Yasmina, ancora una volta grazie! Nonostante io parli fluentemente inglese ed è una lingua che amo, sono abituata ad usare gli anglismi con parsimonia quando parlo in italiano e non ho mai compreso l’uso spropositato che se ne fa, molto spesso senza alcuna necessità reale. Anzi, provo sempre un profondo fastidio quando ascolto qualcuno attendere un “feedback da un prospect”, o cercare di individuare il “sentiment”, o esclamare che una certa situazione sia “cringe” (“che cringe” è una di quelle espressioni che mi provocano quasi un attacco di orticaria😂), tanto per fare alcuni esempi. E tu, nuovamente, non solo mi hai aiutato a non sentirmi pazza, ma mi hai fatto anche scoprire che questa sensazione di disagio è assolutamente giustificata! 😄 Non essendo un’addetta ai lavori, ho spesso la sensazione che questo fenomeno sia, oggi, soprattutto frutto di mode, di vari tentativi di darsi un tono e di apparire più professionali, a volte di ostentare una conoscenza della lingua inglese che poi, spesso, è davvero basilare se non addirittura inesistente. Perché diciamocelo, ho perso il conto di tutte le volte che ho sentito gente buttare termini in inglese qua e là, in maniera del tutto casuale (perdonami, “random” 🤣), di cui evidentemente non conosce il vero significato, ma visto che è “cool”, chi se ne frega! Ma io dico, ma imparare ad evitare di bistrattare la propria lingua prima di iniziare a macellarne un’altra è così brutto? 😂😂
Idem parlo perfettamente inglese e amo la lingua, ma in italiano uso termini italiano a meno che non siano traducibili in modo complicato, cringe mi fa saltare i nervi
A volte chi più ostenta, meno sa. Persino quando sarebbe tenuto a sapere. Già solo col posizionamento dell'accento tonico fanno disastri. Un esempio che ogni volta mi fa accapponare la pelle: Radio24, notizie finanziarie: il giornalista parla della "pèrformans" di un titolo. Inescusabile in quel ruolo. Altra storia è l'impiegato di un'agenzia che ti propone il viaggio ‹òll ìnklusiv›: lo si perdona perché non ha studiato come il giornalista di Radio24.
Da traduttice nonché insegnante di inglese (e di italiano a stranieri) ti ringrazio per questo video! Mi consola enormemente non essere sola a mezzanotte su questo argomento
90 minuti di applausi!!! BRAVISSIMA! Ciò che mi dà più fastidio è quando il governo o i media utilizzano anglismi, sopratutto perchè le persone anziane come i miei genitori non capiscono nulla. Se poi arrivassimo al punto di utilizzare "oh my god" invece che le nostre fantasiosissime e gratificantissime bestemmie, la cosa diventerebbe più che insopportabile.
Premesso che seguo anche Giacomo e lo stimo tantissimo per i suoi video consuetamente scientifici, questo dibattito mi ha lasciato un po' perplesso, perché anch'io credo che fondamentalmente il problema di fondo sia una questione di pigrizia cognitiva da una parte, e di provincialismo ed esterofilia dall'altra (magari non nel caso di Giacomo, ma in tante persone 1000 volte più ignoranti di sicuro). D'altra parte però, la discussione fornisce anche degli spunti di riflessione interessanti, ad esempio: io studio musica, e mi sono reso conto che i prestiti stanno sia da una parte che dall'altra. Alcuni termini italiani, di varia origine ma comunque italiani da secoli, che riguardano soprattutto concetti musicali teorici più antichi, magari risalenti pure al mondo classico greco/latino, o perlomeno a quello classico nel senso musicale del termine (quindi metà/fine settecento più o meno), vengono usati a livello mondiale senza neanche esser "convertiti", gli esempi più lampanti sono "Opera", "ostinato", "legato". Il termine opera potrebbe essere interessante per riflettere sul discorso che ha fatto Giacomo riguardo alle "reminiscenze" evocate da un certo termine; noi in italiano con "opera" intendiamo non solo lo spettacolo teatrale e musicale, ma anche molte altre cose: si dice "l'opera" del duomo ad esempio, nel senso di un cantiere, spesso semi-perenne per questioni storiche, oppure la messa in opera, un'opera artistica in senso lato, più tutte le derivazioni, operazioni, operaio, ecc. Ora, per descrivere tutte queste ultime cose che ho elencato, altre culture, a maggior ragione ovviamente quelle extra-europee, se ne infischieranno totalmente di come gli italiani le chiamano, e useranno i vocaboli propri della loro lingua, per definire "un'opera d'arte", "un'opera" nel senso di cantiere, un'operazione, ecc. Ma TUTTO il mondo, per riferirsi agli spettacoli teatrali che sono natii dell'Italia del XVI-XVII secolo, usa letteralmente il termine "Opera", dall'Italia agli U.S.A fino al Giappone, e questo termine non tradotto permette logicamente di evocare in maniera immediata un concetto ben preciso, quello dello spettacolo teatrale e musicale nato in Italia. Poi ci sono termini ancora più antichi, ad esempio i modi musicali classici (ionico, dorico, ecc), risalenti alla Grecia classica, che gli anglosassoni traducono (ionian, dorian, ecc), ma la radice rimane, d'altronde che vocabolo equivalente potrebbero mai trovare per termini simili? Certo, allo stesso modo, usiamo anche tanti anglismi nel mondo musicale, ad esempio la quasi totalità della terminologia "chitarristica" (tapping, sweep picking, e mille altri), nonostante sia uno strumento del vecchio mondo (origini ancestrali arabe in realtà) che lì si è sviluppato. Tutto questo pappardellone per provare a dire che ciò che affermava Giacomo, condivisibile o meno, sembra valere non solo per l'importazione estero-Italia, ma anche per l'esportazione di termini nostrani. Detto questo rimango molto critico verso gli anglismi, in ambito musicale poi quando sento dire "la song", che bella "song", riferito evidentemente a un brano, rimpiango di non avere sempre con me un fucile a canne mozze.
I termini della musica rientrano nella questione gerghi, linguaggi settoriali: in questo tipo di linguaggi, quando capita che una lingua abbia un enorme prestigio (come è accaduto all'italiano in campo musicale e in parte culinario) molti prestiti rimangono non adattati. Infatti nel caso dell'inglese potrebbe anche andar bene se i prestiti fossero limitati al gergo specialistico, ma non è così, perché entrano nell'uso comune. Oltre a questo, non parliamo nemmeno di termini estremamente specifici, ma praticamente di tutti i termini, e di un generale non riuscire a esprimersi in italiano su un dato argomento addirittura.
@@YasminaPani Certo, concordo in pieno, infatti se fosse solo una questione di terminologia strettamente informatico-scientifica il problema potrebbe anche non sussistere, o quantomeno essere trascurabile. Quello che volevo sottolineare era appunto che prestiti linguistici riguardanti specifici settori esistono pure nell'altro senso, anche se sicuramente al giorno d'oggi sono in minoranza rispetto ai prestiti che noi effettuiamo dall'inglese. Comunque, come ho scritto in un commento sotto al video di Giacomo, anche se fosse solo una questione di terminologia di settore, rimane il problema del contesto in cui vengono utilizzati i termini; un conto è usarli in ambito di studio, di lavoro o di ricerca, e un altro è abusarne in ambito informativo e mediatico come spesso fanno giornalisti e politici (qualcuno ha detto "droplet"?), spesso rendendo difficoltosa da parte di certe fasce della popolazione la comprensione delle notizie.
seguo il canale Entropy for Life e lo trovo molto valido per quanto riguarda i contenuti scientifici, ma quando uno parla di cose che non sa inevitabilmente arrivano degli scivoloni, come quelli segnalati in questo video. Grazie! 🙂
Ciao, io ho studiato informatica negli anni '90. Non saprei oggi, ma a quei tempi i termini tecnici erano tutti tradotti in italiano, anche nei libri di testo. Per esempio: function, application e composition in italiano diventano rispettivamente funzione, applicazione e composizione. Unica eccezione per la logica, nella quale si usa il latino (et, vel, ecc.). Ma addirittura anche i termini dell'ingegneria venivano tradotti. Per esempio: computer si diceva elaboratore elettronico. (nota per i più curiosi: il termine "macchina" dell'informatica non è il computer ma un'astrazione che ha a che fare con la teoria della computabilità). Visto che i commenti sono gratis, vorrei aggiungere che quando ascolto conferenze di divulgatori "veri", come ad esempio Telmo Pievani, non gli sento usare nè parole inglesi nè anglismi nè parole inventate dall'inglese o da qualsiasi altra lingua. Sarà che Pievani è vecchio e quindi conosce l'italiano? Nota per Telmo Pievani: non sei vecchio, non l'ho mai neanche pensato.
Ho seguito il corso di laurea di scienze e tecnologie informatiche dell'unito. Anche due anni fa i termini tecnici erano tutti tradotti in italiano inclusi i libri di testo. Quindi direi che non è cambiato poi molto.
@@anonimo6603 non direi. Se è vero che nei primi anni si tenta di venire incontro agli alunni poco ferrati in inglese, ormai tutte le universitá (e aggiungerei per fortuna) insegnano ai ragazzi ad esprimersi con la terminologia inglese, che è imprenscindibile se si vuole parlare seriamente di scienza. In particolare, i corsi magistrali di materie informatiche sono in maggioranza erogati direttamente in inglese.
Mi sembra che il discorso di Pievani sia una puttanata. Non so a che conferenze ti riferisci, ma basta aprire il suo sito per leggere parole come "home" "about" "media gallery"
Bravissima, fantastica, superlativa! La competenza corrisponde sempre a incantevole chiarezza, come al solito nel tuo caso. Grazie Yasmina, non smettere mai di produrre questi contenuti, sono gemme ineguagliabili. Un saluto.
Video eccezionale, veramente. Un'oasi di lucidità in un mare di melma, incompetenza e faciloneria. Mi piace soprattutto la visione "realista" del parlante, la non riducibilità (e quindi la non sottostimabilità) delle sue _necessità_ di comprensione, articolazione e decodifica dei testi/discorsi. É il classico elemento che chi si ritiene "superiore" intellettualmente tende a non vedere e non considerare.
Seguo con interesse sia te che Entropy for Life, mi piacerebbe pertanto che tu continuassi a parlare di ciò che è di tua competenza (e lo stai facendo) e che lui facesse lo stesso (e non lo sta facendo). Il fatto di avere una credibilità, anche importante, in un dato settore, non fa sì che la si ottenga per osmosi in ambiti differenti. Bel video come al solito.
Pazzesco, secondo canale che mi sta sul cazzo che smonti 🥰 La mi stima sale alle stelle ❤️ Entropy FL non sa veramente di cosa parla e non sa parlare bene. Penso che molti utenti che usano il pensiero critico e abbiano delle conoscenze più o meno avanzate lo sappiano. Grazie! L'italiano è bello e ricco e non usarlo ogni volta che se ne ha la possibilità è assurdo!
@@sunamori Fusaro! Uno che parla bene ma che non è intellettualmente onesto quando non parla di sè e che quando lo fa se la tira fin troppo. Usa un sacco di vocaboli latini o Danteschi, ma spesso sono forzati nel discorso moderno, li usa solo per apparire altisonante.
Ho notato, nei miei tour, un restringimento del numero di termini e parole che i ragazzi conoscono. Faccio sempre più fatica a comunicare concetti e idee, il che restringe anche i limiti entro i quali si muove il pensiero.
Io sono anni che censuro la mia boria nell'esprimere concetti sui social, alla fine mi sfogo qualche volta nei commenti. Tante volte però a furia di sentire scemenze online, quel poco che si conosce su un tema sembra un mare di cultura e ci sentiamo autorizzati a pontificare su tutto. Anche se qualche volta, nella storia, i non addetti ai lavori hanno potuto superare i vecchi preconcetti degli esperti. Comunque viva Entropy e Yasmina. Ci vogliono canali come i vostri e trovarvi un difetto è veramente arduo. Recentemente ho dovuto studiare il termine Information Literacy, cioè alfabetizzazione dei processi informativi. E voi siete un perfetto esempio di questo tipo di divulgazione, così utile in questo periodo storico.
Infatti a me piacerebbe che l'ambiente di TH-cam permettesse serenamente la critica aspra ai contenuti, che non è una critica alla persona o al suo lavoro in toto, e che solo perché è aspra non significa che sia offensiva o irrispettosa. Temo però che questo mondo sia molto diverso da come lo vorrei, e ora che mi ci sto addentrando (quasi senza volerlo!) non so se faccia davvero per me.
Non capisco perché Giacomo non abbia portato come argomentazione l'unica sensata: uso anglismi massicciamente perché mi viene naturale, se vi da fastidio ascoltate qualcun'altro. È incredibilmente irritante questa mania dei creatori di contenuti e degli opinionisti di voler giustificare ogni loro manifestazione.
Be', se in molti gli scrivono sotto ogni video che usa troppi anglismi ci sta che volesse rispondere una volta per tutte. Però, appunto, in ultima analisi ognuno parla come vuole e come gli viene naturale, quindi se il discorso fosse stato quello nessuno avrebbe potuto contraddirlo, al massimo non concordare, ma è un altro discorso.
Avrebbe potuto dire anche che i ricercatori, dovendo usare comunque i termini inglesi per comunicare con la comunità scientifica internazionale, finiscono per trovare più comodo usarli anche tra di loro. Anche solo per non duplicare tutto il lessico relativo alla loro materia. Ovviamente questo non si applica automaticamente al linguaggio comune, ma dato che alla fine ciò che su questi argomenti arriva al pubblico generale parte inevitabilmente dagli ambienti specialistici, finisce per arrivare già pieno di anglismi e attecchisce in quel modo anche nella società.
Grazie, bel video. Apprezzo molto anche io la critica nel merito delle tue competenze, anche (e soprattutto 😆) nei confronti di uno youtuber che stimo e seguo da molto come divulgatore scientifico della biologia evoluzionistica 👍🏻 inoltre, da appassionato di lingue, penso sia importante apprezzarle e conoscerle (in primissimo luogo la propria madrelingua)
Finalmente qualcuno che lo dice apertamente! Se parli in giro di queste cose ti vedono come un alieno, quando negli altri paesi e le altre lingue sono più restie ad utilizzare così massicciamente gli anglismi come si fa in Italia. Grazie mille per questo video!
Il bello è che, da persona legata all'inglese quanto la propria madrelingua italiana, e (immagino?) cosmopolita, ci tengo moltissimo alla precisione e correttezza del rimanere con l'italiano quando si parla italiano (come per l'inglese e qualsiasi altra lingua quando il contesto è di ognuna). Mi da fastidio quando mi viene una parola comoda in inglese per pigrizia oppure non riesco a ricordare la traduzione sul momento di una parola in inglese col suo corrispettivo.
@ il cosmopolita italiano, se ci pensi quello che sta subendo la lingua italiana ora non è diverso da quello che ha fatto subire alle lingue locali in passato. In passato dicevano studia l'italiano perché ti eleva socialmente, cosa che non faceva il dialetto, ora l'italiano è il dialetto e la lingua che ti eleva socialmente è quella inglese. La lingua italiana è vittima della stessa mentalità che un tempo ha agevolato la sua ascesa. In altre lingue traducono tutti i termini? Vero, ma sono lingue che si sono radicate da molto tempo nel territorio e nella massa di parlanti, la lingua italiana è entrata nelle case italiane con mamma Rai, lo dicono tutti, e da meno di 50 anni può considerarsi lingua degli italiani, prima si parlava la lingua del luogo e in molte zone è ancora così, ergo non siamo affezionati a questa lingua e la conoscenza che ne abbiamo è ancora limitata al punto da dover ricorrere a prestiti linguistici. Ultima cosa le lingue più restie il più delle volte hanno un prestigio che la nostra lingua si sogna.
@@user-tt3nt7yv6z verissimo, avevo fatto anche un "meme" a riguardo qualche settimana fa. Sul prestigio non saprei, se parliamo di prestigio politico si, ma letterario...
Ho guardato un po' di sanremo e ho notato l'ombra di un nuovo modo di dire preso dall'inglese: 2022 letto ventiventidue invece di duemilaventidue... aiuto... sto male a sentirlo spero non diventi di moda...
Yasmina, io sono un programmatore informatico (mi occupo soprattutto di sviluppo web) e ti posso assicurare che tra noi informatici, quando parliamo del nostro ambito, siamo quasi obbligati ad usare i termini inglesi, perché tradurli in italiano sarebbe, oltre che inusuale, scorretto in quanto le "costellazioni" di significati che accompagnano le traduzioni italiane non corrispondono quasi mai a quelle del termine inglese corrispondente. Non parliamo poi di quelli che sono dei veri e propri neologismi *anche* in inglese, come byte: che senso ha cercare di "tradurlo" in italiano? Ovvio poi, non c'è neanche da dirlo, che anche noi informatici quando parliamo di altri argomenti, non usiamo questi termini specifici dell'ambito informatico, ma cambiamo registro e vocabolario a seconda dell'ambito.
Il lessico tecnico e specialistico è diverso, ed è normale che alcuni termini, relegati a quell'ambito, siano stranieri; vale anche per altre discipline. Qui però parliamo di parole che entrano nella lingua comune, e in seconda battuta parliamo di una così radicata abitudine all'uso dell'inglese da non riuscire quasi più a produrre testi di qualità in italiano, in quegli ambiti specialistici.
@@YasminaPani grazie, comunque in linea generale ti do pienamente ragione: l'abuso di inglesismi anche nei documenti infastidisce anche me, soprattutto quando è evidente che lo scopo è quello di "darsi un tono", come se conoscere qualche vocabolo tecnico straniero fosse dimostrazione di cultura.
@@barbarabozzo72 hai perfettamente ragione. Io sono laureato in letteratura nordamericana, indirizzo filologico-letterario e spesso non si capisce che il linguaggio tecnico e gergale è una cosa ben diversa da quello comune. Io parlo con moltissimi anglismi, quando comunico con persone che operano nell'ambito della musica (faccio da anni il giornalista musicale per webmagazine), dei film, dei giochi di ruolo o dei videogiochi, ma se parlo con qualcuno al di fuori di questi ambiti, essendo io traduttore...traduco in italiano o, dove proprio la traduzione fatica ad essere chiara, uso il termine inglese 'tecnico' ma lo spiego e lo contestualizzo.
@@YasminaPani Da traduttore e persona che scrive di musica metal e che usa moltissimi anglismi, ti do ragione. Il lessico tecnico, specialistico e settoriale (o gergale, in alcuni casi) è cosa ben diversa dal parlato comune. Sottolineo, però, che certi termini, come computer o mouse, sono nel linguaggio comune perchè, a mio avviso, la loro traduzione risulterebbe un po' indigesta: tradurre mouse come puntatore non si può, perchè il puntatore è la freccia che compare sullo schermo. Dispositivo di puntamento? Quello è un componente delle armi nei mezzi da combattimento. Ritengo che ci debba essere un equilibrio nei prestiti, specialmente quando hai a disposizione una traduzione corretta, esaustiva e già ampiamente utilizzata e collaudata: hub vaccinale mi fa ridere, fare una call mi genera fenomeni di labirintite e fare il breefing mi porta ad usare la stupenda espressione idiomatica di stampo cinofilo da te impiegata nel video, vale a dire usare l'inglese alla cazzo di cane. Complimenti ancora per i tuoi video.
@@OphionMcCallister77 risulterebbe indigesta oggi perché ormai quelle parole sono entrate nell'uso; se le avessimo tradotte dall'inizio ci sarebbero sembrate perfettamente normali (nelle altre lingue europee "mouse" è stato tradotto letteralmente).
Ho visto la "chiacchierata" che hai fatto con Maurizio e Arnaldo (Arnoldo?) e ti ho molto ammirata per la pazienza che hai avuto di fronte alle domande ipocrite e sempliciotte fatte per metterti spalle al muro, al qualunquismo alla "il cambiamento è cambiamento, non è né bene né male" (eh, vero, infatti il cambiamento climatico è solo un cambiamento, non ha niente di negativo, no?), agli argomenti fantoccio che ti metteva continuamente in bocca, ai sorrisetti saccenti e alle spallucce supponenti che faceva continuamente. E quando gli hai risposto "ma zio!" sei stata semplicemente stupenda, e l'hai messo in riga perché scendendo al suo registro linguistico da fessacchiotto, l'hai additato come tale e mi pare che lui se ne sia avveduto, e una calmata se l'è data. Le tue argomentazioni, come qui anche in quel contesto sono state inoppugnabili, secondo me. Mi chiedo solo Entropy For Life (non mi ricordo il nome) dove abbia tirato fuori quel personaggio, mai sentito prima, e dal quale ben mi terrò alla larga se mi ricompare...
È stata davvero un'esperienza brutta. Era in sostanza un'imboscata; ma se voleva mettermi in sacco avrebbe dovuto cercare un linguista vero da contrappormi 😀
@@YasminaPani a proposito, grazie per avermi risposto nonostante questo video sia di un po' di tempo fa. Tra l'altro, tu hai letto il libro di Entropy For Life? "Se pianto un albero posso mangiare una bistecca?" E' un capolavoro di disordine mentale, di concetti introdotti e mai veramente enucleati, scritti in quell'Italiano colloquiale che a pare andar di moda tra i "giovani influencer" di oggi (perdonami le virgolette per sottolineare il sarcasmo). Parlo di quella prosa in cui le subordinate sono semisconosciute, dove si scrive come si parla, come se il lettore fosse una persona con cui stai facendo una chiacchierata davanti a una birra. Sarebbe interessante sentirtelo commentare, anche se forse sarebbe un po' come infierire. Ovviamente c'è di peggio. Ho letto il "libro" di Barbascura "Il genio non esiste," e non solo l'ho trovato scritto con i piedi, ma contenutisticamente è assoluta immondizia. Però anche Entropy for life si mette d'impegno. Credo tu abbia già accennato all'impoverimento dell'Italiano nei libri che vengono pubblicati, e le eccezioni a questa tendenza mi sembrano talmente notevoli da meritare plauso, il ché mi rattrista (Argomentare, Watson di Eugenio Radin e L'Avvocato dell'Atomo di Luca Romano rientrano nel novero di tali eccezioni al pessimo italiano dei libri recenti che ho letto). Buon lavoro e grazie per i video che pubblichi e che mi fanno compagnia mentre lavoro!
Computer è ormai diventata una parola così comune, o mainstream se vi pare, che chi usa spesso anglismi tecnico-informatici per distinguersi dalla massa lo chiama macchina, in italiano. Considerazioni da profano che però con italiano ed inglese ci lavora: usare termini stranieri è spesso un modo goffo di ostentare cultura in tutto il mondo, tanto che gli inglesi eruditi chiamano il fallimento totale "fiasco", in italiano, la terminologia teatrale in inglese è spesso di derivazione italiana, mentre noi lo chiamiamo flop. Idem per la diva che in inglese è "primadonna", tutto attaccato, e in italiano è star. Gli anglismi usati per distinguersi sono non comunicazione, un misto di pigrizia mentale e provincialismo. Il problema è che usando termini stranieri con accezioni nazionali si finisce per non essere capiti ne da i propri connazionali ne dai madrelingua da cui la parola in teoria deriva. Un esempio è l'espressione latina Do ut des che è usata in inglese, ma non con lo stesso significato che gli attribuiamo in italiano. Mi direte, ma parla come magni! Ok, provate ad ordinare una pizza pepperoni in USA... 🙄
non capisco come tutto quello che dici abbia a che fare con uno sfoggio di erudizione. certi termini sono entrati nel linguaggio a partire da addetti ai lavori di vari settori o per altri motivi star=persona che ha una stella nella walk of fame di holliwood, termine poi esteso alla gente che primeggia per fama o talento. questo termine mostra solo il prestigio che holliwood ha avuto al punto da influenzare diverse lingue straniere. allo stesso modo in cui usare "red carpet" non è affettazione ma tradurlo suona come un tentativo di difesa della lingua molto ingenuo. Passando a determinati settori dove i termini inglesi o gli anglicismi sono prevalenti (e.g. nell'informatica o nell'ambito scientifico) bisogna ricordare che lo scopo primario è mettersi in relazione con una comunità internazionale e che l'apprendimento passa per manuali, articoli, siti web e forum interamente in lingua inglese. quindi magari si apprende il lessico italiano successivamente e con uno sforzo extra, ottenendo un valore aggiunto solo se si parla a un pubblico non addetto ai lavori
mi ricordo che si usava il termine macchina per intendere computer piu' nell'ambito tecnico informatico, per esempio, nel laboratori, oppure gli assemblatori usavano il termine macchina, secondo me il problema e' che fuori dal quel contesto davvero non si capisce a cosa ti riferisci soprattutto che il termine macchina ormai e' diventato troppo comune per l'automobile XD pero' la webcam io la chiamo la videocamera... mi viene naturale cosi' essendo quella cosa che serve a fare la videochiamata... e' sbagliato?
@@matsiv5707 la "Walk of fame" è stata creata nel 1955-1960. Il film "A star is born" è del 1937. Sono le stelle di Holliwood boulevard a derivare dal termine in uso, non il contrario. A quell'epoca in USA tra gli addetti ai lavori di vari settori si utilizzava con lo steso significato anche il termine "diva", in italiano.
io credo non sia corretto usare videocamera per la webcam, ma semplicemente perché la telecamera/videocamera è un dispositivo a sé che registra video su un supporto (casseta, sd) quella per le vacanze per intenderci @@solyan6776
A volte la crociata verso gli anglismi è davvero fine a sé stessa, nonché estenuante. In ambito informatico e di grafica digitale alcune parole inglesi sono diventate di uso internazionale perché i software ("programmi" per quelli dell'istituto Luce) sono stati creati in america e Inghilterra e, successivamente, hanno avuto una distribuzione capillare. Se uso Photoshop so bene che "dehaze" non diventa "foschia", perché la nomenclatura di quel parametro fotografico ha una sua utilità e un significato che valica i confini nazionali,.quel particolare anglismo ha assunto una dimensione neutra attraverso la lingua franca dell'inglese. Ram (random access memory) per economia comunicativa rimane RAM, se compri un banco di ram su eBay dalla Thailandia utilizzi la lingua passepartout inglese, senza rincoglionirti ogni volta a fare traduzioni estemporanee dall' italiano al thailandese o dall' italiano al vattelapesca. Detto questo: bug rimane bug, hacker non diventa pirata informatico e altre oscenità. Gli inglesi usano allegro, alto, adagio andante, bel canto e altre mille parole specialistiche nate in Italia, nessuno si scandalizza e pensa, giustamente, di cambiarle.
mi trovo assolutamente d'accordo con te. I miei professori di informatica alle superiori non dicevano la parola "computer" ma "elaboratore" o "calcolatore" oppure ma molto di rado "terminale" . Io sento spesso di gente che usa tantissimi anglicismi ed appena uno dice "ma non è meglio usare la parola italiana?" molto spesso sento che rispondono "ahhh, non sapere l'inglese nel 2022!1!1!1!1" , il ché è un cosa che non c'entra. Sento spesso anche "ahh, le parole non possono essere tradotte". Che poi questi anglicismi vengono usate anche male. Adoro i tuoi video, continua cosí! 😊
La gente risponde sempre in maniera molto aggressiva quando glielo si fa notare, io non sono una linguista ma avendo studiato recitazione già mi rende assolutamente contraria all’uso degli anglismi ma essendo conoscitrice dell’Inglese perché vivo in Regno Unito mi rendo conto che gli anglismi buttati a caso nell’italiano in realtà non vengono nemmeno usati nella lingua inglese stessa, faccio l’esempio di “smart working” non ho mai sentito questa terminologia uscire dalla bocca dei britannici, semplicemente loro dicono “working from home” ! Il famoso nastro adesivo che noi abbiamo sempre chiamato “scotch” loro lo chiamano “tape” più tante altre parole assurde che insistiamo ad usare con convinzione che nemmeno esistono nell’inglese! Una cosa ancora più grave ed imbarazzante che ho notato è che tutte queste persone che usano anglismi in realtà nemmeno parlano, capiscono o conoscono l’inglese, su questa piattaforma seguo persone che usano termini inglesi ogni tre per due in ogni dannata frase e poi se escono con “eh ma raga io con l’inglese sono una pigna111”… ma perché diamine usi terminologie che non conosci? Rendiamoci conto che un buon ottanta per cento delle persone non ha idea di cosa dice mentre parla, è preoccupante!
