del sé a una qualsivoglia nozione, la parte intuitiva, che fornisce informazioni senza l'uso della memoria. Dal sanscrito buddhi, manas, ahankara, chitta.
Mi hai ricordato quel compagno di classe appassionato di musica, un eccellente bassista (oggi lo fa di professione), faceva l'itis ma nel frattempo prendeva il diploma al conservatorio. Era alle superiori solo perché rientravano in un patto con il padre e la madre ma faceva il minimo necessario, in particolare in elettronica viaggiava tra il 5 e il 6. Un giorno parlando con lui di musica inizio a spiegarmi qualcosa che aveva a che fare con le onde sonore, il punto è che molte delle cose che mi stava spiegando erano cose che stavamo studiando in elettronica e che, pochi giorni prima, non aveva saputo durante l'interrogazione di elettronica stessa. Quando gliel'ho feci notare mi rispose: "Ma davvero?"
io ne ho 40 e non voglio essere come Roberto, mi piace essere me stesso anche se amo il suo modo di essere e concepire la vita, e il suo modo d'analizzarla
Ora sono 10, credo che siano il resto degli autori, della casa editrice, dei parenti di questi, dell'edicola/libreria dove è stato comprato quell'esatto libro. 😂
Video bellissimo. Ammetto che nonostante tutto pagherei per poter ripartire da capo e vivere la scuola con la consapevolezza e l'approccio alla vita che ho ora.
Credo sia così per molti, forse significa che la nostra organizzazione del sistema educativo è pensata male. La si concentra in un periodo ristretto di tempo comprimendo troppe nozioni e senza lasciare spazio per l'approfondimento. E l'università non è certo messa meglio.
ti parlo da ragazzina di soli 18 anni che ancora fa il quarto liceo: per quanto a me affascini il sapere, il sistema scolastico ti fa proprio venire voglia di strapparti i capelli per quanto mi riguarda. Tra prof ignoranti che esigono che i loro alunni ripetano a pappagallo ciò che sta scritto nei testi e gente che ha la media del nove ma scrive po’ con l’accento...è abbastanza esasperante. Io mi divoro i podcast di Lucarelli, Barbero, prof di filosofia che trovo su youtube (e ovviamente anche Mercadini!) ma ti assicuro che studiare mi fa schifo, perché per quanto ci abbia provato alla fine rimane solo un lavoro di memoria: se non dici quelle esatte parole, allora il voto è 6.
Caro Roberto, grazie del tuo video. Io in tanti anni di onesto (spero) mestiere di insegnante continuo a studiarle e a provarle tutte, per togliere l'etichetta di "noia" alla scuola. Mi sono inventato concorsi, giochi, un sito internet per i miei studenti (Classiperlo), persino una nostra moneta virtuale (i perlocoin), ho abolito i libri di testo, trovato mille strategie per lasciargli la libertà di inventare il proprio percorso e sperimentare nuove strade... In tanta faticosa ricerca, ogni tanto qualche buona idea, qualcosa che funziona, si riesce anche a trovarla. Il problema è che questo è un mestiere senza artigianato, senza quasi nessuna possibilità di trasmettere quel poco che si è scoperto a chi verrà dopo di noi. Ogni insegnante ricomincia daccapo, in solitaria, per conto suo.
Grazie di cuore per la tua testimonianza, Giancarlo!
4 ปีที่แล้ว +51
La scuola la fanno gli insegnanti e non certo i libri scolastici. Chissà se questa rivoluzione portata dal virus, ossia la didattica a distanza, possa creare una nuova frontiera scolastica, dove la lezione di un valido insegnante, motivante ed efficace, possa essere seguita contemporaneamente da migliaia di studenti e non più dai dogmatici 20 o 30... come un video di Mercadini...
Giancarlo Perlo, che cosa insegna? Chiedo perché insegno italiano e storia e il suo lavoro mi incuriosisce... Ma a prescindere dalla sua materia, "curioserò" nel suo sito. Concordo completamente con lei, quello che evidenzia è uno dei grandi problemi di base della scuola.
@@noraorsi Insegno Informatica, con ampie incursioni piratesche non autorizzate nelle altre discipline
4 ปีที่แล้ว +8
@Davo Sono abbastanza convinto che il personale percorso di crescita intellettuale sia comunque svincolato da qualsivoglia condizionamento ambientale. Ognuno di noi ha potuto osservare, durante l'esperienza scolastica, che dalle stesse scuole, sotto la guida degli stessi insegnati, con in mano gli stessi libri, uscivano comunque studenti diversi: capre, mediocri tira a campare ed eccellenze. E questa diversificazione non dipende neppure dai condizionamenti famigliari. Tutti noi conosciamo fratelli e sorelle cresciuti nelle stesse famiglie, nello stesso ambiente, con le stesse possibilità, ma con bramosie intellettuali completamente diverse... Da dove nasca e come si sviluppa la voglia di sapere, credo sia ancora un mistero.
Io avrei anche lasciato spazio per parlare di quell'ossimoro che sono i "compiti delle vacanze" e dei tempi di studio. Allora istituiamo il lavoro delle ferie. Ma che mi significa che le mie vacanze le devo passare facendo altra scuola? Che mi significa che durante il periodo durante il quale dovrei rilassarmi e dimenticarmi di tutto, mi ritrovo ancora chino sui libri? E che mi significa allora vacanze? Non sono più vacanze queste, sono solo un lungo periodo di compiti per casa. Sembra quasi che non debba esistere una vita al di fuori della scuola. Attualmente mi trovo in 3 liceo (faccio uno scientifico scienze applicate), in prima ero nello scientifico tradizionale. Una delle mie insegnanti credeva che al giorno bisognasse dedicare 4 ore allo studio, ma poi un giorno se ne uscì con:"Quattro ore e mezza per le mie materie sono un ripassino". Ovviamente era quella di italiano e latino. Questa prof causò il peggior periodo della mia vita: attacchi di panico continui, sia in classe che a casa, ansia, odio nei miei confronti ma soprattutto fu la goccia che fece traboccare L'OCEANO (un vaso sarebbe troppo poco). Da lei ho capito una cosa: non viene premiato chi sa, ma chi studia a memoria e rigurgita sul foglio ogni parola. In latino avevo problemi, ma essendo in prima era anche normale. Lei non solo mi faceva pesare la cosa, ma continuava a dirmi di cambiare, che non ce l'avrei mai fatta, che è inutile se "non studio". Eppure passavo le ore sui libri, eppure continuavo a provarci. Magari c'è qualcosa che non va con me? Certi pensieri mi hanno distrutto, e ancora oggi, due anni dopo, sono vittima di una prof che non ho più. A volte provai anche ad andarle contro, ma non serviva a nulla, dopotutto "Insegno da 40 anni". Spesso facevo riferimenti impliciti a come mi stesse distruggendo nei temi, ma non sembrava funzionare. Alla fine ha avuto la meglio e sono passato alle applicate, privo di motivazione, privo di voglia di studiare ma pieno di insicurezze, pieno di ansie e conscio del fatto che la scuola italiana sia soltanto un pretenzioso sistema fallimentare atto a portare a casa voti, non persone
Io attualmente sto lavorando a un progetto per la scheda libro dei promessi sposi. Sto realizzando i personaggi. Dal 29 Gennaio lavoro 3 ore al giorno e non ce la faccio più. Oggi non riesco a dormire pensando al lavoro che mi attende domani dopo la dad. Appena finito di mangiare dalle 14:00 alle 20:00 lavorerò e se non finiró anche dopo cena. E queste erano le mie vacanze
Quella che ti pressava di più era la prof di italiano e poi scrivi un commento così bene? Ma magari sapessi scrivere così anche io, i temi non sarebbero più un problema 😂 ma prestami qualche neurone e non pensare a quell'insegnante, che sicuramente non ha capito cosa vuol dire insegnare
@@giovannicavallo264 ultimamente ho ascoltato parecchi interventi di Barbero e non sono certo di ricordare ma dovrebbe averne parlato qui: th-cam.com/video/QY1lzf2CpKU/w-d-xo.html
@@CarloStemberger Se un professore pigro e magari non competentissimo individua un libro di testo da seguire, può limitarsi a seguire quello, ripetendolo quasi alla noia, senza approfondire e fare collegamenti suoi. Io sono un insegnante, posso dirti che scegliere un libro e seguirlo passo passo alleggerisce molto il mio lavoro, ma nuoce alla didattica
@@nadialorigiola9796 i docenti sono solo degli esecutori, andrebbe spiegato prima ai responsabili del sistema, poi in secondo luogo a ogni studente che inizia il percorso scolastico.
@@lorenzpaulinho1154 solo degli esecutori anche no, lo rifiuto categoricamente. Un insegnante può fare la differenza, se si sente solo un esecutore dovrebbe cambiare mestiere...
Sire abbiamo creato la scuola E cos'è? In maniera semplice: ci si va per imparare Ohhh, capisco, quindi i giovani impareranno come lavorare e pagare le tasse. Leggeranno libri e novelle semplici ma dai grandi significati, saranno appassionati al sapere No Come no? Impareranno a memoria formule e frasi per un tema o una verifica Ma questo non è imparare No, questo non è imparare, questo da oggi è il nuovo studiare.
Sta cosa di come pagare le tasse ha rotto un poco la minchia. Punto primo: dubito gli italiani abbiano tutta sta voglia di pagarle, punto secondo: queste sono cose che s'imparano con l'esperienza ci mancherebbe che ti insegnino come montare una parabola o aggiustare il telecomando. A scuola si dovrebbe imparare a ragionare e motodi critici, la cosa che manca a scuola è la conoscenza del TROVARE quelle informazioni che ci interessano. La pratica dovrebbe servire a imparare altra teoria, nel senso, non si può imparare tutto, quindi l'unica cosa che devo impartire agli alunni è: la passione nel risolvere i problemi, dove trovare le informazioni e il modo migliore per farle fruttare. Per far ciò serve anche imparare a memoria, basta dire che non serve, le formule sono dei modi complicati per sviluppare il ragionamento e la memoria. Non avrà forse un senso pratico nell'immediato, sono tuttavia certo che chi studia matematica ha un modo di approcciarsi e di ragionare molto più sviluppato di chi si laurea capocannoniere della squadra di calcio del paese.
@@lucavendra9016 tralasciando che il tuo primo punto non ha senso, pagare le tasse non è come andare in bici, non devo cadere 5/6 volte per capire come si fa, perché se non pago 5/6 volte le tasse finisco in rogne legali. La scuola ti deve preparare a vivere. A scuola si impara a ragionare, ma ingoiare nozioni solo per sputarle su un foglio o in faccia ad un professore non serve a nulla. Le informazioni le dimentichi e di ragionamento ne hai fatto zero, dopotutto la scuola in Italia spinge sul voto e non sull'imparare. Poi che uno diventi calciatore o matematico...che cazzo c'entra?
@@osama2686 tutti imparano a pagare le tasse, a parlare, a cacare, a pisciare. Scopare uguale. Queste cose s'imparano VIVENDO, stessa cosa non si può dire dei calcoli matematici, dei versi di Dante o della storia. Queste sono nozioni necessarie ad imparare, se non impari a memoria la formula per l'area della Circonferenza come speri di diventare ingegnere/operaio/perito o altro? Potresti imparare la logica, che il diametro è 3,1416 volte inferiore la Circonferenza. Io una volta riuscii a calcolare (senza andare sul campo) delle misure per un lavoro di una tomba di famiglia. Se non avessi avuto in senno la logica che mi ha portato con un disegno senza dati a calcolare le misure in scala reale come avrei fatto a fare un preventivo? Parlando con operai specliazzati, ti dicono che TUTTO quello che hanno studiato a scuola gli è tornato utile, tutto. Anche la geografia, se non conosci le province e le città come speri di fare bella figura ad un colloquio o a parlare con gente che non conosci?
La gente ti scrive che grazie ai tuoi video gli è venuta voglia di studiare, e poi ci sono io che in questo momento sto guardando questo video, ma in realtà dovrei studiare 😂😂
Sono un ragazzo di 18 anni, ho perso un anno, per l’esattezza in prima liceo. Mi sento dire tutti i giorni che sono una persona intelligente e brillante, persino dai professori stessi, eppure arrivo a malapena alla sufficienza. Sono pienamente d’accordo con tutto ciò che è stato detto ma credo che anche la scuola in se abbia dei problemi, se si pensa che l’hanno scorso l’unico professore alternativo che cercava un nuovo metodo di insegnamento l’anno successivo è stato licenziato, come si può pensare ad un cambiamento. Personalmente ho imparato molte più cose parlando con le persone che andando a scuola
Stessa situazione, solo che non sono ancora stato bocciato. Molte persone mi dicono che sono brillante e so usare gli argomenti che apprendo nei momenti opportuni, ma ho una media discreta, mentre secondo questi commenti dovrei essere il nuovo Einstein. Stessa cosa per il parlare con le persone
A mio parere i libri di testo sono importantissimi, basta semplicemente che il docente di una determinata materia scelga con criterio i libri di testo. Cosa ancora più importante, però, è insegnare agli studenti il sapersi ricercare con metodo le fonti e le informazioni di cui necessitano. E (parlando per mia esperienza e della mia scuola) tutto questo non si fa.
I testi didattici, cercano di dare un abbozzo generale dei concetti che presentano, e ciò può risultare alquanto superficiale, tutto al fine di arrivare alla data di scadenza entro l'anno di un percorso di studi, basato su tematiche predeterminate. Da una parte si può capire che l'approfondimento di certe tematiche richieda più tempo di quello che è realmente disponibile, ma ciò non si rivela come una scusante per l'insegnante, che deve da parte sua affrontare il tema in modo accessibile da una parte e affrontare l'eventuali lacune che si presentino dall'altra, al fine di ottenere un apprendimento quanto più uniforme possibile e altrettanto sta allo studente l'impegno nel porre l'attenzione dovuta a tali tematiche. La cosa che si trova inaccettabile, risiede nel fatto d'insegnare tematiche, leggendo letteralmente il libro, senza mettere a disposizione le proprie capacità esplicative e finire dando da studiare da pag ... a pag ..., ciò non si rivela produttivo, poiché si sta leggendo letteralmente ad alta voce ad un gruppo di studenti e ciò inficia negativamente su chi dovrebbe insegnare e chi dovrebbe apprendere.
@@mike89iniziald Esattamente. Capisco che purtroppo ci sono dei termini e che il Ministero decide un programma annuale da portare a termine (la maggior parte delle volte non accade), non è di certo colpa dell'insegnante.
Wow ho 15 anni, tu 42 e mio nonno 70 e la scuola non è mai cambiata che cosa fantastica proprio. Mi hai fatto venire più voglia di studiare tu alle 2 di notte che i professori o i libri in pieno giorno che parlano di un argomento specifico e non in generale dello studio e della scuola
Sono innamorato della Conoscenza. Leggo, studio, ascolto, trascorro ore su internet e sui libri ad approfondire i temi più disparati in un delirio di curiosità. Non sono erudito, ma mi accorgo tramite il confronto di essere più colto di tante persone. Ebbene, io ho DETESTATO la scuola. Mi ha fatto schifo, ribrezzo, l'ho odiata con ogni mia cellula e mi sono odiato per il mio sentirmi inadeguato e il mio rincorrere ad ogni nuovo inizio di settimana o mese o anno le vecchie promesse - "da adesso cambio, divento un bravo studente" - prima di capire che non ero io ad essere sbagliato ma il sistema scolastico a non essere adatto a me. Libri scolastici che più che un mezzo di trasmissione del sapere assomigliano ad elenchi. Professori soporiferi, senza passione e a volte anche cattivi. Sistemi di valutazione obsoleti, poco precisi, facili talvolta da aggirare per lo studente e quasi sempre da manipolare a proprio piacere per i professori, concepiti come se l'obiettivo fosse quello di mettere angoscia ai ragazzi (ho frequentato medie e liceo molto severi e certi metodi che ricordo erano stati ESPLICITAMENTE congegnati dai miei insegnanti col preciso scopo di metterci pressione psicologica). Edifici scolastici tristi e pietosi quando non quasi fatiscenti. Sconcertante carenza di attenzione a quella che è la crescita personale e culturale (in senso più ampio che della sola istruzione) dei ragazzi. Sconvolgente la deriva omologatrice con cui non si tiene conto delle differenze individuali degli studenti: io ero molto portato in tutte quelle materie relative ai linguaggi (matematica, inglese, informatica, filosofia...) eppure assistevo alle medesime lezioni degli altri, col risultato che quelle per me erano ore perse di pura noia. All'università la situazione è un po' migliorata, ma neppure tanto. Nel mio caso la scuola ha fatto sulla mia psiche una marea di danni irreparabili e non maledirò mai abbastanza gli amministratori pubblici di questo paese per lo sfacelo in cui versa il nostro sistema scolastico che, complici certamente altri fattori, contribuisce a produrre ogni anno eserciti di hikikomori e di giovani completamente privi di senso critico (quando non addirittura di capacità basilari quali saper padroneggiare come si deve la propria lingua madre). Ah, e per fortuna ho scampato l'ultimo geniale abominio ministeriale: la SCUOLA LAVORO. Roba che se fossi stato qualche anno più giovane avrei probabilmente abbandonato del tutto la scuola.
Sono al quinto anno e hai praticamente riassunto la mia situazione, ho iniziato ad apprezzare la cultura troppo tardi, e da un lato me ne pento, D'altro canto so che non ho ricevuto gli stimoli necessari per apprezzarla, questo talvolta mi demoralizza, ma sto cercando di andare avanti. Ti ringrazio un casino per aver dato la tua testimonianza, è stato come se qualcuno fosse entrato nella mia mente e avesse parlato di me..
Io ricordo che l’anno scorso (facevo il terzo liceo) ho spiegato storia (che avevo studiato molto) ad un mio compagno e amico nell’ora prima delle interrogazioni; risultato? entrambi 7 e mezzo. Allora o sono un insegnante della madonna che in un ora spiego tutto in maniera quasi ottima o è lecito assumere che ci sia una falla in tutto questo meccanismo di valutazione che i professori adottano. Da quel momento ho capito che basta poco per prendere voti altissimi e ho smesso di spezzarmi la schiena su materie che non mi interessano. Basta seguire attentamente le altre interrogazioni e comprendere con che metodo il professore interroga e valuta, capendo su quali punti fare più leva. Evidentemente io, con svariate ore di studio di storia, ho appreso l’argomento in un modo che per il metodo di interrogazione della prof valeva al massimo 7,5, e quando l’ho spiegata al mio compagno (ricordo in pochissimo tempo, 1 ora) gli ho trasmetto anche i semplici punti chiave che mi hanno fatto arrivare al 7,5. Allora basta poco? Allora per avere voti alti ed essere un “bravo studente” tutto sta nel capire i punti chiave che il prof vuole nelle interrogazioni, non nel capire l’argomento in se.
Il problema della scuola, dalle elementari alle superiori (o almeno al biennio di queste) è che la didattica è totalmente passiva per gli studenti ed in parte anche per i docenti, poco stimolante ed interessante... troppo orientata al risultato della verifica e poco all’acquisizione della conoscenza ed al piacere di acquisirla, è una marcia forzata, in cui è importante farsi trovare al punto giusto al momento giusto, il resto è secondario...
Arrivati ad un certo punto non sembra più nemmeno che lo scopo della scuola sia quello di istruire, di dare conoscenza, ma di uccidere gli studenti con i compiti per casa
Io (15 anni lol) preferirei farmi una cultura seguendo i miei tempi, i miei interessi, le mie ricerche, la mia curiosità piuttosto che studiare da libri cose che subito dopo l'interrogazione cancello totalmente dal mio cervello
@@letiziaturrisi3988 sui compiti a casa ho un opinione molto negativa... proporzionalmente avevo un carico di studio inferiore all’università e alle superiori che alle medie... ho visto i migliori risultati con gli studenti del triennio delle superiori da una professoressa di matematica che assegnava pochissimi esercizi da fare a casa e dedicava tanto nello studio in classe... detto questo, quello che a 10 anni dalla mia laurea ti posso consigliare è di dedicarti tanto allo studio comunque, cercando di imparare il più possibile e soprattutto di imparare ad imparare, trova un tuo metodo di studio... lo so sembrano frasi fatte, mi sembravano parole vuote anche a me ma rischierai di rimpiangere ciò che la scuola anche con tutti i suoi problemi offre 😉
Concordo, ed è per questo che nessuna materia mi appassiona più. I prof ci ripetono continuamente che non è il voto ciò che conta, eppure l'unica cosa che facciamo è pensare a quest'ultimo, perché ci hanno abituati così...
@@federicalupo1650 ma perché anche quando la materia fosse interessante, il voto c'è lo stesso, ed è da quello che dipende tutto, dai voti dipendono la pagella, dalla pagella poi anche il futuro (tipo ammissioni all'università, stage e robe del genere)
caro Roberto, ho scoperto quest'oggi il tuo canale, navigando pigramente su youtube al posto di studiare. Nonostante tu sia evidentemente molto più grande di me, ho sentito più vicine le tue parole piuttosto che quelle dei professori che ascolto ogni mattina da anni. Mi rivedo tantissimo in quanto hai detto; ad oggi, ho 16 anni e frequento il terzo liceo delle scienze umane, indirizzo che amo follemente ma odio con tutta me stessa allo stesso tempo. Da adolescente, trovo l'inadeguatezza di programmi e docenti quasi disarmante. Sono quella che molti definirebbero una studentessa modello, media generale dell'8 e condotta impeccabile. Eppure, studiare è una delle cose che più detesto. Paradossalmente, faccio ciò che faccio con la consapevolezza che il famigerato "pezzo di carta" è essenziale per il lavoro che voglio fare da grande. Sono un'enorme appassionata di storia, di letteratura, di psicologia, di diritto, di arte e tantissime altre cose. Ma nella scuola, per gente come me non c'è spazio. Non c'è spazio per l'approfondimento, per l'entusiasmo, per metodi alternativi e creativi. Come tutti quanti, io devo stare zitta, ascoltare e sputare tutto quello che ho memorizzato (perché, alla fin fine, di quello che studio mi rimane poco e niente) in faccia a un professore che, nel 90% dei casi, è per me fonte di stress, veri e propri attacchi d'ansia, e, col suo carico disumano di compiti, toglie tempo alle mie passioni, tra le quali rientrano anche degli argomenti che sto attualmente studiando. Ad esempio, poco tempo fa abbiamo concluso il medioevo in storia, uno degli argomenti che più mi ha lasciato l'amaro in bocca. Perché? Perché, molto semplicemente, io so di un medioevo colorato e vivace; so della cultura, dei costumi, della moda per ogni età e delle tradizioni durante i matrimoni, di tendenze stravaganti a livello di vestiario in tutto il mondo e di forme d'arte particolari e caratteristiche dell'epoca. Eppure, io ho studiato un periodo ben diverso. Ho studiato un periodo buio caratterizzato dal bigottismo e da nobili che mangiano sulle spalle di paesani depressi, chiusi di mente, che muoiono di fame e di freddo senza possibilità di redenzione, in un elenco di nomi così numeroso che è impossibile far coincidere un volto ad essi. Per non parlare della disorganizzazione della scuola come ente e del distacco generazionale di professori che hanno l'età di mia nonna, stanchi, frustrati, e incapaci di comprenderci per forza di cose. E' impensabile che una persona di 70 anni sia una buona guida per un ragazzino di 16, come è impensabile che il ragazzino rispetti un anziano che gioca a fare Luigi XIV ogni qualvolta mette piede in una classe. Le scuole sono proiettate al passato, sono fatte dai vecchi per giovani che non si sforzano neanche di comprendere.
Non sono d'accordo sul fattore dell'età. Piero Angela ha 90 anni e rimane un divulgatore di conoscenza appassionante, stimolante, con gli occhi che brillano e la capacità di farti immaginare nella testa quello di cui parla, facendoti vivere il contesto. Lui ad esempio del medioevo ti avrebbe parlato delle danze, dei pasti luculliani, dei racconti di Canterbury con tutti gli scherzi, le corna, della capacità di raccontare miti e leggende, del senso profondo dell'architettura, dell'artigianato, della musica e avresti avuto al tua soddisfazione. Si, avresti avuto un professore 90 enne con l'entusiasmo di un 16 enne e l'avresti sentito più vicino a te di quanto senti un professore 25 enne annoiato, approssimativo e non comunicativo.
