Da Veneto legato nell'anima alla storia della Serenissima, ti ringrazio per il tuo racconto schietto e asciutto. Tu non devi lisciare il pelo a nessuno. Condivido il motivo della decadenza Veneziana,specchio perfetto dell'Italia di oggi. Ora e sempre viva San Marco!!
13:04 È vero, la Fabbrica Beretta, nata forse ancora prima del 1526 a Gardone Val Trompia nel Bresciano, territorio veneziano, si ritrovò a partire dal XVIII secolo a fare maggiori affari con la Lombardia austriaca e con la Francia che con la stessa Repubblica di Venezia.
Molto soddisfatto Gioele, e grazie Federico ❤️❤️❤️ molto bella tutta la sezione commenti, con riflessioni e approfondimenti... Grazie Biblioteca di Alessandria ❤️❤️❤️✌️☺️
Una bellissima ricostruzione a tutto tondo, e basata sulle fonti, della situazione della Repubblica di Venezia e della relazione tra questa e le sue scelte politiche di fronte all'invasione napoleonica
Bellissimo e interessantissimo resoconto storico, bravi congratulazioni e un piacere seguirvi ed ascoltare le Vostre osservazioni e per come le raccontate.
Per avere una idea della preparazione militare della Repubblica Veneta negli anni precedenti la Rivoluzione francese, leggere Ippolito Nievo: i primi capitoli delle" Confessioni di un Italiano" ( il castello di Fratta ecc).
Insomma, da tutto questo ho imparato che: anche in tempo di pace bisogna assolutamente mantenere un esercito addestrato, aggiornato tecnologicamente e pronto o prima o poi saranno volatili per diabetici...
A chi interessa la storia, la politica, la società i costumi degli ultimi anni della Serenissima Repubblica di Venezia, consiglio di leggere i primi capitoli di quel magnifico romanzo, purtroppo sottovalutato, di Ippolito Nievo: le confessioni di un italiano.
Lei ha ragione. Ippolito Nievo è stato un grande intellettuale e patriota; se non fosse morto giovane, avrebbe avuto il tempo di rivedere il suo romanzo, che così sarebbe stato l'altro capolavoro del Romanticismo italiano, insieme a "I promessi sposi" e alle poesie di Leopardi.
Ecco che arriva Joseph Alvinczy von Berberek, il primo uomo a sconfiggere Napoleone su un campo di battaglia (se escludiamo Domenico Millelire che non affrontò mai apertamente Bonaparte durante la spedizione alla Maddalena nel 1793 in quanto il francese era soltanto un ufficiale subordinato).
Non se lo ricorda nessuno perché alla fine la battaglia di Caldiero fu una sconfitta irrilevante. Ma per anni fu comunque un record di cui vantarsi.. lui poteva dire "ho battuto Napoleone"
N. seppe ribaltare a suo favore questa non grave sconfitta. Il "cazziatone" fatto alle truppe all'indomani della battaglia, la pubblica gogna, fecero combattere le semibrigate nei giorni successivi più duramente e determinate che mai.
Gli esponenti filo-francesi del Maggior Consiglio, seppur in minoranza, non avevano tutti i torti a sperare in buoni rapporti fra Venezia e la Francia, anche mantenendo la neutralità. Tuttavia l'incompatibilità dei sistemi repubblicani rendeva quasi impossibile una collaborazione fra i due Stati. Del resto la Repubblica di Venezia aveva bisogno di riforme politiche, economiche e sociali progressiste contro l'immobilismo da Ancien Régime che si era creato e alcuni patrizi avevano salutato con favore l'esperimento francese fin dal 1789, sebbene appunto una minoranza.
@@simonebaruzzi156 Gioele ci arriverà a spiegare il perché di questa giustissima domanda. Intanto io posso rispondere che sul trattato di Campoformio bisogna un attimo contestualizzare la situazione politico-strategica nel 1797. Alla fine della prima campagna d'Italia l'Austria era sconfitta, ma non del tutto, a causa della fallita offensiva francese di Jourdan e Moreau in Germania e poteva creare un nuovo esercito nel breve periodo. Siccome anche la Francia intendeva riorganizzarsi ed era nelle intenzioni del Direttorio di porre fine alla campagna e rivolgere l'attenzione verso la Gran Bretagna (e infatti iniziarono a pensare di andare in Egitto), e impedire che Bonaparte arrivasse a Vienna con risvolti incerti, si decise di arrivare a un compromesso per mantenere momentaneamente buona la corte asburgica: in cambio del riconoscimento del governo repubblicano franco-italiano nel Nord Italia, l'Austria sarebbe entrata in possesso della Repubblica di Venezia, che era diventata progressivamente nemica della Repubblica francese. Questo per stabilizzare momentaneamente il fronte italiano, perché entrambe le fazioni sapevano che presto si sarebbe tornati punto e a capo. Fu insomma uno scambio temporaneo per prendere tempo, realpolitik. Purtroppo l'Austria non era nelle condizioni di accettare una resa incondizionata. Alla prima occasione utile nel 1805, Napoleone riprese il Veneto e il Friuli e li unì al suo Regno d'Italia. Ma comunque la questione è molto complessa e necessita di un video a parte.
@@passionenapoleonica questo lo capisco . ed e' grosso modo quello che viene insegnato sin dalle medie . ma un repubblica rivoluzionaria di suo non avrebbe impegnato e tenuto lontano le truppe austriache senza regalargli il territorio ? ok non proprio regalargli perche' era uno scambio con i paesi bassi austriaci .
@@simonebaruzzi156 Le repubbliche sorelle in realtà erano molto deboli, come dimostrato dalla grande insorgenza del 1799 perché mancavano del supporto della maggioranza della popolazione composta da contadini e perché millantavano una "libertà francese" universale che mal si conciliava con le diverse realtà locali, come giustamente osservato da Vincenzo Cuoco nel suo saggio del 1801, il quale era stato uno dei protagonisti della Repubblica Napoletana. Queste entità avevano il supporto di una parte limitata della borghesia cittadina illuminata mentre erano avversate per ovvi motivi dai nobili, dal clero e i ceti meno abbienti non vedevano un vantaggio alle loro condizioni sociali il difenderle perché facevano gli interessi appunto della borghesia e i programmi di riforma agraria erano piuttosto vaghi. Le repubbliche sorelle si reggevano quasi esclusivamente sulla difesa diretta garantita dalla Francia e senza di essa sarebbero crollate subito sotto i colpi austriaci, britannici e delle insorgenze popolane come i Sanfedisti al sud e i Viva Maria in Toscana. A questo aggiungiamo che il popolo veneto era ed è animato da un forte patriottismo locale e difficilmente avrebbe sostenuto un governo filo-francese (cosa che vedremo di nuovo nel 1809 con l'insorgenza veneta appoggiata dagli austriaci contro il Regno d'Italia di Napoleone). E la Francia non aveva l'interesse a portare le proprie truppe così a ridosso dell'Austria perché aveva già altri progetti come menzionato e per timore che potessero essere catturate con facilità.
@@passionenapoleonica Realpolitik, esattamente. Io aggiungerei che anche il Direttorio era in difficoltà. In Francia il 18 fruttidoro dell'anno V (4 settembre 1797) si svolge un vero e proprio colpo di stato: Barras fu appoggiato da Bonaparte contro due membri del Direttorio di simpatie monarchiche (Carnot e de Barthelémy), ma - per appogguare Barras - Bonaparte aveva fretta di chiudere la campagna. L'idea di Campoformido nasce probabilmente allora (ne fa un cenno Vovelle ...)