Anche in italiano esiste la versione autoctona per computer. Anzi ne abbiamo addirittura due: calcolatore ed elaboratore (in entrambi i casi è sottinteso l'aggettivo "elettronico").
Spero sempre che ci sia qualcuno in grado di dare un contributo per migliorare la qualità di TH-cam. Tu dai sicuramente questo contributo. Grazie e continua così.
Premesso che grazie a questa diatriba sugli anglismi con entropyforlife ho scoperto il suo interessantissimo canale. Io non sono linguista e non so niente della materia che lei padroneggia molto bene. Mi permetto di dare la mia esperienza personale. Nel mio lavoro mi trovo ad avere la maggior parte della documentazione in inglese parlare e scrivere con colleghi italiani e stranieri in lingua inglese. Mi trovo ad usare termini inglesi storpiature di parole inglesi italianizzate perché è più comodo e più veloce, tutti capiscono. Spesso soprattutto nello scritto mi trovo col dilemma se tradurre correttamente i vari anglismi in italiano. Perdo un sacco di tempo e quando lo faccio spesso il senso del disco non è chiaro. Il ragionamento di Giacomo secondo me ha senso in quanto a me sembra essere un approccio pratico nella vita reale,poi lei ci ha spiegato la teoria della lingua ed i tecnicismi della materia ed è stato molto interessante.
Capisco bene che sia più rapido, e in questo senso il parlante fa come gli viene automatico. È qui che si ritiene che il linguista, che conosce anche i pericoli di questi fenomeni, debba intervenire per indirizzare la comunicazione su larga scala, aiutando i parlanti a trovare le alternative e ad esprimersi correttamente nella loro lingua madre.
@@thomasmenegolo9763 I problemi sono numerosi e molto complessi. Semplificando: a livello di comunicazione pubblica c'è un problema di chiarezza. A livello di parlanti c'è un progressivo perdere l'abitudine di manipolare la propria lingua, che quindi risulta sempre meno adatta a numerosi contesti emergenti, tanto che in alcuni ambiti si finisce col parlare direttamente in inglese. Non si usano i meccanismi di formazione delle parole dell'italiano, come se non si conoscessero, e dunque non si esercita pienamente il potenziale linguistico, che quindi è impoverito. Oltre a questo, spesso l'anglismo, essendo parola di "moda", soppianta due o tre possibili varianti italiane, producendo ulteriore impoverimento.
Ciao, ho guardato decine di tuoi video e mi sono sempre trovato d'accordo. Questa volta credo che il discorso di "tutto è traducibile" è vero ma solo in parte. Questo è vero per idee, concetti e azioni ma i nomi di oggetti tipici sono intraducibili. Tipo : igloo, katana, kimono ecc sono traslitterati ma non tradotti. Comunque fai un ottimo lavoro e continuerò a seguirti volentieri
Sono completamente d'accordo. In particolare quando parli di pigrizia o ignoranza come causa di certi prestiti. In realtà ho spesso l'impressione che chi si sente ignorante della lingua riesca a sentirsi "più acculturato" usando anglismi non necessari, oppure che "faccia più fico/più moderno".
L'argomentazione più bella che sento è che usare gli anglismi avvicina le persone all'inglese. Infatti, come si può ben vedere, i ragazzini che usano termini come "cringe bro", "dov'è il content?", "builda", "carriare", poi si dimostrano dei veri esperti della lingua inglese, con una padronanza seconda solo ai professori universitari di Oxford e Cambridge.
Settabile al posto di regolabile anche non si può sentire. Poi li senti parlare in Inglese è paiono Super Mario. Però fin quando rimane nel gergo del gaming (videoludico) va pure bene.
@@CoppodiMarcovaldo789 Sì, la mia critica era rivolta a chi sostiene che usare qualche parolina "mainstream" ci renda tutti degli Shakespeare del ventunesimo secolo. Sono assolutamente favorevole allo studio intensivo dell'inglese nelle scuole, ma ci dovrebbe essere una linea di separazione: quando parliamo in italiano si parla italiano, e quando parliamo inglese si parla in inglese. Andare verso una lingua ibrida e miscelata mi fa venire i brividi solo a pensarci.
@@thekyuwa a proposito di Shakespeare, c'è un altro fenomeno del mainstream, le pseudocitazioni. Ogni santissimo anno, in particolare in occasione dell'8 marzo, sui social compare un lungo componimento, che si intitola, "In piedi, signori, davanti ad una donna", attribuita, nientepopodimeno, che al Bardo più celebre della storia. Peccato, che quella citazione non compaia in alcun testo di Shakespeare, compresi i sonetti e i poemi. D'altronde, basta conoscere un minimo Shakespeare per rendersi conto che lo stile non ha nulla a che vedere, al più potrebbe essere stato scritto da Fabio Volo, per tacere del fatto che considerare il Bardo una sorta di femminista ante litteram è un po' azzardato. Che poi, se fossero vere anche solo la metà delle citazioni attribuite ai vari Oscar Wilde, Bukowski, Einstein compagnia cantante, che circolano in rete, questi sarebbero dovuti nascere, indicativamente, all'epoca di Traiano, anno più, anno meno....
Quanto hai ragione! Non solo è l'argomentazione più bella, come la chiami tu, ma è anche una delle più frequenti. Quante volte ho sentito insinuare che chi è contro gli anglismi non sappia l'inglese, spesso l'ho anche provato anche sulla mia pelle. Poi senti parlare loro e sembrano Renzi.
@@beatiroide c'è da dire comunque che ho sentito parlare Renzi in una trasmissione con la Le Pen e mi sembrava che in francese se la cavasse meglio, mi pareva più fluido nel parlarlo, anche nello studio lo avevano notato. Poi, va beh, io del francese so giusto " Je suis Catherine Denevue", sempre che la scritta sia corretta, quindi il mio parere vale abbastanza poco...
L'algoritmo di youtube mi ha proposto questo video. Iscrizione immediata. Approfitto per suggerire, se non è stato già fatto, un video sull'utilizzo di "superbello, superdivertente, supergrande ecc" al posto dei rispettivi superlativi.
Innanzitutto, Entropy for Life ha detto che di solito, non sempre, la motivazione di chi rifiuta gli anglismi può avere certi motivi, senza generalizzare. "Sapete chi sostiene l'idea contro l'uso di anglismi?" Principio di autorità. Sentiamo le spiegazioni. Poi come mai parli di competenza nel settore e affermi che l'argomentazione del gergo scientifico non sia valida senza conoscere il settore e portando come esempio il gergo che si utilizza in filosofia? Lui ha fatto un discorso secondo me condivisibile sulla rievocazione di interi concetti grazie all'uso di una parola. Porto un altro esempio: la fitness. Se nomini la "fitness" qualsiasi biologo saprà di cosa starai parlando, invece se provi a tradurla utilizzerai un termine non in uso per quanto riguarda quell'ambito scientifico. Poi, parlando dell'argomentazione tecnologica, mi sembra che tu abbia mancato il punto: nessuno, né Entropy for Life, ha detto che bisogna accogliere qualsiasi termine inglese, né che sia giusto e doveroso preservarne l'origine inglese, ma spiega solamente il perché determinate parole spesso tendono ad entrare nella lingua sotto forma di anglismi e non come parole "100% italiane". È ridicolo usare termini inglesi nella tecnologia? Okay, utilizza "topolino" per identificare il mouse. Oppure tu ne usi un' altra? "Ovvio" non vuol dire che sia ovvio che sia andata così e che si utilizzi mouse in italiano, dato che in altre lingue è stata tradotta la parola computer. Intende che sia ovvio ormai che la parola mouse difficilmente verrà eradicata e che rimarrà probabilmente almeno nei prossimi decenni l'unico termine per descrivere quell'oggetto in italiano. Nel discorso diretta vs live non dice che è la parola italiana a creare confusione, bensì che dipende dal caso: su Instagram sarebbe ingannevole l'utilizzo di "live", su TH-cam sarebbe ingannevole l'utilizzo di "diretta". Poi magari è un cruccio superfluo, ma non ha preferito, né a priori, né a posteriori, la versione inglese. Che senso ha l'esempio traduzione dei testi in sanscrito? Avrebbe senso se non fosse già stato portato l'esempio del linguaggio gergale. Anche lui ha detto "perché non tradurre keen selection come selezione parentale? beh, non è la stessa cosa per ora". Significato di ciò che ha detto: proviamo a trovare la traduzione e vediamo se funziona. Non è un atteggiamento dogmatico. Ognuno comunque ha il diritto di parlare di ciò che vuole, anche perché tu parli di temi sociali trasversalmente ai discorsi linguistici, qui per parlare di scienza hai parlato di filosofia, davvero tenero e ingenuo, come se secoli fa in Germania si sostenessero convegni quotidiani con taiwanesi, indiani, finlandesi, canadesi, e come se ogni pubblicazione filosofica fosse caricata in una rete internazionale specifica per le pubblicazioni filosofiche.
Suvvia, io seguo sempre Giacomo quando parla di roba scientifica, ma questo video è stato proprio inutile e male argomentato. Tutte le argomentazioni erano autoreferenziali, "a me sembra ridicolo", "ma è ovvio" " a me richiama nella mente" ecc. ecc.
Il principio di autorità non c'entra, era semplicemente una battuta. Al di là di questo, mi sembra che non sia pervenuto il messaggio: la critica è alla volontà di voler giustificare le proprie preferenze tramite delle argomentazioni apparentemente oggettive e logiche. Nessuno sta criticando la volontà di tener fede agli anglismi, né tantomeno le modalità tramite le quali ciò viene posto in essere; basterebbe prendersi la briga di specificare dove stia la realtà e dove invece si attesti l'opinione. Ciò puntualmente viene evitato, ed è la radice del problema. Cerchiamo di porre l'accento sulle prese di posizione in virtù della volontà di legittimazione dell'opinione personale, piuttosto che tacciare gli altri di ignoranza.
@@chiararuocco2811 certo che sono motivazioni autoreferenziali (che comunque prova a spiegare dandogli una connotazione generale), perché il video nasce sulle critiche rivolte a lui; manca la tua argomentazione però
@@AA-nw7hi il principio di autorità non è una battuta ma un cardine di questo canale perché viene continuamente ribadito a inizio e fine video; le motivazioni di Entropy for Life hanno una logica, quindi che senso ha dire che il messaggio di questo video sia una critica verso chi giustifica le proprie preferenze tramite argomentazioni logiche? Un'argomentazione può essere logica e non condivisibile. La logica c'è, poi che non la condividiate è un altro discorso. E che voglia farle passare per oggettive è un processo alle intenzioni.
@@lucianobatteri Guarda, la critica a lui semplicemente va ignorata, ognuno parla come vuole, questo è chiaro. Ma lui è andato ben oltre questo, tanto è vero che il video non è in difesa di sé stesso, ma in difesa degli anglismi. In quanto alle mie argomentazioni gliele ho esposte sotto il suo video, è inutile ripeterle qui.
Yasmina concordo con tutto, l unica questione su cui mi sento di contraddire è quella della traduzione linguistica. Come hai ben specificato tu nella storia si è sempre tradotto, il problema è che la traduzione, in contesti specifici come quello scientifico rendono molto difficile il dialogo internazionale che a differenza di 100 anni fa se sei uno scienziato oggi è all ordine del giorno. Per farla semplice se io studio una determinata materia per anni e acquisisco un lessico ed un linguaggio soecifico proprio di quella lingua variegato ma unico di quella lingua, questo poi mi porterebbe a dover sostanzialmente "ristudiare" tutto ciò che ho già studiato e questa è una grande limitazione. Se invece mi vengono insegnati i termini specifici direttamente in inglese io li imparerò una sola volta. Personalmente io sarei d accordo ad insegnare a questo punto, in ambiti ad elevate internazionalità come quello della ricerca SOLO in inglese, ma capisco che questo abbia degli aspetti negativi (tu ne hai spesso parlato) e quindi non so quale potrebbe essere la soluzione.
Ma veramente anche cent'anni fa era necessario capirsi tra studiosi, solo che non era un problema imparare più di una lingua, come invece pare sia adesso. È assurdo pensare che imparare dei termini nella tua lingua madre rappresenti un dispendio di tempo!
@@stegosandrosos1291 come EFL ha distrutto dalle fondamenta un video di Mortebianca sull'ambientalismo su cui palesemente non sa un cazzo, così Yasmina ha fatto con il video di EFL sugli anglismi
Vedendo il tuo video ho pensato a proposito di questa gente: "eheh...quando il metodo Burioni ti si ritorce contro" co 'sta faccia -> :P Ho goduto, lo ammetto, e pur non avendo in antipatia Giacomo hai (mi si perdoni l'anglicismo) debunkato il debunker. Con questo tuo fare ti stai inimicando mezza youtube Italia, e il bello è che hai assolutamente ragione di farlo. Poi che tenerelli quando ti danno della livorosa o sbattono i piedi per il turpiloquio quando i primi a pontificare ad mentula canis di tutto e di più sono loro, abituati come sono a farsi le pippe a vicenda come una cooperativa di tassisti de provincia.
Però c'è qualquadra che non mi cosa. Questo atteggiamento dovrebbe, almeno come effetto collaterale, far aumentare i Numeri a Yasmina, ma non Vedo che I Numeri siano aumentati. Dopo un giorno questo video resta a 5mila visualizzazioni, pari al numero degli iscritti. Che TH-cam Sia cambiata? Che Sia cambiato qualcosa nel pubblico? Io e molti altri conoscemmo Barbascura per il Trono di Spade, ma Il suo canale fece Il vero passo Avanti quantitativo quando esplose la polemica sui panda. Io seguivo Caleel da quando il suo canale aveva un anno o sei mesi, ma credo che Caleel si sia davvero imposto e affermato su TH-cam anni dopo, quando, dopo essere stato elevato Al Rango di interlocutore saggio sul Trono di Spade, ha iniziato a quasi "blastare" i fan accaniti di Ned Stark che ritenevano che questo personaggio, Il cui ritorno sarebbe stato secondo Lui del Tutto inutile dal Punto di vista narrativo, potesse tornare in vita. Inoltre, come pensavo di scrivere in un altro commento ore fa, fare video di risposta ad altri TH-camr è utile a "far crescere Il canale". Sapete come ho conosciuto Io Entropy For Life? Non grazie a Bressanini, che l'aveva lanciato, che gli aveva dato Il suo "endorsement", ma imbattendomi in un suo video di commento ad un video di Barbaroffa, che può essere considerato lato sensu un "linguista" (è traduttore o interprete e parla di lingua e di lingue). Dunque Il cerchio si chiude, mi sembra di trovarmi in un "loop": da un video di Barbaroffa giunsi ad Entropy for Life e per Barbaroffa Alla sua comparsa vi posi Il click primigenio, Ed ora sono entrato in un video di Yasmina Pani, che già conoscevo, principalmente per il rimando ad Entropy for Life. Tra l'altro, cosa buffa, nel mio vago ricordo quei due video parlavano di maschi e femmine e di maschile e femminile. Quello di Entropy si collegava in modo un po' forzato a quello di Barbaroffa, ma Il canale all'epoca era agli albori e aveva bisogno di questi collegamenti e di queste forzature. Maschi e femmine, maschile e femminile. Sempre queste cose sono protagoniste di questo Anello, di questo ricorso.
@@davidescarin1265 pensa come sono messo io, che non conosco un solo nome di quelli che hai citato...so solo che "Il trono di spade dovrebbe essere una serie televisiva di tipo fantasy...Comunque, non so se ho capito bene, ma una "polemica sui panda" avrebbe fatto aumentare la popolarità di qualcuno? Sono curioso, non sapevo che i panda fossero divisi...
@@WannaBeBuddha che dobbiamo fare per farvi tornare? Fondare una nuova religione? Poi rispuntare così nei commenti è da stronzi. Siete come la ex che ti ha lasciato, di cui sei ancora innamorato e che mentre cerchi di dimenticarla ti scrive per sapere come stai
Gran bel video! Non solo per chi lo presenta (da tempo conosciamo le sue doti), ma anche perché ha permesso di introdurre Yasmina ad una ottima diretta su Entropy For Life: questo la ha potuta presentare ad un pubblico più ampio. Seguendo entrambi i canali, ho personalmente gradito ancora di più il contributo di Yasmina! Grazie, e pollice alzato!
Hai ragione però avrei preferito un tono più pacato. Entropy aveva fatto un video "critica" proprio come il tuo qualche settimana fa, ma utilizzava un tono molto più moderato. Magari è un tratto della tua personalità non ti conosco, però secondo me Giacomo è il tipo di persona che ci potrebbe rimaner male. Forse un po' più di pacatezza e sensibilità nell'esprimere le argomentazioni gioverebbe alla comunità. Sembra che esistano solo due alternative sui social: ammazzarsi oppure limonarsi anche quando l'altro ha toppato. Esistono anche le vie di mezzo. Scusami se mi sono dilungato, comunque ho apprezzato il contenuto del video, è utile anche per me che in effetti tendo a utilizzare inglesismi quando parlo di cose scientifiche.
Ti ringrazio per la critica. Sì, è il mio carattere e anche il mio stile, per vari motivi, cioè proprio per scelta. Quando dialogo con le persone poi ho un atteggiamento ovviamente molto diverso.
PAROLE SANTE! Un "esempio deleterio di anglismo" è l'uso dei termini inglesi usati nelle grandi aziende per definire le mansioni dei lavoratori, al fine di svuotare le parole di significato all'atto del demansionamento; il demansionamento progressivo sul lavoro, la dequalificazione professionale sono il cardine della emarginazione sociale, uno scivolo verso un odioso licenziamento ingiusto.
Ciao Yasmina, ho appena visto entrambi i video (velocizzati perché devo correre a lavoro) e premetto che le tue argomentazioni mi hanno convinto più di quelle di Giacomo. Quello che desidero dirti fin dall'altro video risposta verso lo youtuber che non hai nominato, è che con un approccio più costruttivo nei loro confronti otterresti un risultato maggiore che bacchettandoli (pur essendo le tue spiegazioni pressoché inoppugnabili). È vero che ci sono creatori di contenuti che non meritano rispetto, ma altri, come quelli che hai citato fino ad ora, sono certo che sarebbero ben lieti di collaborare con te e farsi spiegare cose di cui effettivamente sanno poco e nulla. Se avessi un po' di tempo per sbirciare alcuni dei loro lavori più importanti scopriresti che sono persone tutto sommato in gamba e che amano fare ciò che fanno al meglio delle loro capacità, ma soprattutto sono in grado di capire se hanno sbagliato, di correggersi e di chiedere scusa alla loro comunità (è strano usare questo termine al posto di "community"). Non ho altro tempo per elaborare oltre questo commento, spero tu lo legga col tono di un iscritto che apprezza molto il lavoro che stai facendo qui su TH-cam.
Ma io non ho mai detto che non sono in gamba. Non mi permetterei mai di giudicare il lavoro di qualcuno che si occupa di cose che non conosco e non capisco affatto. Sono sicura, come credo di aver detto (a volte mi dimentico cosa taglio e cosa mantengo nei video, scusami), che sono molto bravi in quello che fanno (perlomeno alcuni); il punto non è questo, ma il ritenere che la linguistica sia qualcosa di cui tutti possono parlare, a differenza di altre discipline che, giustamente, si ritiene siano tecniche.
@@YasminaPani però potresti tenere a mente che spesso questo è un errore compiuto in buona fede. Io stesso, prima di conoscerti, sarei stato pronto a parlare di molti degli argomenti che è un sollievo sentire trattare da te (schwa, ad esempio). Nonostante la mia opinione sia spesso concorde alla tua, la avrei argomentata in maniera bislacca, invalidandola senza saperlo. Credimi, non è presunzione. Parlare tutti i giorni una lingua ci dà la percezione di capirla oltre il nostro livello vero di comprensione, così come guidare un'auto tutti i giorni ci dà l'istinto di aprirne il cofano in caso di guasto. Che esempio del cazzo, lo so. In ogni caso, credo sia una specie di effetto dunning-krugher. È solo guardando i tuoi video che ho capito che davvero c'è un mondo dietro a ciò che diciamo, e che va oltre l'Analisi logica e grammaticale. Prima di sentire il il termine "linguistica comparata" con relativa spiegazione in un tuo video, credevo di essere l'unico ad aver trovato curiose somiglianze di parole in diverse lingue, e invece ora so il nome di ciò che mi ha portato una curiosità inizialmente quasi inconscia, ma comunque ancora acerba, per questa disciplina. Si vede che ami quello che fai ma non puoi mettere sullo stesso piano Entropy for life e la Murgia quando fai video di tirate d'orecchie. Murgia sbaglia nel priprio campo, che dovrebbe conoscere. Può essere criticata. Altri magari non sanno neppure dell'esistenza del mondo della linguistica di cui parlano e della relativa estensione: sei pioniera nel tuo campo di divulgazione, specie nel modo in cui la fai, e forse occorre avere pazienza. sai benissimo che crescerai parecchio e iniziare a *bLaStArE* tutti indiscriminatamente non so se porrebbe buone fondamenta. Insomma, sembra che ti incazzi con chi sbaglia in buona fede quando focalizzarsi invece sul problema, e non sulla persona, sarebbe più costruttivo. Però non troppo che un cicinin di pepe è sempre divertente e, a volte, giusto. Perdonami per la forma di quanto ho scritto: avrei voluto esporre meglio questo commento ma sono in sessione, devo studiare e il tempo scorre veloce come le lacrime sul mio viso mentre non mi vengono le RedOx. Ciao neh!
@@YasminaPani Mattia ha elaborato meglio ciò che volevo dire. Tu sei il tipo di prof che avrei voluto alle superiori e io mi auguro che tu diventi un punto di riferimento su TH-cam perché c'è bisogno di divulgazione seria e divertente sugli argomenti che tratti, ma il mio è anche un invito a discernere tra i fuffari che non meritano di essere ascoltati nemmeno in ciò che definiscono essere il loro campo, e gli youtuber onesti intellettualmente ai quali capita ogni tanto di scivolare nel parlare di argomenti in cui non sono esperti, ma con cui potresti collaborare entrando nella loro bolla e coinvolgendo anche le loro comunità di iscritti e ispirandoli ad approfondire le tematiche che ti stanno a cuore. Ti vogliamo al top, Yasmina!
Credo abbia maggiore interesse a produrre video polemici, perché con il meccanismo polarizzante dei social si guadagnano più follower ("seguaci") in questo modo piuttosto che facendo video pacati e con poco astio. Impressione mia eh, magari mi sbaglio.
Caspita... Ci vai giù pesante... Onestamente, ho pensato anch'io che il video di Giacomo fosse un pelo "ignorante" e capisco la frustrazione nei confronti della supponenza nel voler parlare di cose di cui non si è esperti... Da semplice amante della lingua ed iscritto di Giacomo, mi sono anche permesso di esprimere alcune perplessità commentando il suo video e, mi fa piacere aver scoperto il tuo canale ed ascoltato le tue motivazioni a riguardo (mi rivedo molto più nelle tue argomentazioni che nelle sue) Mi è dispiaciuto però, sentire un tono così severo e duro da parte tua, nei confronti di un video che non aveva la pretesa di "insegnare" qualcosa ma, soltanto di spiegare delle scelte, decisamente opinabili, ma personali... Spero abbiate modo di parlarne magari in privato Mi piacerebbe vedervi insieme in una live... Sicuramente sarebbe una possibilità di arricchimento per gli iscritti di Giacomo (sono in conflitto di interessi, lo so)
È il mio tono, il mio carattere e il mio modo di essere diretta e senza peli sulla lingua. Non ho insultato nessuno, del resto, ho solo rettificato delle cose sbagliate; cosa che farebbe e fa qualunque divulgatore quando sente dire sciocchezze in relazione alla sua materia. Non ha espresso delle opinioni, non ha detto "a me piacciono gli anglismi", ha preteso di spiegare perché ci sono, perché sono preferibili in molti casi all'italiano. E nel farlo ha detto cose sbagliate. Comunque l'ha diretta c'è stata, anche se a discutere (se vogliamo chiamarlo così) con me è stato più che altro Barbaroffa: th-cam.com/video/560Orv96lyU/w-d-xo.html
@@YasminaPani chiarissimo, ed infatti, in linea di massima ho apprezzato il tuo video. La live l'ho recuperata qualche giorno dopo e, in quell'occasione, barbaroffa (che conoscevo già) mi ha un po' deluso sinceramente mentre ho apprezzato moltissimo il tuo intervento (ed in generale, il fatto che il "confronto" ci sia stato) ma vabbè, quello che penso riguardo alla live l'ho scritto nei commenti di quel video. Comunque sappi, per quanto possa contare, che ti ho considerato una piacevole scoperta. Dopo di questo ho visto altri tuoi video e, li guardo con piacere quando mi compaiono nella home
Che bellini questi di Entropy For Life, tuttologi onniscienti che spaziano dalla genetica alla linguistica ( tra un po' ci daranno anche la ricetta della parmigiana di melanzane)
Io lavoro all estero da 30 anni e ormai parlo piu o meno correttamente 6 lingue e l'Inglese lo uso molto di piu` dell'Italiano, tanto che spesso, quando torno a casa e parlo con amici e parenti, mi blocco su certi termini perche`non mi vengono in Italiano e devo farmeli suggerire o devo fare mente locale. Pero` da sempre`mi da un fastidio tremendo sentire giornalisti, presentatori e adesso un po chiunque, utilizzare termini Inglesi laddove esiste e si e`sempre usato il termine italiano. Mi ricordo come mi infastidiva sentire le telecronache del calcio con il commentatore di nuova generazione che diceva Goal invece di Rete, Corner Invece di calcio dángolo, penalty invece di Rigore e via via, passando per gli impiegati che parlano di meetings, briefings, goals, sales e quant'áltro e poi quando li fai parlare in inglese non riescono a ordinare una pizza!