@@LDTube-pz9fq mi sembra ovvio. il mio discorso sull'età non mirava a dire vecchio=incapace, ma a far notare che i professori più anziani sono, nella maggior parte dei casi, stanchi. per questo, non essendo in grado di tenere una classe, ci vanno subito col pugno di ferro, esagerando anche. io mi riferivo a questi soggetti in particolare. anche perché, una delle docenti che in assoluto mi ha lasciato di più è sopra ai 60 anni, eppure quando entra in classe lei cambia l'umore. essendo che ha sempre cercato un confronto e ci ha sempre spiegato il perché delle sue azioni, la classe non ha mai avuto problemi con lei ed è una dei professori con cui si lavora meglio. d'altro canto, però, abbiamo gente incapace che insegna al liceo. competentissimi nel loro campo, per carità, ma mancano dell'umanità e della capacità base di rapportarsi col ragazzo che un docente dovrebbe avere. una mia compagna si è sentita dire "ma lei per fare questi errori deve essersi fumata una canna e tirata tre o quattro strisce di coca dopo", testuali parole. oppure, ne abbiamo un'altra che assegna più di cento pagine da studiare a ogni interrogazione con meno di una settimana di preavviso, fregandosene altamente di chiederci se abbiamo altre interrogazioni o verifiche programmate, quando l'unica cosa che è stata chiesta i consiglio è stata di non accavallare tutte le valutazioni. ho visto riportate a novembre verifiche svolte a settembre. ho avuto qualcuno farmi riscrivere l'alfabeto in SECONDO LICEO. parliamoci chiaro, vecchio non vuol dire incapace, ma neanche abbastanza in grado di rapportarsi con un ragazzo da potergli affidare una classe per cinque anni.
@@kurta.lucre_ il fatto è che per diventare professore devi unicamente dimostrare di sapere le nozioni relative ad una certa materia. Non c'è alcun test per dimostrare di avere capacità d'insegnamento. E non è nemmeno una questione di età. Anche un 50 enne che vuole studiare musica può trovarsi di fronte ad un grande pianista che però è un pessimo insegnate o se vuole studiare cucina davanti ad uno chef bravissimo ma non in grado di insegnare, davanti ad un bravissimo floricoltore ma pessimo insegnante, un bravissimo campione di karate ma pessimo insegnante di arti marziali, un bravissimo attore pessimo insegnante di recitazione. E le caratteristiche di un pessimo insegnante sono sempre le stesse sia che parli ad una classe di ragazzi o in gruppo di adulti: 1) incapacità di trasmettere passione e trasporto con il tono della voce, 2) incapacità di riconoscere come trasferire ad altri le sue capacità che lui o lei sente innate, 3) incapacità ad avere tatto è umanità nel rapporto con chi ascolta adottando un sistema di feedback è di giudizio basato su meccaniche fredde di biasimo e punizione più che di motivazione e comprensione e infine 4) uso smodato di strumenti inefficaci è freddi che gli o le tolgono il peso di continuare a far finta di essere interessato a far apprendere come riassunti di interi capitoli, memorizzazione a pappagallo, ricopiare intere pagine di libri sul quaderno e aderenza totale ai libri di testo. Ma non c'è niente di nuovo sotto il sole. È dai tempi di Platone che si parla della figura del "pessimo insegnante"
In termini psicologici si tratta di motivazione estrinseca e motivazione intrinseca. La prima è una forma di motivazione che dipende dall'ottenimento di un obiettivo al di fuori di me, un voto, una consegna, un compito. La seconda è una motivazione che scaturisce dal piacere e dalla soddisfazione che la tal attività comporta. È dimostrato (ma è anche ovvio) che i migliori risultati si ottengono quando la motivazione è principalmente intrinseca. Mi trovo ad un passo dalla laurea in psicologia e mi rendo conto che tutto ciò che conosco al meglio di questa materia è qualcosa che ho studiato non per un esame o per un'impellenza, ma perché sono riuscito a trovare l'argomento in questione estremamente affascinante ed interessante. Ciò che ho dovuto studiare all'unico scopo di passare un determinato esame mi è servito solo a prendere un buon voto ma si è eclissato nell'oblio fin dai giorni immediatamente successivi. Non si può imparare nulla senza associare allo studio una componente emotiva. È necessario innamorarsi dello studio, escogitando strategie per trovare attraente il tal argomento. In caso contrario lo studio forzato diventa una delle peggiori torture che si possano infliggere ad un povero studente. Ciao :)
Da collega non posso che condividere il tuo pensiero, e aggiungo che semmai è ancora peggiore la frustrazione che si prova quando ci si rende conto di non sapere ciò che si è faticosamente studiato. Tempo fa parlai con una persona più esperta di me di un argomento che avevo studiato intensamente per un esame (superato con il massimo dei voti) e mi sono reso conto che non sapevo cosa dire. La soddisfazione iniziale, per il fatto che si stesse parlando di qualcosa che pensavo di sapere, venne sostituita dalla delusione di rendermi conto che non ero poi così preparato come pensavo. Fu una terribile botta al mio ego, ma una lezione che da allora mi porto dietro stretta e che mi aiuta ad approcciare lo studio in maniera meno schematica e più passionale. Credo sia sinceramente l'unico modo per imparare davvero.
@@gabrielem1406 La figura del pollo su cose perfettamente studiate per un esame passato egregiamente l'ho fatta anche io e quindi ti capisco. È un'ulteriore dimostrazione che ciò che abbiamo appreso in quell'occasione è stato accompagnato da una forte carica emotiva di imbarazzo e delusione e quindi non ci dimenticheremo quella lezione molto facilmente haha.
Invidio entrambi, adoro la psicologia ma purtroppo non riesco a superare il test d’ingresso. Per molto tempo ho creduto d’essere stupida, e ad oggi ancora penso di esserlo un po’, ma certe lacune è difficile colmarle. Se solo potessi tornare indietro...
@@littleone5434 ma vedi, se una materia ti interessa così tanto non hai bisogno di un titolo universitario che attesti che l'hai studiata. Puoi approfondire la tua passione attraverso moltissimi altri strumenti come letture di settore, videolezioni su youtube, forum, romanzi, film e tanto altro ancora. Il centro di questa discussione è proprio fondata sul fatto che non abbiamo bisogno di traguardi esterni per colmare le nostre passioni, basta la passione in sé a darci la motivazione e la curiosità necessari a studiare anche in autonomia certi argomenti. Spero che ciò ti sia d'aiuto e ti auguro il meglio. Intanto ti posso dare un piccolo consiglio: se ti interessa la psicologia, leggi i romanzi di Dostoevskij. Alla fine il fulcro dell'essere umano non può essere raccontato se non attraverso le storie e i sentimenti ;)
@@Tyron95 hai al 100% ragione, infatti cerco di informarmi il più possibile e fra l’altro siamo una generazione avvantaggiata, visto che abbiamo a disposizione un mezzo potentissimo come internet. Grazie per le tue bellissime parole e per il consiglio, corro a dare un’occhiata🙏🏼
Totalmente d'accordo con te, Roberto. Ho visto il film di Mulan, subito dopo sono andata a leggermi l'origine della storia. Da qui ho scoperto il bellissimo poema "La ballata di Mulan" del VI secolo, ho approfondito il contesto storico e ne ho scoperto i dettagli, leggendo le polemiche sul film ho approfondito argomenti di attualità. Penso che questo sia la sintesi della voglia di scoprire rispetto all'obbligo di dover adeguarsi.
"Ho interrotto il compito di storia dell'arte per leggere un libro di storia dell'arte" Anche io una volta ho interrotto un compito di italiano per guardare un video di me lo ha detto vygotskij... E spesso smetto di studiare filosofia per guardare un video di Rick du Fer
Quanto è vero dannazione. Leggo sì e no una volta, distrattamente, le pagine per la verifica di biologia e poi passo abbondanti mezz'ore sui video di entropy for life
@@andreascarpellini1157 sì anche a me piace piantare lì le slide di stato solido per andare in laboratorio a fare sintesi, poi però all'esame non so nulla e mi asciugano
Il dilemma è che siamo più propensi a percepire le cose in modo più ironico è aperto anzichè seguire quei rigidi schemi che TUTTO il sistema educativo ci impone, e io questa cosa la adoro
Aggiungo una cosa al minuto 29:00, alcuni professori non vogliono che tu studi esclusivamente da altre fonti che non siano il libro scolastico. Parlo per esperienza personale, iniziano a guardarti male, sanno che stai dicendo qualcosa che non c'è sul libro e che non stai seguendo la sua "scaletta" , in questo caso loro non ti assecondano, ma ti portano a ripetere quello che c'è esclusivamente sul libro, a volte ho addirittura la sensazione che non siano a conoscenza degli approfondimenti che ripeti. E' un casino
è capitato che mi insegnassero qualcosa di sbagliato. Da quel giorno non riesco più a fidarmi della loro conoscenza..Dubito del loro insegnamento, e tutto ciò non aiuta
Da un lato ti do ragione e affermò anche io che è una cosa che può dar fastidio, dall'altro devi tener conto che loro ti devono valutare sul programma, e se dilaghi e dici cose che loro non sanno faticano a valutarti in quei punti.
@@giog6459 io entro in classe con il sigaro e ascolto mentre parlo al telefono e mi lucido le scarpe. Ogni tanto esco a fare pausa caffè e ragiono sul da farsi per portare il risultato a casa a fine mese. Almeno scaldo il banco con stile u kno wat im sayn bro. Sto al 5º, tra qualche mese stringo mano all'azzolina e famo l'esame col cazzo de fuori che sbatte su tutti i banchi
La cosa più incredibile, a mio parere, sono quei libri di testo palesemente di parte su questioni politiche e religiose, che presentano opinioni dell'autore come fossero verità scientifiche, e i professori che si arrabbiano se lo studente non dimostra di abbracciare la stessa ideologia. Dunque: non solo devo ripetere a pappagallo quello che c'è scritto, devo anche farlo con un certo sentimento. Davvero stimolante.
Perché per loro probabilmente è un lavoro come un altro che non li interessa e devono fare solo quello che è strettamente richiesto per portare la "pagnotta" a casa e fine. Di professori veri, che se fai un approfondimento per conto tuo e poi ti assecondando con soddisfazione o che loro stessi durante una lezione divagando su altre cose, magari non pertinenti alla lezione stessa, che però ti arricchiscono, ne ho incontrati nella mia vita scolastica due. Persone con la passione del tramandare la loro conoscenza al prossimo, questi dovrebbero essere gli insegnanti in un sistema scuola degno di tale nome. Ma noi permettiamo l'insegnamento di materie anche a chi non ne sa assolutamente niente, parlo per esperienza personale (dove una mia conoscenza è insegnante di inglese e l'inglese non lo sa, ma zero assoluto proprio), quindi invero la colpa è la nostra che non abbiamo permesso alla scuola di fare passi avanti ma anzi di essere continuamente vilipesa.
Uno dei tanti problemi della scuola è questa maledettissima corsa a "finire il programma". Tante cose fatte male. Da insegnante ho quasi subito rifiutato di usare i libri. Meglio poco e fatto bene. E il bello è che i programmi a cui i miei colleghi sono tanto legati, non esistono da almeno 20 anni... Non parliamo della routine che uccide tutto.. Fare scuola è difficile, perché tutto congiura per mettere nella testa di insegnanti e alunni (e ai loro genitori) ansie immotivate. Quando qualche anno fa i miei colleghi mi chiedevano a che capitolo del libro sei, ridevo.. Ora non me lo chiedono neanche più. Grazie per il video. Lo manderò a quei colleghi con cui condividiamo un modo diverso di intendere la, scuola
Lei che è insegnante ha l'opportunità di cambiare le cose, ne approfitti, ci sono tanti ragazzi che stanno perdendo forze stando dietro a questo sistema mnemonico e meccanico
ciao Roberto, non potrei essere più d'accordo con la tua analisi, per altro sempre lucida e coincisa. Da neodiplomato, ti confermo che quello da te mostrato in video potrebbe benissimo essere un libro di testo scolastico attuale. La scuola nella mia esperienza (ex-liceale) è stata un costante appiattimento di temi corroborato da un eccesso di nozionismo, è solo ora che mi sento libero di imparare senza vincoli imposti che mi sto appassionando delle materie e degli argomenti che con tanta superficialità mi hanno fatto studiare a scuola. Sfortunatamente rappresento una minoranza, tanti miei coetanei sono stati diseducati allo studio e all'apprendimento da anni di imposizioni e ora hanno difficoltà a riavvicinarsene. Credo che il nostro sistema scolastico, sempre più retrogrado e noiosamente gentiliano, meriti di essere radicalmente riformato, questo però non dovrebbe sollevare i professori da ogni colpa e responsabilità, come spesso gli si riconosce il merito di far appassionare i giovani alla loro materia gli andrebbe altresì riconosciuto il demerito di fargli odiare lo studio e l'ambiente scolastico.
Ho più o meno l'età di Mercadini e mi ritrovo in quanto scrivi, nonostante siano trascorsi decenni e molte riforme dell'istruzione abbiano avuto luogo. In pratica nulla è cambiato.
A me piacque molto un concetto che espose una volta il prof. Barbero (docente universitario e divulgatore medievalista) sul sistema scolastico, in particolare sul programma di storia. Parafrasando: le nozioni di base sono fondamentali da sapere e servono per inquadrarti nel contesto, ma la parte interessante arriva dopo cioè quando si inizia ad studiare il contesto stesso nel dettaglio. Purtroppo il tempo è quello che è, e molto spesso non si riesce nemmeno a finire di spiegare le nozioni che bisogna andare avanti col programma. Purtroppo si da alla scuola il doppio compito di far creare allo studente sia un bagaglio culturale generale sia trovare una propria personalità scoprendo le proprie passioni. Ma è raro che imparando a memoria nascita vita e morte di Petrarca che trovo nella Letteratura la mia strada
@@alexannekk vorrei aggiungere una cosa: oltre doverti dare un’infarinatura di tutto deve anche trasmetterti quanto possibile diversi metodi di studio poiché, anche a seconda dell’istituto o liceo frequentato, deve darti delle basi per quel che farai e sarai dopo. In particolare, uscito da un liceo, è probabile che un giovane continuerà gli studi e, in quel caso, si troverà ad applicare la giusta tipologia di studio al giusto ambito. Sebbene detestabile, sono abbastanza sicura che chi si è dedicato allo studio della legge e della medicina abbia trovato molto utile la memorizzazione appresa durante la scuola primaria; l’apprendimento della consecuzione di cause che si trovano in storia, biologia e fisica sono utili a chiunque si avvii alla comprensione dei fenomeni umani e naturali; l’analisi di figure retoriche, metaforiche e linguistiche per chi studia lettere, arte e comunicazione. L’importante è studiare la giusta materia nel giusto modo ed è in questo che talvolta la scuola fallisce. Un altro ambito in cui spesso la scuola fallisce, almeno secondo me, è nella mortificazione dello studente. Ma questo è spesso responsabilità dei professori.
Salve Roberto. Ho guardato il suo video con attenzione e sono rimasta scioccata. Non pensavo esistesse un adulto che potesse capire esattamente cosa intendiamo noi giovani quando ci lamentiamo della scuola. Lei ha elencato esattamente tutte le mie idee che mi sono fatta col passare degli anni. Ho adorato ogni cosa che ha detto e sono felicissima, anzi, commossa dalla capacità brillante con cui ha espresso i concetti. La ringrazio infinitamente. Frequento il secondo anno del liceo linguistico e ho aperto gli occhi sulla vera identità della scuola verso la fine della prima superiore. Prima la mia idea, la mia massima ispirazione nella vita, era la seguente:" Studio, finisco il liceo, vado all'università, mi trovo un lavoro che paga bene (perché ho fatto l'università), metto su famiglia e poi qualche viaggio perché me lo potrò permettere grazie al lavoro che mi pagherà bene". Ora come ora, queste mie idee mi spaventano e sono contenta di essermi svegliata da quell'incubo infernale in cui vivevo. Studiavo solo per i voti e per quindi ottenere la simpatia dei professori. Due anni dopo posso dire di essere cambiata. Ora trovo la conoscenza affascinante in ogni sua forma, la bellezza dell'imparare, conoscere cose nuove, una meraviglia. Il problema è che anche io ho lo stesso problema che ha spiegato lei nella parte iniziale del video: non riesco a rendere interessante la scuola. Per ora mi limito allo svolgere degli studi individuali esterni al mondo scolastico e approfondisco gli argomenti individualmente per mio interesse personale. Concordo anche sui libri! Spessissimo mi chiedo:" E quindi? Ma chi era lui?" E se lo chiedo al prof, mi guarda con una faccia sbigottita e si spazientisce perché deve finire il programma e non ha tempo. Fare domande è fuori luogo durante le ore di storia con il mio prof, ciò mi fa stare male.
Ho 16 anni e vorrei dire che, purtroppo, ancora oggi i libri di testo sono impossibili da capire. Spesso mi ritrovo a chiedere a parenti, amici o professori di rispiegarmi certi argomenti che non ho capito nel libro. Ammetto che oggi, per fortuna, noi abbiamo internet per capire meglio certe cose, ma non è comunque il massimo....
Internet riguardante le materie scolastiche o argomenti provenienti da essi è completamente inutile.. Faccio un tecnico Agrario, e il 90% delle cose che studio, anche a pagare google, non le trovi..
@@pokeeli5061 più che altro internet serve per le cose che non ti insegnano a scuola ma ti servono per la tua carriera. Ad esempio, se tu vai a un ITIS informatico non ti insegnano ad assemblare i computer, ma se è quello che vuoi fare devi studiartelo su internet.
Purtroppo un altro problema è proprio questo, uno cerca di informarsi al meglio su determinati argomenti, che magari sui libri sono abbastanza riassunti, ma nel momento in cui vieni interrogato, senti il professore che continua a dirti di parlare solo dell'argomento della frase che ha formulato, non permettendoti di fare collegamenti o approfondimenti, di conseguenza lo studente(come nel mio caso) perde la volontà, l'interesse, la curiosità di studiare.
Ciao roberto, sono capitato qui per caso attraverso la home di youtube. Devo esserti sincero: i video di 30 minuti non li digerisco, non per noia ma a volte sono ridondanti e tendo a skipparli. Incuriosito dal titolo, ho iniziato a vedere il tuo video e beh, complimenti. Per cosa? La dialettica, capacità di intrattenimento, enfasi di linguaggio, contenuti non banali. Bel video :)
Madonna quanto odiavo le lingue a scuola, l'inglese lo ripudiavo proprio la mia situazione nelle lingue secondo la mia prof era "inqualificabile" (dato che consegnavo le verifiche in bianco). Ora parlo fluentemente 4 lingue e mi sto avvicinando pericolosamente ad apprenderne una quinta, ed è bellissimo studiarle - ma tutto ciò dopo anni e anni di 'disintossicazione scolastica' ovvero dopo che sn entrato nella mia età adulta.
22:42 "nebuloso". L'aggettivo perfetto per il 90% dei testi universitari e delle "spiegazioni" dei professori. Purtroppo con gli anni mi sono convinta che lo si faccia apposta a rendere le cose difficili nella comprensione, quando potrebbero essere spiegate in pochi, semplici passaggi. Ricordo un'esame tra tanti, "scienza delle costruzioni" lo scoglio di tutti gli ingegneri (civili, meccanici che sia...). Ricordo quanto ho penato su un libro scritto male e sulle spiegazioni del professore che facevano ancora più pietà, avevo conati di vomito quando dovevo studiare quella materia. Per cosa poi? Per scoprire quanto sia facile, se viene proposta in maniera chiara, semplice e usando soprattutto i benedetti DISEGNI. Purtroppo non c'è amore nella trasmissione del sapere, ma solo nel proprio ego smisurato e questo è il vangelo di molti professori (che sono tutto fuorché quello, purtroppo).
Dico solamente una cosa in merito sulla scuola, mi è stata riconosciuta la dislessia dopo 13 anni e fin a quel periodo sono stato "giustamente" trattato come uno stupido dai professori, bene adesso ho 19 anni e secondo il test del qi ho più di 140, e sono bloccato in 4 superiore, dove ho cambiato scuola 2 volte ( stesso numero delle mie bocciature) e non so ancora se la scuola che ho scelto sia quella che fa per me, e non ho imparato niente siccome per come sono stato trattato mi sono rinchiuso nel mio piccolo mondo, in breve grazie alla scuola soffro di gravi problemi ansiogeno depressivi e soffro perfino del disturbo di personalità borderline, tutto questo perché a 5 anni alle elementari gli insegnani ( e i miei genitori che si sono fatti convincere) hanno messo una crocie su di me, cose se già a quell'età io non valessi niente, io lo dico e non lo nascondo sono ignorante e mi va bene così, specialmente perché se essere colto e/o avere un tot di lauree o un master vuol dire sbagliare una cosa così semplice, rovinare la vita di una persona e non ammettere i propri errori allora preferisco rimanere una capra come dice Sgarbi
@@tonino1921 sono correlate le cose, non penso che uno che sia acculturato e legga tanti libri non sappia la grammatica, anche perché la assorbe in tal modo. Uno che non sa la grammatica non penso sia un divoratore di libri e cultura.
La mia prof di italiano mi dava sempre 4 nei temi giustificando il voto con il fatto che non approfondivo, limitandomi a fare solo un elenco di affermazioni, proprio come nei testi scolastici. Poi è venuto il giorno di scrivere un articolo di giornale. C'erano diversi argomenti a scelta e io ho scritto della partita di calcio giocata la domenica prima dove ho segnato una tripletta. Con mio enorme stupore mi ha dato 7 e, preso dall'euforia, ho addirittura studiato con impegno per l'interrogazione di qualche giorno dopo. Beh mi ricordo perfettamente lo sguardo e le parole della prof al termine dell'interrogazione: "Sei andato bene ma ti do 5 e mezzo". Sono ritornato a prendere i miei 4, cosciente del fatto che non avrebbe minimamente influito sul proseguo della mia vita.
10 anni fa... 5 a latino dopo una interrogazione perfetta Io: Prof! Ma non ho sbagliato niente! Lei: Già... ma ti ho fatto domande per arrivare al 5. Te ne avessi fatte per arrivare al 6 non mi avresti risposto.
Che video coinvolgente e riflessivo, Roberto! Hai toccato un tema profondo e controverso: il paradosso della scuola. Mi ha colpito la citazione iniziale che afferma che la scuola è quel luogo dove si confonde la memoria con l'intelletto. È davvero una dichiarazione potente che riflette il modo in cui spesso la scuola si concentra più sulla memorizzazione e la ripetizione che sull'approfondimento e l'apprendimento vero e proprio. Per questo ho iniziato a tradurre i video di Sprouts in italiano!
