In realtà recenti studi dicono il contrario il terreno nudo si impoverisce, e lavorandolo si va a rompere la struttura...... però c'è da dire che sto riscontrando in alcune situazioni come in terreni argillosi la necessità di una lavorazione saltuaria per evitare una eccessiva compattazione che come dici tu rende poco permeabile all acqua e alla concimazione..... Ma deve essere saltuaria non una rutine
Mi sono reso conto che con la sola trinciatura in caso di incendi dolosi comunque si possono arrecare gravi danni alla piantagione. Nel Salento questi eventi sono ormai all'ordine del giorno durante il periodo estivo.
Se fai la trinciatura il materiale erbaceo fa da pacciamante sul terreno e quindi la sua perdita di acqua per capillarità non è inibita ma il trinciato è uno strato di condensazione dell'acqua che per evotrapirazione evapora. Ma poi la trinciatura dopo soli 2 gg va interrata con fresa a max 10 cm (meglio 6-7 cm) di profondità, il tempo di appassire del trinciato e si va a fresare il terreno per evitare che gli spacchi, provocati dalla siccità specie sui terreni argillosi, facciano evaporare troppa acqua. Da me si dice che una fresata vale come un innaffiata.
la pacciamatura che si ottiene trinciando il materiale erbaceo è stata creata a discapito dell'acqua ed i nutrienti estratti dal suolo, per di più nel periodo chiave per la nutrizione dell'olivo (primavera-estate). Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Comunque siamo d'accordo sul fatto che il materiale erbaceo va interrato, ma non ho capito il senso di trinciare e poi fresare. A questo punto non è meglio lavorare direttamente il terreno risparmiando un passaggio (la trinciatura non è affatto economica)
@@PotaturaOlivoItalia la prima trinciatura che si fa viene anticipata da una concimazione azotata così la successiva trinciatura matte a disposizione tutto il Carbonio della potatura e l' Azoto da sovescio o da urea. Anche qui un interramento del materiale organico e non è importante. Da diversi anni attuo il sovescio alternato, brassicacee e leguminose, che lavoro con il rullo calettato concepito in una università americana per le coltivazioni bio. Poi passo questo per tutta la stagione.
@@PotaturaOlivoItaliaoltre al fatto che se si trincia prima della fioritura viene rilasciata nel terreno una grossa quantità di acqua ed essudati radicali che migliorano fertilità del suolo e salute delle piante. L'aratura è una pratica desueta che consigliare di farla annualmente è ridicolo. Neanche più in cerealicoltura la praticano tra poco. Inoltre è stato provato da più studi come l'inerbimento, di leguminose ancora di più, migliori la fertilità del suolo. Adesso non saprei indicarti i suddetti studi ma sono tutti disponibili online.
@@Mifaroicazzimieidaadessoinpoi studi scientifici in oliveti e areali siccitosi che confrontano la produttività di oliveti inerbiti e lavorati, ad oggi, non ce ne sono. Basta fare una ricerca bibliografica. Mi dispiace che ad alcuni ascoltatori non sia riuscito a trasmettere il fatto che interrare le erbacee da molti benefici (specie in climi siccitosi e terreni pesanti) piuttosto che lasciarle in superficie. È neanche che lavorando il terreno non estinguiamo le erbacee, anzi, ne favoriamo lo sviluppo poiché trovano un suolo migliore in cui svilupparsi (come si può vedere dal video, lavorazione ad aprile, fine maggio era di nuovo coperto, nuova lavorazione e a inizi luglio necessaria un altra). C’è una grossa differenza tra lavorare un suolo nudo e lavorarne uno coperto di erba. Sono le continue lavorazioni di suoli nudi che provocano la continua sua degradazione. Capisco che analizzare un contenuto senza inquinare i concetti con il proprio pregiudizio è una cosa che viene difficile ed anche per me é più difficile dimostrare nel pratico il beneficio di una pratica tramite un video di 5 minuti, piuttosto che farlo in persona nel campo. In ogni caso come per la potatura il mio invito è sempre quello di prendere tutto con le pinze e fare una piccola prova nel proprio oliveto. Una parte trinciato, l’altra con lavorazioni ogni volta che l’erba arriva al ginocchio da inizio primavera in poi.