La mia sensazione da non addetto ai lavori è che i linguisti vengano ignorati perché sconosciuti, sui quotidiani non se ne parla quasi mai e prima di conoscere questo canale per esempio non sapevo manco di cosa di occupassero. Mentre da informatico e conoscitore del francese ho subito capito l'errore di Giacomo però è vero che gli informatici usano solo l'inglese. Per esempio all'università tutte le fonti usate per le lezioni sono in inglese, quasi tutte le magistrali in lingua inglese e anche nelle triennali in italiano molti corsi sono tenuti in inglese. Per giunta pure in Francia la terminologia tradotta la usa solo chi non è del settore gli addetti parlano solo inglese, banalmente perché non esiste documentazioni in francese per certe tecnologie.
Sì, quello dell'assenza della figura del linguista a livello pubblico è un grande problema. Comunque attenzione: parlare in inglese è diverso dall'usare gli anglismi all'interno di un'altra lingua!
@@YasminaPani Sulla seconda parte mi sono espresso male, volevo dire che quello che vedo sono dei compagni di corso che studiando in inglese e certi termini non li sanno tradurre. Il risultato quindi è quello di gente che parlando italiano usa termini inglesi anche dove esiste un corrispondente in italiano. In ogni caso fare una tesi informatica in italiano è un inferno, quindi capisco il problema. Sarebbe stato mille volte più facile farla in francese mi sono trovato a usare traduzioni insolite o ad avere più termini inglesi che in italiano in una frase.
Yasmina, sei un faro nel buio. E niente non aggiungerò altro. Benedirò sempre in nome di Luca e Riccardo che mi hanno permesso di conoscerti :) GRAZIE! Solo un appunto: Secondo me quando si allude al sindrome del "cazzo piccolo" di cui soffrirebbe il nostro popolo, si fa specchio riflesso. In realtà sono proprio quelli che temono di sembrare dei provinciali o dei bacucchi ad abusare degli inglesismi (perché gli farebbe schifo utilizzare termini forbiti o desueti. Non lo so? Hanno mai letto il Topolino degli anni 80? Quando Paperone chiamava il vecchio fucile "archibugio"?). Lasciando stare i ragazzetti e i linguaggio internet, "la mission aziendale" è un esempio lampante.
Ahahah come lottaaaaaa. Si vede che l'argomento ti ha pungolata e sono contento che ne sia uscito un video dettagliato, che al di là del diatriba che si è creata ( oggi diremmo dissing, per restare in tema), ha dato più conoscenze a me ascoltatore, e ne son felice
Se posso portare la mia esperienza personale volevo fare un appunto sugli anglismi nel linguaggio tecnico/scientifico. Per lavoro devo leggere quotidianamente articoli, documentazione, manuali e sebbene vengano prodotti da persone (o gruppi di persone ) provenienti dalle più svariate parti del mondo (dalla Francia, al Vietnam, alla Cina, alla Germania etc ) sono ovviamente in inglese e anche le comunicazioni verbali con queste persone sono in inglese. Capita che debba relazionarmi anche con italiani e in questo caso per "praticità" viene scelto l'italiano come lingua di comunicazione (solo verbale), italiano che pero' porta con se tutte le terminologie tecniche ereditate dalla base comune di informazione in inglese. Perché capita questo secondo me? 1. L'interlocutore italiano di solito non ha un inglese abbastanza buono per poter avere una comunicazione verbale efficace 2. Abbiamo un vocabolario già codificato di termini inglesi, codificarne uno nuovo, accordandosi sui termini tradotti, potrebbe impiegare molto tempo ed essendo un campo molto specifico forse rimarrebbe poco diffuso, morirebbe e bisognerebbe ogni volta ricrearlo.
I gerghi specialistici sono una questione complessa, diversa dalla lingua comune (tra l'altro ne parlerò stasera in diretta con l'Avvocato dell'Atomo); tuttavia anche nei linguaggi settoriali c'è sempre stata la tendenza a tradurre o almeno ad adattare foneticamente il prestito (quindi noi diciamo "cardiologo", gli inglesi dicono "cardiologist"). Oggi questa tendenza si va perdendo, e non per comodità, ma davvero per pigrizia. È un segnale molto importante di quanto siamo poco propensi allo sforzo cognitivo per produrre una comunicazione migliore.
@@YasminaPani perdonami, forse dirò una fesseria, ma non so quanto l'esempio funzioni. Nel caso di "cardiologo" il termine base sia per inglese che italiano è impostato, costruito sull'utilizzo del greco, quindi è normale che non venga in mente di usare come prestito "cardiologist", laddove prestiti più recenti derivano specificamente dall'inglese perché il termine tecnico è stato coniato per primo in inglese. Idem per altre lingue. Ormai è in uso il termine Triage, dal francese, per ragioni storiche. Può essere tradotto, ma in ambito tecnico specifico si preferisce usare triage
@@marbet2395 @Mar Bet sì, è diverso, ma era per dire che solitamente c'è almeno adattamento fonetico o grafico quando ci sono entrate massicce di termini
@@YasminaPani sì, ma avviene nel tempo. Oggi forse, la butto lì senz'arte né parte e senza pretese, il passaggio dei vari anglicismi non avviene soltanto nei tecnicismi di settore, ma anche attraverso l'esperienza comune con i social media, che rendono disponibili tutte le lingue del mondo, ma di base usano l'inglese. In tal modo è più semplice che per pigrizia si finisca per essere colonizzati in maniera più massiccia rispetto al passato da una serie di anglicismi che arrivano nella lingua comune del parlante medio senza mediazioni, a volte destinati a restare, a volte come moda passeggera.
Della serie "parlate come mangiate" :) Brava, argomenti semplici ma chiari. Ho avuto spesso modo di confrontarmi con questi ragionamenti ammantati di una falsa evidenza: parlando con un amico dissi "l'evento ha luogo un linea" e trasalì perché a suo avviso in Italiano si dice "online" e la sua traduzione sarebbe intrinsecamente sbagliata. Ovviamente attendo ancora una spiegazione di questa affermazione. Un altro punto importante è che spesso i termini inglesi che prendiamo sono inesistenti come per esempio Smart work oppure ne travisiamo totalmente il significato: in un giornale ho letto recentemente il termine "polluzione" al posto di "inquinamento", quando in realtà benché esistente, la parole indica la fuoriuscita involontaria di sperma durante il sonno. Insomma un'aberrazione linguistica. In altre occasioni le parole sono usate in un senso totalmente sballato, come quando in un commento lessi "whitewashing" per indicare l'edulcorazione di un concetto quando il termine indica invece la pratica di dipingersi il volto per impersonare un personaggio di colore. Infine e penso che sia il vero punto dolente, gli anglismi sono utilizzati come il latinorum di Don Abbondio per confondere l'interlocutore. Un esempio particolarmente lampante fu quando Gallera, per giustificare una boiata che aveva detto esclamò: "non c'è stato nessun misunderstanding"
Approfitto spudoratamente dell'occasione per chiarire un dubbio che mi assilla da qualche tempo: ma "tossico" quando riferito a personalità, comportamenti, "ambienti" e addirittura persone, non è anch'esso un anglismo? (E se fosse tale, sarebbe uno dei più subdoli) Fino a qualche anno fa lo si riscontrava quasi esclusivamente in ambito chimico, medico, biologico e più in generale scientifico. Poi è come se il brano "toxic" di Britney Spears avesse preso il sopravvento sul parlato comune, e tutti o quasi sono diventati "tossici". Ma che cacchio è successo?
@@YasminaPani Grazie per la risposta! Finalmente un po' di chiarezza. Assomiglia molto ad "abbracciare" (nel senso di: "embrace") pertanto mi suonava strano (e credo che continuerà a farlo per molto ancora)
Sono riuscito quasi a farmi dare del mezzo fascista perché ho criticato l'uso di "public speaking", invece di un termine in italiano con dentro la parola discorso, e mi han risposto che facendo così si ridurrebbero le sfumature della lingua e ricorderebbe tanto l'autarchia linguistica del regime. Al mio punto sul fatto che il termine esotico serve solo a rendere un'immagine più nobile dello stesso concetto, mi è stato risposto lo stesso concetto, ma con intento positivo. Posso definirmi un argument raiser allora
Forse è la stessa nobiltà che ricerca chi dà nomi inglesi a canali youtube italianissimi. In questo Entropy for Life è in larga e in alcuni casi anche ottima compagnia.
Condivido. Il problema di fondo è che siccome tutti sanno parlare e (più o meno...) scrivere, si sentono in diritto/obbligo di dire la loro su qualsiasi questione linguistica.
Di politica, di medicina, di economia ed ecc... In realtà noto che tutti vogliono parlare sempre di tutto ma poi si lamentano sempre quando qualcuno tocca il proprio ambito. Poi si, la linguistica probabilmente è fra le cose meno considerate.
@@anonimo6603 quando si tratta di lingua la cosa è estrema. Tutti si considerano competenti (e in un certo senso lo sono) e non pensano nemmeno che altri, in virtù dei loro studi, possano esprimere considerazioni più valide in materia.
@@pimpalola onestamente non vedo tutto questo proliferare di pseudolinguisti, semmai, come diceva l'utente sopra, ormai si vede gente esperta di qualunque cosa. Il compianto CT della nazionale Vicini, disse una volta che era fortunato perché era l'unico ad avere 60 milioni di colleghi. Ma dopo la crisi del 2007 e delle banche, sono spuntati come funghi esperti di banche e obbligazioni, poi con il terrorismo, si diventó tutti esperti di Isis e terrorismo internazionale, con il Covid siamo tutti virologi. Negli ultimi 10 anni almeno ho visto poche persone trattare temi inerenti alla linguistica, anche perché, essendo appunto poco considerata, da una parte non c'è un vero interesse alla materia perché tanto si parla un pó come ci pare, dall'altra non porta prestigio a chi volesse spacciarsi come esperto. Al piu c'è in rete il fenomeno dei "nazigrammar". Oppure qualcosa in piú si muove con l'avvento del politicamente corretto. Anzi, per certi versi sarebbe auspicabile una maggior proliferazione di pseudoesperti, cosi almeno si potrebbero creare dei dibattiti con dei veri esperti. In realtà, proprio perché non frega niente a nessuno, non ci sono dibattiti. A parte quando uscí quella follia dell'orribile termine "petaloso", ricordo tra l'altro personaggi anche in vista come Renzi sponsorizzarne l'uso per farlo entrare nei vocabolari. Per fortuna inutilmente...Insomma, se si vedono spuntare pseudoesperti come funghi, è solo perché quell'argomento va di moda. E, con tutto il rispetto, la linguistica non è di moda....
Posso solo dirti grazie, Yasmina. Grazie per questa perla di mezzanotte e mezza. So di essere di parte, da sempre "contro" gli anglismi, in nome del "ritorno alla gloria delle conquiste in Abissinia", ma grazie, soprattutto per il vero messaggio di questo video: che di linguistica devono discutere e parlare i linguisti, specialisti che l'hanno studiata come un chirurgo ha studiato medicina. Continua così :)
Che senso ha dirsi "contro gli anglismi" in generale? Alcuni sono effettivamente inutili e fastidiosi, ma altri sono estremamente utili. Bisogna vedere caso per caso
@@leonardogiulianelli5462 "In generale" lo hai aggiunto tu. Il mio era un commento in parte ironico, dal momento che ho messo tra virgolette sia la parola "contro", sia la frase successiva sull'Abissinia, riferimento esplicitamente sarcastico. Intendevo dire che sono contro gli anglismi in quanto invasione massiccia di termini inutili e fastidiosi, naturalmente non sono contro altri anglismi nel caso questi siano approdati nella nostra lingua non principalmente per pigrizia intellettuale o ignoranza lessicale. È chiaro che uno studioso di lingue o linguistica analizzi caso per caso, io mi riferivo all'atteggiamento generale di questi tempi, sviluppato per lo più dal meccanismo delle piattaforme quali Facebook, Instagram e simili.
@@leonardogiulianelli5462 diciamo che si è "contro" (anche se è una semplificazione) il fenomeno in sé, cioè l'eccesso, non contro il fatto che possa esistere un anglismo in italiano!
Una delle tante colpe dei fascisti, è avere adombrato molte pratiche e strumenti che qualunque stato sovrano che pensi al futuro utilizza, per il fatto che le abbiano utilizzate anche loro.
@@mrwolf84 Le colpe del fascismo sono ben altre. Diciamo che può essere comodo bollare come "fasciste" certe idee contrarie alle proprie, con il fine terminare sul nascere un possibile confronto, evitando di entrare nel merito di tali idee.
Non trovo il video ma vorrei sapere come spiega l'esistenza della medicina contemporanea, considerato che gli idiomi che adopera non avrebbero un lessico scientifico senza il travaso dalle lingue classiche realizzato solo in età moderna. Non mi aspettavo un colpo di coda della disputa sugli universali nel 2022 ma, se postuliamo che un computer non possa ontologicamente chiamarsi altro che computer, non possiamo concepire nemmeno gli anglismi in medicina perché come si chiama un fegato lo stabilisce Galeno.
Solo oggi ho recuperato questo vecchio video, bellissimo e senza neanche prendere in considerazione orrori che esistono solo in Italia, il più famoso dei quali "smartworking". Basta smartworking per capire la motivazione dell'abuso di anglismi.
Ahahahahah porto avanti la mia battaglia utopica sul lungo di lavoro, almeno in situazioni informali. Sostituisco a tutti gli anglicismi il loro equivalente in italiano...e magia, mi capiscono lo stesso! E se pensano che sia un contadinotto ignorante (grande rispetto per i contadini, vengo da due famiglie con quell'origine) solo perchè uso la mia lingua ...é un problema loro!
Che altre parti ci sono? Comunque tendenzialmente il contesto ti permette di distinguere molto tranquillamente tra la tazza in cui bevi e quella in cui caghi 😅
Guarda, non mi addentrerei troppo nei meandri linguistici del cesso, si diceva vaso, per analogia saltiamo a tazza e per sineddoche ci prendiamo il coperchio e lo sciacquone, senza contare che mi è rimasta la tazza sporca da questa mattina a colazione, allora chiamiamolo vespasiano e fine della discussione.Gli americani traducono i nomi italiani dei tempi musicali della musica classica o dell'opera? Certo che Mozart avrebbe potuto fare solo opere in tedesco. Il cappuccino, la pizza, gli spaghetti vengono tradotti dagli americani? Il "ciao" esportato dai veneziani è una forma di dominazione culturale?
L'ultima argomentazione che hai usato mi lascia un po' perplesso. È vero che è natura della nostra lingua dover fare a volte un giro di parole rispetto a un concetto che in inglese può essere espresso in una, ma il fatto che sia "natura" dell'italiano non è sufficiente per concludere che non sia cognitivamente più dispendioso. Andrebbe verificato empiricamente. Comunque un giorno sarebbe interessante sentirti parlare delle tecniche di scrittura che vengono insegnate oggi nei corsi di scrittura creativa. Ad esempio il famoso e famigerato "mostra non dire", che è conosciuto da chiunque come "show don't tell" ma che ho tradotto in italiano per non farti incazzare. In molti di questi corsi viene insegnato che una frase come "sorriso enigmatico" è un errore perché essendo "enigmatico" una parola astratta non permetterebbe al lettore di immaginare l'espressione del viso in modo vivido. Altra cosa che insegnano è che bisogna sempre rispettare l'ordine con cui si percepiscono le cose nella realtà. In pratica non potrei scrivere "Tizio aprì la porta ed ebbe un sussulto: il suo amico d'infanzia era lì davanti" perché dovrei prima mostrare ciò che Tizio ha visto e solo dopo dire che ha un sussulto. È una tecnica che si usa per provocare la massima vicinanza tra il personaggio e il lettore, più precisamente per creare empatia. Da questa ossessione per l'empatia nasce anche l'idea che la il narratore esterno sia un errore oggettivo e che la prima persona al passato non si debba usare perché sembra un raccontato e non un mostrato puro, e il lettore a una frase come "presi le chiavi" si chiederebbe cosa invece stia accadendo nel presente. A tutto questo si aggiunge l'idea che leggendo in prima si immaginano le cose con una telecamera in soggettiva (come se vedessimo tramite gli occhi del personaggio) mentre con la terza si vede da una telecamera esterna. In base a questo lo scrittore dovrebbe essere bravo a considerare cosa il lettore può vedere dell'ambiente circostante se sta scrivendo in prima o in terza. Alcuni di questi pazzi fanno anche video su youtube e definiscono queste tecniche come "bellezza oggettiva" perché dovrebbero rispettare come funziona la nostra mente, ma a mio avviso sono solo dei modi per allontanarsi dalla componente estetica del romanzo per andare verso quella d'evasione.
Le verifiche empiriche sono molto difficili in campo linguistico. Si fanno studi di psicolinguistica per vedere tempi di reazione e sforzo cognitivo, ma non sono per niente accurati. Quindi per ora più che altro valgono l'osservazione del funzionamento delle lingue del mondo e la semplice logica. Per il resto di cose da dire ne avrei molte sul tema scrittura creativa 😂 trovo aberrante l'idea che ci siano tecniche giuste e sbagliate per scrivere un buon romanzo. In realtà un buon romanzo nasce proprio dal fatto che l'autore scrive seguendo la propria inclinazione e la propria capacità di descrivere e narrare; certo, scrivendo bene, soprattutto per quanto riguarda l'impianto narrativo, ma non certo seguendo dei prontuari. L'esempio del tizio che apre la porta poi è davvero idiota, esiste una figura retorica apposita (hysteron proteron) che si trova da Omero in poi, figuriamoci se "non si può usare". Questa gente andrebbe mandata in Siberia ❤
In realtà, più che dire che ha un sussulto sarebbe preferibile mostrarlo. Questo perché è preferibile che lo sforzo lo faccia lo scrittore piuttosto che il lettore di turno. (La traduzione dovrebbe essere: Mostra, non raccontare. Non dire che hai un esercito che marcia verso di te, mostralo. Tecnica che a parer mio funziona bene anche nelle recensioni, di cui ne ho lette un paio che erano da leccarsi i baffi.) - Ma stai seguendo il Duca? Fa anche un discorso dal punto di vista neurologico, consiglio quindi anche di chiedere a qualcuno che tratta quest'ambito. Anche se mi viene da dargli credito, visto che i libri pubblicati dalla gente che ha studiato da lui solitamente funzionano, si leggono bene. - (Se il commento sembra strano è perché l'ho modificato un paio di volte.)
@@anonimo6603 No guarda le scienze cognitive sono il mio campo e ti garantisco che le tesi di Carrara non c'entrano nulla con la neuroscienza. Se poi si parla di recensioni allora bisognerebbe dire che qualunque tecnica va bene, visto che libri scritti con criteri diametralmente opposti a quelli di Carrara, come il raccontato, piacciono a milioni di persone anche negli USA, dove Carrara sostiene si legga di più per l'uso del mostrato. Naturalmente Carrara te la intorta dicendoti che quei libri piacciono per il contenuto e non la forma, ma ovviamente è un'idiozia indimostrata.
@@anonimo6603 A tutto questo aggiungiamo il fatto che buona parte delle recensioni che trovi su amazon sui romanzi di vaporteppa sono scritte dai suoi stessi corsisti, lo si evince da come facciano riferimento alla tecnica usata utilizzando le stesse parole di Carrara, come "scrittura immersiva". Altre volte fanno riferimento al corso direttamente. Per quanto riguarda il discorso sullo sforzo, in realtà l'esposizione di dettagli superflui che fa Carrara rende la lettura molto più faticosa del raccontato, proprio perché si lascia meno libertà immaginativa al lettore, che deve aggiornare costantemente il suo film mentale secondo i binari dell'autore. In ogni caso la tecnica che insegna non è certo da buttare via, la si può usare in certi casi, ma presa nel modo dogmatico in cui la insegna lui rende la prosa di una banalità rara.
@@legnodinoce312 Quindi ha più corsisti di quanta gente compra libri su amazon, visto che ogni tanto i suoi libri finiscono pure nella top. "[...] proprio perché si lascia meno libertà immaginativa al lettore [...]", perché te pensi che l'immaginare non ci costi nulla? Nel mostrato vivi l'esperienza sul momento, nell'immaginazione devi ripescare da esperienze passate. Esperienze che se non hai mandi tutto a quel paese per di più. - Anzi, mettiamola in questo modo: Vedere i film è quindi più faticoso che leggere perché lascia meno spazio all'immaginazione di chi se lo guarda? Perché di fatto se fosse vero allora deve essere vero per ogni ambito. - Se segui il duca saprai: prima di violare le regole devi imparartele. Non c'è alcun dogma, pure Livio segue quella struttura ma uscendosene quando lo trova opportuno. Non inventiamoci pensieri dogmatici dove non c'è ne sono.
Sono d'accordo con le cose che hai detto. Faccio una riflessione: può essere che di molte parole usate in modo tecnico in una certa disciplina non sia mai stata usata in modo diffuso una parola italiana che la possa tradurre per cui, un po' per pigrizia, un po' per timore di essere i primi a dover tradurre tale parola, si continua ad usare il termine inglese anche mentre si sta parlando in italiano. Un po' come dire: ma chi sono io per stabilire che questa, fra le tante che potrebbero essere accettabili, sia la traduzione giusta? Altro discorso per i calchi, che sono molto fastidiosi. Quello che più mi dà noia e che noto sempre è l'aggettivo "seminale". In italiano questo significa 'relativo al liquido seminale', mentre viene usato erratamente con il significato di 'fondamentale, fondazionale, pionieristico', sostanzialmente perchè il corrispondente in inglese, "seminal", può significare ciò. Per la serie: non conoscere quali sono i falsi amici. È come tradurre dall'inglese all'italiano "sensitive" con 'sensitivo' o "sensible" con 'sensibile': secondo me denota una non adeguata conoscenza dell'italiano, e probabilmente anche dell'inglese.
Ho ascoltato attentamente il tuo video e e da Professionista Sanitario tendo anche io ad avere una posizione simile a quella di Giacomo di @entropyforlife . In ambito professionale sono molti i termini Anglosassoni che rendono facilmente il problema. E situazione inversa riguarda i termini latini che indicano parti dell’anatomia umana, utilizzati in tutto il mondo. 🙂
Non è esattamente la stessa cosa dato che la maggioranza delle lingue quei termini li traduce, ma comunque il problema degli anglismi riguarda i termini che entrano nella lingua comune, più che nei gerghi; sebbene ci siano problemi anche in quest'ultimo campo (cioè non riusciamo più a produrre testi di qualità in italiano).
Praticamente tutti i miei amici dicono "follower" o "like" quando parliamo di reti sociali. Io sono rimasto al "seguaci" e "mi piace" e per questo vengo sempre considerato vecchio/poco aggiornato. La cosa che mi fa ridere è che poi sono l'unico che parla effettivamente bene inglese. Semplicemente lo parlo quando ce n'è bisogno. Ciò che mi preoccupa di più è la normalizzazione di questo fenomeno nei film e nelle serie tv ultimamente. Faccio alcuni esempi che mi sono segnato nel tempo (so che è un po' da malati, ma mi facevano troppo ridere). •Stranger Things 3 "mall" invece di centro commerciale dallo "scorticamente" nelle prime stagioni, si è passati al "mind flayer" nella terza •La città incantata (nuovo doppiaggio) "il tuo boyfriend drago" •Ancora auguri per la tua morte la canzone "tanti auguri" cantata in inglese •Una notte al museo 3 "suonava meno cool" "il tuo doppelgänger" •Locke e key "bologna" per dire mortadella (questa è davvero tremenda) •Jane the Virgin "fighi i tuoi tattoo"
La cosa che non capisco è che sembra quasi imposta indirettamente sta roba ahaha qualche anno fa c'era scritto "seguaci" e poi da un aggiornamento all'altro "follower". Ma perché, poi è anche una parola orribile da sentire
@@stellatoro317 secondo me la spiegazione è simile a quella per cui stanno proliferando gli eufemismi in italiano. Ne ho parlato giá altrove: usare l'inglese al posto dell'italiano può avere vari motivi, ma uno potrebbe essere quello di non fare capire bene che cosa si dice, o ancora, attutirne il significato. Ad esempio, ricordate la Step child adoption? È cosa ben diversa che dire "Adozione del figliastro". "Seguace", rimanda a qualcosa di non molto piacevole, dà l'idea più di una setta, " Follower" è piu attutito. Certo, in economia esiste la differenza tra leader e follower però a mio avviso, "Follower" in questo caso è piu "rassicurante". Negli ultimi anni gli eufemismi stanno spuntando come funghi, pensiamo soprattutto a due tabú come la morte e il sesso: dipartita, scomparso, brutto male, ormai se dici che uno ė morto ti guardano male. Per il sesso idem: scopare (termine volgare perché il sesso rimane ancora una cosa sporca), oppure andare a letto, fare all'amore ecc.
Va detto però che quello de "La città incantata" è un caso a sé stante Dico solo che è stata adattata in italiano da Cannarsi... C'è un motivo se i film della Ghibli li guardo in inglese o giapponese HAHAHAH
Ovviamente il proprietario del canale chiamato in causa non ha commentato 😢😔 mi sarebbe piaciuto vedere una risposta. Però devo dire che mi sarebbe piaciuto anche vedere il collegamento (giusto per tradurre link) al video citato.
@@YasminaPani oh, allora ora capisco, anche il perché del fatto che l'ho cercato in lungo e in largo senza trovarlo. Mi dispiace non poter ascoltare la discussione in toto e mi dispiace anche per il comportamento che ha dimostrato togliendo tutto, della trasparenza ce ne freghiamo insomma. In ogni caso grazie per la risposta. Inutile dire che da studente di linguistica concordo su tutto ciò che hai detto, ben esposto, brava!
Yasmina, grazie per questo video, l'ho apprezzato moltissimo. Io sulla questione "anglismi" o prestiti linguistici in generale sono per l'equilibrio. Qualcuno qua e là può andare; io, ad esempio, ho difficoltà a trovare corrispondenti italiani per alcuni termini del mondo "social". Quando, invece, superano una certa soglia (mi viene in mente come parlano in certi ambienti a Milano) e soprattutto quando sono pronunciati malissimo - dettaglio che fa aumentare di moltissimo il senso di fastidio - sclero proprio.