Io ho 17 anni e sono in quarta superiore. Sono arrivato ormai al punto che non mi interessa più nulla della scuola, non ascolto le video lezioni e non mi scomodo neanche a guardare i voti che mi mettono i prof (ci tengo a precisare che comunque ho la media del 7 e un po' e non vado male). Di anno in anno pian piano perdevo sempre più la voglia di fare qualsiasi cosa e quest'anno non ho neanche comprato i libri di testo per nessuna materia, tanto non li uso. La scuola mi ha fatto passare completamente la voglia di interessarmi a quelle materie (anche se magari mi interesserebbero). Per fare un esempio io ho sempre amato la matematica perché mi sembrava maledettamente geniale. La cosa che mi da fastidio è che l'obbiettivo non è imparare, studiare e essere acculturati ma sapere conoscenze che non ti serviranno nella vita: la mia prof da molta importanza alle definizioni e saper fare gli esercizi ed essere in grado di risolvere problemi non è abbastanza. Imparare a memoria definizioni inutili mi fa davvero schifo. E una cosa che mi da maledettamente fastidio è che pur non facendo niente, non studio, non faccio i compiti, non ascolto le video lezioni, mi presento solo alle verifiche ed interrogazioni vado bene lo stesso. Ci tengo a precisare che non sono un genio o cosa, la scuola è maledettamente inutile! NON devi letteralmente imparare nulla per passare gli anni e ogni anno sento di non aver imparato niente. Ad un certo punto allora ho pensato: "ma se a scuola non faccio nulla allora posso studiare le materie scolastiche come voglio io da solo"... Solo che questa cosa non è andata bene per 2 motivi: il primo è che essendo un adolescente e volendomi anche divertire e fare altro non ho ne il tempo ne la voglia di passare metà giornata a scuola e l'altra metà a recuperare ciò che non ho fatto. il secondo motivo è che molte materie se me le raccontassero persone appassionate magari potrebbero piacermi ma da solo non ho l'interesse necessario per cercare informazioni da solo. Insomma io sento davvero di star sprecando il mio tempo e gli anni dove potrei imparare più cose. Spero davvero che qualcuno cambi il sistema scolastico perché andare a scuola mi sembra davvero la cosa più inutile che io abbia mai fatto. Ho visto un immagine molto bella con da una parte un immagine di un telefono vecchio (che era uno scatolone) e con la scritta "i telefoni 50 anni fa" e a destra un immagine di uno smartphone con la scritta "ii telefoni oggi" e sotto 2 immagini uguali con scritto "la scuola 50 anni fa" e "la scuola oggi". Noi ci evolviamo e la scuola no, spero davvero che qualcuno cambi la scuola perché a mio parere stiamo sprecando gli anni migliori della vita di troppi ragazzi :(
Ciao, anche io sono uno studente di 17 anni di quarta superiore. Davvero, mi hai tolto le parole di bocca. Sono nella tua stessa identica situazione e ho gli stessi pensieri. A me piace molto filosofia, a scuola spesso la ascoltavo volentieri ed ero partecipe durante quelle 3 ore settimanali, ma la didattica a distanza mi ha completamente tolto ogni motivazione e voglia di stare attento, ha peggiorato ulteriormente la mia situazione. In prima fino più o meno a inizio secondo anno mi impegnavo ad andare bene, studiavo e facevo sempre i compiti, ma più passava il tempo più quei buoni voti che prendevo mi sembravano vuoti, inutili, privi di un reale significato didattico. La classica lezione frontale mi ha davvero stufato, non ne traggo alcuna motivazione e spesso siamo resi poco partecipi delle lezioni, faccio pochi compiti e molti li tralascio. Studio poco o nulla, a volte me la cavo “improvvisando”, a volte vado male, ma la verità è che ormai non mi interessa più di tanto, anzi quasi per nulla direi. I voti sono numeri, non mi dicono più nulla e questo sistema è ipocrita: ci dicono di non studiare a memoria ma la valutazione tramite solo dei numeri incentiva lo studio mnemonico. L’obiettivo non è davvero quello di sapere qualcosa, che qualcosa ci rimanga, ma sapere quelle nozioni da sparare o scrivere a macchinetta per prendere un buon voto, per poi puntualmente dimenticarcele il giorno dopo. Sono consapevole dell’enorme importanza della cultura e del sapere (quello vero), ma questo sistema mi ha svuotato di ogni entusiasmo e motivazione. Anche io sento di star imparando davvero poco e ciò mi rattrista parecchio. A scuola i professori hanno ovviamente un ruolo fondamentale ma spesso ci troviamo davanti persone che magari sanno ogni minimo dettaglio della propria materia, ma che di che capacità didattiche ne hanno davvero poche. È un errore comune pensare che l’insegnante/maestro sia colui che conosce delle nozioni (riguardanti una certa materia), ma noi studenti sabbiamo bene le due cose differiscono parecchio. Nelle lezioni infatti mi sento di frequente “estraneo” e ciò mi fa passare la voglia di stare attento. Anche io spero che un giorno questo sistema scolastico, oramai davvero obsoleto e inadatto ai giovani, verrà stravolto. Di certo non avverrà nel breve periodo perché la scuola è rimasta pressoché invariata da decenni e, pensandoci, forse dovremmo essere proprio noi giovani a prendere l’iniziativa...
@@lucaonofri2388 Come ti capisco, di fatti stavo pensando anche io che in un futuro avrei potuto cercare di cambiare le cose solo che sembra davvero una cosa talmente più grande di noi che non saprei cosa fare... Penso spesso che in un futuro il mio lavoro o la mia aspirazione sia cambiare la scuola ma tralasciando il fatto che non ho la minima idea di cosa andrebbe fatto, non avendo imparato praticamente nulla a scuola non mi sento nella posizione di essere uno che ha studiato e che cambia le cose. Ci vorrebbe una persona che è riuscita ad apprendere (che qualcuno di portato c'è) e che la pensi come noi. Ogni volta che ci penso mi chiedo: "ma che ne so io di come andrebbero insegnate alcune materie se non ho la minima idea di cosa trattino?", ho anche pensato di fare il professore e di impegnarmi ad insegnare davvero qualcosa ma è più facile a dirsi che a farsi senza contare che anche se ci riuscissi e fossi l'unico a farlo cosa cambierebbe? Ci sono così tante domande, così tanti fattori da prendere in considerazione che non so dove sbattere la testa e finisco per pensare "spero davvero che qualcuno faccia qualcosa" ma forse quel qualcuno dovrebbe essere ogni persona che si pone questa domanda anche se non saprei in che modo.
Ciao, sono tua coetanea e a me piacciono molto la matematica e la fisica, perché le puoi incontrare in molti ambiti. Purtroppo però, quest'anno sono peggiorata in entrambe le materie. La prof in questo periodo sembra solamente interessata a portare avanti il programma, tanto per poi mettere la sua firma sul foglio e fare vedere a tutti che il suo lavoro l'ha fatto, anche se noi non ci capiamo nulla. Come se non bastasse, durante la correzione degli esercizi (secondo me la parte più importante della lezione, appunto dove andiamo ad applicare la teoria a problemi reali) salta dei passaggi perché pensa siano scontati. Io soffro pensando alla fisica e matematica perché mi piacerebbe molto, in futuro, studiare qualcosa che sia collegata ad esse (anche se non ne sono del tutto sicura). Inoltre, la professoressa ti fa sentire abbastanza umiliato/a quando non capisci qualcosa; ne consegue che la classe ha paura di dirle veramente che non ci sta capendo nulla e che l'approccio della prof è sbagliato. Per concludere, anche io ultimamente mi sento demotivata. Non mi interesso a nessuna materia visto che la passione dei miei insegnanti è ormai pari a zero, e la scuola non mi lascia tempo per dedicarmi alle mie passioni. Spero davvero che da domani in poi, visto che ricomincia la scuola, sapró capire quali sono le mie priorità, perché non voglio stare chiusa tutto il giorno e notte in camera mia.
io in merito alla scuola ho capito di essere molto fortunato: faccio il liceo e mi trovo in una situazione simile a quella che hai vissuto; sono molto curioso ma non ho voglia di studiare. Tuttavia credo di aver sviluppato una capacità di attenzione molto alta; se mi metto ad ascoltare qualcuno non riesco più a smettere, quindi la noia in classe non mi ha mai colpito troppo forte. inoltre la mia scuola (come credo tutte) consiglia uno studio a casa che va dalle 2 alle 4 ore; io riesco tranquillamente in 2/2,5 ore o addirittura meno al giorno a studiare e ricordare praticamente tutto. l'unica cosa che credo mi sia sempre mancata è l'autostima: penso sempre che le cose che faccio siano brutte e da buttare; mi sono trovato molto spesso a pensare cose del tipo: "sono un fallimento perché sto troppo tempo al computer" o "non mi merito questo voto perché non mi sono impegnato abbastanza". credo che questi pensieri però siano frutti di condizionamenti e ansia, quindi ho imparato a dare loro meno peso. infine penso che un'altra mia caratteristica mi abbia portato qui: considero ogni consiglio come oro. il consiglio più importante che credo mi abbia portato qui è: "impara adesso perché non ci sarà un altro momento della tua vita come questo, dove le cose le impari subito e te le ricordi"
Al liceo non studiavo per nulla, avrò platinato così tanti giochi che non ne ho idea. Pensavo solo a 4 materie, matematica, letteratura latina, filosofia e biologia. Le altre invece neanche le toccavo, studicchiavo il giorno prima. Ora sono al terzo anno di medicina, con una motivazione per lo studio infinita. Dallo studio della fisiologia, dal capitolo sulla memoria e sull'apprendimento, posso dirvi che la passione verso un argomento e la motivazione per impararlo giocano un ruolo troppo importante, quasi assoluto (basta vedere che nelle scimmie per ricordare si dà del cibo come ricompensa). Ed ecco perchè una facoltà per uno può essere più facile e per un altro più difficile. Basta pensare a Magnus Carlsen che grazie alla passione per gli scacchi è riuscito a memorizzare così tante combinazioni. O a Toscanini che, grazie al suo grande amore per la musica, ha memorizzato più di 200 partiture. Per quanto riguarda la cultura generale che dà la scuola sono contro, molte cose sono inutili, e per diventare il migliore in un campo devi assicurarti di avere solo le nozioni che ti servono fresche. Devi sempre ravvivarle per rinforzarle tramite i circuiti ippocampali. Come si è scoperto, negli studi sulla plasticità sinaptica, le cose non ravvivate subiscono indebolimento delle sinapsi molto spesso.
Ho 15 anni. Stavo parlando di scuola con un mio amico e ad un certo punto mi ha detto di vedere questo video. Ho trovato interessanti le argomentazioni e il video in generale ben fatto.
Voglio aggiungere un punto di discussione al tuo discorso. Spesso lo studio scolastico risulta pesante e noioso perché ci è negata la possibilità di rielaborare quello che studiamo secondo il nostro modo di pensare, fare le nostre considerazioni, enfatizzare i punti che riteniamo più importanti. Invece è necessario imparare e ripetere alla perfezione (non capire, interiorizzare, rielaborare) quanto già pensato da un altro essere umano; o si fa così, oppure non si prende dieci all'interrogazione (a volte nemmeno 6). Io, come adolescente e studente, non ho modo di esprimermi. Divento, durante gli anni di studio della "scuola dell'obbligo", un ripetitore di intelligenti opinioni altrui. Queste idee, opinioni, formano il mio pensiero, gli danno solidità, arricchiscono la mia visione dell'argomento, ma non per forza coincidono con le mie! Mi ricordo quando studiavo filosofia alle superiori, il libro era nient'altro che una raccolta delle vite dei filosofi ognuno aveva un paragrafetto nel quale veniva condensato il pensiero del filosofo di turno (poveretti). Non era possibile approfondire il pensiero di un filosofo piuttosto che un altro. Non vi erano momenti di riflessione in classe, nessun collegamento tra le sue idee e il nostro tempo presente... Insomma, studiare filosofia era veramente noioso e la mia istruzione andava avanti seguendo un ciclo: leggi, memorizza, ripeti, interrogazione, dimentica per far spazio ad altro. Quindi, analogamente a te, quando mi stufavo e volevo qualche cosa di più interessante leggevo i libri di Nietzsche: umano troppo umano, la nascita della tragedia etc. Mi è ritornato in mente una sua frase, che aveva colpito il mio cervello da adolescente: "Quale è il fine di ogni istruzione superiore?" "Fare dell'uomo una macchina." "E come si raggiunge ciò?" "Egli deve imparare ad annoiarsi. "
Qui però è davvero colpa dell'insegnante. Il mio insegnante pretendeva una rielaborazione personale, pretendeva che sviluppassimo un'antitesi alla tesi, pretendeva una ricerca su materiale nostro (tanto che non pochi alunni si lamentavano del fatto che era assurdo fare ricerca in biblioteca quando c'era già il libro, loro avrebbero preferito la comodità di idee altrui rigurgitate pur di risparmiare del tempo, anche se significava sottrarla alla vera conoscenza ottenuto tramite la ricerca di altre fonti) pretendeva il dibattito in classe, pretendeva che se qualcuno aveva nella testa il pensiero "questo pensatore dice una marea di stronzate" lo dicesse a voce alta, in modo da poter difendere la sua idea. Stiamo forse dando troppa responsabilità al sistema scolastico, che è sicuramente limitato ma entro il quale si può fare tanto per dare vera conoscenza e non nozioni in a vacuo rigurgitate e non abbastanza ai professori, la loro indole ma anche la loro capacità (sapere qualcosa non significa affatto saperlo condividere, alcuni dei più grandi pittori non sapevano insegnare e lo ammettevano, a loro veniva naturale e non avevano né l'introspezione né l'estro per comunicare ad altre persone come facessero)
Ho 35 anni, insegno lettere. Quando ho preso il ruolo ho scelto le scuole medie perché il sapere lì non sfocia ancora nel nozionismo, si costruisce con i ragazzi. Gli accademici che ritrovo come colleghi sono spesso deleteri, non hanno la praticità che una professione come la nostra richiede, nn si sporcano le mani. Ricordo bene certi esami universitari, non si chiedeva un concetto, ma si insisteva su dettagli del tutto insignificanti che ho dimenticato appena ho messo in saccoccia il mio buon voto. A mio avviso però la scuola è un mastodontico insieme di diversità, il tuo paradosso, non è quello della maggior parte dei ragazzi. Tu hai sempre avuto lo spirito del cercatore, molti ragazzini invece non sanno nemmeno COME cercare e arrivare a qualcosa che potrebbe interessarli, per ragioni soprattutto legate al contesto di crescita. È molto difficile essere un buon insegnante per ciascuno. Ma sono convinta che con le risorse di cui si può disporre oggi, i libri di merda siano evitabili. Anche da parte degli insegnanti è solo questione di atteggiamento, volontà e curiosità. Non è tutto perduto.
Io ho preso il secondo livello della certificazione per la lingua giapponese quando ero ormai adulto. Dico sempre che, se avessi avuto questa lingua fra le materie scolastiche, non l'avrei mai imparata.
L'unica volta che ho sentito davvero dentro di me la voglia di studiare, informarmi, curiosare una materia, è stata quando il professore si è rivelato essere così capace di intrattenere e coinvolgere la classe facendola appassionare ad ogni argomento. Era Filosofia, ma sono convinto che se fosse stato un prof di matematica sarebbe stato capace di farmi divorare le nozioni allo stesso modo. Io Roberto non riesco a trovare un motivo davvero valido per cui dover dividere apprendimento da "intrattenimento" nell'ambito scolastico. Incuriosire lo studente ho sempre notato essere un buon modo per farlo legare ad una materia e fargliela sviluppare più facilmente. L'istruzione avrà bisogno di una bella rivoluzione.
La sfilza di nomi nei libri di storia mi fa sempre tornare in mente una canzone "non so che viso avesse, neppure come si chiamava... con che voce parlasse, con quale voce poi cantava..."
Io vado in seconda liceo, devo dire che negli ultimi 2-3 anni sono iniziati ad affiorare dei piccoli dubbi. Non so più che cosa io stia facendo. Fin da piccolo sono stato un lettore, leggevo qualunque cosa mi capitasse sotto gli occhi e a scuola sono sempre andato bene, talvolta anche con apprezzo da parte di alcune prof, senza però mai raggiungere la piena eccellenza (mai stato una persona diligente, più il tipo dello studio il giorno prima), dovendo però tutto ciò alla mia passione per la lettura e il libero pensare, mio attuale hobby preferito. Tuttavia negli ultimi tempi ho iniziato ad impegnarmi un po' di meno, leggendo anche molto meno, ma pensando di più, nel senso a dirla tutta non so bene che senso abbia il modo in cui studio, non trovo più lo stimolo per impegnarmi, per poi stressarmi dopo ben poco, non riuscendo ad ascoltare lezioni o a capire la pagina prima di rileggerla 4 volte. A scuola noi siamo spinti da diversi fattori, ad esempio i voti: io non capisco il senso dei voti, o meglio, non capisco perché noi veniamo a conoscenza dei nostri voti, che dovrebbero servire solo ai prof per capire dove la classe ha lacune, ma no! I voti vengono invece usati a mo' di premi e punizioni, date in base a come noi alunni rispondiamo alle aspettative imposte, i voti vengono usati dunque per spronarci, ma alla fine divengono il solo traguardo. Ma ormai a me non fa né caldo né freddo il voto che prendo, se c'è un motivo per cui cerco di tenere buona la media è per il rispetto verso i prof; mi manca qualcuno che mi instilli la passione nella conoscenza (che magari dovrei essere io stesso, non lo so), voglio imparare a pensare, voglio essere consapevole di me stesso, non avere mille mila conoscenze studiate la sera prima e dimenticate il giorno dopo. Come è possibile che a queste aspettative una classe di 20-30 persone debba rispondere unanimamente, seguendo tutti lo stesso metodo, come si pretende che abbiano tutti dei buoni risultati ma soprattutto, a cosa serve? A creare chi? Cosa? A darci un posto nella società? Che alla fine è solo il riflesso della scuola, chi ha di più, chi offre di più, chi risponde meglio alle aspettative riceve di più, chi non riesce viene penalizzato, spinto giù da questa tavola rotonda che dovrebbe essere la democrazia, che tanto rotonda non è. Eppure perché mi dovrei fare questi problemi, so ancora poco per dare opinioni tanto azzardate come quella di prima, eppure sono convinto (parola grande, non mi piace, credo a molte cose e spesso anche al loro contrario, avere una convinzione è difficile, forse non ne comprendo il motivo) che serva una certa emancipazione ma soprattutto sviluppo del singolo individuo, non di un gruppo di tali. Ognuno dovrebbe avere le basi per creare se stesso, le conoscenze verranno da sé col tempo, ricercate dalla passione instillata da chi ci crede davvero. Pensiamo tutti in modo diverso, ma abbiamo un solo metodo per salire su una stessa barca che sarà la società. (Rileggendo ho notato come la punteggiatura faccia schifo ma ho lasciato il tutto com'era) Questo è solo qualche pensiero confuso che vaga tra molti altri, non credo di essermi spiegato appieno, dovrei leggere di più.
Anche io frequento la seconda liceo e devo dire che mi sento esattamente come te: in prima superiore mi sono fermato e ho detto a me stesso:"ma perché studi?" Bhe, non ho saputo trovare una risposta né allora né ora, ma la mancanza di essa mi ha aiutato a capire quanto fatiscente e senza senso sia la scuola, limita i sogni, le ambizioni, le curiosità di chi la frequenta; ogni giorno vedo le faccie dei miei compagni di classe e mi sento male a pensare che non raggiungeranno mai la stessa consapevolezza che ho raggiunto io, che hai raggiunto tu, che ha raggiunto Roberto.
Signor Mercadini con l’esempio del libro di storia mi ha proprio toccato nel profondo. Non sono mai riuscito a studiare più di pochi capitoli per le interrogazioni , questo proprio perché ci sono numerosissime successioni e date che non vengono in nessun modo approfondite. Sono soltanto un branco di numeri e parole da imparare a memoria.
Sono qui mentre dovrei ancora cominciare i compiti delle vacanze natalizie e guardando questo video mi sono accorto che a me piacerebbe terminarli i compiti, ma l'ansia che mi da l'obbligo di farli mi ferma sul divano...
Gentilissimo dottor Mercadini, essendo ahimè, una ragazza degli anni 80 mi rivedo nel tentativo di studiare questi tomi astrusi,compendio di materie slegate le une dalle altre mentre sarebbe stato più proficuo che fossero andate in sintonia come per esempio letteratura e storia. E mi dispiace di scoprire che in epoca recente questi libri sono rimasti simili ai loro predecessori. Sicuramente in un epoca in cui i social vanno per la maggiore e non aiutano ad approfondire gli argomenti, libri del genere affossano ancora di più la voglia di imparare che può avere un adolescente
La scuola dà un insegnamento fondamentale. Ti insegna a fare con impegno una cosa che odi, perché é quello che farai per tutta la vita fino a perdere l'anima.
Signor mercadini frequento le superiori (liceo artistico) e posso dirle che invece (nel mio esempio) che molto spesso i libri fanno enormi digressioni ma sono talmente dispersive che non si capisce comunque nulla e quindi il problema si crea comunque
"allora sono scemo! Allora sono scemo!... C'è qualcosa che non va in me". questa non ho bisogno di rubarla, fa già parte del mio campionario dall' adolescenza :-D
La scuola ho cercato di viverla, ma l'ho subita. Ora cerco di capire e conoscere ( nel mio piccolo) svariati argomenti. Mio malgrado ho lacune antiche che mi ostacolano. Ascoltare te è come abbeverarsi ad una fresca fonte di montagna, ogni argomento mi stimola curiosità , grazie
"Oh capitano mio capitano!". Caro Roberto, in tanti abbiamo vissuto questo rapporto faticosissimo con la scuola. Spesso in personalità come le nostre, che tra le tante vocazioni possibili hanno proprio una di quelle verso un maggiore sapere. Come se a scuola venisse tradito quello che ci appassiona. Grottesco, se ci pensiamo. Da far girare la testa pensandoci a posteriori. E' la grande distinzione tra la "catena di montaggio" dell'istruire rispetto al lento e personale educare. Spesso ho visto fluire senza troppe difficoltà, tra le asperità scolastiche, proprio chi in fondo non aveva chissà quale fame di conoscenza. In particolare, chi possedeva una buona memoria e buone capacità linguistiche e matematiche. Non molto di più viene richiesto per prendere la sufficienza. Nessun curiosità, voglia di approfondire, creatività, senso critico, intuizione,ecc.. Semplicemente macchine per passare velocemente il compito e dedicarsi ad altro. Non dico tutti, ma molti che hanno attraversato la scuola senza infamia ne lode, senza troppi problemi sono così, affini al sistema. Per come è fatta la scuola, in qualche modo divenire abili nel passare esami e compiti in classe crea una forma mentis che non predispone a futura fame di sapere e sapienza. Pensare che la scuola sia ancora così nel 2020, quando da anni diciamo di essere nella società della conoscenza, è terribile. Ha conseguenze enormi, molto più gravi di quanto si immagina. Quale modello di adulti e cittadini può emergere da una "fucina" di questo genere? Grazie Roberto, mi sono ritrovato moltissimo in questo tuo video.
Non ridevo così tanto da troppo tempo , grazie di cuore ❤ E nel ridere si impara anche, mi trovo davvero vicino al tuo essere e al tuo pensiero ed è bello non sentirsi soli ogni tanto
Sono tornato alle superiori (serali) a 32 anni, avrò la maturità a breve e nonostante l'interesse e la maturità acquisita durante gli anni, i libri scolastici sono assolutamente noiosi come lo erano quando avevo 14 anni! 💪🏻
Ciao! Leggo questo commento ora e anche se sono passati tre anni ti volevo fare i miei complimenti! Spero che tu abbia preso la maturità come scrivevi.
personalmente ormai mi sono stancato della scuola. Il mio motto è "o la va o la spacca". Non sarò l'ennesimo ragazzo a ripetere la frase copiata e incollata "la scuola è tossica" ma dico semplicemente che mette troppa ansia e non voglio perdere gli anni migliori della mia vita studiando controvoglia. Anche io sono un ragazzo molto curios che ama sapere sempre di più su tutto e questo video mi ha aiutato a mettere in ordine le idee.
EROE, ti giuro che da bambina impazzivo nello studio della storia proprio perché mi mancavano un sacco di pezzi! Chiedevo a mia madre, povera donna, che mi rispondeva sempre "non lo so". Triste periodo!
Guarda Roberto, questo è il motivo per cui ho deciso di intraprendere un nuovo viaggio nella mia vita. Qualche mese fa sono andato a casa di mio fratello. Lì mio nipote di dieci anni stava studiando storia per un compito in classe. Mio fratello era esaurito, non sapeva più come prenderlo e lamentava il fatto che mio nipote perdesse la concentrazione dopo pochissimi secondi. Mi misi in prima persona ad aiutarlo, lessi il testo insieme a lui e poi cominciai a spiegarglielo utilizzando riferimenti ai giochi e cercando di rendere tutto il più maestoso ed epico possibile. Cercavo di farlo ridere e appassionare (grazie alle mie scemenze e a quanto abbiamo riso anche io mi ricorderò per sempre del ruolo degli Arconti nella società greca antica). Mio nipote prese 9,5 e questo mi diede una gioia indescrivibile. Fu la spinta finale che mi serviva. Da ragazzo ero svogliato e pensavo solamente a sballarmi con gli amici. Cominciai ad appassionarmi allo studio poco dopo la maturità, piano piano, lentamente, ma ero ingabbiato nel lavoro, che non posso mollare se non voglio morire di fame. Faccio il macellaio da 10 anni, prima di questo operaio in catena di montaggio e lavoretti qua e là. Ho trent'un anni. Leggo continuamente qualcosa: narrativa e saggi, mi informo, guardo TedEx e cerco sempre di tenere la mente allenata, ma non ho mai avuto il coraggio di cambiare la mia vita e trovarmi un lavoro più soddisfacente. Questo fino a quel momento. Nel tempo ho scoperto la gioia di aiutare gli altri e mettersi in prima persona per cambiare le cose. I cambiamenti strutturali derivano in primo luogo da cambiamenti culturali, se vogliamo un mondo migliore dobbiamo avere persone migliori, perciò mi sono iscritto all'università, con l'intenzione di diventare educatore prima e professore poi. Stai tranquillo, ci penserò io a rompere le p...e ai professori noiosi e mi impegnerò per crescere ragazzi sani, in tutto e per tutto.
