Grazie, Matteo per sottolineare come tutti e poi i ragazzi abbiano bisogno di comprendere le emozioni (molto spesso i giovani non sanno nemmeno verbalizzarle, basta guardare i testi delle canzoni in cui si dice “quello che provo non so cos’è”. E poi non hanno i tempi e gli spazi per dire e vivere le emozioni). Condivido ciò che dici sul fatto che sia necessario educare alla fragilità, così da accettare il “fallimento” o semplicemente “la difficoltà”. E poi i nostri ragazzi sono lo specchio degli adulti e dunque della società di oggi. Dobbiamo camminare insieme.
per quanto io possa darle ragione, l’umano purtroppo non sarà mai un essere perfetto, possiamo ridurre al minimo certo, ma anche questa sarà una dura lotta
Questa pretesa di educare alla fragilità non mi sembra una buona idea. Si rischia di indurre i giovani ad accettare il fallimento in ogni circostanza, alle prime difficoltà. Nel suo celebre monologo Amleto menziona, tra le sciagure che affliggono i viventi, le angosce dell'amore disprezzato, subito dopo aver citato gli oltraggi degli oppressori e le contumelie dei superbi. Gli antichi cavalieri erano educati a rispettare e difendere le donne e gli infanti, riservando la spada a tiranni e superbi. Ma oggi come si fa? Si può riuscire ad educare ad accettare con rassegnazione le pene d'amore mantenendo la determinazione ad abbattere ogni forma di tirannia? Questo è il problema, direbbe Amleto.
@@antoniopironti8326 bravissimo, bisogna educare alla forza (intesa come massimizzazione delle proprie risorse) ed allo spirito, ognuno di noi è diverso e ha diversi talenti o caratteristiche, frenare o limitare taluni a lungo termine può diventare un pregiudizio per tutti quanti
invece gli adulti dovrebbero comprendere che educare non significa inculcare i loro valori a menti libere e fresche e dovrebbero altresì capire che gli esseri umani sono per natura diversi e dotati di prerogative diverse, e chiudo, se "educhi" (perchè non usate il termine imporre perchè di questo si tratta) all'accettazione del fallimento un ragazzi di 14 15 anni cresci generazioni di deboli e dimessi, ed un pò questo inizia a vedersi in italia
Finché andremo avanti a ragionare sul collettivo anche davanti a evidenti responsabilità dei singoli, daremo sempre e solo delle responsabilità senza fondamento alla gente perbene e delle assurde giustificazioni a chi delinque. In episodi del genere la responsabilità è personale. A me piuttosto fanno paura quelli che non riescono a non cavalcare l'onda del consenso social, della moda del momento e che non riescono più a ragionare autonomamente.
"Educazione alla fragilità", davvero un proposito illuminato e illuminante, di cui la ringrazio molto. Condivido la sua analisi, ancor più da madre di due ragazze, e la necessità di parlarne nelle scuole fin dalla tenera età, di accettare il fallimento come opportunità di crescita, di comprendere a fondo che la caducità dell'uomo ci insegna a canalizzare le nostre energie investendo nella crescita personale e nel rispetto per noi stessi e per gli altri. Grazie per il suo impegno.
Se si potesse dire "Educazione alla forza d'animo per imparare ad affrontare le avversità della vita" forse sarebbe meglio. "Educazione alla fragilità" sembra un invito alla diserzione.
@@antoniopironti8326 Il nocciolo della questione sta tutto in questa sua ultima affermazione da cui si evince che essere fragili equivale ad easere deboli, codardi, qualcosa cui un "uomo che si rispetti" non può permettersi di cedere. La forza d'animo non prescinde dalla consapevolezza che un individuo ha della propria fragilita', bensi' ne è il frutto, la sana conseguenza di un lavoro di autocoscienza e autoconsapevolezza. La fragilità fa parte dell'essere umano e prima lo si accetterà prima riusciremo a porci tutti sullo stesso piano, e da lì si potrà partire con un dialogo, parlando lo stesso linguaggio, su forza d'animo, diritti, doveri e libertà.
@@antoniopironti8326giusti bravo, direi alla fermezza che è un. buon principio maschile, ma purtroppo su questo caso ci navigano a fare cattiva informazione. L'uomo che faccia l'uomo senza sentirsi per forza in colpa, il tipo purtroppo ha ucciso ma non sono tutti così. Il problema dei maschi è proprio la mancanza di forza di carattere che gli è stata tolta con furbizia
@@attiliofisher1094 Se pongo la sua affermazione su un piano soggettivo, riferito ad un unico individuo, potrei anche essere d'accordo; nel contesto preso in esame qui, invece, devo dissentire, poiché il tema si estende a livello generazionale. Educatori (che siano genitori o insegnanti) formati e preparati all'uopo farebbero la differenza e, per quanto una certa disillusione verso il genere umano guadagni spazio sempre più spesso nel nostro quotidiano, non possiamo e non dobbiamo dimenticare che abbiamo il dovere verso noi stessi e verso la società di progredire ed evolvere.
La grandezza delle tue parole è una medicina. Auguro all'Italia di avere orecchie sintonizzate nella tua direzione 🍀 quello che è successo a Giulia non doveva succedere, ma il passato non si può cambiare, possiamo cambiare solo in futuro agendo sul presente, come tu stai facendo con i tuoi video, grazie di cuore Matteo.
Buonasera professore, volevo condividere con lei una mia riflessione. Noi uomini siamo educati (chi più chi meno), dall'ambiente familiare, dalle comitive di amici e dagli ambienti scolastici, a comportarci in determinati modi. Ad essere forti, intelligenti, dolci, educati, a mostrare virilità e soprattutto sicurezza di noi stessi ovunque : scuola, famiglia, lavoro. Se ci sediamo in un determinato modo su una sedia (giudicato un modo "femminile") rischiamo di sentirci urlare tra le risate "ma che sei omosessuale? (Edulcuro volutamente il linguaggio ma lascio intendere che il concetto fosse decisamente molto più volgare), idem se piangiamo, idem se ci commuoviamo difronte a un film o ad una canzone. Mantenere questo modello ci costa molto, ci costa insofferenza, ci costa disagio, ci costa mantenere dentro tante emozioni negative ma ci permette di essere socialmente accettati sia dalle donne che dagli uomini. Questo è uno dei motivi per cui gli uomini difronte a questo enorme problema sociale che li chiama in causa tendono a giustificarsi e a non voler sentire parlare di problema di genere. Perché ci sentiamo giudicati dalle stesse persone che ci hanno emarginato e stigmatizzato proprio perché non abbiamo rispettato quel modello di uomo che però viene ora condannato perché *giustamente* causa di dolore e sofferenza. Spesso è proprio stata questa emarginazione e questa stigmatizzazione ad aver portato a questi crimini così violenti. P.S. vorrei che questo messaggio non venisse visto come giustificatorio ma comprensivo, poiché è un problema trasversale che riguarda tutti. La società nel suo insieme
Ottima analisi che condivido. Io da uomo mi discosto ogni giorno da quel modello, non ho paura di dimostrare le mie emozioni o fragilità, e ne pago quotidianamente le conseguenze, in modo più o meno importante, sia da donne che da uomini. Per questo il problema è molto più che di genere, ma riguarda la società in toto.
Infatti è proprio questo il punto della situazione. È tutto il sistema che è sbagliato da parte di uomini e donne, società ed educazione. È bene rendersene conto tra voi uomini che il problema c’è, esiste. Senza sentirsi attaccati ed attacare di loro volta come fanno e stanno facendo purtroppo in molti.
@@valentinaesposito3265 è vero, molti negano un problema sociale che è palese e che riguarda ognuno a prescindere dal genere. Sull'aspetto del sentirsi attaccati ci sarebbe un discorso a parte, poiché ogni volta che avviene una tragedia simile certe pagine o influencer non perdono occasione per attaccare e spalare odio indiscriminato verso un unico genere, con accuse anche molto esplicite (ho visto un commento di una ragazza che inveiva dicendo: "siete tutti Filippo, prima o poi, schifosi"). Dunque, di fronte a questo tipo di comunicazione te credo che ti senti attaccato. Basterebbe invece porsi in maniera più "paritaria" per combattere insieme un problema che non è di genere come ad alcuni conviene fare credere, ma sociale.
Personalmente non mi sento toccato da questi fatti tragici, nel senso che li condanno ovviamente con tutto il cuore, però non credo che un fatto compiuto da un assassino o malato di mente possa avere a che fare con me o con la mia vita - neanche minimamente. Colpevolizzare o coinvolgere "tutti gli uomini" in questi fatti di sangue è ridicolo e superficiale, perché i numeri statistici alla mano ci dicono, che si tratta di fatti marginalissimi, ma ampliati a dismisura dai media. "Noi uomini dobbiamo cambiare"? - ma non ci penso proprio.
Ti seguo da anni.. per me sei fonte di ispirazione! Grazie di cuore per questo discorso! Non fa una piega! Spero che questo video possa far tanto rumore!! 🙏🫶🏻
Sei un grande uomo. Sto seguendo le tue lezioni di filosofia. Ho cominciato con Kant perché mi affascina. Le tue parole sono preziose su questo argomento tragico. Sono d'accordo con te. Tutti noi uomini abbiamo questo retaggio culturale patriarcale. Anche chi non lo mette in pratica. È dentro noi e bussa alla porta spesso. Se non ammettiamo questo non lo riconosciamo e non lo teniamo fuori dalla porta.
Parla per te. Io con assassini, violenti e psicopatici non ho nulla da condividere (tranne lo stesso sesso, ma questo mi sembra molto molto poco). E mettere sullo stesso piano la famiglia tradizionale e il patriarcato (che in pratica non esiste più), con la violenza insensata di certi malati di mente è pura follia. Anzi, direi che è proprio la mancanza della famiglia a generare questi mostri (gli USA come esempio più lampante). Ma capisco, pensare non è scontato per tutti...
Grazie professore per dare sempre una lettura alta e sviscerata delle vicende quotidiane. Penso che su questo fatto di femminicidio il suo video sia uno dei migliori, dei più razionali e dei più centrati.
Grazie di cuore Professore, servirebbe un’educazione al sentimento, alla fragilità e, se posso, anche un’educazione alla solitudine, al dolore, all’ introspezione.
Grazie prof, riflessioni importanti e fondamentali per impostare il cambiamento culturale, partendo dalle scuole che devono accogliere e sostenere gli studenti e le loro fragilità. Dobbiamo dare gli strumenti ai giovani che, nella loro peculiare età, si trovano a vivere il cambiamento da una cultura più violenta ad una più sensibile, anche grazie al politically correct. Un cambiamento appena iniziato, che si fa spazio in punta di piedi. Un cambiamento che auspico possa essere migliorativo anche nella diplomazia internazionale oltre che al benessere di una nazione.
@@antoniomacaluso1554 non ho capito il senso della tua domanda. Stiamo parlando di casa nostra, non stiamo sempre lì a paragonarci a qualcuno altro, perché si potremmo essere migliori ma anche peggiori, dipende. Ma è sempre meglio cercare la parte migliori di noi, questo vale sia per il singolo sia per la collettività. Il resto sono polemiche sterili ed inutili.
Gentile Prof., anch’io percepisco una violenza costante e diffusa nel linguaggio e nei comportamenti. Penso che tutti dobbiamo mobilitarci, a partire dal contesto familiare. Credo che l’origine del possesso sia anche il consumismo a cui vengono abituati i bambini fin da piccoli, un’idea di possesso legata all’oggetto che poi viene trasferita nelle relazioni. Intendo dire che spesso mancano, da parte degli educatori, quei famosi “no” che aiutano a crescere, senza i quali al primo “no” si possono generare azioni incontrollate. Manca un’educazione alla gestione delle emozioni. Manca il coraggio di educare, a volte. Questo contribuisce alla violenza, che nasce dall’ignoranza, dalla poca conoscenza di sé, come ci ricorda Socrate, che riguarda non solo i piccoli, che devono imparare, ma soprattutto gli adulti, quelli che dovrebbero educare.
L'idea del possesso della donna da parte dell'uomo è molto anteriore all'origine del consumismo. Anzi il consumismo ci insegna che l'oggetto della nostra adorazione è transitorio e si può cambiare senza drammi. La pretesa dell'uomo di esercitare una tutela sulla donna appartiene alla tradizione di una società arcaica, fatta di valori immutabili, regole ferree e di costumi sessuali morigerati. Se non ci crede potrebbe riascoltarsi la canzone 'O festino, del 1918, o meditare sul detto che vuole che la donna " la piasa, la tasa e che la staga in casa".
@@antoniopironti8326 Grazie per la specificazione. Condivido quello che lei sostiene. Aggiungo che il considerare il corpo della donna come oggetto (elemento che caratterizza la società dei consumi) forse alimenta l'idea che la donna sia merce di cui ci si può liberare quando non risponde più alle esigenze fisiche e psicologiche. Bisognerebbe approfondire, ovviamente, ma penso si stia diffondendo una cultura che vede l'altro come mezzo, strumento per i propri interessi; parlo di dinamiche di oggettivazione dell'essere umano. Quindi, queste tendenze, forse, non fanno che aggravare la situazione arcaica che lei ha giustamente messo in luce.
Faccio un fact checking, da persona che studia e si occupa di temi sociali da anni, per smentire ahimè tutta la retorica e la narrazione tossica che purtroppo sta girando in questi giorni… 1) No, gli omicidi e le violenze in contesti relazionali non sono un problema di genere, ma un fenomeno trasversale trasversale. Un problema di genere indica che sia intrinsecamente legato ad un genere che commette un’azione, spesso a discapito di membri dell’altro genere. Questo implicherebbe, nella narrazione che viene fatta passare, che l’uomo sia intrinsecamente un essere possessivo verso la donna, e che per gelosia e senso di dominazione decide di picchiarla o ucciderla per tenerla sotto controllo. Fenomeno che sarebbe esclusivo del maschio in quanto tale. Sappiamo con assoluta certezza, da decenni di letteratura scientifica e statistica, che questo è assolutamente falso. Il fenomeno delle violenze in contesti relazionali/amorosi, fino all’omicidio, è purtroppo diffuso simmetricamente tra i due generi, il maxi studio aggregato di Murray A. Strauss del 2011 ha messo un punto sulla questione, che era comunque già chiara da anni. 2) Le violenze e i fenomeni tossici annessi sono spiegabili dalla psicologia e questo ci potrebbe permettere di prevenirli in modo più efficace: la violenza, la rabbia, l’aggressività, la gelosia, sono tutte emozioni che nascono dalla paura, che nei contesti relazionali è la paura di perdere l’oggetto della nostra dipendenza. Dipendenza affettiva che funziona esattamente come tutte le altre dipendenze, e quindi causa un abbassamento della soglia razionale e dell’autocontrollo, genera panico, paura della perdita, dall’abbandono, che generano di conseguenza ancora più possessività che può sfociare in aggressività. Questi fenomeni neurobiologicamente vengono scatenati dall’amigdala, che chiaramente è un’area del cervello che hanno sia uomini che donne, non a caso la possessività e i fenomeni di gelosia tossica e isterica sono statisticamente trasversali ed equi tra i generi e in generale nella popolazione. Così come le violenze di genere sono trasversali. Per avere un esempio concreto di come può funzionare l’isteria di gelosia anche da parte femminile, e le conseguenti aggressioni, vi invito a vedere il servizio delle Iene fatto su Natalia Paragoni, oppure la storia di Giuseppe Morgante. Il modo migliore per debellare questo fenomeno è rivoluzionare il paradigma culturale alla base delle relazioni sentimentali, superando la cultura del romanticismo, quello che in psicologia è stato anche definitivo “Post-Romanticismo”, eliminare culturalmente tutti quei fattori emotivi e di idealizzazione o dipendenza che permeano la cultura delle relazioni, superare in parte anche il paradigma monogamo. 3) Gli omicidi quindi come detto sono un problema trasversale, in realtà in Italia statisticamente siamo messi molto bene, siamo il secondo Paese in Europa col tasso di omicidi più basso, e due terzi degli omicidi sono commessi verso maschi. I numeri dei cosiddetti “femminicidi” sono sistematicamente manipolati in quanto i media, seguendo il modus operandi delle associazioni femministe, prendono in considerazione tutti gli omicidi verso donne, in realtà il Ministero dell’Interno pubblica un report annuale con tutti gli omicidi commessi suddivisi per genere e modalità, da quel report sappiamo che gli omicidi verso gli uomini sono circa 200 all’anno, gli omicidi verso donne sono circa 100 all’anno, e di questi, solo tra i 50 e i 60 mediamente sono commessi da uomini partner o ex partner. Ad esempio ad oggi nel 2023 siamo a 53 casi. Invece, per quanto riguarda gli omicidi commessi da donne verso uomini, siamo intorno ai 20/30 omicidi all’anno. Al contrario delle violenze, che sono pari, gli omicidi sono invece leggermente inferiori verso gli uomini da parte delle donne per via della differenza di forza fisica, ecco che infatti generalmente le donne che uccidono lo fanno molto di più con metodi più strutturati, ad esempio tramite sicari o veleno. Detto ciò, parliamo sempre di causi al di sotto delle 100 unità, sono dati in calo vertiginoso da anni, siamo al minimo storico di omicidi, sia verso maschi che verso femmine, e siamo tra i Paesi più sicuri al mondo. Per fare un paragone statistico per mettere in relazione le incidenza, i suicidi in Italia sono 4000 all’anno, le morti sul lavoro sono 1400 all’anno, le morti per incidente stradale sono 3000 all’anno. 4) Violenze e omicidi sono proporzionalmente più diffusi tra le coppie omosessuali rispetto a quelle eterosessuali, questo è un dato corroborato da tutti gli studi fatti sia in Nord America che in Europa. Anche per le donne lesbiche proporzionalmente il tasso è più alto rispetto agli etero. Questo conferma che il genere così come tutta la retorica sul patriarcato non c’entra nulla. 5) La narrazione che il femminismo sta facendo attraverso i media è terrificante e pericolosa oltre che assolutamente falsa. Si sta solo aizzando il terrore ingiustificato nelle ragazze che, di conseguenza, inizieranno (come già sta succedendo) ad odiare per pregiudizio gli uomini, si creerà una frattura sociale con conseguenze terribili che porterà all’odio reciproco e alla diffidenza reciproca, situazione simile a quella che già sta avvenendo in Corea del Sud, cosa che porta alla disgregazione sociale e ad un aumento di fenomeno di intolleranza e violenze da ambo le parti, nel soliti sistema di escalation. Inoltre non si andrà a risolvere il problema perché come detto per risolverlo bisogna rivedere la cultura relazionale nell’ottica di annullare le dipendenze affettive, per ambo i sessi. Il femminismo non si occupa proprio di queste dinamiche, tutto ciò che si fa è aizzare l’odio e il terrore verso l’uomo, cosa che ripeto, non serve a nulla e anzi peggiora la situazione.
Analisi accurata e puntuale, nulla da eccepire. Il problema è che su questo canale e su tanti altri, come anche nei media tradizionali vince sempre la pornografia del dolore che porta la gente a ragionare di pancia invece che con il cervello
Questa e' una delle rare volte che sinceramente dissento quasi in toto. Se i movimenti femministi hanno attecchito, tanto da essere innegabili i cambiamenti degli ultimi 20 anni, e' stato anche grazie a tantissimi uomini che si sono opposti allo status quo ed hanno abbracciato questa battaglia. Se come dicono le femministe la maggior parte degli uomini rimane ferma sul patriarcato e sempre se come sostengono le femministe al potere ci sono quasi solo uomini, non si spiegherebbero questi cambiamenti, Se la maggior parte degli uomini sposa il patriarcato e la maggior parte degli uomini "decide", e' illogico pensare che oggi la situazione femminile sia cosi sentita. Nel 2022, 57 femminicidi, ci sono 30.000.000 di uomini in italia, non facciamo passare che qualunqe uomo in italia potrebbe uccidere la sua compagna dai...non cada anche lei nel gioco dei media... Il femminismo ha gia vinto, come tutti i cambiamenti generazionali basta che muoiano i "vecchi" ed arrivino i "nuovi", quasi nessuno ha mai cambiato idea nella storia, i cambiamenti arrivano sempre con le nuove generazioni. Ovviamente non e' inteso "allora va bene cosi e pazienza" sacrosanto condanare il gesto, e mi sembra superfulo doverlo dire, ma e' importante non far passare una situazione macroscopica peggiore di quello che e'. Io non ho nesun mea culpa da fare, mai giudicato una donna in quanto tale e mai farei un gesto simile, manco arriverei ad immaginarlo..
Sono d'accordo, ma mi permetta di fare due considerazioni, da donna più anziana di lei e da madre. 1)vero il discorso della violenza nella società ecc, ma anche l'ormai diffusissimo atteggiamento delle famiglie che qualunque cosa faccia il proprio figlio viene difeso sempre e comunque a spada tratta, senza fargli capire che esistono dei limiti e che le azioni sbagliate, hanno conseguenze, contribuisce a creare generazioni incapaci di sopportare dinieghi. 2) non è il caso di Giulia, ma di tante altre donne si, quando viene denunciata violenza, non viene preso alcun provvedimento, con la conseguenza che la donna è lasciata sola con un " aggressore" ancora più incattivito.
Lei ha completamente ragione. Ho visto più di una volta madri difendere i loro figli nonostante le loro azioni, in particolare nei confronti delle donne.
Brava. Oggi si è affermato il principio secondo il quale tutto ciò che si desidera è lecito. Trattasi di un degrado trasversale: anche le donne lo hanno assimilato. Il senso di responsabilità non è più un valore.
Sono un handicappato e in vita mia sono stato insultato molte volte, tante volte sono stato deriso e isolato. Le posso assicurare che la cattiveria è , spesso e volentieri, anche femminile. Nella vita però ho imparato una cosa: è inutile pretendere affetto da chi non ti accetta.
Mi dispiace molto per la tua situazione ma comparare un omicidio e la paura di morire che le donne hanno difronte ad un gruppo di uomini con la derisione è un po’ fuori luogo
Questo commento è completamente sbagliato. Non stiamo facendo una gara a quale genere sia il più cattivo .Stiamo parlando di un omicidio, degli uomini che da anni e anni vogliono possedere le donne e se non riescono la uccidono. È fuori luogo il tuo commento.