Mi fa molto piacere questo tuo commento :) concordo comunque sull'equilibrio, non credo che sia utile esagerare nel senso opposto sostenendo che il prestito sia il male incarnato!
Qua sta dando opinioni fra l'altro non chiare come una verità assoluta, quando nel mondo linguistico l'argomento è dibattuto. Lo dice lei stessa nel video successivo con entropyforlife. Oltrettutto con una spocchia insopportabile.
@@samuelmannini5209 questo video è una risposta ad un altro, non una conferenza sugli anglismi. Pertanto rispondo solo alle inesattezze dette nel video. Per la spocchia, pazienza, non piaccio a tutti.
Ciao Yasmina. Se l'autore del video, al quale tu rispondi, avesse semplicemente detto "io preferisco utilizzare i termini inglesi, rispetto a quelli italiani", l'avrei capito. In quanto si tratta di una scelta puramente personale. Io stesso, ad esempio uso, perché mi piacciono, molti termini giapponesi, ma, in primis, non in tutti i contesti, e in secundis, non dirò mai che "manga" o "kawaii" siano meglio di "fumetto" o "carino, coccoloso".
@@user-tt3nt7yv6z sì certamente, ma "fumetto" è un sinonimo che si può usare specificando "fumetto giapponese" se uno vuole essere preciso. Non per forza devi usare "manga" 30 volte nello stesso periodo.cioè tecnicamente c'è differenza anche tra "fumetto" e "graphic novel", ma in italiano si possono scambiare i termini senza alcuna lesa maestà.
tra l'altro... mi pare che questo fenomeno di sovrabbondanza di termini (e di relativa accettazione forzosa) riguardi proprio l'inglese. Ci sono molte lingue che hanno un lessico settoriale molto specifico e ricco, ma che ignoriamo completamente.... Faccio un esempio: in indonesiano ci sono tre parole per dire riso - Padi, beras, nasi - Padi e' il riso nei campi, beras e' il riso raccolto e stoccato, nasi e' il riso cotto, pronto per essere servito e mangiato... In italiano noi siamo quindi costretti a dire "riso nel campo", "riso nel sacco", "riso cotto"... Perche' allora non prendiamo in prestito questo lessico e lo usiamo nel linguaggio agricolo? e' molto chiaro e non genera confusione (ovviamente la mia e' solo una provocazione) ... ... Il fatto e' che l'uso eccessivo di anglismi sia solo la conferma della nostra sottomissione culturale e psicologica.
Per fortuna hai fatto questo video, stavo cominciando a chiedermi se mi trovassi d'accordo su tutte le questioni che hai portato sul canale a causa del potere femminile da cui la red pill mi metteva in guardia. Capisco la tua posizione da laureata in lettere ed è relativamente difficile rimanere imparziali su argomenti del genere, ma per quello che mi è sembrato di vedere sei una persona incredibilmente intelligente e dotata di spirito critico, quindi con molto affetto ti mollo questo papiro nei commenti. 1) Ho ascoltato il video interamente e con attenzione, dall'inizio alla fine, ma non è ben chiaro il motivo per cui l'introduzione di inglesismi possa essere un pericolo concreto, oltre il semplice fastidio che ne genera. C'è la ragione che sembra sottostare, subliminale e indiretta, che questi anglismi stiano fortemente influenzando la lingua italiana portandola ad essere sempre più lontana da quello che è oggi fino a diventare qualcosa di nuovo. Ed è proprio nel momento in cui viene espressa a parole la preoccupazione che nutrite che si sente molto di più l'urgenza dettata più da un sentimento di forte attaccamento alla lingua italiana che da un concreto ragionamento logico e questo mina fortemente l'impatto che l'intero video vuole creare sull'ascoltatore. 2) Il gruppo incipit, di cui ho dovuto googlare per conoscere l'esistenza, mi sembra stia cercando di svuotare il mare con paletta e secchiello. I motivi sono due e sono semplici, il primo è che il pubblico di riferimento (i letterati) è molto distante da chi sta usando ampiamenti gli anglismi (accademici, cultura dell'internet, ...). Il secondo motivo l'hai menzionato tu stessa nel video e non credo che un gruppo d'elite dell'accademia della crusca possa salvarci da una simile apocalittica situazione. Addirittura viene proposto un sostituto del termine benchmark (che ricordiamo, è un processo, non un semplice "parametro di riferimento") o addirittura del peer review (1) e, da studioso di economia, sono curioso di sapere prima come, poi perché vogliano tornare al corrispettivo linguistico della stufa a carbone. E sì, nell'ambito accademico questi termini riscuoto successo incondizionato. 3) Vero, 100'anni fa si traduceva Übermensch in superuomo. Ma è anche vero che 100'anni fa: - Si parlava a malapena una lingua e neanche tanto bene (vedi la persistenza dei dialetti soprattutto in sud italia) - La conoscenza era riservata ad una cerchia ristretta di intellettuali - Ogni paese aveva la sua disciplina e anche un certo attaccamento molto sentito sia alla patria che alla lingua Cosa pensi possa succedere in un paese in cui un anglismo ha un'influenza che è enormemente più grande rispetto a 100'anni fa? Con molto affetto, un grande abbraccio a Yasmine, l'unica persona al mondo capace di parlarmi di Leopardi per più di 10 minuti. (1) accademiadellacrusca.it/it/contenuti/gruppo-incipit-presso-l-accademia-della-crusca-termini-aziendali-inglesi-nell-universit/6130
Ti ringrazio per il commento. Dunque, questo video è una risposta ad un altro, non è una conferenza sugli anglismi. Lo dico molto chiaramente all'inizio. Dunque non può essere una trattazione esaustiva della questione. Non ho mai detto che gli anglismi stanno portando l'italiano a essere una cosa diversa da sé, per due motivi: il primo è che gli anglismi entrano nel lessico e non nella morfosintassi (salvo una certa tendenza al mimare la composizione tipica dell'inglese); il secondo è che non è questa la preoccupazione che suscitano. La lingua infatti muta per i fatti suoi e, benché molti si vogliano ostinare ad accusare di purismo coloro che fanno certe osservazioni, nessuno vuole fermarla. Ciò che preoccupa è la scarsa capacità del parlante italiano di produrre parole nuove con la sua lingua. C'è un progressivo perdere l'abitudine di manipolare la propria lingua, che quindi risulta sempre meno adatta a numerosi contesti emergenti, tanto che in alcuni ambiti si finisce col parlare direttamente in inglese. Non si usano i meccanismi di formazione delle parole dell'italiano, come se non si conoscessero, e dunque non si esercita pienamente il potenziale linguistico, che quindi è impoverito. Oltre a questo, spesso l'anglismo, essendo parola di "moda", soppianta due o tre possibili varianti italiane, producendo ulteriore impoverimento. Peraltro gli anglismi sono pochi ma sono quasi tutti nel vocabolario fondamentale. Infine, a livello di comunicazione pubblica c'è un problema di chiarezza. Il gruppo Incipit non si illude infatti di salvare niente, è semplicemente una dimostrazione del fatto che sono tanti, e illustri, i linguisti preoccupati da questa situazione, dunque forse prima di liquidare questa preoccupazione come ridicola sarebbe opportuno informarsi. Ma le sostituzioni sono perfettamente possibili, se c'è la volontà anche politica di usarle: per noi oggi è scontato dire "regista" o "autista", ma sono stati introdotti e diffusi con l'intento preciso di non usare il francese da cui derivano. Quindi, ognuno può parlare come vuole e avere la propria idea sulla questione, ma questa è complessa, articolata e, permettimelo, difficilmente comprensibile per un non addetto ai lavori che non accetti di rendersi conto che molte cose gli sfuggono.
Io sarei anche d'accordo. Fra l'altro lungi mia me l'idea di difendere il personaggio, però mi limito ad osservare e magari se vuoi darmi il tuo parere te ne sarei molto grato. In pratica certi anglicismi fanno parte di un linguaggio "tecnico" legato cioè all'utilizzo di una tecnica specifica, che diventa quasi un "linguaggio" per iniziati. Per esempio nel 1973 Cacciari in un saggio ( quando ancora era comunista😀 io lo sono rimasto lui no)per illustrare i processi produttivi tecnici della iniziale trasformazione industriale usava i termi input e output che sintetizzavano un traduzione che, come tu dici è sempre possibile , ed è vero. Cosa voglio dire che molti utilizzano speso i termini stranieri quasi come un linguaggio da iniziati. per esempio dire Weltaschaung fa più figo di concezione del mondo no? Ci sono casi dove indubbiamente l'italiano è più semplice per esempio sempre per rimanere nel tedesco i termini Kultur e civilitation per loro hanno due significati diversi di quello ch noi traduciamo come civiltà. Cosa voglio dire, spesso l'uso dei "prestiti" è una ostentazione ( anche Guccini usa il termine weltaschaaung ma, credi che concezione del mondo non gli stava nel verso" " mi espose a gesti e a sputi quella weltanschauung sua strana" suona meglio di concezione del mondo no? In altri casi gli anglicismi sono diventati un linguaggio per "iniziati" è il casa dell'informatica. Poi ci sono gli eccessi senza senso tipo "cringe" "friedzone" e relativi sostantivi derivati. Comunque, possiamo sempre consolarci con Fusaro e il suo "individuo dedito al plusgodimento indifferenziato"😀 Concludo che pur non essendo totalmente d'accordo con te su tutto ti trovo stimolante, e intelligente cosa rara di questi tempi.
Capisco che continuare a usare un termine in inglese porta alla "normalizzazione" che ci si debba esprimere con quella parola in alcuni contesti per essere capiti, e se noi facessimo l'opposto introducendo e spingendo per la sua traduzione italiana, potremmo arrivare a sdradicare la concezione che "trade-off" è necessario per descrivere quel fenomeno di cui parlava Giacomo. Però, a livello pratico, non la vedo una cosa pratica ahah Parlo per esperienze, non per studi ovviamente. Io sono immerso nel mondo scientifico e di termini inglesi ne siamo sommersi. I docenti universitari se ne riempiono la bocca e all'inizio è effettivamente difficile seguirli. Ma è anche lampante che se non imparassi questa "lingua dei ricercatori" non potrei mai comunicare con altri in questi contesti in modo efficace. Io sono l'ultimo arrivato in una comunità di persone che parlano così, è una sorta di micro-cultura a parte, il compito di adattarsi spetta a me. Concordo che spesso alcune frasi sono oscene, come "detectare" al posto di rilevare. Ma in questi contesti io vedo una forte e innocente deformazione professionale con quel pizzico di pigrizia che ci sta sempre come il pepe. Spero sia chiaro che questo commento è solo una condivisione di esperienza vissuta e non un'affermazione del vero! :D
Quel "pizzico di pigrizia" dovrebbe essere inaccettabile in un docente, per come la vedo io. Prima di ogni altra cosa devi saper parlare l'italiano. Ma mi rendo conto che sia forse una battaglia persa; non so se si è capito, ma mi piacciono le lotte donchisciottesche!
@@YasminaPani Ti capisco benissimo. Quel sentimento io lo provo quando professori che non sono brillanti ad insegnare sono costretti a farlo oltre al loro normale lavoro di ricerca. Hanno un bagaglio culturale immenso ed anni di esperienza da trasmettere ma spesso è fatto nel peggior dei modi. E non lo fanno per cattiveria o negligenza. In più (fatto estremamente recente) alcuni tengono il corso in inglese ed esprimendosi come se fossero al bar tra amici, data la scarsa competenza linguistica, mi mandano in pappa il cervello. Ed è, per me, molto più frustrante degli invadenti anglicismi! E di chi è la colpa? Del prof? Mia? Del sistema scolastico? Delle divinità?
Grande. Grazie per il bel servizio che ci fai. Sono un "programmatore" ed ho lavorato in Germania. Ho conosciuto un studente di filosofia che poteva parlare con un prof tedesco con una minina conoscenza del tedesco acquisita tramite lo studio dei testi filosofici. Sono diventato un "contestualista". Se aiuta la comprensione reciproca mischiare ci sta. Ma hai ragione tu. Se non sai di cosa parli non puoi apprezzare la reciproca parola nell'altra lingua. Io cerco sempre l'equivalente in italiano dei termini informatici ... Per non perdere il poco italiano che credo di sapere.
@Bruno Carosso ma non ho capito una cosa, correggimi subito se ho capito "Roma per toma", quindi tendi a dire "Calcolatore" e "Topo"? Perché mi sembra che i francesi non dicano "computer", non so che cosa usino come il corrispettivo di mouse. Solo che i francesi mi stanno sulle tasche come pochi, vorrei evitare di emularli. Io sono d'accordo con Yasmina, lavoro nel marketing e cerco di usare il meno possibile termini in inglese, a costo di essere l'unico a farlo, perché mi è capitato di partecipare a delle riunioni con gente che usava metà delle parole in inglese, però alcuni termini sono ormai entrati nel quotidiano, sforzarsi di tradurli, mi sembra abbastanza inutile, o no?
@@lucat5479 le parole che non riesco a trovare tipo "mouse" le lascio tra virgolette... Poi Anch'io se la riunione o il lavoro non è esplicitamente richiesto in inglese uso l'italiano più che posso.
@@lucat5479 sì, i termini acclimatati ormai ci sono e non ha senso rifiutarli, anche perché non ti capisce nessuno. Inoltre finché sono termini come "computer", "mouse" ecc ci può anche stare, diciamo che il vero problema sono gli anglismi non necessari, cioè quelli che non sono usati per denotare realtà nuove, ma cose che esistono già in italiano (il famoso "cringe" per l'appunto, o "call" ecc)
A proposito degli anglicismi consiglio di leggere 'diciamolo in italiano' di Antonio Zoppetti P.S. Per parlare di tematiche attuali due anglicismi che trovo imbarazzanti sono: - 'lockdown' stesso, che dai miei modesti sondaggi (ascolto quello che la gente dice), ho ritrovato nel linguaggio dei boomer (dai 40 anni in su) e che ho visto perfettamente tradotto come 'quarantena' da quelli della mia fascia di età (millennials e gen z), traduzione che trovo ottimale perché secondo me non sarebbe male fare un po' di giochi semantici con l'italiano e ampliare il senso ristretto di 'quarantena' come periodo limitato di isolamento. Orribile è anche la storia dell'acclimatamento (immediato vista l'emergenza) di lockdown, termine barbaramente copincollato dai media anglofoni a quelli nostrani - 'hub vaccinale', che si commenta da solo dato che esiste una parola così ricorrente e comune come 'centro'
@@rael6168 non esattamente, coprifuoco in inglese è curfew e lo usano anche i ragazzini per indicare l'ora di rientro a casa imposta dai genitori. Lockdown va tradotto come confinamento, come giustamente ho visto nei sottotitoli della serie "Expanse". Noi non usiamo confinamento perché richiama il confino, le restrizioni imposte dal regime fascista agli intelettuali, ma i francesi lo chiamano confinement.
@@rael6168 No, in realtà equivarrebbe a «confinamento», ed è lo stesso termine che usano - nelle loro rispettive lingue - i francofoni, ispanofoni e lusofoni; solo noi siamo i pecoroni. Faccio presente che in ambito carcerario equivale a «isolamento». Una puntata di 𝐷𝑟. 𝐻𝑜𝑢𝑠𝑒 (St.06, Ep.17) si intitola “Isolamento” e il titolo originale, guarda un po', è proprio 𝐿𝑜𝑐𝑘𝑑𝑜𝑤𝑛. Ripeto, siamo noi italiani ad essere dei pecoroni provincialotti angloversi, se non addirittura anglomani.
Ti dico solo che nonostante che non sia affatto una boomer, che abbia familliarità con l'inglese dato che lo uso per lavoro, e che ho lunga carriera nel campo del gaming e dei forum internazionali, il mio cervello inspiegabilmente si rifiuta di accettare la parola "lockdown". Infatti ogni tanto mi impallo con gli interlocutori chiamandolo "quarantena" o "isolamento" e mi ritrovo che gente che mi guarda strano, come dire: ah il lockdown volevi dire! Mi sento male.
Purtroppo il termie "lockdown" è, come prima definizione, di origine carceraria: "The confinement of prisoners to their cells for all or most of the day as a temporary security measure" [Merriam Webster], vale a dire mettere in cella d'isolamento. "Quarantena" ha valenza medica. Siccome i "lockdown" a cui siamo stati sottoposti non hanno valenza medica, come hanno chiarito vari studi scientifici, è corretto chiamarli lockdown, cioè "mettere in isolamento", o "coprifuoco" (quest'ultimo termine hanno avuto il coraggio di usarlo esplicitamente).
Grazie per le riflessioni interessanti! Potresti linkare (oopps) copiare e incollare il collegamento del video incriminato (per copiare e incollare, dal mio elaboratore elettronico uso i comandi commando + C e commando + V oppure controllo + C e controllo + V). Se invece usi una tavoletta è diverso. Molte grazie
@@CoppodiMarcovaldo789 ahah, io itanglese.. ahah... no, sono solo contro ogni estremismo, E in ogni caso non hai linkato il video incriminato cosa che si dovrebbe fare, sempre, per correttezza
@@StefanoCorradiPage Io sono solo contro chi reputa l'italiano poco adatto per esprimere concetti che si potrebbero dire solo in inglese. Non so cosa significhi linkare, tuttavia mi pare che il video in questione sia stato rimosso.
@@CoppodiMarcovaldo789 Su questo sono perfettamente d'accordo. E' vero che tutto è traducibile ma per alcuni termini è una forzatura macchinosa. Linkare significa "condividere un collegamento ipertestuale"
Salve, mi è stato mandato questo video in quanto studioso di linguistica, e ci sono differenze estreme nel modo in cui la materia stessa e i suoi principi sono utilizzati nel tuo video e nella mia educazione. Premettendo che io ho studiato, studio e vivo in Inghilterra, dove la linguistica è una scienza non epirica rispettata ed importante, a contrario di come dici tu in Italia dove la linguistica non è presa sul serio. Molte cose che hai detto sono insegnante nelle università qui come storpiature dei principi su cui la linguistica si fonda. A partire da quando dici che quando una persona usa un termine inglese al posto dell'italiano, sia cognitivamente pigro o ignorante. Il lessico che utilizziamo è basato sul linguaggio che usiamo quotidianamente. Se prendi una persona molto attiva online, e stereotipicamente giovane (ma non solo), troverai molti inglesismi perché quello è il gergo che si usa nella sfera sociale in cui questa persona vive. In più dire "pigrizia cognitiva" è un po' ridicolo, nessuno controlla realmente il lessico utilizzato quando parla in maniera naturale e senza pressioni. Non è pigrizia, è il "codice" che il cervello utilizza quotidianamente. Hai detto bene che il prestito è sempre esistito nelle lingue, e ad oggi grazie alla globalizzazione è a livelli mai visti, ma non è un male. Un importante nozione insegnata nella linguistica britannico-americana è che errori, prestiti e scambi tra lingue sono fattori fondamentali nella vita naturale di una lingua, e non dovrebbero esser visti come negativi. Anche il fatto che l'inglese è la lingua dominante della tecnologia ha importanza, ed in un mondo interconnesso ha senso utilizzare l'inglese per questa materia. Così come gli inglesi usano latino, greco, francese e italiano per filosofia, arte, medicina, legge e musica ad esempio. Tanto quanto noi usiamo l'inglese per la tecnologia. Vero anche che le traduzioni sono sempre possibili, ma non sono sempre efficaci. Ad esempio, nei secoli scorsi, quando l'Inghiltera ha iniziato a studiare estensivamente scienza, filosofia ed altre materie simili, l'inglese non aveva un lessico appropriato. Ne sono nate due scuole, una di filosofi che traducevano e creavano nuovi termini inglesi, e una di filosofi che semplicemente utilizzavano termini latini, greci e francesi. Ad oggi, i termini sopravissuti sono quasi esclusivamente i termini assimilati da altre lingue, e non le traduzioni. Per citare il linguista, probabilmente più importante a livello internazionale dei linguisti italiani citati da te, David Crystal: non si può fermare l'evoluzione della lingua. Potrà non piacerti, potrai pentirti dell'arrivo di nuovo termini e la scomparsa dei vecchi, ma è così. Ed è storicamente provato, non solo in inglese, ma in ogni lingua. Cercare di andare contro agli inglesismi e all'aumento di una "internazionalizzazione" della lingua è per l'italiano, come per ogni altro linguaggio, come andare dentro a un vulcano attivo pensando di sopravvivere. Mi stupisce quando la linguistica sia trattata, spero solo da te e non da una grande parte dei linguisti italiani, in questa maniera così datata e obsoleta
Sono d'accordo. La risposta di Yamina non mi è affatto sembrata una risposta da linguista. La linguistica studia i fatti linguistici, non dice quello che la gente deve fare (né si dileggia della gente che esprime le loro opinioni, argomentando).
In Inghilterra la linguistica è una scienza "non empirica"? Cosa intendi dire? Una qualsiasi scienza che non abbia un contatto empirico, non è scienza: è matematica o ideologia.
immagina un mondo dove conta quanto sei popolare e quanta gente ti segue,e non quanto sei competente...ah no ci siamo gia! è un po come stare in una classe delle elementari senza maestra, dove le gatte morte e i bulli della classe dettano regole e danno lezione, solo perché se la credono piu degli altri bambini. questo è il mondo di oggi. che poi Giacomo di solito fa anche buoni contenuti non ce l'ho tanto con lui, ma il discorso è quello.
Credo ci sia un fraintendimento nella questione live/diretta. Quello che si dice nel video è che alcune piattaforme lo chiamano in un modo altre nell'altro, quindi ad esempio se dico diretta penso automaticamente ad Instagram, che utilizza proprio il termine in italiano, mentre se dico live penso ad altre piattaforme come TH-cam. Questo era il senso.
Sono l'unico a pensare che il buon Giacomo l'abbia fatto apposta per attirare l'attenzione di Yasmina? La cara vecchia tecnica del dispetto, per intenderci; assurdamente, funziona meglio dopo i trenta che prima dei dieci. Nel caso, ha sicuramente sparato il colpo nel punto giusto, ma sull'obiettivo e nel momento sbagliato...
@@YasminaPani comunque penso che ne uscirà un bel confronto, seguo Entropy da parecchio e ha sempre dimostrato il massimo dell'onestà intellettuale. Devo anche ammettere che sono abbastanza curioso di vedere l'incontro tra lo scienziato scout e l'umanista sulfurea (sì, per arrivare a "sulfurea" ci ho pensato un pezzo)
Yasmina che asfalta l'ego delle divinità youtubiche con argomenti validi è la voce di un'utenza che finalmente si sente rappresentata. Grazie!
Spettacolo!
Concordo in pieno....
Yasmina, ancora una volta grazie! Nonostante io parli fluentemente inglese ed è una lingua che amo, sono abituata ad usare gli anglismi con parsimonia quando parlo in italiano e non ho mai compreso l’uso spropositato che se ne fa, molto spesso senza alcuna necessità reale. Anzi, provo sempre un profondo fastidio quando ascolto qualcuno attendere un “feedback da un prospect”, o cercare di individuare il “sentiment”, o esclamare che una certa situazione sia “cringe” (“che cringe” è una di quelle espressioni che mi provocano quasi un attacco di orticaria😂), tanto per fare alcuni esempi. E tu, nuovamente, non solo mi hai aiutato a non sentirmi pazza, ma mi hai fatto anche scoprire che questa sensazione di disagio è assolutamente giustificata! 😄
Non essendo un’addetta ai lavori, ho spesso la sensazione che questo fenomeno sia, oggi, soprattutto frutto di mode, di vari tentativi di darsi un tono e di apparire più professionali, a volte di ostentare una conoscenza della lingua inglese che poi, spesso, è davvero basilare se non addirittura inesistente. Perché diciamocelo, ho perso il conto di tutte le volte che ho sentito gente buttare termini in inglese qua e là, in maniera del tutto casuale (perdonami, “random” 🤣), di cui evidentemente non conosce il vero significato, ma visto che è “cool”, chi se ne frega!
Ma io dico, ma imparare ad evitare di bistrattare la propria lingua prima di iniziare a macellarne un’altra è così brutto? 😂😂
Grazie! Sì, è proprio una questione di moda, non certo di maggior conoscenza dell'inglese!
Idem parlo perfettamente inglese e amo la lingua, ma in italiano uso termini italiano a meno che non siano traducibili in modo complicato, cringe mi fa saltare i nervi
A volte chi più ostenta, meno sa. Persino quando sarebbe tenuto a sapere. Già solo col posizionamento dell'accento tonico fanno disastri. Un esempio che ogni volta mi fa accapponare la pelle: Radio24, notizie finanziarie: il giornalista parla della "pèrformans" di un titolo. Inescusabile in quel ruolo.
Altra storia è l'impiegato di un'agenzia che ti propone il viaggio ‹òll ìnklusiv›: lo si perdona perché non ha studiato come il giornalista di Radio24.
Devo darti la notizia: cringe è stato inserito nel vocabolario italiano
@@tripleh98marco E questo la dice lunga sullo sfacelo totale....
Ottimo video, Yasmina!
Grazie :)
Fiero sottoscrittore di entrambi, a quando un video insieme?
@@michelefrau6072 prossimamente!
Davide sei ovunque ahahah
@@mariofarina7600 eheheh
Da traduttice nonché insegnante di inglese (e di italiano a stranieri) ti ringrazio per questo video! Mi consola enormemente non essere sola a mezzanotte su questo argomento
Comunque, Yasmina, questo è un palese womansplaining 😂
Esatto!
Attivista(nel campo della pionieristica delle bestemmie)-splaining
ho appena scoperto il tuo canale, e lo sto adorando!
90 minuti di applausi!!! BRAVISSIMA! Ciò che mi dà più fastidio è quando il governo o i media utilizzano anglismi, sopratutto perchè le persone anziane come i miei genitori non capiscono nulla. Se poi arrivassimo al punto di utilizzare "oh my god" invece che le nostre fantasiosissime e gratificantissime bestemmie, la cosa diventerebbe più che insopportabile.
C'è già chi dice "Oh-mio-Dio!" con lo stesso tono...
Io parlo come cazzo mi pare
@@nittany7821 E chi cazzo te lo impedisce?
Le gratificanti bestemmie sono anche qualificanti
@@robertolongoni7331 Pazienza.