Mi hai fatto tornare alla mente il periodo della scuola e, soprattutto, dell'Università... In particolare gli esami universitari (va detto che mi sono iscritto all'Università molto avanti negli anni, dopo aver lavorato per mezza vita a fare altro), e ancora più specificamente quello di Psicodiagnostica. La prof aveva detto che si sarebbe trattato di "5 domande aperte". A quell'appello io avevo già fatto un numero esorbitante di altri esami, ma volevo dare anche quello, e approfittai del fatto di aver terminato un esame proprio mentre aprivano l'aula per il primo appello di quello ed entrai, sapendo già che avrei consegnato in bianco: volevo rendermi conto di cosa si trattasse. Vengono distribuiti i fogli con le "domande", ci danno il via, e... Non ci sono "domande". Ci sono cinque FRASI, che é un'altra cosa. Le copio sulla mia agenda, consegno in bianco come previsto, ed esco... e mi metto ad aspettare uno dei miei colleghi di studio, uno che studiava TUTTO a memoria. Quando é uscito, gli ho detto che non mi sembravano "domande" e gli ho chiesto come lo avesse risolto lui... E mi ha risposto: "Non sono domande, sono gli incipit di 5 paragrafi a caso, uno per ogni libro che avevamo da studiare, e da lì bisogna andare avanti a memoria!"... E io che avevo sempre pensato che la Psicologia, e la Psicodiagnostica, avessero a che fare con il "comprendere"! Che ingenuo! :-D
Io non sto vivendo l'adolescenza, sto sempre su i libri a studiare e studiare ancora per avere un numero in un pezzo di carta. Sono una ragazza curiosa e a volte qualche argomento che facciamo a scuola mi attizza, ma purtroppo viene trattato malissimo, sia da i professori sia dal libro in se. L'altro giorno presi un 5 e mezzo all'interrogazione di chimica, il giorni prima della mia interrogazione la professoressa mi disse:" viola ti interrogo solamente su questo argomento " .Mi misi a studiare tantissimo(facendo anche ore piccole)per prendere un bel voto e così da rendere felice i miei genitori, ma purtroppo la prof cominciò ad interrogarmi su altre robe e io, essendo una persona molto ansiosa , sono andata nel panico e stavo per piangere. Ogni volta che vado a lezione oppure in DAD comincio a tremare tantissimo e l'ansia mi sale. Cazzo siamo adolescenti, non macchine! Non possiamo studiare 15 pagine dei fenici per il giorni dopo, che poi sono argomenti già stati trattati alle elementari e di certo non mi servirà sapere il passaggio esatto per creare la porpora. Il sistema scolastico italiano ci sta portando via la nostra vita, secondo me va fatto qualcosa di concreto per risolvere questo problema!!
Ho 40 anni e mi sono rivisto in tutti i 30 minuti di questo video. Ho passato e passo la mia vita ad imparare il più possibile qualsiasi cosa: dalla filosofia alla musica, dalla storia al mondo enologico, dall'antropologia al cinema. Ho praticato arti marziali,mi sono iscritto ad una scuola di musica e frequentato corsi di informatica, spagnolo. Leggo tantissimo da Platone al Manzoni, da Freud a Mercadini. Condivido tutte le tue considerazioni e posso anche portarti una testimonianza diretta. Dopo aver conseguito il diploma di ragioneria nel '99 con 87/100, nel 2012 mi sono iscritto ad una scuola serale per conseguire un secondo diploma, quello di perito industriale. È stata durissima lavorare dalle 8 alle 17 e poi frequentare la scuola dalle 18 alle 23, per 3 anni. Alla fine ce l'ho fatta, perché la curiosità e la sete di sapere mi ha dato la forza di andare avanti anche con una certa soddisfazione, visto che il risultato finale è stato un bel 96/100. Quindi ho vissuto la scuola in età adolescenziale e da trentenne. Sebbene non fosse obbligatorio comprare i libri di testo (si studiava su dispense) io mi procurai tutti i libri e quindi oltre alle dispense approfondivo sui volumi scolastici. E lì, leggendoli da adulto ho notato con quanta superficialità e poca cura sono scritti i libri. L' esempio più catastrofico furono quelli di inglese relativo alla meccanica. Ti assicuro che chi ha scritto quel libro non ha la ben che minima idea di cosa siano un tornio parallelo, una fresatrice, un trapano a colonna o gli utensili. Mi ci misi d'impegno e comprai altri 2 libri di testo che trovai nei siti delle migliori scuole di Milano e Torino. Adesso sinceramente non so se ho beccato io male o tutti i libri di testo di inglese degli istituti di meccanica sono così, ma sono davvero imbarazzanti. Alla fine diedi il suggerimento alla prof di adottare come libro di testo quello che ritenevo meno peggio. Per quanto riguarda i libri di storia, meglio stendere un velo pietoso.
Ciao Roberto. È vero, i testi scolastici spesso sembrano scritti da sociopatici, ma molti sono buoni o addirittura ottimi, penso ad esempio al Guglielmino-Grosser per la storia della letteratura o al Reale-Antiseri per la filosofia. Ma a parte questo, ad essere faticosa e spesso frustrante nello studio scolastico è la pratica ATTIVA dell'analisi del testo, della memorizzazione e della ripetizione, abilità che hanno poco a ché vedere con il gusto per la materia o con la curiosità e molto a ché vedere con la la costanza e il metodo. Vorrei facessi un video su come studi tu, sono certo che ti imponi un metodo severo, e saperne qualcosa sarebbe...istruttivo! Perché studiare, bisogna dirlo, non è guardare un video interessante su TH-cam o appassionarsi a una storia. Qundo si studia una volta è niente, due non servono, dieci sono poche. È un lavoro che spesso mette con le spalle al muro la nostra capacità di comprensione, memoria, sintesi e relazione tra i concetti. Ci va di farlo? Siamo ben disposti a umiliarci così? La scuola può anche aggiornarsi e i testi possono diventare illuminanti e appassionanti finestre sulla meraviglia, ma senza sudore non ci si forma, al limite ci si informa, più spesso ci si intrattiene, piacevolmente magari, ma passivamente. È un discorso lungo, il problema dell'educazione e della formazione ci tormenta da 2500 anni. Resto scettico sulla possibilità che farsi una cultura e delle competenze debba necessariamente essere un'esperienza piacevole. Un abbraccio. ps: Nicolò è nato, ed è sano, forse non ti ricordi di me, ma a Padova in ottobre gli hai firmato una dedica sui tuoi libri
Quando ero piccola e cominciavo a balbettare le prime parole, mio padre mi raccontava le favole di Esopo. Il lupo e l'agnello, la volpe e il lupo eccetera. Dopo mi chiedeva di ripeterle a lui aiutandomi in questa fase. E la cosa si ripeteva e negli anni ha imparato a migliorarebil linguaggio e mi sono appassionata alle sue favole e alla sua vita, che per me era avventurosa. Adoro ascoltare chi ha qualcosa da raccontare, qualsiasi emi ricordo delle persone attraverso i loro racconti. Ma da tutto ciò ho imparato anche a sintetizzare che ritengo il succo di un racconto cosa vuol dire l'autore di un libro per esempio. Ora torniamo ai libri scolastici e come li ho odiati caro Roberto. Sa perché? Perché ci davano come il risultato di un'operazione matematica, senza lo svolgimento dell'operazione...risultato: non si ricorda nulla. Se tornassi alle elementari disturberei la maestra con tanti perché e vorrei sapere di più per farmi poi le conclusioni dopo tutto il processo di apprendimento. Così si dice ma purtroppo in certi casi impossibile😢
Ho 20 anni e ho fatto il classico ma ne sono uscita tremendamente delusa: sono entrata con lo scopo di imparare cose nuove, uscirne più erudita e maturare anche tutto ciò che concerne l'esposizione di un argomento e il lessico personale. Il risultato però è stato anzi oserei dire l'impoverimento di conoscenze e capacità che avevo appreso in precedenza. Come hai scpiegato benissimo tu al sistema scolastico non importava che io mi appassionassi ad un argomento ma che lo sapessi ripetere (anche male) e si prediligeva la quantità alla qualità. Io, che ero pur sempre adolescente, mi adagiai su questo livello e abbandonai completamente l'idea di "fare di più". Come tutti gli studenti odiavo il greco e mal sopportavo il latino e, se ora frequento lettere moderne, l'ho fatto NONOSTANTE lo studio pregresso di quest'ultimo, non di certo grazie ad esso. All'università però, studiando bene i classici ed immergendomi dentro il mondo che volevano raccontare, con tutti i loro valori e i topos letterari, me ne sono follemente innamorata e ad oggi è la materia che studio con più piacere dell'intero piano annuale. Al liceo il classico consisteva nell'imparare a memoria dei versi. Stop. Niente contestualizzazione, spiegazione, immedesimazione, nulla, erano filastrocche di 300 versi da dover imparare, nulla di più. Non mi stupisco che la considerassi l'attività più noiosa e inutile della terra. Mi domando, a questo punto, se non sarebbe stato giusto sacrificare qualche brano in più a favore di un'analisi attenta degli altri perchè io sono stata fortunata ad aver riscoperto dopo il piacere di studiare qualcosa ma non tutti fanno la scelta di dare alle varie materie una seconda possibilità.
"non che mi voglia mettere contro er julius carlus eh, ci mancherebbe, ma quello che er julius carlus argan non ha detto è che era er capo degli sgravoni"
Concordo pienamente con quei ragazzi signor Mercadini. Sono curiosa, lo sono sempre stata, e mi è capitato più volte di riscontrare i problemi di cui ha parlato. Ha completamente smontato le mie insicurezze e mi ha dato nuovi spunti, e soprattutto nuove prospettive dalle quali osservare la mia vita scolastica in appena 32 minuti. Grazie mille, video veramente stimolante.
Video stupendo, mi ha fatto riflettere su tantissime cose e effettivamente non ho mai visto le cose sotto questo punto di vista nonostante abbia quattordici anni grazie davvero
Mi ritrovo pienamente in ciò che dici, e da maturando queste parole mi pesano il doppio. Ti posso assicurare che dai tuoi tempi del liceo ai miei sono cambiati poco e niente. I nostri prof hanno metodi di insegnamento anacronistici, nel 90% dei casi il fine dell'insegnante è finire il programma o interrogare, e non approfondire e coinvolgerci negli argomenti
Il piacere dello studio viene sempre dopo avere finito gli studi perché imporre un qualcosa è sempre un grande stress e dimostrare di saperlo a 15 anni ti rompe solo i coglioni ,il piacere dello studio e' un' altra cosa ,il volere sapere e capire arriva per la maggior parte dopo, quando si ha certa un certa coscienza di sé ,una pace dei sensi mentale ti viene quella fame di sapere che non è necessariamente voglia di studiare ....e così via😎😎
Ieri mi è apparso questo video tra i suggerimenti di YT. Ho finito di vederlo oggi, e meno male che YT ogni tanto propone qualcosa di interessante. Ora sono al secondo anno di università di lingue, ma ricordo, anche se in modo un po' sfocato, gli anni dolenti del liceo linguistico. Forse li ho voluti dimenticare di proposito, hanno avuto conseguenze devastanti su come sono adesso, non mi dilungo su questo ma dico solo che mi sono dovuta recare, per un periodo abbastanza lungo, da una psicologa. Terribile la scuola, sia come organizzazione che come costruzione (cadeva letteralmente a pezzi), terribili i professori, o quasi tutti, le verifiche, il clima creatosi sia tra compagni sia con i prof. E soprattutto terribile come ogni volta che ci veniva dato un voto, fosse come un voto sulla nostra persona, posto sulla nostra fronte come un marchio. Pian piano ci siamo tutti assuefatti a questa convenzione dei voti, ma se ci pensiamo a fondo è terrificante. Cioè, nel clima tossico creatosi nella mia classe ogni volta pareva che quel voto fosse il nostro valore come persone, esseri umani, e se era brutto una condanna. Se avevi 8 eri una persona decente, col 6 mediocre, col 4 non eri degno, col 9/10 potevi anche vantarti, eri superiore. Questo con tutte le sue conseguenze. Fortunatamente, entrando all'università (sono ancora al secondo anno e sinceramente non vedo l'ora di continuare questo percorso pieno di opportunità!, ho così tanta strada da fare, cose da imparare, curiosità da soddisfare, con i miei ritmi), mano a mano sono riuscita a levarmi questa mentalità di dosso, che ormai mi stava stretta, come un paio di pantaloni vecchi e rattoppati, ma devo dire che gli strascichi di tutti quegli anni passati a rodermi il fegato si fanno ancora sentire. Quei libri interminabili, dalle frasi contorte e incomprensibili, davvero supercazzole (scusate la volgarità), i personaggi storici e letterari senza volto. L'ansia costante, perenne! La paura dell'essere giudicati, valutati, di essere un gradino sotto a qualcun altro, sia compagni di classe che professori, e molto spesso non era solo un gradino, ci si sentiva dieci piani sotto agli altri. Hai colto nel segno, hai riassunto davvero tutto quello che c'era da dire. Meno male ho trovato questo video, provvederò a bingewatchare gli altri. Veni, vidi, mi iscrissi. - semicit. Comunque, tra (), mi hai dato anche la motivazione per studiare filologia germanica e romanza per la sessione invernale, grazie Maestro! 🌺
Guarda, un’altra cosa ASSURDA, secondo me, non è solo lo studio ma anche le interrogazioni o le verifiche, tempo fa, per esempio ero stato interrogato di diritto, il prof disse che per quell’interrogazione c’era da studiare il presidente della repubblica e il senato. Io mi ero fatto alcune ricerche riguardanti il presidente della repubblica e all’interrogazione, quando mi chiese quali erano i suoi poteri, tra li altri dissi che poteva anche usare “la grazia”. Il prof mi rispose che l’argomento della Grazia non era ancora stato intrapreso e non avrei dovuto saperlo... E qui torna in gioco il tuo discorso, cioè, come fa un professore a chiedere un argomento ma senza chiedere tutto l’argomento? È un paradosso.
video fantastico, ti correggo solo sulla citazione del film "Leon", perché il personaggio interpretato da Jean Reno risponde che la vita è sempre così, cioè che è dura anche quando si cresce
alla scuola media , 30 anni fa , avevo un professore d'inglese che insegnava scherzando : così si dovrebbe insegnare , e infatti ero bravo in quella materia e mi piaceva.
Ciao Roberto...sono uno studente di 4^ superiore e in merito all'editoria scolastica mi sento di dissentire, anche se in parte, su quanto hai detto. Anch'io credo che molti dei volumi didattici siano scialbi e un po' monotoni, ma questo non scagiona i professori dal dovere di sceglierli bene e di renderli magari avvincenti. per quanto quest'ultimo dovere non sia facilmente raggiungibile, il primo necessita solo di un po' di senso critico (cosa che allevierebbe già di molto la fatica dello studio). Per fare un esempio personale l'unico libro che in questi anni mi abbia veramente appassionato e reso meno oneroso lo studio è stato il mio libro di letteratura latina (non sto qui a citare il titolo del libro ma basti sapere che l'autore principale è Eva Cantarella, un'illustre storica e accademica, di cui si possono leggere anche i saggi). In questi ho ritrovato la stessa prosa avvincente che mi aveva fatto apprezzare il volume scolastico; quindi spero che un giorno alla scelta del libro di testo si darà più attenzione.
Maestro, io ho 16 anni e sono gia stato bocciano una volta e sono d'accordo con lei su quasi ogni aspetto...ma ho notato che ogni qual volta mi si ponga un obbiettivo o comunque un dubbio non perforza fondamentale al mio andamento socio-economico il bisogno di studiare non mi risultano per nulla complesso o faticoso, per non dire appassionante e quasi divertente, mentre quando mi sento obbligato di fare lo stesso per la scuola ho un vero e proprio rigetto e spero di riuscire ad ottenere la sua stessa fame, quasi patologgica, di conoscere tutto per così farmi risultare lo studio niente meno che un hobby e dunque non vedendolo più come un obbligo esoso di tempo e pazienza.
Grazie, non so come comunicarti la mia completa condivisione delle tue idee, ma grazie. Questi son pensieri che mi accompagnano da quando ero tra quei banchi, e finalmente qualcuno, ad un livello eccelso a mio parere, sta confermando la mia tesi. E' bellissimo sentire la tua parte emotiva che freme, dall'ansia del ritmo scolastico, alle assurdità di Enrico IV, mi rispecchia completamente, e non mi fa sentire solo nei miei pensieri. Non posso fare altro che augurarti di continuare su questa strada, ti considero un maestro di vita, cerco di carpire tutto ciò che posso dai tuoi video, ancora grazie per questa mezz'ora di saggezza. Un tuo fan sfegatato.
come studente di 2nda superiore, mi ritrovo nel suo pensiero, anche a me interessa molto il latino e come lei con il libro di storia dell'arte una volta mi sono ritrovato ad ascoltare un podcast di lingua latina nel tempo libero, ma a scuola prendo massimo 6 in materia. La maggior parte delle materie scolastiche e gli argomenti legati a esse sono noiose, ma se le prendo separate dalla scuola magari solo per curiosità divento improvvisamente appassonato di queste. Gran bel video mi ha fatto capire che non sono l'unico a pensarla così.
l'esempio della Chanson de Roland è argutissimo!!! Inutile dire che lo condivido in pieno, e lo dice un grande appassionato di Storia. E mi rendo sempre più conto anch'io, quando racconto le cose agli amici, che le cose importanti non sono importanti, ma lo sono i dettagli. Paradossalmente. Perché, come hai dimostrato tu, sono ciò che da' consistenza agli argomenti. E allora questo è il motivo per cui io mi sentirei quasi un criminale se diventassi maestro di scuola elementare o professore: perché a scuola c'è sempre meno tempo!! E sempre meno tempo vuol dire poter dire a malapena solo le cose importanti! Ma sono i dettagli ad essere importanti, non le cose importanti!! Ma se io dicessi solo le cose importanti (e non posso fare altrimenti, anche perché più si va avanti e più la Storia si allunga, e più diventano le cose da dire, e più s deve stringere), come hai dimostrato tu, farei odiare la Storia ai miei futuri ipotetici studenti!!
Caro Roberto, ieri ho ascoltato tutto l'audiolibro di STORIA PERFETTA DELL'ERRORE in mezza giornata. Ascoltarlo con la tua voce e i medesimi toni, è assolutamente perfetto. Amorevole, brillante, completo, diretto, emozionante, favoloso, geniale, intelligente, magico, naturale, osannoide, pieno, qualitativoide, ricco, super, toccante, ultrafavoloso e vero.
La scuola è quel luogo dove si confonde la memoria con l'intelletto -cit.
Quanta verità
Esattamente, lo studio è incentrato sulla memoria e basta. Bella merda
Senza farla troppo complicata... ecco tre piccole pratiche definizioni delle capacità mentali:
1.Intelletto, la capacità di memorizzare e riorganizzare le informazioni
2.Saggezza, la percezione del sé psichico e fisiologico
3.Carisma, la forza della personalità, la capacità di credere nel sè
Definizioni prese e rielaborate dal Manuale del Giocatore 3.5, perché i giochi sono sempre più ispirati di un qualsiasi libro di testo.
@1Guy Playlists con la parola Intelletto si intendono ben quattro macrocategorie della mente: la parte razionale, che riorganizza le informazioni, la parte mnemonica, che le immagazina, la parte identitaria, che collega l'idea del sé a una qualsivoglia nozione, la parte intuitiva, che fornisce informazioni senza l'uso della memoria. Dal sanscrito buddhi, manas, ahankara, chitta.
@1Guy Playlists le ho elencate in questo video th-cam.com/video/oEb-gTj7OsE/w-d-xo.html
Mi hai ricordato quel compagno di classe appassionato di musica, un eccellente bassista (oggi lo fa di professione), faceva l'itis ma nel frattempo prendeva il diploma al conservatorio. Era alle superiori solo perché rientravano in un patto con il padre e la madre ma faceva il minimo necessario, in particolare in elettronica viaggiava tra il 5 e il 6. Un giorno parlando con lui di musica inizio a spiegarmi qualcosa che aveva a che fare con le onde sonore, il punto è che molte delle cose che mi stava spiegando erano cose che stavamo studiando in elettronica e che, pochi giorni prima, non aveva saputo durante l'interrogazione di elettronica stessa. Quando gliel'ho feci notare mi rispose: "Ma davvero?"
Importante questo 😊
Anche io da grande voglio esser come te.
il fatto che abbia 36 anni è un dettaglio che non terrò in considerazione
Idem
HAHAHAAHAHAHHQHQ
Ho 4 anni di vantaggio😂
io ne ho 40 e non voglio essere come Roberto, mi piace essere me stesso anche se amo il suo modo di essere e concepire la vita, e il suo modo d'analizzarla
@Davo l'unica cosa che puoi fare per sapere cosa potrai fare, è conoscere cosa c'è fuori dalla scuola.
Il dislike è dell'autore del libro di storia.
Ora sono 10, credo che siano il resto degli autori, della casa editrice, dei parenti di questi, dell'edicola/libreria dove è stato comprato quell'esatto libro. 😂
Ahhhahahahahah
@@CharuTheKitty Probabilmente son degli assistenti che effettivamente lo hanno scritto :v
Hahahahaha
Adriano Prosperi e Paolo Viola intendi?
Video bellissimo. Ammetto che nonostante tutto pagherei per poter ripartire da capo e vivere la scuola con la consapevolezza e l'approccio alla vita che ho ora.
Magari...
Credo sia così per molti, forse significa che la nostra organizzazione del sistema educativo è pensata male. La si concentra in un periodo ristretto di tempo comprimendo troppe nozioni e senza lasciare spazio per l'approfondimento. E l'università non è certo messa meglio.
@@milanfanas l'università o per lo meno la mia terribile facoltà di giurisprudenza è ancora più disorganizzata e disincentivante
ti parlo da ragazzina di soli 18 anni che ancora fa il quarto liceo: per quanto a me affascini il sapere, il sistema scolastico ti fa proprio venire voglia di strapparti i capelli per quanto mi riguarda. Tra prof ignoranti che esigono che i loro alunni ripetano a pappagallo ciò che sta scritto nei testi e gente che ha la media del nove ma scrive po’ con l’accento...è abbastanza esasperante. Io mi divoro i podcast di Lucarelli, Barbero, prof di filosofia che trovo su youtube (e ovviamente anche Mercadini!) ma ti assicuro che studiare mi fa schifo, perché per quanto ci abbia provato alla fine rimane solo un lavoro di memoria: se non dici quelle esatte parole, allora il voto è 6.
@@yankcoca sono docente e se un alunno mi ripete a memoria gli metto 4 XD
Roberto Mercadini: "non posso fare un video di 30 ore"
Io: "perchè no?"
Lui: un giorno stavo studiando"
PUBBLICITÀ DI SAVIANO A MASSIMO VOLUME:
"Ma chi te lo fa fare?"
“Un giorno stavo studiando” PUBBLICITÀ DI LINES “avrà le mestruazioni lasciala stare”. Azzeccati
@@elissaciolli no vabbeh muoio
Ahahha, stupendo
ODDIO! MI È APPENA SUCCESSO!!!
