Grande professore, il migliore in Italia 😊. Meticciato un par di scatole. Devono assimilarsi ad una cosa basilare che si chiama civilta occidentale, finche bazzicano questi luoghi. Chi non rispetta le donne, vuole la teocrazia e apprezza i Rais alla maniera araba lo si deve sbattere fuori. In occidente ci abbiamo messo secoli per superare queste cosa, attrraverso guerre, lacrime sudore e sangue; mica ce li possiamo ri-sorbire dal primo che arriva per caso, e che cavolo; gli antichi romani erano tutti meticci, ma dovevi pronarti a dei chiari principi di base e improntarti a precisi modi di fare condivisi e codificati; e per assimilare occorre che, come nella fisiologia digestiva, il boccone non sia troppo grosso, altrimenti va di traverso per ovvi motivi; e gli antichi romani ad un certo punto ebbero una indigestione acuta.
l'assimilazione è un risultato per il quale la società e il migrante devono lavorare insieme - non un semplice prerequisito al quale il migrante deve piegarsi a priori a qualsiasi condizione. In quest'ultimo caso non verrai mai raggiunta. Ad esempio è un po' difficile accettare che esiste una cosa chiama "civiltà occidentale" quando l'unica cosa che vedi da mattina a sera è un agricoltore mafioso e schiavista che ti lascia morire nei campi se ti infortuni.
Dal punto di vista della sinistra (non solo politica, ma anche e soprattutto militante) l'assimilazione è un scelta imperialistica e suprematista. Se il prof. ripetesse questo concetto a un gruppo di militanti di Rifondazione et similia, verrebbe immediatamente tacciato di imperialismo, se non addirittura di fascismo (che ormai è un termine jolly).
La ascolto sempre con piacere, la ringrazio, però mi sembra che l'approccio di politica economica sia volto a "far quadrare il bilancio" più che a finanziare politiche industriali o riforme che creino lavoro con la spesa. È una ossessione dei politici di destra questa per la riduzione del debito pubblico, come se lo stato fosse una azienda. Non ha molto senso: lo stato non si finanzia come una azienda, perché ha una banca centrale che spende creando valuta. Il problema dell'oscillazione degli interessi sui titoli non esisteva prima del 1981, quando avvenne il divorzio tra banca d'Italia e Tesoro, prima semplicemente lo stato fissava il tasso di interesse sui titoli, li vendeva al privato, comprando quelli invenduti. Le consiglio i libri di Andrea Terzi, di politica monetaria. Perché con l'ossessione della riduzione del debito pubblico la sinistra non può fare alcun tipo di riforma radicale e si appiattisce sul programma di tagli sociali della destra. Grazie, saluti, la ascolto sempre con interesse e viva curiosità.
Ottimo commento. Aggiungerei che non mi sembra di sentire nessuno nelle elite occidentali lamentarsi della "tenuta del debito" quando si parla di finanziare gli aiuti in Ucraina. E lo dicano che la guerra interessa di più della sanità, istruzione e del lavoro.
La separazione tra tesoro e banca d'Italia è una delle poche azioni che ci hanno evitato di diventare come l'argentina. La politica industriale non si spinge con le politiche monetarie, anzi la moneta è giusto che sia lasciata totalmente in pace da sola perché il suo principale scopo è dare fiducia
@@andreacusumano5669 su questo posso essere anche d'accordo, personalmente. Rimane il fatto che il discorso sul debito per come è fatto dalle elite è molto più politico che economico di quanto non vogliano far credere. Di recente mi è capitato tra le mani, per lavoro, un rapporto di un importante istituto di credito europeo (mica il Manifesto per intederci) che analizzava lo stato attuale dell'economia britannica e ne imputava i numerosi problemi (bilancia commerciale affondata e scarsa produttività) all'insufficiente spesa pubblica degli ultimi 20 anni in settori strategici come istruzione e sanità. Il risultato è stato un generale affossamento della produttività della classe lavoratrice. Diciamo che sarebbe già tanto dichiarare guerra agli sprechi e ficcarsi in testa che settori come questi sono strategici anche per la tenuta dell'economia. Ormai i principi del Washington Consensus fanno acqua da tutte le parti ma molti piuttosto che rivedere le proprie posizioni sono pronti a vedere morire la società in cui vivono.