@@gesudinazaret9259 il signor angelo ha raccontato la sua esperienza, dove ha visto lei il paragone? Ha testimoniato sul fatto che la cattiveria è anche femminile, il che significa che essa non ha genere
@@midhon ho visto il paragone nel momento in cui il commento è stato fatto sotto un video in cui si parla di violenza maschile . È come se io andassi ad un funerale e cominciassi a raccontare di come anche io fui triste una volta perché mi morí il pesciolino
Professore la ringrazio per il suo contributo. L’educazione è l’unico strumento realmente utile, se nelle scuole medie e superiori venisse proposto il protocollo MBSR sicuramente si creerebbe uno spazio di ascolto in più e si fornirebbero a noi giovani strumenti in più per non farci scappare la vita tra le mani, per sapere come vivere con le proprie fragilità.
Nella mia esperienza all'ITIS , dove eravamo per la maggioranza tutti maschi, ho notato che si creavano 2 gruppi di ragazzi. Quelli più popolari con le ragazze, che uscivano a fumare nell'intervallo, facevano cat calling, avevano sempre la ragazza e quando la avevano dimostravano e romanticizzavano entrambi un amore possessivo e violento "tu sei mia, se qualcuno ti guarda lo ammazzo di botte" ecc ecc. L'altro gruppo di ragazzi invece se ne stava per le sue, erano piu' educati ma per le ragazze erano praticamente invisibili, la maggior parte di loro non ha avuto nessuna relazione se non verso la fine delle superiori, quando comunque stavano tutti maturando, anche l'altro gruppo di "ganzi" si stava dando una dritta e comunque la pubertà passava... Quindi l'origine di questa cultura di amore tossico secondo me nasce lì, durante la pubertà. La maggior parte per fortuna riesce a maturare e ad uscire da quella mentalità, altri invece rimangono bloccati, che siano ragazzi che non hanno avuto relazioni e come esempio hanno solo avuto i bulletti pubescenti alle superiori, o film, edit su tiktok, pagine instagram ecc, o i bulletti stessi che non sono maturati da quella mentalità. Quindi, per una azione concreta credo che si debba puntare lì, e la vedo dura, perchè a quell'età si è estremamente testardi e narcisisti, a volte anche sadici. Nonostante la educazione sul bullismo, ormai presente ovunque, i bulli continuano ad esistere, per esempio. E per aggiungere , un pensiero che potrebbe essere visto male, è che la responsabilità è anche delle ragazze. I ragazzini a quell'età tendono ad agire per apparire attraenti alle ragazze, e purtoppo alle ragazze piacciono quelli possesivi(almeno a quell'età, ma anche dopo) infatti su internet, sulle pagine instagram o racconti su wattpadd, il ragazzo possessivo e ossessionato è quello piu' popolare. E nella vita reale ho visto la stessa cosa, i ragazzi con quel carattere erano i "trend setter" , tutti cercavano di copiarli perchè vedevano che erano popolari con le ragazze.
Aggiungo che il gruppo dei ragazzi che stanno tranquilli per i fatti loro, coltivando altri interessi, vengono definiti "sfigati" , questo termine è molto usato dalle ragazze come insulto, e va ad alimentare questa mentalità "patriarcale" che di patriarcale non ha nulla, secondo me, anzi, qua in italia si parla tanto di patriarcato ma in realtà è spesso la donna che comanda. Decide lei quale casa si compra, quale macchina si compra in famiglia. Le ragazze alle superiori , decidono loro chi è il buon esempio di ragazzo. Se dessero le loro attenzioni ai ragazzi appassionati con i lego, tutto ad un tratto costruire con i lego diventerebbe "figo"... E' un paradosso.
Parole indispensabili, oggi più che mai. Dobbiamo impegnarci tutti per costruire una società più libera e perciò più sicura. Educazione alla fragilità, proprio da qui bisogna ripartire. Grazie per la tua bellissima lezione, ti seguo sempre con molto interesse!
Prezioso Professore, la abbraccio! Un discorso che coniuga magistralmente eguaglianza e responsabilità. Condivido anche tutto il discorso sull'eros, sul "per sempre", sulla capacità di gestire la frustrazione. L'unica integrazione che propongo è che l'attenzione al linguaggio e le alla parità sia proprio di tutte e tutti. So che proponendo ai ragazzi di evitare connivenze lei ha fa un grande passo avanti. Ma sono una donna e una psicologa e non posso tralasciare la responsabilità che ci compete. Le mando tante benedizioni ❤
Prof intanto la ringrazio per la sua confessione e lettura che condivido appieno e che nel mio piccolo cercherò di portare avanti per evitare che episodi del genere possano ripetersi. Lasci che, condannando in primis in maniera totale l'accaduto ed esprimendo la mia solidarietà alla famiglia della vittima, le ponga un paio di aspetti di questa vicenda, che non devono chiaramente sovrastare l'aberrante e inaccettabile accaduto. Innanzitutto mi è parso perlomeno strano che la TV abbia teatralizzato in questo modo la vicenda, la mia è certo solo una terribile supposizione, ma spero che l'eco mediatico dato al caso non nasconda qualcosa che si sapeva e temeva sarebbe accaduto e che non si è voluto o potuto evitare. In ultimo invece una riflessione: detto che è giusto dare risalto a queste vicende perché sono inaccettabili (noi maschi dobbiamo cambiare e non c'è dubbio), come ha detto lei anche noi uomini abbiamo molte, se non più fragilità, ecco quello che voglio dire è che forse anche i tanti casi di suicidio di uomini incompresi, a volte distrutti da relazioni amorose, meriterebbero più spazio nelle discussioni.
@ofhoneydew no certo sono d'accordo, ma non hai centrato il punto del mio discorso...quello che intendevo non è il fatto che il tasso di suicidio nei maschi sia maggiore che nelle donne....volevo semplicemente dire che di fronte ad un ampio e giustissimo dibattito sui casi di femminicidio, sarebbe secondo me opportuno, in alcuni casi, analizzare anche i motivi, spesso passionali (delusioni d'amore, tradimenti o altro) che spingono molti uomini a suicidarsi. Non si tratta direttamente di omicidio compiuto da una donna certo, come accade per i femminicidi, si tratta semplicemente di osservare come magari anche alcuni atteggiamenti femminili possono essere "violenti" seppur non direttamente fisici, ma magari psicologici e possono indurre al suicidio. In tutto questo ribadisco che uccidere una donna sia una cosa disumana ancor prima che criminale e che la mia riflessione non vuole sminuire o giustificare in alcun modo questo atto barbarico.
noi uomini? ma perché ? Ci sono dei pazzii. Violenti. Cosa c'entrano "tutti gli uomini" ?!? Faccio il mio esempio: io le donne non le vedo neanche, non mi piacciono. Perchè dovrei sentirmi in colpa o cambiare qualcosa perché c'è qualche pazzo omicida, come c'è sempre stato e statisticamente sempre ci sarà? Insomma... in USA dopo la strage alla Columbine mica furono messi in discussione "i giovani" ! Provarono a dare la colpa ai videogiochi violenti ma anch li fu una cosa ridicola: viste le VENDITE di certi giochi beh per strada dovrebbero esserci migliaia di ragazzi col mitra. Non ci sono. Diedero persino la colpa a Stephen King, arrivarono persino a dire che andava reso fuorilegge: beh, in OGNI suo libro ci sono omicidi, mostri, sgozzamenti, horror, violenza.... lui rispose a tono, con lo stsso esempio. Vende milioni di libri, ci hanno fatto cntinaia di film e serie TV. Ci sono milioni di killer in giro, o potenziali killer ? No. Sinceramente sta cosa della "colpa degli uomini" la trovo paradossale: la colpa è della mancanza di CULTURA e senso critico. Ma ecco un altro paradosso: nella suola dell'obbligo la maggior parte del corpo insegnante è femminile.O sbaglio? Colpa dei genitori ? NO, non ci credo. Suvvia, è davvero necessario trovare un capro espiatorio? Forse allora è colpa del consumismo, della società dell'apparire e vincere, non imparare a perdere e sbagliare. Non imparare il rispetto. Ma sono cose che non ti dà nè la scuola nè i genitori, IMHO. Sono cose che ognuno trova e fa crescere dentro di se. ps - NESSUNA delle persone sotto i 30 anni che conosco ha una libreria in camera, o UN libro. IO a 8 anni leggevo un libro a settimana. Esempio dei genitori? No. Scuola? No. Semplice curiosità. SE i "ggiovani" non vogliono e non sanno maturare è SOLO colpa loro.
Grazie professore per le sue parole sagge ed illuminanti che mi hanno suggerito questa riflessione. Lo Stato deve tutelare tutti i cittadini (anche quelli che commettono reati) mediante l'applicazione delle leggi. I cittadini devono sostenere lo Stato, comunità di persone, con la forza del lavoro, la libertà del pensiero, il dialogo costruttivo che porta alla soluzione dei problemi che attanagliano la nostra società. ❤
Tutto perfetto...aggiungerei un piccolo sputo di riflessione e cioè che anche certe madri di figli maschi, ovviamente anche i padri ma ancor più le madri, dovrebbero farsi un esamino di coscienza...dico questo per esperienza diretta avendo avuto come amica una madre di 2 ragazzi che NEGAVA il fenomeno del femminicidio argomentando che anche le donne uccidono gli uomini e, purtroppo, non era l'unica a pensarla così.
parti già male... avresti dovuto dire figli maschi e figli femmine... basta solo vedere i social quante ragazzine fanno le mignotte in rete.. è una società dei like, dello svendersi, dei sentimenti leggeri... etc.. etc...
capisco. la solita storia che anche i neri possono essere razzisti che anche gli ebrei possono essere discriminatori che anche gli omosessuali possono essere narcisisti covert : tutte baggianate. le donne non uccidono mai i maschi in nessun modo maniera accezione che si può dare al termine _uccidere_ : si sappia
C'é sempre qualcuno di indefinito da accusare, in questo caso gli "uomini" ! Ma chi governa e legifera creando i contesti é sempre innocente. Avanti cosí per non cambiare mai !
Salve professore, ascolto sempre con piacere i suoi video che sono un ottimo spunto di riflessione e comprensione di ciò che accade intorno a noi, condivido molte delle cose che ha detto in questo video. Tuttavia devo confessarle che mi è spiaciuto sentirle dire che i conservatori non vogliono fare educazione affettiva nelle scuole, è una generalizzazione che francamente non mi aspettavo da Lei. Saluti
Se parla della classe politica è un discorso, se si riferisce indistintamente a qualsiasi individuo cosiddetto "conservatore".. mi permetto di dissentire.
Sul web si trovano frasi come queste: "Ho appreso con sgomento del progetto finanziato dalla regione per portare il sesso e il gender nelle scuole a partire dall'asilo". "Propone di introdurre i bambini a comportamenti sessuali moralmente discutibili a partire dai primissimi anni di vita". Insomma a qualcuno non dispiace continuare a diversificare l'educazione tra maschietti e femminucce.
Grazie prof.lei é sempre fantastico. È proprio vero, l'uomo non accetta la sua umana fragilità come fa u a donna forse perché non gli è mai stato consentito dalla società. Se pensiamo alle bambine é permesso piangere ma molto spesso ai bambini no, come se dicessero vergognarsi di mostrare le loro emozioni. Invece, siamo esseri umani donne e uomini e tutti hanno il diritto di sentirsi in certi momenti deboli, vulnerabili, con le lacrime agli occhi...
Io credo che il punto centrale della questione sia il fatto che tanti uomini non accettano di veder finire una relazione e hanno una vera esplosione di rabbia che non sanno gestire. Una volta questi problemi c'erano di meno perchè non esisteva il divorzio. Di conseguenza le donne che di solito venivano da famiglie molto religiose e tradizionaliste, nonchè patriarcali, e si fidanzavano con uomini che venivano scelti dalla loro famiglia. Ci si sposava presto, e si studiava poco perchè dopo la terza media andavano quasi tutti a lavorare. Ovviamente c'erano i tradimenti, ma non i divorzi e le separazioni. Con l'arrivo dei divorzi tutta la società è cambiata. Dalla fine degli anni 60 all'inizio degli anni 80 non solo le donne si sono emancipate ma c'è stato anche una sorta di boom del sesso libero prima del matrimonio. Gli anni 80 sono stati la conseguenza di questo mix di emancipazione delle donne ma anche di sesso libero ed esternato, spesso fin troppo. Oggi ci troviamo in una società totalmente diversa da quella del dopoguerra, e le separazioni e i divorzi sono all'ordine del giorno. Da un lato però l'uomo non è assolutamente preparato a questo cambiamento. Ci viene inculcato ancora oggi che se non ti sposi entro una certa età e non fai dei figli sei uno sfigato. Soprattutto le donne se non fanno figli si sentono delle fallite. Quindi anche se la società è cambiata emancipando le donne ma allo stesso tempo mercificando il corpo femminile che viene mostrato come un oggetto sessuale praticamente ovunque, gli uomini non sono cambiati allo stesso modo delle donne. Continuano ad avere la mentalità che c'era quando non esistevano i divorzi e non sono preparati a sopportare le separazioni. Viceversa le donne sono diventate molto più pretenziose e difficili da accontentare rispetto a quelle di una volta. Ora, questo che ho raccontato è la base del problema. Poi ci sono anche altri fattori come i disturbi psicologici di alcuni soggetti particolarmente violenti e possessivi. Ma sono solamente la punta di un iceberg. Il problema principale secondo me è che molti uomini non riescono ad accettare di essere lasciati e pensano che l'amore debba essere eterno. Questo si scontra proprio col comportamento delle donne che al contrario sono più pretenziose e tendenti a cambiare partner abbastanza facilmente rispetto a quelle di una volta. I femminicidi sono la conseguenza più drammatica di questo cambiamento. La priorità delle donne di oggi non è legarsi per sempre ad un uomo ma avere dei figli entro una certa età. Viceversa per gli uomini la priorità è trovare l'anima gemella e rimanerci assieme per sempre, oltre ovviamente ad avere un partner stabile e affidabile col quale fare l'amore. Come potete capire facilmente sono due mentalità diverse che si scontrano. A peggiorare le cose le donne si curano maggiormente l'aspetto, sono sempre più sensuali e attraenti e gli uomini ovviamente se ne innamorano facilmente. Anche perchè viviamo in una società dove conta moltissimo l'aspetto estetico, in particolare quello delle donne. Ma quando poi avviene la separazione molti uomini impazziscono letteralmente. Un altro cambiamento importante è il fatto che le coppie continuano a frequentarsi come amici dopo essere stati assieme per molto tempo. Questa comportamento nelle generazioni del dopo guerra era quasi impensabile. Perchè un ex rimaneva tale e non poteva diventare un amico per non creare problemi di gelosia quando ci si sposava. I miei genitori ad esempio non hanno più frequentato i loro ex fidanzati, anzi quando si sono sposati hanno abbandonato anche gran parte degli amici e si sono dedicati esclusivamente a creare una famiglia. Insomma ci sono stati una marea di cambiamenti nella nostra società, soprattutto a partire dalla fine degli anni 60, che però sono incompatibili con la mentalità di molti uomini che si trovano impreparati e spiazzati. Continuano a sognare un'anima gemella ideale con la quale stare assieme tutta la vita, ma attualmente questo sogno è forse il più utopistico per l'uomo proprio a causa del cambiamento radicale delle donne e della società. La famiglia ideale tradizionale ormai è sempre più rara, e bisogna educare gli uomini sin dalle scuole ad accettare questo cambiamento. Allo stesso tempo bisogna anche insegnargli che la violenza è sempre sbagliata e che non si può imporre con la forza a una donna di restare assieme per sempre.
Legge 442, 5 agosto 1981: Data storica, l'Italia si sbarazza in un solo colpo di “nozze riparatrici” e di “delitto d'onore”. Franca Viola è la prima donna italiana ad aver rifiutato pubblicamente il matrimonio riparatore. *Divenne il simbolo della* *emancipazione.* 8 marzo 2014, Franca Viola è stata insignita al Quirinale dell'onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della repubblica Giorgio Napolitano con la motivazione: "Per il coraggioso gesto di rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell'emancipazione delle donne nel nostro Paese".
"Divorzio all'italiana" film, 1961. Ferdinando Cefalù, detto Fefè. L'uomo è coniugato da 12 anni con l'assillante Rosalia, una donna ardente d'amore per lui, ma per la quale ha perso ogni attrazione. Nel frattempo si è innamorato della propria cugina, la sedicenne Angela: *la legge italiana non ammette ancora il divorzio,* *ma è invece previsto ancora il delitto d'onore,* un caso di omicidio punito con una pena più mite e molto frequente in Sicilia. Fefè tenta allora disperatamente di *trovare alla moglie un amante per poterli* *sorprendere insieme,* *ucciderli,* *usufruire del beneficio del motivo d'onore* e, una volta scontata la lieve pena, sposare finalmente l'amata.
Matrimonio riparatore. Bastava rapire la ragazza delle brame e costringerla a trascorrere la notte fuori casa per macchiarla del disonore e altrettanto alla famiglia della stessa. La ragazza, pur rifiutandosi, era obbligata per legge a riparare con il mateimonio forzato.
@@ipazia4287 Non intendevo dire che una volta non c'erano femminicidi, forse mi sono spiegato male. Quelli ci sono sempre stati. Cercavo solo di far capire per quale motivo secondo me ci sono oggi e, a differenza degli omicidi che in generale sono diminuiti parecchio rispetto al passato, i femminicidi sono diminuiti di poco. E' sicuramente un problema che riguarda anche la violenza insita nell'uomo, e non mi riferisco a quella verbale ma fisica. Ma se riuscissimo a far comprendere alla maggior parte degli uomini che l'amore non è eterno e che le donne non si possono costringere con la forza a stare con noi i femminicidi diminuirebbero. Questo cambiamento può avvenire solo nelle scuole perchè è molto difficile cambiare la mentalità di un uomo adulto. ps. Comunque ti faccio i complimenti per il nick name che ti sei messa. Io adoro la filosofa Ipazia.
Buonasera/notte. i miei 3 commenti sono in riferimento su quanto hai scritto: "una volta non c'erano questi problemi perché non c'era ancora il divorzio" ..... "ovviamente c'erano i tradimenti ma non il divorzio" ..... "continuano ad avere la mentalità che avevano prima del divorzio" ...... "la donna si è emancipata dal...." Grazie a Franca Viola. p.s.: ho scelto Ipazia per diffondere la storia del suo martirio attraverso la curiosità di quanti ancora non ne sono a conoscenza.
Esatto! Come se un maschio in grado di riconoscere ed esprimere le proprie enozioni anche quelle più intime e delicate diventi automaticamente effeminato e poco maschio...ma chi lo ha definito? Chi lo definisce? Non c'è cosa più bella che incontrarsi liberi e alla pari...anche nella consapevolezza affettiva...questo aumenta la possibilità che un rapporto funzioni...
Oggi leggevo i commenti al post di una madre che chiedeva consigli per migliorare la riparazione fatta ad una porta per pugno tirato da parte del figlio perché "arrabbiato". Qualcuno faceva presente che sarebbe stato meglio lavorare sulla reazione del figlio alla sua arrabbiatura. Niente tantissimi commenti giustificavano il gesto del ragazzo come "una ragazzata"...solo in pochi facevano presente che forse una chiacchierata con il figlio potrebbe evitare che un giorno, quel pugno, potesse colpire, anziché la porta, una nuova "Giulia"... Forse, e spero che, il caso del post su fb non fosse così tragico come la tragedia appena accaduta, ma molte volte troppe situazioni vengono prese sottogamba, per poi pagarne i risultati
"Educazione alla fragilità" mi piace! Decisamente meglio dell'educazione alla competitività. La realizzazione personale dell'individuo sarebbe un obiettivo utile da perseguire
@@antoniomacaluso1554 ogni persona dovrebbe fare un proprio percorso, conoscere i propri bisogni, accettare le proprie fragilità e focalizzarsi sui propri obiettivi. La consulenza filosofica insieme alla psicoterapia potrebbero essere delle buone strade.
Grazie professore, ha toccato molti punti che condivido, la società in generale ha costruito modelli maschilisti fondati sulla forza, sulla competizione sulle sfide che sono sempre basate sulla forza fisica, non sappiamo da cosa si originano il modello patriarcale, ma ciò ha condizionato per secoli le relazioni interpersonali e il rapporto con con la figura femminile, perciò non credo che basti un' educazione sentimentale e sessuale per un certo periodo, ma bisogna investire del cambiamento tutta la società. La parità e, soprattutto, il rispetto tra i generi va incardinato maggiormente nella società attraverso norme e praticato veramente, in tutti i luoghi di lavoro e in tutte le situazioni. Credo che difronte ai tanti fenomeni di violenza commessi dall'uomo, è necessaria una ribellione una mobilitazione che parta da noi, perchè noi uomini la perpretiamo
Noi uomini? Ma parli per lei, professore! Io non ho mai fatto del male ad una donna in tutta la mia vita e quindi non ho nessuna intenzione di assumermi colpe che non ho.
Buon per te, ma le statistiche parlano chiaro. Magari ti è capitato di fare qualche battuta di cattivo gusto su una ragazza, o hai sentito un amico farlo e non l'hai rimproverato. Sono anche le piccole cose che contano. Non ti conosco quindi sono supposizioni, ma bisogna rifletterci su.
Hai capito tutto del video…. Siamo tutti responsabili perché portiamo avanti standard violenti, la cosiddetta mascolinità tossica. Non è che dobbiamo farcene una colpa, essendo un fenomeno culturale ne veniamo tutti influenzati, tuttavia dobbiamo prenderne consapevolezza e cambiare
Grazie prof, speriamo che si possa veramente prendere una posizione netta per contrastare questo problema sociale. Secondo me bisognerebbe insegnare a capire cosa significa avere e prendersi cura di una persona.
Siamo in una società narcisistica, e bisognerebbe informare la gente su cosa DAVVERO questo significhi. La violenza deriva sempre dal senso di fragilità su cui,oggi, è facile fare leva, e che nasce quasi sempre in famiglia.
Grazie Professore, sarebbe bello se lei potesse parlarci dell’amore per il “potere”, che mi sembra particolarmente esaltato nella nostra società odierna e che cova in sé il seme della violenza .