Complimenti, ad entropy for life servirebbero lezioni del genere molto spesso e su twnti argomenti,
Grazie per aver fatto la tua parte❤
Premesso che seguo anche Giacomo e lo stimo tantissimo per i suoi video consuetamente scientifici, questo dibattito mi ha lasciato un po' perplesso, perché anch'io credo che fondamentalmente il problema di fondo sia una questione di pigrizia cognitiva da una parte, e di provincialismo ed esterofilia dall'altra (magari non nel caso di Giacomo, ma in tante persone 1000 volte più ignoranti di sicuro). D'altra parte però, la discussione fornisce anche degli spunti di riflessione interessanti, ad esempio: io studio musica, e mi sono reso conto che i prestiti stanno sia da una parte che dall'altra. Alcuni termini italiani, di varia origine ma comunque italiani da secoli, che riguardano soprattutto concetti musicali teorici più antichi, magari risalenti pure al mondo classico greco/latino, o perlomeno a quello classico nel senso musicale del termine (quindi metà/fine settecento più o meno), vengono usati a livello mondiale senza neanche esser "convertiti", gli esempi più lampanti sono "Opera", "ostinato", "legato". Il termine opera potrebbe essere interessante per riflettere sul discorso che ha fatto Giacomo riguardo alle "reminiscenze" evocate da un certo termine; noi in italiano con "opera" intendiamo non solo lo spettacolo teatrale e musicale, ma anche molte altre cose: si dice "l'opera" del duomo ad esempio, nel senso di un cantiere, spesso semi-perenne per questioni storiche, oppure la messa in opera, un'opera artistica in senso lato, più tutte le derivazioni, operazioni, operaio, ecc. Ora, per descrivere tutte queste ultime cose che ho elencato, altre culture, a maggior ragione ovviamente quelle extra-europee, se ne infischieranno totalmente di come gli italiani le chiamano, e useranno i vocaboli propri della loro lingua, per definire "un'opera d'arte", "un'opera" nel senso di cantiere, un'operazione, ecc. Ma TUTTO il mondo, per riferirsi agli spettacoli teatrali che sono natii dell'Italia del XVI-XVII secolo, usa letteralmente il termine "Opera", dall'Italia agli U.S.A fino al Giappone, e questo termine non tradotto permette logicamente di evocare in maniera immediata un concetto ben preciso, quello dello spettacolo teatrale e musicale nato in Italia. Poi ci sono termini ancora più antichi, ad esempio i modi musicali classici (ionico, dorico, ecc), risalenti alla Grecia classica, che gli anglosassoni traducono (ionian, dorian, ecc), ma la radice rimane, d'altronde che vocabolo equivalente potrebbero mai trovare per termini simili? Certo, allo stesso modo, usiamo anche tanti anglismi nel mondo musicale, ad esempio la quasi totalità della terminologia "chitarristica" (tapping, sweep picking, e mille altri), nonostante sia uno strumento del vecchio mondo (origini ancestrali arabe in realtà) che lì si è sviluppato. Tutto questo pappardellone per provare a dire che ciò che affermava Giacomo, condivisibile o meno, sembra valere non solo per l'importazione estero-Italia, ma anche per l'esportazione di termini nostrani. Detto questo rimango molto critico verso gli anglismi, in ambito musicale poi quando sento dire "la song", che bella "song", riferito evidentemente a un brano, rimpiango di non avere sempre con me un fucile a canne mozze.
I termini della musica rientrano nella questione gerghi, linguaggi settoriali: in questo tipo di linguaggi, quando capita che una lingua abbia un enorme prestigio (come è accaduto all'italiano in campo musicale e in parte culinario) molti prestiti rimangono non adattati. Infatti nel caso dell'inglese potrebbe anche andar bene se i prestiti fossero limitati al gergo specialistico, ma non è così, perché entrano nell'uso comune. Oltre a questo, non parliamo nemmeno di termini estremamente specifici, ma praticamente di tutti i termini, e di un generale non riuscire a esprimersi in italiano su un dato argomento addirittura.
@@YasminaPani Certo, concordo in pieno, infatti se fosse solo una questione di terminologia strettamente informatico-scientifica il problema potrebbe anche non sussistere, o quantomeno essere trascurabile. Quello che volevo sottolineare era appunto che prestiti linguistici riguardanti specifici settori esistono pure nell'altro senso, anche se sicuramente al giorno d'oggi sono in minoranza rispetto ai prestiti che noi effettuiamo dall'inglese. Comunque, come ho scritto in un commento sotto al video di Giacomo, anche se fosse solo una questione di terminologia di settore, rimane il problema del contesto in cui vengono utilizzati i termini; un conto è usarli in ambito di studio, di lavoro o di ricerca, e un altro è abusarne in ambito informativo e mediatico come spesso fanno giornalisti e politici (qualcuno ha detto "droplet"?), spesso rendendo difficoltosa da parte di certe fasce della popolazione la comprensione delle notizie.
seguo il canale Entropy for Life e lo trovo molto valido per quanto riguarda i contenuti scientifici, ma quando uno parla di cose che non sa inevitabilmente arrivano degli scivoloni, come quelli segnalati in questo video. Grazie! 🙂
Ciao, io ho studiato informatica negli anni '90. Non saprei oggi, ma a quei tempi i termini tecnici erano tutti tradotti in italiano, anche nei libri di testo. Per esempio: function, application e composition in italiano diventano rispettivamente funzione, applicazione e composizione. Unica eccezione per la logica, nella quale si usa il latino (et, vel, ecc.). Ma addirittura anche i termini dell'ingegneria venivano tradotti. Per esempio: computer si diceva elaboratore elettronico. (nota per i più curiosi: il termine "macchina" dell'informatica non è il computer ma un'astrazione che ha a che fare con la teoria della computabilità).
Visto che i commenti sono gratis, vorrei aggiungere che quando ascolto conferenze di divulgatori "veri", come ad esempio Telmo Pievani, non gli sento usare nè parole inglesi nè anglismi nè parole inventate dall'inglese o da qualsiasi altra lingua. Sarà che Pievani è vecchio e quindi conosce l'italiano?
Nota per Telmo Pievani: non sei vecchio, non l'ho mai neanche pensato.
Ho seguito il corso di laurea di scienze e tecnologie informatiche dell'unito. Anche due anni fa i termini tecnici erano tutti tradotti in italiano inclusi i libri di testo. Quindi direi che non è cambiato poi molto.
Molto interessante!
@@anonimo6603 non direi. Se è vero che nei primi anni si tenta di venire incontro agli alunni poco ferrati in inglese, ormai tutte le universitá (e aggiungerei per fortuna) insegnano ai ragazzi ad esprimersi con la terminologia inglese, che è imprenscindibile se si vuole parlare seriamente di scienza. In particolare, i corsi magistrali di materie informatiche sono in maggioranza erogati direttamente in inglese.
Mi sembra che il discorso di Pievani sia una puttanata. Non so a che conferenze ti riferisci, ma basta aprire il suo sito per leggere parole come "home" "about" "media gallery"
@@lucafabbian269 Il fatto che ci siano corsi in inglese non nega quanto ho scritto io.
Bravissima, fantastica, superlativa! La competenza corrisponde sempre a incantevole chiarezza, come al solito nel tuo caso. Grazie Yasmina, non smettere mai di produrre questi contenuti, sono gemme ineguagliabili. Un saluto.
Io sono morto dal ridere. Grazie brava. Senza nulla togliere a Entropy for Life. Ci sta un abbaglio
Video eccezionale, veramente. Un'oasi di lucidità in un mare di melma, incompetenza e faciloneria.
Mi piace soprattutto la visione "realista" del parlante, la non riducibilità (e quindi la non sottostimabilità) delle sue _necessità_ di comprensione, articolazione e decodifica dei testi/discorsi. É il classico elemento che chi si ritiene "superiore" intellettualmente tende a non vedere e non considerare.
Seguo con interesse sia te che Entropy for Life, mi piacerebbe pertanto che tu continuassi a parlare di ciò che è di tua competenza (e lo stai facendo) e che lui facesse lo stesso (e non lo sta facendo). Il fatto di avere una credibilità, anche importante, in un dato settore, non fa sì che la si ottenga per osmosi in ambiti differenti. Bel video come al solito.
Pazzesco, secondo canale che mi sta sul cazzo che smonti 🥰
La mi stima sale alle stelle ❤️
Entropy FL non sa veramente di cosa parla e non sa parlare bene. Penso che molti utenti che usano il pensiero critico e abbiano delle conoscenze più o meno avanzate lo sappiano.
Grazie! L'italiano è bello e ricco e non usarlo ogni volta che se ne ha la possibilità è assurdo!
l'altro qual era?
@@sunamori Fusaro! Uno che parla bene ma che non è intellettualmente onesto quando non parla di sè e che quando lo fa se la tira fin troppo. Usa un sacco di vocaboli latini o Danteschi, ma spesso sono forzati nel discorso moderno, li usa solo per apparire altisonante.
Diciamo che più che un pensatore-oratore sembra un venditore di pensiero ideologico.
Ho notato, nei miei tour, un restringimento del numero di termini e parole che i ragazzi conoscono. Faccio sempre più fatica a comunicare concetti e idee, il che restringe anche i limiti entro i quali si muove il pensiero.
Questo è un problema molto grosso in italiano, gli anglismi ne sono solo un esempio, purtroppo.
Esatto. Meno parole tu conosci, meno pensieri riesci a formulare, il che si traduce in una mancanza di comprensione propria e verso gli altri
@@LorenzoBini88 ma se pensi anche che, al di fuori del mondo accademico, pochissimi leggono anche solo un libro, già così hanno un lessico ristretto.
Eddai Yasmina, 16:08 minuti di video che potevamo riassumere negli ultimi 8 secondi!! 😆👍
Quando inizi a fare caso a quanti anglismi vengono usati nella nostra lingua viene da piangere.
Io sono anni che censuro la mia boria nell'esprimere concetti sui social, alla fine mi sfogo qualche volta nei commenti. Tante volte però a furia di sentire scemenze online, quel poco che si conosce su un tema sembra un mare di cultura e ci sentiamo autorizzati a pontificare su tutto. Anche se qualche volta, nella storia, i non addetti ai lavori hanno potuto superare i vecchi preconcetti degli esperti. Comunque viva Entropy e Yasmina. Ci vogliono canali come i vostri e trovarvi un difetto è veramente arduo. Recentemente ho dovuto studiare il termine Information Literacy, cioè alfabetizzazione dei processi informativi. E voi siete un perfetto esempio di questo tipo di divulgazione, così utile in questo periodo storico.
Infatti a me piacerebbe che l'ambiente di TH-cam permettesse serenamente la critica aspra ai contenuti, che non è una critica alla persona o al suo lavoro in toto, e che solo perché è aspra non significa che sia offensiva o irrispettosa. Temo però che questo mondo sia molto diverso da come lo vorrei, e ora che mi ci sto addentrando (quasi senza volerlo!) non so se faccia davvero per me.
Non capisco perché Giacomo non abbia portato come argomentazione l'unica sensata: uso anglismi massicciamente perché mi viene naturale, se vi da fastidio ascoltate qualcun'altro.
È incredibilmente irritante questa mania dei creatori di contenuti e degli opinionisti di voler giustificare ogni loro manifestazione.
Be', se in molti gli scrivono sotto ogni video che usa troppi anglismi ci sta che volesse rispondere una volta per tutte. Però, appunto, in ultima analisi ognuno parla come vuole e come gli viene naturale, quindi se il discorso fosse stato quello nessuno avrebbe potuto contraddirlo, al massimo non concordare, ma è un altro discorso.
Avrebbe potuto dire anche che i ricercatori, dovendo usare comunque i termini inglesi per comunicare con la comunità scientifica internazionale, finiscono per trovare più comodo usarli anche tra di loro. Anche solo per non duplicare tutto il lessico relativo alla loro materia.
Ovviamente questo non si applica automaticamente al linguaggio comune, ma dato che alla fine ciò che su questi argomenti arriva al pubblico generale parte inevitabilmente dagli ambienti specialistici, finisce per arrivare già pieno di anglismi e attecchisce in quel modo anche nella società.
alla fine Giacomo di entropy for life ha buttato giu il video, forse Yasmina è stata troppo cattiva :-)
@@mrwolf84 Ecco perché non lo trovavo!
@@SergioBracali
Ma i divulgatori ànno un officio tutto diverso da quello dei ricercatori.
Grazie, bel video. Apprezzo molto anche io la critica nel merito delle tue competenze, anche (e soprattutto 😆) nei confronti di uno youtuber che stimo e seguo da molto come divulgatore scientifico della biologia evoluzionistica 👍🏻 inoltre, da appassionato di lingue, penso sia importante apprezzarle e conoscerle (in primissimo luogo la propria madrelingua)
Finalmente qualcuno che lo dice apertamente! Se parli in giro di queste cose ti vedono come un alieno, quando negli altri paesi e le altre lingue sono più restie ad utilizzare così massicciamente gli anglismi come si fa in Italia. Grazie mille per questo video!
Il bello è che, da persona legata all'inglese quanto la propria madrelingua italiana, e (immagino?) cosmopolita, ci tengo moltissimo alla precisione e correttezza del rimanere con l'italiano quando si parla italiano (come per l'inglese e qualsiasi altra lingua quando il contesto è di ognuna).
Mi da fastidio quando mi viene una parola comoda in inglese per pigrizia oppure non riesco a ricordare la traduzione sul momento di una parola in inglese col suo corrispettivo.
@ il cosmopolita italiano, se ci pensi quello che sta subendo la lingua italiana ora non è diverso da quello che ha fatto subire alle lingue locali in passato. In passato dicevano studia l'italiano perché ti eleva socialmente, cosa che non faceva il dialetto, ora l'italiano è il dialetto e la lingua che ti eleva socialmente è quella inglese. La lingua italiana è vittima della stessa mentalità che un tempo ha agevolato la sua ascesa.
In altre lingue traducono tutti i termini? Vero, ma sono lingue che si sono radicate da molto tempo nel territorio e nella massa di parlanti, la lingua italiana è entrata nelle case italiane con mamma Rai, lo dicono tutti, e da meno di 50 anni può considerarsi lingua degli italiani, prima si parlava la lingua del luogo e in molte zone è ancora così, ergo non siamo affezionati a questa lingua e la conoscenza che ne abbiamo è ancora limitata al punto da dover ricorrere a prestiti linguistici. Ultima cosa le lingue più restie il più delle volte hanno un prestigio che la nostra lingua si sogna.
@@user-tt3nt7yv6z verissimo, avevo fatto anche un "meme" a riguardo qualche settimana fa. Sul prestigio non saprei, se parliamo di prestigio politico si, ma letterario...
@@ilcosmopolitaitaliano3650 parlo generico, non solo letteratura quindi ma tutto il resto.
Ho guardato un po' di sanremo e ho notato l'ombra di un nuovo modo di dire preso dall'inglese: 2022 letto ventiventidue invece di duemilaventidue... aiuto... sto male a sentirlo spero non diventi di moda...
Oddio
Già due anni fa è stato un trauma per me. "Sanremo venti venti". Orrendo!
ma scusa, ma che problema ti crea?
Yasmina, io sono un programmatore informatico (mi occupo soprattutto di sviluppo web) e ti posso assicurare che tra noi informatici, quando parliamo del nostro ambito, siamo quasi obbligati ad usare i termini inglesi, perché tradurli in italiano sarebbe, oltre che inusuale, scorretto in quanto le "costellazioni" di significati che accompagnano le traduzioni italiane non corrispondono quasi mai a quelle del termine inglese corrispondente.
Non parliamo poi di quelli che sono dei veri e propri neologismi *anche* in inglese, come byte: che senso ha cercare di "tradurlo" in italiano?
Ovvio poi, non c'è neanche da dirlo, che anche noi informatici quando parliamo di altri argomenti, non usiamo questi termini specifici dell'ambito informatico, ma cambiamo registro e vocabolario a seconda dell'ambito.
Il lessico tecnico e specialistico è diverso, ed è normale che alcuni termini, relegati a quell'ambito, siano stranieri; vale anche per altre discipline. Qui però parliamo di parole che entrano nella lingua comune, e in seconda battuta parliamo di una così radicata abitudine all'uso dell'inglese da non riuscire quasi più a produrre testi di qualità in italiano, in quegli ambiti specialistici.
@@YasminaPani grazie, comunque in linea generale ti do pienamente ragione: l'abuso di inglesismi anche nei documenti infastidisce anche me, soprattutto quando è evidente che lo scopo è quello di "darsi un tono", come se conoscere qualche vocabolo tecnico straniero fosse dimostrazione di cultura.
@@barbarabozzo72 hai perfettamente ragione. Io sono laureato in letteratura nordamericana, indirizzo filologico-letterario e spesso non si capisce che il linguaggio tecnico e gergale è una cosa ben diversa da quello comune. Io parlo con moltissimi anglismi, quando comunico con persone che operano nell'ambito della musica (faccio da anni il giornalista musicale per webmagazine), dei film, dei giochi di ruolo o dei videogiochi, ma se parlo con qualcuno al di fuori di questi ambiti, essendo io traduttore...traduco in italiano o, dove proprio la traduzione fatica ad essere chiara, uso il termine inglese 'tecnico' ma lo spiego e lo contestualizzo.
@@YasminaPani Da traduttore e persona che scrive di musica metal e che usa moltissimi anglismi, ti do ragione. Il lessico tecnico, specialistico e settoriale (o gergale, in alcuni casi) è cosa ben diversa dal parlato comune. Sottolineo, però, che certi termini, come computer o mouse, sono nel linguaggio comune perchè, a mio avviso, la loro traduzione risulterebbe un po' indigesta: tradurre mouse come puntatore non si può, perchè il puntatore è la freccia che compare sullo schermo. Dispositivo di puntamento? Quello è un componente delle armi nei mezzi da combattimento. Ritengo che ci debba essere un equilibrio nei prestiti, specialmente quando hai a disposizione una traduzione corretta, esaustiva e già ampiamente utilizzata e collaudata: hub vaccinale mi fa ridere, fare una call mi genera fenomeni di labirintite e fare il breefing mi porta ad usare la stupenda espressione idiomatica di stampo cinofilo da te impiegata nel video, vale a dire usare l'inglese alla cazzo di cane. Complimenti ancora per i tuoi video.
@@OphionMcCallister77 risulterebbe indigesta oggi perché ormai quelle parole sono entrate nell'uso; se le avessimo tradotte dall'inizio ci sarebbero sembrate perfettamente normali (nelle altre lingue europee "mouse" è stato tradotto letteralmente).
Ho visto la "chiacchierata" che hai fatto con Maurizio e Arnaldo (Arnoldo?) e ti ho molto ammirata per la pazienza che hai avuto di fronte alle domande ipocrite e sempliciotte fatte per metterti spalle al muro, al qualunquismo alla "il cambiamento è cambiamento, non è né bene né male" (eh, vero, infatti il cambiamento climatico è solo un cambiamento, non ha niente di negativo, no?), agli argomenti fantoccio che ti metteva continuamente in bocca, ai sorrisetti saccenti e alle spallucce supponenti che faceva continuamente. E quando gli hai risposto "ma zio!" sei stata semplicemente stupenda, e l'hai messo in riga perché scendendo al suo registro linguistico da fessacchiotto, l'hai additato come tale e mi pare che lui se ne sia avveduto, e una calmata se l'è data. Le tue argomentazioni, come qui anche in quel contesto sono state inoppugnabili, secondo me. Mi chiedo solo Entropy For Life (non mi ricordo il nome) dove abbia tirato fuori quel personaggio, mai sentito prima, e dal quale ben mi terrò alla larga se mi ricompare...
È stata davvero un'esperienza brutta. Era in sostanza un'imboscata; ma se voleva mettermi in sacco avrebbe dovuto cercare un linguista vero da contrappormi 😀
@@YasminaPani a proposito, grazie per avermi risposto nonostante questo video sia di un po' di tempo fa. Tra l'altro, tu hai letto il libro di Entropy For Life? "Se pianto un albero posso mangiare una bistecca?" E' un capolavoro di disordine mentale, di concetti introdotti e mai veramente enucleati, scritti in quell'Italiano colloquiale che a pare andar di moda tra i "giovani influencer" di oggi (perdonami le virgolette per sottolineare il sarcasmo). Parlo di quella prosa in cui le subordinate sono semisconosciute, dove si scrive come si parla, come se il lettore fosse una persona con cui stai facendo una chiacchierata davanti a una birra. Sarebbe interessante sentirtelo commentare, anche se forse sarebbe un po' come infierire. Ovviamente c'è di peggio. Ho letto il "libro" di Barbascura "Il genio non esiste," e non solo l'ho trovato scritto con i piedi, ma contenutisticamente è assoluta immondizia. Però anche Entropy for life si mette d'impegno.
Credo tu abbia già accennato all'impoverimento dell'Italiano nei libri che vengono pubblicati, e le eccezioni a questa tendenza mi sembrano talmente notevoli da meritare plauso, il ché mi rattrista (Argomentare, Watson di Eugenio Radin e L'Avvocato dell'Atomo di Luca Romano rientrano nel novero di tali eccezioni al pessimo italiano dei libri recenti che ho letto).
Buon lavoro e grazie per i video che pubblichi e che mi fanno compagnia mentre lavoro!
Computer è ormai diventata una parola così comune, o mainstream se vi pare, che chi usa spesso anglismi tecnico-informatici per distinguersi dalla massa lo chiama macchina, in italiano. Considerazioni da profano che però con italiano ed inglese ci lavora: usare termini stranieri è spesso un modo goffo di ostentare cultura in tutto il mondo, tanto che gli inglesi eruditi chiamano il fallimento totale "fiasco", in italiano, la terminologia teatrale in inglese è spesso di derivazione italiana, mentre noi lo chiamiamo flop. Idem per la diva che in inglese è "primadonna", tutto attaccato, e in italiano è star. Gli anglismi usati per distinguersi sono non comunicazione, un misto di pigrizia mentale e provincialismo. Il problema è che usando termini stranieri con accezioni nazionali si finisce per non essere capiti ne da i propri connazionali ne dai madrelingua da cui la parola in teoria deriva. Un esempio è l'espressione latina Do ut des che è usata in inglese, ma non con lo stesso significato che gli attribuiamo in italiano. Mi direte, ma parla come magni! Ok, provate ad ordinare una pizza pepperoni in USA... 🙄
non capisco come tutto quello che dici abbia a che fare con uno sfoggio di erudizione.
certi termini sono entrati nel linguaggio a partire da addetti ai lavori di vari settori o per altri motivi star=persona che ha una stella nella walk of fame di holliwood, termine poi esteso alla gente che primeggia per fama o talento. questo termine mostra solo il prestigio che holliwood ha avuto al punto da influenzare diverse lingue straniere. allo stesso modo in cui usare "red carpet" non è affettazione ma tradurlo suona come un tentativo di difesa della lingua molto ingenuo.
Passando a determinati settori dove i termini inglesi o gli anglicismi sono prevalenti (e.g. nell'informatica o nell'ambito scientifico) bisogna ricordare che lo scopo primario è mettersi in relazione con una comunità internazionale e che l'apprendimento passa per manuali, articoli, siti web e forum interamente in lingua inglese. quindi magari si apprende il lessico italiano successivamente e con uno sforzo extra, ottenendo un valore aggiunto solo se si parla a un pubblico non addetto ai lavori
mi ricordo che si usava il termine macchina per intendere computer piu' nell'ambito tecnico informatico, per esempio, nel laboratori, oppure gli assemblatori usavano il termine macchina, secondo me il problema e' che fuori dal quel contesto davvero non si capisce a cosa ti riferisci soprattutto che il termine macchina ormai e' diventato troppo comune per l'automobile XD pero' la webcam io la chiamo la videocamera... mi viene naturale cosi' essendo quella cosa che serve a fare la videochiamata... e' sbagliato?
@@matsiv5707 la "Walk of fame" è stata creata nel 1955-1960. Il film "A star is born" è del 1937. Sono le stelle di Holliwood boulevard a derivare dal termine in uso, non il contrario. A quell'epoca in USA tra gli addetti ai lavori di vari settori si utilizzava con lo steso significato anche il termine "diva", in italiano.
io credo non sia corretto usare videocamera per la webcam, ma semplicemente perché la telecamera/videocamera è un dispositivo a sé che registra video su un supporto (casseta, sd) quella per le vacanze per intenderci @@solyan6776
A volte la crociata verso gli anglismi è davvero fine a sé stessa, nonché estenuante. In ambito informatico e di grafica digitale alcune parole inglesi sono diventate di uso internazionale perché i software ("programmi" per quelli dell'istituto Luce) sono stati creati in america e Inghilterra e, successivamente, hanno avuto una distribuzione capillare. Se uso Photoshop so bene che "dehaze" non diventa "foschia", perché la nomenclatura di quel parametro fotografico ha una sua utilità e un significato che valica i confini nazionali,.quel particolare anglismo ha assunto una dimensione neutra attraverso la lingua franca dell'inglese. Ram (random access memory) per economia comunicativa rimane RAM, se compri un banco di ram su eBay dalla Thailandia utilizzi la lingua passepartout inglese, senza rincoglionirti ogni volta a fare traduzioni estemporanee dall' italiano al thailandese o dall' italiano al vattelapesca. Detto questo: bug rimane bug, hacker non diventa pirata informatico e altre oscenità. Gli inglesi usano allegro, alto, adagio andante, bel canto e altre mille parole specialistiche nate in Italia, nessuno si scandalizza e pensa, giustamente, di cambiarle.
Super yasmina, chiarissima come sempre
Entropy for life ti ha risposto. Prendo i popcorn e resto in attesa di una controrisposta.
dove?
@@mirkopintaudi8342 th-cam.com/video/560Orv96lyU/w-d-xo.html
Tra poco inizierò l'università con un percorso di studio in lettere moderne, e sei un modello da cui seguire e prendere molte cose buone per me
Ti ringrazio
mi trovo assolutamente d'accordo con te.
I miei professori di informatica alle superiori non dicevano la parola "computer" ma "elaboratore" o "calcolatore" oppure ma molto di rado "terminale" .
Io sento spesso di gente che usa tantissimi anglicismi ed appena uno dice "ma non è meglio usare la parola italiana?" molto spesso sento che rispondono "ahhh, non sapere l'inglese nel 2022!1!1!1!1" , il ché è un cosa che non c'entra. Sento spesso anche "ahh, le parole non possono essere tradotte". Che poi questi anglicismi vengono usate anche male.
Adoro i tuoi video, continua cosí! 😊
Esatto, sapere l'inglese è un'altra cosa!
"Ahhh, YU dont nou inglisc in duemilaventidueh!!1!"
@@andsalomoni pulizia kontatti!1!!1
La gente risponde sempre in maniera molto aggressiva quando glielo si fa notare, io non sono una linguista ma avendo studiato recitazione già mi rende assolutamente contraria all’uso degli anglismi ma essendo conoscitrice dell’Inglese perché vivo in Regno Unito mi rendo conto che gli anglismi buttati a caso nell’italiano in realtà non vengono nemmeno usati nella lingua inglese stessa, faccio l’esempio di “smart working” non ho mai sentito questa terminologia uscire dalla bocca dei britannici, semplicemente loro dicono “working from home” ! Il famoso nastro adesivo che noi abbiamo sempre chiamato “scotch” loro lo chiamano “tape” più tante altre parole assurde che insistiamo ad usare con convinzione che nemmeno esistono nell’inglese!