@@canepazzoTannen84 il Washington consensus mi sembra che l'Italia non lo segua da un pezzo e comunque non sarò io a difenderlo. È però terribilmente pericoloso abbassare la guardia sul debito perché è a tutti gli effetti una delle tragedie italiane e tra i motivi principali della nostra inesorabile caduta. Il debito non è un'essenza astratta ma vuol dire tasse e mancata spesa dove serve non solo oggi ma tutti i giorni per i prossimi decenni, un cappio al collo delle giovani generazioni e all'economia (quindi al benessere) del paese. Detto questo io sono convinto che il problema dell'Italia non è il debito ma gli italiani stessi perché se oggi il nostro debito fosse per magia estinto ci metteremmo pochissimo a farlo tornare agli stessi livelli, ne sono totalmente convinto. Io ti potrei anche dire "sì è più una fisima che un reale problema economico" ma non posso solo perché nel farlo il messaggio che passerebbe all'italia e agli italiani è "guardate che in realtà potete indebitarvi più di così e sprecare ulteriori miliardi nei modi più stupidi che vogliate" perché questa è la realtà. Detto questo il debito nostro è un vero peso e tra i principali motivi per cui manca la crescita economica, le spiegazioni sono lunghe ma è così, tuttavia non c'è nessuno che voglia ridurre il disavanzo ma anzi in italia regna il partito unico della spesa pubblica e finché rimarranno così le cose per sto Paese non ci saranno speranze. Concludo per dire che le politiche di riduzione del debito non significano automaticamente sacrifici e malessere collettivo, è ben possibile ridurre il debito e far star meglio tutti, ma non è ciò che interessa al paese evidentemente
Prof, parlando della Francia ha spiegato di riflesso pari pari (o quasi completamente) la situazione italiana. Premesso che il modello economico di crescita o di sviluppo alternativo e altamente vietato dalle lobby.
Si parla di distorsione del voto solo se si considera la percentuale di voti presi con un sistema a voto unico come l'unico indicatore per il diritto, anche quantitativo, di essere rappresentato in un parlamento. Ma esiste un'ampia ricerca sui meccanismi elettorali che ragiona da decenni su questo, alla luce della teoria dei giochi e della teoria delle scelte sociali.
Buon giorno professore, non capisco perché la destra francese la definisce fascista mentre non definisce la sinistra comunista. Usando magari lo stesso timbro di voce schifato.
Meticciato, leggo che sarebbe: «un gruppo etnico o sociale composto di individui nati da genitori di razze diverse» Bon. Lei è favorevole...vogliamo andare a vedere come ha funzionato quando le razze sono la bianca e la nera? E che conseguenze ha portato nelle nazioni dove questo mix ha attecchito, seppur in piccola misura? Non è che ha creato molti problemi e irresolubili? Che non basta la buona volontà del singolo per superarli. Infatti ognuno si tiene ben stretta la propria etnia, forse c'è una ragione. Come c'è sempre quando i comportamenti sono di massa.
il socialista pronto a vendersi a Macron è Raphaël Glucksmann? Non condivido, ma sarei curioso di sapere se pensavi a lui. A me non sembra che le cose molto ragionevoli che dici, come quelle sui tagli alla spesa pubblica, si possano mettere nella categoria del cambio di modello di sviluppo (che mi suona come mettere fine al capitalismo, ma forse vuoi solo dire uscita dal neoliberismo). Insomma se c'è qualcuno che ragione come te (magari senza giungere alle stesse conclusioni pratiche) quello è il "moderato" Raphaël Glucksmann.
Vui vedere che la Francafrica pertiene alla Russia e alla Cina? Cina e Russia, Russia e Cina? Ma non erano i principali luoghi dei business della Merkel, seguito da Mc ron? Vuoi vedere che M&m ne hanno fatto un'altra delle loro?
anche in un proporzionale senza premio di maggioranza mica e' detto che chi prende piu' voti poi vada a governare per forza . o anche se uno ha il proporzionale con premio di maggioranza puo' governare con percentuali ridicole .
Il premio di maggioranza infatti fa storcere il naso agli amanti del proporzionale puro. Si tratta banalmente di un'iniezione di maggioritario volta a dare maggiore governabilità (punto cardine del maggioritario) a un sistema che la sacrifica in onore della piena rappresentanza degli elettori, ma non è certo qualcosa che un proporzionalista puro guarda di buon occhio.