Fermo restando che anch'io, come tanti altri, sono totalmente disgustato dai recenti fatti di cronaca nera che sono emersi in questi giorni...tuttavia faccio presente come, in ogni caso, in questo video manca l'altra faccia della medaglia: e cioè che la violenza fisica e psicologica, nonché il malsano sentimento di possesso(sempre presenti in una relazione tossica)non sono sempre a senso unico come vorrebbero farci credere...e inoltre farei attenzione nell'utilizzare l'espressione "noi uomini", che sembra quasi sottintendere(erroneamente, visto che non è vero)come il sentimento di violenza e volontà di sopraffazione siano, fondamentalmente, presenti in ogni singolo soggetto maschile in circolazione, senza eccezioni.
Quando su dice " noi uomini" lo si dice perché si fa un discorso culturale e non psicologico, individuale. Questa cosa viene spesso fraintesa. Anche " noi donne", per esempio, siamo culturalmente tante cose.
Buongiorno Matteo, sono una tua collega. Mi dispiace notare che commetti un grande inciampo intellettuale nel definire le persone da includere tra le “categorie fragili” i bambini, gli immigrati, i portatori di handicap e le donne. Una donna che goda di pieni diritti civili, adulta, non portatrice di handicap, per quale motivo sarebbe da inserire in una “categoria fragile”? Questo inciampo tipicamente maschile viene commesso molto spesso da voi uomini quando parlate di quello che amate chiamare “il gentil sesso”e di come vada protetto in quanto “fragile”. Per quale motivo tu, che fai il mio stesso mestiere, ma sei uomo, non ti auto percepisci collocato all’interno di una “categoria fragile” ma definisci me (ed ogni donna) persona da includere in una “categoria fragile”? Cosa avremmo noi donne di minus rispetto agli uomini tanto da portarvi a definisci con tanta faciloneria “categoria fragile”? Grazie per la risposta
A parte che ho chiesto una argomentazione a Saudino. In ogni caso la sua risposta non è pertinente nella prima parte ed è agghiacciante nella seconda parte. Le comunico che “essere donna” non significa “essere fragile”. Il problema sociale non è nella non inclusione (o vessazione) di “persone fragili” (le donne) ma nella vessazione di persone sulla base di una narrazione maschilista che le dipinge fragili. Lo stesso fa il razzismo con le persone di colore: essi non sono ontologicamente fragili, ma sono narrati come tali da una visione razzista. Aggiungo che “fragilità” non significa avere problemi cognitivi. Anche questa sua accostazione è aberrante.
"indosso questa polo rossa per dare il mio contributo..." Basta già questa frase di esordio, per fare capire l'inutilità di questo video e la stupidità dei concetti espressi.
Perché secondo questo discorso tutti sono responsabili nel loro piccolo, se te vede qualcuno avere comportamenti misogini di qualsiasi tipo e te fai finta di niente e non intervieni o non lo hai fatto in passato, anche tu in minima parte alimenti questo sistema di "valori" disfunzionali. In sostanza dice che è dovere di tutti i maschi favore una società con una psicologia sana, in parte posso anche essere d'accordo, ma personalmente mi sento escluso per il fatto che in vita mia (e non sono manco tanto giovane) non mi è mai nemmeno venuto di avere comportamenti di qualche tipo avversi una persona di genere femminile, e quando ho notato qualcosa che non andava l'ho fatto notare anche se mi hanno mandato a quel paese. Dobbiamo decidere che società vogliamo essere, una società individualista dove la responsabilità risiede solo nella singola esclusivamente per lei, oppure in una società più collettivista dove c'è un fine comune ed ognuno si prende un pezzetto di responsabilità per il bene di tutti?
Diciamo che io non faccio la scrittrice e che non ho proprio mai scritto commenti, il nostro dialogo é partito perchè la sua iniziale dichiarazione era lapidaria. Lei continua a porre come problema la mancanza/incapacità o impossibilità di attenzione. Credo che la base della nostra,mi passi la parola "incomprensione", sia sul fatto che per me,per la sorella di Giulia e per tutti quelli e quelle che dicono che adesso tocca agli uomini (non solo, siamo d'accordo,ma é una questione statistica), il cambiamento culturale in atto debba servire ad EVITARE che certe cose succedano, non a stabilire di chi sia la colpa, la responsibilità o la disattenzione quando poi le cose accadono. Serve una società in cui si abbia il terrore di mettere le mani addosso ad una donna perchè gli amici ti isolano e la giustizia ti punisce severamente. Non che se dici "quella é una troia" li altri ti facciano il tifo, etc. Gli abusi di ogni tipo dal più piccolo "non vai in discoteca con le amiche", all'omicidio, non devono esistere. Non dobbiamo essere perennemente attente, (cosa che facciamo cmq)ma sicure e senza paura. Non voglio sembrare una sognatrice che ha perso il lume della ragione, ma é questa la differenza nel nostro pensiero. Lei non vuole fare il più piccolo dei mea culpa (come ho già detto lei si comporta benissimo e non ho dubbi al riguardo,e accetta il confronto, come lo accetto io), altri uomini vogliono farlo e sono empatici. Come il professore, Piero Pelù e tanti altri uomini che non hanno mai torto un capello a nessuno.
Vanno bene tutte queste considerazioni, lo spaesamento del maschi, la loro attuale fragilità perché esautorati nel ruolo che ritenevano di diritto, ecc. Ma come si fa a non vedere che una situazione alimentata da un sistema che alimenta la violenza come sfogo alle frustrazioni, ai fallimenti personali, che propone con insistenza modelli forti, vincenti ma fasulli, che ha massacrato le relazioni, alimenta individualismo e competizione. Tutto per distogliere dalla realtà, perché su questa non si rifletta perché pensare-riflettere è pericoloso.
Da quello che ho capito qui non si tratta di possesso o patriarcato, ma di un soggetto disturbato con gravi problemi di dipendenza affettiva e paura patologica dell'abbandono. Avrebbe però dovuto certamente risolverla suicidandosi, non uccidendo lei.
In realtà siamo di fronte ad un picco negativo: in Italia mai la società è stata così poco violenta. Ci sono meno di 300 omicidi l'anno. Negli anni 60 erano più di 2000. Addirittura l'Italia è uno dei paesi al mondo con i più bassi tassi di omicidio e femminicidio. Questo non significa certo che non bisogna lottare contro il femminicidio. Ma va fatto con cognizione di causa.
@@pasgheti cognizione di causa significa analizzare il fenomeno e trovare delle soluzioni senza dare genericamente la colpa ad una società sempre più violenta. Si tratta di un'affermazione che, oltre ad essere palesemente falsa, è assolutamente fuorviante. La società attuale , lo dicono I dati dell'ISTAT e di EUROSTAT, è molto meno violenta di quella di 20, 40, 60 od 80 anni fa'. Quindi incolpare la società dei femminicidi è estremamente pericoloso. Il delitto d'onore è fortunatamente ormai scomparso ed i femminicidi sono perlopiù commessi da soggetti narcisisti, insicuri ed anempatici. Alcuni dei rei sono addirittura dei sociopatici.Il patriarcato c'entra poco o nulla. Gli stessi dati sui femminicidi vanno interpretati. In Italia ci sono circa 100 femminicidi l'anno, ma solo 60 circa sono commessi dal partner od ex partner. Ci sono poi quelli commessi da stalkers od in altro contesto.Ci sono poi circa 30 omicidi commessi da donne nei confronti di uomini. Per affrontare un fenomeno occorre prima di tutto conoscerne le reali dimensioni. Comunque incolpare genericamente la società è una rapida quanto disonesta scorciatoia giustificazionista.
Mi sembra che ci troviamo in un periodo di grande mancanza di equilibrio, in moltissimi settori, ed il fatto che ci siamo questi avvenimenti cosí agghiaccianti cosí spesso, mi fa temere per come andranno le cose in futuro, se non si iniziano ad educare le persone correttamente fin dalla tenera età.
Grazie per questo pensiero un tantino più profondo di quello che si sente in giro. Educazione alla fragilità e, aggiungo, al fallimento. Di fronte ai social le vite devono apparire sempre vincenti, belle, win win, un po' come il PIL che deve sempre e solo crescere. Invece no, non c'è niente di male a perdere, a fermarsi, a tornare indietro, a sbagliare. A volte intuisco che la vita è come una sinusoide, ci sono inevitabilmente momenti belli e inevitabilmente momenti brutti. Dobbiamo tutti imparare a normalizzare e attraversare quelli brutti.
Io da padre ho paura che ci sia una deriva sociale preoccupante, una violenza anche, e soprattutto, verbale.Una situazione che ha delle cause ben precise, che non vengono considerate precedentemente, ma sempre nel momento dato, e poi silenzio.
Grazie professore per la sua riflessione così profonda. Ma ora la prego, risponda alla mia domanda. Come si può accettare l’amore non monogamo? Comprendo il non dover rendere una relazione amorosa, affettuosa una relazione tossica in cui si limita l’altro, ma come si può amare sapendo che l’amore dell’altro può non essere esclusivo. Viviamo in una società in cui oramai non si possiede nulla. Tutto è un affittare, non si ha più la disponibilità per comprare , per ottenere qualcosa. E così anche l’Amore, oramai è un’amore in affitto, un amore non vero, non c’è più quella relazione di amore intesa come quella connessione forte, indissolubile tra te e il tuo partner. Dell’amore è rimasto solamente il nome, ma nulla più. Io non mi innamoro facilmente, ma quando lo faccio, lo faccio con ogni centimetro del mio corpo. Ho le farfalle nello stomaco, il mio cervello pensa involontariamente al mio partner, sento la connessione sessuale con il mio partner e con nessun altro. Ma allora come posso vivere una relazione sana se questo non vale per il mio partner, se lei o lui condivide gli stessi sentimenti con qualcun’altro. Fino a quanto siamo animali? Io vivo con la costante paura di perdere l’Amore, di dover vagare ancora alla ricerca di un’altra persona che mi faccia sentire allo stesso modo.
Io direi anche che ci sono cose che andrebbero insegnate alle donne fin da bambine. Ci sono segnali che dovrebbero fare capire la mentalità e il modo di essere di un uomo. Questi segnali quasi sempre vengono interpretati come forme di amore o solo come questione di carattere, e che invece dovrebbero essere un allarme per stare lontani da certi uomini. Alcune donne per fortuna al primo gesto "maschilista" rimettono l'uomo al loro posto e non ci vanno neanche a prendere un caffè. Bisogna insegnare alle donne di stare all'erta sempre, di fare il check ad ogni gesto, ad ogni parola, senza ovviamente vivere nella ossessione della violenza. Vedo amiche ad esempio che rifiutano il tipo di turno al primo messaggio troppo esplicito, e amiche del tipo che dicono: Certe donne non capiscono proprio che l'uomo d'amare è l'uomo che ami rispettando, e che non vogliono il possesso della donna, che non pensano di essere il meglio al quale possano aspirare. Se una di loro cerca di spiegarlo, rispondono con facce di incomprensione.
quindi stai dicendo che alla donna è tutto permesso, mentre l'uomo deve essere schedato? ma ti senti? io quando una donna mi triangola, mica dico che è femminista... semplicemente penso che è una stronza che deve sparire dalla mia vita e vista. fine. secondo me sono questi atteggiamenti arroganti femminili che portano poi l'uomo a compiere gesti folli. dal mio punto di vista il ragazzo non era un criminale, era un ragazzo come tanti altri... non è andato in giro a sfogare la sua rabbia su altri, ma solo su questa ragazza, perchè? forse la ragazza ha involontariamente fatto ingelosire il ragazzo ridotto al rango di ex? magari lei flirtava con un altro, mentre credeva che il suo ex fosse solo un amico... x la serie usa e getta a piacimento femminile? la verità è che anche tu potresti essere una killer se ti innamori di uno e questo ti scarica... nessuno può sapere cosa cazzo li può capitare nella testa... c'è l'augurio di non impazzire mai, di sapersi controllare... la verità è che questa società ha distrutto i ruoli ed il rispetto.. poi con la ideologia becera dei gender vedrete quanti si suicideranno o odieranno la società compiendo stragi e ci ritroveremo a dire che era un assassino che la colpa è dei genitori etc.. etc..
Questo discorso va completamente contro a ogni parola del professore nel video. Ma io dico molte donne magari non vedono questi segnali negativi di un uomo perché magari innamorate o semplicemente innocenti e bisogna farne una colpa? Di questo ragionamento allora nessuno dovrebbe fidarsi di nessuno, e sai che mondo orribile sarebbe? La cosa migliore come si dice nel video è proprio capire a come risolvere questi comportamenti violenti maschili anche nei confronti dei maschi stessi, anche quello è sbagliato! È inutile che noi ci proteggiamo e stiamo attente continuamente mentre voi non fate nulla perché il problema persisterà. Siete sempre pronti a scrollarvi di dosso le responsabilità delle vostre azioni e puntare il dito contro la vittima, un atteggiamento deplorevole.
@@GiuliaShandro Lei non ha capito nulla di quello che io ho scritto, e non mi scrollo di dosso colpe che non ho e che combatto direi da sempre. La prego di rileggere bene quello che ho scritto. Per quanto si possa cercare di costruire una società migliore, le persone violente e possessive esisteranno sempre, e le donne vittime di queste persone esisteranno sempre, e per questo io dico che dovrebbe essere essenziale una educazione ai segnali di pericolo, perché ci sono, bisognerebbe imparare a riconoscerli ed insegnare a farlo. Certo che una persona innamorata, sia uomo che donna, chiudi gli occhi e faccia passare troppe violenze con la giustificazione dell'amore, ma questo succede anche per poca autostima, per insicurezze proprie, per dobolezze psicologiche, etc. e ci vorrebbe un ambiente che sia costruttivo per le bambine, educarle in modo che crescano sicure delle proprie potenzialità. Conosco donne che ti mandano a quel paese alla prima parola sbagliata, ed altre che invece si sottomettono a chi le denigra e sminuisce, e bisogna lottare proprio per queste donne. Io cosa posso fare se non consigliarle? Como uomo posso votare governi che facciano leggi severe per questi uomini violenti e possessivi, ma le leggi e le carceri non eliminano il problema. Se io vedo una amica vittima di un fidanzato geloso, le dico di lasciarlo subito, le dico che non ha bisogno di un tipo così, in quello che posso la difendo anche, ma arriva il momento che le amiche che subiscono questo ti mandano a quel paese dicendoti di farti gli affari tuoi, e spariscono, e allora io cosa posso fare? Non credo di aver detto una castroneria dicendo di tenere sempre gli occhi aperti, e di insegnare alle minori come credere in se stesse e allo stesso tempo offrire modelli di uomini seri e rispettosi in modo da avvicinarsi, da adulte, ad uomini che abbiano il sorriso sincero dell'amore, e non quello falso che nasconde l'odio. Poi se lei ha la soluzione a tutto questo, la dia, ma la informo che non esiste la categoria uomo e categoria donna: esistono le persone, ed ognuna è diversa, con la sua testa, ed il fatto che molti uomini siano fatti male, è frutto anche questo di un mondo in cui vivono che li cresce male, tolte ovvie patologie psichiatriche, e la educazione fin da piccoli ci vuole fin da bambini. Io dico la mia, in aggiunta alle illuminanti parole del professore, lei dica la sua, ma con il rispetto per le opinioni altrui, altrimenti lei così non dimostra altro che essere una prepotente esattamente come coloro che vuole combattere.
Grazie, occorre cambiar linguaggio certo, che è il risultato della stratificazione di un pensiero radicato "la donna vale meno di un uomo". Così si insegna in modo riflesso (alla Pavlov) che è gentilezza fare apprezzamenti estetici ad una professionista- peraltro non richiesti-. Un uomo non deve render conto di come si veste...mentre la donna se non si adegua alle regole..."Se le cerca". In breve ogni genitore uomo o donna che sia hanno il compito di rivedere certi cd "valori" . Le donne stesse spesso li passano come dogmi, incosciamenti fatti propri. A lavoro dunque!
Ha scoperchiato il vaso di panora. Sono un insieme di prerogative talmente avanzate per il nostro essere ancora arcaici e scimmieschi che sentirle tirate in ballo tutte insieme è veder ergersi una montagna ripida che tocca il cielo. Mi ha acceso però, soprattutto sul discorso linguistico, sulla facilità con la quale reiteriamo un certo tipo di leggerezza ed ironia tossica mascherate da "black humor" e con la scusa del "ah ma questa censura del politically correct". Il cambiamento parte attraverso la consapevolezza che il linguaggio definisce il mondo plasmandolo, e non sono "soltanto parole", ma molto di più.
"Educazione alla fragilità" , noi giovani ormai siamo tutti fragili non c'è bisogno di educarci, siamo molli, svogliati, falliti, educarci ad accettarlo è così malato e sbagliato. Non capisco perché invece non educarci a non essere fragili ad essere forti a stare bene, fisicamente e moralmente rigidi, questo è ciò che vorrei. È solo il mio pensiero... (Viva le donne e le loro libertà❤)
Matteo, prendi il tuo discorso così come lo hai fatto e sostituisci la parola "uomo" o "maschio" con "ebreo" o "giudeo" e vedi l'effetto che fa e poi renditi conto di cosa hai effettivamente detto. Cosa potremmo fare di fronte alle violenze? Imparare la comunicazione non violenta (se ti piace Husserl o Edith Stein dovrebbe piacerti), per prima cosa ti insegna a non giudicare o etichettare le persone. Per farti capire Rosenberg la usava addirittura in Palestina e in Israele, oltre che nei quartieri difficili, nelle classi-ghetto, ecc...
Cioè stai paragonando gli uomini agli ebrei? No, fammi capire. Perché se c'è da fare proprio dei paragoni, allora è più corretto dire che le donne sono gli ebrei, e gli uomini i nazisti. Siete voi che uccidete noi, non il contrario.
La frase più bella , più empatica che abbia sentito in questa triste vicenda l’ha detta un uomo, lo Zio di Giulia : “i famigliari di Filippo hanno un dolore enorme anche più grande del nostro”. Tutto il resto , anche la speculazione e la retorica che sta facendo lei sulla vicenda la trovo disturbante .
@@gherardomassidire che “noi maschi abbiamo una tendenza al possesso “ non è retorica ? La tendenza al possesso è umana e diffusissima tra le donne come tra gli uomini ; solo chi ha una conoscenza teorica e poco pratica dell’animo umano può dire una fesseria del genere .
@@ipiovonorane7643 Fino al 1975 eravamo proprietà dei maschi della famiglia, pensa nessun potere decisionale, con tanto di attenuanti al delitto d'onore fino al 1981. Come si vuol chiamare? Il lupo perde il pelo ma non il vizio? Retaggio sociale? Negare le evidenze non è proficuo a nessuno.
Tutti abbiamo diritto di pensarla come vogliamo e rispetto certamente lo zio di Giulia, ma non riesco a condividere quello che ha detto. Io ho perso una persona cara ed ho sofferto tutta la vita. La famiglia di Filippo avra' ancora l'opportunita' di vivere momenti felici con lui. Magari quando dopo alcuni anni riuscira' a farsi una famiglia. Non lo dico per retorica. E giusto che dopo la pena si cerchi il recupero anche di chi ha commesso reati cosi' gravi. Ma la famiglia di Giulia e' segnata fino alla fine.
sono d'accordo con Lei, Professore. Un vero uomo rispetterebbe una donna, senza se e senza ma. Ripartiamo da qui, o almeno proviamoci, con tutto noi stessi.
“The strong man is not the good wrestler; but the strong man is he who controls himself when he is angry.” “The most complete of believers in faith are those with the best character, and the best of you are the best in behavior to their women.”
Io sottolineo proprio la "responsabilità". Quante persone si prendono al responsabilità dei propri errori ? Siamo i primi a scaricare la colpa su qualcun altro, anche quando sbagliamo. Ci vuole coraggio ad essere responsabili. E la responsabilità è la base della libertà e della democrazia. Se non vi è responsabilità, allora è inutile cercare di creare una società migliore. Si parte sempre dalla responsabilità: in famiglia, a scuola, sul lavoro, in politica, nella vita personale, ecc. P.S. Un agente di polizia, anche se fuori servizio, SA usare la pistola e sa agire. Non è una persona a caso. Meglio che ce le abbiano loro, sempre, piuttosto che gente comune, non addestrata ad usare un arma in maniera professionale. E andare al poligono anche 2 volte alla settimana NON è sinonimo di saper usare un'arma professionalmente. E' semplicemente saper mirare e sparare.
I poliziotti hanno spesso fatto presente ai loro superiori che specialmente nel corso dei servizi in borghese le armi di ordinanza sono troppo ingombranti per essere occultate sul corpo e spesso degli agenti non potendo portarle si sono trovati disarmati in situazioni pericolose. Il ministero degli Interni dovrebbe dotarsi di una scorta di armi occultabili per tenerle a disposizione di chi svolge servizi senza divisa. Di contro, se un agente fuori servizio va in giro con un'arma di sua proprietà nascosta in tasca, con il colpo in canna se no non serve, si può sentire in diritto di alzare la voce contro chiunque durante un comune diverbio. Se trova qualcuno che non gliela dà vinta è facile che usi la sua arma. Allora, o armi per tutti, come fanno in America, o solo per chi è obbligato a mostrarle.
Il mio piccolo punto di vista che è viene banalmente chiamata preponderanza degli uomini sulle donne, ma è in realtà una visione delle relazioni umane tossiche da ambo le parti. Indiscutibilmente, i fatti portano a parlare di mattanza delle donne uccise, però il dato interessante da analizzare sarebbero di comprendere per quali motivi si arriva ad un epilogo come questo qui? Qual è il cappio attorno al collo, che fa scattare la furia omicida? Ma soprattutto perché donne come Giulia cadono in relazioni come quella di un amore morboso? Ora, Giulia ha tutte le attenuanti del caso, era giovane e forse inesperta delle questioni amorose, esistono però donne mature che cadono in queste relazioni, perché?
Credo che il problema non sia nelle donne che cadono in queste relazioni, il problema è la mentalità di certi uomini che va affronta da noi tutti, per indirizzarla verso una nuova concezione della vita di coppia.
Molte persone, in questo caso uomini, sono molto bravi a dissimulare. Mostrano la loro vera natura solo quando credono di averti in pugno. E nel momento che gli dimostri di non esserlo, di non essere sotto il loro giogo e aver mantenuto un minimo di autonomia mentale dal loro volere, o cmq di esserti risvegliata, diventi in automatico un bersaglio. Non ti lasciano semplicemente andare. Sei loro. Niente li ferma, né le parole e nemmeno le azioni di chiusura.