Vorrei seminare dell'erba medica in un nuovo impianto,per poi seguire questi passaggi,il terreno era fermo da oltre 10 anni,negli ultimi 5 anni solo trincio e qualche fresata.Cosa ne pensate?
Ovviamente va sempre contestualizzato, su terreni più pesanti e non sciolti non sarebbe stato lo stesso risultato. Concordo sul discorso che sfalcio e trinciatura non è la soluzione migliore, ma per me sarebbe l' allattamento. Ultima considerazione tu fai un bilancio tenendo in considerazione solo gli ulivi, se parliamo di ecosistema cambiano le considerazione. Io personalmente cerco di ricreare quello che sarebbe l' ecosistema perfetto, il terreno abbandonato. Detto questo sono sempre compromessi, ognuno valuta quale scegliere
@@marcellomorelli2346 in realtà il terreno in questione è abbastanza argilloso e la soluzione proposta é proprio la più valida per i terreni pesanti che tendono facilmente al compattamento. Più un terreno é sciolto, meno ci possiamo permettere di lavorarlo perché avrà comunque una buona permeabilità all’acqua e sarà meno asfittico per le radici delle piante. L’ecosistema perfetto purtroppo é utópico, perché sarebbe un bosco misto con poca se non nulla presenza di specie erbacee, oltre che alla presenza di animali erbivori e non.
@@PotaturaOlivoItalia purtroppo ti assicuro che ci sono terreni che legano più dell' argilla che trovare l' umidità giusta per lavorarla è veramente difficile. Concordo il sistema a cui tendere è il bosco, ma poi sarebbe un problema per la culturale dell' olivo, per questo dico che bisogna trovare un compromesso. Un paradosso è che per decompattare il terreno vai a fare lavorazioni con il trattore, io per trinciare faccio 2-3 ingressi l' anno con cingolato, sicuro 1 proprio per cercare il sistema bosco perché trincia le potature, gli altri ingressi dipende dalla stagione, perché al limite uso il decespugliatore, ovviamente sul centinaio di piante il mio intervento fa testo, altrimenti per estensioni più grandi no
@@marcellomorelli2346 io non decompatto, il mio terreno non é mai compattato proprio perché sempre lavorato. Il discorso sarebbe molto diverso se il controllo delle erbacee fosse fatto con trinciature. Basta andare a vedere il video di aprile per vedere come rimane il terreno dopo le trinciature.
@@PotaturaOlivoItalia scusa ma non mi trovo. Non che voglia contraddire. Su terreno lavorato qualsiasi ingresso compatta, e posso essere d' accordo. Ma in un prato, dove sembra compatto, ma in realtà le radici e la corretta stratificazione del terreno, almeno che non entri subito dopo piovuto, non compatti con la trincia. Gli attrezzi che compattano sono aratro e fresa, ed in profondità ( 30-40 cm) , sicuramente il trattore compatta, ma se parliamo di attrezzi tipo trincia, fresa o frangizolle , che sono più larghi del trattore e trattori di media potenza e peso, è un fenomeno irrisorio, a parte che nelle capezzagne
@@marcellomorelli2346 ho letto bene? un terreno post trinciatura è decompattato grazie alle radici delle erbacee mentre post aratura a 40 cm il terreno é compatto? L’orto lo faccio sul trinciato l’anno prossimo invece di vangare.
Buongiorno, ci sono pensieri in tal proposito diametralmente opposti a quelli che hai detto nel video ... Anche quelli con "giustificazioni valide " ...
@@andreagalli2006 non metto in dubbio che ci sia una certa validità nel non lavorare un suolo agricolo. Il problema é voler far passare una tecnica come universalmente valida, demonizzando le altre. Tendenzialmente l’olivo tollera male le specie erbacee nel sottochioma. La non lavorazione si può applicare con conseguenze negative al minimo su terreni sciolti con poca argilla che tendono poco al compattamento e con pluviometrie annue superiori a 800 litri/mq. La maggior parte della produzione olivicola italiana è concentrata in areali dove la pluviometria è scarsa (
@@viperblck1 basta aprire un qualsiasi testo base di agronomia per scoprire che: -l’erpice a dischi non è tra gli attrezzi più soggetti a formazione di suola di lavorazione -lavorare il terreno in tempra riduce notevolmente la possibilità di formarla -la suola di lavorazione si forma ripetendo in maniera continua e sistematica per diversi anni la stessa lavorazione con lo stesso attrezzo alla stessa profondità.