@@brokemolotov personalmente ho sempre guardato al modello tedesco come il miglior giusto mezzo. Impedisce la dispersione del voto in decine di piccolissimi partiti grazie a uno sbarramento abbastanza alto ma dall'altra evita le distorsioni antidemocratiche del maggioritario (che conosco bene avendo fatto politica in un piccolo partito in Inghilterra anni fa) garantendo un discreto livello di governabilità. Se non sbaglio, poi, prevede solo la sfiducia costruttiva. Io lo copierei paro paro.
@@brokemolotov io non lo sopporto. Come non sopporto le alleanze pre elettorali . I poli etc . Ognuno per sé poi si vede in parlamento. E chissene della governabilità. Anzi più poteri ha opposizione e meno porcate fa la maggioranza.
@@simonebaruzzi156 in linea di principio anche a me piace di più l'idea del proporzionale, ma richiede sicuramente più maturità politica di un maggioritario, cosa che purtroppo non va troppo di moda nell'agone politico odierno.
@@brokemolotov il.maggioritario porta conflitto . Porta a scontri . Porta a non riconoscere l'avversario come legittimo, vedi mo che se rischi di doverci dialogare per governare devi creare un pensiero e non solo attaccare l'avversario .
Aggiungerei che la questione dell'integrazione dovrebbe partire da una idea di nazione.. quale idea di nazione dovrebbe avere chi si occupa di integrazione? La nazione italiana attualmente, in molti casi, è l'adesione alla passione per il calcio, la passione per la pastasciutta in bianco o al pomodoro e la pizza. Quale idea di nazione proporre alle giovani generazioni ? Giovani che in buona parte sono figli di stranieri che desiderano integrarsi e che si sentono italiani, perché lo sono..
Manca una grande componente (che il prof. ha citato a più riprese): l'economia (parzialmente) di stato. I conti in ordine che cita nel video sono relativi alle spese "sbagliate", agli sprechi, mentre viene chiaramente detto che un debito fatto per aprire un'azienda di stato (il prof. fa l'esempio della farmaceutica) sarebbe un conto "in disordine" positivo, perché un vero e proprio investimento. Il punto è che nell'attuale sistema in vigore in occidente, le aziende di stato sono una bestemmia e sono percepite come un voler minare i principi del capitalismo e del libero mercato. Chiaramente il discorso è più complesso, perché le aziende statali rischiano di degenerare in stipendifici in perdita, utili solo a mantenere consenso elettorale. Però nel mondo ideale disegnato da Giannuli ci si auspica uno stato che, in certi settori, agisca con una mentalità imprenditoriale autentica e "pulita" (ossia che non sfrutti beceramente il dipendente a scopo di mungere profitti, ma che punti a un giusto equilibrio fra profitti esistenti seppur ridotti e tutela del lavoratore).
Le aziende "di stato" funzionano solo e soltanto in determinati settori, in determinate fasi di sviluppo e date certe condizioni che permettono al management di fare veramente il loro lavoro. In tutte le altre condizioni falliscono miseramente. E l'Italia ha bisogno di tutto tranne che di ulteriore stato nell'economia
Professore scusi...ma non c'era proprio nulla da essere ottimisti.... E quello che sta accadendo in Francia lo dimostra in pieno! Ora è abbastanza facile essere e direi anche non moderatamente pessimista!
Penso sia comunque ottimo che la sinistra si suoni una sveglia da sola, perché vedo una pletora di TH-camr di sinistra gioire ed esultare perché "in Francia la sinistra è risorta", senza tener conto di tutte le dinamiche derivanti dal sistema elettorale. E questo è pericolosissimo, perché porta al crogiolarsi e dormire sugli allori, per poi ricevere una sveglia gelata alla prossima tornata elettorale. Quindi ottimo che si sottolinei che in Francia la sinistra in tempi "normali" NON sta risorgendo (in termini di consenso popolare).
Grande professore, il migliore in Italia 😊. Meticciato un par di scatole. Devono assimilarsi ad una cosa basilare che si chiama civilta occidentale, finche bazzicano questi luoghi. Chi non rispetta le donne, vuole la teocrazia e apprezza i Rais alla maniera araba lo si deve sbattere fuori. In occidente ci abbiamo messo secoli per superare queste cosa, attrraverso guerre, lacrime sudore e sangue; mica ce li possiamo ri-sorbire dal primo che arriva per caso, e che cavolo; gli antichi romani erano tutti meticci, ma dovevi pronarti a dei chiari principi di base e improntarti a precisi modi di fare condivisi e codificati; e per assimilare occorre che, come nella fisiologia digestiva, il boccone non sia troppo grosso, altrimenti va di traverso per ovvi motivi; e gli antichi romani ad un certo punto ebbero una indigestione acuta.
l'assimilazione è un risultato per il quale la società e il migrante devono lavorare insieme - non un semplice prerequisito al quale il migrante deve piegarsi a priori a qualsiasi condizione. In quest'ultimo caso non verrai mai raggiunta. Ad esempio è un po' difficile accettare che esiste una cosa chiama "civiltà occidentale" quando l'unica cosa che vedi da mattina a sera è un agricoltore mafioso e schiavista che ti lascia morire nei campi se ti infortuni.
