Assolutamente affascinante come sempre. Sul punto finale della solidarietà di Maometto, forse non sia soltanto dire che Dolcino e i suoi seguaci finiranno uccisi, ma anche che lui sarà storpiato dalla chiesa. Ciò è, la sua memoria e il suo messaggio manipolati e deformati. Grande Maria!
Immagino che la questione della colpa sia relativo all'epoca vissuta. La sensibilità era diversa. Cosa fa orrore a noi, ad esempio il numero di persone uccise, forse non faceva così orrore ai tempi di Dante e a Dante stesso, quanto il fatto di versare sangue umano in sè e per sè e la colpa di creare discordia, perchè chi fomenta discordia non è solo colpevole di ciò che fa materialmente a livello personale, ma anche di tutto ciò che viene dopo di lui, eseguito da altri in suo nome e seguendo sua ideologia. Diciamo che per certi versi ricalca la colpa ereditata dai padri tanto cara al mondo cattolico, ma in un modo del tutto personale e soggettivo, cioè non una colpa ereditata inconsapevolmente e pur sempre da espiare, ma piuttosto una colpa scelta per aver scelto di seguire quella via indicata dal creatore di discordia iniziale. E' un concetto di responsabilità personale. Mi rendo conto che nel sistema attuale di scarsa memoria storica e distrazione, non si sia più abituati a risalire a chi e cosa, magari andando indietro di secoli. Tirati di qui e tirati di là, si fanno spesso scelte religiose e si prendono posizioni ideologiche senza sapere tutto della faccenda, sicuramente aiutati da riassuntini propagandistici che includono pezzi e ne lasciano fuori altri. Tuttora e forse più di prima si prendono posizioni a favore o contro senza accorgersi che si stanno ancora combattendo battaglie di altri. A me invece sembra che per l'uomo Dante di quel tempo fosse ben chiara la catena di eventi scatenata da uno scandalo o scisma e le conseguenze nei secoli a venire, forse senza nemmeno una fine. Non è veggenza, piuttosto è la capacità di prevedere eventi futuri sulla base delle risorse del presente. Una specie di esoterismo cognitivo. Immagino che anche ai tempi di Dante non ci fossero molti umani così. Lui era dedicato e oltre ad essere talentuoso non doveva zappare la terra dall'alba al tramonto per sopravvivere a stento e logorato nel fisico. Il creatore di discordia è uno che si rende responsabile di aver cominciato una sequenza di eventi legati alla discordia che poi va avanti anche quando lui materialmente sulla terra non c'è più. Il sangue versato in nome di quello scisma da lui propugnato è una colpa retroattiva. E' un morto con il futuro sul groppone.
Grazie Maria. sul primo verso seguente... “guardommi e con le man s'aperse il petto, dicendo: «Or vedi com' io mi dilacco!” vedo Maometto che mostra il proprio Cuore a... Dante, a noi; e poi rincara con "storpiato"... (mia libera visione). No-comment sulle note della Chiavacci... non capisco se lo fa di proposito o no.
Il collegamento tra la misura di 22 miglia, la simbologia legata alla pietra, il numero della bolgia corrispondente a quello delle crociate e, dunque, la lettura completamente nuova della figura di Maometto all'interno dell'Inferno dantesco...be', non so se sia esagerato, ma mi sembrano geniali. In pratica tutto il contrario di quella che appare semplicisticamente una condanna alle contrapposte letture "ortodosse", sia di parte cattolica che di parte musulmana.
Di canto in canto questa lettura della Commedia è sempre più sorprendente. Sono entusiasta. Grazie professoressa.
🙏
Grazie per la lettura e per i chiarimenti storici
Grazie
Molto illuminante! Grazie
Assolutamente affascinante come sempre. Sul punto finale della solidarietà di Maometto, forse non sia soltanto dire che Dolcino e i suoi seguaci finiranno uccisi, ma anche che lui sarà storpiato dalla chiesa. Ciò è, la sua memoria e il suo messaggio manipolati e deformati. Grande Maria!
Immagino che la questione della colpa sia relativo all'epoca vissuta.
La sensibilità era diversa. Cosa fa orrore a noi, ad esempio il numero di persone uccise, forse non faceva così orrore ai tempi di Dante e a Dante stesso, quanto il fatto di versare sangue umano in sè e per sè e la colpa di creare discordia, perchè chi fomenta discordia non è solo colpevole di ciò che fa materialmente a livello personale, ma anche di tutto ciò che viene dopo di lui, eseguito da altri in suo nome e seguendo sua ideologia.
Diciamo che per certi versi ricalca la colpa ereditata dai padri tanto cara al mondo cattolico, ma in un modo del tutto personale e soggettivo, cioè non una colpa ereditata inconsapevolmente e pur sempre da espiare, ma piuttosto una colpa scelta per aver scelto di seguire quella via indicata dal creatore di discordia iniziale.
E' un concetto di responsabilità personale.
Mi rendo conto che nel sistema attuale di scarsa memoria storica e distrazione, non si sia più abituati a risalire a chi e cosa, magari andando indietro di secoli.
Tirati di qui e tirati di là, si fanno spesso scelte religiose e si prendono posizioni ideologiche senza sapere tutto della faccenda, sicuramente aiutati da riassuntini propagandistici che includono pezzi e ne lasciano fuori altri. Tuttora e forse più di prima si prendono posizioni a favore o contro senza accorgersi che si stanno ancora combattendo battaglie di altri.
A me invece sembra che per l'uomo Dante di quel tempo fosse ben chiara la catena di eventi scatenata da uno scandalo o scisma e le conseguenze nei secoli a venire, forse senza nemmeno una fine.
Non è veggenza, piuttosto è la capacità di prevedere eventi futuri sulla base delle risorse del presente. Una specie di esoterismo cognitivo. Immagino che anche ai tempi di Dante non ci fossero molti umani così. Lui era dedicato e oltre ad essere talentuoso non doveva zappare la terra dall'alba al tramonto per sopravvivere a stento e logorato nel fisico.
Il creatore di discordia è uno che si rende responsabile di aver cominciato una sequenza di eventi legati alla discordia che poi va avanti anche quando lui materialmente sulla terra non c'è più. Il sangue versato in nome di quello scisma da lui propugnato è una colpa retroattiva. E' un morto con il futuro sul groppone.
Grazie Maria.
sul primo verso seguente...
“guardommi e con le man s'aperse il petto,
dicendo: «Or vedi com' io mi dilacco!”
vedo Maometto che mostra il proprio Cuore a... Dante, a noi;
e poi rincara con "storpiato"... (mia libera visione).
No-comment sulle note della Chiavacci... non capisco se lo fa di proposito o no.
Il collegamento tra la misura di 22 miglia, la simbologia legata alla pietra, il numero della bolgia corrispondente a quello delle crociate e, dunque, la lettura completamente nuova della figura di Maometto all'interno dell'Inferno dantesco...be', non so se sia esagerato, ma mi sembrano geniali. In pratica tutto il contrario di quella che appare semplicisticamente una condanna alle contrapposte letture "ortodosse", sia di parte cattolica che di parte musulmana.
Bravo!!! Bravo per il “che di parte musulmana”!
minuto 12,20 circa - Be', ma è ovvio che non abbia incontrato Marco Polo, nel 1300 era ancora vivo e vegeto...