Una cosa ancora più grave ed imbarazzante che ho notato è che tutte queste persone che usano anglismi in realtà nemmeno parlano, capiscono o conoscono l’inglese, su questa piattaforma seguo persone che usano termini inglesi ogni tre per due in ogni dannata frase e poi se escono con “eh ma raga io con l’inglese sono una pigna111”… ma perché diamine usi terminologie che non conosci? Rendiamoci conto che un buon ottanta per cento delle persone non ha idea di cosa dice mentre parla, è preoccupante!
@@andsalomoni tra l’altro manco lo parlano, sembrano Totò con il vigile quando devono davvero gestire una conversazione in inglese!
Bravissima, tutto chiaro e logico e di buon senso.
Anche in italiano esiste la versione autoctona per computer. Anzi ne abbiamo addirittura due: calcolatore ed elaboratore (in entrambi i casi è sottinteso l'aggettivo "elettronico").
Spero sempre che ci sia qualcuno in grado di dare un contributo per migliorare la qualità di TH-cam. Tu dai sicuramente questo contributo. Grazie e continua così.
Grazie mille
Premesso che grazie a questa diatriba sugli anglismi con entropyforlife ho scoperto il suo interessantissimo canale. Io non sono linguista e non so niente della materia che lei padroneggia molto bene. Mi permetto di dare la mia esperienza personale. Nel mio lavoro mi trovo ad avere la maggior parte della documentazione in inglese parlare e scrivere con colleghi italiani e stranieri in lingua inglese. Mi trovo ad usare termini inglesi storpiature di parole inglesi italianizzate perché è più comodo e più veloce, tutti capiscono. Spesso soprattutto nello scritto mi trovo col dilemma se tradurre correttamente i vari anglismi in italiano. Perdo un sacco di tempo e quando lo faccio spesso il senso del disco non è chiaro. Il ragionamento di Giacomo secondo me ha senso in quanto a me sembra essere un approccio pratico nella vita reale,poi lei ci ha spiegato la teoria della lingua ed i tecnicismi della materia ed è stato molto interessante.
Capisco bene che sia più rapido, e in questo senso il parlante fa come gli viene automatico. È qui che si ritiene che il linguista, che conosce anche i pericoli di questi fenomeni, debba intervenire per indirizzare la comunicazione su larga scala, aiutando i parlanti a trovare le alternative e ad esprimersi correttamente nella loro lingua madre.
@@YasminaPani Quali sono i rischi che questa pratica comporta?
@@thomasmenegolo9763 I problemi sono numerosi e molto complessi. Semplificando: a livello di comunicazione pubblica c'è un problema di chiarezza. A livello di parlanti c'è un progressivo perdere l'abitudine di manipolare la propria lingua, che quindi risulta sempre meno adatta a numerosi contesti emergenti, tanto che in alcuni ambiti si finisce col parlare direttamente in inglese. Non si usano i meccanismi di formazione delle parole dell'italiano, come se non si conoscessero, e dunque non si esercita pienamente il potenziale linguistico, che quindi è impoverito. Oltre a questo, spesso l'anglismo, essendo parola di "moda", soppianta due o tre possibili varianti italiane, producendo ulteriore impoverimento.
Ciao, ho guardato decine di tuoi video e mi sono sempre trovato d'accordo. Questa volta credo che il discorso di "tutto è traducibile" è vero ma solo in parte. Questo è vero per idee, concetti e azioni ma i nomi di oggetti tipici sono intraducibili. Tipo : igloo, katana, kimono ecc sono traslitterati ma non tradotti. Comunque fai un ottimo lavoro e continuerò a seguirti volentieri
video da inviare a tutti quelli che rischedulano una call per un misunderstanding
Sante sante parole!
Sono completamente d'accordo. In particolare quando parli di pigrizia o ignoranza come causa di certi prestiti. In realtà ho spesso l'impressione che chi si sente ignorante della lingua riesca a sentirsi "più acculturato" usando anglismi non necessari, oppure che "faccia più fico/più moderno".
Sì sì!
L'argomentazione più bella che sento è che usare gli anglismi avvicina le persone all'inglese. Infatti, come si può ben vedere, i ragazzini che usano termini come "cringe bro", "dov'è il content?", "builda", "carriare", poi si dimostrano dei veri esperti della lingua inglese, con una padronanza seconda solo ai professori universitari di Oxford e Cambridge.
Settabile al posto di regolabile anche non si può sentire. Poi li senti parlare in Inglese è paiono Super Mario. Però fin quando rimane nel gergo del gaming (videoludico) va pure bene.
@@CoppodiMarcovaldo789 Sì, la mia critica era rivolta a chi sostiene che usare qualche parolina "mainstream" ci renda tutti degli Shakespeare del ventunesimo secolo.
Sono assolutamente favorevole allo studio intensivo dell'inglese nelle scuole, ma ci dovrebbe essere una linea di separazione: quando parliamo in italiano si parla italiano, e quando parliamo inglese si parla in inglese. Andare verso una lingua ibrida e miscelata mi fa venire i brividi solo a pensarci.
@@thekyuwa a proposito di Shakespeare, c'è un altro fenomeno del mainstream, le pseudocitazioni. Ogni santissimo anno, in particolare in occasione dell'8 marzo, sui social compare un lungo componimento, che si intitola, "In piedi, signori, davanti ad una donna", attribuita, nientepopodimeno, che al Bardo più celebre della storia. Peccato, che quella citazione non compaia in alcun testo di Shakespeare, compresi i sonetti e i poemi. D'altronde, basta conoscere un minimo Shakespeare per rendersi conto che lo stile non ha nulla a che vedere, al più potrebbe essere stato scritto da Fabio Volo, per tacere del fatto che considerare il Bardo una sorta di femminista ante litteram è un po' azzardato. Che poi, se fossero vere anche solo la metà delle citazioni attribuite ai vari Oscar Wilde, Bukowski, Einstein compagnia cantante, che circolano in rete, questi sarebbero dovuti nascere, indicativamente, all'epoca di Traiano, anno più, anno meno....
Quanto hai ragione! Non solo è l'argomentazione più bella, come la chiami tu, ma è anche una delle più frequenti. Quante volte ho sentito insinuare che chi è contro gli anglismi non sappia l'inglese, spesso l'ho anche provato anche sulla mia pelle. Poi senti parlare loro e sembrano Renzi.
@@beatiroide c'è da dire comunque che ho sentito parlare Renzi in una trasmissione con la Le Pen e mi sembrava che in francese se la cavasse meglio, mi pareva più fluido nel parlarlo, anche nello studio lo avevano notato. Poi, va beh, io del francese so giusto " Je suis Catherine Denevue", sempre che la scritta sia corretta, quindi il mio parere vale abbastanza poco...
L'algoritmo di youtube mi ha proposto questo video. Iscrizione immediata. Approfitto per suggerire, se non è stato già fatto, un video sull'utilizzo di "superbello, superdivertente, supergrande ecc" al posto dei rispettivi superlativi.
Innanzitutto, Entropy for Life ha detto che di solito, non sempre, la motivazione di chi rifiuta gli anglismi può avere certi motivi, senza generalizzare.
"Sapete chi sostiene l'idea contro l'uso di anglismi?" Principio di autorità. Sentiamo le spiegazioni.
Poi come mai parli di competenza nel settore e affermi che l'argomentazione del gergo scientifico non sia valida senza conoscere il settore e portando come esempio il gergo che si utilizza in filosofia? Lui ha fatto un discorso secondo me condivisibile sulla rievocazione di interi concetti grazie all'uso di una parola. Porto un altro esempio: la fitness. Se nomini la "fitness" qualsiasi biologo saprà di cosa starai parlando, invece se provi a tradurla utilizzerai un termine non in uso per quanto riguarda quell'ambito scientifico.
Poi, parlando dell'argomentazione tecnologica, mi sembra che tu abbia mancato il punto: nessuno, né Entropy for Life, ha detto che bisogna accogliere qualsiasi termine inglese, né che sia giusto e doveroso preservarne l'origine inglese, ma spiega solamente il perché determinate parole spesso tendono ad entrare nella lingua sotto forma di anglismi e non come parole "100% italiane". È ridicolo usare termini inglesi nella tecnologia? Okay, utilizza "topolino" per identificare il mouse. Oppure tu ne usi un' altra? "Ovvio" non vuol dire che sia ovvio che sia andata così e che si utilizzi mouse in italiano, dato che in altre lingue è stata tradotta la parola computer. Intende che sia ovvio ormai che la parola mouse difficilmente verrà eradicata e che rimarrà probabilmente almeno nei prossimi decenni l'unico termine per descrivere quell'oggetto in italiano.
Nel discorso diretta vs live non dice che è la parola italiana a creare confusione, bensì che dipende dal caso: su Instagram sarebbe ingannevole l'utilizzo di "live", su TH-cam sarebbe ingannevole l'utilizzo di "diretta". Poi magari è un cruccio superfluo, ma non ha preferito, né a priori, né a posteriori, la versione inglese.
Che senso ha l'esempio traduzione dei testi in sanscrito? Avrebbe senso se non fosse già stato portato l'esempio del linguaggio gergale. Anche lui ha detto "perché non tradurre keen selection come selezione parentale? beh, non è la stessa cosa per ora". Significato di ciò che ha detto: proviamo a trovare la traduzione e vediamo se funziona. Non è un atteggiamento dogmatico.
Ognuno comunque ha il diritto di parlare di ciò che vuole, anche perché tu parli di temi sociali trasversalmente ai discorsi linguistici, qui per parlare di scienza hai parlato di filosofia, davvero tenero e ingenuo, come se secoli fa in Germania si sostenessero convegni quotidiani con taiwanesi, indiani, finlandesi, canadesi, e come se ogni pubblicazione filosofica fosse caricata in una rete internazionale specifica per le pubblicazioni filosofiche.
Suvvia, io seguo sempre Giacomo quando parla di roba scientifica, ma questo video è stato proprio inutile e male argomentato. Tutte le argomentazioni erano autoreferenziali, "a me sembra ridicolo", "ma è ovvio" " a me richiama nella mente" ecc. ecc.
Il principio di autorità non c'entra, era semplicemente una battuta.
Al di là di questo, mi sembra che non sia pervenuto il messaggio: la critica è alla volontà di voler giustificare le proprie preferenze tramite delle argomentazioni apparentemente oggettive e logiche. Nessuno sta criticando la volontà di tener fede agli anglismi, né tantomeno le modalità tramite le quali ciò viene posto in essere; basterebbe prendersi la briga di specificare dove stia la realtà e dove invece si attesti l'opinione. Ciò puntualmente viene evitato, ed è la radice del problema. Cerchiamo di porre l'accento sulle prese di posizione in virtù della volontà di legittimazione dell'opinione personale, piuttosto che tacciare gli altri di ignoranza.
@@chiararuocco2811 certo che sono motivazioni autoreferenziali (che comunque prova a spiegare dandogli una connotazione generale), perché il video nasce sulle critiche rivolte a lui; manca la tua argomentazione però
@@AA-nw7hi il principio di autorità non è una battuta ma un cardine di questo canale perché viene continuamente ribadito a inizio e fine video; le motivazioni di Entropy for Life hanno una logica, quindi che senso ha dire che il messaggio di questo video sia una critica verso chi giustifica le proprie preferenze tramite argomentazioni logiche? Un'argomentazione può essere logica e non condivisibile. La logica c'è, poi che non la condividiate è un altro discorso. E che voglia farle passare per oggettive è un processo alle intenzioni.
@@lucianobatteri Guarda, la critica a lui semplicemente va ignorata, ognuno parla come vuole, questo è chiaro. Ma lui è andato ben oltre questo, tanto è vero che il video non è in difesa di sé stesso, ma in difesa degli anglismi. In quanto alle mie argomentazioni gliele ho esposte sotto il suo video, è inutile ripeterle qui.
Yasmina concordo con tutto, l unica questione su cui mi sento di contraddire è quella della traduzione linguistica. Come hai ben specificato tu nella storia si è sempre tradotto, il problema è che la traduzione, in contesti specifici come quello scientifico rendono molto difficile il dialogo internazionale che a differenza di 100 anni fa se sei uno scienziato oggi è all ordine del giorno. Per farla semplice se io studio una determinata materia per anni e acquisisco un lessico ed un linguaggio soecifico proprio di quella lingua variegato ma unico di quella lingua, questo poi mi porterebbe a dover sostanzialmente "ristudiare" tutto ciò che ho già studiato e questa è una grande limitazione. Se invece mi vengono insegnati i termini specifici direttamente in inglese io li imparerò una sola volta. Personalmente io sarei d accordo ad insegnare a questo punto, in ambiti ad elevate internazionalità come quello della ricerca SOLO in inglese, ma capisco che questo abbia degli aspetti negativi (tu ne hai spesso parlato) e quindi non so quale potrebbe essere la soluzione.
Ma veramente anche cent'anni fa era necessario capirsi tra studiosi, solo che non era un problema imparare più di una lingua, come invece pare sia adesso. È assurdo pensare che imparare dei termini nella tua lingua madre rappresenti un dispendio di tempo!
Yasmina : Entropy For Life = Entropy For Life : Mortebianca
Ok, sono curioso, cosa volevi intendere?
@@stegosandrosos1291 come EFL ha distrutto dalle fondamenta un video di Mortebianca sull'ambientalismo su cui palesemente non sa un cazzo, così Yasmina ha fatto con il video di EFL sugli anglismi
Sempre più interessanti questi argomenti!!! Brava
Vedendo il tuo video ho pensato a proposito di questa gente: "eheh...quando il metodo Burioni ti si ritorce contro" co 'sta faccia -> :P
Ho goduto, lo ammetto, e pur non avendo in antipatia Giacomo hai (mi si perdoni l'anglicismo) debunkato il debunker.
Con questo tuo fare ti stai inimicando mezza youtube Italia, e il bello è che hai assolutamente ragione di farlo.
Poi che tenerelli quando ti danno della livorosa o sbattono i piedi per il turpiloquio quando i primi a pontificare ad mentula canis di tutto e di più sono loro, abituati come sono a farsi le pippe a vicenda come una cooperativa di tassisti de provincia.
Che similitudine meravigliosa 😆
Non ho capito cosa c'entrino i tassisti con le pippe, forse sono ritardato. Posso avere una spiegazione?
Vincent Vega e Julius coso non erano tassisti, anche se avevano appena tentato di trasportare in macchina una persona.
#PulpFiction
Però c'è qualquadra che non mi cosa.
Questo atteggiamento dovrebbe, almeno come effetto collaterale, far aumentare i Numeri a Yasmina, ma non Vedo che I Numeri siano aumentati. Dopo un giorno questo video resta a 5mila visualizzazioni, pari al numero degli iscritti. Che TH-cam Sia cambiata? Che Sia cambiato qualcosa nel pubblico?
Io e molti altri conoscemmo Barbascura per il Trono di Spade, ma Il suo canale fece Il vero passo Avanti quantitativo quando esplose la polemica sui panda.
Io seguivo Caleel da quando il suo canale aveva un anno o sei mesi, ma credo che Caleel si sia davvero imposto e affermato su TH-cam anni dopo, quando, dopo essere stato elevato Al Rango di interlocutore saggio sul Trono di Spade, ha iniziato a quasi "blastare" i fan accaniti di Ned Stark che ritenevano che questo personaggio, Il cui ritorno sarebbe stato secondo Lui del Tutto inutile dal Punto di vista narrativo, potesse tornare in vita.
Inoltre, come pensavo di scrivere in un altro commento ore fa, fare video di risposta ad altri TH-camr è utile a "far crescere Il canale".
Sapete come ho conosciuto Io Entropy For Life? Non grazie a Bressanini, che l'aveva lanciato, che gli aveva dato Il suo "endorsement", ma imbattendomi in un suo video di commento ad un video di Barbaroffa, che può essere considerato lato sensu un "linguista" (è traduttore o interprete e parla di lingua e di lingue).
Dunque Il cerchio si chiude, mi sembra di trovarmi in un "loop": da un video di Barbaroffa giunsi ad Entropy for Life e per Barbaroffa Alla sua comparsa vi posi Il click primigenio, Ed ora sono entrato in un video di Yasmina Pani, che già conoscevo, principalmente per il rimando ad Entropy for Life.
Tra l'altro, cosa buffa, nel mio vago ricordo quei due video parlavano di maschi e femmine e di maschile e femminile. Quello di Entropy si collegava in modo un po' forzato a quello di Barbaroffa, ma Il canale all'epoca era agli albori e aveva bisogno di questi collegamenti e di queste forzature.
Maschi e femmine, maschile e femminile. Sempre queste cose sono protagoniste di questo Anello, di questo ricorso.
@@davidescarin1265 pensa come sono messo io, che non conosco un solo nome di quelli che hai citato...so solo che "Il trono di spade dovrebbe essere una serie televisiva di tipo fantasy...Comunque, non so se ho capito bene, ma una "polemica sui panda" avrebbe fatto aumentare la popolarità di qualcuno? Sono curioso, non sapevo che i panda fossero divisi...
Mi hai dato una soddisfazione personale con il tuo intervento. 😂 👏👍
Che peccato che l’esperanto non sia stato più utilizzato… farai mai un video sull’esperanto?
Sì è in lista e ogni volta lo rimando per parlare di cose nuove che vengono fuori!
Io il video lo aspetto anche da voi ;)
@@primosoma ma noi di esperanto non sappiamo una mazza. :\
Per favore, l'esperanto no - mea opinio, sia chiaro, la peggiore fra le lingue artificiali mai concepita dall'uomo! 😭
@@WannaBeBuddha che dobbiamo fare per farvi tornare? Fondare una nuova religione? Poi rispuntare così nei commenti è da stronzi. Siete come la ex che ti ha lasciato, di cui sei ancora innamorato e che mentre cerchi di dimenticarla ti scrive per sapere come stai
Gran bel video! Non solo per chi lo presenta (da tempo conosciamo le sue doti), ma anche perché ha permesso di introdurre Yasmina ad una ottima diretta su Entropy For Life: questo la ha potuta presentare ad un pubblico più ampio. Seguendo entrambi i canali, ho personalmente gradito ancora di più il contributo di Yasmina! Grazie, e pollice alzato!
Hai ragione però avrei preferito un tono più pacato. Entropy aveva fatto un video "critica" proprio come il tuo qualche settimana fa, ma utilizzava un tono molto più moderato. Magari è un tratto della tua personalità non ti conosco, però secondo me Giacomo è il tipo di persona che ci potrebbe rimaner male. Forse un po' più di pacatezza e sensibilità nell'esprimere le argomentazioni gioverebbe alla comunità. Sembra che esistano solo due alternative sui social: ammazzarsi oppure limonarsi anche quando l'altro ha toppato. Esistono anche le vie di mezzo.
Scusami se mi sono dilungato, comunque ho apprezzato il contenuto del video, è utile anche per me che in effetti tendo a utilizzare inglesismi quando parlo di cose scientifiche.
Ti ringrazio per la critica. Sì, è il mio carattere e anche il mio stile, per vari motivi, cioè proprio per scelta. Quando dialogo con le persone poi ho un atteggiamento ovviamente molto diverso.
Concordo! Avrei gustato molto di più i contenuti, interessantissimi, se non fossero stati ricoperti da questo velo di aggressività
Non ho mai visto l'apertura di un libro con così tanto interesse.
PAROLE SANTE! Un "esempio deleterio di anglismo" è l'uso dei termini inglesi usati nelle grandi aziende per definire le mansioni dei lavoratori, al fine di svuotare le parole di significato all'atto del demansionamento; il demansionamento progressivo sul lavoro, la dequalificazione professionale sono il cardine della emarginazione sociale, uno scivolo verso un odioso licenziamento ingiusto.
Finalmente!!!!!!
Ciao Yasmina, ho appena visto entrambi i video (velocizzati perché devo correre a lavoro) e premetto che le tue argomentazioni mi hanno convinto più di quelle di Giacomo. Quello che desidero dirti fin dall'altro video risposta verso lo youtuber che non hai nominato, è che con un approccio più costruttivo nei loro confronti otterresti un risultato maggiore che bacchettandoli (pur essendo le tue spiegazioni pressoché inoppugnabili). È vero che ci sono creatori di contenuti che non meritano rispetto, ma altri, come quelli che hai citato fino ad ora, sono certo che sarebbero ben lieti di collaborare con te e farsi spiegare cose di cui effettivamente sanno poco e nulla.
Se avessi un po' di tempo per sbirciare alcuni dei loro lavori più importanti scopriresti che sono persone tutto sommato in gamba e che amano fare ciò che fanno al meglio delle loro capacità, ma soprattutto sono in grado di capire se hanno sbagliato, di correggersi e di chiedere scusa alla loro comunità (è strano usare questo termine al posto di "community").
Non ho altro tempo per elaborare oltre questo commento, spero tu lo legga col tono di un iscritto che apprezza molto il lavoro che stai facendo qui su TH-cam.
Ma io non ho mai detto che non sono in gamba. Non mi permetterei mai di giudicare il lavoro di qualcuno che si occupa di cose che non conosco e non capisco affatto. Sono sicura, come credo di aver detto (a volte mi dimentico cosa taglio e cosa mantengo nei video, scusami), che sono molto bravi in quello che fanno (perlomeno alcuni); il punto non è questo, ma il ritenere che la linguistica sia qualcosa di cui tutti possono parlare, a differenza di altre discipline che, giustamente, si ritiene siano tecniche.
@@YasminaPani però potresti tenere a mente che spesso questo è un errore compiuto in buona fede. Io stesso, prima di conoscerti, sarei stato pronto a parlare di molti degli argomenti che è un sollievo sentire trattare da te (schwa, ad esempio).
Nonostante la mia opinione sia spesso concorde alla tua, la avrei argomentata in maniera bislacca, invalidandola senza saperlo.
Credimi, non è presunzione.
Parlare tutti i giorni una lingua ci dà la percezione di capirla oltre il nostro livello vero di comprensione, così come guidare un'auto tutti i giorni ci dà l'istinto di aprirne il cofano in caso di guasto.
Che esempio del cazzo, lo so.
In ogni caso, credo sia una specie di effetto dunning-krugher.
È solo guardando i tuoi video che ho capito che davvero c'è un mondo dietro a ciò che diciamo, e che va oltre l'Analisi logica e grammaticale.
Prima di sentire il il termine "linguistica comparata" con relativa spiegazione in un tuo video, credevo di essere l'unico ad aver trovato curiose somiglianze di parole in diverse lingue, e invece ora so il nome di ciò che mi ha portato una curiosità inizialmente quasi inconscia, ma comunque ancora acerba, per questa disciplina.
Si vede che ami quello che fai ma non puoi mettere sullo stesso piano Entropy for life e la Murgia quando fai video di tirate d'orecchie.
Murgia sbaglia nel priprio campo, che dovrebbe conoscere. Può essere criticata.
Altri magari non sanno neppure dell'esistenza del mondo della linguistica di cui parlano e della relativa estensione: sei pioniera nel tuo campo di divulgazione, specie nel modo in cui la fai, e forse occorre avere pazienza. sai benissimo che crescerai parecchio e iniziare a *bLaStArE* tutti indiscriminatamente non so se porrebbe buone fondamenta.
Insomma, sembra che ti incazzi con chi sbaglia in buona fede quando focalizzarsi invece sul problema, e non sulla persona, sarebbe più costruttivo.
Però non troppo che un cicinin di pepe è sempre divertente e, a volte, giusto.
Perdonami per la forma di quanto ho scritto: avrei voluto esporre meglio questo commento ma sono in sessione, devo studiare e il tempo scorre veloce come le lacrime sul mio viso mentre non mi vengono le RedOx.
Ciao neh!
@@YasminaPani Mattia ha elaborato meglio ciò che volevo dire. Tu sei il tipo di prof che avrei voluto alle superiori e io mi auguro che tu diventi un punto di riferimento su TH-cam perché c'è bisogno di divulgazione seria e divertente sugli argomenti che tratti, ma il mio è anche un invito a discernere tra i fuffari che non meritano di essere ascoltati nemmeno in ciò che definiscono essere il loro campo, e gli youtuber onesti intellettualmente ai quali capita ogni tanto di scivolare nel parlare di argomenti in cui non sono esperti, ma con cui potresti collaborare entrando nella loro bolla e coinvolgendo anche le loro comunità di iscritti e ispirandoli ad approfondire le tematiche che ti stanno a cuore.
Ti vogliamo al top, Yasmina!
E non bocciarmi se ho scritto un papiro in due soli periodi, ho appena riletto. 😀
Credo abbia maggiore interesse a produrre video polemici, perché con il meccanismo polarizzante dei social si guadagnano più follower ("seguaci") in questo modo piuttosto che facendo video pacati e con poco astio. Impressione mia eh, magari mi sbaglio.
Complimenti e grazie! ❤
Caspita...
Ci vai giù pesante...
Onestamente, ho pensato anch'io che il video di Giacomo fosse un pelo "ignorante" e capisco la frustrazione nei confronti della supponenza nel voler parlare di cose di cui non si è esperti...
Da semplice amante della lingua ed iscritto di Giacomo, mi sono anche permesso di esprimere alcune perplessità commentando il suo video e, mi fa piacere aver scoperto il tuo canale ed ascoltato le tue motivazioni a riguardo (mi rivedo molto più nelle tue argomentazioni che nelle sue)
Mi è dispiaciuto però, sentire un tono così severo e duro da parte tua, nei confronti di un video che non aveva la pretesa di "insegnare" qualcosa ma, soltanto di spiegare delle scelte, decisamente opinabili, ma personali...
Spero abbiate modo di parlarne magari in privato
Mi piacerebbe vedervi insieme in una live... Sicuramente sarebbe una possibilità di arricchimento per gli iscritti di Giacomo (sono in conflitto di interessi, lo so)
È il mio tono, il mio carattere e il mio modo di essere diretta e senza peli sulla lingua. Non ho insultato nessuno, del resto, ho solo rettificato delle cose sbagliate; cosa che farebbe e fa qualunque divulgatore quando sente dire sciocchezze in relazione alla sua materia. Non ha espresso delle opinioni, non ha detto "a me piacciono gli anglismi", ha preteso di spiegare perché ci sono, perché sono preferibili in molti casi all'italiano. E nel farlo ha detto cose sbagliate. Comunque l'ha diretta c'è stata, anche se a discutere (se vogliamo chiamarlo così) con me è stato più che altro Barbaroffa: th-cam.com/video/560Orv96lyU/w-d-xo.html
@@YasminaPani chiarissimo, ed infatti, in linea di massima ho apprezzato il tuo video.
La live l'ho recuperata qualche giorno dopo e, in quell'occasione, barbaroffa (che conoscevo già) mi ha un po' deluso sinceramente mentre ho apprezzato moltissimo il tuo intervento (ed in generale, il fatto che il "confronto" ci sia stato) ma vabbè, quello che penso riguardo alla live l'ho scritto nei commenti di quel video.