Dal punto di vista della sinistra (non solo politica, ma anche e soprattutto militante) l'assimilazione è un scelta imperialistica e suprematista.
Se il prof. ripetesse questo concetto a un gruppo di militanti di Rifondazione et similia, verrebbe immediatamente tacciato di imperialismo, se non addirittura di fascismo (che ormai è un termine jolly).
Bellissima lezione di politica!
La ascolto sempre con piacere, la ringrazio, però mi sembra che l'approccio di politica economica sia volto a "far quadrare il bilancio" più che a finanziare politiche industriali o riforme che creino lavoro con la spesa. È una ossessione dei politici di destra questa per la riduzione del debito pubblico, come se lo stato fosse una azienda. Non ha molto senso: lo stato non si finanzia come una azienda, perché ha una banca centrale che spende creando valuta. Il problema dell'oscillazione degli interessi sui titoli non esisteva prima del 1981, quando avvenne il divorzio tra banca d'Italia e Tesoro, prima semplicemente lo stato fissava il tasso di interesse sui titoli, li vendeva al privato, comprando quelli invenduti. Le consiglio i libri di Andrea Terzi, di politica monetaria. Perché con l'ossessione della riduzione del debito pubblico la sinistra non può fare alcun tipo di riforma radicale e si appiattisce sul programma di tagli sociali della destra. Grazie, saluti, la ascolto sempre con interesse e viva curiosità.
Ottimo commento. Aggiungerei che non mi sembra di sentire nessuno nelle elite occidentali lamentarsi della "tenuta del debito" quando si parla di finanziare gli aiuti in Ucraina. E lo dicano che la guerra interessa di più della sanità, istruzione e del lavoro.
Oddio sempre queste storie...
La separazione tra tesoro e banca d'Italia è una delle poche azioni che ci hanno evitato di diventare come l'argentina. La politica industriale non si spinge con le politiche monetarie, anzi la moneta è giusto che sia lasciata totalmente in pace da sola perché il suo principale scopo è dare fiducia
@@andreacusumano5669 su questo posso essere anche d'accordo, personalmente. Rimane il fatto che il discorso sul debito per come è fatto dalle elite è molto più politico che economico di quanto non vogliano far credere. Di recente mi è capitato tra le mani, per lavoro, un rapporto di un importante istituto di credito europeo (mica il Manifesto per intederci) che analizzava lo stato attuale dell'economia britannica e ne imputava i numerosi problemi (bilancia commerciale affondata e scarsa produttività) all'insufficiente spesa pubblica degli ultimi 20 anni in settori strategici come istruzione e sanità. Il risultato è stato un generale affossamento della produttività della classe lavoratrice. Diciamo che sarebbe già tanto dichiarare guerra agli sprechi e ficcarsi in testa che settori come questi sono strategici anche per la tenuta dell'economia. Ormai i principi del Washington Consensus fanno acqua da tutte le parti ma molti piuttosto che rivedere le proprie posizioni sono pronti a vedere morire la società in cui vivono.
@@canepazzoTannen84 il Washington consensus mi sembra che l'Italia non lo segua da un pezzo e comunque non sarò io a difenderlo. È però terribilmente pericoloso abbassare la guardia sul debito perché è a tutti gli effetti una delle tragedie italiane e tra i motivi principali della nostra inesorabile caduta. Il debito non è un'essenza astratta ma vuol dire tasse e mancata spesa dove serve non solo oggi ma tutti i giorni per i prossimi decenni, un cappio al collo delle giovani generazioni e all'economia (quindi al benessere) del paese.
Detto questo io sono convinto che il problema dell'Italia non è il debito ma gli italiani stessi perché se oggi il nostro debito fosse per magia estinto ci metteremmo pochissimo a farlo tornare agli stessi livelli, ne sono totalmente convinto.
