@@Bert0ld0 Onestamente non saprei dirti. Io ho trovato i suio video su 2 canali TH-cam: 1. viaggiare in elettrico. 2. VaiElettrico. In linea di massima se nel cerca qui sopra di TH-cam digiti Prof. Armaroli, dovresti trovare le sue video interviste. Su FB credo sia presente ma non l'ho mai cercato. Confermo che è un grande e spiega veramente bene.
Uno dei migliori video che abbia visto finora su questo argomento. E da chimico quale sono, devo dire che provo anche una certa soddisfazione nel constatare che spesso i chimici come il prof. Armaroli dimostrano una competenza, imparzialità, e padronanza dell'argomento superiore a quella di molti (spesso troppo decantati) fisici. Il problema dell'Italia non è mai stato quello della carenza di cervelli nei nostri ricercatori, ma quello dell'assoluta mancanza di sensibilità, responsabilità e lungimiranza della nostra classe politica, che spesso con la propria ignoranza e stupidità (e corruzione) impedisce alle persone di merito di poter cambiare in meglio il nostro Paese.
Grazie Francesco e grazie professore, ha trattato con semplicità esemplare questo controverso argomento facendo definitiva chiarezza su tutte le varie questioni. Incredibile, 30 minuti volati!
grazie per le info. Dispiace che, come al solito, argomenti così importanti, non se ne parli MAI pubblicamente, non ci sia dibattito pubblico, e politico, e MAI in maniera così chiara!
Concordo tutto, sono sempre stato contrario al metano, e ora anche all'idrogeno, ho tutto elettrico, auto ibrida da molti anni ed elettrica quanto prima. Articolo molto chiaro e ben fatto, grazie
sarebbe interessante quantificare/approfondire il concetto di "enorme surplus" sia in relazione ai costi degli elettrolizzatori (che non sono proprio economici, quindi andrebbero a "corrodere" il fatto che il fotovoltaico/oelico sia economico da implementare) sia in termini di costo del suolo, perché se (sparo a caso) per alimentare gli autobus di Monza devo pannellare una superificie grande quanto Milano il giochino tende a scricchiolare.
Ma infatti l'idrogeno verde è una bella favola che si raccontano per continuare a vedere gas e petrolio. L'unico modo sensato per produrre idrogeno è tramite nucleare.
Grande, Prof. Andreoli, esemplare chiarezza e linearitá di pensiero. In 30' ha demolito, con colore ed efficacia, tutte le bufale e falsi miti sull'idrogeno. Va a tutti gli studenti universitari, ma anche in TV e radio.
Però un pieno di idrogeno ha quasi la stessa durata di un carburante fossile, è principalmente questo il motivo per cui molti tifano per l'idrogeno , i tempi di ricarica sono abbastanza veloci. Un esempio è un autoambulanza che dovrebbe essere sempre utilizzabile in ogni momento senza attese e qui l'elettrico ci perde. Io non capisco perché non creare una rete di batterie interscambiabili come il produttore Nio e come il prototipo fiat 120
@@djramko per i costi, principalmente. Ogni marca dovrebbe realizzare la propria rete di infrastrutture, mantenere in carica stock di batterie e quando le auto elettriche saranno milioni, potrebbe diventare poco gestibile. Comunque una ambulanza ha esigenze particolari, così come le ha un rappresentate che fa 500km di autostrada tutti i giorni (anacronistico nel 2021, ma tant'è). Per questo non si dovrebbe mai pensare in modo assoluto: il diesel resterà il sistema più adatto per il rappresentante, ma a quel punto sarà una nicchia molto piccola e specifica.
AL minuto 13:02 il professore dice che la sera mette in carica la macchina e va a letto. Se non ha un fotovoltaico abbinato ad una batteria è bene sottolineare che per ogni 100 parti di energia che entrano nella batteria della macchina, in realtà ne sono state usate 217 quindi il rendimento di un'auto elettrica scenderebbe a 77/217 = 35% molto vicino al 30% nel caso di utilizzo del vettore idrogeno...
