Bellissimo video, sarei curioso di seguire una lezione del prof perchè ha una dialettica veramente coinvolgente! Sul discorso dei corsi "sostituti" dell'università, credo che si possa aprire un dibattito molto più ampio. Il suo punto di vista è sicuramente biased (per restare in tema) dal fatto che è un bravo professore... spesso però capisco che diventa frustrante per uno studente seguire corsi di 6 mesi in cui ti viene trasmetto il nulla, quando magari su youtube trovi 30 minuti di video che spiegano di più e meglio... Con questo non voglio sminuire il valore dell'università che è sicuramente un'esperienza di vita... (che qualcuno può giustamente decidere anche di saltare andando al sodo). Qualità della discussione top!
Grazie Davide, siamo contenti ti sia piaciuto 😄 sicuramente riguardo il binomio lezioni universitarie e video youtube riassuntivi si potrebbe fare un'intera puntata e sè!
Visto che si è parlato anche di statistica applicata ad altre scienze, a mio avviso sarebbe stato interessante, dato che tratto questi temi, capire cosa ne pensasse il ricercatore su econometria e la sua frontiera della ricerca. Magari qualche altra volta prendete in considerazione questo mio input, anche perché Alessandro ha fatto triennale in economia e secondo me la scelta di fare magistrale data science non è poi così controcorrente (a differenza del percorso che ha fatto Aliverti).
La figura dell'assistente giuridicamente non esiste più, quelli che continuiamo a chiamare assistenti sono dottorandi o assegnisti di ricerca. Chi è interessato a questo tipo di percorso generalmente dopo la magistrale cerca di vincere una borsa di dottorato
Il dottor Aliverti, che saluto, non è professore universitario, almeno ad oggi. Un po' di tempo fa, si sarebbe parlato di usurpazione di titolo, e, se non sbaglio, la cosa si sarebbe configurata come reato. Evidentemente, in questo caso si tratta di un eccesso di zelo e di ingenuità, sia da parte del dottore, sia da parte del "team di giornalisti".
Caro Gianfranco, fra studenti come può ben capire non è necessario far esibire il contratto da RTDA, RTDB, Professore Associato o Professore Ordinario per poter chiamare - esibendo un certo rispetto - chi si ha davanti "Professore". Durante la mia carriera universitaria posso confermare di aver avuto fra i docenti migliori proprio giovani ricercatori (che io stesso chiamavo Prof.) quando, al contrario, molti Ordinari di fama nazionale tenevano corsi al limite del ridicolo. Benché da un punto di vista formale il dottor Aliverti non abbia ancora il titolo di Professore, non credo si tratti di "ingenuità" quando ci si riferisce ad egli con tale epiteto, ma semplicemente una forma di riconoscimento del fatto che, probabilmente, è un ottimo comunicatore (faccio solo delle ipotesi, non avendo mai avuto il piacere di seguire una sua lezione). Mi dispiaccio del fatto che l'utilizzo di questo titolo possa aver urtato la sua sensibilità ma credo che Aliverti raggiungerà il titolo seguendo semplicemente le lungaggini burocratiche italiane, a tempo debito. Forse "i giornalisti" Pierpaolo e Alessandro, sono stati solo lungimiranti! ;)
@@brainlink_ Caro @brainlink, penso che tanto il dott. Aliverti (a cui auguro una folgorante carriera) quanto gli intervistatori non abbiano bisogno di un avvocato d'ufficio. Detto questo, la prego, non faccia finta di non capire il senso del mio intervento. Quando si vuole fare "informazione", a qualunque livello, bisogna essere corretti e rigorosi. Del resto, non ci sarebbe stato nulla di male nel presentare l'iniziativa per quello che è, cioè un'intervista sull'università e sulla docenza ad un (giovane) ricercatore universitario. Lei usa i termini "epiteto", "comunicatore"....Ma davvero sa di cosa parla? Se le interessa uno scambio di opinioni col sottoscritto sull'università, in generale, e sul ruolo (e i compiti) di un docente, mi trova presso il dipartimento di scienze statistiche di Padova, dove lavoro da oltre vent'anni. Sì presenti però col suo nome e cognome, almeno in quella occasione. Cordialmente.