@@francescabattaglia3332 vedete? siete parte del problema. "gli uomini fanno" "gli uomini dicono" ma cazzo, un esame di coscienza? Quando la smetterete di parlare di tutti gli uomini come dei manichini, e delle donne come delle povere bamboline indifese, forse le cose cambieranno. Ma parliamoci chiaro, voi non volete che cambino, a voi le cose stanno benissimo così. Così potete fare le vittime e lamentarvi di problemi immaginari.
noi donne da tempo abbiamo lavorato sul nostro lato maschile, i maschi come dice lei dovrebbero addentrarsi nella cultura della fragilità ovvero imparare a coltivare il proprio lato femminile di accoglienza della propria fragilità. In tal modo non si sentiranno più dipendenti dalla donna che li ha mollati e non resteranno intrappolati nel vittimismo o nel senso di vuoto. La religione cristiana ha sempre svolto questo ruolo nell'immagine della Madonna che è la mamma perfetta e il femminile perfetto per ognuno di noi. Ora mancano quei riferimenti.
Secondo me i media invece sono il primo problema. Perché creano una narrazione morbosa e di letterale terrorismo mediatico e manipolano l’indignazione pubblica a comando salvo poi sgonfiarla fino al caso successivo. La realtà vera, quella che emerge dai dati, dice che l’Italia in realtà non è mai stata così poco violenta come in questi anni. Ed è assurdo come i media creino una percezione letteralmente opposta. Nel 1991 gli omicidi furono quasi 2000, oggi siamo a una media di 300, di cui solo 100 riguardano donne e solo una parte di questi riguarda “femminicidi” in ambito coniugale e relazionale. Il punto è che siamo 60 milioni di abitanti e circa 30 milioni di uomini e 30 milioni di donne. La domanda da porsi quindi è, è realmente possibile portare questo numero a zero? È realmente possibile che in una società di milioni di persone non nascano relazioni tossiche che possono sfociare nella violenza? Perché pretendere di eradicare totalmente il male da una società mi sembra un esercizio francamente di fantasia. Esisteranno sempre gli ossessivi, i maniaco-depressivi, i suicidi, i bipolari, gli schizofrenici ecc che oggi vivono liberamente in società e fanno vite a larghi tratti apparentemente normali. Un uomo sano non si sognerebbe mai di fare una cosa del genere,motivo per il quale mi sembra pericoloso sposare la retorica misandrica di un certo femminismo e di una certa cultura per cui se un uomo uccide la propria donna la colpa è di tutti gli uomini. Prima di tutto due terzi delle vittime di omicidio in Italia sono uomini e non mi risulta che nessuno se ne preoccupi. Quindi la retorica della cosiddetta violenza di genere ha un sottotesto molto pericoloso che è per l’appunto misandrico e tutt’altro che patriarcale, e cioè che dovremmo preoccuparci “di più” per gli omicidi delle donne, il che va nella direzione opposta del concetto di parità e corre a vele spiegate verso la donna specie protetta con legislazione speciale. Forse bisognerebbe chiedersi se con questi numeri si possa davvero parlare di emergenza “sociale” posto che la società italiana consta di 60 milioni di individui. Perché dati alla mano viene fuori che una percentuale vicina al 100% degli uomini non uccide e non picchia le proprie compagne. Senza contare che comunque sono uomini anche i padri, i fratelli, i figli di queste donne che vengono assassinate che finiscono a loro volta vittime indirette di questa violenza. Così come sono donne le madri che spesso educano certi figli maschi a una certa mentalità e li giustificano in tutto. Quindi non si può attribuire la responsabilità di un qualsivoglia fenomeno sociale solo a una parte. Anche perché si parla tanto di cultura patriarcale ma francamente a me sembra che in Occidente da 50 anni a questa parte si viva nella società meno patriarcale e virile che possa esistere. La figura del padre è evaporata da decenni, per un uomo dovrebbe essere considerata una vergogna alzare le mani a una donna. Non è che adesso perché 50-60 uomini all’anno decidono di imporre il loro dominio con la violenza nell’ambito di relazioni malate, allora adesso si deve procedere all’opera di infamia e di discredito nei confronti di tutti gli uomini. Il 90% degli infanticidi è commesso dalle madri eppure non mi sembra che le donne si considerino moralmente responsabili di quella che considerano giustamente una devianza e non la norma, ne mi sembrerebbe sensato che gli uomini considerassero tutte le donne in qualche modo moralmente responsabili del fenomeno o più avvezze ad ammazzare i propri figli. Sono tutti ragionamenti figli di un qualunquismo e di un pressappochismo che è anche figlio appunto delle pastoie mediatiche alimentate con ogni mezzo, che dal mio punto di vista rappresentano il vero problema. Queste vicende vengono sapientemente cavalcate e sfruttate per ben altri scopi, compresi quelli di lucro di associazioni, giornali, consorterie politiche ecc. e questo fa ancora più schifo del fatto di cronaca in se.
Scusi, posto che nel suo commento ci sono degli spunti e delle riflessioni che condivido, potrebbe segnalarmi la fonte, il data-base e la ricerca effettiva, sia che sia di matrice Istat o altra fonte, su quel 100% di casi in cui in Italia il maschio italico, non picchia, maltratta e non abusa sessualmente e psicologicamente la propria moglie, compagna e/o altra categoria affine? Le sarei grata se mi fornisse il dato specifico e puntuale sulla percentuale delle violenze maschili e anche di quelle femminili, sostanzialmente, riducendo il campo di lettura e osservazione nell'ambito delle relazioni di coppia. Questo dato che lei fornisce "100% ecc., ecc. ..." da fonti di ricerca e dati invece alla mano non risulta. Potrebbe darmi e indicarmi quale sia la sua fonte dati? Italiana la fonte, grazie! Non perché sia italico-fascista-provincialista - ci mancherebbe pure -, ma per questioni oggettive e di ricostruzione specifica di dati all'interno del paradigma spazio/tempo: ossia, lei fornisce il 'dato effettivo/comprensivo' o in un arco temporale connesso al dato spaziale (i.e. contesto o area geografica Italiana, Italia centro-sud, isole, nord Italia, dato nazionale, ecc.) così vediamo di comprendere questo 100% da dove vien fuori. Ribadisco, se prova a studiare con cognizione, rispetto e cura delle ricerche questo dato non lo fornisce nessuna fonte. Magari la fonte più affidabile in Italia ce l'ha proprio lei. Sono pronta a fornirle le mie scuse qualora mi comprovasse i suoi studi e risultati.
@@laurachiar6086 Posto che non ho capito cosa c’entri il discorso di italico e fascista o provinciale, c’è un errore nel mio testo poiché io volevo fare una marcata distinzione tra il femminicidio, e cioè l’intenzione premeditata di eliminare la propria compagna, e altre forme di violenza e molestia che sono ovviamente molto più diffuse, ma che non per questo nascondono l’intento omicida. Un femminicidio può consumarsi anche in un ambito dove non si è mai verificata una precedente violenza fisica. Quindi dal mio punto di vista sono due cose distinte e non necessariamente consequenziali. Quindi io intendevo dire che il numero dei femminicidi (che sarà sempre troppo alto chiariamoci) stando agli ultimi Istat, è comunque relativamente basso, perché parliamo di circa 100 donne l’anno su una popolazione femminile di circa 30 milioni, rispetto alla popolazione generale. È chiaro che se si allarga lo spettro a qualunque tipo di violenza o molestia anche solo verbale lo spettro si allarga di molto, arriviamo addirittura a un 30% delle donne totali coinvolte, ma qua si stava parlando di femminicidio e non di violenza sulle donne in generale. Quello che io contesto è il fatto che culturalmente l’omicidio della donna debba valere di più. Debba essere più deprecabile dell’omicidio di un uomo. Contesto che si parli di “mobilitazione” quando viene uccisa una donna mentre se viene ucciso un uomo la società non se ne cura. Capisce che parlare di patriarcato con questi presupposti, che sono quelli della cultura odierna e non di 50 anni fa, mi sembra piuttosto ridicolo. Non si può eradicare totalmente la violenza o i violenti da una società, pertanto bisogna avere il coraggio di chiedersi che cosa concretamente si possa fare, perché dare la responsabilità collettiva agli uomini mi sembra un esercizio retorico. Come dicevo esiste anche il punto di vista maschile che subisce questo tipo di situazioni, che è quello di chi ha figlie, sorelle, o madri che vivono situazioni del genere. Il padre della povera Giulia si è ritrovato una figlia massacrata quindi dubito che abbia bisogno di essere “rieducato”.
Purtroppo per quanto uno possa fare se l’incipit non arriva dalla famiglia non c’è tanto da fare. Difficile educare qualcuno che non è mai stato educato. Se taluni sono violenti o incivili l’unica lingua che conoscono è quella. Cosa fare? Scendere alle mani.? Intervenire sulla scuola e la famiglia è l’unico modo, e i frutti si vedranno in futuro.
non ne posso più, caro professore, di sentir dire e ripetere , come in un logoro slogan veterofemminista, che l'uomo è un animale e la donna un essere di luce: non è così, non è questa la realtà. Non so lei, caro professore, ma io non ho mai usato violenza ad una donna. Generalizzare è sbagliato e rischia di sortire l'effetto opposto. Inoculare nella testa delle donne l'assioma che bisogna guardarsi dagli uomini non può che creare diffidenza e malintesi. Mi sembra una grande ingiustizia verso tutti quelli uomini, la stragrande maggioranza, che si dedicano anima e corpo alla loro famiglia e alla loro donna (senza nessun attributo di possesso). La famiglia patriarcale, sento dire, sarebbe la radice del male...mah, per me le responsabilità sono soggettive, e chi si accorda alla tonalità del coro che mette al riparo dal linciaggio mediatico , specie se cosidetto intellettuale, non fa un buon servizio alla collettività e non fa il suo dovere . Perchè tirare sempre in ballo l'Uomo, se sono l'un per diecimila ad assumere questi atteggiamenti? Perchè non dire che anche le donne usano violenza nei confronti degli uomini, in altre forme, più larvate, più subdole magari, anche se talvolta ricorrono anche alla violenza fisica, magari con l'aiuto di altri uomini, la cronaca ne è ricca. Perchè dunque montare il caso della violenza degli uomini, non di qualche uomo, verso le donne? Perchè questa ondata antimaschilista? Non lo trovo giusto. Chi ha imbracciato il fucile, a suo tempo, per difendere la Patria, e quindi la famiglia, mettendo a repentaglio la propria vita? Quel patriarcale di mio padre, siamo nel 1960, lavorava di giorno e anche di notte per mantenere la famiglia.
Da te mi guarderei prima di tutto per il livello della tua dialettica debole. Imbraccia molti libri e un percorso di analisi, e lascia perdere i fucili di ieri, di oggi e di domani, dammi retta.
mi scusi, non era mia intenzione scrivere un trattato di sociologia, ma solamente di fermare velocemente quattro concetti. Ne avrei molti altri da giocarmi sull'argomento, ma mi riesce difficile scrivere da tastiera. In ogni caso l'argomento non è il mio livello dialettico e spesso, come fa lei, i parolai fanno grandi discorsi per non dire niente o per ingrassare il portafogli. Attendo una sua lucida analisi che chiarisca definitivamente la questione al mondo.@@meovex4969
A me non tocca nulla professore, io non ho mai torto un capello a una donna in vita mia e se per caso ho mancato di rispetto a qualcuno il sesso della persona per me è sempre stato irrilevante. Si rivolga a quegli uomini che compiono questi crimini come, ad esempio, penso che si rivolgerebbe a quelle donne che uccidono i propri figli (centinaia i bambini uccisi dalle proprie madri da 20 anni a questa parte, una vera e propria strage) e non a tutte le donne in generale. Grazie.
Se fosse stato realmente irrilevante avresti forse picchiato le donne; in quanto fra maschi ci si mena più spesso. Ovviamente "scherzo" ma in parte; da trent'anni si parla di non toccare le donne con un dito, tanto che non le trattiamo come pari ma le trattiamo come intoccabili. Un uomo in media non reagisce alle violenze, anche se sarebbe legittima difesa. Un blocco che la donna non ha, almeno non lo ha a causa della società in cui vive. E ora con 40 morti all'anno, un record bassissimo a livello Europeo, continuiamo a riempire i giornali e a far sprecare tempo alla gente per un problema che non esiste. A inventarci storie, motivazioni ed ecc... 40 morti all'anno. 40 assassini su 30 milioni di maschi. Che poi di uomini morti, la cui morte è stata facilitata dal loro essere uomini (perché se fossero state donne, magari non sarebbero morti) sono di numero ben maggiore. E' più facile morire per un uomo di omicidio volontario che per una donna, ricordiamocelo. Ma almeno gli uomini si salvano psicologicamente, in quanto i giornali e le persone non fanno terrorismo su quanto gli uomini devono temere gli altri uomini per non venire uccisi. Anche se, poi il numero di suicidi (cento volte maggiore dei femminicidi) forse hanno come concausa la colpevolizzazione costante dell'uomo per cose che non ha mai commesso.
Le nuove generazioni sono abituate al tutto e subito. Nessuno è piu caoace di gestire la frustrazione della mancanza e della privazione. Porto questo spunto di riflessione che, a mio nodesto parere, sta all'origine della violenza, che si esprime in tutte le sue forme. Credo sia importante ri-educare a gestire dei NO già da età infantile. Per il resto, condivido in toto ogni considerazione argomentata bel suo video Grazie professore!
Per piacere smettiamola di porre queste questioni come problemi generazionali, una volta era legale l'omicidio d'onore per dire, se davvero nessuno fosse più capace di gestire frustrazione e privazione ci saremmo estinti da soli.
@@jocatorejenerico oh, qualcuno che ricorda l'omicidio d'onore!! La maggior parte addebita a questa generazione un amore superficiale o particolarmente egoistico. Senza avere cognizione che queste azioni, queste mentalità che portano fino all'omicidio della propria compagna, non sono certo frutto di questi ultimi anni, ma derivano da retaggi arcaici. Se pensiamo che il delitto d'onore è stato abrogato SOLO nel 74 e lo stupro è passato da "delitto contro la morale" a "contro la persona " nel 1994.....6 anni prima del 2000. Ci rendiamo conto?!?
Oltretutto non è "questa generazione" come se il problema fosse generazionale, mentre invece è un problema di genere.Non sono le donne che uccidono gli ex quando vengono lasciate. Il problema è la violenza del genere maschile sul genere femminile.
notte fonda tempi bui 😞 chissa se avremo la forza di risollevarci come societa,e si che noi Italiani eravamo un popolo invidiato sotto molti punti di vista,penso all ospitalita alla giovialita alle ricchissime tradizioni locali e in generale al buon cuore! oggi vedo quasi solo individualismo,dove é finito il senso comune? troppe influenze esterne che si stanno inghiottendo i nostri giovani
Penso che ciò di cui parli sia un'utopia, per quanto questo pensiero di introspezione collettiva sia nobile, purtroppo non tutti hanno capacità intellettiva sufficiente per mettere in dubbio i propri valori. Il ragionamento che hai fatto trova soluzione solo se tutti gli uomini sono capaci di trovare razionalità, non tutti sono intelligenti, non tutti riescono a frenare le loro emozioni, ad estraniarsi. Oltre a questo vorrei porre l'attenzione sul fatto che i casi di cui sentiamo parlare sono fuori dal normale, l'omicidio è un gesto estremo, lo si compie quando il soggetto non vede altre alternative. O perché accecato dalle emozioni o perché si sente messo all'angolo senza alcuna via di fuga. Non significa che questo modo immorale sia comune tra tutti, sono dell'idea che un maschio comune anche se posto nelle condizioni di rottura del rapporto non arriverà mai a prendere una decisione simile, anche se prova emozioni di rabbia e/o odio. I dati sono a mio favore per quanto riguarda il mio pensiero, attualmente i femminicidi sono sulla quarantina in quest'anno, eppure in italia siamo in milioni e le chiusure dei rapporti amorosi avvengono continuamente. Per me è sbagliato parlare di emergenza, ma l'educazione aggiuntiva la vedo come un guadagno in ogni caso. Concludendo penso che sia giusto porre istruzione aggiuntiva per il genere maschile, ma colpevolizzare senza distinzione ogni maschio etichettandolo come assassino solo perché appartiene a quel sesso trovo che sia una visione simile a quella nazista.
Una volta c’era un codice d’onore che regolava il rapporto fra gli uomini. In questo codice, se un uomo non era galante con una donna, era punito dagli altri uomini. Io vorrei che tornassimo a questo, non a strane e vaghe forme di dialogo, che a furia di mettere postille e di aprire parentesi si perdono, senza raggiungere nessun obiettivo se non quello della paralisi e del caos. Mia opinione personale, ma sono d’accordo sul fatto che dobbiamo fare qualcosa
Finalmente qualcuno lo dice: gli insegnanti hanno perso autorevolezza non perché non ci sono più mezzi di punizione ma perché si è svilito il significato ed il valore dell’istruzione. Per i miei genitori, l’istruzione era il mezzo per garantirsi un futuro dignitoso e libero. Oggi puoi diventare ricco, quindi avere dignità e indipendenza, postando nel grande bidone di spazzatura che è internet un filmatino nel quale col culo per aria scorreggi! Ecco cosa siamo diventati…
E´ la forza fisica a rendere il maschio piu letale della donna. Nel mondo reale le intenzioni non sono mai state l'unico requistio per imporre la propria volontá. ( Che la maggior parte dei furti siano perpetrati da immigrati non dovrebbe spostare di una virgola l'opinione che abbiamo degli immigrati. Che la maggior parte degli infanticidi siano perpetrati da donne non dovrebbe spostare di una virgola l'opinione che abbiamo sulle donne. Che la maggioranza dei femminicidi siano perpetrati da maschi non dovrebbe spostare di una virgola l'opinione che abbiamo dei maschi... ma a quanto pare ci portiamo ancora appresso parecchi pregiudizi, pregiudizi che difendiamo a spada tratta ) In una societá dove giorno per giorno vedo decuplicare atti di violenza e aggressioni (lasciando fuori tutto quello che sta accadendo rispetto a guerre, terrorismo, inzio di armi.. aumento delle spese militari.. ) ci sorprediamo della violenza sulle donne, e la trattiamo come un accezzione alla regola.. Cosi facendo stiamo solo sminuendo il problema.. Curioso poi che si tiri in ballo "la violenza patriarcale" quando cosi tande donne la sostengono, perché a quanto pare le donne votano gli stessi rappresentanti che votiamo noi.. e anche al governo al governo (a alla presidenza europea) non pare proprio siano meno bellicose ed aggressive dei loro compagni
Fenomeno in crescita in tutto il mondo, si parla di circa cinque all'ora , noi italiani siamo tra gli ultimi posti come numero di femminicidi , magra consolazione purtroppo.
Quanto discriminazione di genere e stigma verso I maschi in questo discorso. Sarebbe stato invece interessante se al posto di maschi si sarebbe parlato di persone, dato che ciò che è successo succede indipendentemente dal genere, come dimostrato dal caso accaduto una settimana fa di un uomo che è stato ucciso a martellate dalla sua compagna ma che non ha ricevuto la stessa attenzione mediatica di Giulia. E va beh, sarà per la prossima volta...
Non mi è del tutto chiara la definizione di educazione alla fragilità. Non mi pare che la si possa definire una materia, spero veramente che nelle scuole non Ci si trovi per l'ennesima volta ad ascoltare le vacue banalità di qualche tuttologo. L'educazione all'emotivita si fa attraverso le ore di letteratura, filosofia, arte, matematica e scienze, attraverso i grandi insegnanti.
Grazie, Matteo per sottolineare come tutti e poi i ragazzi abbiano bisogno di comprendere le emozioni (molto spesso i giovani non sanno nemmeno verbalizzarle, basta guardare i testi delle canzoni in cui si dice “quello che provo non so cos’è”. E poi non hanno i tempi e gli spazi per dire e vivere le emozioni). Condivido ciò che dici sul fatto che sia necessario educare alla fragilità, così da accettare il “fallimento” o semplicemente “la difficoltà”. E poi i nostri ragazzi sono lo specchio degli adulti e dunque della società di oggi. Dobbiamo camminare insieme.
per quanto io possa darle ragione, l’umano purtroppo non sarà mai un essere perfetto, possiamo ridurre al minimo certo, ma anche questa sarà una dura lotta
Questa pretesa di educare alla fragilità non mi sembra una buona idea. Si rischia di indurre i giovani ad accettare il fallimento in ogni circostanza, alle prime difficoltà. Nel suo celebre monologo Amleto menziona, tra le sciagure che affliggono i viventi, le angosce dell'amore disprezzato, subito dopo aver citato gli oltraggi degli oppressori e le contumelie dei superbi. Gli antichi cavalieri erano educati a rispettare e difendere le donne e gli infanti, riservando la spada a tiranni e superbi. Ma oggi come si fa? Si può riuscire ad educare ad accettare con rassegnazione le pene d'amore mantenendo la determinazione ad abbattere ogni forma di tirannia? Questo è il problema, direbbe Amleto.
@@antoniopironti8326 bravissimo, bisogna educare alla forza (intesa come massimizzazione delle proprie risorse) ed allo spirito, ognuno di noi è diverso e ha diversi talenti o caratteristiche, frenare o limitare taluni a lungo termine può diventare un pregiudizio per tutti quanti
invece gli adulti dovrebbero comprendere che educare non significa inculcare i loro valori a menti libere e fresche e dovrebbero altresì capire che gli esseri umani sono per natura diversi e dotati di prerogative diverse, e chiudo, se "educhi" (perchè non usate il termine imporre perchè di questo si tratta) all'accettazione del fallimento un ragazzi di 14 15 anni cresci generazioni di deboli e dimessi, ed un pò questo inizia a vedersi in italia
Finché andremo avanti a ragionare sul collettivo anche davanti a evidenti responsabilità dei singoli, daremo sempre e solo delle responsabilità senza fondamento alla gente perbene e delle assurde giustificazioni a chi delinque.
In episodi del genere la responsabilità è personale. A me piuttosto fanno paura quelli che non riescono a non cavalcare l'onda del consenso social, della moda del momento e che non riescono più a ragionare autonomamente.