Il doge di Venezia Ludovico Manin aveva mandato il generale Nicolò Foscarini a trattare con Napoleone ma non aveva ottenuto grandi risultati, aveva permesso ai francesi di passare per i territori lombardo-veneti e infine era stato estromesso dal ruolo. Il nuovo provveditore Francesco Battaglia diede disposizioni per le difese cittadine ma non preoccuparono nessuno.
Il provveditore Battaglia mantenne un atteggiamento ambiguo. E questo vale soprattutto per la caduta di Brescia: Schiavoni, militi veneziani e in particolar modo il popolo bresciano avrebbero affrontato i francesi prima del loro arrivo a Brescia, in campo aperto. Furono i tentennamenti di Battaglia che permisero ai giacobini di trovarsi la strada aperta per Brescia e quindi per il Lago di Garda, altro territorio decisamente antigiacobino
@@giovannibenanti1968 Napoleone non riusciva a far nulla a Venezia, in campo aperto era sicuramente più forte, ma in laguna era totalmente incapace, la prova fu quando tentò con 2 navi, forzare lo sbarramento delle fortezze veneziane: i due vascelli vennero immediatamente catturati. Tanto per farti un esempio, durante i la rivolta contro gli austroungarici nel 1848, Venezia venne assediata da terra e da mare, dai soldati asburgici, i rivoltosi resistettero per mesi, e si arresero solamente quando scoppiò a Venezia un'epidemia... Se le famiglie nobili veneziane, non avessero venduto Venezia, Napoleone non avrebbe potuto fare nulla.
Quando San Marco comandava, se pransava e se senava. Coi franzesi, brava zente, se pransava solamente. Con ła casa de Lorena, se magnava soło ła sena. Con ła casa de Sardegna, chi ga fame se ła tegna!
Ancora oggi sebbene ormai siano passati curca due secoli molti veneti in cui mi ci metto anch'io quando pensiamo e parliamo della Repubblica di Venezia ci sorge un po' di nostalgia. Leggendo diversi libri su quel periodo alla fine si constatava che Venezia è sempre stata formata da mercanti ed i mercanti sanno fare affari ma come uomini d'armi lasciamo perdere.
È una nostalgia ingiustificata. La popolazione "comune" ai tempi dei dogi viveva in profonda indigenza. Fu solo dopo l'unità d'Italia che furono portate avanti politiche atte a migliorarne le condizioni di vita.
@@roccopolimena5207assolutamente falso. infatti grazie alla tassa sul macinato introdotta dai Savoia iniziarono ad emigrare centinaia di migliaia di veneti. E fu solo l’inizio. Oggi ci sono più veneti fiori dall’Italia che dentro a causa dell’unita d’italia
Perché siamo scemi: senza la nostalgia per il passato mai vissuto della Serenissima uno come Marcato non potrebbe essere assessore regionale. Eppure basterebbe leggere il Parlamento di Ruzante per sapere cosa i veneti pensavano dei serenissimi veneziani anche quando combattevano per loro...
@@gabrieledefanti2881 prima dell'unità d'Italia in Veneto si moriva di pellagra. Veneziani e austriaci compresero il problema, senza fare nulla per risolverlo. Furono gli italiani a risolvere. Dopo l'unità fu più facile emigrare, per diversi motivi, il primo fu che dopo il 1850/60 furono fondate compagnie di navigazione che facessero fare la traversata atlantica, prima praticamente non esistevano. Oltretutto Venezia ed impero ostacolavano l'emigrazione, molto meglio sfruttare la manodopera veneta a basso costa, anche se muore di fame.
Da Brescia e Bergamo fino a Treviso è presente ancora oggi il glorioso Leone di San Marco. I popoli della Serenissima mai dimenticheranno il loro passato.
Spesso Giole, nel suo eloquio fluente, per significare il concetto di "parte prevalente" usa il termine " buona parte", che nella trattazione di tutti gli altri argomenti non si presta a equivoci, cosa che invece può accadere se si parla di Napoleone.
eccellente prova di storico ,capace di sintesi; a mio avviso potresti aggiungere ,alla fine di questa puntata ,un'Appendice che dovrebbe richiedere un'altra puntata in cui dare uno sguardo alla composizione delle élite intellettuali dell'epoca a Venezia ,con particolare riguardo alle materie scientifiche e non solo artistiche e umanistiche , i cui personaggi avrebbero inciso, negativamente e/o positivamente , sulla politica estera ed interna della Repubblica. Ma poi esaminare se i savi si rendessero conto che il popolo basso, non istruito, sarebbe stato un pericolo/o un impedimento alla difesa della Repubblica stessa. Ti segnalo che gli austriaci, che ebbero sempre presente dell'importanza dell'istruzione avrebbero obbligato la popolazione (popolo basso)del Lombardo Veneto con l'imperatrice Maria Teresa , all'istruzione elementare fino alle Terza classe.( mia madre -nativa nel 1907)-che era veneta (Cavarzere)e che i suoi genitori furono sudditi veneziani di campagna dell'impero austro.ungarico, ricevette istruzione solo fino alla seconda elementare, mentre i suoi genitori ebbero l'istruzione fino alla Terza. Tieni presente infine che in Italia dopo l'Unità venne introdotta ,con la Legge Casati, del 1892.,l'obbligo elementare solo fino alla seconda classe; che significava solo sapere leggere(non. interpretare) e scrivere la propria firma. Da questo si può comprendere che la classe politica italiana era ancora più conservatrice di quanto potesse essere quella del Nord dello Stivale. Bravo,Bravo.
Ciao, Gioele. Alvinczy si legge più o meno "álvinzi" seguendo la pronuncia ungherese (significa "di Alvinc", città che oggi si chiama Vințu de Jos e si trova in Romania), ma noi l'abbiamo spesso italianizzato in "Alvinzi" (pronunciato in entrambe le maniere indifferentemente). La pronuncia formalmente più corretta, come sempre in ungherese, è però sulla prima vocale.😉
Federico Moro, nel saggio storico "Angelo Emo, eroe o traditore?", ipotizza che l'ammiraglio veneziano possa essere stato avvelenato per ordine del Consiglio dei Dieci.
curiosamente a Feltre ben prima ancora che si potesse anche solo immaginare che piega avrebbero preso gli eventi si verificò un episodio singolare: nel 1791 durante le celebrazioni per una visita in città dell'ex rettore Giorgio Angaran alcuni spiritosi organizzarono una burla contro il governo. Allestirono infatti un modellino della Bastiglia e lo fecero brillare con fuochi d'artificio, festeggiando ciò che stava accadendo in Francia. È divertente pensare che poi quando anni dopo i Francesi arrivarono fecero razzie e abbatterono targhe e statue commemorative della Repubblica.
Ciao Gioele! 🌞 Complimenti per la pillola 🔥 Superinteressante come sempre! Non sono riuscito a trovare la poesia di Giorgio Baffo che mi ha molto incuriosito. Ho visto solo un’abbondante produzione erotica. Mi scrivereste il titolo o, anche, il nome della raccolta? Grazie e saluti Carlo
Ciao. È possibile sapere quali sono le fonti che avete usato? Venezia è la mia città di origine paterna e mi interesserebbe approfondire l'argomento. Grazie
La situazione delle forze armate veneziane in realta, dottore, era male, ma non era disperata, nel senso che quelle unita rimaste in grado di combattere in buon ordine, non solo spesso erano unita scelte (come i fanti da mar o gli Schiavoni) ma non erano quel tipo di forze armate che si sfaldano al primo contatto con il nemico (vedasi esercito cubano contro i castristi, unita demoralizzate, non seguivano piu gli ufficiali, diserzioni di massa etc etc), e infatti pochi anni prima tipo dieci penso La marina fece una spedizione punitiva contro i pirati barbareschi bombardando tunisi, o Tripoli non ricordo, con qualche nave, non erano messi molto diversamente dall esercito e dalla marina sarda all epoca, il problrma è che avevano basi oltremare da difendere, lo stato in rovina, un fronte troppo dispersivo, per quelle quattro forze, la beretta avevano soprattutto, eranp equipaggiati ottimamente infatti, ma erano quattro gatti stile esercito papalino capisci, se avesserp deciso di opporsi appoggiandosi agli austriaci fprse potevano combinare qualcosa, ma secpndo me avevano il terrore che le lorp belle citta barocche fossero distrutte e venezia bombairdata allora pensaronp di non oppporsi, sperando di essere lasciati in psce dopo la guerra, errore che gli fu fatale. Forse con una venezia ancora in piedi nella restaurazione l italia risorgimentale poteva sperare qualcosa in piu al livello di autonomia dalle potenze reazionarie. Chissà.