Comunque sappi, per quanto possa contare, che ti ho considerato una piacevole scoperta.
Dopo di questo ho visto altri tuoi video e, li guardo con piacere quando mi compaiono nella home
Che bellini questi di Entropy For Life, tuttologi onniscienti che spaziano dalla genetica alla linguistica ( tra un po' ci daranno anche la ricetta della parmigiana di melanzane)
Io lavoro all estero da 30 anni e ormai parlo piu o meno correttamente 6 lingue e l'Inglese lo uso molto di piu` dell'Italiano, tanto che spesso, quando torno a casa e parlo con amici e parenti, mi blocco su certi termini perche`non mi vengono in Italiano e devo farmeli suggerire o devo fare mente locale. Pero` da sempre`mi da un fastidio tremendo sentire giornalisti, presentatori e adesso un po chiunque, utilizzare termini Inglesi laddove esiste e si e`sempre usato il termine italiano. Mi ricordo come mi infastidiva sentire le telecronache del calcio con il commentatore di nuova generazione che diceva Goal invece di Rete, Corner Invece di calcio dángolo, penalty invece di Rigore e via via, passando per gli impiegati che parlano di meetings, briefings, goals, sales e quant'áltro e poi quando li fai parlare in inglese non riescono a ordinare una pizza!
Mi hai fatto morire. Grande!
La mia sensazione da non addetto ai lavori è che i linguisti vengano ignorati perché sconosciuti, sui quotidiani non se ne parla quasi mai e prima di conoscere questo canale per esempio non sapevo manco di cosa di occupassero.
Mentre da informatico e conoscitore del francese ho subito capito l'errore di Giacomo però è vero che gli informatici usano solo l'inglese. Per esempio all'università tutte le fonti usate per le lezioni sono in inglese, quasi tutte le magistrali in lingua inglese e anche nelle triennali in italiano molti corsi sono tenuti in inglese. Per giunta pure in Francia la terminologia tradotta la usa solo chi non è del settore gli addetti parlano solo inglese, banalmente perché non esiste documentazioni in francese per certe tecnologie.
Tranquillo che anche la linguistica a livello magistrale si studia gran parte in inglese. Siamo in gabbia ormai ahahah
Sì, quello dell'assenza della figura del linguista a livello pubblico è un grande problema.
Comunque attenzione: parlare in inglese è diverso dall'usare gli anglismi all'interno di un'altra lingua!
@@YasminaPani Sulla seconda parte mi sono espresso male, volevo dire che quello che vedo sono dei compagni di corso che studiando in inglese e certi termini non li sanno tradurre. Il risultato quindi è quello di gente che parlando italiano usa termini inglesi anche dove esiste un corrispondente in italiano.
In ogni caso fare una tesi informatica in italiano è un inferno, quindi capisco il problema. Sarebbe stato mille volte più facile farla in francese mi sono trovato a usare traduzioni insolite o ad avere più termini inglesi che in italiano in una frase.
Video impeccabile! 👍👏
Yasmina, sei un faro nel buio. E niente non aggiungerò altro. Benedirò sempre in nome di Luca e Riccardo che mi hanno permesso di conoscerti :) GRAZIE!
Solo un appunto: Secondo me quando si allude al sindrome del "cazzo piccolo" di cui soffrirebbe il nostro popolo, si fa specchio riflesso. In realtà sono proprio quelli che temono di sembrare dei provinciali o dei bacucchi ad abusare degli inglesismi (perché gli farebbe schifo utilizzare termini forbiti o desueti. Non lo so? Hanno mai letto il Topolino degli anni 80? Quando Paperone chiamava il vecchio fucile "archibugio"?). Lasciando stare i ragazzetti e i linguaggio internet, "la mission aziendale" è un esempio lampante.
Grazie
Lo "spingardino"...
Ahahah come lottaaaaaa. Si vede che l'argomento ti ha pungolata e sono contento che ne sia uscito un video dettagliato, che al di là del diatriba che si è creata ( oggi diremmo dissing, per restare in tema), ha dato più conoscenze a me ascoltatore, e ne son felice
Se posso portare la mia esperienza personale volevo fare un appunto sugli anglismi nel linguaggio tecnico/scientifico. Per lavoro devo leggere quotidianamente articoli, documentazione, manuali e sebbene vengano prodotti da persone (o gruppi di persone ) provenienti dalle più svariate parti del mondo (dalla Francia, al Vietnam, alla Cina, alla Germania etc ) sono ovviamente in inglese e anche le comunicazioni verbali con queste persone sono in inglese. Capita che debba relazionarmi anche con italiani e in questo caso per "praticità" viene scelto l'italiano come lingua di comunicazione (solo verbale), italiano che pero' porta con se tutte le terminologie tecniche ereditate dalla base comune di informazione in inglese. Perché capita questo secondo me? 1. L'interlocutore italiano di solito non ha un inglese abbastanza buono per poter avere una comunicazione verbale efficace 2. Abbiamo un vocabolario già codificato di termini inglesi, codificarne uno nuovo, accordandosi sui termini tradotti, potrebbe impiegare molto tempo ed essendo un campo molto specifico forse rimarrebbe poco diffuso, morirebbe e bisognerebbe ogni volta ricrearlo.
I gerghi specialistici sono una questione complessa, diversa dalla lingua comune (tra l'altro ne parlerò stasera in diretta con l'Avvocato dell'Atomo); tuttavia anche nei linguaggi settoriali c'è sempre stata la tendenza a tradurre o almeno ad adattare foneticamente il prestito (quindi noi diciamo "cardiologo", gli inglesi dicono "cardiologist"). Oggi questa tendenza si va perdendo, e non per comodità, ma davvero per pigrizia. È un segnale molto importante di quanto siamo poco propensi allo sforzo cognitivo per produrre una comunicazione migliore.
@@YasminaPani perdonami, forse dirò una fesseria, ma non so quanto l'esempio funzioni. Nel caso di "cardiologo" il termine base sia per inglese che italiano è impostato, costruito sull'utilizzo del greco, quindi è normale che non venga in mente di usare come prestito "cardiologist", laddove prestiti più recenti derivano specificamente dall'inglese perché il termine tecnico è stato coniato per primo in inglese. Idem per altre lingue. Ormai è in uso il termine Triage, dal francese, per ragioni storiche. Può essere tradotto, ma in ambito tecnico specifico si preferisce usare triage
@@marbet2395 @Mar Bet sì, è diverso, ma era per dire che solitamente c'è almeno adattamento fonetico o grafico quando ci sono entrate massicce di termini
@@YasminaPani sì, ma avviene nel tempo. Oggi forse, la butto lì senz'arte né parte e senza pretese, il passaggio dei vari anglicismi non avviene soltanto nei tecnicismi di settore, ma anche attraverso l'esperienza comune con i social media, che rendono disponibili tutte le lingue del mondo, ma di base usano l'inglese. In tal modo è più semplice che per pigrizia si finisca per essere colonizzati in maniera più massiccia rispetto al passato da una serie di anglicismi che arrivano nella lingua comune del parlante medio senza mediazioni, a volte destinati a restare, a volte come moda passeggera.
@@marbet2395 senza dubbio
Della serie "parlate come mangiate" :) Brava, argomenti semplici ma chiari. Ho avuto spesso modo di confrontarmi con questi ragionamenti ammantati di una falsa evidenza: parlando con un amico dissi "l'evento ha luogo un linea" e trasalì perché a suo avviso in Italiano si dice "online" e la sua traduzione sarebbe intrinsecamente sbagliata. Ovviamente attendo ancora una spiegazione di questa affermazione. Un altro punto importante è che spesso i termini inglesi che prendiamo sono inesistenti come per esempio Smart work oppure ne travisiamo totalmente il significato: in un giornale ho letto recentemente il termine "polluzione" al posto di "inquinamento", quando in realtà benché esistente, la parole indica la fuoriuscita involontaria di sperma durante il sonno. Insomma un'aberrazione linguistica. In altre occasioni le parole sono usate in un senso totalmente sballato, come quando in un commento lessi "whitewashing" per indicare l'edulcorazione di un concetto quando il termine indica invece la pratica di dipingersi il volto per impersonare un personaggio di colore. Infine e penso che sia il vero punto dolente, gli anglismi sono utilizzati come il latinorum di Don Abbondio per confondere l'interlocutore. Un esempio particolarmente lampante fu quando Gallera, per giustificare una boiata che aveva detto esclamò: "non c'è stato nessun misunderstanding"
Approfitto spudoratamente dell'occasione per chiarire un dubbio che mi assilla da qualche tempo: ma "tossico" quando riferito a personalità, comportamenti, "ambienti" e addirittura persone, non è anch'esso un anglismo? (E se fosse tale, sarebbe uno dei più subdoli) Fino a qualche anno fa lo si riscontrava quasi esclusivamente in ambito chimico, medico, biologico e più in generale scientifico. Poi è come se il brano "toxic" di Britney Spears avesse preso il sopravvento sul parlato comune, e tutti o quasi sono diventati "tossici". Ma che cacchio è successo?
È un calco semantico, sì, ma si tratta di un uso metaforico del termine, procedimento molto comune e anche "sano".
@@YasminaPani Grazie per la risposta! Finalmente un po' di chiarezza. Assomiglia molto ad "abbracciare" (nel senso di: "embrace") pertanto mi suonava strano (e credo che continuerà a farlo per molto ancora)
Yasmina sei la number one
Sono riuscito quasi a farmi dare del mezzo fascista perché ho criticato l'uso di "public speaking", invece di un termine in italiano con dentro la parola discorso, e mi han risposto che facendo così si ridurrebbero le sfumature della lingua e ricorderebbe tanto l'autarchia linguistica del regime.
Al mio punto sul fatto che il termine esotico serve solo a rendere un'immagine più nobile dello stesso concetto, mi è stato risposto lo stesso concetto, ma con intento positivo.
Posso definirmi un argument raiser allora
Forse è la stessa nobiltà che ricerca chi dà nomi inglesi a canali youtube italianissimi. In questo Entropy for Life è in larga e in alcuni casi anche ottima compagnia.
Propongo una strategia infallibile: ogni volta che si sente un anglismo ridicolo, scoppiare in una sonora risata.
Da dietro uno schermo una risata non trasmette il disappunto
Condivido. Il problema di fondo è che siccome tutti sanno parlare e (più o meno...) scrivere, si sentono in diritto/obbligo di dire la loro su qualsiasi questione linguistica.
Di politica, di medicina, di economia ed ecc...
In realtà noto che tutti vogliono parlare sempre di tutto ma poi si lamentano sempre quando qualcuno tocca il proprio ambito. Poi si, la linguistica probabilmente è fra le cose meno considerate.
@@anonimo6603 quando si tratta di lingua la cosa è estrema. Tutti si considerano competenti (e in un certo senso lo sono) e non pensano nemmeno che altri, in virtù dei loro studi, possano esprimere considerazioni più valide in materia.
@@pimpalola onestamente non vedo tutto questo proliferare di pseudolinguisti, semmai, come diceva l'utente sopra, ormai si vede gente esperta di qualunque cosa. Il compianto CT della nazionale Vicini, disse una volta che era fortunato perché era l'unico ad avere 60 milioni di colleghi. Ma dopo la crisi del 2007 e delle banche, sono spuntati come funghi esperti di banche e obbligazioni, poi con il terrorismo, si diventó tutti esperti di Isis e terrorismo internazionale, con il Covid siamo tutti virologi. Negli ultimi 10 anni almeno ho visto poche persone trattare temi inerenti alla linguistica, anche perché, essendo appunto poco considerata, da una parte non c'è un vero interesse alla materia perché tanto si parla un pó come ci pare, dall'altra non porta prestigio a chi volesse spacciarsi come esperto. Al piu c'è in rete il fenomeno dei "nazigrammar". Oppure qualcosa in piú si muove con l'avvento del politicamente corretto. Anzi, per certi versi sarebbe auspicabile una maggior proliferazione di pseudoesperti, cosi almeno si potrebbero creare dei dibattiti con dei veri esperti. In realtà, proprio perché non frega niente a nessuno, non ci sono dibattiti. A parte quando uscí quella follia dell'orribile termine "petaloso", ricordo tra l'altro personaggi anche in vista come Renzi sponsorizzarne l'uso per farlo entrare nei vocabolari. Per fortuna inutilmente...Insomma, se si vedono spuntare pseudoesperti come funghi, è solo perché quell'argomento va di moda. E, con tutto il rispetto, la linguistica non è di moda....
Posso solo dirti grazie, Yasmina. Grazie per questa perla di mezzanotte e mezza. So di essere di parte, da sempre "contro" gli anglismi, in nome del "ritorno alla gloria delle conquiste in Abissinia", ma grazie, soprattutto per il vero messaggio di questo video: che di linguistica devono discutere e parlare i linguisti, specialisti che l'hanno studiata come un chirurgo ha studiato medicina. Continua così :)
Che senso ha dirsi "contro gli anglismi" in generale? Alcuni sono effettivamente inutili e fastidiosi, ma altri sono estremamente utili. Bisogna vedere caso per caso
@@leonardogiulianelli5462 "In generale" lo hai aggiunto tu. Il mio era un commento in parte ironico, dal momento che ho messo tra virgolette sia la parola "contro", sia la frase successiva sull'Abissinia, riferimento esplicitamente sarcastico. Intendevo dire che sono contro gli anglismi in quanto invasione massiccia di termini inutili e fastidiosi, naturalmente non sono contro altri anglismi nel caso questi siano approdati nella nostra lingua non principalmente per pigrizia intellettuale o ignoranza lessicale. È chiaro che uno studioso di lingue o linguistica analizzi caso per caso, io mi riferivo all'atteggiamento generale di questi tempi, sviluppato per lo più dal meccanismo delle piattaforme quali Facebook, Instagram e simili.
@@leonardogiulianelli5462 diciamo che si è "contro" (anche se è una semplificazione) il fenomeno in sé, cioè l'eccesso, non contro il fatto che possa esistere un anglismo in italiano!
Una delle tante colpe dei fascisti, è avere adombrato molte pratiche e strumenti che qualunque stato sovrano che pensi al futuro utilizza, per il fatto che le abbiano utilizzate anche loro.
@@mrwolf84 Le colpe del fascismo sono ben altre. Diciamo che può essere comodo bollare come "fasciste" certe idee contrarie alle proprie, con il fine terminare sul nascere un possibile confronto, evitando di entrare nel merito di tali idee.
Grazie per il video! A quale video ti riferisci? Mi hai incuriosito adesso
È stato rimosso
Non trovo il video ma vorrei sapere come spiega l'esistenza della medicina contemporanea, considerato che gli idiomi che adopera non avrebbero un lessico scientifico senza il travaso dalle lingue classiche realizzato solo in età moderna. Non mi aspettavo un colpo di coda della disputa sugli universali nel 2022 ma, se postuliamo che un computer non possa ontologicamente chiamarsi altro che computer, non possiamo concepire nemmeno gli anglismi in medicina perché come si chiama un fegato lo stabilisce Galeno.
Solo oggi ho recuperato questo vecchio video, bellissimo e senza neanche prendere in considerazione orrori che esistono solo in Italia, il più famoso dei quali "smartworking". Basta smartworking per capire la motivazione dell'abuso di anglismi.
Ahahahahah porto avanti la mia battaglia utopica sul lungo di lavoro, almeno in situazioni informali. Sostituisco a tutti gli anglicismi il loro equivalente in italiano...e magia, mi capiscono lo stesso! E se pensano che sia un contadinotto ignorante (grande rispetto per i contadini, vengo da due famiglie con quell'origine) solo perchè uso la mia lingua ...é un problema loro!
Bravo!
Eroe.
Come si dice wc in italiano?
Tazza
@@YasminaPani mmm è più ambiguo di wc e non descrive l'intero wc ma solo una sua parte
Che altre parti ci sono? Comunque tendenzialmente il contesto ti permette di distinguere molto tranquillamente tra la tazza in cui bevi e quella in cui caghi 😅
Guarda, non mi addentrerei troppo nei meandri linguistici del cesso, si diceva vaso, per analogia saltiamo a tazza e per sineddoche ci prendiamo il coperchio e lo sciacquone, senza contare che mi è rimasta la tazza sporca da questa mattina a colazione, allora chiamiamolo vespasiano e fine della discussione.Gli americani traducono i nomi italiani dei tempi musicali della musica classica o dell'opera? Certo che Mozart avrebbe potuto fare solo opere in tedesco. Il cappuccino, la pizza, gli spaghetti vengono tradotti dagli americani? Il "ciao" esportato dai veneziani è una forma di dominazione culturale?
Effettivamente per la lingua è una perdita incalcolabile non avere una parola che comprenda tazza e tavoletta. Meno male che c'è l'inglese
L'ultima argomentazione che hai usato mi lascia un po' perplesso.
È vero che è natura della nostra lingua dover fare a volte un giro di parole rispetto a un concetto che in inglese può essere espresso in una, ma il fatto che sia "natura" dell'italiano non è sufficiente per concludere che non sia cognitivamente più dispendioso. Andrebbe verificato empiricamente.
Comunque un giorno sarebbe interessante sentirti parlare delle tecniche di scrittura che vengono insegnate oggi nei corsi di scrittura creativa. Ad esempio il famoso e famigerato "mostra non dire", che è conosciuto da chiunque come "show don't tell" ma che ho tradotto in italiano per non farti incazzare.
In molti di questi corsi viene insegnato che una frase come "sorriso enigmatico" è un errore perché essendo "enigmatico" una parola astratta non permetterebbe al lettore di immaginare l'espressione del viso in modo vivido.
Altra cosa che insegnano è che bisogna sempre rispettare l'ordine con cui si percepiscono le cose nella realtà. In pratica non potrei scrivere "Tizio aprì la porta ed ebbe un sussulto: il suo amico d'infanzia era lì davanti" perché dovrei prima mostrare ciò che Tizio ha visto e solo dopo dire che ha un sussulto.
È una tecnica che si usa per provocare la massima vicinanza tra il personaggio e il lettore, più precisamente per creare empatia.
Da questa ossessione per l'empatia nasce anche l'idea che la il narratore esterno sia un errore oggettivo e che la prima persona al passato non si debba usare perché sembra un raccontato e non un mostrato puro, e il lettore a una frase come "presi le chiavi" si chiederebbe cosa invece stia accadendo nel presente.
A tutto questo si aggiunge l'idea che leggendo in prima si immaginano le cose con una telecamera in soggettiva (come se vedessimo tramite gli occhi del personaggio) mentre con la terza si vede da una telecamera esterna. In base a questo lo scrittore dovrebbe essere bravo a considerare cosa il lettore può vedere dell'ambiente circostante se sta scrivendo in prima o in terza.
Alcuni di questi pazzi fanno anche video su youtube e definiscono queste tecniche come "bellezza oggettiva" perché dovrebbero rispettare come funziona la nostra mente, ma a mio avviso sono solo dei modi per allontanarsi dalla componente estetica del romanzo per andare verso quella d'evasione.
Le verifiche empiriche sono molto difficili in campo linguistico. Si fanno studi di psicolinguistica per vedere tempi di reazione e sforzo cognitivo, ma non sono per niente accurati. Quindi per ora più che altro valgono l'osservazione del funzionamento delle lingue del mondo e la semplice logica.
Per il resto di cose da dire ne avrei molte sul tema scrittura creativa 😂 trovo aberrante l'idea che ci siano tecniche giuste e sbagliate per scrivere un buon romanzo. In realtà un buon romanzo nasce proprio dal fatto che l'autore scrive seguendo la propria inclinazione e la propria capacità di descrivere e narrare; certo, scrivendo bene, soprattutto per quanto riguarda l'impianto narrativo, ma non certo seguendo dei prontuari. L'esempio del tizio che apre la porta poi è davvero idiota, esiste una figura retorica apposita (hysteron proteron) che si trova da Omero in poi, figuriamoci se "non si può usare". Questa gente andrebbe mandata in Siberia ❤
In realtà, più che dire che ha un sussulto sarebbe preferibile mostrarlo. Questo perché è preferibile che lo sforzo lo faccia lo scrittore piuttosto che il lettore di turno.
(La traduzione dovrebbe essere: Mostra, non raccontare. Non dire che hai un esercito che marcia verso di te, mostralo. Tecnica che a parer mio funziona bene anche nelle recensioni, di cui ne ho lette un paio che erano da leccarsi i baffi.)
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Ma stai seguendo il Duca? Fa anche un discorso dal punto di vista neurologico, consiglio quindi anche di chiedere a qualcuno che tratta quest'ambito. Anche se mi viene da dargli credito, visto che i libri pubblicati dalla gente che ha studiato da lui solitamente funzionano, si leggono bene.
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(Se il commento sembra strano è perché l'ho modificato un paio di volte.)
@@anonimo6603 No guarda le scienze cognitive sono il mio campo e ti garantisco che le tesi di Carrara non c'entrano nulla con la neuroscienza.
Se poi si parla di recensioni allora bisognerebbe dire che qualunque tecnica va bene, visto che libri scritti con criteri diametralmente opposti a quelli di Carrara, come il raccontato, piacciono a milioni di persone anche negli USA, dove Carrara sostiene si legga di più per l'uso del mostrato.
Naturalmente Carrara te la intorta dicendoti che quei libri piacciono per il contenuto e non la forma, ma ovviamente è un'idiozia indimostrata.
@@anonimo6603 A tutto questo aggiungiamo il fatto che buona parte delle recensioni che trovi su amazon sui romanzi di vaporteppa sono scritte dai suoi stessi corsisti, lo si evince da come facciano riferimento alla tecnica usata utilizzando le stesse parole di Carrara, come "scrittura immersiva". Altre volte fanno riferimento al corso direttamente.
Per quanto riguarda il discorso sullo sforzo, in realtà l'esposizione di dettagli superflui che fa Carrara rende la lettura molto più faticosa del raccontato, proprio perché si lascia meno libertà immaginativa al lettore, che deve aggiornare costantemente il suo film mentale secondo i binari dell'autore.
In ogni caso la tecnica che insegna non è certo da buttare via, la si può usare in certi casi, ma presa nel modo dogmatico in cui la insegna lui rende la prosa di una banalità rara.
@@legnodinoce312 Quindi ha più corsisti di quanta gente compra libri su amazon, visto che ogni tanto i suoi libri finiscono pure nella top.
"[...] proprio perché si lascia meno libertà immaginativa al lettore [...]", perché te pensi che l'immaginare non ci costi nulla? Nel mostrato vivi l'esperienza sul momento, nell'immaginazione devi ripescare da esperienze passate. Esperienze che se non hai mandi tutto a quel paese per di più.
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Anzi, mettiamola in questo modo: Vedere i film è quindi più faticoso che leggere perché lascia meno spazio all'immaginazione di chi se lo guarda? Perché di fatto se fosse vero allora deve essere vero per ogni ambito.
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Se segui il duca saprai: prima di violare le regole devi imparartele. Non c'è alcun dogma, pure Livio segue quella struttura ma uscendosene quando lo trova opportuno. Non inventiamoci pensieri dogmatici dove non c'è ne sono.
Avevo visto il video di Giacomo ai tempi, credo, ma non riesco più a trovarlo 🤔
Lo ha tolto
@@YasminaPani Peccato, mi avrebbe incuriosita avere un riferimento.
Sono d'accordo con le cose che hai detto. Faccio una riflessione: può essere che di molte parole usate in modo tecnico in una certa disciplina non sia mai stata usata in modo diffuso una parola italiana che la possa tradurre per cui, un po' per pigrizia, un po' per timore di essere i primi a dover tradurre tale parola, si continua ad usare il termine inglese anche mentre si sta parlando in italiano. Un po' come dire: ma chi sono io per stabilire che questa, fra le tante che potrebbero essere accettabili, sia la traduzione giusta? Altro discorso per i calchi, che sono molto fastidiosi. Quello che più mi dà noia e che noto sempre è l'aggettivo "seminale". In italiano questo significa 'relativo al liquido seminale', mentre viene usato erratamente con il significato di 'fondamentale, fondazionale, pionieristico', sostanzialmente perchè il corrispondente in inglese, "seminal", può significare ciò. Per la serie: non conoscere quali sono i falsi amici. È come tradurre dall'inglese all'italiano "sensitive" con 'sensitivo' o "sensible" con 'sensibile': secondo me denota una non adeguata conoscenza dell'italiano, e probabilmente anche dell'inglese.
Scarsa conoscenza sia dell'italiano, sia dell'inglese, sì! Hai ragione anche sul primo punto, nessuno vuole iniziare per primo.
Ho ascoltato attentamente il tuo video e e da Professionista Sanitario tendo anche io ad avere una posizione simile a quella di Giacomo di @entropyforlife . In ambito professionale sono molti i termini Anglosassoni che rendono facilmente il problema. E situazione inversa riguarda i termini latini che indicano parti dell’anatomia umana, utilizzati in tutto il mondo. 🙂
Non è esattamente la stessa cosa dato che la maggioranza delle lingue quei termini li traduce, ma comunque il problema degli anglismi riguarda i termini che entrano nella lingua comune, più che nei gerghi; sebbene ci siano problemi anche in quest'ultimo campo (cioè non riusciamo più a produrre testi di qualità in italiano).
Praticamente tutti i miei amici dicono "follower" o "like" quando parliamo di reti sociali. Io sono rimasto al "seguaci" e "mi piace" e per questo vengo sempre considerato vecchio/poco aggiornato. La cosa che mi fa ridere è che poi sono l'unico che parla effettivamente bene inglese. Semplicemente lo parlo quando ce n'è bisogno.
Ciò che mi preoccupa di più è la normalizzazione di questo fenomeno nei film e nelle serie tv ultimamente.
Faccio alcuni esempi che mi sono segnato nel tempo (so che è un po' da malati, ma mi facevano troppo ridere).
•Stranger Things 3
"mall" invece di centro commerciale
dallo "scorticamente" nelle prime stagioni, si è passati al "mind flayer" nella terza
•La città incantata (nuovo doppiaggio)
"il tuo boyfriend drago"
•Ancora auguri per la tua morte
la canzone "tanti auguri" cantata in inglese
•Una notte al museo 3
"suonava meno cool"
"il tuo doppelgänger"
•Locke e key
"bologna" per dire mortadella (questa è davvero tremenda)
•Jane the Virgin
"fighi i tuoi tattoo"
La cosa che non capisco è che sembra quasi imposta indirettamente sta roba ahaha qualche anno fa c'era scritto "seguaci" e poi da un aggiornamento all'altro "follower". Ma perché, poi è anche una parola orribile da sentire
Come è "Ancora auguri per la tua morte"? Il primo mi era piaciuto.
