Buongiorno, come ha fatto a superare ansia e attacchi di panico? Mi piacerebbe sapere di più sulla gestione dell'ansia anticipatoria. Complimenti e grazie.
Buongiorno. Innanzi tutto una precisazione: io non ho smesso di soffrire di attacchi di panico. Solo che non mi condizionano più l'esistenza come un tempo. Convivo con questa situazione e ho le mie strategie adattative che mi consentono di fare una vita sostanzialmente normale, anche se so che alcune situazioni sono per me più difficili di altre. Dopodiché io penso di "pagare" anche una mancanza di cultura negli anni di esordio del disturbo. Ne avevo 17 e - si figuri - esisteva ancora la definizione di "esaurimento nervoso", che oggi fa quantomeno sorridere. Tutti i vicoli ciechi che ho imboccato nel corso della mia vita mi hanno convinto a mettere questa mia esperienza al servizio degli altri, in modo che ognuno possa trovare una sua soluzione. Dopodiché posso dire che il rispetto di alcune regole di igiene di vita quotidiana (rispetto degli orari di sonno notturno, alimentazione a basso indice glicemico e attività motoria regolare) sono una parte indispensabile per eliminare quelle sensazioni di fragilità che rendono l'ansia anticipatoria quasi insopportabile. A me personalmente basta sottrarre uno di questi tre elementi dalla mia economia di vita per avere un deciso peggioramento dei sintomi.
@@stopalpanico4750 Io ne avevo 20 di anni quando ho avuto il mio primo attacco di panico, ora ne ho 40. In quel periodo ero all'università, è venuta a mancare una mia amica e qualche settimana dopo questo evento orribile, ho conosciuto il mio mostro. Ho continuato ad andare avanti nel mio percorso di vita fatto di esami, corsi universitari, notti insonni, autobus abbandonati a metà percorso, vergogna e rinunce. Credo che il tempo speso a far finta che tutto potesse svanire dopo un esame andato bene, dopo la laurea, dopo aver trovato un compagno, dopo aver trovato un lavoro e poi dopo aver avuto dei figli, abbia lasciato sedimentare ogni piccolo disagio rendendo più forte il mostro che non esita ad aggredirmi nei miei momenti più fragili. Spero che una strada per uscire dal tunnel io riesca a trovarla e spero che in qualche piccola curva possa trovare anche un po' della me ventenne, trentenne, trentasettenne che desideravo essere se solo non avessi fatto questo viaggio in compagnia di questo noioso e testardo compagno di vita.
Buongiorno, come ha fatto a superare ansia e attacchi di panico?
Mi piacerebbe sapere di più sulla gestione dell'ansia anticipatoria.
Complimenti e grazie.
Buongiorno. Innanzi tutto una precisazione: io non ho smesso di soffrire di attacchi di panico. Solo che non mi condizionano più l'esistenza come un tempo. Convivo con questa situazione e ho le mie strategie adattative che mi consentono di fare una vita sostanzialmente normale, anche se so che alcune situazioni sono per me più difficili di altre.
Dopodiché io penso di "pagare" anche una mancanza di cultura negli anni di esordio del disturbo. Ne avevo 17 e - si figuri - esisteva ancora la definizione di "esaurimento nervoso", che oggi fa quantomeno sorridere. Tutti i vicoli ciechi che ho imboccato nel corso della mia vita mi hanno convinto a mettere questa mia esperienza al servizio degli altri, in modo che ognuno possa trovare una sua soluzione.
Dopodiché posso dire che il rispetto di alcune regole di igiene di vita quotidiana (rispetto degli orari di sonno notturno, alimentazione a basso indice glicemico e attività motoria regolare) sono una parte indispensabile per eliminare quelle sensazioni di fragilità che rendono l'ansia anticipatoria quasi insopportabile. A me personalmente basta sottrarre uno di questi tre elementi dalla mia economia di vita per avere un deciso peggioramento dei sintomi.
@@stopalpanico4750 Io ne avevo 20 di anni quando ho avuto il mio primo attacco di panico, ora ne ho 40.
In quel periodo ero all'università, è venuta a mancare una mia amica e qualche settimana dopo questo evento orribile, ho conosciuto il mio mostro. Ho continuato ad andare avanti nel mio percorso di vita fatto di esami, corsi universitari, notti insonni, autobus abbandonati a metà percorso, vergogna e rinunce. Credo che il tempo speso a far finta che tutto potesse svanire dopo un esame andato bene, dopo la laurea, dopo aver trovato un compagno, dopo aver trovato un lavoro e poi dopo aver avuto dei figli, abbia lasciato sedimentare ogni piccolo disagio rendendo più forte il mostro che non esita ad aggredirmi nei miei momenti più fragili.
Spero che una strada per uscire dal tunnel io riesca a trovarla e spero che in qualche piccola curva possa trovare anche un po' della me ventenne, trentenne, trentasettenne che desideravo essere se solo non avessi fatto questo viaggio in compagnia di questo noioso e testardo compagno di vita.