AHAHAHAGAG
Caro Roberto, grazie del tuo video. Io in tanti anni di onesto (spero) mestiere di insegnante continuo a studiarle e a provarle tutte, per togliere l'etichetta di "noia" alla scuola. Mi sono inventato concorsi, giochi, un sito internet per i miei studenti (Classiperlo), persino una nostra moneta virtuale (i perlocoin), ho abolito i libri di testo, trovato mille strategie per lasciargli la libertà di inventare il proprio percorso e sperimentare nuove strade... In tanta faticosa ricerca, ogni tanto qualche buona idea, qualcosa che funziona, si riesce anche a trovarla. Il problema è che questo è un mestiere senza artigianato, senza quasi nessuna possibilità di trasmettere quel poco che si è scoperto a chi verrà dopo di noi. Ogni insegnante ricomincia daccapo, in solitaria, per conto suo.
Grazie di cuore per la tua testimonianza, Giancarlo!
La scuola la fanno gli insegnanti e non certo i libri scolastici. Chissà se questa rivoluzione portata dal virus, ossia la didattica a distanza, possa creare una nuova frontiera scolastica, dove la lezione di un valido insegnante, motivante ed efficace, possa essere seguita contemporaneamente da migliaia di studenti e non più dai dogmatici 20 o 30... come un video di Mercadini...
Giancarlo Perlo, che cosa insegna? Chiedo perché insegno italiano e storia e il suo lavoro mi incuriosisce... Ma a prescindere dalla sua materia, "curioserò" nel suo sito. Concordo completamente con lei, quello che evidenzia è uno dei grandi problemi di base della scuola.
@@noraorsi Insegno Informatica, con ampie incursioni piratesche non autorizzate nelle altre discipline
@Davo Sono abbastanza convinto che il personale percorso di crescita intellettuale sia comunque svincolato da qualsivoglia condizionamento ambientale. Ognuno di noi ha potuto osservare, durante l'esperienza scolastica, che dalle stesse scuole, sotto la guida degli stessi insegnati, con in mano gli stessi libri, uscivano comunque studenti diversi: capre, mediocri tira a campare ed eccellenze. E questa diversificazione non dipende neppure dai condizionamenti famigliari. Tutti noi conosciamo fratelli e sorelle cresciuti nelle stesse famiglie, nello stesso ambiente, con le stesse possibilità, ma con bramosie intellettuali completamente diverse... Da dove nasca e come si sviluppa la voglia di sapere, credo sia ancora un mistero.
Io avrei anche lasciato spazio per parlare di quell'ossimoro che sono i "compiti delle vacanze" e dei tempi di studio. Allora istituiamo il lavoro delle ferie. Ma che mi significa che le mie vacanze le devo passare facendo altra scuola? Che mi significa che durante il periodo durante il quale dovrei rilassarmi e dimenticarmi di tutto, mi ritrovo ancora chino sui libri? E che mi significa allora vacanze? Non sono più vacanze queste, sono solo un lungo periodo di compiti per casa. Sembra quasi che non debba esistere una vita al di fuori della scuola.
Attualmente mi trovo in 3 liceo (faccio uno scientifico scienze applicate), in prima ero nello scientifico tradizionale. Una delle mie insegnanti credeva che al giorno bisognasse dedicare 4 ore allo studio, ma poi un giorno se ne uscì con:"Quattro ore e mezza per le mie materie sono un ripassino". Ovviamente era quella di italiano e latino.
Questa prof causò il peggior periodo della mia vita: attacchi di panico continui, sia in classe che a casa, ansia, odio nei miei confronti ma soprattutto fu la goccia che fece traboccare L'OCEANO (un vaso sarebbe troppo poco). Da lei ho capito una cosa: non viene premiato chi sa, ma chi studia a memoria e rigurgita sul foglio ogni parola. In latino avevo problemi, ma essendo in prima era anche normale. Lei non solo mi faceva pesare la cosa, ma continuava a dirmi di cambiare, che non ce l'avrei mai fatta, che è inutile se "non studio". Eppure passavo le ore sui libri, eppure continuavo a provarci. Magari c'è qualcosa che non va con me? Certi pensieri mi hanno distrutto, e ancora oggi, due anni dopo, sono vittima di una prof che non ho più.
A volte provai anche ad andarle contro, ma non serviva a nulla, dopotutto "Insegno da 40 anni". Spesso facevo riferimenti impliciti a come mi stesse distruggendo nei temi, ma non sembrava funzionare.
Alla fine ha avuto la meglio e sono passato alle applicate, privo di motivazione, privo di voglia di studiare ma pieno di insicurezze, pieno di ansie e conscio del fatto che la scuola italiana sia soltanto un pretenzioso sistema fallimentare atto a portare a casa voti, non persone
Parole sante.
Ti assicuro che se farai un lavoro impegnativo sarai costretto a lavorare molto anche in ferie. E ovvio che se sono troppi concordo
Io attualmente sto lavorando a un progetto per la scheda libro dei promessi sposi. Sto realizzando i personaggi. Dal 29 Gennaio lavoro 3 ore al giorno e non ce la faccio più. Oggi non riesco a dormire pensando al lavoro che mi attende domani dopo la dad. Appena finito di mangiare dalle 14:00 alle 20:00 lavorerò e se non finiró anche dopo cena. E queste erano le mie vacanze
Quella che ti pressava di più era la prof di italiano e poi scrivi un commento così bene? Ma magari sapessi scrivere così anche io, i temi non sarebbero più un problema 😂 ma prestami qualche neurone e non pensare a quell'insegnante, che sicuramente non ha capito cosa vuol dire insegnare
@@ightimmaheadout4825 ma grazie :)
Come ha spiegato il buon Barbero, i libri di testo sono fatti (apposta) per i docenti, non per gli studenti.
Potresti cortesemente segnalarmi il video o comunque il contenuto in cui dice questo?
@@giovannicavallo264 ultimamente ho ascoltato parecchi interventi di Barbero e non sono certo di ricordare ma dovrebbe averne parlato qui: th-cam.com/video/QY1lzf2CpKU/w-d-xo.html
Allora perché li si fa acquistare agli studenti?
@@CarloStemberger perché di qualche cosa avranno bisogno
@@CarloStemberger Se un professore pigro e magari non competentissimo individua un libro di testo da seguire, può limitarsi a seguire quello, ripetendolo quasi alla noia, senza approfondire e fare collegamenti suoi.
Io sono un insegnante, posso dirti che scegliere un libro e seguirlo passo passo alleggerisce molto il mio lavoro, ma nuoce alla didattica
Questo video dovrebbe essere visto in tutte le scuole
piu che altra DA tutte le scuole
Più che altro dal ministero dell'istruzione.
Al collegio docenti
@@nadialorigiola9796 i docenti sono solo degli esecutori, andrebbe spiegato prima ai responsabili del sistema, poi in secondo luogo a ogni studente che inizia il percorso scolastico.
@@lorenzpaulinho1154 solo degli esecutori anche no, lo rifiuto categoricamente. Un insegnante può fare la differenza, se si sente solo un esecutore dovrebbe cambiare mestiere...
Sire abbiamo creato la scuola
E cos'è?
In maniera semplice: ci si va per imparare
Ohhh, capisco, quindi i giovani impareranno come lavorare e pagare le tasse. Leggeranno libri e novelle semplici ma dai grandi significati, saranno appassionati al sapere
No
Come no?
Impareranno a memoria formule e frasi per un tema o una verifica
Ma questo non è imparare
No, questo non è imparare, questo da oggi è il nuovo studiare.
True
Sta cosa di come pagare le tasse ha rotto un poco la minchia. Punto primo: dubito gli italiani abbiano tutta sta voglia di pagarle, punto secondo: queste sono cose che s'imparano con l'esperienza ci mancherebbe che ti insegnino come montare una parabola o aggiustare il telecomando. A scuola si dovrebbe imparare a ragionare e motodi critici, la cosa che manca a scuola è la conoscenza del TROVARE quelle informazioni che ci interessano. La pratica dovrebbe servire a imparare altra teoria, nel senso, non si può imparare tutto, quindi l'unica cosa che devo impartire agli alunni è: la passione nel risolvere i problemi, dove trovare le informazioni e il modo migliore per farle fruttare. Per far ciò serve anche imparare a memoria, basta dire che non serve, le formule sono dei modi complicati per sviluppare il ragionamento e la memoria. Non avrà forse un senso pratico nell'immediato, sono tuttavia certo che chi studia matematica ha un modo di approcciarsi e di ragionare molto più sviluppato di chi si laurea capocannoniere della squadra di calcio del paese.
@@lucavendra9016 tralasciando che il tuo primo punto non ha senso, pagare le tasse non è come andare in bici, non devo cadere 5/6 volte per capire come si fa, perché se non pago 5/6 volte le tasse finisco in rogne legali. La scuola ti deve preparare a vivere.
A scuola si impara a ragionare, ma ingoiare nozioni solo per sputarle su un foglio o in faccia ad un professore non serve a nulla. Le informazioni le dimentichi e di ragionamento ne hai fatto zero, dopotutto la scuola in Italia spinge sul voto e non sull'imparare.
Poi che uno diventi calciatore o matematico...che cazzo c'entra?
@@osama2686 tutti imparano a pagare le tasse, a parlare, a cacare, a pisciare. Scopare uguale. Queste cose s'imparano VIVENDO, stessa cosa non si può dire dei calcoli matematici, dei versi di Dante o della storia. Queste sono nozioni necessarie ad imparare, se non impari a memoria la formula per l'area della Circonferenza come speri di diventare ingegnere/operaio/perito o altro? Potresti imparare la logica, che il diametro è 3,1416 volte inferiore la Circonferenza. Io una volta riuscii a calcolare (senza andare sul campo) delle misure per un lavoro di una tomba di famiglia. Se non avessi avuto in senno la logica che mi ha portato con un disegno senza dati a calcolare le misure in scala reale come avrei fatto a fare un preventivo? Parlando con operai specliazzati, ti dicono che TUTTO quello che hanno studiato a scuola gli è tornato utile, tutto. Anche la geografia, se non conosci le province e le città come speri di fare bella figura ad un colloquio o a parlare con gente che non conosci?
@@lucavendra9016 il pi greco non è 3,14 (e rotti)?
La gente ti scrive che grazie ai tuoi video gli è venuta voglia di studiare, e poi ci sono io che in questo momento sto guardando questo video, ma in realtà dovrei studiare 😂😂
a chi lo dici😂
Beh, direi che comunque sei in linea con il ragionamento che fa in questo video allora 😂
Anche io
paradosso di youtube
Idem
Sono un ragazzo di 18 anni, ho perso un anno, per l’esattezza in prima liceo. Mi sento dire tutti i giorni che sono una persona intelligente e brillante, persino dai professori stessi, eppure arrivo a malapena alla sufficienza. Sono pienamente d’accordo con tutto ciò che è stato detto ma credo che anche la scuola in se abbia dei problemi, se si pensa che l’hanno scorso l’unico professore alternativo che cercava un nuovo metodo di insegnamento l’anno successivo è stato licenziato, come si può pensare ad un cambiamento. Personalmente ho imparato molte più cose parlando con le persone che andando a scuola
Stessa situazione, solo che non sono ancora stato bocciato. Molte persone mi dicono che sono brillante e so usare gli argomenti che apprendo nei momenti opportuni, ma ho una media discreta, mentre secondo questi commenti dovrei essere il nuovo Einstein. Stessa cosa per il parlare con le persone
Approvo al 100%
@ivi franklin approvo maaaa hai preso spunto da the promised neverland? haha
@ivi franklin ah quindi vedi davvero anime 😂
hai discord?
Dammi retta, detto da uno che è bocciato 4, si QUATTRO volte al liceo. Molla la scuola e impara l'inglese
È nata in me la la sete di conoscenza quando ho finito gli studi. Se fosse per me abolirei i libri di testo.
A mio parere i libri di testo sono importantissimi, basta semplicemente che il docente di una determinata materia scelga con criterio i libri di testo. Cosa ancora più importante, però, è insegnare agli studenti il sapersi ricercare con metodo le fonti e le informazioni di cui necessitano. E (parlando per mia esperienza e della mia scuola) tutto questo non si fa.
L'importante è studiare i libri di testo di altri corsi/materie (senza la spada di Damocle della verifica o dell'esame), si apprendono molte più cose.
Anche a me è successa la stessa cosa.
I testi didattici, cercano di dare un abbozzo generale dei concetti che presentano, e ciò può risultare alquanto superficiale, tutto al fine di arrivare alla data di scadenza entro l'anno di un percorso di studi, basato su tematiche predeterminate.
Da una parte si può capire che l'approfondimento di certe tematiche richieda più tempo di quello che è realmente disponibile, ma ciò non si rivela come una scusante per l'insegnante, che deve da parte sua affrontare il tema in modo accessibile da una parte e affrontare l'eventuali lacune che si presentino dall'altra, al fine di ottenere un apprendimento quanto più uniforme possibile e altrettanto sta allo studente l'impegno nel porre l'attenzione dovuta a tali tematiche.
La cosa che si trova inaccettabile, risiede nel fatto d'insegnare tematiche, leggendo letteralmente il libro, senza mettere a disposizione le proprie capacità esplicative e finire dando da studiare da pag ... a pag ..., ciò non si rivela produttivo, poiché si sta leggendo letteralmente ad alta voce ad un gruppo di studenti e ciò inficia negativamente su chi dovrebbe insegnare e chi dovrebbe apprendere.
@@mike89iniziald Esattamente. Capisco che purtroppo ci sono dei termini e che il Ministero decide un programma annuale da portare a termine (la maggior parte delle volte non accade), non è di certo colpa dell'insegnante.
Wow ho 15 anni, tu 42 e mio nonno 70 e la scuola non è mai cambiata che cosa fantastica proprio. Mi hai fatto venire più voglia di studiare tu alle 2 di notte che i professori o i libri in pieno giorno che parlano di un argomento specifico e non in generale dello studio e della scuola
Sono innamorato della Conoscenza.
Leggo, studio, ascolto, trascorro ore su internet e sui libri ad approfondire i temi più disparati in un delirio di curiosità. Non sono erudito, ma mi accorgo tramite il confronto di essere più colto di tante persone.
Ebbene, io ho DETESTATO la scuola. Mi ha fatto schifo, ribrezzo, l'ho odiata con ogni mia cellula e mi sono odiato per il mio sentirmi inadeguato e il mio rincorrere ad ogni nuovo inizio di settimana o mese o anno le vecchie promesse - "da adesso cambio, divento un bravo studente" - prima di capire che non ero io ad essere sbagliato ma il sistema scolastico a non essere adatto a me.
Libri scolastici che più che un mezzo di trasmissione del sapere assomigliano ad elenchi.
Professori soporiferi, senza passione e a volte anche cattivi.
Sistemi di valutazione obsoleti, poco precisi, facili talvolta da aggirare per lo studente e quasi sempre da manipolare a proprio piacere per i professori, concepiti come se l'obiettivo fosse quello di mettere angoscia ai ragazzi (ho frequentato medie e liceo molto severi e certi metodi che ricordo erano stati ESPLICITAMENTE congegnati dai miei insegnanti col preciso scopo di metterci pressione psicologica).
Edifici scolastici tristi e pietosi quando non quasi fatiscenti.
Sconcertante carenza di attenzione a quella che è la crescita personale e culturale (in senso più ampio che della sola istruzione) dei ragazzi.
Sconvolgente la deriva omologatrice con cui non si tiene conto delle differenze individuali degli studenti: io ero molto portato in tutte quelle materie relative ai linguaggi (matematica, inglese, informatica, filosofia...) eppure assistevo alle medesime lezioni degli altri, col risultato che quelle per me erano ore perse di pura noia.
All'università la situazione è un po' migliorata, ma neppure tanto.
Nel mio caso la scuola ha fatto sulla mia psiche una marea di danni irreparabili e non maledirò mai abbastanza gli amministratori pubblici di questo paese per lo sfacelo in cui versa il nostro sistema scolastico che, complici certamente altri fattori, contribuisce a produrre ogni anno eserciti di hikikomori e di giovani completamente privi di senso critico (quando non addirittura di capacità basilari quali saper padroneggiare come si deve la propria lingua madre).
Ah, e per fortuna ho scampato l'ultimo geniale abominio ministeriale: la SCUOLA LAVORO. Roba che se fossi stato qualche anno più giovane avrei probabilmente abbandonato del tutto la scuola.
Sono al quinto anno e hai praticamente riassunto la mia situazione, ho iniziato ad apprezzare la cultura troppo tardi, e da un lato me ne pento, D'altro canto so che non ho ricevuto gli stimoli necessari per apprezzarla, questo talvolta mi demoralizza, ma sto cercando di andare avanti.
Ti ringrazio un casino per aver dato la tua testimonianza, è stato come se qualcuno fosse entrato nella mia mente e avesse parlato di me..
Cosa approfondisci su libri e su internet?
Collegamento sistema scolastico e hikikomori?
Io ricordo che l’anno scorso (facevo il terzo liceo) ho spiegato storia (che avevo studiato molto) ad un mio compagno e amico nell’ora prima delle interrogazioni; risultato? entrambi 7 e mezzo. Allora o sono un insegnante della madonna che in un ora spiego tutto in maniera quasi ottima o è lecito assumere che ci sia una falla in tutto questo meccanismo di valutazione che i professori adottano. Da quel momento ho capito che basta poco per prendere voti altissimi e ho smesso di spezzarmi la schiena su materie che non mi interessano. Basta seguire attentamente le altre interrogazioni e comprendere con che metodo il professore interroga e valuta, capendo su quali punti fare più leva. Evidentemente io, con svariate ore di studio di storia, ho appreso l’argomento in un modo che per il metodo di interrogazione della prof valeva al massimo 7,5, e quando l’ho spiegata al mio compagno (ricordo in pochissimo tempo, 1 ora) gli ho trasmetto anche i semplici punti chiave che mi hanno fatto arrivare al 7,5. Allora basta poco? Allora per avere voti alti ed essere un “bravo studente” tutto sta nel capire i punti chiave che il prof vuole nelle interrogazioni, non nel capire l’argomento in se.
@@majorasmask_8288 Esatto. È chiaro che la scuola va demolita e costruita da capo.
Il problema della scuola, dalle elementari alle superiori (o almeno al biennio di queste) è che la didattica è totalmente passiva per gli studenti ed in parte anche per i docenti, poco stimolante ed interessante... troppo orientata al risultato della verifica e poco all’acquisizione della conoscenza ed al piacere di acquisirla, è una marcia forzata, in cui è importante farsi trovare al punto giusto al momento giusto, il resto è secondario...
Arrivati ad un certo punto non sembra più nemmeno che lo scopo della scuola sia quello di istruire, di dare conoscenza, ma di uccidere gli studenti con i compiti per casa
Io (15 anni lol) preferirei farmi una cultura seguendo i miei tempi, i miei interessi, le mie ricerche, la mia curiosità piuttosto che studiare da libri cose che subito dopo l'interrogazione cancello totalmente dal mio cervello
@@letiziaturrisi3988 sui compiti a casa ho un opinione molto negativa... proporzionalmente avevo un carico di studio inferiore all’università e alle superiori che alle medie... ho visto i migliori risultati con gli studenti del triennio delle superiori da una professoressa di matematica che assegnava pochissimi esercizi da fare a casa e dedicava tanto nello studio in classe... detto questo, quello che a 10 anni dalla mia laurea ti posso consigliare è di dedicarti tanto allo studio comunque, cercando di imparare il più possibile e soprattutto di imparare ad imparare, trova un tuo metodo di studio... lo so sembrano frasi fatte, mi sembravano parole vuote anche a me ma rischierai di rimpiangere ciò che la scuola anche con tutti i suoi problemi offre 😉
Concordo, ed è per questo che nessuna materia mi appassiona più. I prof ci ripetono continuamente che non è il voto ciò che conta, eppure l'unica cosa che facciamo è pensare a quest'ultimo, perché ci hanno abituati così...
@@federicalupo1650 ma perché anche quando la materia fosse interessante, il voto c'è lo stesso, ed è da quello che dipende tutto, dai voti dipendono la pagella, dalla pagella poi anche il futuro (tipo ammissioni all'università, stage e robe del genere)
caro Roberto, ho scoperto quest'oggi il tuo canale, navigando pigramente su youtube al posto di studiare. Nonostante tu sia evidentemente molto più grande di me, ho sentito più vicine le tue parole piuttosto che quelle dei professori che ascolto ogni mattina da anni. Mi rivedo tantissimo in quanto hai detto; ad oggi, ho 16 anni e frequento il terzo liceo delle scienze umane, indirizzo che amo follemente ma odio con tutta me stessa allo stesso tempo. Da adolescente, trovo l'inadeguatezza di programmi e docenti quasi disarmante. Sono quella che molti definirebbero una studentessa modello, media generale dell'8 e condotta impeccabile. Eppure, studiare è una delle cose che più detesto. Paradossalmente, faccio ciò che faccio con la consapevolezza che il famigerato "pezzo di carta" è essenziale per il lavoro che voglio fare da grande. Sono un'enorme appassionata di storia, di letteratura, di psicologia, di diritto, di arte e tantissime altre cose. Ma nella scuola, per gente come me non c'è spazio. Non c'è spazio per l'approfondimento, per l'entusiasmo, per metodi alternativi e creativi. Come tutti quanti, io devo stare zitta, ascoltare e sputare tutto quello che ho memorizzato (perché, alla fin fine, di quello che studio mi rimane poco e niente) in faccia a un professore che, nel 90% dei casi, è per me fonte di stress, veri e propri attacchi d'ansia, e, col suo carico disumano di compiti, toglie tempo alle mie passioni, tra le quali rientrano anche degli argomenti che sto attualmente studiando. Ad esempio, poco tempo fa abbiamo concluso il medioevo in storia, uno degli argomenti che più mi ha lasciato l'amaro in bocca. Perché? Perché, molto semplicemente, io so di un medioevo colorato e vivace; so della cultura, dei costumi, della moda per ogni età e delle tradizioni durante i matrimoni, di tendenze stravaganti a livello di vestiario in tutto il mondo e di forme d'arte particolari e caratteristiche dell'epoca. Eppure, io ho studiato un periodo ben diverso. Ho studiato un periodo buio caratterizzato dal bigottismo e da nobili che mangiano sulle spalle di paesani depressi, chiusi di mente, che muoiono di fame e di freddo senza possibilità di redenzione, in un elenco di nomi così numeroso che è impossibile far coincidere un volto ad essi. Per non parlare della disorganizzazione della scuola come ente e del distacco generazionale di professori che hanno l'età di mia nonna, stanchi, frustrati, e incapaci di comprenderci per forza di cose. E' impensabile che una persona di 70 anni sia una buona guida per un ragazzino di 16, come è impensabile che il ragazzino rispetti un anziano che gioca a fare Luigi XIV ogni qualvolta mette piede in una classe. Le scuole sono proiettate al passato, sono fatte dai vecchi per giovani che non si sforzano neanche di comprendere.
Bel discorso e bella immagine profilo😍😍
@@samu-l7156 ti ringrazio!
Non sono d'accordo sul fattore dell'età. Piero Angela ha 90 anni e rimane un divulgatore di conoscenza appassionante, stimolante, con gli occhi che brillano e la capacità di farti immaginare nella testa quello di cui parla, facendoti vivere il contesto. Lui ad esempio del medioevo ti avrebbe parlato delle danze, dei pasti luculliani, dei racconti di Canterbury con tutti gli scherzi, le corna, della capacità di raccontare miti e leggende, del senso profondo dell'architettura, dell'artigianato, della musica e avresti avuto al tua soddisfazione. Si, avresti avuto un professore 90 enne con l'entusiasmo di un 16 enne e l'avresti sentito più vicino a te di quanto senti un professore 25 enne annoiato, approssimativo e non comunicativo.