"Educazione alla fragilità", davvero un proposito illuminato e illuminante, di cui la ringrazio molto. Condivido la sua analisi, ancor più da madre di due ragazze, e la necessità di parlarne nelle scuole fin dalla tenera età, di accettare il fallimento come opportunità di crescita, di comprendere a fondo che la caducità dell'uomo ci insegna a canalizzare le nostre energie investendo nella crescita personale e nel rispetto per noi stessi e per gli altri. Grazie per il suo impegno.
Se si potesse dire "Educazione alla forza d'animo per imparare ad affrontare le avversità della vita" forse sarebbe meglio. "Educazione alla fragilità" sembra un invito alla diserzione.
@@antoniopironti8326 Il nocciolo della questione sta tutto in questa sua ultima affermazione da cui si evince che essere fragili equivale ad easere deboli, codardi, qualcosa cui un "uomo che si rispetti" non può permettersi di cedere. La forza d'animo non prescinde dalla consapevolezza che un individuo ha della propria fragilita', bensi' ne è il frutto, la sana conseguenza di un lavoro di autocoscienza e autoconsapevolezza. La fragilità fa parte dell'essere umano e prima lo si accetterà prima riusciremo a porci tutti sullo stesso piano, e da lì si potrà partire con un dialogo, parlando lo stesso linguaggio, su forza d'animo, diritti, doveri e libertà.
@@antoniopironti8326giusti bravo, direi alla fermezza che è un. buon principio maschile, ma purtroppo su questo caso ci navigano a fare cattiva informazione. L'uomo che faccia l'uomo senza sentirsi per forza in colpa, il tipo purtroppo ha ucciso ma non sono tutti così. Il problema dei maschi è proprio la mancanza di forza di carattere che gli è stata tolta con furbizia
Non si possono insegnare sensibilità di natura, o le si ha oppure no.
@@attiliofisher1094 Se pongo la sua affermazione su un piano soggettivo, riferito ad un unico individuo, potrei anche essere d'accordo; nel contesto preso in esame qui, invece, devo dissentire, poiché il tema si estende a livello generazionale. Educatori (che siano genitori o insegnanti) formati e preparati all'uopo farebbero la differenza e, per quanto una certa disillusione verso il genere umano guadagni spazio sempre più spesso nel nostro quotidiano, non possiamo e non dobbiamo dimenticare che abbiamo il dovere verso noi stessi e verso la società di progredire ed evolvere.
La grandezza delle tue parole è una medicina. Auguro all'Italia di avere orecchie sintonizzate nella tua direzione 🍀 quello che è successo a Giulia non doveva succedere, ma il passato non si può cambiare, possiamo cambiare solo in futuro agendo sul presente, come tu stai facendo con i tuoi video, grazie di cuore Matteo.
❤🙏
Buonasera professore, volevo condividere con lei una mia riflessione.
Noi uomini siamo educati (chi più chi meno), dall'ambiente familiare, dalle comitive di amici e dagli ambienti scolastici, a comportarci in determinati modi.
Ad essere forti, intelligenti, dolci, educati, a mostrare virilità e soprattutto sicurezza di noi stessi ovunque : scuola, famiglia, lavoro. Se ci sediamo in un determinato modo su una sedia (giudicato un modo "femminile") rischiamo di sentirci urlare tra le risate "ma che sei omosessuale? (Edulcuro volutamente il linguaggio ma lascio intendere che il concetto fosse decisamente molto più volgare), idem se piangiamo, idem se ci commuoviamo difronte a un film o ad una canzone.
Mantenere questo modello ci costa molto, ci costa insofferenza, ci costa disagio, ci costa mantenere dentro tante emozioni negative ma ci permette di essere socialmente accettati sia dalle donne che dagli uomini.
Questo è uno dei motivi per cui gli uomini difronte a questo enorme problema sociale che li chiama in causa tendono a giustificarsi e a non voler sentire parlare di problema di genere.
Perché ci sentiamo giudicati dalle stesse persone che ci hanno emarginato e stigmatizzato proprio perché non abbiamo rispettato quel modello di uomo che però viene ora condannato perché *giustamente* causa di dolore e sofferenza. Spesso è proprio stata questa emarginazione e questa stigmatizzazione ad aver portato a questi crimini così violenti.
P.S. vorrei che questo messaggio non venisse visto come giustificatorio ma comprensivo, poiché è un problema trasversale che riguarda tutti. La società nel suo insieme
Ottima analisi che condivido. Io da uomo mi discosto ogni giorno da quel modello, non ho paura di dimostrare le mie emozioni o fragilità, e ne pago quotidianamente le conseguenze, in modo più o meno importante, sia da donne che da uomini. Per questo il problema è molto più che di genere, ma riguarda la società in toto.
Infatti è proprio questo il punto della situazione. È tutto il sistema che è sbagliato da parte di uomini e donne, società ed educazione. È bene rendersene conto tra voi uomini che il problema c’è, esiste. Senza sentirsi attaccati ed attacare di loro volta come fanno e stanno facendo purtroppo in molti.
@@valentinaesposito3265 ed è per questo che è importantissimo insegnare educazione civica e sessuale nelle scuole
@@valentinaesposito3265 è vero, molti negano un problema sociale che è palese e che riguarda ognuno a prescindere dal genere. Sull'aspetto del sentirsi attaccati ci sarebbe un discorso a parte, poiché ogni volta che avviene una tragedia simile certe pagine o influencer non perdono occasione per attaccare e spalare odio indiscriminato verso un unico genere, con accuse anche molto esplicite (ho visto un commento di una ragazza che inveiva dicendo: "siete tutti Filippo, prima o poi, schifosi"). Dunque, di fronte a questo tipo di comunicazione te credo che ti senti attaccato. Basterebbe invece porsi in maniera più "paritaria" per combattere insieme un problema che non è di genere come ad alcuni conviene fare credere, ma sociale.
Personalmente non mi sento toccato da questi fatti tragici, nel senso che li condanno ovviamente con tutto il cuore, però non credo che un fatto compiuto da un assassino o malato di mente possa avere a che fare con me o con la mia vita - neanche minimamente. Colpevolizzare o coinvolgere "tutti gli uomini" in questi fatti di sangue è ridicolo e superficiale, perché i numeri statistici alla mano ci dicono, che si tratta di fatti marginalissimi, ma ampliati a dismisura dai media. "Noi uomini dobbiamo cambiare"? - ma non ci penso proprio.
Ti seguo da anni.. per me sei fonte di ispirazione! Grazie di cuore per questo discorso! Non fa una piega! Spero che questo video possa far tanto rumore!! 🙏🫶🏻
Sei un grande uomo. Sto seguendo le tue lezioni di filosofia. Ho cominciato con Kant perché mi affascina. Le tue parole sono preziose su questo argomento tragico. Sono d'accordo con te. Tutti noi uomini abbiamo questo retaggio culturale patriarcale. Anche chi non lo mette in pratica. È dentro noi e bussa alla porta spesso. Se non ammettiamo questo non lo riconosciamo e non lo teniamo fuori dalla porta.
Parla per te. Io con assassini, violenti e psicopatici non ho nulla da condividere (tranne lo stesso sesso, ma questo mi sembra molto molto poco). E mettere sullo stesso piano la famiglia tradizionale e il patriarcato (che in pratica non esiste più), con la violenza insensata di certi malati di mente è pura follia. Anzi, direi che è proprio la mancanza della famiglia a generare questi mostri (gli USA come esempio più lampante). Ma capisco, pensare non è scontato per tutti...
Grazie professore per dare sempre una lettura alta e sviscerata delle vicende quotidiane. Penso che su questo fatto di femminicidio il suo video sia uno dei migliori, dei più razionali e dei più centrati.
Grazie di cuore Professore, servirebbe un’educazione al sentimento, alla fragilità e, se posso, anche un’educazione alla solitudine, al dolore, all’ introspezione.
Grazie prof, riflessioni importanti e fondamentali per impostare il cambiamento culturale, partendo dalle scuole che devono accogliere e sostenere gli studenti e le loro fragilità. Dobbiamo dare gli strumenti ai giovani che, nella loro peculiare età, si trovano a vivere il cambiamento da una cultura più violenta ad una più sensibile, anche grazie al politically correct. Un cambiamento appena iniziato, che si fa spazio in punta di piedi. Un cambiamento che auspico possa essere migliorativo anche nella diplomazia internazionale oltre che al benessere di una nazione.
Sapresti dirmi quali paesi europei sono più violenti nei confronti delle donne?
@@antoniomacaluso1554 non ho capito il senso della tua domanda.
Stiamo parlando di casa nostra, non stiamo sempre lì a paragonarci a qualcuno altro, perché si potremmo essere migliori ma anche peggiori, dipende. Ma è sempre meglio cercare la parte migliori di noi, questo vale sia per il singolo sia per la collettività.
Il resto sono polemiche sterili ed inutili.
@@antoniomacaluso1554cosa ti serve sapere quale Stato sia più crudele nei confronti delle donne? Guardiamo in casa nostra senza fare paragoni!
@@giulianarizzolo9561 serve a trovare rimedi..magari non quelli utilizzati risultati fallimentari...Non è difficile! Metodo deduttivo
Ignorante
@@AleLaMilaneseDiGiu serve a trovare soluzioni ..scartando metodi già rivelatisi fallimentari.. Non è difficile da capire
Complimenti professore, speriamo davvero in un cambiamento rapido e consapevole...grazie per questa riflessione.
Gentile Prof., anch’io percepisco una violenza costante e diffusa nel linguaggio e nei comportamenti. Penso che tutti dobbiamo mobilitarci, a partire dal contesto familiare. Credo che l’origine del possesso sia anche il consumismo a cui vengono abituati i bambini fin da piccoli, un’idea di possesso legata all’oggetto che poi viene trasferita nelle relazioni. Intendo dire che spesso mancano, da parte degli educatori, quei famosi “no” che aiutano a crescere, senza i quali al primo “no” si possono generare azioni incontrollate. Manca un’educazione alla gestione delle emozioni. Manca il coraggio di educare, a volte. Questo contribuisce alla violenza, che nasce dall’ignoranza, dalla poca conoscenza di sé, come ci ricorda Socrate, che riguarda non solo i piccoli, che devono imparare, ma soprattutto gli adulti, quelli che dovrebbero educare.
L'idea del possesso della donna da parte dell'uomo è molto anteriore all'origine del consumismo. Anzi il consumismo ci insegna che l'oggetto della nostra adorazione è transitorio e si può cambiare senza drammi. La pretesa dell'uomo di esercitare una tutela sulla donna appartiene alla tradizione di una società arcaica, fatta di valori immutabili, regole ferree e di costumi sessuali morigerati. Se non ci crede potrebbe riascoltarsi la canzone 'O festino, del 1918, o meditare sul detto che vuole che la donna " la piasa, la tasa e che la staga in casa".
@@antoniopironti8326 Grazie per la specificazione. Condivido quello che lei sostiene. Aggiungo che il considerare il corpo della donna come oggetto (elemento che caratterizza la società dei consumi) forse alimenta l'idea che la donna sia merce di cui ci si può liberare quando non risponde più alle esigenze fisiche e psicologiche. Bisognerebbe approfondire, ovviamente, ma penso si stia diffondendo una cultura che vede l'altro come mezzo, strumento per i propri interessi; parlo di dinamiche di oggettivazione dell'essere umano. Quindi, queste tendenze, forse, non fanno che aggravare la situazione arcaica che lei ha giustamente messo in luce.
Faccio un fact checking, da persona che studia e si occupa di temi sociali da anni, per smentire ahimè tutta la retorica e la narrazione tossica che purtroppo sta girando in questi giorni…
1) No, gli omicidi e le violenze in contesti relazionali non sono un problema di genere, ma un fenomeno trasversale trasversale. Un problema di genere indica che sia intrinsecamente legato ad un genere che commette un’azione, spesso a discapito di membri dell’altro genere.
Questo implicherebbe, nella narrazione che viene fatta passare, che l’uomo sia intrinsecamente un essere possessivo verso la donna, e che per gelosia e senso di dominazione decide di picchiarla o ucciderla per tenerla sotto controllo. Fenomeno che sarebbe esclusivo del maschio in quanto tale.
Sappiamo con assoluta certezza, da decenni di letteratura scientifica e statistica, che questo è assolutamente falso.
Il fenomeno delle violenze in contesti relazionali/amorosi, fino all’omicidio, è purtroppo diffuso simmetricamente tra i due generi, il maxi studio aggregato di Murray A. Strauss del 2011 ha messo un punto sulla questione, che era comunque già chiara da anni.
2) Le violenze e i fenomeni tossici annessi sono spiegabili dalla psicologia e questo ci potrebbe permettere di prevenirli in modo più efficace: la violenza, la rabbia, l’aggressività, la gelosia, sono tutte emozioni che nascono dalla paura, che nei contesti relazionali è la paura di perdere l’oggetto della nostra dipendenza.
Dipendenza affettiva che funziona esattamente come tutte le altre dipendenze, e quindi causa un abbassamento della soglia razionale e dell’autocontrollo, genera panico, paura della perdita, dall’abbandono, che generano di conseguenza ancora più possessività che può sfociare in aggressività.
Questi fenomeni neurobiologicamente vengono scatenati dall’amigdala, che chiaramente è un’area del cervello che hanno sia uomini che donne, non a caso la possessività e i fenomeni di gelosia tossica e isterica sono statisticamente trasversali ed equi tra i generi e in generale nella popolazione.
Così come le violenze di genere sono trasversali.
Per avere un esempio concreto di come può funzionare l’isteria di gelosia anche da parte femminile, e le conseguenti aggressioni, vi invito a vedere il servizio delle Iene fatto su Natalia Paragoni, oppure la storia di Giuseppe Morgante.
Il modo migliore per debellare questo fenomeno è rivoluzionare il paradigma culturale alla base delle relazioni sentimentali, superando la cultura del romanticismo, quello che in psicologia è stato anche definitivo “Post-Romanticismo”, eliminare culturalmente tutti quei fattori emotivi e di idealizzazione o dipendenza che permeano la cultura delle relazioni, superare in parte anche il paradigma monogamo.
3) Gli omicidi quindi come detto sono un problema trasversale, in realtà in Italia statisticamente siamo messi molto bene, siamo il secondo Paese in Europa col tasso di omicidi più basso, e due terzi degli omicidi sono commessi verso maschi.
I numeri dei cosiddetti “femminicidi” sono sistematicamente manipolati in quanto i media, seguendo il modus operandi delle associazioni femministe, prendono in considerazione tutti gli omicidi verso donne, in realtà il Ministero dell’Interno pubblica un report annuale con tutti gli omicidi commessi suddivisi per genere e modalità, da quel report sappiamo che gli omicidi verso gli uomini sono circa 200 all’anno, gli omicidi verso donne sono circa 100 all’anno, e di questi, solo tra i 50 e i 60 mediamente sono commessi da uomini partner o ex partner.
Ad esempio ad oggi nel 2023 siamo a 53 casi.
Invece, per quanto riguarda gli omicidi commessi da donne verso uomini, siamo intorno ai 20/30 omicidi all’anno.
Al contrario delle violenze, che sono pari, gli omicidi sono invece leggermente inferiori verso gli uomini da parte delle donne per via della differenza di forza fisica, ecco che infatti generalmente le donne che uccidono lo fanno molto di più con metodi più strutturati, ad esempio tramite sicari o veleno.
Detto ciò, parliamo sempre di causi al di sotto delle 100 unità, sono dati in calo vertiginoso da anni, siamo al minimo storico di omicidi, sia verso maschi che verso femmine, e siamo tra i Paesi più sicuri al mondo.
Per fare un paragone statistico per mettere in relazione le incidenza, i suicidi in Italia sono 4000 all’anno, le morti sul lavoro sono 1400 all’anno, le morti per incidente stradale sono 3000 all’anno.
4) Violenze e omicidi sono proporzionalmente più diffusi tra le coppie omosessuali rispetto a quelle eterosessuali, questo è un dato corroborato da tutti gli studi fatti sia in Nord America che in Europa.
Anche per le donne lesbiche proporzionalmente il tasso è più alto rispetto agli etero.
Questo conferma che il genere così come tutta la retorica sul patriarcato non c’entra nulla.
5) La narrazione che il femminismo sta facendo attraverso i media è terrificante e pericolosa oltre che assolutamente falsa.
Si sta solo aizzando il terrore ingiustificato nelle ragazze che, di conseguenza, inizieranno (come già sta succedendo) ad odiare per pregiudizio gli uomini, si creerà una frattura sociale con conseguenze terribili che porterà all’odio reciproco e alla diffidenza reciproca, situazione simile a quella che già sta avvenendo in Corea del Sud, cosa che porta alla disgregazione sociale e ad un aumento di fenomeno di intolleranza e violenze da ambo le parti, nel soliti sistema di escalation.
Inoltre non si andrà a risolvere il problema perché come detto per risolverlo bisogna rivedere la cultura relazionale nell’ottica di annullare le dipendenze affettive, per ambo i sessi.
Il femminismo non si occupa proprio di queste dinamiche, tutto ciò che si fa è aizzare l’odio e il terrore verso l’uomo, cosa che ripeto, non serve a nulla e anzi peggiora la situazione.
Analisi lucidissima. Concordo in toto.
Se le donne uccidono così pochi maschi è perché mancano le skill, non la voglia 👌🏻
Complimenti, questo commento dovrebbe essere un articolo di giornale
Analisi accurata e puntuale, nulla da eccepire. Il problema è che su questo canale e su tanti altri, come anche nei media tradizionali vince sempre la pornografia del dolore che porta la gente a ragionare di pancia invece che con il cervello
Finalmente leggo qualcosa di sensato. Complimenti!
Questa e' una delle rare volte che sinceramente dissento quasi in toto.
Se i movimenti femministi hanno attecchito, tanto da essere innegabili i cambiamenti degli ultimi 20 anni, e' stato anche grazie a tantissimi uomini che si sono opposti allo status quo ed hanno abbracciato questa battaglia.
Se come dicono le femministe la maggior parte degli uomini rimane ferma sul patriarcato e sempre se come sostengono le femministe al potere ci sono quasi solo uomini, non si spiegherebbero questi cambiamenti,
Se la maggior parte degli uomini sposa il patriarcato e la maggior parte degli uomini "decide", e' illogico pensare che oggi la situazione femminile sia cosi sentita.
Nel 2022, 57 femminicidi, ci sono 30.000.000 di uomini in italia, non facciamo passare che qualunqe uomo in italia potrebbe uccidere la sua compagna dai...non cada anche lei nel gioco dei media...
Il femminismo ha gia vinto, come tutti i cambiamenti generazionali basta che muoiano i "vecchi" ed arrivino i "nuovi", quasi nessuno ha mai cambiato idea nella storia, i cambiamenti arrivano sempre con le nuove generazioni.
Ovviamente non e' inteso "allora va bene cosi e pazienza" sacrosanto condanare il gesto, e mi sembra superfulo doverlo dire, ma e' importante non far passare una situazione macroscopica peggiore di quello che e'.
Io non ho nesun mea culpa da fare, mai giudicato una donna in quanto tale e mai farei un gesto simile, manco arriverei ad immaginarlo..
Sono d'accordo, ma mi permetta di fare due considerazioni, da donna più anziana di lei e da madre. 1)vero il discorso della violenza nella società ecc, ma anche l'ormai diffusissimo atteggiamento delle famiglie che qualunque cosa faccia il proprio figlio viene difeso sempre e comunque a spada tratta, senza fargli capire che esistono dei limiti e che le azioni sbagliate, hanno conseguenze, contribuisce a creare generazioni incapaci di sopportare dinieghi. 2) non è il caso di Giulia, ma di tante altre donne si, quando viene denunciata violenza, non viene preso alcun provvedimento, con la conseguenza che la donna è lasciata sola con un " aggressore" ancora più incattivito.
Lei ha completamente ragione. Ho visto più di una volta madri difendere i loro figli nonostante le loro azioni, in particolare nei confronti delle donne.
Brava. Oggi si è affermato il principio secondo il quale tutto ciò che si desidera è lecito. Trattasi di un degrado trasversale: anche le donne lo hanno assimilato. Il senso di responsabilità non è più un valore.
Sono un handicappato e in vita mia sono stato insultato molte volte, tante volte sono stato deriso e isolato. Le posso assicurare che la cattiveria è , spesso e volentieri, anche femminile. Nella vita però ho imparato una cosa: è inutile pretendere affetto da chi non ti accetta.
Mi dispiace molto per la tua situazione ma comparare un omicidio e la paura di morire che le donne hanno difronte ad un gruppo di uomini con la derisione è un po’ fuori luogo
Questo commento è completamente sbagliato. Non stiamo facendo una gara a quale genere sia il più cattivo .Stiamo parlando di un omicidio, degli uomini che da anni e anni vogliono possedere le donne e se non riescono la uccidono. È fuori luogo il tuo commento.
@@gesudinazaret9259 la paura di morire che hanno le donne, e poi gli uomini morono er doppio. vabbè.
@@gesudinazaret9259 il signor angelo ha raccontato la sua esperienza, dove ha visto lei il paragone? Ha testimoniato sul fatto che la cattiveria è anche femminile, il che significa che essa non ha genere
@@midhon ho visto il paragone nel momento in cui il commento è stato fatto sotto un video in cui si parla di violenza maschile .
È come se io andassi ad un funerale e cominciassi a raccontare di come anche io fui triste una volta perché mi morí il pesciolino
Professore la ringrazio per il suo contributo. L’educazione è l’unico strumento realmente utile, se nelle scuole medie e superiori venisse proposto il protocollo MBSR sicuramente si creerebbe uno spazio di ascolto in più e si fornirebbero a noi giovani strumenti in più per non farci scappare la vita tra le mani, per sapere come vivere con le proprie fragilità.
Nella mia esperienza all'ITIS , dove eravamo per la maggioranza tutti maschi, ho notato che si creavano 2 gruppi di ragazzi.
Quelli più popolari con le ragazze, che uscivano a fumare nell'intervallo, facevano cat calling, avevano sempre la ragazza e quando la avevano dimostravano e romanticizzavano entrambi un amore possessivo e violento "tu sei mia, se qualcuno ti guarda lo ammazzo di botte" ecc ecc.
L'altro gruppo di ragazzi invece se ne stava per le sue, erano piu' educati ma per le ragazze erano praticamente invisibili, la maggior parte di loro non ha avuto nessuna relazione se non verso la fine delle superiori, quando comunque stavano tutti maturando, anche l'altro gruppo di "ganzi" si stava dando una dritta e comunque la pubertà passava...