Io ti potrei anche dire "sì è più una fisima che un reale problema economico" ma non posso solo perché nel farlo il messaggio che passerebbe all'italia e agli italiani è "guardate che in realtà potete indebitarvi più di così e sprecare ulteriori miliardi nei modi più stupidi che vogliate" perché questa è la realtà.
Detto questo il debito nostro è un vero peso e tra i principali motivi per cui manca la crescita economica, le spiegazioni sono lunghe ma è così, tuttavia non c'è nessuno che voglia ridurre il disavanzo ma anzi in italia regna il partito unico della spesa pubblica e finché rimarranno così le cose per sto Paese non ci saranno speranze.
Concludo per dire che le politiche di riduzione del debito non significano automaticamente sacrifici e malessere collettivo, è ben possibile ridurre il debito e far star meglio tutti, ma non è ciò che interessa al paese evidentemente
Prof, parlando della Francia ha spiegato di riflesso pari pari (o quasi completamente) la situazione italiana. Premesso che il modello economico di crescita o di sviluppo alternativo e altamente vietato dalle lobby.
Ciao Maestro.
Un saluto affettuoso
Si parla di distorsione del voto solo se si considera la percentuale di voti presi con un sistema a voto unico come l'unico indicatore per il diritto, anche quantitativo, di essere rappresentato in un parlamento.
Ma esiste un'ampia ricerca sui meccanismi elettorali che ragiona da decenni su questo, alla luce della teoria dei giochi e della teoria delle scelte sociali.
Prof, ma non ha il sospetto che la radicalità nell'accontentare il popolo porti dritti dritti al partito della bistecca?
I ribelli moderati
Buon giorno professore, non capisco perché la destra francese la definisce fascista mentre non definisce la sinistra comunista. Usando magari lo stesso timbro di voce schifato.
La sinistra francese sono 5 partiti diversi tra loro, il RN è uno solo e fascista
Perché Bardella è fascista?
Meticciato, leggo che sarebbe:
«un gruppo etnico o sociale composto di individui nati da genitori di razze diverse» Bon.
Lei è favorevole...vogliamo andare a vedere come ha funzionato quando le razze sono la bianca e la nera? E che conseguenze ha portato nelle nazioni dove questo mix ha attecchito, seppur in piccola misura?
Non è che ha creato molti problemi e irresolubili? Che non basta la buona volontà del singolo per superarli. Infatti ognuno si tiene ben stretta la propria etnia, forse c'è una ragione.
Come c'è sempre quando i comportamenti sono di massa.
Hai alternative?
@@giovannichiaranti9775 Certo, se una certa cosa è negativa cercare di evitarla per quanto possibile invece di favorirla.
il socialista pronto a vendersi a Macron è Raphaël Glucksmann? Non condivido, ma sarei curioso di sapere se pensavi a lui. A me non sembra che le cose molto ragionevoli che dici, come quelle sui tagli alla spesa pubblica, si possano mettere nella categoria del cambio di modello di sviluppo (che mi suona come mettere fine al capitalismo, ma forse vuoi solo dire uscita dal neoliberismo). Insomma se c'è qualcuno che ragione come te (magari senza giungere alle stesse conclusioni pratiche) quello è il "moderato" Raphaël Glucksmann.
Parlare dei problemi della Francia senza menzionare la Francafrica, se non con un cenno alle tragicomiche di Hollande, è mostruosamente poderoso!
Vui vedere che la Francafrica pertiene alla Russia e alla Cina?
Cina e Russia, Russia e Cina?
Ma non erano i principali luoghi dei business della Merkel, seguito da Mc ron?
Vuoi vedere che M&m ne hanno fatto un'altra delle loro?
anche in un proporzionale senza premio di maggioranza mica e' detto che chi prende piu' voti poi vada a governare per forza . o anche se uno ha il proporzionale con premio di maggioranza puo' governare con percentuali ridicole .
Il premio di maggioranza infatti fa storcere il naso agli amanti del proporzionale puro.
Si tratta banalmente di un'iniezione di maggioritario volta a dare maggiore governabilità (punto cardine del maggioritario) a un sistema che la sacrifica in onore della piena rappresentanza degli elettori, ma non è certo qualcosa che un proporzionalista puro guarda di buon occhio.
