Barbara Carnevali | L’inferno sono gli altri? | festivalfilosofia 2024
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- เผยแพร่เมื่อ 11 พ.ย. 2024
- lezioni magistrali
Barbara Carnevali, "L’inferno sono gli altri?"
Sabato 14 settembre 2024, ore 16:30
Modena, Piazza Grande - Sito Patrimonio Mondiale
Quale rapporto sussiste tra riconoscimento e identità? Si può uscire dall’alterità, vi è “io” possibile all’infuori del rapporto con l’Altro?
Barbara Carnevali è direttrice di studi in Filosofia e professoressa di Estetica sociale presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi. Insegna anche all’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera Italiana (USI). Il suo lavoro ruota intorno alla nozione di Estetica Sociale, che riflette sul rapporto tra forme sociali e forme estetiche. Un’altra parte rilevante della sua ricerca è dedicata alla modernità filosofica, e in particolare alle forme dell’io moderno. Fa parte del comitato direttivo delle riviste “Intersezioni” e “European Journal of Philosophy”. Tra i suoi libri: Romanticismo e riconoscimento. Figure della coscienza in Rousseau (Bologna 2004); Le apparenze sociali. Una filosofia del prestigio (Bologna 2012), di cui si segnala l’edizione in inglese ampiamente rivista e aggiornata: Social Appearances. A Philosophy of Display and Prestige (New York 2020); La linea rossa. Milano e il design della modernità (in corso di pubblicazione, Milano 2024). È componente del Comitato Scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia.
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© Il video è di proprietà del Consorzio per il festivalfilosofia
Che brillante, e che densità di contenuti, collegamenti e stimoli: grazie!
Bellissima lezione. L'ipotesi di lavoro del "soggetto negativo" o della "autenticità negativa" mi suona un pò come una "teologia negativa", quindi ancora nella dimensione di sostituire l'io a dio, ma concordo sulla natura pratica, (politica) e creativa del "no". L'idea invece dell'amico Jean Jacques e della psicanalisi un tanto al kilo, cioè che esista da qualche parte un "sè" naturale a priori dal sociale mi fa venire in mente (forse impropriamente) la distinzione di Damasio fra "sè nucleare" e "sè autobiografico", e può essere quindi che non sia del tutto erronea. Alla fine, forse, i due aspetti sono da unificare.
Per questo esiste la filosofia dell’unico di Max Stirner.
Bravissima!
Complimenti!
Non so svincolarmi dal Riconoscimento.
E' forse questo il mio labirinto?
Resto immobile tra le sue spire; perduta
ogni consueta cognizione del tempo.
Lascio i codici, e divento spiga - vuota
clessidra - liberata dalla polvere dei ruoli,
dalle leggi gravitazionali. E' come
una corrente, un riverbero del divino fulgore
che conosce il mio nome e lo sa pronunciare.
Quando chiama il mio battito si accende,
lo riama, rimbalza fin sotto la gola, fin oltre
le spalle. Poi mi cola dentro, e riporta in alto
quel che giace sul fondo, troppo in silenzio. (da CONIUGATA CON LA VITA. AL TORCHIO E IN VISIONE)
Sempre interessante la prof.ssa Carnevali.
Molto affascinante. Anche lei come donna.
Magistrale!
Bellissimo intervento
Bravissima
Ognuno è unico e nell’unicità non c’è incontro o scontro con l’altro, perché è l’introduzione di un terzo elemento tra i due che genera il conflitto. Il terzo incomodo è il pensiero dell’oggetto, il confronto, l’universale, il bene comune, la relazione, la separazione o l’unificazione stessa. Mancando alla base della cultura individuale e collettiva la filosofia dell’unico non si perviene ad una psicologia di totale autonomia rispetto al mondo od al contrario all’intendimento di esso come propria proprietà che annulli la separazione, per non subire, tra il soggetto e l’oggetto. Viva Stirner abbasso Hegel.
L inferni simbolico che gli altri ci presntano sono l incoscio blocanti di noi
Bravissima
Ho scritto una poesia sul RICONOSCIMENTO
Per cercare ciò che inferno non è, e lasciargli spazio (cit. I.C.) è necessario conoscere ciò che inferno è!
Intrigante il concetto di trascendenza deviata, e ottime le critiche alle posizioni di Rousseau e Sartre (che immagino si possano azzardare anche per l'oltre-uomo nietzschiano). E nel "sé aperto" può esserci davvero la chiave del cambiamento, ma comporta l'assunzione di una responsabilità enorme, oltre a gravare su una struttura che pare incapace di sostenerla; riposizionare continuamente lo sguardo sugli altri, tenere insieme le voci del mondo interiore e uccidere gli archetipi dell'utilitarismo e dell'autoaffermazione, sono tutti processi in capo alla psiche umana, impostata da sempre secondo schemi finalistici e tribali. E' un po' come spogliarsi e mostrare il proprio corpo sgraziato al pubblico, senza vergognarsene.
Siamo collegati in rete come ogni altro ente di natura, ma ancora non ce ne rendiamo conto. E tanti ancora temono la consapevolezza, e in troppi non conoscono né umiltà, né pensiero critico, tantomeno empatia.
Comunque, generate riflessioni, quindi: complimenti!
Stai affermando qualcosa oppure stai semplicemente ponendo delle domande alle quali non hai risposta?
bei capelli...