Quindi l'origine di questa cultura di amore tossico secondo me nasce lì, durante la pubertà. La maggior parte per fortuna riesce a maturare e ad uscire da quella mentalità, altri invece rimangono bloccati, che siano ragazzi che non hanno avuto relazioni e come esempio hanno solo avuto i bulletti pubescenti alle superiori, o film, edit su tiktok, pagine instagram ecc, o i bulletti stessi che non sono maturati da quella mentalità.
Quindi, per una azione concreta credo che si debba puntare lì, e la vedo dura, perchè a quell'età si è estremamente testardi e narcisisti, a volte anche sadici. Nonostante la educazione sul bullismo, ormai presente ovunque, i bulli continuano ad esistere, per esempio.
E per aggiungere , un pensiero che potrebbe essere visto male, è che la responsabilità è anche delle ragazze. I ragazzini a quell'età tendono ad agire per apparire attraenti alle ragazze, e purtoppo alle ragazze piacciono quelli possesivi(almeno a quell'età, ma anche dopo) infatti su internet, sulle pagine instagram o racconti su wattpadd, il ragazzo possessivo e ossessionato è quello piu' popolare.
E nella vita reale ho visto la stessa cosa, i ragazzi con quel carattere erano i "trend setter" , tutti cercavano di copiarli perchè vedevano che erano popolari con le ragazze.
Aggiungo che il gruppo dei ragazzi che stanno tranquilli per i fatti loro, coltivando altri interessi, vengono definiti "sfigati" ,
questo termine è molto usato dalle ragazze come insulto, e va ad alimentare questa mentalità "patriarcale" che di patriarcale non ha nulla, secondo me, anzi, qua in italia si parla tanto di patriarcato ma in realtà è spesso la donna che comanda. Decide lei quale casa si compra, quale macchina si compra in famiglia.
Le ragazze alle superiori , decidono loro chi è il buon esempio di ragazzo. Se dessero le loro attenzioni ai ragazzi appassionati con i lego, tutto ad un tratto costruire con i lego diventerebbe "figo"... E' un paradosso.
Sì, disamina iper apprezzabile e largamente corripondente al vero.
In un mare di melma e commenti insulsi il tuo commento da speranza
Parole indispensabili, oggi più che mai. Dobbiamo impegnarci tutti per costruire una società più libera e perciò più sicura. Educazione alla fragilità, proprio da qui bisogna ripartire. Grazie per la tua bellissima lezione, ti seguo sempre con molto interesse!
Nell'interiore di questi individui c'è malvagità.
Nessuna giustificazione.
Prezioso Professore, la abbraccio! Un discorso che coniuga magistralmente eguaglianza e responsabilità. Condivido anche tutto il discorso sull'eros, sul "per sempre", sulla capacità di gestire la frustrazione. L'unica integrazione che propongo è che l'attenzione al linguaggio e le alla parità sia proprio di tutte e tutti. So che proponendo ai ragazzi di evitare connivenze lei ha fa un grande passo avanti. Ma sono una donna e una psicologa e non posso tralasciare la responsabilità che ci compete. Le mando tante benedizioni ❤
Prof intanto la ringrazio per la sua confessione e lettura che condivido appieno e che nel mio piccolo cercherò di portare avanti per evitare che episodi del genere possano ripetersi. Lasci che, condannando in primis in maniera totale l'accaduto ed esprimendo la mia solidarietà alla famiglia della vittima, le ponga un paio di aspetti di questa vicenda, che non devono chiaramente sovrastare l'aberrante e inaccettabile accaduto. Innanzitutto mi è parso perlomeno strano che la TV abbia teatralizzato in questo modo la vicenda, la mia è certo solo una terribile supposizione, ma spero che l'eco mediatico dato al caso non nasconda qualcosa che si sapeva e temeva sarebbe accaduto e che non si è voluto o potuto evitare. In ultimo invece una riflessione: detto che è giusto dare risalto a queste vicende perché sono inaccettabili (noi maschi dobbiamo cambiare e non c'è dubbio), come ha detto lei anche noi uomini abbiamo molte, se non più fragilità, ecco quello che voglio dire è che forse anche i tanti casi di suicidio di uomini incompresi, a volte distrutti da relazioni amorose, meriterebbero più spazio nelle discussioni.
@ofhoneydew no certo sono d'accordo, ma non hai centrato il punto del mio discorso...quello che intendevo non è il fatto che il tasso di suicidio nei maschi sia maggiore che nelle donne....volevo semplicemente dire che di fronte ad un ampio e giustissimo dibattito sui casi di femminicidio, sarebbe secondo me opportuno, in alcuni casi, analizzare anche i motivi, spesso passionali (delusioni d'amore, tradimenti o altro) che spingono molti uomini a suicidarsi. Non si tratta direttamente di omicidio compiuto da una donna certo, come accade per i femminicidi, si tratta semplicemente di osservare come magari anche alcuni atteggiamenti femminili possono essere "violenti" seppur non direttamente fisici, ma magari psicologici e possono indurre al suicidio. In tutto questo ribadisco che uccidere una donna sia una cosa disumana ancor prima che criminale e che la mia riflessione non vuole sminuire o giustificare in alcun modo questo atto barbarico.
noi uomini? ma perché ? Ci sono dei pazzii. Violenti. Cosa c'entrano "tutti gli uomini" ?!? Faccio il mio esempio: io le donne non le vedo neanche, non mi piacciono. Perchè dovrei sentirmi in colpa o cambiare qualcosa perché c'è qualche pazzo omicida, come c'è sempre stato e statisticamente sempre ci sarà? Insomma... in USA dopo la strage alla Columbine mica furono messi in discussione "i giovani" ! Provarono a dare la colpa ai videogiochi violenti ma anch li fu una cosa ridicola: viste le VENDITE di certi giochi beh per strada dovrebbero esserci migliaia di ragazzi col mitra. Non ci sono. Diedero persino la colpa a Stephen King, arrivarono persino a dire che andava reso fuorilegge: beh, in OGNI suo libro ci sono omicidi, mostri, sgozzamenti, horror, violenza.... lui rispose a tono, con lo stsso esempio. Vende milioni di libri, ci hanno fatto cntinaia di film e serie TV. Ci sono milioni di killer in giro, o potenziali killer ? No. Sinceramente sta cosa della "colpa degli uomini" la trovo paradossale: la colpa è della mancanza di CULTURA e senso critico. Ma ecco un altro paradosso: nella suola dell'obbligo la maggior parte del corpo insegnante è femminile.O sbaglio? Colpa dei genitori ? NO, non ci credo. Suvvia, è davvero necessario trovare un capro espiatorio? Forse allora è colpa del consumismo, della società dell'apparire e vincere, non imparare a perdere e sbagliare. Non imparare il rispetto. Ma sono cose che non ti dà nè la scuola nè i genitori, IMHO. Sono cose che ognuno trova e fa crescere dentro di se. ps - NESSUNA delle persone sotto i 30 anni che conosco ha una libreria in camera, o UN libro. IO a 8 anni leggevo un libro a settimana. Esempio dei genitori? No. Scuola? No. Semplice curiosità. SE i "ggiovani" non vogliono e non sanno maturare è SOLO colpa loro.
Grazie professore per le sue parole sagge ed illuminanti che mi hanno suggerito questa riflessione.
Lo Stato deve tutelare tutti i cittadini (anche quelli che commettono reati) mediante l'applicazione delle leggi.
I cittadini devono sostenere lo Stato, comunità di persone, con la forza del lavoro, la libertà del pensiero, il dialogo costruttivo che porta alla soluzione dei problemi che attanagliano la nostra società. ❤
Tutto perfetto...aggiungerei un piccolo sputo di riflessione e cioè che anche certe madri di figli maschi, ovviamente anche i padri ma ancor più le madri, dovrebbero farsi un esamino di coscienza...dico questo per esperienza diretta avendo avuto come amica una madre di 2 ragazzi che NEGAVA il fenomeno del femminicidio argomentando che anche le donne uccidono gli uomini e, purtroppo, non era l'unica a pensarla così.
parti già male... avresti dovuto dire figli maschi e figli femmine...
basta solo vedere i social quante ragazzine fanno le mignotte in rete..
è una società dei like, dello svendersi, dei sentimenti leggeri... etc.. etc...
capisco. la solita storia che anche i neri possono essere razzisti che anche gli ebrei possono essere discriminatori che anche gli omosessuali possono essere narcisisti covert : tutte baggianate.
le donne non uccidono mai i maschi in nessun modo maniera accezione che si può dare al termine _uccidere_ : si sappia
C'é sempre qualcuno di indefinito da accusare, in questo caso gli "uomini" !
Ma chi governa e legifera creando i contesti é sempre innocente.
Avanti cosí per non cambiare mai !
Salve professore,
ascolto sempre con piacere i suoi video che sono un ottimo spunto di riflessione e comprensione di ciò che accade intorno a noi, condivido molte delle cose che ha detto in questo video.
Tuttavia devo confessarle che mi è spiaciuto sentirle dire che i conservatori non vogliono fare educazione affettiva nelle scuole, è una generalizzazione che francamente non mi aspettavo da Lei.
Saluti
Ma in Italia è così
Se parla della classe politica è un discorso, se si riferisce indistintamente a qualsiasi individuo cosiddetto "conservatore".. mi permetto di dissentire.
@@rachelgreen1938 allora non è una posizione conservatrice e forse tanto conservatore non è. Specie neo-conservatore.
Sul web si trovano frasi come queste: "Ho appreso con sgomento del progetto finanziato dalla regione per portare il sesso e il gender nelle scuole a partire dall'asilo". "Propone di introdurre i bambini a comportamenti sessuali moralmente discutibili a partire dai primissimi anni di vita". Insomma a qualcuno non dispiace continuare a diversificare l'educazione tra maschietti e femminucce.
Grazie Matteo, intrevento necessario in ogni singola parola
Grazie prof.lei é sempre fantastico. È proprio vero, l'uomo non accetta la sua umana fragilità come fa u a donna forse perché non gli è mai stato consentito dalla società. Se pensiamo alle bambine é permesso piangere ma molto spesso ai bambini no, come se dicessero vergognarsi di mostrare le loro emozioni. Invece, siamo esseri umani donne e uomini e tutti hanno il diritto di sentirsi in certi momenti deboli, vulnerabili, con le lacrime agli occhi...
Io credo che il punto centrale della questione sia il fatto che tanti uomini non accettano di veder finire una relazione e hanno una vera esplosione di rabbia che non sanno gestire. Una volta questi problemi c'erano di meno perchè non esisteva il divorzio. Di conseguenza le donne che di solito venivano da famiglie molto religiose e tradizionaliste, nonchè patriarcali, e si fidanzavano con uomini che venivano scelti dalla loro famiglia. Ci si sposava presto, e si studiava poco perchè dopo la terza media andavano quasi tutti a lavorare. Ovviamente c'erano i tradimenti, ma non i divorzi e le separazioni. Con l'arrivo dei divorzi tutta la società è cambiata. Dalla fine degli anni 60 all'inizio degli anni 80 non solo le donne si sono emancipate ma c'è stato anche una sorta di boom del sesso libero prima del matrimonio. Gli anni 80 sono stati la conseguenza di questo mix di emancipazione delle donne ma anche di sesso libero ed esternato, spesso fin troppo. Oggi ci troviamo in una società totalmente diversa da quella del dopoguerra, e le separazioni e i divorzi sono all'ordine del giorno. Da un lato però l'uomo non è assolutamente preparato a questo cambiamento. Ci viene inculcato ancora oggi che se non ti sposi entro una certa età e non fai dei figli sei uno sfigato. Soprattutto le donne se non fanno figli si sentono delle fallite. Quindi anche se la società è cambiata emancipando le donne ma allo stesso tempo mercificando il corpo femminile che viene mostrato come un oggetto sessuale praticamente ovunque, gli uomini non sono cambiati allo stesso modo delle donne. Continuano ad avere la mentalità che c'era quando non esistevano i divorzi e non sono preparati a sopportare le separazioni. Viceversa le donne sono diventate molto più pretenziose e difficili da accontentare rispetto a quelle di una volta. Ora, questo che ho raccontato è la base del problema. Poi ci sono anche altri fattori come i disturbi psicologici di alcuni soggetti particolarmente violenti e possessivi. Ma sono solamente la punta di un iceberg. Il problema principale secondo me è che molti uomini non riescono ad accettare di essere lasciati e pensano che l'amore debba essere eterno. Questo si scontra proprio col comportamento delle donne che al contrario sono più pretenziose e tendenti a cambiare partner abbastanza facilmente rispetto a quelle di una volta. I femminicidi sono la conseguenza più drammatica di questo cambiamento. La priorità delle donne di oggi non è legarsi per sempre ad un uomo ma avere dei figli entro una certa età. Viceversa per gli uomini la priorità è trovare l'anima gemella e rimanerci assieme per sempre, oltre ovviamente ad avere un partner stabile e affidabile col quale fare l'amore. Come potete capire facilmente sono due mentalità diverse che si scontrano. A peggiorare le cose le donne si curano maggiormente l'aspetto, sono sempre più sensuali e attraenti e gli uomini ovviamente se ne innamorano facilmente. Anche perchè viviamo in una società dove conta moltissimo l'aspetto estetico, in particolare quello delle donne. Ma quando poi avviene la separazione molti uomini impazziscono letteralmente. Un altro cambiamento importante è il fatto che le coppie continuano a frequentarsi come amici dopo essere stati assieme per molto tempo. Questa comportamento nelle generazioni del dopo guerra era quasi impensabile. Perchè un ex rimaneva tale e non poteva diventare un amico per non creare problemi di gelosia quando ci si sposava. I miei genitori ad esempio non hanno più frequentato i loro ex fidanzati, anzi quando si sono sposati hanno abbandonato anche gran parte degli amici e si sono dedicati esclusivamente a creare una famiglia. Insomma ci sono stati una marea di cambiamenti nella nostra società, soprattutto a partire dalla fine degli anni 60, che però sono incompatibili con la mentalità di molti uomini che si trovano impreparati e spiazzati. Continuano a sognare un'anima gemella ideale con la quale stare assieme tutta la vita, ma attualmente questo sogno è forse il più utopistico per l'uomo proprio a causa del cambiamento radicale delle donne e della società. La famiglia ideale tradizionale ormai è sempre più rara, e bisogna educare gli uomini sin dalle scuole ad accettare questo cambiamento. Allo stesso tempo bisogna anche insegnargli che la violenza è sempre sbagliata e che non si può imporre con la forza a una donna di restare assieme per sempre.
Legge 442, 5 agosto 1981:
Data storica, l'Italia si sbarazza in un solo colpo di “nozze riparatrici” e di “delitto d'onore”.
Franca Viola è la prima donna italiana ad aver rifiutato pubblicamente il matrimonio riparatore.
*Divenne il simbolo della*
*emancipazione.*
8 marzo 2014, Franca Viola è stata insignita al Quirinale
dell'onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della repubblica
Giorgio Napolitano con la motivazione:
"Per il coraggioso gesto di rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell'emancipazione delle donne nel nostro Paese".
"Divorzio all'italiana" film, 1961.
Ferdinando Cefalù, detto Fefè. L'uomo è coniugato da 12 anni con l'assillante Rosalia, una donna ardente d'amore per lui, ma per la quale ha perso ogni attrazione. Nel frattempo si è innamorato della propria cugina, la sedicenne Angela: *la legge italiana non ammette ancora il divorzio,* *ma è invece previsto ancora il delitto d'onore,* un caso di omicidio punito con una pena più mite e molto frequente in Sicilia.
Fefè tenta allora disperatamente di *trovare alla moglie un amante per poterli* *sorprendere insieme,* *ucciderli,* *usufruire del beneficio del motivo d'onore* e, una volta scontata la lieve pena, sposare finalmente l'amata.
Matrimonio riparatore.
Bastava rapire la ragazza delle brame e costringerla a trascorrere la notte fuori casa per macchiarla del disonore e altrettanto alla famiglia della stessa.
La ragazza, pur rifiutandosi, era obbligata per legge a riparare con il mateimonio forzato.
@@ipazia4287 Non intendevo dire che una volta non c'erano femminicidi, forse mi sono spiegato male. Quelli ci sono sempre stati. Cercavo solo di far capire per quale motivo secondo me ci sono oggi e, a differenza degli omicidi che in generale sono diminuiti parecchio rispetto al passato, i femminicidi sono diminuiti di poco. E' sicuramente un problema che riguarda anche la violenza insita nell'uomo, e non mi riferisco a quella verbale ma fisica. Ma se riuscissimo a far comprendere alla maggior parte degli uomini che l'amore non è eterno e che le donne non si possono costringere con la forza a stare con noi i femminicidi diminuirebbero. Questo cambiamento può avvenire solo nelle scuole perchè è molto difficile cambiare la mentalità di un uomo adulto. ps. Comunque ti faccio i complimenti per il nick name che ti sei messa. Io adoro la filosofa Ipazia.
Buonasera/notte.
i miei 3 commenti sono in riferimento su quanto hai scritto:
"una volta non c'erano questi problemi perché non c'era ancora il divorzio" ..... "ovviamente c'erano i tradimenti ma non il divorzio" ..... "continuano ad avere la mentalità che avevano prima del divorzio" ...... "la donna si è emancipata dal...." Grazie a Franca Viola.
p.s.: ho scelto Ipazia per diffondere la storia del suo martirio attraverso la curiosità di quanti ancora non ne sono a conoscenza.
Esatto! Come se un maschio in grado di riconoscere ed esprimere le proprie enozioni anche quelle più intime e delicate diventi automaticamente effeminato e poco maschio...ma chi lo ha definito? Chi lo definisce? Non c'è cosa più bella che incontrarsi liberi e alla pari...anche nella consapevolezza affettiva...questo aumenta la possibilità che un rapporto funzioni...
Lo dicono le donne tutti i giorni. E se non con le parole, con le azioni, scegliendo tendenzialmente gli stronzi. period
Oggi leggevo i commenti al post di una madre che chiedeva consigli per migliorare la riparazione fatta ad una porta per pugno tirato da parte del figlio perché "arrabbiato".
Qualcuno faceva presente che sarebbe stato meglio lavorare sulla reazione del figlio alla sua arrabbiatura.
Niente tantissimi commenti giustificavano il gesto del ragazzo come "una ragazzata"...solo in pochi facevano presente che forse una chiacchierata con il figlio potrebbe evitare che un giorno, quel pugno, potesse colpire, anziché la porta, una nuova "Giulia"...
Forse, e spero che, il caso del post su fb non fosse così tragico come la tragedia appena accaduta, ma molte volte troppe situazioni vengono prese sottogamba, per poi pagarne i risultati
"Educazione alla fragilità" mi piace! Decisamente meglio dell'educazione alla competitività. La realizzazione personale dell'individuo sarebbe un obiettivo utile da perseguire
Che vuol dire?
@@antoniomacaluso1554 ogni persona dovrebbe fare un proprio percorso, conoscere i propri bisogni, accettare le proprie fragilità e focalizzarsi sui propri obiettivi.
La consulenza filosofica insieme alla psicoterapia potrebbero essere delle buone strade.
@@nancyvirzi4641 chiarissimo!
Nessuna scusante.....
Sotto sotto siamo un pò tutti fragili.....
Ma quì subentra la malvagità.....
Che non ha nulla a che vedere con la fragilità.
Non esiste nessuna scusante per un atto così atroce, tuttavia è importante riflettere e agire per prevenire questi drammi irreversibili.
Grazie professore, ha toccato molti punti che condivido, la società in generale ha costruito modelli maschilisti fondati sulla forza, sulla competizione sulle sfide che sono sempre basate sulla forza fisica, non sappiamo da cosa si originano il modello patriarcale, ma ciò ha condizionato per secoli le relazioni interpersonali e il rapporto con con la figura femminile, perciò non credo che basti un' educazione sentimentale e sessuale per un certo periodo, ma bisogna investire del cambiamento tutta la società.
La parità e, soprattutto, il rispetto tra i generi va incardinato maggiormente nella società attraverso norme e praticato veramente, in tutti i luoghi di lavoro e in tutte le situazioni. Credo che difronte ai tanti fenomeni di violenza commessi dall'uomo, è necessaria una ribellione una mobilitazione che parta da noi, perchè noi uomini la perpretiamo
finalmente un bel video sull'argomento.
Non banale, una boccata d'aria fresca.
Grazie
Noi uomini? Ma parli per lei, professore! Io non ho mai fatto del male ad una donna in tutta la mia vita e quindi non ho nessuna intenzione di assumermi colpe che non ho.
Se pensi che non ti riguarda sei parte del problema ,tanto per citarle Michela Murgia
Buon per te, ma le statistiche parlano chiaro. Magari ti è capitato di fare qualche battuta di cattivo gusto su una ragazza, o hai sentito un amico farlo e non l'hai rimproverato. Sono anche le piccole cose che contano. Non ti conosco quindi sono supposizioni, ma bisogna rifletterci su.
Hai capito tutto del video…. Siamo tutti responsabili perché portiamo avanti standard violenti, la cosiddetta mascolinità tossica. Non è che dobbiamo farcene una colpa, essendo un fenomeno culturale ne veniamo tutti influenzati, tuttavia dobbiamo prenderne consapevolezza e cambiare
@@gb1312 le statistiche parlano talmente chiaro che chiunque dovrebbe capire che il problema femminicidi non esiste
@@amlasindae1097 solo le code di paglia non amano ammetterlo.
Grazie prof, speriamo che si possa veramente prendere una posizione netta per contrastare questo problema sociale. Secondo me bisognerebbe insegnare a capire cosa significa avere e prendersi cura di una persona.
Siamo in una società narcisistica, e bisognerebbe informare la gente su cosa DAVVERO questo significhi. La violenza deriva sempre dal senso di fragilità su cui,oggi, è facile fare leva, e che nasce quasi sempre in famiglia.
Grazie Professore, sarebbe bello se lei potesse parlarci dell’amore per il “potere”, che mi sembra particolarmente esaltato nella nostra società odierna e che cova in sé il seme della violenza .