Basta leggere storia d Italia di Montanelli Venezia aveva perso il suo ruolo di capitale del commercio dalla scoperta dell America e lo shift delle rotte dal mediterraneo al commercio transoceanico Gli imperi coloniali che si stavano formando erano dei bacini di risorse immensi con cui il sempre più striminzito controllo di Venezia sulle antiche rotte verso l oriente non poteva più competere La sua posizione che prima del 1492 consentiva a Venezia una posizione di primo piano nel commercio tra oriente ed Europa Ora la condannava all insignificanza bloccata all interno dello stagno che era il mediterraneo asfittico e senza sbocchi sul mondo diretti a parte lo stretto di Gibilterra (ci vorranno secoli per il canale di Suez) Prima di allora tutte le navi che volevano entrare ouscire nel mediterraneo dovevano passare per le colonne d ercole Cosa a dir poco ardua visto che la Spagna controllava di fatto Gibilterra e lo stretto e non aveva alcun interesse te a permettere il passaggio di navi concorrenti mentre stabiliva i propri imperi coloniali Non solo Gli Stati nazione e le loro risorse in termini di industrie e cantieristica navale ormai facevano impallidire l antico arsenale di Venezia una volta vanto della serenissima Venezia non era più in grado di competere a livello politico ed economico con i suoi vicini in particolare Austria (con cui confinava) Francia e spagna(che si contendevano da secoli il controllo degli altri staterelli della penisola italica Persino L impero ottomano L altro grande vicino è nemico storico Ormai sulla via del lento disfacimento era un avversario a di la delle scarse risorse di Venezia E se sul mare ormai Venezia era spacciata sulla terraferma non aveva speranze Gli eserciti francese e austriaco erano ben al di là delle misere forze che la repubblica poteva assemblare L arrivo di Napoleone sancì di fatto quello che fu un lento e lungo canto del cigno della repubblica veneziana ma che era ormai un fatto che progrediva da secoli Una volta Venezia si oppose contro una lega che coinvolgeva mezza Europa e la spunto Adesso Venezia non veniva nemmeno consultata durante i trattati di pace e il suo destino veniva deciso a tavolino da altri
Il problema nr 1 fu la progressiva ed inesorabile perdita di COMPETIVITA' del sistema economico veneziano con la conseguente grossa perdita di entrate dovuta alla ottusità di buona parte del patrizio veneziano
Se l'Italia non fosse stata divisa in tanti piccoli stati, avrebbe potuto difendersi in modo più efficace e poi avrebbe potuto farsi valere durante i trattati di pace🔥🇮🇹 Invece Venezia è capitolata senza troppe difficoltà. La successiva slavizzazione forzata di Istria e Dalmazia da parte dell'Austria, e la perdita di questi territori, hanno radici anche in questi fatti. Che peccato!!!
Grazie! Video interessantissimo!!! Una domanda da amatore :) Napoleone quando giunse a Nizza si rese conto delle pessime condizioni di quell'Armata d'Italia posizionata fra Nizza e Savona. Mi chiedo, se i Piemontesi si fossero alleati con gli austriaci di stanza nel milanese e l'avessero attaccato, parleremo oggi di Napoleone?
Napoleone era napoleone, caratteraccio, ladro, ma sempre un grande stratega militare, la tattica e la strategia militare ben messa in campo vince. Vedi Giulio Cesare con l'assedio di Alesia (Parigi) cosa fece e non aveva moltissime truppe; Alessandro Magno un pugno di uomini contro una grande impero, quello persiano. I grandi uomini fanno la storia, gli altri se n'è facciano una ragione.
per colpa dell'egoismo dei nobili della città che li trattavano da inferiori, il resto dei dirigenti veneti del territorio se ne fregò Ma l'Arsenale era intatto, l'esercito era pronto a combattere, la gente pure. Che dolore! Bella Serenissima, Regina del mar, potevi essere salvata e un domani diventare tu la Repubblica rinnovata che avrebbe fatto la Vera Unità d'Italia alla Carlo Cattaneo! Adorabile Venezia!
Ed è così che Gioele decise improvvisamente di fare uno spinoff. Incominciava così il racconto della grande storia di Venezia. Ma per farla bene e per far capire tutti i passaggi, Gioele decide ovviamente di partire dalla fondazione, quindi dal 400dc. Tenetevi forte, perché dopo aver raccontato tutto per filo e per segno, incastrando tutto anche con la serie Imperatores, Napoleone tornerà nel 2028, sempre su questo canale. 🤣 Sto scherzando, ma con Gioele mai dire mai...
Alle sedute del Maggior Consiglio dei giorni successivi, in cui si doveva decidere se cedere alle richieste francesi, si presentò pallido e con voce tremante: Napoleone pretendeva la creazione di un regime democratico al posto della vigente oligarchia, lo sbarco di un'armata di 4.000 soldati francesi a Venezia (e sarebbe stata la prima volta di un esercito straniero a Venezia dall'epoca della fondazione), la consegna di alcuni capitani veneziani che avevano combattuto l'esercito francese invasore in terraferma. L'8 maggio il doge si dichiarò pronto a deporre le insegne ducali nelle mani dei capi della rivoluzione, invitando nel contempo tutte le magistrature allo stesso passo: pare che uno dei consiglieri ducali, tal Francesco Pesaro, avesse invece spronato il doge a fuggire a Zara, possedimento veneziano nella Dalmazia ancora fedele e sicura. Il rifiuto del doge fu giusta: ella fu conquistata dai francesi subito dopo. Il 12 maggio si svolse l'ultima riunione del Maggior Consiglio in cui, pur in mancanza del numero legale dei presenti (pertanto con deliberazione giuridicamente non valida), fu deciso di accettare in tutto e per tutto le richieste di Bonaparte. Si decise anche lo sgombero dei soldati schiavoni da Venezia, così da non determinare incidenti quando fossero entrati in città i militari francesi. Terminata la seduta, Manin si tolse il corno, simbolo del dogato, e scendendo le scale lo regalò al proprio segretario non avendone lui più bisogno[9]. Questa ultima seduta è stata descritta da Ippolito Nievo nel romanzo Le confessioni di un italiano. Il 15 maggio il doge lasciò il palazzo ducale per ritirarsi nel palazzo della sua famiglia, ed i francesi entrarono a Venezia. Per prima cosa i Francesi si impossessarono della Zecca di Venezia, dove Manin conservava il suo denaro assieme a quello pubblico. Più del sessanta per cento dell'oro zecchino in deposito era proprietà personale dei Manin.