@@gianfrancoadimari1137 In primis, le comunico che collaboro attivamente con il team di intervistatori, motivo per cui mi sono permesso di intervenire. Aggiungo poi che, anche se non conoscessi i ragazzi, avrei comunque il diritto di esprimere pacatamente la mia opinione, come sto facendo, senza il bisogno di essere etichettato ridicolmente come avvocato, anche perché sono un ingegnere se proprio le interessa. Non faccio assolutamente finta di non capire il senso del suo intervento, probabilmente è lei che non si rende conto di essere del tutto fuori luogo, almeno a mio parere. Se avesse avuto l'accortezza di informarsi un attimo prima di rispondere, avrebbe potuto notare che sul mio profilo sono riportate tutte le informazioni che richiedeva, basta cercare. Concludo dicendole che, se ci sono voluti vent'anni per sviluppare una tale frustrazione da venire a commentare un video su TH-cam dall'alto della sua cattedra, puntualizzando un dettaglio utile solo al suo ego, probabilmente lei è il tipico professore che non vorrei mai incontrare nella mia carriera, pertanto preferisco scambiare opinioni sull'università con persone che apprezzano il lavoro costruttivo di giovani ragazzi, come quello svolto da Pierpaolo e Alessandro.
@@brainlink_ Quindi, ricapitolando, lei 1) elogia e difende (a prescindere) il "programma" a cui collabora; 2) ritiene che ciò che si può configurare come un reato sia un dettaglio; 3) non avendo nessuna idea del tema che si sta trattando, preferisce l'autoreferenzialità e l'insulto al confronto. Congratulazioni, ingegnere. Lei sì che potrebbe essere un vero barone universitario! Buone cose.
@@gianfrancoadimari1137 Quanto deve essere saccente per presupporre che io non abbia conoscenze sul tema? Che ne sa lei della mia persona? Mi spiace ma non potrò diventare un barone universitario perché, proprio per evitare gente frustrata come lei, ne sono venuto fuori da quel mondo e lavoro orgogliosamente in una multinazionale. Sul primo punto, continua a non capire. Io non sostengo a prescindere il progetto, io ho argomentato la mia affermazione. Se la mia argomentazione non le piace, è un altro discorso. Per quanto riguarda il resto, per fortuna che in Italia non c'è la pena di morte, altrimenti eravamo spacciati!
Bellissimo video, sarei curioso di seguire una lezione del prof perchè ha una dialettica veramente coinvolgente! Sul discorso dei corsi "sostituti" dell'università, credo che si possa aprire un dibattito molto più ampio. Il suo punto di vista è sicuramente biased (per restare in tema) dal fatto che è un bravo professore... spesso però capisco che diventa frustrante per uno studente seguire corsi di 6 mesi in cui ti viene trasmetto il nulla, quando magari su youtube trovi 30 minuti di video che spiegano di più e meglio... Con questo non voglio sminuire il valore dell'università che è sicuramente un'esperienza di vita... (che qualcuno può giustamente decidere anche di saltare andando al sodo). Qualità della discussione top!
Grazie Davide, siamo contenti ti sia piaciuto 😄 sicuramente riguardo il binomio lezioni universitarie e video youtube riassuntivi si potrebbe fare un'intera puntata e sè!
Visto che si è parlato anche di statistica applicata ad altre scienze, a mio avviso sarebbe stato interessante, dato che tratto questi temi, capire cosa ne pensasse il ricercatore su econometria e la sua frontiera della ricerca. Magari qualche altra volta prendete in considerazione questo mio input, anche perché Alessandro ha fatto triennale in economia e secondo me la scelta di fare magistrale data science non è poi così controcorrente (a differenza del percorso che ha fatto Aliverti).
Quanto tempo ci vuole quindi dalla magistrale a diventare anche solamente assistente?
La figura dell'assistente giuridicamente non esiste più, quelli che continuiamo a chiamare assistenti sono dottorandi o assegnisti di ricerca. Chi è interessato a questo tipo di percorso generalmente dopo la magistrale cerca di vincere una borsa di dottorato
Il dottor Aliverti, che saluto, non è professore universitario, almeno ad oggi. Un po' di tempo fa, si sarebbe parlato di usurpazione di titolo, e, se non sbaglio, la cosa si sarebbe configurata come reato. Evidentemente, in questo caso si tratta di un eccesso di zelo e di ingenuità, sia da parte del dottore, sia da parte del "team di giornalisti".