Grazie professore, davvero
Fermo restando che anch'io, come tanti altri, sono totalmente disgustato dai recenti fatti di cronaca nera che sono emersi in questi giorni...tuttavia faccio presente come, in ogni caso, in questo video manca l'altra faccia della medaglia: e cioè che la violenza fisica e psicologica, nonché il malsano sentimento di possesso(sempre presenti in una relazione tossica)non sono sempre a senso unico come vorrebbero farci credere...e inoltre farei attenzione nell'utilizzare l'espressione "noi uomini", che sembra quasi sottintendere(erroneamente, visto che non è vero)come il sentimento di violenza e volontà di sopraffazione siano, fondamentalmente, presenti in ogni singolo soggetto maschile in circolazione, senza eccezioni.
Quando su dice " noi uomini" lo si dice perché si fa un discorso culturale e non psicologico, individuale. Questa cosa viene spesso fraintesa. Anche " noi donne", per esempio, siamo culturalmente tante cose.
Buongiorno Matteo, sono una tua collega. Mi dispiace notare che commetti un grande inciampo intellettuale nel definire le persone da includere tra le “categorie fragili” i bambini, gli immigrati, i portatori di handicap e le donne. Una donna che goda di pieni diritti civili, adulta, non portatrice di handicap, per quale motivo sarebbe da inserire in una “categoria fragile”? Questo inciampo tipicamente maschile viene commesso molto spesso da voi uomini quando parlate di quello che amate chiamare “il gentil sesso”e di come vada protetto in quanto “fragile”.
Per quale motivo tu, che fai il mio stesso mestiere, ma sei uomo, non ti auto percepisci collocato all’interno di una “categoria fragile” ma definisci me (ed ogni donna) persona da includere in una “categoria fragile”? Cosa avremmo noi donne di minus rispetto agli uomini tanto da portarvi a definisci con tanta faciloneria “categoria fragile”? Grazie per la risposta
A parte che ho chiesto una argomentazione a Saudino.
In ogni caso la sua risposta non è pertinente nella prima parte ed è agghiacciante nella seconda parte.
Le comunico che “essere donna” non significa “essere fragile”.
Il problema sociale non è nella non inclusione (o vessazione) di “persone fragili” (le donne) ma nella vessazione di persone sulla base di una narrazione maschilista che le dipinge fragili.
Lo stesso fa il razzismo con le persone di colore: essi non sono ontologicamente fragili, ma sono narrati come tali da una visione razzista.
Aggiungo che “fragilità” non significa avere problemi cognitivi. Anche questa sua accostazione è aberrante.
"indosso questa polo rossa per dare il mio contributo..." Basta già questa frase di esordio, per fare capire l'inutilità di questo video e la stupidità dei concetti espressi.
Le colpe sono sempre personali.
Perché dovete accendere un conflitto di genere?
È un vicolo cieco!
Perché secondo questo discorso tutti sono responsabili nel loro piccolo, se te vede qualcuno avere comportamenti misogini di qualsiasi tipo e te fai finta di niente e non intervieni o non lo hai fatto in passato, anche tu in minima parte alimenti questo sistema di "valori" disfunzionali. In sostanza dice che è dovere di tutti i maschi favore una società con una psicologia sana, in parte posso anche essere d'accordo, ma personalmente mi sento escluso per il fatto che in vita mia (e non sono manco tanto giovane) non mi è mai nemmeno venuto di avere comportamenti di qualche tipo avversi una persona di genere femminile, e quando ho notato qualcosa che non andava l'ho fatto notare anche se mi hanno mandato a quel paese. Dobbiamo decidere che società vogliamo essere, una società individualista dove la responsabilità risiede solo nella singola esclusivamente per lei, oppure in una società più collettivista dove c'è un fine comune ed ognuno si prende un pezzetto di responsabilità per il bene di tutti?
Diciamo che io non faccio la scrittrice e che non ho proprio mai scritto commenti, il nostro dialogo é partito perchè la sua iniziale dichiarazione era lapidaria. Lei continua a porre come problema la mancanza/incapacità o impossibilità di attenzione. Credo che la base della nostra,mi passi la parola "incomprensione", sia sul fatto che per me,per la sorella di Giulia e per tutti quelli e quelle che dicono che adesso tocca agli uomini (non solo, siamo d'accordo,ma é una questione statistica), il cambiamento culturale in atto debba servire ad EVITARE che certe cose succedano, non a stabilire di chi sia la colpa, la responsibilità o la disattenzione quando poi le cose accadono. Serve una società in cui si abbia il terrore di mettere le mani addosso ad una donna perchè gli amici ti isolano e la giustizia ti punisce severamente. Non che se dici "quella é una troia" li altri ti facciano il tifo, etc. Gli abusi di ogni tipo dal più piccolo "non vai in discoteca con le amiche", all'omicidio, non devono esistere. Non dobbiamo essere perennemente attente, (cosa che facciamo cmq)ma sicure e senza paura. Non voglio sembrare una sognatrice che ha perso il lume della ragione, ma é questa la differenza nel nostro pensiero. Lei non vuole fare il più piccolo dei mea culpa (come ho già detto lei si comporta benissimo e non ho dubbi al riguardo,e accetta il confronto, come lo accetto io), altri uomini vogliono farlo e sono empatici. Come il professore, Piero Pelù e tanti altri uomini che non hanno mai torto un capello a nessuno.
Vanno bene tutte queste considerazioni, lo spaesamento del maschi, la loro attuale fragilità perché esautorati nel ruolo che ritenevano di diritto, ecc. Ma come si fa a non vedere che una situazione alimentata da un sistema che alimenta la violenza come sfogo alle frustrazioni, ai fallimenti personali, che propone con insistenza modelli forti, vincenti ma fasulli, che ha massacrato le relazioni, alimenta individualismo e competizione. Tutto per distogliere dalla realtà, perché su questa non si rifletta perché pensare-riflettere è pericoloso.
Da quello che ho capito qui non si tratta di possesso o patriarcato, ma di un soggetto disturbato con gravi problemi di dipendenza affettiva e paura patologica dell'abbandono. Avrebbe però dovuto certamente risolverla suicidandosi, non uccidendo lei.
In realtà siamo di fronte ad un picco negativo: in Italia mai la società è stata così poco violenta. Ci sono meno di 300 omicidi l'anno. Negli anni 60 erano più di 2000. Addirittura l'Italia è uno dei paesi al mondo con i più bassi tassi di omicidio e femminicidio. Questo non significa certo che non bisogna lottare contro il femminicidio. Ma va fatto con cognizione di causa.
@@pasgheti cognizione di causa significa analizzare il fenomeno e trovare delle soluzioni senza dare genericamente la colpa ad una società sempre più violenta. Si tratta di un'affermazione che, oltre ad essere palesemente falsa, è assolutamente fuorviante. La società attuale , lo dicono I dati dell'ISTAT e di EUROSTAT, è molto meno violenta di quella di 20, 40, 60 od 80 anni fa'. Quindi incolpare la società dei femminicidi è estremamente pericoloso. Il delitto d'onore è fortunatamente ormai scomparso ed i femminicidi sono perlopiù commessi da soggetti narcisisti, insicuri ed anempatici. Alcuni dei rei sono addirittura dei sociopatici.Il patriarcato c'entra poco o nulla. Gli stessi dati sui femminicidi vanno interpretati. In Italia ci sono circa 100 femminicidi l'anno, ma solo 60 circa sono commessi dal partner od ex partner. Ci sono poi quelli commessi da stalkers od in altro contesto.Ci sono poi circa 30 omicidi commessi da donne nei confronti di uomini. Per affrontare un fenomeno occorre prima di tutto conoscerne le reali dimensioni. Comunque incolpare genericamente la società è una rapida quanto disonesta scorciatoia giustificazionista.
@@pasghetiun problema che non esiste
@@pasgheti intendo che non esiste nessuna emergenza in sto paese. Basta saper leggere i numeri.
Il femminicidio non esiste
Tesoro💙, grazie prof per questo intervento, ci servono uomini come lei😔
Mi sembra che ci troviamo in un periodo di grande mancanza di equilibrio, in moltissimi settori, ed il fatto che ci siamo questi avvenimenti cosí agghiaccianti cosí spesso, mi fa temere per come andranno le cose in futuro, se non si iniziano ad educare le persone correttamente fin dalla tenera età.
Grazie per questo pensiero un tantino più profondo di quello che si sente in giro. Educazione alla fragilità e, aggiungo, al fallimento. Di fronte ai social le vite devono apparire sempre vincenti, belle, win win, un po' come il PIL che deve sempre e solo crescere. Invece no, non c'è niente di male a perdere, a fermarsi, a tornare indietro, a sbagliare. A volte intuisco che la vita è come una sinusoide, ci sono inevitabilmente momenti belli e inevitabilmente momenti brutti. Dobbiamo tutti imparare a normalizzare e attraversare quelli brutti.
Io da padre ho paura che ci sia una deriva sociale preoccupante, una violenza anche, e soprattutto, verbale.Una situazione che ha delle cause ben precise, che non vengono considerate precedentemente, ma sempre nel momento dato, e poi silenzio.
Grazie professore per la sua riflessione così profonda. Ma ora la prego, risponda alla mia domanda. Come si può accettare l’amore non monogamo? Comprendo il non dover rendere una relazione amorosa, affettuosa una relazione tossica in cui si limita l’altro, ma come si può amare sapendo che l’amore dell’altro può non essere esclusivo. Viviamo in una società in cui oramai non si possiede nulla. Tutto è un affittare, non si ha più la disponibilità per comprare , per ottenere qualcosa. E così anche l’Amore, oramai è un’amore in affitto, un amore non vero, non c’è più quella relazione di amore intesa come quella connessione forte, indissolubile tra te e il tuo partner. Dell’amore è rimasto solamente il nome, ma nulla più. Io non mi innamoro facilmente, ma quando lo faccio, lo faccio con ogni centimetro del mio corpo. Ho le farfalle nello stomaco, il mio cervello pensa involontariamente al mio partner, sento la connessione sessuale con il mio partner e con nessun altro. Ma allora come posso vivere una relazione sana se questo non vale per il mio partner, se lei o lui condivide gli stessi sentimenti con qualcun’altro. Fino a quanto siamo animali? Io vivo con la costante paura di perdere l’Amore, di dover vagare ancora alla ricerca di un’altra persona che mi faccia sentire allo stesso modo.
Ricominciamo ad educare ad educarci... dall' infanzia. Ricostruiamo dalle fondamenta. Ma questo vuol dire andare contro corrente....
Grazie prof per offrirci sempre la sua intelligenza per capire e vivere in questo mondo complesso e violento.
Io direi anche che ci sono cose che andrebbero insegnate alle donne fin da bambine. Ci sono segnali che dovrebbero fare capire la mentalità e il modo di essere di un uomo. Questi segnali quasi sempre vengono interpretati come forme di amore o solo come questione di carattere, e che invece dovrebbero essere un allarme per stare lontani da certi uomini. Alcune donne per fortuna al primo gesto "maschilista" rimettono l'uomo al loro posto e non ci vanno neanche a prendere un caffè. Bisogna insegnare alle donne di stare all'erta sempre, di fare il check ad ogni gesto, ad ogni parola, senza ovviamente vivere nella ossessione della violenza. Vedo amiche ad esempio che rifiutano il tipo di turno al primo messaggio troppo esplicito, e amiche del tipo che dicono: Certe donne non capiscono proprio che l'uomo d'amare è l'uomo che ami rispettando, e che non vogliono il possesso della donna, che non pensano di essere il meglio al quale possano aspirare. Se una di loro cerca di spiegarlo, rispondono con facce di incomprensione.
quindi stai dicendo che alla donna è tutto permesso, mentre l'uomo deve essere schedato? ma ti senti?
io quando una donna mi triangola, mica dico che è femminista... semplicemente penso che è una stronza che deve sparire dalla mia vita e vista. fine.
secondo me sono questi atteggiamenti arroganti femminili che portano poi l'uomo a compiere gesti folli.
dal mio punto di vista il ragazzo non era un criminale, era un ragazzo come tanti altri... non è andato in giro a sfogare la sua rabbia su altri, ma solo su questa ragazza, perchè? forse la ragazza ha involontariamente fatto ingelosire il ragazzo ridotto al rango di ex? magari lei flirtava con un altro, mentre credeva che il suo ex fosse solo un amico...
x la serie usa e getta a piacimento femminile?
la verità è che anche tu potresti essere una killer se ti innamori di uno e questo ti scarica... nessuno può sapere cosa cazzo li può capitare nella testa...
c'è l'augurio di non impazzire mai, di sapersi controllare...
la verità è che questa società ha distrutto i ruoli ed il rispetto.. poi con la ideologia becera dei gender vedrete quanti si suicideranno o odieranno la società compiendo stragi e ci ritroveremo a dire che era un assassino che la colpa è dei genitori etc.. etc..
@@duracell211 Tipico.
Mi trovi perfettamente d'accordo.
Questo discorso va completamente contro a ogni parola del professore nel video. Ma io dico molte donne magari non vedono questi segnali negativi di un uomo perché magari innamorate o semplicemente innocenti e bisogna farne una colpa? Di questo ragionamento allora nessuno dovrebbe fidarsi di nessuno, e sai che mondo orribile sarebbe? La cosa migliore come si dice nel video è proprio capire a come risolvere questi comportamenti violenti maschili anche nei confronti dei maschi stessi, anche quello è sbagliato! È inutile che noi ci proteggiamo e stiamo attente continuamente mentre voi non fate nulla perché il problema persisterà. Siete sempre pronti a scrollarvi di dosso le responsabilità delle vostre azioni e puntare il dito contro la vittima, un atteggiamento deplorevole.
@@GiuliaShandro Lei non ha capito nulla di quello che io ho scritto, e non mi scrollo di dosso colpe che non ho e che combatto direi da sempre. La prego di rileggere bene quello che ho scritto. Per quanto si possa cercare di costruire una società migliore, le persone violente e possessive esisteranno sempre, e le donne vittime di queste persone esisteranno sempre, e per questo io dico che dovrebbe essere essenziale una educazione ai segnali di pericolo, perché ci sono, bisognerebbe imparare a riconoscerli ed insegnare a farlo. Certo che una persona innamorata, sia uomo che donna, chiudi gli occhi e faccia passare troppe violenze con la giustificazione dell'amore, ma questo succede anche per poca autostima, per insicurezze proprie, per dobolezze psicologiche, etc. e ci vorrebbe un ambiente che sia costruttivo per le bambine, educarle in modo che crescano sicure delle proprie potenzialità. Conosco donne che ti mandano a quel paese alla prima parola sbagliata, ed altre che invece si sottomettono a chi le denigra e sminuisce, e bisogna lottare proprio per queste donne. Io cosa posso fare se non consigliarle? Como uomo posso votare governi che facciano leggi severe per questi uomini violenti e possessivi, ma le leggi e le carceri non eliminano il problema. Se io vedo una amica vittima di un fidanzato geloso, le dico di lasciarlo subito, le dico che non ha bisogno di un tipo così, in quello che posso la difendo anche, ma arriva il momento che le amiche che subiscono questo ti mandano a quel paese dicendoti di farti gli affari tuoi, e spariscono, e allora io cosa posso fare? Non credo di aver detto una castroneria dicendo di tenere sempre gli occhi aperti, e di insegnare alle minori come credere in se stesse e allo stesso tempo offrire modelli di uomini seri e rispettosi in modo da avvicinarsi, da adulte, ad uomini che abbiano il sorriso sincero dell'amore, e non quello falso che nasconde l'odio. Poi se lei ha la soluzione a tutto questo, la dia, ma la informo che non esiste la categoria uomo e categoria donna: esistono le persone, ed ognuna è diversa, con la sua testa, ed il fatto che molti uomini siano fatti male, è frutto anche questo di un mondo in cui vivono che li cresce male, tolte ovvie patologie psichiatriche, e la educazione fin da piccoli ci vuole fin da bambini. Io dico la mia, in aggiunta alle illuminanti parole del professore, lei dica la sua, ma con il rispetto per le opinioni altrui, altrimenti lei così non dimostra altro che essere una prepotente esattamente come coloro che vuole combattere.
Grande Prof ❤ W GLI UOMINI GENTILI, SENSIBILI, CORAGGIOSI, GIUSTI!
Grazie!
🙏
Grazie, occorre cambiar linguaggio certo, che è il risultato della stratificazione di un pensiero radicato "la donna vale meno di un uomo". Così si insegna in modo riflesso (alla Pavlov) che è gentilezza fare apprezzamenti estetici ad una professionista- peraltro non richiesti-. Un uomo non deve render conto di come si veste...mentre la donna se non si adegua alle regole..."Se le cerca". In breve ogni genitore uomo o donna che sia hanno il compito di rivedere certi cd "valori" . Le donne stesse spesso li passano come dogmi, incosciamenti fatti propri. A lavoro dunque!
Immagino che farà anche un video sui bambini maschi o femmine uccise e/o abusati dalle madri . O non riuscirebbe a cavalcare l' onda?
Ha scoperchiato il vaso di panora. Sono un insieme di prerogative talmente avanzate per il nostro essere ancora arcaici e scimmieschi che sentirle tirate in ballo tutte insieme è veder ergersi una montagna ripida che tocca il cielo. Mi ha acceso però, soprattutto sul discorso linguistico, sulla facilità con la quale reiteriamo un certo tipo di leggerezza ed ironia tossica mascherate da "black humor" e con la scusa del "ah ma questa censura del politically correct". Il cambiamento parte attraverso la consapevolezza che il linguaggio definisce il mondo plasmandolo, e non sono "soltanto parole", ma molto di più.
Io non so come sfogarmi, cosa dire, però grazie, Matteo, per questi ormai quotidiani spunti di riflessione
"Educazione alla fragilità" , noi giovani ormai siamo tutti fragili non c'è bisogno di educarci, siamo molli, svogliati, falliti, educarci ad accettarlo è così malato e sbagliato. Non capisco perché invece non educarci a non essere fragili ad essere forti a stare bene, fisicamente e moralmente rigidi, questo è ciò che vorrei. È solo il mio pensiero... (Viva le donne e le loro libertà❤)
Matteo, prendi il tuo discorso così come lo hai fatto e sostituisci la parola "uomo" o "maschio" con "ebreo" o "giudeo" e vedi l'effetto che fa e poi renditi conto di cosa hai effettivamente detto.
Cosa potremmo fare di fronte alle violenze? Imparare la comunicazione non violenta (se ti piace Husserl o Edith Stein dovrebbe piacerti), per prima cosa ti insegna a non giudicare o etichettare le persone. Per farti capire Rosenberg la usava addirittura in Palestina e in Israele, oltre che nei quartieri difficili, nelle classi-ghetto, ecc...
Cioè stai paragonando gli uomini agli ebrei? No, fammi capire. Perché se c'è da fare proprio dei paragoni, allora è più corretto dire che le donne sono gli ebrei, e gli uomini i nazisti. Siete voi che uccidete noi, non il contrario.
Sta nascendo una nuova cultura cancerogena e la gente non se ne rende conto. Tra anni darà i suoi frutti
Hai centrato il punto.
Sono pienamente d'accordo con te, non si può andare avanti così, il rischio è l'autodistruzione, okkio è dietro l'angolo...
La frase più bella , più empatica che abbia sentito in questa triste vicenda l’ha detta un uomo, lo Zio di Giulia : “i famigliari di Filippo hanno un dolore enorme anche più grande del nostro”. Tutto il resto , anche la speculazione e la retorica che sta facendo lei sulla vicenda la trovo disturbante .
Retorica e speculazione ? Ma dove l'ha ascoltata ?
@@gherardomassidire che “noi maschi abbiamo una tendenza al possesso “ non è retorica ? La tendenza al possesso è umana e diffusissima tra le donne come tra gli uomini ; solo chi ha una conoscenza teorica e poco pratica dell’animo umano può dire una fesseria del genere .
@@ipiovonorane7643 Fino al 1975 eravamo proprietà dei maschi della famiglia, pensa nessun potere decisionale, con tanto di attenuanti al delitto d'onore fino al 1981.
Come si vuol chiamare? Il lupo perde il pelo ma non il vizio? Retaggio sociale?
Negare le evidenze non è proficuo a nessuno.
Tutti abbiamo diritto di pensarla come vogliamo e rispetto certamente lo zio di Giulia, ma non riesco a condividere quello che ha detto. Io ho perso una persona cara ed ho sofferto tutta la vita. La famiglia di Filippo avra' ancora l'opportunita' di vivere momenti felici con lui. Magari quando dopo alcuni anni riuscira' a farsi una famiglia. Non lo dico per retorica. E giusto che dopo la pena si cerchi il recupero anche di chi ha commesso reati cosi' gravi. Ma la famiglia di Giulia e' segnata fino alla fine.
Bravo Matteo e grazie per queste tue considerazioni.
Grazie. 🙏
Solo un filosofo arriva a questa profondità , grazie per le SUE PAROLE.
Grazie Professore.
sono d'accordo con Lei, Professore. Un vero uomo rispetterebbe una donna, senza se e senza ma. Ripartiamo da qui, o almeno proviamoci, con tutto noi stessi.
“The strong man is not the good wrestler; but the strong man is he who controls himself when he is angry.”
“The most complete of believers in faith are those with the best character, and the best of you are the best in behavior to their women.”
Buonasera professore, in merito ai temi che ha affrontato che libri ci consiglia?
Grazie sempre per il suo pensiero
Prof. che bibliografia consiglierebbe su questo argomento? Grazie
Io sottolineo proprio la "responsabilità". Quante persone si prendono al responsabilità dei propri errori ? Siamo i primi a scaricare la colpa su qualcun altro, anche quando sbagliamo. Ci vuole coraggio ad essere responsabili. E la responsabilità è la base della libertà e della democrazia. Se non vi è responsabilità, allora è inutile cercare di creare una società migliore. Si parte sempre dalla responsabilità: in famiglia, a scuola, sul lavoro, in politica, nella vita personale, ecc.
P.S. Un agente di polizia, anche se fuori servizio, SA usare la pistola e sa agire. Non è una persona a caso. Meglio che ce le abbiano loro, sempre, piuttosto che gente comune, non addestrata ad usare un arma in maniera professionale. E andare al poligono anche 2 volte alla settimana NON è sinonimo di saper usare un'arma professionalmente. E' semplicemente saper mirare e sparare.