...Appunto. Io da veneto sono orgoglioso del passato della mia terra, ma riconosco che ormai la Venezia del XVIII secolo era l'ombra di se stessa, un relitto del passato in procinto di sparire. Da tempo il baricentro del commercio mondiale si era spostato dal Mediterraneo all'Atlantico, privando l'Italia di quella centralità economica che l'aveva caratterizzata per tutto il Medioevo e per buona parte del Rinascimento; tutte le repubbliche marinare, Venezia inclusa, si videro di colpo tagliate fuori dalle principali rotte commerciali, perdendo così la loro fonte di guadagno. Senza gli enormi capitali derivanti dai traffici con l'oriente, la Serenissima era condannata a diventare una potenza di secondo o anche di terzo rango, incapace di tenere il passo con i grandi stati nazionali che nel frattempo si stavano lanciando alla conquista del mondo. Quando Napoleone arrivò in Italia, la gloriosa Repubblica di San Marco era già morta e sepolta da un pezzo; mancava solo un atto ufficiale che ne decretasse la fine.
Noi veronesi ci siamo opposti a Napoleone con le note "Pasque Veronesi", Verona, città di confine fu per un periodo tagliata in due dal fiume Adige, la parte francese e la parte austriaca chiamata ancora oggi Veronetta. I francesi smaltellarono tutti i Leoni di San Marco e demolirono il Castello San Pietro ex Castello di Teodorico, in realtà un castello dell'epoca viscontea. Possiamo oggi ammirare una copia di quel glorioso Leone in Piazza Erbe issato su una colonna.
In realtà non è storicamente vero, fece un tentativo e gli scontri ci furono in diverse luoghi basti pensare i combattimenti a Verona, Salò, Valeggio, Asiago, Desenzano, e altri ancora.
Le ribellioni e rivolte popolari sono una cosa. Schierare un esercito con le bandiere della Serenissima in testa sotto l'egida di Venezia è un'altra cosa. Ribellarsi quando l'occupante è già in casa tua e ti sta succhiando le risorse è un po' troppo tardi, non crede? E quasi sempre finisce repressa in un bagno di sangue
Venedia non era una potenza militare ma solo una ex potenza economica e come tale non poteva attaccare la Francia pena la distruzione. Una situazione somile a quella di Roma contro i vari invasori
Possiamo dire che la politica veneziana, nella sua apparente pavidità, è stata la più intelligente perché ha risparmiato devastazioni e sofferenze maggiori...
Qualcuno ha detto.....chi combatte può perdere, chi non combatte ha già perso.......qualcun'altro invece dice ....se non puoi vincere una battaglia non la combattere....io sono dell'idea che le partite iniziano sempre dal risultato di 0-0....anche Real Madrid-frattocchiole 😂
@@laBibliotecadiAlessandrianon è vero. In Austria non arrivarono i giacobini, così come in Inghilterra o negli Stati Uniti, ma mi sembra siano nazioni evolute
La democrazia statunitense è molto diversa da quelle europee. Per l'Austria vuole negare che le basi attuali dello stato siano improntate sui documenti della rivoluzione francese?
A dirla tutta i francesi arrivarono a Vienna sia nel 1805 che nel 1809. Quanto ai giacobini, nel ‘96 avevano già perso il potere (e la testa), quindi i giacobini non arrivarono né a Venezia né a Vienna
Mai una volta che possa protestare per qualcosa che dite: diventa frustrante seguire «Pillole di Storia» … sto scherzando, naturalmente … Bravi a mettere ordine in una questione molto complessa. Perché non ci fu una guerra contro i francesi? Per il timore essenzialmente di far precipitare nella rivoluzione la Terraferma, ma anche per un altro motivo che Gioele ha accennato: i grandi capitali ormai non erano più investiti nei commerci marittimi, ma nelle proprietà terriere e sarebbe stata una catastrofe. Poi c'era davvero 'paura' ... la 'grande peur', più o meno negli stessi termini di come la racconta Georges Lefebvre. E per oggi basta complimenti ..
Gli Schiavoni A Trieste si dice gli "sciavi" con l'accento sulla a per dire slavi Mentre il cognome tipico veneto è Schiavon, che deriva da colui che viene da dalla Croazia ( Slavonia)
Da Veneto legato nell'anima alla storia della Serenissima, ti ringrazio per il tuo racconto schietto e asciutto. Tu non devi lisciare il pelo a nessuno. Condivido il motivo della decadenza Veneziana,specchio perfetto dell'Italia di oggi. Ora e sempre viva San Marco!!
Eh già! C'era una volta Lepanto! Almeno allora non c'era l'invasione di tutti questi Mau Mau!
Questa è la storia che mi piace, poi come la racconti tu, è veramente un piacere ascoltarti. Bravo
13:04 È vero, la Fabbrica Beretta, nata forse ancora prima del 1526 a Gardone Val Trompia nel Bresciano, territorio veneziano, si ritrovò a partire dal XVIII secolo a fare maggiori affari con la Lombardia austriaca e con la Francia che con la stessa Repubblica di Venezia.
Molto soddisfatto Gioele, e grazie Federico ❤️❤️❤️ molto bella tutta la sezione commenti, con riflessioni e approfondimenti... Grazie Biblioteca di Alessandria ❤️❤️❤️✌️☺️
Ho seguito con molto interesse
questa pillola di storia, anche perchè vivo nella provincia di Venezia !
Una bellissima ricostruzione a tutto tondo, e basata sulle fonti, della situazione della Repubblica di Venezia e della relazione tra questa e le sue scelte politiche di fronte all'invasione napoleonica
Uno degli episodi che mi hanno catturato maggiormente.. Grazie, come sempre, Gioele, a te e ai tuoi collaboratori.
Complimenti ad un incredibile Federico! Da veneziano posso dire ottimo e correttissimo lavoro! Bravissimi!
Sei un guru di storia !!
Al massimo un appassionato, ma grazie!
Bellissimo e interessantissimo resoconto storico, bravi congratulazioni e un piacere seguirvi ed ascoltare le Vostre osservazioni e per come le raccontate.
Per avere una idea della preparazione militare della Repubblica Veneta negli anni precedenti la Rivoluzione francese, leggere Ippolito Nievo: i primi capitoli delle" Confessioni di un Italiano" ( il castello di Fratta ecc).
Questa storia è sempre più appassionante e approfondita, grazie Gioele e grazie Federico 😊
Insomma, da tutto questo ho imparato che: anche in tempo di pace bisogna assolutamente mantenere un esercito addestrato, aggiornato tecnologicamente e pronto o prima o poi saranno volatili per diabetici...
Esattamente, bisogna avere sempre la capacità di potersi almeno difendere!
Se hai le risorse per farlo.
Si vis pacem, para bellum
@@tommasocabrini7144 Saggezza Romana, e del
nostro Tommaso✌️👌👍👏
In tempo di pace l'uomo saggio si prepara alla guerra
Grazie mille: parentesi molto interessante sul ruolo di Venezia in questo periodo
A chi interessa la storia, la politica, la società i costumi degli ultimi anni della Serenissima Repubblica di Venezia, consiglio di leggere i primi capitoli di quel magnifico romanzo, purtroppo sottovalutato, di Ippolito Nievo: le confessioni di un italiano.
Lei ha ragione. Ippolito Nievo è stato un grande intellettuale e patriota; se non fosse morto giovane, avrebbe avuto il tempo di rivedere il suo romanzo, che così sarebbe stato l'altro capolavoro del Romanticismo italiano, insieme a "I promessi sposi" e alle poesie di Leopardi.
Viva le glorie del nostro Leon. ❤
Ecco che arriva Joseph Alvinczy von Berberek, il primo uomo a sconfiggere Napoleone su un campo di battaglia (se escludiamo Domenico Millelire che non affrontò mai apertamente Bonaparte durante la spedizione alla Maddalena nel 1793 in quanto il francese era soltanto un ufficiale subordinato).