Un contributo veramente pregno di significato....ci vorrebbe un convegno 🤔
Ma questa l' hanno fatta parlare al festival per farla impallinare? Non ho davvero capito. A sentire i fenomeni a nord dello spartiacque si andrebbe avanti solo parlando attraverso concetti ben definiti, ma nelle scelte lessicali, da come qui si può ben verificare, quelli mettono questi concetti tutti imperniati su questioni di tipo patologico/mentale o patologico/sociale, non in quanto utili a rilevare problemi filosofici in genere, ma piuttosto a contesti situazionali ben definiti. Ohibò, complimenti, sono sempre sul pezzo! Probabilmente li fanno tutti trottare nelle loro università bunker su argomenti di questo tipo e molto specifici, poi qualcuno pensa al raccordo e all' applicazione, ma a discapito degli altri. Comunque i temi ci sono tutti, dalla stanzetta paranoica con gli altri, al mimetismo, al giudizio universale, il problema dell' autenticità del sé (che cazzo vuol dire lo sanno solo loro, che avranno sì di questi problemi, dopo aver incasinato tutto, soprattutto 'nelle' loro identità decostruite). Va beh, io quando parlo di autenticità non la metto tanto sul filosofico, me la significo come un percorso dotato di storia e coerenza verso di essa e senza menzogne, per quanto possibile, un po' come dice Nice (cioè il loro Nietzsche). Loro fanno fatica probabilmente a esprimere o a comprendere quest'ultimo concetto, per cui la mettono sul filosofico... Va beh, niente di male. Invece una svolta a 'U' con un caravan è difficile. Qui lascio dei dettagli sull'autovettura. La protesi da montare sulla macchinetta è a forma di sfera, che è di fatto il punto di attacco del caravan ed è meglio sia ROSSA, così è riconoscibile da tutti e non ci si sbaglia più. Rossa come la bandiera, cioè, meno la croce greca bianca. Simboleggia, oltre che la sfera cranico-cerebrale, che è semplicemente e giustissimamente il sé che si mette alla guida degli altri, cioè di quelli dietro che stanno nel caravan, anche il ridimensionamento del giuoco del soccer (la chiesa del paesello di Calcio, con quella grossa e rotondetta cupola è già un ricordo qui) e il giuoco del tennis alla giusta dimensione, fatto però per i rossi, perché i rossi vengono sempre prima, in quanto prussiani! Con una tale protesi alla macchinetta vostra, potete pure togliere bandiera e simboli alla macchinetta, perché presto andranno un pochetto di traverso al resto del mondo, proprio come è successo per le due 's' incrociate, quelle cioè che facevano la svastica e un pochetto di morti ogni tanto, anche. Il simbolo di una pallina cerebrale rossa risolverebbe un sacco di problemi pratici, linguistici, simbolici, territoriali e abitativi ma di nuova concezione, senza rinunciare al prestigio di essere sempre rossi. Senza una casetta poi per una volta si vorrebbe per moltissimi, in tutto il mondo, chiaramente essere sempre prussiani, per questioni fiscali, cosetta non dappoco e in linea autentica con il passato! Te capì cusa l' è l' autenticità? Qui, se noi poverelli della meridia, con orizzonti di cemento e di eternith, ci rimettiamo a ragionare in termini di sintesi, con pochettoa disposizione raddrizziamo un pochetto tutto! Comunque volevo dire che a me mi piace la swiss, la confederazione delle 's', se non si è capito! È solo amore vero il mio, davvero non saprei stare senza l' elvezia, la adoro! Bellissima, intelligentissima e molto psicologica, anche! E che panorami! Da Chiavenna si vede tutto, altro che da soglio o soglio pontificio o nord badile, quello con cui abbiamo spianato tutto fino al laghetto sotto! Te salüdi
La 'svolta' a U è chiaramente una citazione di Haidegher, sul senso dell' essere e della svolta, dove dice che bisogna fare appunto la svolta per capirci qualcosa e che a sua volta cita la svolta che a quel tempo facevano i calessi, ma questa ultima cosa non è verificata. Gli altri autori che cita la signora di cui sopra però non li ho mai letti, sennò facevo pure anche qualche altro bel collegamento. È sempre il collegamento, il problema! Lo si vedrà più praticamente con il caravan.
ammazza Rocco ma sei arrabbiatissimo! Ti mando un caro abbraccio, e comunque si scrive "Aidegher"
@@stefanobutelli3588 magari... Heidegger?
No, grazie...il commento prolisso volto a commento, magari chiarimento, non aiuta ma incasina l argomento che, nonostante la fluidità del discorso della signora, non risulta di immediata verifica
@@lorettacurzi8655 il commento volto al commento, lo commento dicendo che non fornisce un commento al mio commento, semplice no? Te salüdi
Banale, diseducativa.
Crapún!!❤😂
Perchè diseducativa? E puoi segnalarmi un contenuto "non banale"?
@davidechersini9965
Ti ho cercato su google e ho visto un confronto con Andrea Modesto. E continui con questi commenti. Per chi dovesse leggere questo mio commento, sappiate che quest'uomo a molti dei video che parlano di filosofia lascia dei commenti simili a questo. La ragione è che pensa che la filosofia usa un linguaggio che può essere compreso solo a chi la studia. Poi però quando sei stato incalzato da Andrea Modesto (studente di filosofia), non facevi così tanto il matto. Tipico leone da tastiera da quattro soldi.
@@stefanobutelli3588perché dare spazio a quelli che sono poco più che pure emissioni di gas, peraltro inquinante?
Inferno e' estraneita' all ' Amore ,ma Amore sa stare anche all ' inferno.
Susanna Quirinali