In areali dove l’acqua non è un fattore limitante può andare bene lo stesso. Ma laddove l’acqua è scarsa bisogna fare in modo di immagazzinarla il più possibile e renderla disponibile per gli olivi.
Salve...ma è vero che facendo queste lavorazioni(frangizolle) in questo periodo (primavera / estate) possano rompere i capillari superficiali? Se si è un grande danno per la pianta? Grazie😊
@@DiSebastianoRenzo ciao Renzo, in un terreno non lavorato da diversi anni, molte radici si saranno spostate in superficie e quando lo si va a lavorare per forza di cose si finisce per romperle. Ciononostante se la lavorazione migliora l’infiltrazione di acqua piovana e ne riduce le perdite (per eliminazione delle erbe) si ha al netto un beneficio. In primavera non è un problema farlo dato che piove, in estate invece ni, sarebbe meglio lavorare il suolo prima di una pioggia autunnale. Discorso diverso per un suolo come quello del video in cui a ottobre è stata effettuata una lavorazione profonda (vangatura) e da inizio primavera lavorazioni supeficiali. In questo caso il taglio di radici capillari è infimo e si può tranquillamente fare anche in estate.
In realtà recenti studi dicono il contrario il terreno nudo si impoverisce, e lavorandolo si va a rompere la struttura...... però c'è da dire che sto riscontrando in alcune situazioni come in terreni argillosi la necessità di una lavorazione saltuaria per evitare una eccessiva compattazione che come dici tu rende poco permeabile all acqua e alla concimazione..... Ma deve essere saltuaria non una rutine
Mi sono reso conto che con la sola trinciatura in caso di incendi dolosi comunque si possono arrecare gravi danni alla piantagione. Nel Salento questi eventi sono ormai all'ordine del giorno durante il periodo estivo.
@@Renzo87 altro fattore non poco importante da inserire nell’equazione per decidere quale gestione del suolo è l’ideale in un determinato oliveto
Se fai la trinciatura il materiale erbaceo fa da pacciamante sul terreno e quindi la sua perdita di acqua per capillarità non è inibita ma il trinciato è uno strato di condensazione dell'acqua che per evotrapirazione evapora. Ma poi la trinciatura dopo soli 2 gg va interrata con fresa a max 10 cm (meglio 6-7 cm) di profondità, il tempo di appassire del trinciato e si va a fresare il terreno per evitare che gli spacchi, provocati dalla siccità specie sui terreni argillosi, facciano evaporare troppa acqua. Da me si dice che una fresata vale come un innaffiata.
la pacciamatura che si ottiene trinciando il materiale erbaceo è stata creata a discapito dell'acqua ed i nutrienti estratti dal suolo, per di più nel periodo chiave per la nutrizione dell'olivo (primavera-estate). Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Comunque siamo d'accordo sul fatto che il materiale erbaceo va interrato, ma non ho capito il senso di trinciare e poi fresare. A questo punto non è meglio lavorare direttamente il terreno risparmiando un passaggio (la trinciatura non è affatto economica)
@@PotaturaOlivoItalia la prima trinciatura che si fa viene anticipata da una concimazione azotata così la successiva trinciatura matte a disposizione tutto il Carbonio della potatura e l' Azoto da sovescio o da urea. Anche qui un interramento del materiale organico e non è importante.
Da diversi anni attuo il sovescio alternato, brassicacee e leguminose, che lavoro con il rullo calettato concepito in una università americana per le coltivazioni bio. Poi passo questo per tutta la stagione.
@@PotaturaOlivoItaliaoltre al fatto che se si trincia prima della fioritura viene rilasciata nel terreno una grossa quantità di acqua ed essudati radicali che migliorano fertilità del suolo e salute delle piante. L'aratura è una pratica desueta che consigliare di farla annualmente è ridicolo. Neanche più in cerealicoltura la praticano tra poco.