Non se lo ricorda nessuno perché alla fine la battaglia di Caldiero fu una sconfitta irrilevante. Ma per anni fu comunque un record di cui vantarsi.. lui poteva dire "ho battuto Napoleone"
@@lucaabram5915 Esatto
N. seppe ribaltare a suo favore questa non grave sconfitta. Il "cazziatone" fatto alle truppe all'indomani della battaglia, la pubblica gogna, fecero combattere le semibrigate nei giorni successivi più duramente e determinate che mai.
Grazie per questa pillola dedicata a un argomanto, la situazione delle Repubblica di Venezia, poco affrontato e poco spiegato.
Gli esponenti filo-francesi del Maggior Consiglio, seppur in minoranza, non avevano tutti i torti a sperare in buoni rapporti fra Venezia e la Francia, anche mantenendo la neutralità. Tuttavia l'incompatibilità dei sistemi repubblicani rendeva quasi impossibile una collaborazione fra i due Stati. Del resto la Repubblica di Venezia aveva bisogno di riforme politiche, economiche e sociali progressiste contro l'immobilismo da Ancien Régime che si era creato e alcuni patrizi avevano salutato con favore l'esperimento francese fin dal 1789, sebbene appunto una minoranza.
pero io mi domando : come mai Napoleone non ne fece una Repubblica Rivoluzionaria invece che spartirsela con gli Asburgo ?
@@simonebaruzzi156 Gioele ci arriverà a spiegare il perché di questa giustissima domanda. Intanto io posso rispondere che sul trattato di Campoformio bisogna un attimo contestualizzare la situazione politico-strategica nel 1797. Alla fine della prima campagna d'Italia l'Austria era sconfitta, ma non del tutto, a causa della fallita offensiva francese di Jourdan e Moreau in Germania e poteva creare un nuovo esercito nel breve periodo. Siccome anche la Francia intendeva riorganizzarsi ed era nelle intenzioni del Direttorio di porre fine alla campagna e rivolgere l'attenzione verso la Gran Bretagna (e infatti iniziarono a pensare di andare in Egitto), e impedire che Bonaparte arrivasse a Vienna con risvolti incerti, si decise di arrivare a un compromesso per mantenere momentaneamente buona la corte asburgica: in cambio del riconoscimento del governo repubblicano franco-italiano nel Nord Italia, l'Austria sarebbe entrata in possesso della Repubblica di Venezia, che era diventata progressivamente nemica della Repubblica francese. Questo per stabilizzare momentaneamente il fronte italiano, perché entrambe le fazioni sapevano che presto si sarebbe tornati punto e a capo. Fu insomma uno scambio temporaneo per prendere tempo, realpolitik. Purtroppo l'Austria non era nelle condizioni di accettare una resa incondizionata. Alla prima occasione utile nel 1805, Napoleone riprese il Veneto e il Friuli e li unì al suo Regno d'Italia.
Ma comunque la questione è molto complessa e necessita di un video a parte.
@@passionenapoleonica questo lo capisco . ed e' grosso modo quello che viene insegnato sin dalle medie . ma un repubblica rivoluzionaria di suo non avrebbe impegnato e tenuto lontano le truppe austriache senza regalargli il territorio ? ok non proprio regalargli perche' era uno scambio con i paesi bassi austriaci .
@@simonebaruzzi156 Le repubbliche sorelle in realtà erano molto deboli, come dimostrato dalla grande insorgenza del 1799 perché mancavano del supporto della maggioranza della popolazione composta da contadini e perché millantavano una "libertà francese" universale che mal si conciliava con le diverse realtà locali, come giustamente osservato da Vincenzo Cuoco nel suo saggio del 1801, il quale era stato uno dei protagonisti della Repubblica Napoletana. Queste entità avevano il supporto di una parte limitata della borghesia cittadina illuminata mentre erano avversate per ovvi motivi dai nobili, dal clero e i ceti meno abbienti non vedevano un vantaggio alle loro condizioni sociali il difenderle perché facevano gli interessi appunto della borghesia e i programmi di riforma agraria erano piuttosto vaghi. Le repubbliche sorelle si reggevano quasi esclusivamente sulla difesa diretta garantita dalla Francia e senza di essa sarebbero crollate subito sotto i colpi austriaci, britannici e delle insorgenze popolane come i Sanfedisti al sud e i Viva Maria in Toscana. A questo aggiungiamo che il popolo veneto era ed è animato da un forte patriottismo locale e difficilmente avrebbe sostenuto un governo filo-francese (cosa che vedremo di nuovo nel 1809 con l'insorgenza veneta appoggiata dagli austriaci contro il Regno d'Italia di Napoleone). E la Francia non aveva l'interesse a portare le proprie truppe così a ridosso dell'Austria perché aveva già altri progetti come menzionato e per timore che potessero essere catturate con facilità.
@@passionenapoleonica Realpolitik, esattamente. Io aggiungerei che anche il Direttorio era in difficoltà. In Francia il 18 fruttidoro dell'anno V (4 settembre 1797) si svolge un vero e proprio colpo di stato: Barras fu appoggiato da Bonaparte contro due membri del Direttorio di simpatie monarchiche (Carnot e de Barthelémy), ma - per appogguare Barras - Bonaparte aveva fretta di chiudere la campagna. L'idea di Campoformido nasce probabilmente allora (ne fa un cenno Vovelle ...)
Il doge di Venezia Ludovico Manin aveva mandato il generale Nicolò Foscarini a trattare con Napoleone ma non aveva ottenuto grandi risultati, aveva permesso ai francesi di passare per i territori lombardo-veneti e infine era stato estromesso dal ruolo. Il nuovo provveditore Francesco Battaglia diede disposizioni per le difese cittadine ma non preoccuparono nessuno.
Napoleone Bonaparte
Con una scoreggia affondava
Affondava Venezia.
che commento intelligente, complimenti!@@giovannibenanti1968
Il provveditore Battaglia mantenne un atteggiamento ambiguo. E questo vale soprattutto per la caduta di Brescia: Schiavoni, militi veneziani e in particolar modo il popolo bresciano avrebbero affrontato i francesi prima del loro arrivo a Brescia, in campo aperto. Furono i tentennamenti di Battaglia che permisero ai giacobini di trovarsi la strada aperta per Brescia e quindi per il Lago di Garda, altro territorio decisamente antigiacobino
@@giovannibenanti1968 Napoleone non riusciva a far nulla a Venezia, in campo aperto era sicuramente più forte, ma in laguna era totalmente incapace, la prova fu quando tentò con 2 navi, forzare lo sbarramento delle fortezze veneziane: i due vascelli vennero immediatamente catturati. Tanto per farti un esempio, durante i la rivolta contro gli austroungarici nel 1848, Venezia venne assediata da terra e da mare, dai soldati asburgici, i rivoltosi resistettero per mesi, e si arresero solamente quando scoppiò a Venezia un'epidemia... Se le famiglie nobili veneziane, non avessero venduto Venezia, Napoleone non avrebbe potuto fare nulla.
@@giovannibenanti1968forse sui videogiochi
Il Giorgio Baffo, di cui a 15:41, è famoso per ben altra tipologia di poesia
😸😸😸
Quando San Marco comandava,
se pransava e se senava.
Coi franzesi, brava zente,
se pransava solamente.
Con ła casa de Lorena,
se magnava soło ła sena.
Con ła casa de Sardegna,
chi ga fame se ła tegna!
Ancora oggi sebbene ormai siano passati curca due secoli molti veneti in cui mi ci metto anch'io quando pensiamo e parliamo della Repubblica di Venezia ci sorge un po' di nostalgia. Leggendo diversi libri su quel periodo alla fine si constatava che Venezia è sempre stata formata da mercanti ed i mercanti sanno fare affari ma come uomini d'armi lasciamo perdere.