I poliziotti hanno spesso fatto presente ai loro superiori che specialmente nel corso dei servizi in borghese le armi di ordinanza sono troppo ingombranti per essere occultate sul corpo e spesso degli agenti non potendo portarle si sono trovati disarmati in situazioni pericolose. Il ministero degli Interni dovrebbe dotarsi di una scorta di armi occultabili per tenerle a disposizione di chi svolge servizi senza divisa. Di contro, se un agente fuori servizio va in giro con un'arma di sua proprietà nascosta in tasca, con il colpo in canna se no non serve, si può sentire in diritto di alzare la voce contro chiunque durante un comune diverbio. Se trova qualcuno che non gliela dà vinta è facile che usi la sua arma. Allora, o armi per tutti, come fanno in America, o solo per chi è obbligato a mostrarle.
Grazie, ho mandato questo video ai miei figli
Il mio piccolo punto di vista che è viene banalmente chiamata preponderanza degli uomini sulle donne, ma è in realtà una visione delle relazioni umane tossiche da ambo le parti. Indiscutibilmente, i fatti portano a parlare di mattanza delle donne uccise, però il dato interessante da analizzare sarebbero di comprendere per quali motivi si arriva ad un epilogo come questo qui? Qual è il cappio attorno al collo, che fa scattare la furia omicida? Ma soprattutto perché donne come Giulia cadono in relazioni come quella di un amore morboso? Ora, Giulia ha tutte le attenuanti del caso, era giovane e forse inesperta delle questioni amorose, esistono però donne mature che cadono in queste relazioni, perché?
Credo che il problema non sia nelle donne che cadono in queste relazioni, il problema è la mentalità di certi uomini che va affronta da noi tutti, per indirizzarla verso una nuova concezione della vita di coppia.
Molte persone, in questo caso uomini, sono molto bravi a dissimulare. Mostrano la loro vera natura solo quando credono di averti in pugno. E nel momento che gli dimostri di non esserlo, di non essere sotto il loro giogo e aver mantenuto un minimo di autonomia mentale dal loro volere, o cmq di esserti risvegliata, diventi in automatico un bersaglio. Non ti lasciano semplicemente andare. Sei loro. Niente li ferma, né le parole e nemmeno le azioni di chiusura.
@@francescabattaglia3332 vedete? siete parte del problema. "gli uomini fanno" "gli uomini dicono" ma cazzo, un esame di coscienza? Quando la smetterete di parlare di tutti gli uomini come dei manichini, e delle donne come delle povere bamboline indifese, forse le cose cambieranno. Ma parliamoci chiaro, voi non volete che cambino, a voi le cose stanno benissimo così. Così potete fare le vittime e lamentarvi di problemi immaginari.
Grazie, Prof. Da una donna
noi donne da tempo abbiamo lavorato sul nostro lato maschile, i maschi come dice lei dovrebbero addentrarsi nella cultura della fragilità ovvero imparare a coltivare il proprio lato femminile di accoglienza della propria fragilità. In tal modo non si sentiranno più dipendenti dalla donna che li ha mollati e non resteranno intrappolati nel vittimismo o nel senso di vuoto.
La religione cristiana ha sempre svolto questo ruolo nell'immagine della Madonna che è la mamma perfetta e il femminile perfetto per ognuno di noi. Ora mancano quei riferimenti.
Per piacere,non parlare di religione qua che casomai ha solo peggiorato l'essere umano
Secondo me i media invece sono il primo problema. Perché creano una narrazione morbosa e di letterale terrorismo mediatico e manipolano l’indignazione pubblica a comando salvo poi sgonfiarla fino al caso successivo. La realtà vera, quella che emerge dai dati, dice che l’Italia in realtà non è mai stata così poco violenta come in questi anni. Ed è assurdo come i media creino una percezione letteralmente opposta. Nel 1991 gli omicidi furono quasi 2000, oggi siamo a una media di 300, di cui solo 100 riguardano donne e solo una parte di questi riguarda “femminicidi” in ambito coniugale e relazionale. Il punto è che siamo 60 milioni di abitanti e circa 30 milioni di uomini e 30 milioni di donne. La domanda da porsi quindi è, è realmente possibile portare questo numero a zero? È realmente possibile che in una società di milioni di persone non nascano relazioni tossiche che possono sfociare nella violenza? Perché pretendere di eradicare totalmente il male da una società mi sembra un esercizio francamente di fantasia. Esisteranno sempre gli ossessivi, i maniaco-depressivi, i suicidi, i bipolari, gli schizofrenici ecc che oggi vivono liberamente in società e fanno vite a larghi tratti apparentemente normali. Un uomo sano non si sognerebbe mai di fare una cosa del genere,motivo per il quale mi sembra pericoloso sposare la retorica misandrica di un certo femminismo e di una certa cultura per cui se un uomo uccide la propria donna la colpa è di tutti gli uomini. Prima di tutto due terzi delle vittime di omicidio in Italia sono uomini e non mi risulta che nessuno se ne preoccupi. Quindi la retorica della cosiddetta violenza di genere ha un sottotesto molto pericoloso che è per l’appunto misandrico e tutt’altro che patriarcale, e cioè che dovremmo preoccuparci “di più” per gli omicidi delle donne, il che va nella direzione opposta del concetto di parità e corre a vele spiegate verso la donna specie protetta con legislazione speciale. Forse bisognerebbe chiedersi se con questi numeri si possa davvero parlare di emergenza “sociale” posto che la società italiana consta di 60 milioni di individui. Perché dati alla mano viene fuori che una percentuale vicina al 100% degli uomini non uccide e non picchia le proprie compagne. Senza contare che comunque sono uomini anche i padri, i fratelli, i figli di queste donne che vengono assassinate che finiscono a loro volta vittime indirette di questa violenza. Così come sono donne le madri che spesso educano certi figli maschi a una certa mentalità e li giustificano in tutto. Quindi non si può attribuire la responsabilità di un qualsivoglia fenomeno sociale solo a una parte. Anche perché si parla tanto di cultura patriarcale ma francamente a me sembra che in Occidente da 50 anni a questa parte si viva nella società meno patriarcale e virile che possa esistere. La figura del padre è evaporata da decenni, per un uomo dovrebbe essere considerata una vergogna alzare le mani a una donna. Non è che adesso perché 50-60 uomini all’anno decidono di imporre il loro dominio con la violenza nell’ambito di relazioni malate, allora adesso si deve procedere all’opera di infamia e di discredito nei confronti di tutti gli uomini. Il 90% degli infanticidi è commesso dalle madri eppure non mi sembra che le donne si considerino moralmente responsabili di quella che considerano giustamente una devianza e non la norma, ne mi sembrerebbe sensato che gli uomini considerassero tutte le donne in qualche modo moralmente responsabili del fenomeno o più avvezze ad ammazzare i propri figli. Sono tutti ragionamenti figli di un qualunquismo e di un pressappochismo che è anche figlio appunto delle pastoie mediatiche alimentate con ogni mezzo, che dal mio punto di vista rappresentano il vero problema. Queste vicende vengono sapientemente cavalcate e sfruttate per ben altri scopi, compresi quelli di lucro di associazioni, giornali, consorterie politiche ecc. e questo fa ancora più schifo del fatto di cronaca in se.
Ottima osservazione ,questo è anche il mio pensiero .
Scusi, posto che nel suo commento ci sono degli spunti e delle riflessioni che condivido, potrebbe segnalarmi la fonte, il data-base e la ricerca effettiva, sia che sia di matrice Istat o altra fonte, su quel 100% di casi in cui in Italia il maschio italico, non picchia, maltratta e non abusa sessualmente e psicologicamente la propria moglie, compagna e/o altra categoria affine?
Le sarei grata se mi fornisse il dato specifico e puntuale sulla percentuale delle violenze maschili e anche di quelle femminili, sostanzialmente, riducendo il campo di lettura e osservazione nell'ambito delle relazioni di coppia.
Questo dato che lei fornisce "100% ecc., ecc. ..." da fonti di ricerca e dati invece alla mano non risulta.
Potrebbe darmi e indicarmi quale sia la sua fonte dati?
Italiana la fonte, grazie!
Non perché sia italico-fascista-provincialista - ci mancherebbe pure -, ma per questioni oggettive e di ricostruzione specifica di dati all'interno del paradigma spazio/tempo: ossia, lei fornisce il 'dato effettivo/comprensivo' o in un arco temporale connesso al dato spaziale (i.e. contesto o area geografica Italiana, Italia centro-sud, isole, nord Italia, dato nazionale, ecc.) così vediamo di comprendere questo 100% da dove vien fuori.
Ribadisco, se prova a studiare con cognizione, rispetto e cura delle ricerche questo dato non lo fornisce nessuna fonte.
Magari la fonte più affidabile in Italia ce l'ha proprio lei.
Sono pronta a fornirle le mie scuse qualora mi comprovasse i suoi studi e risultati.
@@laurachiar6086 Posto che non ho capito cosa c’entri il discorso di italico e fascista o provinciale, c’è un errore nel mio testo poiché io volevo fare una marcata distinzione tra il femminicidio, e cioè l’intenzione premeditata di eliminare la propria compagna, e altre forme di violenza e molestia che sono ovviamente molto più diffuse, ma che non per questo nascondono l’intento omicida. Un femminicidio può consumarsi anche in un ambito dove non si è mai verificata una precedente violenza fisica. Quindi dal mio punto di vista sono due cose distinte e non necessariamente consequenziali. Quindi io intendevo dire che il numero dei femminicidi (che sarà sempre troppo alto chiariamoci) stando agli ultimi Istat, è comunque relativamente basso, perché parliamo di circa 100 donne l’anno su una popolazione femminile di circa 30 milioni, rispetto alla popolazione generale. È chiaro che se si allarga lo spettro a qualunque tipo di violenza o molestia anche solo verbale lo spettro si allarga di molto, arriviamo addirittura a un 30% delle donne totali coinvolte, ma qua si stava parlando di femminicidio e non di violenza sulle donne in generale. Quello che io contesto è il fatto che culturalmente l’omicidio della donna debba valere di più. Debba essere più deprecabile dell’omicidio di un uomo. Contesto che si parli di “mobilitazione” quando viene uccisa una donna mentre se viene ucciso un uomo la società non se ne cura. Capisce che parlare di patriarcato con questi presupposti, che sono quelli della cultura odierna e non di 50 anni fa, mi sembra piuttosto ridicolo. Non si può eradicare totalmente la violenza o i violenti da una società, pertanto bisogna avere il coraggio di chiedersi che cosa concretamente si possa fare, perché dare la responsabilità collettiva agli uomini mi sembra un esercizio retorico. Come dicevo esiste anche il punto di vista maschile che subisce questo tipo di situazioni, che è quello di chi ha figlie, sorelle, o madri che vivono situazioni del genere. Il padre della povera Giulia si è ritrovato una figlia massacrata quindi dubito che abbia bisogno di essere “rieducato”.
Una serie di ragionamenti basati su concetti opinabili, lasciano il tempo che trovano stavolta
Grazie sempre
Purtroppo per quanto uno possa fare se l’incipit non arriva dalla famiglia non c’è tanto da fare. Difficile educare qualcuno che non è mai stato educato. Se taluni sono violenti o incivili l’unica lingua che conoscono è quella. Cosa fare? Scendere alle mani.? Intervenire sulla scuola e la famiglia è l’unico modo, e i frutti si vedranno in futuro.
Troppo vero , ascoltarti fa bene alla mente e allo spirito
Concordo esattamente con lei, Prof. Grazie mille per questo video❤
ccome sempre GRAZIE Matteo 🙏💖😘😘😘
non ne posso più, caro professore, di sentir dire e ripetere , come in un logoro slogan veterofemminista, che l'uomo è un animale e la donna un essere di luce: non è così, non è questa la realtà. Non so lei, caro professore, ma io non ho mai usato violenza ad una donna. Generalizzare è sbagliato e rischia di sortire l'effetto opposto. Inoculare nella testa delle donne l'assioma che bisogna guardarsi dagli uomini non può che creare diffidenza e malintesi. Mi sembra una grande ingiustizia verso tutti quelli uomini, la stragrande maggioranza, che si dedicano anima e corpo alla loro famiglia e alla loro donna (senza nessun attributo di possesso). La famiglia patriarcale, sento dire, sarebbe la radice del male...mah, per me le responsabilità sono soggettive, e chi si accorda alla tonalità del coro che mette al riparo dal linciaggio mediatico , specie se cosidetto intellettuale, non fa un buon servizio alla collettività e non fa il suo dovere . Perchè tirare sempre in ballo l'Uomo, se sono l'un per diecimila ad assumere questi atteggiamenti? Perchè non dire che anche le donne usano violenza nei confronti degli uomini, in altre forme, più larvate, più subdole magari, anche se talvolta ricorrono anche alla violenza fisica, magari con l'aiuto di altri uomini, la cronaca ne è ricca. Perchè dunque montare il caso della violenza degli uomini, non di qualche uomo, verso le donne? Perchè questa ondata antimaschilista? Non lo trovo giusto. Chi ha imbracciato il fucile, a suo tempo, per difendere la Patria, e quindi la famiglia, mettendo a repentaglio la propria vita? Quel patriarcale di mio padre, siamo nel 1960, lavorava di giorno e anche di notte per mantenere la famiglia.
Da te mi guarderei prima di tutto per il livello della tua dialettica debole.
Imbraccia molti libri e un percorso di analisi, e lascia perdere i fucili di ieri, di oggi e di domani, dammi retta.
Credo lei ha capito perfettamente ciò che la persona ha scritto.
mi scusi, non era mia intenzione scrivere un trattato di sociologia, ma solamente di fermare velocemente quattro concetti. Ne avrei molti altri da giocarmi sull'argomento, ma mi riesce difficile scrivere da tastiera. In ogni caso l'argomento non è il mio livello dialettico e spesso, come fa lei, i parolai fanno grandi discorsi per non dire niente o per ingrassare il portafogli. Attendo una sua lucida analisi che chiarisca definitivamente la questione al mondo.@@meovex4969
A me non tocca nulla professore, io non ho mai torto un capello a una donna in vita mia e se per caso ho mancato di rispetto a qualcuno il sesso della persona per me è sempre stato irrilevante. Si rivolga a quegli uomini che compiono questi crimini come, ad esempio, penso che si rivolgerebbe a quelle donne che uccidono i propri figli (centinaia i bambini uccisi dalle proprie madri da 20 anni a questa parte, una vera e propria strage) e non a tutte le donne in generale. Grazie.
Se fosse stato realmente irrilevante avresti forse picchiato le donne; in quanto fra maschi ci si mena più spesso.
Ovviamente "scherzo" ma in parte; da trent'anni si parla di non toccare le donne con un dito, tanto che non le trattiamo come pari ma le trattiamo come intoccabili. Un uomo in media non reagisce alle violenze, anche se sarebbe legittima difesa. Un blocco che la donna non ha, almeno non lo ha a causa della società in cui vive.
E ora con 40 morti all'anno, un record bassissimo a livello Europeo, continuiamo a riempire i giornali e a far sprecare tempo alla gente per un problema che non esiste. A inventarci storie, motivazioni ed ecc... 40 morti all'anno. 40 assassini su 30 milioni di maschi. Che poi di uomini morti, la cui morte è stata facilitata dal loro essere uomini (perché se fossero state donne, magari non sarebbero morti) sono di numero ben maggiore.
E' più facile morire per un uomo di omicidio volontario che per una donna, ricordiamocelo. Ma almeno gli uomini si salvano psicologicamente, in quanto i giornali e le persone non fanno terrorismo su quanto gli uomini devono temere gli altri uomini per non venire uccisi. Anche se, poi il numero di suicidi (cento volte maggiore dei femminicidi) forse hanno come concausa la colpevolizzazione costante dell'uomo per cose che non ha mai commesso.
Le nuove generazioni sono abituate al tutto e subito. Nessuno è piu caoace di gestire la frustrazione della mancanza e della privazione. Porto questo spunto di riflessione che, a mio nodesto parere, sta all'origine della violenza, che si esprime in tutte le sue forme. Credo sia importante ri-educare a gestire dei NO già da età infantile. Per il resto, condivido in toto ogni considerazione argomentata bel suo video
Grazie professore!
Per piacere smettiamola di porre queste questioni come problemi generazionali, una volta era legale l'omicidio d'onore per dire, se davvero nessuno fosse più capace di gestire frustrazione e privazione ci saremmo estinti da soli.
@@jocatorejenerico oh, qualcuno che ricorda l'omicidio d'onore!! La maggior parte addebita a questa generazione un amore superficiale o particolarmente egoistico. Senza avere cognizione che queste azioni, queste mentalità che portano fino all'omicidio della propria compagna, non sono certo frutto di questi ultimi anni, ma derivano da retaggi arcaici. Se pensiamo che il delitto d'onore è stato abrogato SOLO nel 74 e lo stupro è passato da "delitto contro la morale" a "contro la persona " nel 1994.....6 anni prima del 2000. Ci rendiamo conto?!?
@@francescabattaglia3332 Infatti...è agghiacciante.
Oltretutto non è "questa generazione" come se il problema fosse generazionale, mentre invece è un problema di genere.Non sono le donne che uccidono gli ex quando vengono lasciate. Il problema è la violenza del genere maschile sul genere femminile.
notte fonda tempi bui 😞
chissa se avremo la forza di risollevarci come societa,e si che noi Italiani eravamo un popolo invidiato sotto molti punti di vista,penso all ospitalita alla giovialita alle ricchissime tradizioni locali e in generale al buon cuore! oggi vedo quasi solo individualismo,dove é finito il senso comune?
troppe influenze esterne che si stanno inghiottendo i nostri giovani
Penso che ciò di cui parli sia un'utopia, per quanto questo pensiero di introspezione collettiva sia nobile, purtroppo non tutti hanno capacità intellettiva sufficiente per mettere in dubbio i propri valori. Il ragionamento che hai fatto trova soluzione solo se tutti gli uomini sono capaci di trovare razionalità, non tutti sono intelligenti, non tutti riescono a frenare le loro emozioni, ad estraniarsi. Oltre a questo vorrei porre l'attenzione sul fatto che i casi di cui sentiamo parlare sono fuori dal normale, l'omicidio è un gesto estremo, lo si compie quando il soggetto non vede altre alternative. O perché accecato dalle emozioni o perché si sente messo all'angolo senza alcuna via di fuga. Non significa che questo modo immorale sia comune tra tutti, sono dell'idea che un maschio comune anche se posto nelle condizioni di rottura del rapporto non arriverà mai a prendere una decisione simile, anche se prova emozioni di rabbia e/o odio. I dati sono a mio favore per quanto riguarda il mio pensiero, attualmente i femminicidi sono sulla quarantina in quest'anno, eppure in italia siamo in milioni e le chiusure dei rapporti amorosi avvengono continuamente. Per me è sbagliato parlare di emergenza, ma l'educazione aggiuntiva la vedo come un guadagno in ogni caso. Concludendo penso che sia giusto porre istruzione aggiuntiva per il genere maschile, ma colpevolizzare senza distinzione ogni maschio etichettandolo come assassino solo perché appartiene a quel sesso trovo che sia una visione simile a quella nazista.
Una volta c’era un codice d’onore che regolava il rapporto fra gli uomini. In questo codice, se un uomo non era galante con una donna, era punito dagli altri uomini. Io vorrei che tornassimo a questo, non a strane e vaghe forme di dialogo, che a furia di mettere postille e di aprire parentesi si perdono, senza raggiungere nessun obiettivo se non quello della paralisi e del caos. Mia opinione personale, ma sono d’accordo sul fatto che dobbiamo fare qualcosa
Ciao Giulia, anima bella e pura. La mia Chiara ti sta aspettando . Un abbraccio come una mamma
Grazie per ogni sua parola🙏🏽
Grazie per la lucidità.
Grazie ❤
Finalmente qualcuno lo dice: gli insegnanti hanno perso autorevolezza non perché non ci sono più mezzi di punizione ma perché si è svilito il significato ed il valore dell’istruzione. Per i miei genitori, l’istruzione era il mezzo per garantirsi un futuro dignitoso e libero. Oggi puoi diventare ricco, quindi avere dignità e indipendenza, postando nel grande bidone di spazzatura che è internet un filmatino nel quale col culo per aria scorreggi! Ecco cosa siamo diventati…
E´ la forza fisica a rendere il maschio piu letale della donna. Nel mondo reale le intenzioni non sono mai state l'unico requistio per imporre la propria volontá. ( Che la maggior parte dei furti siano perpetrati da immigrati non dovrebbe spostare di una virgola l'opinione che abbiamo degli immigrati. Che la maggior parte degli infanticidi siano perpetrati da donne non dovrebbe spostare di una virgola l'opinione che abbiamo sulle donne. Che la maggioranza dei femminicidi siano perpetrati da maschi non dovrebbe spostare di una virgola l'opinione che abbiamo dei maschi... ma a quanto pare ci portiamo ancora appresso parecchi pregiudizi, pregiudizi che difendiamo a spada tratta ) In una societá dove giorno per giorno vedo decuplicare atti di violenza e aggressioni (lasciando fuori tutto quello che sta accadendo rispetto a guerre, terrorismo, inzio di armi.. aumento delle spese militari.. ) ci sorprediamo della violenza sulle donne, e la trattiamo come un accezzione alla regola.. Cosi facendo stiamo solo sminuendo il problema.. Curioso poi che si tiri in ballo "la violenza patriarcale" quando cosi tande donne la sostengono, perché a quanto pare le donne votano gli stessi rappresentanti che votiamo noi.. e anche al governo al governo (a alla presidenza europea) non pare proprio siano meno bellicose ed aggressive dei loro compagni
Fenomeno in crescita in tutto il mondo, si parla di circa cinque all'ora , noi italiani siamo tra gli ultimi posti come numero di femminicidi , magra consolazione purtroppo.
Quanto discriminazione di genere e stigma verso I maschi in questo discorso.
Sarebbe stato invece interessante se al posto di maschi si sarebbe parlato di persone, dato che ciò che è successo succede indipendentemente dal genere, come dimostrato dal caso accaduto una settimana fa di un uomo che è stato ucciso a martellate dalla sua compagna ma che non ha ricevuto la stessa attenzione mediatica di Giulia.
E va beh, sarà per la prossima volta...
Pienamente d'accordo!
Non mi è del tutto chiara la definizione di educazione alla fragilità. Non mi pare che la si possa definire una materia, spero veramente che nelle scuole non Ci si trovi per l'ennesima volta ad ascoltare le vacue banalità di qualche tuttologo. L'educazione all'emotivita si fa attraverso le ore di letteratura, filosofia, arte, matematica e scienze, attraverso i grandi insegnanti.