Inoltre è stato provato da più studi come l'inerbimento, di leguminose ancora di più, migliori la fertilità del suolo. Adesso non saprei indicarti i suddetti studi ma sono tutti disponibili online.
@@Mifaroicazzimieidaadessoinpoi studi scientifici in oliveti e areali siccitosi che confrontano la produttività di oliveti inerbiti e lavorati, ad oggi, non ce ne sono. Basta fare una ricerca bibliografica.
Mi dispiace che ad alcuni ascoltatori non sia riuscito a trasmettere il fatto che interrare le erbacee da molti benefici (specie in climi siccitosi e terreni pesanti) piuttosto che lasciarle in superficie.
È neanche che lavorando il terreno non estinguiamo le erbacee, anzi, ne favoriamo lo sviluppo poiché trovano un suolo migliore in cui svilupparsi (come si può vedere dal video, lavorazione ad aprile, fine maggio era di nuovo coperto, nuova lavorazione e a inizi luglio necessaria un altra).
C’è una grossa differenza tra lavorare un suolo nudo e lavorarne uno coperto di erba. Sono le continue lavorazioni di suoli nudi che provocano la continua sua degradazione.
Capisco che analizzare un contenuto senza inquinare i concetti con il proprio pregiudizio è una cosa che viene difficile ed anche per me é più difficile dimostrare nel pratico il beneficio di una pratica tramite un video di 5 minuti, piuttosto che farlo in persona nel campo.
In ogni caso come per la potatura il mio invito è sempre quello di prendere tutto con le pinze e fare una piccola prova nel proprio oliveto. Una parte trinciato, l’altra con lavorazioni ogni volta che l’erba arriva al ginocchio da inizio primavera in poi.
Vorrei seminare dell'erba medica in un nuovo impianto,per poi seguire questi passaggi,il terreno era fermo da oltre 10 anni,negli ultimi 5 anni solo trincio e qualche fresata.Cosa ne pensate?
Ovviamente va sempre contestualizzato, su terreni più pesanti e non sciolti non sarebbe stato lo stesso risultato. Concordo sul discorso che sfalcio e trinciatura non è la soluzione migliore, ma per me sarebbe l' allattamento. Ultima considerazione tu fai un bilancio tenendo in considerazione solo gli ulivi, se parliamo di ecosistema cambiano le considerazione.
Io personalmente cerco di ricreare quello che sarebbe l' ecosistema perfetto, il terreno abbandonato.
Detto questo sono sempre compromessi, ognuno valuta quale scegliere
@@marcellomorelli2346 in realtà il terreno in questione è abbastanza argilloso e la soluzione proposta é proprio la più valida per i terreni pesanti che tendono facilmente al compattamento.
Più un terreno é sciolto, meno ci possiamo permettere di lavorarlo perché avrà comunque una buona permeabilità all’acqua e sarà meno asfittico per le radici delle piante.
L’ecosistema perfetto purtroppo é utópico, perché sarebbe un bosco misto con poca se non nulla presenza di specie erbacee, oltre che alla presenza di animali erbivori e non.
@@PotaturaOlivoItalia purtroppo ti assicuro che ci sono terreni che legano più dell' argilla che trovare l' umidità giusta per lavorarla è veramente difficile. Concordo il sistema a cui tendere è il bosco, ma poi sarebbe un problema per la culturale dell' olivo, per questo dico che bisogna trovare un compromesso.
Un paradosso è che per decompattare il terreno vai a fare lavorazioni con il trattore, io per trinciare faccio 2-3 ingressi l' anno con cingolato, sicuro 1 proprio per cercare il sistema bosco perché trincia le potature, gli altri ingressi dipende dalla stagione, perché al limite uso il decespugliatore, ovviamente sul centinaio di piante il mio intervento fa testo, altrimenti per estensioni più grandi no
@@marcellomorelli2346 io non decompatto, il mio terreno non é mai compattato proprio perché sempre lavorato. Il discorso sarebbe molto diverso se il controllo delle erbacee fosse fatto con trinciature. Basta andare a vedere il video di aprile per vedere come rimane il terreno dopo le trinciature.