@@stellatoro317 secondo me la spiegazione è simile a quella per cui stanno proliferando gli eufemismi in italiano. Ne ho parlato giá altrove: usare l'inglese al posto dell'italiano può avere vari motivi, ma uno potrebbe essere quello di non fare capire bene che cosa si dice, o ancora, attutirne il significato. Ad esempio, ricordate la Step child adoption? È cosa ben diversa che dire "Adozione del figliastro". "Seguace", rimanda a qualcosa di non molto piacevole, dà l'idea più di una setta, " Follower" è piu attutito. Certo, in economia esiste la differenza tra leader e follower però a mio avviso, "Follower" in questo caso è piu "rassicurante". Negli ultimi anni gli eufemismi stanno spuntando come funghi, pensiamo soprattutto a due tabú come la morte e il sesso: dipartita, scomparso, brutto male, ormai se dici che uno ė morto ti guardano male. Per il sesso idem: scopare (termine volgare perché il sesso rimane ancora una cosa sporca), oppure andare a letto, fare all'amore ecc.
@@lucat5479 Il primo è più bello per me, ma è comunque carino.
Va detto però che quello de "La città incantata" è un caso a sé stante
Dico solo che è stata adattata in italiano da Cannarsi... C'è un motivo se i film della Ghibli li guardo in inglese o giapponese HAHAHAH
Ovviamente il proprietario del canale chiamato in causa non ha commentato 😢😔 mi sarebbe piaciuto vedere una risposta. Però devo dire che mi sarebbe piaciuto anche vedere il collegamento (giusto per tradurre link) al video citato.
Il video è stato lui a toglierlo, così come quello della diretta che facemmo poi per discutere
@@YasminaPani oh, allora ora capisco, anche il perché del fatto che l'ho cercato in lungo e in largo senza trovarlo. Mi dispiace non poter ascoltare la discussione in toto e mi dispiace anche per il comportamento che ha dimostrato togliendo tutto, della trasparenza ce ne freghiamo insomma. In ogni caso grazie per la risposta. Inutile dire che da studente di linguistica concordo su tutto ciò che hai detto, ben esposto, brava!
Yasmina, grazie per questo video, l'ho apprezzato moltissimo.
Io sulla questione "anglismi" o prestiti linguistici in generale sono per l'equilibrio. Qualcuno qua e là può andare; io, ad esempio, ho difficoltà a trovare corrispondenti italiani per alcuni termini del mondo "social". Quando, invece, superano una certa soglia (mi viene in mente come parlano in certi ambienti a Milano) e soprattutto quando sono pronunciati malissimo - dettaglio che fa aumentare di moltissimo il senso di fastidio - sclero proprio.
Mi fa molto piacere questo tuo commento :) concordo comunque sull'equilibrio, non credo che sia utile esagerare nel senso opposto sostenendo che il prestito sia il male incarnato!
Qua sta dando opinioni fra l'altro non chiare come una verità assoluta, quando nel mondo linguistico l'argomento è dibattuto. Lo dice lei stessa nel video successivo con entropyforlife. Oltrettutto con una spocchia insopportabile.
@@samuelmannini5209 carissimo, qui sto RISPONDENDO alle inesattezze dette nel video.
@@samuelmannini5209 questo video è una risposta ad un altro, non una conferenza sugli anglismi. Pertanto rispondo solo alle inesattezze dette nel video. Per la spocchia, pazienza, non piaccio a tutti.
Bel canale e bella donna. Complimenti 👍
Ciao Yasmina. Se l'autore del video, al quale tu rispondi, avesse semplicemente detto "io preferisco utilizzare i termini inglesi, rispetto a quelli italiani", l'avrei capito. In quanto si tratta di una scelta puramente personale. Io stesso, ad esempio uso, perché mi piacciono, molti termini giapponesi, ma, in primis, non in tutti i contesti, e in secundis, non dirò mai che "manga" o "kawaii" siano meglio di "fumetto" o "carino, coccoloso".
Esatto, ognuno usa la lingua come preferisce, anche se ovviamente quando si comunica bisognerebbe tenere in considerazione l'interlocutore.
Aspetta con manga in Italia si fa riferimento a un certo tipo di fumetto.
@@user-tt3nt7yv6z sì certamente, ma "fumetto" è un sinonimo che si può usare specificando "fumetto giapponese" se uno vuole essere preciso. Non per forza devi usare "manga" 30 volte nello stesso periodo.cioè tecnicamente c'è differenza anche tra "fumetto" e "graphic novel", ma in italiano si possono scambiare i termini senza alcuna lesa maestà.
@@user-tt3nt7yv6z no, manga in italiano si traduce fumetto... Non è una tipologia
@@henry.91 i manga sono fumetti giapponesi il cui senso di lettura è al contrario rispetto al nostro.
Pochi mi stanno sui coglioni come @EntropyforLife.
Tank You Yasmina for the smerding 🤣 🤣
tra l'altro... mi pare che questo fenomeno di sovrabbondanza di termini (e di relativa accettazione forzosa) riguardi proprio l'inglese.
Ci sono molte lingue che hanno un lessico settoriale molto specifico e ricco, ma che ignoriamo completamente....
Faccio un esempio: in indonesiano ci sono tre parole per dire riso - Padi, beras, nasi -
Padi e' il riso nei campi, beras e' il riso raccolto e stoccato, nasi e' il riso cotto, pronto per essere servito e mangiato...
In italiano noi siamo quindi costretti a dire "riso nel campo", "riso nel sacco", "riso cotto"...
Perche' allora non prendiamo in prestito questo lessico e lo usiamo nel linguaggio agricolo? e' molto chiaro e non genera confusione (ovviamente la mia e' solo una provocazione) ...
... Il fatto e' che l'uso eccessivo di anglismi sia solo la conferma della nostra sottomissione culturale e psicologica.
In Giappone pare sia pure peggio, e loro sono molto più colonia NATO di noi
Anche in italiano comunque "computer" come termine e` arrivato negli anni '80, negli anni '50, '60 e '70 si diceva ancora "calcolatore".
Per fortuna hai fatto questo video, stavo cominciando a chiedermi se mi trovassi d'accordo su tutte le questioni che hai portato sul canale a causa del potere femminile da cui la red pill mi metteva in guardia.
Capisco la tua posizione da laureata in lettere ed è relativamente difficile rimanere imparziali su argomenti del genere, ma per quello che mi è sembrato di vedere sei una persona incredibilmente intelligente e dotata di spirito critico, quindi con molto affetto ti mollo questo papiro nei commenti.
1) Ho ascoltato il video interamente e con attenzione, dall'inizio alla fine, ma non è ben chiaro il motivo per cui l'introduzione di inglesismi possa essere un pericolo concreto, oltre il semplice fastidio che ne genera.
C'è la ragione che sembra sottostare, subliminale e indiretta, che questi anglismi stiano fortemente influenzando la lingua italiana portandola ad essere sempre più lontana da quello che è oggi fino a diventare qualcosa di nuovo.
Ed è proprio nel momento in cui viene espressa a parole la preoccupazione che nutrite che si sente molto di più l'urgenza dettata più da un sentimento di forte attaccamento alla lingua italiana che da un concreto ragionamento logico e questo mina fortemente l'impatto che l'intero video vuole creare sull'ascoltatore.
2) Il gruppo incipit, di cui ho dovuto googlare per conoscere l'esistenza, mi sembra stia cercando di svuotare il mare con paletta e secchiello. I motivi sono due e sono semplici, il primo è che il pubblico di riferimento (i letterati) è molto distante da chi sta usando ampiamenti gli anglismi (accademici, cultura dell'internet, ...). Il secondo motivo l'hai menzionato tu stessa nel video e non credo che un gruppo d'elite dell'accademia della crusca possa salvarci da una simile apocalittica situazione.
Addirittura viene proposto un sostituto del termine benchmark (che ricordiamo, è un processo, non un semplice "parametro di riferimento") o addirittura del peer review (1) e, da studioso di economia, sono curioso di sapere prima come, poi perché vogliano tornare al corrispettivo linguistico della stufa a carbone.
E sì, nell'ambito accademico questi termini riscuoto successo incondizionato.
3) Vero, 100'anni fa si traduceva Übermensch in superuomo. Ma è anche vero che 100'anni fa:
- Si parlava a malapena una lingua e neanche tanto bene (vedi la persistenza dei dialetti soprattutto in sud italia)
- La conoscenza era riservata ad una cerchia ristretta di intellettuali
- Ogni paese aveva la sua disciplina e anche un certo attaccamento molto sentito sia alla patria che alla lingua
Cosa pensi possa succedere in un paese in cui un anglismo ha un'influenza che è enormemente più grande rispetto a 100'anni fa?
Con molto affetto, un grande abbraccio a Yasmine, l'unica persona al mondo capace di parlarmi di Leopardi per più di 10 minuti.
(1) accademiadellacrusca.it/it/contenuti/gruppo-incipit-presso-l-accademia-della-crusca-termini-aziendali-inglesi-nell-universit/6130
Ti ringrazio per il commento. Dunque, questo video è una risposta ad un altro, non è una conferenza sugli anglismi. Lo dico molto chiaramente all'inizio. Dunque non può essere una trattazione esaustiva della questione. Non ho mai detto che gli anglismi stanno portando l'italiano a essere una cosa diversa da sé, per due motivi: il primo è che gli anglismi entrano nel lessico e non nella morfosintassi (salvo una certa tendenza al mimare la composizione tipica dell'inglese); il secondo è che non è questa la preoccupazione che suscitano. La lingua infatti muta per i fatti suoi e, benché molti si vogliano ostinare ad accusare di purismo coloro che fanno certe osservazioni, nessuno vuole fermarla. Ciò che preoccupa è la scarsa capacità del parlante italiano di produrre parole nuove con la sua lingua. C'è un progressivo perdere l'abitudine di manipolare la propria lingua, che quindi risulta sempre meno adatta a numerosi contesti emergenti, tanto che in alcuni ambiti si finisce col parlare direttamente in inglese. Non si usano i meccanismi di formazione delle parole dell'italiano, come se non si conoscessero, e dunque non si esercita pienamente il potenziale linguistico, che quindi è impoverito. Oltre a questo, spesso l'anglismo, essendo parola di "moda", soppianta due o tre possibili varianti italiane, producendo ulteriore impoverimento. Peraltro gli anglismi sono pochi ma sono quasi tutti nel vocabolario fondamentale. Infine, a livello di comunicazione pubblica c'è un problema di chiarezza.
Il gruppo Incipit non si illude infatti di salvare niente, è semplicemente una dimostrazione del fatto che sono tanti, e illustri, i linguisti preoccupati da questa situazione, dunque forse prima di liquidare questa preoccupazione come ridicola sarebbe opportuno informarsi. Ma le sostituzioni sono perfettamente possibili, se c'è la volontà anche politica di usarle: per noi oggi è scontato dire "regista" o "autista", ma sono stati introdotti e diffusi con l'intento preciso di non usare il francese da cui derivano. Quindi, ognuno può parlare come vuole e avere la propria idea sulla questione, ma questa è complessa, articolata e, permettimelo, difficilmente comprensibile per un non addetto ai lavori che non accetti di rendersi conto che molte cose gli sfuggono.
Io sarei anche d'accordo. Fra l'altro lungi mia me l'idea di difendere il personaggio, però mi limito ad osservare e magari se vuoi darmi il tuo parere te ne sarei molto grato.
In pratica certi anglicismi fanno parte di un linguaggio "tecnico" legato cioè all'utilizzo di una tecnica specifica, che diventa quasi un "linguaggio" per iniziati.
Per esempio nel 1973 Cacciari in un saggio ( quando ancora era comunista😀 io lo sono rimasto lui no)per illustrare i processi produttivi tecnici della iniziale trasformazione industriale usava i termi input e output che sintetizzavano un traduzione che, come tu dici è sempre possibile , ed è vero.
Cosa voglio dire che molti utilizzano speso i termini stranieri quasi come un linguaggio da iniziati. per esempio dire Weltaschaung fa più figo di concezione del mondo no?
Ci sono casi dove indubbiamente l'italiano è più semplice per esempio sempre per rimanere nel tedesco i termini Kultur e civilitation per loro hanno due significati diversi di quello ch noi traduciamo come civiltà.
Cosa voglio dire, spesso l'uso dei "prestiti" è una ostentazione ( anche Guccini usa il termine weltaschaaung ma, credi che concezione del mondo non gli stava nel verso" " mi espose a gesti e a sputi quella weltanschauung sua strana" suona meglio di concezione del mondo no?
In altri casi gli anglicismi sono diventati un linguaggio per "iniziati" è il casa dell'informatica.
Poi ci sono gli eccessi senza senso tipo "cringe" "friedzone" e relativi sostantivi derivati.
Comunque, possiamo sempre consolarci con Fusaro e il suo "individuo dedito al plusgodimento indifferenziato"😀
Concludo che pur non essendo totalmente d'accordo con te su tutto ti trovo stimolante, e intelligente cosa rara di questi tempi.
Capisco che continuare a usare un termine in inglese porta alla "normalizzazione" che ci si debba esprimere con quella parola in alcuni contesti per essere capiti, e se noi facessimo l'opposto introducendo e spingendo per la sua traduzione italiana, potremmo arrivare a sdradicare la concezione che "trade-off" è necessario per descrivere quel fenomeno di cui parlava Giacomo. Però, a livello pratico, non la vedo una cosa pratica ahah
Parlo per esperienze, non per studi ovviamente.
Io sono immerso nel mondo scientifico e di termini inglesi ne siamo sommersi. I docenti universitari se ne riempiono la bocca e all'inizio è effettivamente difficile seguirli. Ma è anche lampante che se non imparassi questa "lingua dei ricercatori" non potrei mai comunicare con altri in questi contesti in modo efficace. Io sono l'ultimo arrivato in una comunità di persone che parlano così, è una sorta di micro-cultura a parte, il compito di adattarsi spetta a me.
Concordo che spesso alcune frasi sono oscene, come "detectare" al posto di rilevare. Ma in questi contesti io vedo una forte e innocente deformazione professionale con quel pizzico di pigrizia che ci sta sempre come il pepe.
Spero sia chiaro che questo commento è solo una condivisione di esperienza vissuta e non un'affermazione del vero! :D
Quel "pizzico di pigrizia" dovrebbe essere inaccettabile in un docente, per come la vedo io. Prima di ogni altra cosa devi saper parlare l'italiano. Ma mi rendo conto che sia forse una battaglia persa; non so se si è capito, ma mi piacciono le lotte donchisciottesche!
@@YasminaPani Ti capisco benissimo.
Quel sentimento io lo provo quando professori che non sono brillanti ad insegnare sono costretti a farlo oltre al loro normale lavoro di ricerca. Hanno un bagaglio culturale immenso ed anni di esperienza da trasmettere ma spesso è fatto nel peggior dei modi. E non lo fanno per cattiveria o negligenza.
In più (fatto estremamente recente) alcuni tengono il corso in inglese ed esprimendosi come se fossero al bar tra amici, data la scarsa competenza linguistica, mi mandano in pappa il cervello.
Ed è, per me, molto più frustrante degli invadenti anglicismi!
E di chi è la colpa? Del prof? Mia? Del sistema scolastico? Delle divinità?
@@darios.8787 questo è ancora un altro tema molto grosso!
Interessante! Molto simpatica!😊
Grande. Grazie per il bel servizio che ci fai. Sono un "programmatore" ed ho lavorato in Germania. Ho conosciuto un studente di filosofia che poteva parlare con un prof tedesco con una minina conoscenza del tedesco acquisita tramite lo studio dei testi filosofici. Sono diventato un "contestualista". Se aiuta la comprensione reciproca mischiare ci sta. Ma hai ragione tu. Se non sai di cosa parli non puoi apprezzare la reciproca parola nell'altra lingua. Io cerco sempre l'equivalente in italiano dei termini informatici ... Per non perdere il poco italiano che credo di sapere.
@Bruno Carosso ma non ho capito una cosa, correggimi subito se ho capito "Roma per toma", quindi tendi a dire "Calcolatore" e "Topo"? Perché mi sembra che i francesi non dicano "computer", non so che cosa usino come il corrispettivo di mouse. Solo che i francesi mi stanno sulle tasche come pochi, vorrei evitare di emularli. Io sono d'accordo con Yasmina, lavoro nel marketing e cerco di usare il meno possibile termini in inglese, a costo di essere l'unico a farlo, perché mi è capitato di partecipare a delle riunioni con gente che usava metà delle parole in inglese, però alcuni termini sono ormai entrati nel quotidiano, sforzarsi di tradurli, mi sembra abbastanza inutile, o no?
@@lucat5479 le parole che non riesco a trovare tipo "mouse" le lascio tra virgolette... Poi Anch'io se la riunione o il lavoro non è esplicitamente richiesto in inglese uso l'italiano più che posso.
questa si che è una missione impossibile!
@@lucat5479 sì, i termini acclimatati ormai ci sono e non ha senso rifiutarli, anche perché non ti capisce nessuno. Inoltre finché sono termini come "computer", "mouse" ecc ci può anche stare, diciamo che il vero problema sono gli anglismi non necessari, cioè quelli che non sono usati per denotare realtà nuove, ma cose che esistono già in italiano (il famoso "cringe" per l'appunto, o "call" ecc)
Il maledetto “ritornare “ invece di un normale “resistuire “ 😂
Come sempre 90 minuti di applausi ❤
Grazie 🙂
A proposito degli anglicismi consiglio di leggere 'diciamolo in italiano' di Antonio Zoppetti
P.S. Per parlare di tematiche attuali due anglicismi che trovo imbarazzanti sono:
- 'lockdown' stesso, che dai miei modesti sondaggi (ascolto quello che la gente dice), ho ritrovato nel linguaggio dei boomer (dai 40 anni in su) e che ho visto perfettamente tradotto come 'quarantena' da quelli della mia fascia di età (millennials e gen z), traduzione che trovo ottimale perché secondo me non sarebbe male fare un po' di giochi semantici con l'italiano e ampliare il senso ristretto di 'quarantena' come periodo limitato di isolamento. Orribile è anche la storia dell'acclimatamento (immediato vista l'emergenza) di lockdown, termine barbaramente copincollato dai media anglofoni a quelli nostrani
- 'hub vaccinale', che si commenta da solo dato che esiste una parola così ricorrente e comune come 'centro'
Concordo in pieno
@@rael6168 non esattamente, coprifuoco in inglese è curfew e lo usano anche i ragazzini per indicare l'ora di rientro a casa imposta dai genitori. Lockdown va tradotto come confinamento, come giustamente ho visto nei sottotitoli della serie "Expanse". Noi non usiamo confinamento perché richiama il confino, le restrizioni imposte dal regime fascista agli intelettuali, ma i francesi lo chiamano confinement.
@@rael6168 No, in realtà equivarrebbe a «confinamento», ed è lo stesso termine che usano - nelle loro rispettive lingue - i francofoni, ispanofoni e lusofoni; solo noi siamo i pecoroni. Faccio presente che in ambito carcerario equivale a «isolamento». Una puntata di 𝐷𝑟. 𝐻𝑜𝑢𝑠𝑒 (St.06, Ep.17) si intitola “Isolamento” e il titolo originale, guarda un po', è proprio 𝐿𝑜𝑐𝑘𝑑𝑜𝑤𝑛. Ripeto, siamo noi italiani ad essere dei pecoroni provincialotti angloversi, se non addirittura anglomani.
Ti dico solo che nonostante che non sia affatto una boomer, che abbia familliarità con l'inglese dato che lo uso per lavoro, e che ho lunga carriera nel campo del gaming e dei forum internazionali, il mio cervello inspiegabilmente si rifiuta di accettare la parola "lockdown". Infatti ogni tanto mi impallo con gli interlocutori chiamandolo "quarantena" o "isolamento" e mi ritrovo che gente che mi guarda strano, come dire: ah il lockdown volevi dire!
Mi sento male.
Purtroppo il termie "lockdown" è, come prima definizione, di origine carceraria: "The confinement of prisoners to their cells for all or most of the day as a temporary security measure" [Merriam Webster], vale a dire mettere in cella d'isolamento.
"Quarantena" ha valenza medica.
Siccome i "lockdown" a cui siamo stati sottoposti non hanno valenza medica, come hanno chiarito vari studi scientifici, è corretto chiamarli lockdown, cioè "mettere in isolamento", o "coprifuoco" (quest'ultimo termine hanno avuto il coraggio di usarlo esplicitamente).
Grazie per le riflessioni interessanti! Potresti linkare (oopps) copiare e incollare il collegamento del video incriminato (per copiare e incollare, dal mio elaboratore elettronico uso i comandi commando + C e commando + V oppure controllo + C e controllo + V). Se invece usi una tavoletta è diverso. Molte grazie
Una battuta simpatica quanto un cactus nell'ass. Voi Itanglesi non la pianterete mai di segarvi sull'inglese.
@@CoppodiMarcovaldo789 ahah, io itanglese.. ahah... no, sono solo contro ogni estremismo, E in ogni caso non hai linkato il video incriminato cosa che si dovrebbe fare, sempre, per correttezza
@@StefanoCorradiPage Io sono solo contro chi reputa l'italiano poco adatto per esprimere concetti che si potrebbero dire solo in inglese. Non so cosa significhi linkare, tuttavia mi pare che il video in questione sia stato rimosso.
@@CoppodiMarcovaldo789 Su questo sono perfettamente d'accordo. E' vero che tutto è traducibile ma per alcuni termini è una forzatura macchinosa. Linkare significa "condividere un collegamento ipertestuale"
Salve, mi è stato mandato questo video in quanto studioso di linguistica, e ci sono differenze estreme nel modo in cui la materia stessa e i suoi principi sono utilizzati nel tuo video e nella mia educazione. Premettendo che io ho studiato, studio e vivo in Inghilterra, dove la linguistica è una scienza non epirica rispettata ed importante, a contrario di come dici tu in Italia dove la linguistica non è presa sul serio. Molte cose che hai detto sono insegnante nelle università qui come storpiature dei principi su cui la linguistica si fonda. A partire da quando dici che quando una persona usa un termine inglese al posto dell'italiano, sia cognitivamente pigro o ignorante. Il lessico che utilizziamo è basato sul linguaggio che usiamo quotidianamente. Se prendi una persona molto attiva online, e stereotipicamente giovane (ma non solo), troverai molti inglesismi perché quello è il gergo che si usa nella sfera sociale in cui questa persona vive. In più dire "pigrizia cognitiva" è un po' ridicolo, nessuno controlla realmente il lessico utilizzato quando parla in maniera naturale e senza pressioni. Non è pigrizia, è il "codice" che il cervello utilizza quotidianamente. Hai detto bene che il prestito è sempre esistito nelle lingue, e ad oggi grazie alla globalizzazione è a livelli mai visti, ma non è un male. Un importante nozione insegnata nella linguistica britannico-americana è che errori, prestiti e scambi tra lingue sono fattori fondamentali nella vita naturale di una lingua, e non dovrebbero esser visti come negativi. Anche il fatto che l'inglese è la lingua dominante della tecnologia ha importanza, ed in un mondo interconnesso ha senso utilizzare l'inglese per questa materia. Così come gli inglesi usano latino, greco, francese e italiano per filosofia, arte, medicina, legge e musica ad esempio. Tanto quanto noi usiamo l'inglese per la tecnologia. Vero anche che le traduzioni sono sempre possibili, ma non sono sempre efficaci. Ad esempio, nei secoli scorsi, quando l'Inghiltera ha iniziato a studiare estensivamente scienza, filosofia ed altre materie simili, l'inglese non aveva un lessico appropriato. Ne sono nate due scuole, una di filosofi che traducevano e creavano nuovi termini inglesi, e una di filosofi che semplicemente utilizzavano termini latini, greci e francesi. Ad oggi, i termini sopravissuti sono quasi esclusivamente i termini assimilati da altre lingue, e non le traduzioni. Per citare il linguista, probabilmente più importante a livello internazionale dei linguisti italiani citati da te, David Crystal: non si può fermare l'evoluzione della lingua. Potrà non piacerti, potrai pentirti dell'arrivo di nuovo termini e la scomparsa dei vecchi, ma è così. Ed è storicamente provato, non solo in inglese, ma in ogni lingua. Cercare di andare contro agli inglesismi e all'aumento di una "internazionalizzazione" della lingua è per l'italiano, come per ogni altro linguaggio, come andare dentro a un vulcano attivo pensando di sopravvivere. Mi stupisce quando la linguistica sia trattata, spero solo da te e non da una grande parte dei linguisti italiani, in questa maniera così datata e obsoleta
Come si traduce "Gigachad" in italiano?
@@jok2549 forse megalomane? (ahahah ovviamente scherzo, però è un'ipotesi)
@@jok2549 un maschio Alfa all'ennesima potenza? Giga è 10 elevato a 9. Oppure uno strafigo?
Sono d'accordo. La risposta di Yamina non mi è affatto sembrata una risposta da linguista. La linguistica studia i fatti linguistici, non dice quello che la gente deve fare (né si dileggia della gente che esprime le loro opinioni, argomentando).
In Inghilterra la linguistica è una scienza "non empirica"? Cosa intendi dire? Una qualsiasi scienza che non abbia un contatto empirico, non è scienza: è matematica o ideologia.
Ti immagini che silenzio ci sarebbe? Ciao grazie
immagina un mondo dove conta quanto sei popolare e quanta gente ti segue,e non quanto sei competente...ah no ci siamo gia!
è un po come stare in una classe delle elementari senza maestra, dove le gatte morte e i bulli della classe dettano regole e danno lezione, solo perché se la credono piu degli altri bambini. questo è il mondo di oggi.
che poi Giacomo di solito fa anche buoni contenuti non ce l'ho tanto con lui, ma il discorso è quello.
Credo ci sia un fraintendimento nella questione live/diretta. Quello che si dice nel video è che alcune piattaforme lo chiamano in un modo altre nell'altro, quindi ad esempio se dico diretta penso automaticamente ad Instagram, che utilizza proprio il termine in italiano, mentre se dico live penso ad altre piattaforme come TH-cam. Questo era il senso.
Non ne avevo idea, grazie
Sono l'unico a pensare che il buon Giacomo l'abbia fatto apposta per attirare l'attenzione di Yasmina? La cara vecchia tecnica del dispetto, per intenderci; assurdamente, funziona meglio dopo i trenta che prima dei dieci. Nel caso, ha sicuramente sparato il colpo nel punto giusto, ma sull'obiettivo e nel momento sbagliato...
Temo che non sapesse della mia esistenza prima di questo video 😅
@@YasminaPani e il bello è che ha funzionato lo stesso 😄
@@YasminaPani comunque penso che ne uscirà un bel confronto, seguo Entropy da parecchio e ha sempre dimostrato il massimo dell'onestà intellettuale. Devo anche ammettere che sono abbastanza curioso di vedere l'incontro tra lo scienziato scout e l'umanista sulfurea (sì, per arrivare a "sulfurea" ci ho pensato un pezzo)