Caro Gianfranco, fra studenti come può ben capire non è necessario far esibire il contratto da RTDA, RTDB, Professore Associato o Professore Ordinario per poter chiamare - esibendo un certo rispetto - chi si ha davanti "Professore". Durante la mia carriera universitaria posso confermare di aver avuto fra i docenti migliori proprio giovani ricercatori (che io stesso chiamavo Prof.) quando, al contrario, molti Ordinari di fama nazionale tenevano corsi al limite del ridicolo. Benché da un punto di vista formale il dottor Aliverti non abbia ancora il titolo di Professore, non credo si tratti di "ingenuità" quando ci si riferisce ad egli con tale epiteto, ma semplicemente una forma di riconoscimento del fatto che, probabilmente, è un ottimo comunicatore (faccio solo delle ipotesi, non avendo mai avuto il piacere di seguire una sua lezione). Mi dispiaccio del fatto che l'utilizzo di questo titolo possa aver urtato la sua sensibilità ma credo che Aliverti raggiungerà il titolo seguendo semplicemente le lungaggini burocratiche italiane, a tempo debito. Forse "i giornalisti" Pierpaolo e Alessandro, sono stati solo lungimiranti! ;)
@@brainlink_
Caro @brainlink,
penso che tanto il dott. Aliverti (a cui auguro una folgorante carriera) quanto gli intervistatori non abbiano bisogno di un avvocato d'ufficio. Detto questo, la prego, non faccia finta di non capire il senso del mio intervento. Quando si vuole fare "informazione", a qualunque livello, bisogna essere corretti e rigorosi. Del resto, non ci sarebbe stato nulla di male nel presentare l'iniziativa per quello che è, cioè un'intervista sull'università e sulla docenza ad un (giovane) ricercatore universitario. Lei usa i termini "epiteto", "comunicatore"....Ma davvero sa di cosa parla? Se le interessa uno scambio di opinioni col sottoscritto sull'università, in generale, e sul ruolo (e i compiti) di un docente, mi trova presso il dipartimento di scienze statistiche di Padova, dove lavoro da oltre vent'anni. Sì presenti però col suo nome e cognome, almeno in quella occasione. Cordialmente.
@@gianfrancoadimari1137 In primis, le comunico che collaboro attivamente con il team di intervistatori, motivo per cui mi sono permesso di intervenire. Aggiungo poi che, anche se non conoscessi i ragazzi, avrei comunque il diritto di esprimere pacatamente la mia opinione, come sto facendo, senza il bisogno di essere etichettato ridicolmente come avvocato, anche perché sono un ingegnere se proprio le interessa. Non faccio assolutamente finta di non capire il senso del suo intervento, probabilmente è lei che non si rende conto di essere del tutto fuori luogo, almeno a mio parere. Se avesse avuto l'accortezza di informarsi un attimo prima di rispondere, avrebbe potuto notare che sul mio profilo sono riportate tutte le informazioni che richiedeva, basta cercare. Concludo dicendole che, se ci sono voluti vent'anni per sviluppare una tale frustrazione da venire a commentare un video su TH-cam dall'alto della sua cattedra, puntualizzando un dettaglio utile solo al suo ego, probabilmente lei è il tipico professore che non vorrei mai incontrare nella mia carriera, pertanto preferisco scambiare opinioni sull'università con persone che apprezzano il lavoro costruttivo di giovani ragazzi, come quello svolto da Pierpaolo e Alessandro.
@@brainlink_ Quindi, ricapitolando, lei
1) elogia e difende (a prescindere) il "programma" a cui collabora;
2) ritiene che ciò che si può configurare come un reato sia un dettaglio;
3) non avendo nessuna idea del tema che si sta trattando, preferisce l'autoreferenzialità e l'insulto al confronto.
Congratulazioni, ingegnere. Lei sì che potrebbe essere un vero barone universitario! Buone cose.
@@gianfrancoadimari1137 Quanto deve essere saccente per presupporre che io non abbia conoscenze sul tema? Che ne sa lei della mia persona? Mi spiace ma non potrò diventare un barone universitario perché, proprio per evitare gente frustrata come lei, ne sono venuto fuori da quel mondo e lavoro orgogliosamente in una multinazionale. Sul primo punto, continua a non capire. Io non sostengo a prescindere il progetto, io ho argomentato la mia affermazione. Se la mia argomentazione non le piace, è un altro discorso. Per quanto riguarda il resto, per fortuna che in Italia non c'è la pena di morte, altrimenti eravamo spacciati!