@@PotaturaOlivoItalia scusa ma non mi trovo. Non che voglia contraddire. Su terreno lavorato qualsiasi ingresso compatta, e posso essere d' accordo. Ma in un prato, dove sembra compatto, ma in realtà le radici e la corretta stratificazione del terreno, almeno che non entri subito dopo piovuto, non compatti con la trincia. Gli attrezzi che compattano sono aratro e fresa, ed in profondità ( 30-40 cm) , sicuramente il trattore compatta, ma se parliamo di attrezzi tipo trincia, fresa o frangizolle , che sono più larghi del trattore e trattori di media potenza e peso, è un fenomeno irrisorio, a parte che nelle capezzagne
@@marcellomorelli2346 ho letto bene? un terreno post trinciatura è decompattato grazie alle radici delle erbacee mentre post aratura a 40 cm il terreno é compatto?
L’orto lo faccio sul trinciato l’anno prossimo invece di vangare.
Buongiorno, ci sono pensieri in tal proposito diametralmente opposti a quelli che hai detto nel video ... Anche quelli con "giustificazioni valide " ...
@@andreagalli2006 non metto in dubbio che ci sia una certa validità nel non lavorare un suolo agricolo. Il problema é voler far passare una tecnica come universalmente valida, demonizzando le altre.
Tendenzialmente l’olivo tollera male le specie erbacee nel sottochioma. La non lavorazione si può applicare con conseguenze negative al minimo su terreni sciolti con poca argilla che tendono poco al compattamento e con pluviometrie annue superiori a 800 litri/mq.
La maggior parte della produzione olivicola italiana è concentrata in areali dove la pluviometria è scarsa (
Complimenti per il trattore
Ciao Carlo, quanti anni ha questo oliveto?
@@llivetodisangrato7905 piantato a novembre 2021, quest’anno compie 3 anni
@@PotaturaOlivoItaliaa quanto sono state messe a dimora queste piante tra e l'altra e tra fila e fila?
@@dmirchi1980 7x7
Come lavori l'interfila tra una pianta e l'altra?
@@gianni77jbs36 tutto con erpice a dischi in un verso e nell’altro
Complimenti 💪👋
Grazie per il commento Francesco
Aspetto il video sulla terra che è piatta
@@antonelloatzori grazie per visualizzare il video, commentare e contribuire a far crescere il canale 🙏🏼
La suola di lavorazione che hai generato non la consideri
@@viperblck1 basta aprire un qualsiasi testo base di agronomia per scoprire che:
-l’erpice a dischi non è tra gli attrezzi più soggetti a formazione di suola di lavorazione
-lavorare il terreno in tempra riduce notevolmente la possibilità di formarla
-la suola di lavorazione si forma ripetendo in maniera continua e sistematica per diversi anni la stessa lavorazione con lo stesso attrezzo alla stessa profondità.
Scelte...io sono 5 anni che non aro e l'uliveto va benissimo lo stesso....anzi
In areali dove l’acqua non è un fattore limitante può andare bene lo stesso. Ma laddove l’acqua è scarsa bisogna fare in modo di immagazzinarla il più possibile e renderla disponibile per gli olivi.
Salve...ma è vero che facendo queste lavorazioni(frangizolle) in questo periodo (primavera / estate) possano rompere i capillari superficiali?
Se si è un grande danno per la pianta?
Grazie😊
@@DiSebastianoRenzo ciao Renzo, in un terreno non lavorato da diversi anni, molte radici si saranno spostate in superficie e quando lo si va a lavorare per forza di cose si finisce per romperle.
Ciononostante se la lavorazione migliora l’infiltrazione di acqua piovana e ne riduce le perdite (per eliminazione delle erbe) si ha al netto un beneficio. In primavera non è un problema farlo dato che piove, in estate invece ni, sarebbe meglio lavorare il suolo prima di una pioggia autunnale.
Discorso diverso per un suolo come quello del video in cui a ottobre è stata effettuata una lavorazione profonda (vangatura) e da inizio primavera lavorazioni supeficiali. In questo caso il taglio di radici capillari è infimo e si può tranquillamente fare anche in estate.
@@PotaturaOlivoItalia grazie mille...sempre molto esaustivo💪🏻💪🏻a presto😁