@@LDTube-pz9fq mi sembra ovvio. il mio discorso sull'età non mirava a dire vecchio=incapace, ma a far notare che i professori più anziani sono, nella maggior parte dei casi, stanchi. per questo, non essendo in grado di tenere una classe, ci vanno subito col pugno di ferro, esagerando anche. io mi riferivo a questi soggetti in particolare. anche perché, una delle docenti che in assoluto mi ha lasciato di più è sopra ai 60 anni, eppure quando entra in classe lei cambia l'umore. essendo che ha sempre cercato un confronto e ci ha sempre spiegato il perché delle sue azioni, la classe non ha mai avuto problemi con lei ed è una dei professori con cui si lavora meglio. d'altro canto, però, abbiamo gente incapace che insegna al liceo. competentissimi nel loro campo, per carità, ma mancano dell'umanità e della capacità base di rapportarsi col ragazzo che un docente dovrebbe avere. una mia compagna si è sentita dire "ma lei per fare questi errori deve essersi fumata una canna e tirata tre o quattro strisce di coca dopo", testuali parole. oppure, ne abbiamo un'altra che assegna più di cento pagine da studiare a ogni interrogazione con meno di una settimana di preavviso, fregandosene altamente di chiederci se abbiamo altre interrogazioni o verifiche programmate, quando l'unica cosa che è stata chiesta i consiglio è stata di non accavallare tutte le valutazioni. ho visto riportate a novembre verifiche svolte a settembre. ho avuto qualcuno farmi riscrivere l'alfabeto in SECONDO LICEO.
parliamoci chiaro, vecchio non vuol dire incapace, ma neanche abbastanza in grado di rapportarsi con un ragazzo da potergli affidare una classe per cinque anni.
@@kurta.lucre_ il fatto è che per diventare professore devi unicamente dimostrare di sapere le nozioni relative ad una certa materia. Non c'è alcun test per dimostrare di avere capacità d'insegnamento. E non è nemmeno una questione di età. Anche un 50 enne che vuole studiare musica può trovarsi di fronte ad un grande pianista che però è un pessimo insegnate o se vuole studiare cucina davanti ad uno chef bravissimo ma non in grado di insegnare, davanti ad un bravissimo floricoltore ma pessimo insegnante, un bravissimo campione di karate ma pessimo insegnante di arti marziali, un bravissimo attore pessimo insegnante di recitazione. E le caratteristiche di un pessimo insegnante sono sempre le stesse sia che parli ad una classe di ragazzi o in gruppo di adulti: 1) incapacità di trasmettere passione e trasporto con il tono della voce, 2) incapacità di riconoscere come trasferire ad altri le sue capacità che lui o lei sente innate, 3) incapacità ad avere tatto è umanità nel rapporto con chi ascolta adottando un sistema di feedback è di giudizio basato su meccaniche fredde di biasimo e punizione più che di motivazione e comprensione e infine 4) uso smodato di strumenti inefficaci è freddi che gli o le tolgono il peso di continuare a far finta di essere interessato a far apprendere come riassunti di interi capitoli, memorizzazione a pappagallo, ricopiare intere pagine di libri sul quaderno e aderenza totale ai libri di testo. Ma non c'è niente di nuovo sotto il sole. È dai tempi di Platone che si parla della figura del "pessimo insegnante"
In termini psicologici si tratta di motivazione estrinseca e motivazione intrinseca. La prima è una forma di motivazione che dipende dall'ottenimento di un obiettivo al di fuori di me, un voto, una consegna, un compito. La seconda è una motivazione che scaturisce dal piacere e dalla soddisfazione che la tal attività comporta. È dimostrato (ma è anche ovvio) che i migliori risultati si ottengono quando la motivazione è principalmente intrinseca. Mi trovo ad un passo dalla laurea in psicologia e mi rendo conto che tutto ciò che conosco al meglio di questa materia è qualcosa che ho studiato non per un esame o per un'impellenza, ma perché sono riuscito a trovare l'argomento in questione estremamente affascinante ed interessante. Ciò che ho dovuto studiare all'unico scopo di passare un determinato esame mi è servito solo a prendere un buon voto ma si è eclissato nell'oblio fin dai giorni immediatamente successivi. Non si può imparare nulla senza associare allo studio una componente emotiva. È necessario innamorarsi dello studio, escogitando strategie per trovare attraente il tal argomento. In caso contrario lo studio forzato diventa una delle peggiori torture che si possano infliggere ad un povero studente. Ciao :)
Da collega non posso che condividere il tuo pensiero, e aggiungo che semmai è ancora peggiore la frustrazione che si prova quando ci si rende conto di non sapere ciò che si è faticosamente studiato. Tempo fa parlai con una persona più esperta di me di un argomento che avevo studiato intensamente per un esame (superato con il massimo dei voti) e mi sono reso conto che non sapevo cosa dire. La soddisfazione iniziale, per il fatto che si stesse parlando di qualcosa che pensavo di sapere, venne sostituita dalla delusione di rendermi conto che non ero poi così preparato come pensavo.
Fu una terribile botta al mio ego, ma una lezione che da allora mi porto dietro stretta e che mi aiuta ad approcciare lo studio in maniera meno schematica e più passionale. Credo sia sinceramente l'unico modo per imparare davvero.
@@gabrielem1406 La figura del pollo su cose perfettamente studiate per un esame passato egregiamente l'ho fatta anche io e quindi ti capisco. È un'ulteriore dimostrazione che ciò che abbiamo appreso in quell'occasione è stato accompagnato da una forte carica emotiva di imbarazzo e delusione e quindi non ci dimenticheremo quella lezione molto facilmente haha.
Invidio entrambi, adoro la psicologia ma purtroppo non riesco a superare il test d’ingresso. Per molto tempo ho creduto d’essere stupida, e ad oggi ancora penso di esserlo un po’, ma certe lacune è difficile colmarle. Se solo potessi tornare indietro...
@@littleone5434 ma vedi, se una materia ti interessa così tanto non hai bisogno di un titolo universitario che attesti che l'hai studiata. Puoi approfondire la tua passione attraverso moltissimi altri strumenti come letture di settore, videolezioni su youtube, forum, romanzi, film e tanto altro ancora. Il centro di questa discussione è proprio fondata sul fatto che non abbiamo bisogno di traguardi esterni per colmare le nostre passioni, basta la passione in sé a darci la motivazione e la curiosità necessari a studiare anche in autonomia certi argomenti. Spero che ciò ti sia d'aiuto e ti auguro il meglio. Intanto ti posso dare un piccolo consiglio: se ti interessa la psicologia, leggi i romanzi di Dostoevskij. Alla fine il fulcro dell'essere umano non può essere raccontato se non attraverso le storie e i sentimenti ;)
@@Tyron95 hai al 100% ragione, infatti cerco di informarmi il più possibile e fra l’altro siamo una generazione avvantaggiata, visto che abbiamo a disposizione un mezzo potentissimo come internet. Grazie per le tue bellissime parole e per il consiglio, corro a dare un’occhiata🙏🏼
Totalmente d'accordo con te, Roberto.
Ho visto il film di Mulan, subito dopo sono andata a leggermi l'origine della storia.
Da qui ho scoperto il bellissimo poema "La ballata di Mulan" del VI secolo, ho approfondito il contesto storico e ne ho scoperto i dettagli, leggendo le polemiche sul film ho approfondito argomenti di attualità.
Penso che questo sia la sintesi della voglia di scoprire rispetto all'obbligo di dover adeguarsi.
"Ho interrotto il compito di storia dell'arte per leggere un libro di storia dell'arte"
Anche io una volta ho interrotto un compito di italiano per guardare un video di me lo ha detto vygotskij... E spesso smetto di studiare filosofia per guardare un video di Rick du Fer
Quanto è vero dannazione. Leggo sì e no una volta, distrattamente, le pagine per la verifica di biologia e poi passo abbondanti mezz'ore sui video di entropy for life
Anche se guardare un video è molto più easy di leggere (a prescindere)
@@andreascarpellini1157 sì anche a me piace piantare lì le slide di stato solido per andare in laboratorio a fare sintesi, poi però all'esame non so nulla e mi asciugano
@@zenatoday4590 Se il kaiokenx10 decuplicasse anche le facoltà mentali sarebbe tutto più semplice
Il dilemma è che siamo più propensi a percepire le cose in modo più ironico è aperto anzichè seguire quei rigidi schemi che TUTTO il sistema educativo ci impone, e io questa cosa la adoro
Ciao Roberto, si c'è stato un grosso cambiamento nella scuola in questi tempi recenti: hanno inserito i banchi con le rotelle.
Nella scuola in cui lavoro sono arrivati nuovi banchi, ma non hanno nemmeno le rotelle.
@@dinosaurbeaH 😄👋
@Yassin Fliyou 😄
@Yassin Fliyou non dimenticare l'assenza di gravità
Da studente della quarta liceo devo ammettere che questo video è molto molto veritiero :)
Aggiungo una cosa al minuto 29:00, alcuni professori non vogliono che tu studi esclusivamente da altre fonti che non siano il libro scolastico. Parlo per esperienza personale, iniziano a guardarti male, sanno che stai dicendo qualcosa che non c'è sul libro e che non stai seguendo la sua "scaletta" , in questo caso loro non ti assecondano, ma ti portano a ripetere quello che c'è esclusivamente sul libro, a volte ho addirittura la sensazione che non siano a conoscenza degli approfondimenti che ripeti. E' un casino
è capitato che mi insegnassero qualcosa di sbagliato. Da quel giorno non riesco più a fidarmi della loro conoscenza..Dubito del loro insegnamento, e tutto ciò non aiuta
Da un lato ti do ragione e affermò anche io che è una cosa che può dar fastidio, dall'altro devi tener conto che loro ti devono valutare sul programma, e se dilaghi e dici cose che loro non sanno faticano a valutarti in quei punti.
@@giog6459 io entro in classe con il sigaro e ascolto mentre parlo al telefono e mi lucido le scarpe. Ogni tanto esco a fare pausa caffè e ragiono sul da farsi per portare il risultato a casa a fine mese. Almeno scaldo il banco con stile u kno wat im sayn bro. Sto al 5º, tra qualche mese stringo mano all'azzolina e famo l'esame col cazzo de fuori che sbatte su tutti i banchi
La cosa più incredibile, a mio parere, sono quei libri di testo palesemente di parte su questioni politiche e religiose, che presentano opinioni dell'autore come fossero verità scientifiche, e i professori che si arrabbiano se lo studente non dimostra di abbracciare la stessa ideologia. Dunque: non solo devo ripetere a pappagallo quello che c'è scritto, devo anche farlo con un certo sentimento. Davvero stimolante.
Perché per loro probabilmente è un lavoro come un altro che non li interessa e devono fare solo quello che è strettamente richiesto per portare la "pagnotta" a casa e fine.
Di professori veri, che se fai un approfondimento per conto tuo e poi ti assecondando con soddisfazione o che loro stessi durante una lezione divagando su altre cose, magari non pertinenti alla lezione stessa, che però ti arricchiscono, ne ho incontrati nella mia vita scolastica due.
Persone con la passione del tramandare la loro conoscenza al prossimo, questi dovrebbero essere gli insegnanti in un sistema scuola degno di tale nome.
Ma noi permettiamo l'insegnamento di materie anche a chi non ne sa assolutamente niente, parlo per esperienza personale (dove una mia conoscenza è insegnante di inglese e l'inglese non lo sa, ma zero assoluto proprio), quindi invero la colpa è la nostra che non abbiamo permesso alla scuola di fare passi avanti ma anzi di essere continuamente vilipesa.
Uno dei tanti problemi della scuola è questa maledettissima corsa a "finire il programma". Tante cose fatte male. Da insegnante ho quasi subito rifiutato di usare i libri. Meglio poco e fatto bene. E il bello è che i programmi a cui i miei colleghi sono tanto legati, non esistono da almeno 20 anni... Non parliamo della routine che uccide tutto.. Fare scuola è difficile, perché tutto congiura per mettere nella testa di insegnanti e alunni (e ai loro genitori) ansie immotivate. Quando qualche anno fa i miei colleghi mi chiedevano a che capitolo del libro sei, ridevo.. Ora non me lo chiedono neanche più. Grazie per il video. Lo manderò a quei colleghi con cui condividiamo un modo diverso di intendere la, scuola
Lei che è insegnante ha l'opportunità di cambiare le cose, ne approfitti, ci sono tanti ragazzi che stanno perdendo forze stando dietro a questo sistema mnemonico e meccanico
Mercadini + critica alla scuola= video aperto in meno di 0,0001 secondi.
(Non ho mai aperto un video così velocemente).
@Ares39 uno dei personaggi più leggendari di sempre, protagonista di una delle storie più belle di sempre. Una leggenda immortale.
ciao Roberto, non potrei essere più d'accordo con la tua analisi, per altro sempre lucida e coincisa. Da neodiplomato, ti confermo che quello da te mostrato in video potrebbe benissimo essere un libro di testo scolastico attuale. La scuola nella mia esperienza (ex-liceale) è stata un costante appiattimento di temi corroborato da un eccesso di nozionismo, è solo ora che mi sento libero di imparare senza vincoli imposti che mi sto appassionando delle materie e degli argomenti che con tanta superficialità mi hanno fatto studiare a scuola. Sfortunatamente rappresento una minoranza, tanti miei coetanei sono stati diseducati allo studio e all'apprendimento da anni di imposizioni e ora hanno difficoltà a riavvicinarsene.
Credo che il nostro sistema scolastico, sempre più retrogrado e noiosamente gentiliano, meriti di essere radicalmente riformato, questo però non dovrebbe sollevare i professori da ogni colpa e responsabilità, come spesso gli si riconosce il merito di far appassionare i giovani alla loro materia gli andrebbe altresì riconosciuto il demerito di fargli odiare lo studio e l'ambiente scolastico.
Sono d'accordissimo con il tuo pensiero. Complimenti!
Ho più o meno l'età di Mercadini e mi ritrovo in quanto scrivi, nonostante siano trascorsi decenni e molte riforme dell'istruzione abbiano avuto luogo. In pratica nulla è cambiato.
A me piacque molto un concetto che espose una volta il prof. Barbero (docente universitario e divulgatore medievalista) sul sistema scolastico, in particolare sul programma di storia. Parafrasando: le nozioni di base sono fondamentali da sapere e servono per inquadrarti nel contesto, ma la parte interessante arriva dopo cioè quando si inizia ad studiare il contesto stesso nel dettaglio. Purtroppo il tempo è quello che è, e molto spesso non si riesce nemmeno a finire di spiegare le nozioni che bisogna andare avanti col programma.
Purtroppo si da alla scuola il doppio compito di far creare allo studente sia un bagaglio culturale generale sia trovare una propria personalità scoprendo le proprie passioni. Ma è raro che imparando a memoria nascita vita e morte di Petrarca che trovo nella Letteratura la mia strada
@@alexannekk vorrei aggiungere una cosa: oltre doverti dare un’infarinatura di tutto deve anche trasmetterti quanto possibile diversi metodi di studio poiché, anche a seconda dell’istituto o liceo frequentato, deve darti delle basi per quel che farai e sarai dopo. In particolare, uscito da un liceo, è probabile che un giovane continuerà gli studi e, in quel caso, si troverà ad applicare la giusta tipologia di studio al giusto ambito. Sebbene detestabile, sono abbastanza sicura che chi si è dedicato allo studio della legge e della medicina abbia trovato molto utile la memorizzazione appresa durante la scuola primaria; l’apprendimento della consecuzione di cause che si trovano in storia, biologia e fisica sono utili a chiunque si avvii alla comprensione dei fenomeni umani e naturali; l’analisi di figure retoriche, metaforiche e linguistiche per chi studia lettere, arte e comunicazione. L’importante è studiare la giusta materia nel giusto modo ed è in questo che talvolta la scuola fallisce.
Un altro ambito in cui spesso la scuola fallisce, almeno secondo me, è nella mortificazione dello studente. Ma questo è spesso responsabilità dei professori.
Pienamente d'accordo
Salve Roberto. Ho guardato il suo video con attenzione e sono rimasta scioccata. Non pensavo esistesse un adulto che potesse capire esattamente cosa intendiamo noi giovani quando ci lamentiamo della scuola. Lei ha elencato esattamente tutte le mie idee che mi sono fatta col passare degli anni. Ho adorato ogni cosa che ha detto e sono felicissima, anzi, commossa dalla capacità brillante con cui ha espresso i concetti. La ringrazio infinitamente. Frequento il secondo anno del liceo linguistico e ho aperto gli occhi sulla vera identità della scuola verso la fine della prima superiore. Prima la mia idea, la mia massima ispirazione nella vita, era la seguente:" Studio, finisco il liceo, vado all'università, mi trovo un lavoro che paga bene (perché ho fatto l'università), metto su famiglia e poi qualche viaggio perché me lo potrò permettere grazie al lavoro che mi pagherà bene". Ora come ora, queste mie idee mi spaventano e sono contenta di essermi svegliata da quell'incubo infernale in cui vivevo. Studiavo solo per i voti e per quindi ottenere la simpatia dei professori. Due anni dopo posso dire di essere cambiata. Ora trovo la conoscenza affascinante in ogni sua forma, la bellezza dell'imparare, conoscere cose nuove, una meraviglia. Il problema è che anche io ho lo stesso problema che ha spiegato lei nella parte iniziale del video: non riesco a rendere interessante la scuola. Per ora mi limito allo svolgere degli studi individuali esterni al mondo scolastico e approfondisco gli argomenti individualmente per mio interesse personale. Concordo anche sui libri! Spessissimo mi chiedo:" E quindi? Ma chi era lui?" E se lo chiedo al prof, mi guarda con una faccia sbigottita e si spazientisce perché deve finire il programma e non ha tempo. Fare domande è fuori luogo durante le ore di storia con il mio prof, ciò mi fa stare male.
Ho 16 anni e vorrei dire che, purtroppo, ancora oggi i libri di testo sono impossibili da capire. Spesso mi ritrovo a chiedere a parenti, amici o professori di rispiegarmi certi argomenti che non ho capito nel libro. Ammetto che oggi, per fortuna, noi abbiamo internet per capire meglio certe cose, ma non è comunque il massimo....
Internet riguardante le materie scolastiche o argomenti provenienti da essi è completamente inutile.. Faccio un tecnico Agrario, e il 90% delle cose che studio, anche a pagare google, non le trovi..
@@pokeeli5061 più che altro internet serve per le cose che non ti insegnano a scuola ma ti servono per la tua carriera. Ad esempio, se tu vai a un ITIS informatico non ti insegnano ad assemblare i computer, ma se è quello che vuoi fare devi studiartelo su internet.
Purtroppo un altro problema è proprio questo, uno cerca di informarsi al meglio su determinati argomenti, che magari sui libri sono abbastanza riassunti, ma nel momento in cui vieni interrogato, senti il professore che continua a dirti di parlare solo dell'argomento della frase che ha formulato, non permettendoti di fare collegamenti o approfondimenti, di conseguenza lo studente(come nel mio caso) perde la volontà, l'interesse, la curiosità di studiare.
@@xxxDan_ esatto, sono d'accordo
@@regrubcivals2954 ma infatti internet mi aiuta solo se devo leggere qualcosa in qualche riassunto per ripassare ma non è poi così tanto utile...
Ciao roberto, sono capitato qui per caso attraverso la home di youtube. Devo esserti sincero: i video di 30 minuti non li digerisco, non per noia ma a volte sono ridondanti e tendo a skipparli. Incuriosito dal titolo, ho iniziato a vedere il tuo video e beh, complimenti. Per cosa? La dialettica, capacità di intrattenimento, enfasi di linguaggio, contenuti non banali. Bel video :)
Madonna quanto odiavo le lingue a scuola, l'inglese lo ripudiavo proprio la mia situazione nelle lingue secondo la mia prof era "inqualificabile" (dato che consegnavo le verifiche in bianco). Ora parlo fluentemente 4 lingue e mi sto avvicinando pericolosamente ad apprenderne una quinta, ed è bellissimo studiarle - ma tutto ciò dopo anni e anni di 'disintossicazione scolastica' ovvero dopo che sn entrato nella mia età adulta.
Più di ogni altra "materia", le lingue non andrebbero insegnate e studiate come "Materia"
@@arantxaurrutia0 hai ragione
Probabilmente qiesti sono i 32 minuti meglio spesi della mia vita, grazie.
22:42 "nebuloso". L'aggettivo perfetto per il 90% dei testi universitari e delle "spiegazioni" dei professori. Purtroppo con gli anni mi sono convinta che lo si faccia apposta a rendere le cose difficili nella comprensione, quando potrebbero essere spiegate in pochi, semplici passaggi. Ricordo un'esame tra tanti, "scienza delle costruzioni" lo scoglio di tutti gli ingegneri (civili, meccanici che sia...). Ricordo quanto ho penato su un libro scritto male e sulle spiegazioni del professore che facevano ancora più pietà, avevo conati di vomito quando dovevo studiare quella materia. Per cosa poi? Per scoprire quanto sia facile, se viene proposta in maniera chiara, semplice e usando soprattutto i benedetti DISEGNI. Purtroppo non c'è amore nella trasmissione del sapere, ma solo nel proprio ego smisurato e questo è il vangelo di molti professori (che sono tutto fuorché quello, purtroppo).
Ti sei convinta bene.
Prof: in quel periodo regnava Edoardo III
Io: ma chi era Edoardo III?
Prof: *visible confusion*
Quello che regnava in quel periodo.
Dico solamente una cosa in merito sulla scuola, mi è stata riconosciuta la dislessia dopo 13 anni e fin a quel periodo sono stato "giustamente" trattato come uno stupido dai professori, bene adesso ho 19 anni e secondo il test del qi ho più di 140, e sono bloccato in 4 superiore, dove ho cambiato scuola 2 volte ( stesso numero delle mie bocciature) e non so ancora se la scuola che ho scelto sia quella che fa per me, e non ho imparato niente siccome per come sono stato trattato mi sono rinchiuso nel mio piccolo mondo, in breve grazie alla scuola soffro di gravi problemi ansiogeno depressivi e soffro perfino del disturbo di personalità borderline, tutto questo perché a 5 anni alle elementari gli insegnani ( e i miei genitori che si sono fatti convincere) hanno messo una crocie su di me, cose se già a quell'età io non valessi niente, io lo dico e non lo nascondo sono ignorante e mi va bene così, specialmente perché se essere colto e/o avere un tot di lauree o un master vuol dire sbagliare una cosa così semplice, rovinare la vita di una persona e non ammettere i propri errori allora preferisco rimanere una capra come dice Sgarbi
Scrivi da dio, se sei ignorante tu non oso definire l’italiano medio
@@xH4xArD avere una cultura è diverso da sapere la grammatica
@@tonino1921 sono correlate le cose, non penso che uno che sia acculturato e legga tanti libri non sappia la grammatica, anche perché la assorbe in tal modo. Uno che non sa la grammatica non penso sia un divoratore di libri e cultura.
La mia prof di italiano mi dava sempre 4 nei temi giustificando il voto con il fatto che non approfondivo, limitandomi a fare solo un elenco di affermazioni, proprio come nei testi scolastici. Poi è venuto il giorno di scrivere un articolo di giornale. C'erano diversi argomenti a scelta e io ho scritto della partita di calcio giocata la domenica prima dove ho segnato una tripletta. Con mio enorme stupore mi ha dato 7 e, preso dall'euforia, ho addirittura studiato con impegno per l'interrogazione di qualche giorno dopo. Beh mi ricordo perfettamente lo sguardo e le parole della prof al termine dell'interrogazione: "Sei andato bene ma ti do 5 e mezzo". Sono ritornato a prendere i miei 4, cosciente del fatto che non avrebbe minimamente influito sul proseguo della mia vita.
Mi dispiace
10 anni fa...
5 a latino dopo una interrogazione perfetta
Io: Prof! Ma non ho sbagliato niente!
Lei: Già... ma ti ho fatto domande per arrivare al 5. Te ne avessi fatte per arrivare al 6 non mi avresti risposto.
mi spiace
@@marcobaglioni9557 ma ma maaaaaa???????
@@marcobaglioni9557 non poteva saperlo
Che video coinvolgente e riflessivo, Roberto! Hai toccato un tema profondo e controverso: il paradosso della scuola. Mi ha colpito la citazione iniziale che afferma che la scuola è quel luogo dove si confonde la memoria con l'intelletto. È davvero una dichiarazione potente che riflette il modo in cui spesso la scuola si concentra più sulla memorizzazione e la ripetizione che sull'approfondimento e l'apprendimento vero e proprio. Per questo ho iniziato a tradurre i video di Sprouts in italiano!