È una nostalgia ingiustificata. La popolazione "comune" ai tempi dei dogi viveva in profonda indigenza. Fu solo dopo l'unità d'Italia che furono portate avanti politiche atte a migliorarne le condizioni di vita.
@@roccopolimena5207assolutamente falso. infatti grazie alla tassa sul macinato introdotta dai Savoia iniziarono ad emigrare centinaia di migliaia di veneti. E fu solo l’inizio. Oggi ci sono più veneti fiori dall’Italia che dentro a causa dell’unita d’italia
Perché siamo scemi: senza la nostalgia per il passato mai vissuto della Serenissima uno come Marcato non potrebbe essere assessore regionale. Eppure basterebbe leggere il Parlamento di Ruzante per sapere cosa i veneti pensavano dei serenissimi veneziani anche quando combattevano per loro...
@@roccopolimena5207si fu solo dopo l'unità d'Italia che iniziò l'emigrazione...
@@gabrieledefanti2881 prima dell'unità d'Italia in Veneto si moriva di pellagra. Veneziani e austriaci compresero il problema, senza fare nulla per risolverlo. Furono gli italiani a risolvere. Dopo l'unità fu più facile emigrare, per diversi motivi, il primo fu che dopo il 1850/60 furono fondate compagnie di navigazione che facessero fare la traversata atlantica, prima praticamente non esistevano. Oltretutto Venezia ed impero ostacolavano l'emigrazione, molto meglio sfruttare la manodopera veneta a basso costa, anche se muore di fame.
Molto interessante!!!! Grazie!
Ottimo video Joele
Buongiorno Gioele
Grazie di ❤
Da Brescia e Bergamo fino a Treviso è presente ancora oggi il glorioso Leone di San Marco. I popoli della Serenissima mai dimenticheranno il loro passato.
17:03 perasto la poesia "ti con nu ...nu con ti"
Ottimo video grazie !!!
Bel video. Grazie
Spesso Giole, nel suo eloquio fluente, per significare il concetto di "parte prevalente" usa il termine " buona parte", che nella trattazione di tutti gli altri argomenti non si presta a equivoci, cosa che invece può accadere se si parla di Napoleone.
Purtroppo andando a braccio è involontario, cercherò di starci attento
eccellente prova di storico ,capace di sintesi; a mio avviso potresti aggiungere ,alla fine di questa puntata ,un'Appendice che dovrebbe richiedere un'altra puntata in cui dare uno sguardo alla composizione delle élite intellettuali dell'epoca a Venezia ,con particolare riguardo alle materie scientifiche e non solo artistiche e umanistiche , i cui personaggi avrebbero inciso, negativamente e/o positivamente , sulla politica estera ed interna della Repubblica.
Ma poi esaminare se i savi si rendessero conto che il popolo basso, non istruito, sarebbe stato un pericolo/o un impedimento alla difesa della Repubblica stessa.
Ti segnalo che gli austriaci, che ebbero sempre presente dell'importanza dell'istruzione avrebbero obbligato la popolazione (popolo basso)del Lombardo Veneto con l'imperatrice Maria Teresa , all'istruzione elementare fino alle Terza classe.( mia madre -nativa nel 1907)-che era veneta (Cavarzere)e che i suoi genitori furono sudditi veneziani di campagna dell'impero austro.ungarico, ricevette istruzione solo fino alla seconda elementare, mentre i suoi genitori ebbero l'istruzione fino alla Terza.
Tieni presente infine che in Italia dopo l'Unità venne introdotta ,con la Legge Casati, del 1892.,l'obbligo elementare solo fino alla seconda classe; che significava solo sapere leggere(non. interpretare) e scrivere la propria firma.
Da questo si può comprendere che la classe politica italiana era ancora più conservatrice di quanto potesse essere quella del Nord dello Stivale.
Bravo,Bravo.
Ciao, Gioele. Alvinczy si legge più o meno "álvinzi" seguendo la pronuncia ungherese (significa "di Alvinc", città che oggi si chiama Vințu de Jos e si trova in Romania), ma noi l'abbiamo spesso italianizzato in "Alvinzi" (pronunciato in entrambe le maniere indifferentemente). La pronuncia formalmente più corretta, come sempre in ungherese, è però sulla prima vocale.😉
Alvinci, con la c dolce molto piena, corposa. C di ciliegia.
Fisicamente faccio fatica a mettere la pronuncia sulla a 😸😸😸 non è che mi manderesti un vocale? 😸😸😸
@@laBibliotecadiAlessandria ahahah! Non sfidarmi!😝
Edit: mandato!🤣
Grazie 😸😸
La a non c'entra nulla. È il suono CZ. Si pronuncia c dolce, molto piena, c di ciurma, cena ... Capito? Non zZ o S . C dolce...
Sei bravissimo
che delusione vedere uno stato così glorioso ridotto in questo modo...
Me lo sono sempre chiesto, comunque se fosse stato ancora vivo Angelo Emo le cose sarebbero andate diversamente
Federico Moro, nel saggio storico "Angelo Emo, eroe o traditore?", ipotizza che l'ammiraglio veneziano possa essere stato avvelenato per ordine del Consiglio dei Dieci.
❤ grazie 🌹
Sei un buon divulgatore, ma l'approfondimento storico è un'altra cosa.
Difatti qui si divulga, lascio agli storici fare il loro lavoro che io non ho la formazione e le capacità per fare
15:34 Xe ben altre le poesie del Baffo che se dovria lezzar ^^
:*
curiosamente a Feltre ben prima ancora che si potesse anche solo immaginare che piega avrebbero preso gli eventi si verificò un episodio singolare: nel 1791 durante le celebrazioni per una visita in città dell'ex rettore Giorgio Angaran alcuni spiritosi organizzarono una burla contro il governo. Allestirono infatti un modellino della Bastiglia e lo fecero brillare con fuochi d'artificio, festeggiando ciò che stava accadendo in Francia. È divertente pensare che poi quando anni dopo i Francesi arrivarono fecero razzie e abbatterono targhe e statue commemorative della Repubblica.
Un pò come oggi parecchi idioti in Europa festeggiano le vittorie islamiche, russe o cinesi contro l'occidente ed i suoi alleati.
Ciao Gioele! 🌞
Complimenti per la pillola 🔥
Superinteressante come sempre!
Non sono riuscito a trovare la poesia di Giorgio Baffo che mi ha molto incuriosito.
Ho visto solo un’abbondante produzione erotica.
Mi scrivereste il titolo o, anche, il nome della raccolta?
Grazie e saluti
Carlo
Purtroppo devo chiedere a Federico, perché nel materiale il titolo non c'era, ma solo il libro sulla storia di Venezia da cui è tratta
La Rai ha trasmesso un documentario dove raccontava questa storia.