@@brokemolotov personalmente ho sempre guardato al modello tedesco come il miglior giusto mezzo. Impedisce la dispersione del voto in decine di piccolissimi partiti grazie a uno sbarramento abbastanza alto ma dall'altra evita le distorsioni antidemocratiche del maggioritario (che conosco bene avendo fatto politica in un piccolo partito in Inghilterra anni fa) garantendo un discreto livello di governabilità. Se non sbaglio, poi, prevede solo la sfiducia costruttiva. Io lo copierei paro paro.
@@brokemolotov io non lo sopporto. Come non sopporto le alleanze pre elettorali . I poli etc . Ognuno per sé poi si vede in parlamento. E chissene della governabilità. Anzi più poteri ha opposizione e meno porcate fa la maggioranza.
@@simonebaruzzi156 in linea di principio anche a me piace di più l'idea del proporzionale, ma richiede sicuramente più maturità politica di un maggioritario, cosa che purtroppo non va troppo di moda nell'agone politico odierno.
@@brokemolotov il.maggioritario porta conflitto . Porta a scontri . Porta a non riconoscere l'avversario come legittimo, vedi mo che se rischi di doverci dialogare per governare devi creare un pensiero e non solo attaccare l'avversario .
Aggiungerei che la questione dell'integrazione dovrebbe partire da una idea di nazione.. quale idea di nazione dovrebbe avere chi si occupa di integrazione? La nazione italiana attualmente, in molti casi, è l'adesione alla passione per il calcio, la passione per la pastasciutta in bianco o al pomodoro e la pizza. Quale idea di nazione proporre alle giovani generazioni ? Giovani che in buona parte sono figli di stranieri che desiderano integrarsi e che si sentono italiani, perché lo sono..
L Islam non e’ assimilabile
Parla di cambiare modello di sviluppo, ma poi nella pratica propone il paradigma dei conti in ordine. xD
Manca una grande componente (che il prof. ha citato a più riprese): l'economia (parzialmente) di stato.
I conti in ordine che cita nel video sono relativi alle spese "sbagliate", agli sprechi, mentre viene chiaramente detto che un debito fatto per aprire un'azienda di stato (il prof. fa l'esempio della farmaceutica) sarebbe un conto "in disordine" positivo, perché un vero e proprio investimento.
Il punto è che nell'attuale sistema in vigore in occidente, le aziende di stato sono una bestemmia e sono percepite come un voler minare i principi del capitalismo e del libero mercato.
Chiaramente il discorso è più complesso, perché le aziende statali rischiano di degenerare in stipendifici in perdita, utili solo a mantenere consenso elettorale.
Però nel mondo ideale disegnato da Giannuli ci si auspica uno stato che, in certi settori, agisca con una mentalità imprenditoriale autentica e "pulita" (ossia che non sfrutti beceramente il dipendente a scopo di mungere profitti, ma che punti a un giusto equilibrio fra profitti esistenti seppur ridotti e tutela del lavoratore).
@@brokemolotov Non è un cambio di paradigma quello che propone. Sono le boiate che si sentono sempre dai liberali di sinistra.
Le aziende "di stato" funzionano solo e soltanto in determinati settori, in determinate fasi di sviluppo e date certe condizioni che permettono al management di fare veramente il loro lavoro. In tutte le altre condizioni falliscono miseramente. E l'Italia ha bisogno di tutto tranne che di ulteriore stato nell'economia
cmq la Francia ha perso
Forse il professore non ha mai visto le migliaia di video on line dove certi stranieri spavaldeggiano per strada
Con "stranieri" intende gente di colore? Perchè in Francia sono francesi, non stranieri.
@@mauroperossini4785 non importa come sono, importa come sono avvertiti
Professore scusi...ma non c'era proprio nulla da essere ottimisti.... E quello che sta accadendo in Francia lo dimostra in pieno! Ora è abbastanza facile essere e direi anche non moderatamente pessimista!
Penso sia comunque ottimo che la sinistra si suoni una sveglia da sola, perché vedo una pletora di TH-camr di sinistra gioire ed esultare perché "in Francia la sinistra è risorta", senza tener conto di tutte le dinamiche derivanti dal sistema elettorale.
E questo è pericolosissimo, perché porta al crogiolarsi e dormire sugli allori, per poi ricevere una sveglia gelata alla prossima tornata elettorale.
Quindi ottimo che si sottolinei che in Francia la sinistra in tempi "normali" NON sta risorgendo (in termini di consenso popolare).
E forse il professore non conosce le allenze correnti italiane, dove cose antitetiche si mettono d'accordo per avere ognuno il suo.