Io ho 17 anni e sono in quarta superiore. Sono arrivato ormai al punto che non mi interessa più nulla della scuola, non ascolto le video lezioni e non mi scomodo neanche a guardare i voti che mi mettono i prof (ci tengo a precisare che comunque ho la media del 7 e un po' e non vado male). Di anno in anno pian piano perdevo sempre più la voglia di fare qualsiasi cosa e quest'anno non ho neanche comprato i libri di testo per nessuna materia, tanto non li uso. La scuola mi ha fatto passare completamente la voglia di interessarmi a quelle materie (anche se magari mi interesserebbero). Per fare un esempio io ho sempre amato la matematica perché mi sembrava maledettamente geniale. La cosa che mi da fastidio è che l'obbiettivo non è imparare, studiare e essere acculturati ma sapere conoscenze che non ti serviranno nella vita: la mia prof da molta importanza alle definizioni e saper fare gli esercizi ed essere in grado di risolvere problemi non è abbastanza. Imparare a memoria definizioni inutili mi fa davvero schifo. E una cosa che mi da maledettamente fastidio è che pur non facendo niente, non studio, non faccio i compiti, non ascolto le video lezioni, mi presento solo alle verifiche ed interrogazioni vado bene lo stesso. Ci tengo a precisare che non sono un genio o cosa, la scuola è maledettamente inutile! NON devi letteralmente imparare nulla per passare gli anni e ogni anno sento di non aver imparato niente. Ad un certo punto allora ho pensato: "ma se a scuola non faccio nulla allora posso studiare le materie scolastiche come voglio io da solo"... Solo che questa cosa non è andata bene per 2 motivi: il primo è che essendo un adolescente e volendomi anche divertire e fare altro non ho ne il tempo ne la voglia di passare metà giornata a scuola e l'altra metà a recuperare ciò che non ho fatto. il secondo motivo è che molte materie se me le raccontassero persone appassionate magari potrebbero piacermi ma da solo non ho l'interesse necessario per cercare informazioni da solo. Insomma io sento davvero di star sprecando il mio tempo e gli anni dove potrei imparare più cose. Spero davvero che qualcuno cambi il sistema scolastico perché andare a scuola mi sembra davvero la cosa più inutile che io abbia mai fatto. Ho visto un immagine molto bella con da una parte un immagine di un telefono vecchio (che era uno scatolone) e con la scritta "i telefoni 50 anni fa" e a destra un immagine di uno smartphone con la scritta "ii telefoni oggi" e sotto 2 immagini uguali con scritto "la scuola 50 anni fa" e "la scuola oggi". Noi ci evolviamo e la scuola no, spero davvero che qualcuno cambi la scuola perché a mio parere stiamo sprecando gli anni migliori della vita di troppi ragazzi :(
Quello del telefono è un video di prince ea che parla della scuola
Ciao, anche io sono uno studente di 17 anni di quarta superiore. Davvero, mi hai tolto le parole di bocca. Sono nella tua stessa identica situazione e ho gli stessi pensieri. A me piace molto filosofia, a scuola spesso la ascoltavo volentieri ed ero partecipe durante quelle 3 ore settimanali, ma la didattica a distanza mi ha completamente tolto ogni motivazione e voglia di stare attento, ha peggiorato ulteriormente la mia situazione. In prima fino più o meno a inizio secondo anno mi impegnavo ad andare bene, studiavo e facevo sempre i compiti, ma più passava il tempo più quei buoni voti che prendevo mi sembravano vuoti, inutili, privi di un reale significato didattico. La classica lezione frontale mi ha davvero stufato, non ne traggo alcuna motivazione e spesso siamo resi poco partecipi delle lezioni, faccio pochi compiti e molti li tralascio. Studio poco o nulla, a volte me la cavo “improvvisando”, a volte vado male, ma la verità è che ormai non mi interessa più di tanto, anzi quasi per nulla direi. I voti sono numeri, non mi dicono più nulla e questo sistema è ipocrita: ci dicono di non studiare a memoria ma la valutazione tramite solo dei numeri incentiva lo studio mnemonico. L’obiettivo non è davvero quello di sapere qualcosa, che qualcosa ci rimanga, ma sapere quelle nozioni da sparare o scrivere a macchinetta per prendere un buon voto, per poi puntualmente dimenticarcele il giorno dopo. Sono consapevole dell’enorme importanza della cultura e del sapere (quello vero), ma questo sistema mi ha svuotato di ogni entusiasmo e motivazione. Anche io sento di star imparando davvero poco e ciò mi rattrista parecchio. A scuola i professori hanno ovviamente un ruolo fondamentale ma spesso ci troviamo davanti persone che magari sanno ogni minimo dettaglio della propria materia, ma che di che capacità didattiche ne hanno davvero poche. È un errore comune pensare che l’insegnante/maestro sia colui che conosce delle nozioni (riguardanti una certa materia), ma noi studenti sabbiamo bene le due cose differiscono parecchio. Nelle lezioni infatti mi sento di frequente “estraneo” e ciò mi fa passare la voglia di stare attento.
Anche io spero che un giorno questo sistema scolastico, oramai davvero obsoleto e inadatto ai giovani, verrà stravolto. Di certo non avverrà nel breve periodo perché la scuola è rimasta pressoché invariata da decenni e, pensandoci, forse dovremmo essere proprio noi giovani a prendere l’iniziativa...
@@lucaonofri2388 Come ti capisco, di fatti stavo pensando anche io che in un futuro avrei potuto cercare di cambiare le cose solo che sembra davvero una cosa talmente più grande di noi che non saprei cosa fare... Penso spesso che in un futuro il mio lavoro o la mia aspirazione sia cambiare la scuola ma tralasciando il fatto che non ho la minima idea di cosa andrebbe fatto, non avendo imparato praticamente nulla a scuola non mi sento nella posizione di essere uno che ha studiato e che cambia le cose. Ci vorrebbe una persona che è riuscita ad apprendere (che qualcuno di portato c'è) e che la pensi come noi. Ogni volta che ci penso mi chiedo: "ma che ne so io di come andrebbero insegnate alcune materie se non ho la minima idea di cosa trattino?", ho anche pensato di fare il professore e di impegnarmi ad insegnare davvero qualcosa ma è più facile a dirsi che a farsi senza contare che anche se ci riuscissi e fossi l'unico a farlo cosa cambierebbe? Ci sono così tante domande, così tanti fattori da prendere in considerazione che non so dove sbattere la testa e finisco per pensare "spero davvero che qualcuno faccia qualcosa" ma forse quel qualcuno dovrebbe essere ogni persona che si pone questa domanda anche se non saprei in che modo.
Ciao, sono tua coetanea e a me piacciono molto la matematica e la fisica, perché le puoi incontrare in molti ambiti. Purtroppo però, quest'anno sono peggiorata in entrambe le materie. La prof in questo periodo sembra solamente interessata a portare avanti il programma, tanto per poi mettere la sua firma sul foglio e fare vedere a tutti che il suo lavoro l'ha fatto, anche se noi non ci capiamo nulla. Come se non bastasse, durante la correzione degli esercizi (secondo me la parte più importante della lezione, appunto dove andiamo ad applicare la teoria a problemi reali) salta dei passaggi perché pensa siano scontati. Io soffro pensando alla fisica e matematica perché mi piacerebbe molto, in futuro, studiare qualcosa che sia collegata ad esse (anche se non ne sono del tutto sicura). Inoltre, la professoressa ti fa sentire abbastanza umiliato/a quando non capisci qualcosa; ne consegue che la classe ha paura di dirle veramente che non ci sta capendo nulla e che l'approccio della prof è sbagliato. Per concludere, anche io ultimamente mi sento demotivata. Non mi interesso a nessuna materia visto che la passione dei miei insegnanti è ormai pari a zero, e la scuola non mi lascia tempo per dedicarmi alle mie passioni. Spero davvero che da domani in poi, visto che ricomincia la scuola, sapró capire quali sono le mie priorità, perché non voglio stare chiusa tutto il giorno e notte in camera mia.
penso le tue stesse cose, con la differenza che imparo cose nuove direttamente in classe da solo, tante volte non seguo per fare altre cose
io in merito alla scuola ho capito di essere molto fortunato: faccio il liceo e mi trovo in una situazione simile a quella che hai vissuto; sono molto curioso ma non ho voglia di studiare. Tuttavia credo di aver sviluppato una capacità di attenzione molto alta; se mi metto ad ascoltare qualcuno non riesco più a smettere, quindi la noia in classe non mi ha mai colpito troppo forte. inoltre la mia scuola (come credo tutte) consiglia uno studio a casa che va dalle 2 alle 4 ore; io riesco tranquillamente in 2/2,5 ore o addirittura meno al giorno a studiare e ricordare praticamente tutto. l'unica cosa che credo mi sia sempre mancata è l'autostima: penso sempre che le cose che faccio siano brutte e da buttare; mi sono trovato molto spesso a pensare cose del tipo: "sono un fallimento perché sto troppo tempo al computer" o "non mi merito questo voto perché non mi sono impegnato abbastanza". credo che questi pensieri però siano frutti di condizionamenti e ansia, quindi ho imparato a dare loro meno peso. infine penso che un'altra mia caratteristica mi abbia portato qui: considero ogni consiglio come oro. il consiglio più importante che credo mi abbia portato qui è: "impara adesso perché non ci sarà un altro momento della tua vita come questo, dove le cose le impari subito e te le ricordi"
Al liceo non studiavo per nulla, avrò platinato così tanti giochi che non ne ho idea. Pensavo solo a 4 materie, matematica, letteratura latina, filosofia e biologia. Le altre invece neanche le toccavo, studicchiavo il giorno prima. Ora sono al terzo anno di medicina, con una motivazione per lo studio infinita. Dallo studio della fisiologia, dal capitolo sulla memoria e sull'apprendimento, posso dirvi che la passione verso un argomento e la motivazione per impararlo giocano un ruolo troppo importante, quasi assoluto (basta vedere che nelle scimmie per ricordare si dà del cibo come ricompensa). Ed ecco perchè una facoltà per uno può essere più facile e per un altro più difficile. Basta pensare a Magnus Carlsen che grazie alla passione per gli scacchi è riuscito a memorizzare così tante combinazioni. O a Toscanini che, grazie al suo grande amore per la musica, ha memorizzato più di 200 partiture. Per quanto riguarda la cultura generale che dà la scuola sono contro, molte cose sono inutili, e per diventare il migliore in un campo devi assicurarti di avere solo le nozioni che ti servono fresche. Devi sempre ravvivarle per rinforzarle tramite i circuiti ippocampali. Come si è scoperto, negli studi sulla plasticità sinaptica, le cose non ravvivate subiscono indebolimento delle sinapsi molto spesso.
Ho 15 anni. Stavo parlando di scuola con un mio amico e ad un certo punto mi ha detto di vedere questo video. Ho trovato interessanti le argomentazioni e il video in generale ben fatto.
aperto alla velocità della luce
Aperto 3 secondi prima di vederlo
Io l'ho visto prima che lo registrasse
Io ho passato il libro di Storia a Roberto al minuto 21:06
Io ho acceso la luce alla velocità di Mercadini
@@matteopulla2990 cioè in 32 minuti?
Voglio aggiungere un punto di discussione al tuo discorso. Spesso lo studio scolastico risulta pesante e noioso perché ci è negata la possibilità di rielaborare quello che studiamo secondo il nostro modo di pensare, fare le nostre considerazioni, enfatizzare i punti che riteniamo più importanti.
Invece è necessario imparare e ripetere alla perfezione (non capire, interiorizzare, rielaborare) quanto già pensato da un altro essere umano; o si fa così, oppure non si prende dieci all'interrogazione (a volte nemmeno 6).
Io, come adolescente e studente, non ho modo di esprimermi. Divento, durante gli anni di studio della "scuola dell'obbligo", un ripetitore di intelligenti opinioni altrui. Queste idee, opinioni, formano il mio pensiero, gli danno solidità, arricchiscono la mia visione dell'argomento, ma non per forza coincidono con le mie!
Mi ricordo quando studiavo filosofia alle superiori, il libro era nient'altro che una raccolta delle vite dei filosofi ognuno aveva un paragrafetto nel quale veniva condensato il pensiero del filosofo di turno (poveretti).
Non era possibile approfondire il pensiero di un filosofo piuttosto che un altro. Non vi erano momenti di riflessione in classe, nessun collegamento tra le sue idee e il nostro tempo presente...
Insomma, studiare filosofia era veramente noioso e la mia istruzione andava avanti seguendo un ciclo: leggi, memorizza, ripeti, interrogazione, dimentica per far spazio ad altro. Quindi, analogamente a te, quando mi stufavo e volevo qualche cosa di più interessante leggevo i libri di Nietzsche: umano troppo umano, la nascita della tragedia etc.
Mi è ritornato in mente una sua frase, che aveva colpito il mio cervello da adolescente:
"Quale è il fine di ogni istruzione superiore?"
"Fare dell'uomo una macchina."
"E come si raggiunge ciò?"
"Egli deve imparare ad annoiarsi. "
Qui però è davvero colpa dell'insegnante. Il mio insegnante pretendeva una rielaborazione personale, pretendeva che sviluppassimo un'antitesi alla tesi, pretendeva una ricerca su materiale nostro (tanto che non pochi alunni si lamentavano del fatto che era assurdo fare ricerca in biblioteca quando c'era già il libro, loro avrebbero preferito la comodità di idee altrui rigurgitate pur di risparmiare del tempo, anche se significava sottrarla alla vera conoscenza ottenuto tramite la ricerca di altre fonti) pretendeva il dibattito in classe, pretendeva che se qualcuno aveva nella testa il pensiero "questo pensatore dice una marea di stronzate" lo dicesse a voce alta, in modo da poter difendere la sua idea.
Stiamo forse dando troppa responsabilità al sistema scolastico, che è sicuramente limitato ma entro il quale si può fare tanto per dare vera conoscenza e non nozioni in a vacuo rigurgitate e non abbastanza ai professori, la loro indole ma anche la loro capacità (sapere qualcosa non significa affatto saperlo condividere, alcuni dei più grandi pittori non sapevano insegnare e lo ammettevano, a loro veniva naturale e non avevano né l'introspezione né l'estro per comunicare ad altre persone come facessero)
Ho 35 anni, insegno lettere. Quando ho preso il ruolo ho scelto le scuole medie perché il sapere lì non sfocia ancora nel nozionismo, si costruisce con i ragazzi. Gli accademici che ritrovo come colleghi sono spesso deleteri, non hanno la praticità che una professione come la nostra richiede, nn si sporcano le mani. Ricordo bene certi esami universitari, non si chiedeva un concetto, ma si insisteva su dettagli del tutto insignificanti che ho dimenticato appena ho messo in saccoccia il mio buon voto.
A mio avviso però la scuola è un mastodontico insieme di diversità, il tuo paradosso, non è quello della maggior parte dei ragazzi. Tu hai sempre avuto lo spirito del cercatore, molti ragazzini invece non sanno nemmeno COME cercare e arrivare a qualcosa che potrebbe interessarli, per ragioni soprattutto legate al contesto di crescita.
È molto difficile essere un buon insegnante per ciascuno. Ma sono convinta che con le risorse di cui si può disporre oggi, i libri di merda siano evitabili. Anche da parte degli insegnanti è solo questione di atteggiamento, volontà e curiosità. Non è tutto perduto.
Io ho preso il secondo livello della certificazione per la lingua giapponese quando ero ormai adulto. Dico sempre che, se avessi avuto questa lingua fra le materie scolastiche, non l'avrei mai imparata.
L'unica volta che ho sentito davvero dentro di me la voglia di studiare, informarmi, curiosare una materia, è stata quando il professore si è rivelato essere così capace di intrattenere e coinvolgere la classe facendola appassionare ad ogni argomento.
Era Filosofia, ma sono convinto che se fosse stato un prof di matematica sarebbe stato capace di farmi divorare le nozioni allo stesso modo.
Io Roberto non riesco a trovare un motivo davvero valido per cui dover dividere apprendimento da "intrattenimento" nell'ambito scolastico.
Incuriosire lo studente ho sempre notato essere un buon modo per farlo legare ad una materia e fargliela sviluppare più facilmente.
L'istruzione avrà bisogno di una bella rivoluzione.
"il mio regno per un teologo" ... Grande citazione
Scusami, potresti spiegarla?
@@giusep1231 devi guardare tutto il video per capire
@@eliacasella8368 intendeva chiedere da dove provenisse la citazione
@@CetrioloGarmogno è una citazione di Roberto!
@@CetrioloGarmogno mi sa che non l'hai visto pure tu il video di roberto
La sfilza di nomi nei libri di storia mi fa sempre tornare in mente una canzone "non so che viso avesse, neppure come si chiamava... con che voce parlasse, con quale voce poi cantava..."
Io vado in seconda liceo, devo dire che negli ultimi 2-3 anni sono iniziati ad affiorare dei piccoli dubbi. Non so più che cosa io stia facendo. Fin da piccolo sono stato un lettore, leggevo qualunque cosa mi capitasse sotto gli occhi e a scuola sono sempre andato bene, talvolta anche con apprezzo da parte di alcune prof, senza però mai raggiungere la piena eccellenza (mai stato una persona diligente, più il tipo dello studio il giorno prima), dovendo però tutto ciò alla mia passione per la lettura e il libero pensare, mio attuale hobby preferito. Tuttavia negli ultimi tempi ho iniziato ad impegnarmi un po' di meno, leggendo anche molto meno, ma pensando di più, nel senso a dirla tutta non so bene che senso abbia il modo in cui studio, non trovo più lo stimolo per impegnarmi, per poi stressarmi dopo ben poco, non riuscendo ad ascoltare lezioni o a capire la pagina prima di rileggerla 4 volte. A scuola noi siamo spinti da diversi fattori, ad esempio i voti: io non capisco il senso dei voti, o meglio, non capisco perché noi veniamo a conoscenza dei nostri voti, che dovrebbero servire solo ai prof per capire dove la classe ha lacune, ma no! I voti vengono invece usati a mo' di premi e punizioni, date in base a come noi alunni rispondiamo alle aspettative imposte, i voti vengono usati dunque per spronarci, ma alla fine divengono il solo traguardo. Ma ormai a me non fa né caldo né freddo il voto che prendo, se c'è un motivo per cui cerco di tenere buona la media è per il rispetto verso i prof; mi manca qualcuno che mi instilli la passione nella conoscenza (che magari dovrei essere io stesso, non lo so), voglio imparare a pensare, voglio essere consapevole di me stesso, non avere mille mila conoscenze studiate la sera prima e dimenticate il giorno dopo. Come è possibile che a queste aspettative una classe di 20-30 persone debba rispondere unanimamente, seguendo tutti lo stesso metodo, come si pretende che abbiano tutti dei buoni risultati ma soprattutto, a cosa serve? A creare chi? Cosa? A darci un posto nella società? Che alla fine è solo il riflesso della scuola, chi ha di più, chi offre di più, chi risponde meglio alle aspettative riceve di più, chi non riesce viene penalizzato, spinto giù da questa tavola rotonda che dovrebbe essere la democrazia, che tanto rotonda non è. Eppure perché mi dovrei fare questi problemi, so ancora poco per dare opinioni tanto azzardate come quella di prima, eppure sono convinto (parola grande, non mi piace, credo a molte cose e spesso anche al loro contrario, avere una convinzione è difficile, forse non ne comprendo il motivo) che serva una certa emancipazione ma soprattutto sviluppo del singolo individuo, non di un gruppo di tali. Ognuno dovrebbe avere le basi per creare se stesso, le conoscenze verranno da sé col tempo, ricercate dalla passione instillata da chi ci crede davvero. Pensiamo tutti in modo diverso, ma abbiamo un solo metodo per salire su una stessa barca che sarà la società. (Rileggendo ho notato come la punteggiatura faccia schifo ma ho lasciato il tutto com'era) Questo è solo qualche pensiero confuso che vaga tra molti altri, non credo di essermi spiegato appieno, dovrei leggere di più.
Anche io frequento la seconda liceo e devo dire che mi sento esattamente come te: in prima superiore mi sono fermato e ho detto a me stesso:"ma perché studi?" Bhe, non ho saputo trovare una risposta né allora né ora, ma la mancanza di essa mi ha aiutato a capire quanto fatiscente e senza senso sia la scuola, limita i sogni, le ambizioni, le curiosità di chi la frequenta; ogni giorno vedo le faccie dei miei compagni di classe e mi sento male a pensare che non raggiungeranno mai la stessa consapevolezza che ho raggiunto io, che hai raggiunto tu, che ha raggiunto Roberto.
Hai spiegato esattamente la mia situazione attuale.
Grazie a te Roberto adesso non posso dimenticarmi che la Francia e l'Inghilterra ebbero delle difficoltà esplose all'inizio e che Enrico VI era folle
Signor Mercadini con l’esempio del libro di storia mi ha proprio toccato nel profondo. Non sono mai riuscito a studiare più di pochi capitoli per le interrogazioni , questo proprio perché ci sono numerosissime successioni e date che non vengono in nessun modo approfondite. Sono soltanto un branco di numeri e parole da imparare a memoria.
Da studente liceale mi hai fatto venire voglia di andare a studiare. SEI UN GRANDE
"Ho interrotto lo studio della pedagogia per guardare un video sulla scuola" semi cit.
Sono qui mentre dovrei ancora cominciare i compiti delle vacanze natalizie e guardando questo video mi sono accorto che a me piacerebbe terminarli i compiti, ma l'ansia che mi da l'obbligo di farli mi ferma sul divano...
È il tuo senso del dovere che ti sta dominando, prova a pensare "se non è oggi è domani, devo farlo per me"
@@VDirn giusto, grazie mille.
Gentilissimo dottor Mercadini, essendo ahimè, una ragazza degli anni 80 mi rivedo nel tentativo di studiare questi tomi astrusi,compendio di materie slegate le une dalle altre mentre sarebbe stato più proficuo che fossero andate in sintonia come per esempio letteratura e storia.
E mi dispiace di scoprire che in epoca recente questi libri sono rimasti simili ai loro predecessori.
Sicuramente in un epoca in cui i social vanno per la maggiore e non aiutano ad approfondire gli argomenti, libri del genere affossano ancora di più la voglia di imparare che può avere un adolescente
La scuola dà un insegnamento fondamentale. Ti insegna a fare con impegno una cosa che odi, perché é quello che farai per tutta la vita fino a perdere l'anima.
Signor mercadini frequento le superiori (liceo artistico) e posso dirle che invece (nel mio esempio) che molto spesso i libri fanno enormi digressioni ma sono talmente dispersive che non si capisce comunque nulla e quindi il problema si crea comunque
"allora sono scemo! Allora sono scemo!... C'è qualcosa che non va in me". questa non ho bisogno di rubarla, fa già parte del mio campionario dall' adolescenza :-D
La scuola ho cercato di viverla, ma l'ho subita. Ora cerco di capire e conoscere ( nel mio piccolo) svariati argomenti. Mio malgrado ho lacune antiche che mi ostacolano. Ascoltare te è come abbeverarsi ad una fresca fonte di montagna, ogni argomento mi stimola curiosità , grazie
"Oh capitano mio capitano!". Caro Roberto, in tanti abbiamo vissuto questo rapporto faticosissimo con la scuola. Spesso in personalità come le nostre, che tra le tante vocazioni possibili hanno proprio una di quelle verso un maggiore sapere. Come se a scuola venisse tradito quello che ci appassiona. Grottesco, se ci pensiamo. Da far girare la testa pensandoci a posteriori. E' la grande distinzione tra la "catena di montaggio" dell'istruire rispetto al lento e personale educare. Spesso ho visto fluire senza troppe difficoltà, tra le asperità scolastiche, proprio chi in fondo non aveva chissà quale fame di conoscenza. In particolare, chi possedeva una buona memoria e buone capacità linguistiche e matematiche. Non molto di più viene richiesto per prendere la sufficienza. Nessun curiosità, voglia di approfondire, creatività, senso critico, intuizione,ecc.. Semplicemente macchine per passare velocemente il compito e dedicarsi ad altro. Non dico tutti, ma molti che hanno attraversato la scuola senza infamia ne lode, senza troppi problemi sono così, affini al sistema. Per come è fatta la scuola, in qualche modo divenire abili nel passare esami e compiti in classe crea una forma mentis che non predispone a futura fame di sapere e sapienza. Pensare che la scuola sia ancora così nel 2020, quando da anni diciamo di essere nella società della conoscenza, è terribile. Ha conseguenze enormi, molto più gravi di quanto si immagina. Quale modello di adulti e cittadini può emergere da una "fucina" di questo genere? Grazie Roberto, mi sono ritrovato moltissimo in questo tuo video.