Ciao. È possibile sapere quali sono le fonti che avete usato? Venezia è la mia città di origine paterna e mi interesserebbe approfondire l'argomento. Grazie
Di facile reperibilità, senza dover impazzire con documenti dell'epoca, c'è La campagna del 1796 in Veneto, di Barbarich
La situazione delle forze armate veneziane in realta, dottore, era male, ma non era disperata, nel senso che quelle unita rimaste in grado di combattere in buon ordine, non solo spesso erano unita scelte (come i fanti da mar o gli Schiavoni) ma non erano quel tipo di forze armate che si sfaldano al primo contatto con il nemico (vedasi esercito cubano contro i castristi, unita demoralizzate, non seguivano piu gli ufficiali, diserzioni di massa etc etc), e infatti pochi anni prima tipo dieci penso La marina fece una spedizione punitiva contro i pirati barbareschi bombardando tunisi, o Tripoli non ricordo, con qualche nave, non erano messi molto diversamente dall esercito e dalla marina sarda all epoca, il problrma è che avevano basi oltremare da difendere, lo stato in rovina, un fronte troppo dispersivo, per quelle quattro forze, la beretta avevano soprattutto, eranp equipaggiati ottimamente infatti, ma erano quattro gatti stile esercito papalino capisci, se avesserp deciso di opporsi appoggiandosi agli austriaci fprse potevano combinare qualcosa, ma secpndo me avevano il terrore che le lorp belle citta barocche fossero distrutte e venezia bombairdata allora pensaronp di non oppporsi, sperando di essere lasciati in psce dopo la guerra, errore che gli fu fatale. Forse con una venezia ancora in piedi nella restaurazione l italia risorgimentale poteva sperare qualcosa in piu al livello di autonomia dalle potenze reazionarie. Chissà.
Una bella serie sulla storia di Venezia?
Ci potrai spiegare l' eventuale tentativo di alcuni del gran consiglio di continuare la Repubblica da Venezia a Zara ?
Basta leggere storia d Italia di Montanelli
Venezia aveva perso il suo ruolo di capitale del commercio dalla scoperta dell America e lo shift delle rotte dal mediterraneo al commercio transoceanico
Gli imperi coloniali che si stavano formando erano dei bacini di risorse immensi con cui il sempre più striminzito controllo di Venezia sulle antiche rotte verso l oriente non poteva più competere
La sua posizione che prima del 1492 consentiva a Venezia una posizione di primo piano nel commercio tra oriente ed Europa
Ora la condannava all insignificanza bloccata all interno dello stagno che era il mediterraneo asfittico e senza sbocchi sul mondo diretti a parte lo stretto di Gibilterra (ci vorranno secoli per il canale di Suez)
Prima di allora tutte le navi che volevano entrare ouscire nel mediterraneo dovevano passare per le colonne d ercole
Cosa a dir poco ardua visto che la Spagna controllava di fatto Gibilterra e lo stretto e non aveva alcun interesse te a permettere il passaggio di navi concorrenti mentre stabiliva i propri imperi coloniali
Non solo
Gli Stati nazione e le loro risorse in termini di industrie e cantieristica navale ormai facevano impallidire l antico arsenale di Venezia una volta vanto della serenissima
Venezia non era più in grado di competere a livello politico ed economico con i suoi vicini in particolare Austria (con cui confinava) Francia e spagna(che si contendevano da secoli il controllo degli altri staterelli della penisola italica
Persino L impero ottomano L altro grande vicino è nemico storico
Ormai sulla via del lento disfacimento era un avversario a di la delle scarse risorse di Venezia
E se sul mare ormai Venezia era spacciata sulla terraferma non aveva speranze
Gli eserciti francese e austriaco erano ben al di là delle misere forze che la repubblica poteva assemblare
L arrivo di Napoleone sancì di fatto quello che fu un lento e lungo canto del cigno della repubblica veneziana ma che era ormai un fatto che progrediva da secoli
Una volta Venezia si oppose contro una lega che coinvolgeva mezza Europa e la spunto
Adesso Venezia non veniva nemmeno consultata durante i trattati di pace e il suo destino veniva deciso a tavolino da altri
Bellissimo lungo commento, penso tratto da Montanelli come riportato. Interessante 🤗
Il problema nr 1 fu la progressiva ed inesorabile perdita di COMPETIVITA' del sistema economico veneziano con la conseguente grossa perdita di entrate dovuta alla ottusità di buona parte del patrizio veneziano
Le truppe napoleoniche furono sconfitte in più occasioni.....maxogninvittiriaxecresusrenza fu frustrata dall'ignavia e dal tradimento del patriziato
Questa storia è molto molto piubvimplessa e Monranelli Come FONTE????
Se l'Italia non fosse stata divisa in tanti piccoli stati, avrebbe potuto difendersi in modo più efficace e poi avrebbe potuto farsi valere durante i trattati di pace🔥🇮🇹 Invece Venezia è capitolata senza troppe difficoltà.
La successiva slavizzazione forzata di Istria e Dalmazia da parte dell'Austria, e la perdita di questi territori, hanno radici anche in questi fatti.
Che peccato!!!
Grazie! Video interessantissimo!!! Una domanda da amatore :) Napoleone quando giunse a Nizza si rese conto delle pessime condizioni di quell'Armata d'Italia posizionata fra Nizza e Savona. Mi chiedo, se i Piemontesi si fossero alleati con gli austriaci di stanza nel milanese e l'avessero attaccato, parleremo oggi di Napoleone?
Ma i piemontesi erano alleati con gli austriaci prima di venir sconfitti
Si esatto, da ben prima che arrivasse Napoleone
Napoleone era napoleone, caratteraccio, ladro, ma sempre un grande stratega militare, la tattica e la strategia militare ben messa in campo vince. Vedi Giulio Cesare con l'assedio di Alesia (Parigi) cosa fece e non aveva moltissime truppe; Alessandro Magno un pugno di uomini contro una grande impero, quello persiano. I grandi uomini fanno la storia, gli altri se n'è facciano una ragione.
Comunque in effetti i Veneziani non potevano fare molto se non sperare che la Buriana passasse... Erano vasi di coccio fra vasi di ferro ..
Bella analisi.
Attendo vostre informazioni circa la manus longa della massoneria francese nei confronti di Daniele Manin
per colpa dell'egoismo dei nobili della città che li trattavano da inferiori, il resto dei dirigenti veneti del territorio se ne fregò Ma l'Arsenale era intatto, l'esercito era pronto a combattere, la gente pure. Che dolore! Bella Serenissima, Regina del mar, potevi essere salvata e un domani diventare tu la Repubblica rinnovata che avrebbe fatto la Vera Unità d'Italia alla Carlo Cattaneo! Adorabile Venezia!
Ed è così che Gioele decise improvvisamente di fare uno spinoff. Incominciava così il racconto della grande storia di Venezia. Ma per farla bene e per far capire tutti i passaggi, Gioele decide ovviamente di partire dalla fondazione, quindi dal 400dc. Tenetevi forte, perché dopo aver raccontato tutto per filo e per segno, incastrando tutto anche con la serie Imperatores, Napoleone tornerà nel 2028, sempre su questo canale. 🤣 Sto scherzando, ma con Gioele mai dire mai...
😸😸😸😸😸😸
Tra l'altro, come noto, N. di marina non ha mai capito niente!😛
23:05 Ah, i Malavoglia! Ben prima di quelli di Aci Trezzi.
😸😸😸
El Doge Manin
Dal cuor picinin
Xe curto de man
Xe nato furlan
Magnemo del tò Pan che mi magno del mio
Ancora interessante.
Il Pavido Manin
Con cosa doveva combattere?
Di lui riparleremo
Alle sedute del Maggior Consiglio dei giorni successivi, in cui si doveva decidere se cedere alle richieste francesi, si presentò pallido e con voce tremante: Napoleone pretendeva la creazione di un regime democratico al posto della vigente oligarchia, lo sbarco di un'armata di 4.000 soldati francesi a Venezia (e sarebbe stata la prima volta di un esercito straniero a Venezia dall'epoca della fondazione), la consegna di alcuni capitani veneziani che avevano combattuto l'esercito francese invasore in terraferma. L'8 maggio il doge si dichiarò pronto a deporre le insegne ducali nelle mani dei capi della rivoluzione, invitando nel contempo tutte le magistrature allo stesso passo: pare che uno dei consiglieri ducali, tal Francesco Pesaro, avesse invece spronato il doge a fuggire a Zara, possedimento veneziano nella Dalmazia ancora fedele e sicura. Il rifiuto del doge fu giusta: ella fu conquistata dai francesi subito dopo.