Non ridevo così tanto da troppo tempo , grazie di cuore ❤
E nel ridere si impara anche, mi trovo davvero vicino al tuo essere e al tuo pensiero ed è bello non sentirsi soli ogni tanto
Sono tornato alle superiori (serali) a 32 anni, avrò la maturità a breve e nonostante l'interesse e la maturità acquisita durante gli anni, i libri scolastici sono assolutamente noiosi come lo erano quando avevo 14 anni! 💪🏻
Ciao! Leggo questo commento ora e anche se sono passati tre anni ti volevo fare i miei complimenti! Spero che tu abbia preso la maturità come scrivevi.
personalmente ormai mi sono stancato della scuola. Il mio motto è "o la va o la spacca". Non sarò l'ennesimo ragazzo a ripetere la frase copiata e incollata "la scuola è tossica" ma dico semplicemente che mette troppa ansia e non voglio perdere gli anni migliori della mia vita studiando controvoglia. Anche io sono un ragazzo molto curios che ama sapere sempre di più su tutto e questo video mi ha aiutato a mettere in ordine le idee.
EROE, ti giuro che da bambina impazzivo nello studio della storia proprio perché mi mancavano un sacco di pezzi! Chiedevo a mia madre, povera donna, che mi rispondeva sempre "non lo so". Triste periodo!
Guarda Roberto, questo è il motivo per cui ho deciso di intraprendere un nuovo viaggio nella mia vita.
Qualche mese fa sono andato a casa di mio fratello. Lì mio nipote di dieci anni stava studiando storia per un compito in classe. Mio fratello era esaurito, non sapeva più come prenderlo e lamentava il fatto che mio nipote perdesse la concentrazione dopo pochissimi secondi.
Mi misi in prima persona ad aiutarlo, lessi il testo insieme a lui e poi cominciai a spiegarglielo utilizzando riferimenti ai giochi e cercando di rendere tutto il più maestoso ed epico possibile. Cercavo di farlo ridere e appassionare (grazie alle mie scemenze e a quanto abbiamo riso anche io mi ricorderò per sempre del ruolo degli Arconti nella società greca antica).
Mio nipote prese 9,5 e questo mi diede una gioia indescrivibile. Fu la spinta finale che mi serviva.
Da ragazzo ero svogliato e pensavo solamente a sballarmi con gli amici. Cominciai ad appassionarmi allo studio poco dopo la maturità, piano piano, lentamente, ma ero ingabbiato nel lavoro, che non posso mollare se non voglio morire di fame.
Faccio il macellaio da 10 anni, prima di questo operaio in catena di montaggio e lavoretti qua e là. Ho trent'un anni.
Leggo continuamente qualcosa: narrativa e saggi, mi informo, guardo TedEx e cerco sempre di tenere la mente allenata, ma non ho mai avuto il coraggio di cambiare la mia vita e trovarmi un lavoro più soddisfacente.
Questo fino a quel momento.
Nel tempo ho scoperto la gioia di aiutare gli altri e mettersi in prima persona per cambiare le cose.
I cambiamenti strutturali derivano in primo luogo da cambiamenti culturali, se vogliamo un mondo migliore dobbiamo avere persone migliori, perciò mi sono iscritto all'università, con l'intenzione di diventare educatore prima e professore poi.
Stai tranquillo, ci penserò io a rompere le p...e ai professori noiosi e mi impegnerò per crescere ragazzi sani, in tutto e per tutto.
Mi hai fatto tornare alla mente il periodo della scuola e, soprattutto, dell'Università... In particolare gli esami universitari (va detto che mi sono iscritto all'Università molto avanti negli anni, dopo aver lavorato per mezza vita a fare altro), e ancora più specificamente quello di Psicodiagnostica. La prof aveva detto che si sarebbe trattato di "5 domande aperte". A quell'appello io avevo già fatto un numero esorbitante di altri esami, ma volevo dare anche quello, e approfittai del fatto di aver terminato un esame proprio mentre aprivano l'aula per il primo appello di quello ed entrai, sapendo già che avrei consegnato in bianco: volevo rendermi conto di cosa si trattasse. Vengono distribuiti i fogli con le "domande", ci danno il via, e... Non ci sono "domande". Ci sono cinque FRASI, che é un'altra cosa. Le copio sulla mia agenda, consegno in bianco come previsto, ed esco... e mi metto ad aspettare uno dei miei colleghi di studio, uno che studiava TUTTO a memoria. Quando é uscito, gli ho detto che non mi sembravano "domande" e gli ho chiesto come lo avesse risolto lui... E mi ha risposto: "Non sono domande, sono gli incipit di 5 paragrafi a caso, uno per ogni libro che avevamo da studiare, e da lì bisogna andare avanti a memoria!"... E io che avevo sempre pensato che la Psicologia, e la Psicodiagnostica, avessero a che fare con il "comprendere"! Che ingenuo! :-D
Io non sto vivendo l'adolescenza, sto sempre su i libri a studiare e studiare ancora per avere un numero in un pezzo di carta. Sono una ragazza curiosa e a volte qualche argomento che facciamo a scuola mi attizza, ma purtroppo viene trattato malissimo, sia da i professori sia dal libro in se. L'altro giorno presi un 5 e mezzo all'interrogazione di chimica, il giorni prima della mia interrogazione la professoressa mi disse:" viola ti interrogo solamente su questo argomento " .Mi misi a studiare tantissimo(facendo anche ore piccole)per prendere un bel voto e così da rendere felice i miei genitori, ma purtroppo la prof cominciò ad interrogarmi su altre robe e io, essendo una persona molto ansiosa , sono andata nel panico e stavo per piangere. Ogni volta che vado a lezione oppure in DAD comincio a tremare tantissimo e l'ansia mi sale. Cazzo siamo adolescenti, non macchine! Non possiamo studiare 15 pagine dei fenici per il giorni dopo, che poi sono argomenti già stati trattati alle elementari e di certo non mi servirà sapere il passaggio esatto per creare la porpora. Il sistema scolastico italiano ci sta portando via la nostra vita, secondo me va fatto qualcosa di concreto per risolvere questo problema!!
Sei fantasticamente geniale Roberto. Con te c'è sempre qualcosa di nuovo e affascinante da imparare. Che bello!
Ho 40 anni e mi sono rivisto in tutti i 30 minuti di questo video.
Ho passato e passo la mia vita ad imparare il più possibile qualsiasi cosa: dalla filosofia alla musica, dalla storia al mondo enologico, dall'antropologia al cinema. Ho praticato arti marziali,mi sono iscritto ad una scuola di musica e frequentato corsi di informatica, spagnolo. Leggo tantissimo da Platone al Manzoni, da Freud a Mercadini. Condivido tutte le tue considerazioni e posso anche portarti una testimonianza diretta. Dopo aver conseguito il diploma di ragioneria nel '99 con 87/100, nel 2012 mi sono iscritto ad una scuola serale per conseguire un secondo diploma, quello di perito industriale. È stata durissima lavorare dalle 8 alle 17 e poi frequentare la scuola dalle 18 alle 23, per 3 anni. Alla fine ce l'ho fatta, perché la curiosità e la sete di sapere mi ha dato la forza di andare avanti anche con una certa soddisfazione, visto che il risultato finale è stato un bel 96/100. Quindi ho vissuto la scuola in età adolescenziale e da trentenne. Sebbene non fosse obbligatorio comprare i libri di testo (si studiava su dispense) io mi procurai tutti i libri e quindi oltre alle dispense approfondivo sui volumi scolastici. E lì, leggendoli da adulto ho notato con quanta superficialità e poca cura sono scritti i libri. L' esempio più catastrofico furono quelli di inglese relativo alla meccanica. Ti assicuro che chi ha scritto quel libro non ha la ben che minima idea di cosa siano un tornio parallelo, una fresatrice, un trapano a colonna o gli utensili. Mi ci misi d'impegno e comprai altri 2 libri di testo che trovai nei siti delle migliori scuole di Milano e Torino. Adesso sinceramente non so se ho beccato io male o tutti i libri di testo di inglese degli istituti di meccanica sono così, ma sono davvero imbarazzanti. Alla fine diedi il suggerimento alla prof di adottare come libro di testo quello che ritenevo meno peggio.
Per quanto riguarda i libri di storia, meglio stendere un velo pietoso.
Ciao Roberto. È vero, i testi scolastici spesso sembrano scritti da sociopatici, ma molti sono buoni o addirittura ottimi, penso ad esempio al Guglielmino-Grosser per la storia della letteratura o al Reale-Antiseri per la filosofia. Ma a parte questo, ad essere faticosa e spesso frustrante nello studio scolastico è la pratica ATTIVA dell'analisi del testo, della memorizzazione e della ripetizione, abilità che hanno poco a ché vedere con il gusto per la materia o con la curiosità e molto a ché vedere con la la costanza e il metodo. Vorrei facessi un video su come studi tu, sono certo che ti imponi un metodo severo, e saperne qualcosa sarebbe...istruttivo!
Perché studiare, bisogna dirlo, non è guardare un video interessante su TH-cam o appassionarsi a una storia. Qundo si studia una volta è niente, due non servono, dieci sono poche. È un lavoro che spesso mette con le spalle al muro la nostra capacità di comprensione, memoria, sintesi e relazione tra i concetti. Ci va di farlo? Siamo ben disposti a umiliarci così? La scuola può anche aggiornarsi e i testi possono diventare illuminanti e appassionanti finestre sulla meraviglia, ma senza sudore non ci si forma, al limite ci si informa, più spesso ci si intrattiene, piacevolmente magari, ma passivamente.
È un discorso lungo, il problema dell'educazione e della formazione ci tormenta da 2500 anni. Resto scettico sulla possibilità che farsi una cultura e delle competenze debba necessariamente essere un'esperienza piacevole. Un abbraccio.
ps: Nicolò è nato, ed è sano, forse non ti ricordi di me, ma a Padova in ottobre gli hai firmato una dedica sui tuoi libri
Quando ero piccola e cominciavo a balbettare le prime parole, mio padre mi raccontava le favole di Esopo. Il lupo e l'agnello, la volpe e il lupo eccetera. Dopo mi chiedeva di ripeterle a lui aiutandomi in questa fase. E la cosa si ripeteva e negli anni ha imparato a migliorarebil linguaggio e mi sono appassionata alle sue favole e alla sua vita, che per me era avventurosa. Adoro ascoltare chi ha qualcosa da raccontare, qualsiasi emi ricordo delle persone attraverso i loro racconti. Ma da tutto ciò ho imparato anche a sintetizzare che ritengo il succo di un racconto cosa vuol dire l'autore di un libro per esempio. Ora torniamo ai libri scolastici e come li ho odiati caro Roberto. Sa perché? Perché ci davano come il risultato di un'operazione matematica, senza lo svolgimento dell'operazione...risultato: non si ricorda nulla. Se tornassi alle elementari disturberei la maestra con tanti perché e vorrei sapere di più per farmi poi le conclusioni dopo tutto il processo di apprendimento. Così si dice ma purtroppo in certi casi impossibile😢
24:06 oddiooo ho sempre pensato che facessi i video seduto su una sedia e non sul pavimento😱
Idem
MERCADINI è DELLA FLOOR GANG
No io l'ho sempre pensato sul pavimento
Idem
idem hahahahaha
Ho 20 anni e ho fatto il classico ma ne sono uscita tremendamente delusa: sono entrata con lo scopo di imparare cose nuove, uscirne più erudita e maturare anche tutto ciò che concerne l'esposizione di un argomento e il lessico personale. Il risultato però è stato anzi oserei dire l'impoverimento di conoscenze e capacità che avevo appreso in precedenza. Come hai scpiegato benissimo tu al sistema scolastico non importava che io mi appassionassi ad un argomento ma che lo sapessi ripetere (anche male) e si prediligeva la quantità alla qualità. Io, che ero pur sempre adolescente, mi adagiai su questo livello e abbandonai completamente l'idea di "fare di più". Come tutti gli studenti odiavo il greco e mal sopportavo il latino e, se ora frequento lettere moderne, l'ho fatto NONOSTANTE lo studio pregresso di quest'ultimo, non di certo grazie ad esso. All'università però, studiando bene i classici ed immergendomi dentro il mondo che volevano raccontare, con tutti i loro valori e i topos letterari, me ne sono follemente innamorata e ad oggi è la materia che studio con più piacere dell'intero piano annuale. Al liceo il classico consisteva nell'imparare a memoria dei versi. Stop. Niente contestualizzazione, spiegazione, immedesimazione, nulla, erano filastrocche di 300 versi da dover imparare, nulla di più. Non mi stupisco che la considerassi l'attività più noiosa e inutile della terra. Mi domando, a questo punto, se non sarebbe stato giusto sacrificare qualche brano in più a favore di un'analisi attenta degli altri perchè io sono stata fortunata ad aver riscoperto dopo il piacere di studiare qualcosa ma non tutti fanno la scelta di dare alle varie materie una seconda possibilità.
"non che mi voglia mettere contro er julius carlus eh, ci mancherebbe, ma quello che er julius carlus argan non ha detto è che era er capo degli sgravoni"
Non è che tipo lei è mi madre... cioé, mi madre moo po' di' che porto sempre ir cappuccio
Per pochi ahaha
Er giulius carlus era uno che e' cose de storia dell'arte le sapeva a stecca
Ti seguo da poco, felice di averti scoperto.
La scuola dei nostri tempi era, e forse lo è ancora, un pochino ottocentesca.
Quanto è vero, facevo questo discorso tempo fa con un amico.
Mi è venuta voglia di studiare solo quando ho smesso di andare a scuola. Che rabbia!
Concordo pienamente con quei ragazzi signor Mercadini.
Sono curiosa, lo sono sempre stata, e mi è capitato più volte di riscontrare i problemi di cui ha parlato. Ha completamente smontato le mie insicurezze e mi ha dato nuovi spunti, e soprattutto nuove prospettive dalle quali osservare la mia vita scolastica in appena 32 minuti.
Grazie mille, video veramente stimolante.
Hai espresso con parole italiane quello che io penso a 18 anni e che non so esprimere...è fantastico
Video stupendo, mi ha fatto riflettere su tantissime cose e effettivamente non ho mai visto le cose sotto questo punto di vista nonostante abbia quattordici anni grazie davvero
Mi ritrovo pienamente in ciò che dici, e da maturando queste parole mi pesano il doppio.
Ti posso assicurare che dai tuoi tempi del liceo ai miei sono cambiati poco e niente. I nostri prof hanno metodi di insegnamento anacronistici, nel 90% dei casi il fine dell'insegnante è finire il programma o interrogare, e non approfondire e coinvolgerci negli argomenti
Quando hai parlato del "dolore dell'ignoranza" che spinge verso la curiosità hai incarnato il mio pensiero
Il piacere dello studio viene sempre dopo avere finito gli studi perché imporre un qualcosa è sempre un grande stress e dimostrare di saperlo a 15 anni ti rompe solo i coglioni ,il piacere dello studio e' un' altra cosa ,il volere sapere e capire arriva per la maggior parte dopo, quando si ha certa un certa coscienza di sé ,una pace dei sensi mentale ti viene quella fame di sapere che non è necessariamente voglia di studiare ....e così via😎😎
Mercadini la tocca piano sui libri di testo😁😂 grandissimo!👍
Ieri mi è apparso questo video tra i suggerimenti di YT. Ho finito di vederlo oggi, e meno male che YT ogni tanto propone qualcosa di interessante.
Ora sono al secondo anno di università di lingue, ma ricordo, anche se in modo un po' sfocato, gli anni dolenti del liceo linguistico. Forse li ho voluti dimenticare di proposito, hanno avuto conseguenze devastanti su come sono adesso, non mi dilungo su questo ma dico solo che mi sono dovuta recare, per un periodo abbastanza lungo, da una psicologa.
Terribile la scuola, sia come organizzazione che come costruzione (cadeva letteralmente a pezzi), terribili i professori, o quasi tutti, le verifiche, il clima creatosi sia tra compagni sia con i prof. E soprattutto terribile come ogni volta che ci veniva dato un voto, fosse come un voto sulla nostra persona, posto sulla nostra fronte come un marchio. Pian piano ci siamo tutti assuefatti a questa convenzione dei voti, ma se ci pensiamo a fondo è terrificante. Cioè, nel clima tossico creatosi nella mia classe ogni volta pareva che quel voto fosse il nostro valore come persone, esseri umani, e se era brutto una condanna. Se avevi 8 eri una persona decente, col 6 mediocre, col 4 non eri degno, col 9/10 potevi anche vantarti, eri superiore. Questo con tutte le sue conseguenze. Fortunatamente, entrando all'università (sono ancora al secondo anno e sinceramente non vedo l'ora di continuare questo percorso pieno di opportunità!, ho così tanta strada da fare, cose da imparare, curiosità da soddisfare, con i miei ritmi), mano a mano sono riuscita a levarmi questa mentalità di dosso, che ormai mi stava stretta, come un paio di pantaloni vecchi e rattoppati, ma devo dire che gli strascichi di tutti quegli anni passati a rodermi il fegato si fanno ancora sentire.
Quei libri interminabili, dalle frasi contorte e incomprensibili, davvero supercazzole (scusate la volgarità), i personaggi storici e letterari senza volto. L'ansia costante, perenne! La paura dell'essere giudicati, valutati, di essere un gradino sotto a qualcun altro, sia compagni di classe che professori, e molto spesso non era solo un gradino, ci si sentiva dieci piani sotto agli altri.
Hai colto nel segno, hai riassunto davvero tutto quello che c'era da dire. Meno male ho trovato questo video, provvederò a bingewatchare gli altri. Veni, vidi, mi iscrissi. - semicit.
Comunque, tra (), mi hai dato anche la motivazione per studiare filologia germanica e romanza per la sessione invernale, grazie Maestro! 🌺
Penso che questo l'unico video del 2020 a tema scuola che non tratta i "banchi a rotelle". Complimenti Roberto è sempre un piacere ascoltarti
Grazie, mi sento capito, anzi grazie per avere aiutato me stesso a capirmi, grazie
Guarda, un’altra cosa ASSURDA, secondo me, non è solo lo studio ma anche le interrogazioni o le verifiche, tempo fa, per esempio ero stato interrogato di diritto, il prof disse che per quell’interrogazione c’era da studiare il presidente della repubblica e il senato.
Io mi ero fatto alcune ricerche riguardanti il presidente della repubblica e all’interrogazione, quando mi chiese quali erano i suoi poteri, tra li altri dissi che poteva anche usare “la grazia”.
Il prof mi rispose che l’argomento della Grazia non era ancora stato intrapreso e non avrei dovuto saperlo...
E qui torna in gioco il tuo discorso, cioè, come fa un professore a chiedere un argomento ma senza chiedere tutto l’argomento? È un paradosso.
video fantastico, ti correggo solo sulla citazione del film "Leon", perché il personaggio interpretato da Jean Reno risponde che la vita è sempre così, cioè che è dura anche quando si cresce
alla scuola media , 30 anni fa , avevo un professore d'inglese che insegnava scherzando : così si dovrebbe insegnare , e infatti ero bravo in quella materia e mi piaceva.
Ciao Roberto...sono uno studente di 4^ superiore e in merito all'editoria scolastica mi sento di dissentire, anche se in parte, su quanto hai detto. Anch'io credo che molti dei volumi didattici siano scialbi e un po' monotoni, ma questo non scagiona i professori dal dovere di sceglierli bene e di renderli magari avvincenti. per quanto quest'ultimo dovere non sia facilmente raggiungibile, il primo necessita solo di un po' di senso critico (cosa che allevierebbe già di molto la fatica dello studio). Per fare un esempio personale l'unico libro che in questi anni mi abbia veramente appassionato e reso meno oneroso lo studio è stato il mio libro di letteratura latina (non sto qui a citare il titolo del libro ma basti sapere che l'autore principale è Eva Cantarella, un'illustre storica e accademica, di cui si possono leggere anche i saggi). In questi ho ritrovato la stessa prosa avvincente che mi aveva fatto apprezzare il volume scolastico; quindi spero che un giorno alla scelta del libro di testo si darà più attenzione.
Maestro, io ho 16 anni e sono gia stato bocciano una volta e sono d'accordo con lei su quasi ogni aspetto...ma ho notato che ogni qual volta mi si ponga un obbiettivo o comunque un dubbio non perforza fondamentale al mio andamento socio-economico il bisogno di studiare non mi risultano per nulla complesso o faticoso, per non dire appassionante e quasi divertente, mentre quando mi sento obbligato di fare lo stesso per la scuola ho un vero e proprio rigetto e spero di riuscire ad ottenere la sua stessa fame, quasi patologgica, di conoscere tutto per così farmi risultare lo studio niente meno che un hobby e dunque non vedendolo più come un obbligo esoso di tempo e pazienza.
Al "poi lui cagava sul trono" sono stato costretto a mettere il like! XD
Grazie, non so come comunicarti la mia completa condivisione delle tue idee, ma grazie.
Questi son pensieri che mi accompagnano da quando ero tra quei banchi, e finalmente qualcuno, ad un livello eccelso a mio parere, sta confermando la mia tesi.
E' bellissimo sentire la tua parte emotiva che freme, dall'ansia del ritmo scolastico, alle assurdità di Enrico IV, mi rispecchia completamente, e non mi fa sentire solo nei miei pensieri.
Non posso fare altro che augurarti di continuare su questa strada, ti considero un maestro di vita, cerco di carpire tutto ciò che posso dai tuoi video, ancora grazie per questa mezz'ora di saggezza.
Un tuo fan sfegatato.
20:53 "io non mi metto contro il Giulius Carlus, che le robe di Storia dell'arte le sapeva a stecca"
"Però, secondo me, quello che Carlus non ha detto è che er Duchamp era er capo degli sgravoni"
Ahahahahahahahahahahah sei un mito
@@nuskyfoo6302 "Però se c'è 'na cosa che er Giulius Carlus non ha detto, era 'na frase che non fosse oscura"
come studente di 2nda superiore, mi ritrovo nel suo pensiero, anche a me interessa molto il latino e come lei con il libro di storia dell'arte una volta mi sono ritrovato ad ascoltare un podcast di lingua latina nel tempo libero, ma a scuola prendo massimo 6 in materia. La maggior parte delle materie scolastiche e gli argomenti legati a esse sono noiose, ma se le prendo separate dalla scuola magari solo per curiosità divento improvvisamente appassonato di queste. Gran bel video mi ha fatto capire che non sono l'unico a pensarla così.
Da grande voglio essere come te
Anche se ho 5 anni in più di te
l'esempio della Chanson de Roland è argutissimo!!! Inutile dire che lo condivido in pieno, e lo dice un grande appassionato di Storia. E mi rendo sempre più conto anch'io, quando racconto le cose agli amici, che le cose importanti non sono importanti, ma lo sono i dettagli. Paradossalmente. Perché, come hai dimostrato tu, sono ciò che da' consistenza agli argomenti. E allora questo è il motivo per cui io mi sentirei quasi un criminale se diventassi maestro di scuola elementare o professore: perché a scuola c'è sempre meno tempo!! E sempre meno tempo vuol dire poter dire a malapena solo le cose importanti! Ma sono i dettagli ad essere importanti, non le cose importanti!! Ma se io dicessi solo le cose importanti (e non posso fare altrimenti, anche perché più si va avanti e più la Storia si allunga, e più diventano le cose da dire, e più s deve stringere), come hai dimostrato tu, farei odiare la Storia ai miei futuri ipotetici studenti!!
Eichmann *scappa in Argentina *
Mossad: 24:05
Caro Roberto, ieri ho ascoltato tutto l'audiolibro di STORIA PERFETTA DELL'ERRORE in mezza giornata.
Ascoltarlo con la tua voce e i medesimi toni, è assolutamente perfetto. Amorevole, brillante, completo, diretto, emozionante, favoloso, geniale, intelligente, magico, naturale, osannoide, pieno, qualitativoide, ricco, super, toccante, ultrafavoloso e vero.