Il 12 maggio si svolse l'ultima riunione del Maggior Consiglio in cui, pur in mancanza del numero legale dei presenti (pertanto con deliberazione giuridicamente non valida), fu deciso di accettare in tutto e per tutto le richieste di Bonaparte. Si decise anche lo sgombero dei soldati schiavoni da Venezia, così da non determinare incidenti quando fossero entrati in città i militari francesi. Terminata la seduta, Manin si tolse il corno, simbolo del dogato, e scendendo le scale lo regalò al proprio segretario non avendone lui più bisogno[9]. Questa ultima seduta è stata descritta da Ippolito Nievo nel romanzo Le confessioni di un italiano. Il 15 maggio il doge lasciò il palazzo ducale per ritirarsi nel palazzo della sua famiglia, ed i francesi entrarono a Venezia. Per prima cosa i Francesi si impossessarono della Zecca di Venezia, dove Manin conservava il suo denaro assieme a quello pubblico. Più del sessanta per cento dell'oro zecchino in deposito era proprietà personale dei Manin.
Ci arriveremo!
Venezia era finita,aveva esaurito le sue economie e i commerci si erano volti a occidente. Napo ha dato il colpo di grazia a un moribondo.
...Appunto. Io da veneto sono orgoglioso del passato della mia terra, ma riconosco che ormai la Venezia del XVIII secolo era l'ombra di se stessa, un relitto del passato in procinto di sparire. Da tempo il baricentro del commercio mondiale si era spostato dal Mediterraneo all'Atlantico, privando l'Italia di quella centralità economica che l'aveva caratterizzata per tutto il Medioevo e per buona parte del Rinascimento; tutte le repubbliche marinare, Venezia inclusa, si videro di colpo tagliate fuori dalle principali rotte commerciali, perdendo così la loro fonte di guadagno. Senza gli enormi capitali derivanti dai traffici con l'oriente, la Serenissima era condannata a diventare una potenza di secondo o anche di terzo rango, incapace di tenere il passo con i grandi stati nazionali che nel frattempo si stavano lanciando alla conquista del mondo. Quando Napoleone arrivò in Italia, la gloriosa Repubblica di San Marco era già morta e sepolta da un pezzo; mancava solo un atto ufficiale che ne decretasse la fine.
Mi chiedo. Ma il passaggio sui territori veneziani da parte delle truppe austriache è antecedente alla venuta di Napoleone in Italua?
No, iniziarono ad occupare territori veneziani solo dopo l'invasione della Lombardia
Eh Venessia Venessia ! Ti sei fatta valere con onore nella tua Storia, ma con Napoleone l'onore è stata una parola vacua.
Noi veronesi ci siamo opposti a Napoleone con le note "Pasque Veronesi", Verona, città di confine fu per un periodo tagliata in due dal fiume Adige, la parte francese e la parte austriaca chiamata ancora oggi Veronetta. I francesi smaltellarono tutti i Leoni di San Marco e demolirono il Castello San Pietro ex Castello di Teodorico, in realtà un castello dell'epoca viscontea. Possiamo oggi ammirare una copia di quel glorioso Leone in Piazza Erbe issato su una colonna.
In realtà non è storicamente vero, fece un tentativo e gli scontri ci furono in diverse luoghi basti pensare i combattimenti a Verona, Salò, Valeggio, Asiago, Desenzano, e altri ancora.
Le ribellioni e rivolte popolari sono una cosa. Schierare un esercito con le bandiere della Serenissima in testa sotto l'egida di Venezia è un'altra cosa. Ribellarsi quando l'occupante è già in casa tua e ti sta succhiando le risorse è un po' troppo tardi, non crede? E quasi sempre finisce repressa in un bagno di sangue
Venedia non era una potenza militare ma solo una ex potenza economica e come tale non poteva attaccare la Francia pena la distruzione.
Una situazione somile a quella di Roma contro i vari invasori
Possiamo dire che la politica veneziana, nella sua apparente pavidità, è stata la più intelligente perché ha risparmiato devastazioni e sofferenze maggiori...
Però ha fatto scomparire lo stato
Qualcuno ha detto.....chi combatte può perdere, chi non combatte ha già perso.......qualcun'altro invece dice ....se non puoi vincere una battaglia non la combattere....io sono dell'idea che le partite iniziano sempre dal risultato di 0-0....anche Real Madrid-frattocchiole 😂
mi no vao a combatar...
In ogni caso W SAN MARCO Morte al falso ideale giacobino
Senza quel "falso ideale" non credo esisterebbe la democrazia moderna
@@laBibliotecadiAlessandrianon è vero. In Austria non arrivarono i giacobini, così come in Inghilterra o negli Stati Uniti, ma mi sembra siano nazioni evolute
La democrazia statunitense è molto diversa da quelle europee. Per l'Austria vuole negare che le basi attuali dello stato siano improntate sui documenti della rivoluzione francese?
A dirla tutta i francesi arrivarono a Vienna sia nel 1805 che nel 1809. Quanto ai giacobini, nel ‘96 avevano già perso il potere (e la testa), quindi i giacobini non arrivarono né a Venezia né a Vienna
Napoleone becchino della Serenissima Millennaria
Perché avevano altro a cui pensare. Poi Napoleone non siamo neppure sicuri che sia mai realmente esistito
Chi non ne è sicuro? 😸😸😸😸😸 quale incredibile ignorante non ne è sicuro?
Ma tu sei sicuro di esistere?
Napoleone si è sempre imgegnato a fare bene da solo 😂 bastava che lo lasciassero fare
Che tristezza la Repubblica veneta....ormai l ombra di se stessa...
Mai una volta che possa protestare per qualcosa che dite: diventa frustrante seguire «Pillole di Storia» … sto scherzando, naturalmente … Bravi a mettere ordine in una questione molto complessa. Perché non ci fu una guerra contro i francesi? Per il timore essenzialmente di far precipitare nella rivoluzione la Terraferma, ma anche per un altro motivo che Gioele ha accennato: i grandi capitali ormai non erano più investiti nei commerci marittimi, ma nelle proprietà terriere e sarebbe stata una catastrofe. Poi c'era davvero 'paura' ... la 'grande peur', più o meno negli stessi termini di come la racconta Georges Lefebvre. E per oggi basta complimenti ..
Ma chi era, Putileone?😅
😸😸😸😸
Ludovico Manin non era come Volodymir Zelensky
Non che abbia portato bene a Venezia
@@laBibliotecadiAlessandria Infatti, se Zelensky si fosse ispirato a Manin adesso la storia sarebbe molto diversa.
Non ha avuto Stati esteri pronti ad aiutarlo
alvinze pronuncia
😂😂😂😂 mi rendo conto chi sono i famosi leghisti super soldati , fiero di essere meridionale , ma il vero problema che hanno contagiato tutta l'Italia
Nessuno stato italiano, all'epoca, aveva eserciti decenti
@@laBibliotecadiAlessandria sicuramente ma loro se loro se lo sono dimenticati, almeno l'esercito del Regno napoletano ha combattuto loro no anzi
Gli Schiavoni
A Trieste si dice gli "sciavi" con l'accento sulla a per dire slavi
Mentre il cognome tipico veneto è Schiavon, che deriva da colui che viene da dalla Croazia ( Slavonia)
perchè venezia era marcia
Schiavoni=dalmati, non slavi ma dàlmati
Il termine è imparentato con slavi non con dalmati
12
Esplodendo?