Molto interessante, il prof. Armaroli chiaro e competente. Mi pongo molte domande sulla mobilità urbana e non : Quando riusciremo a dimezzare i tempi di ricarica,ed aumentare l'autonomia dei veicoli elettrici? La ricarica delle auto al di fuori delle proprie abitazioni,sarà così semplice quando tutti saranno possessori di auto elettrica? Attualmente la corrente elettrica è prodotta prevalentemente da fonti rinnovabili ? Secondo il mio modesto parere l'idrogeno può essere la soluzione. Due produttori d'auto hanno già costruito auto ad idrogeno con cella a combustione efficiente e compatta,uno di essi ha in produzione camion per il trasporto pesante. In Italia abbiamo competenze,intelligenze,ma la ricerca viene come sempre poco finanziata,ed ogni scoperta non viene mai supportata dal tessuto produttivo
Ma scusa io avevo visto dei video in riguardo idrogeno che c’è un kit che mettendo acqua distillata o demeralizzato e funzionava benissimo se andate su yuotube e scrivete modifica auto con alimentazione idrogeno ti spiega due centri in Italia che fanno impianti a idrogeno nei dettagli con un serbatoio di acqua depurata e puoi fare 5000 km circa
Buona giornata, scusi se mi intrometto, se lei in casa ha un contatore da 3 kW, questa è la media della maggior parte delle utenze in Italia, ha una macchina elettrica, di quanti kW? Se vuole una percorrenza decente deve avere almeno 50kw di batterie, andando ad una media di 100 kmh, in poco più di un'ora è praticamente a piedi, quindi non si allontana molto da casa, giusto girare un poco nella propria città, per ricaricare 50 kWh con un contatore da 3 kWh in 16 ore carica 48 kWh, sempre che non vi sia nulla attaccato , lampadine, frigorifero, lavatrice, TV ecc. Per avere a disposizione 16 ore per la ricarica a che ora l'attiva? Se esce alle 7 del mattino, per avere a disposizione 16 ore di ricarica deve attaccare alle 15,00 e staccare qualsiasi elettrodomestico. Secondo lei è fattibile? Perché continuare a sostenere cose assurde che sono fallimentari in partenza? Dopodiché provi ad immaginare ogni utenza, un'auto in ricarica, quindi assorbimento al massimo, la rete salta, mi dice da dove si prende tutta questa energia elettrica? E soprattutto come viene prodotta? Perché continuare a preoccuparvi della CO2 ? La CO2 è il pane dei vegetali, basta piantare alberi, invece di tagliarli, l'interesse di pochi a quanto vedo prevale sempre. Sarebbe ora di ripassare un po' dei progetti e realizzi di Nicola Tesla. Saluti.
Molto, molto interessante e chiaro. L'unica affermazione su cui ho dubbi è al minuto 24:50. Le faglie lubrificate (in altro modo) negli Stati Uniti hanno effettivamente dato un numero molto maggiore di sismi ma di intensità molto più bassa. L'energia sismica, attraverso la lubrificazione delle faglie, viene dissipata con maggiore frequenza e quindi non ha modo di accumularsi per liberarsi tutta insieme in fenomeni a magnitudo maggiore. Questo perché la lubrificazione abbassa l'energia critica necessaria per il moto relativo delle zolle e per la fratturazione delle rocce. Che cosa ne pensate? Grazie.
In primis queste batterie possono avere una seconda vita come accumulo domestico o per trazione di altri mezzi meno esigenti in termini di potenza ed autonomia (es imbarcazioni). Per quanto riguarda il riciclo e recupero delle materie prime, attualmente si parla del 50-60% www.pv-magazine.com/2019/03/25/innovation-boosts-lithium-ion-battery-recycling-rate-to-over-80/ ma naturalmente si punta a percentuali molto più elevate e numerosi stabilimenti dedicati stanno sorgendo www.repubblica.it/motori/sezioni/attualita/2021/02/15/news/hydrovolt_l_impianto_piu_avanzato_per_il_riciclo_delle_batterie-287673344 www.ilsole24ore.com/art/auto-elettriche-riciclo-batterie-e-grande-sfida-ADv5kXAB
Buongiorno a tutti, ottima spiegazione, grazie professore, ho un'azienda agricola é sono molto interessato, per l'ambiente e per il costo della corrente elettrica gestito dalla rete, grazie.
Il costo dell'elettricità ha più a che fare con la politica che con la sua produzione o gestione. La tassazione abnorme e gli ostacoli alla realizzazione di impianti a fonte fotovoltaica per esempio, ne sono la misura. Di fatto gli impedimenti alla realizzazione di impianti (a terra su agricolo) o la burocrazia che disincentiva qualsiasi attività a riguardo o il fatto che l'energia prodotta da fotovoltaico e immessa in rete valga un quarto di quella che si compra (come se fossero kW di serie B) sono tutte colpe della politica che vuole mantenere un sistema di distribuzione e controllo centralizzato poiché questo è un centro di potere.
@@elenatagliani4386 le imposte gravano per circa un 13% del prezzo in bolletta. Non la definirei una tassazione abnorme. La spesa per l'approvvigionamento energia incide per circa il 36.5%. Oneri di sistema, trasporto, commercializzazione sono oneri che il consumatore finale paga e che un sistema di produzione e distribuzione diffuso possono solo che aumentare. L'energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico gode di priorità di dispacciamento, mal grado la sua produzione non sia costante, mal grado la sua produzione aumenti il costo della gestione della rete. Lo stato italiano paga miliardi in sussidi alle rinnovabili, non direi proprio che è una scelta politica limitarne la diffusione, anzi.
@@marcopannella7472 quando avremo il net metering 1 a 1 e un sistema di defiscalizzazione facile da ottenere ne riparliamo. Per il resto persino la Polonia sta facendo meglio dal punto di vista della generazione distribuita.
Il net metering 1 a 1 è pura follia, esternalizza i costi dell'accumulo del fotovoltaico sulle centrali energetiche tradizionali. Se il fotovoltaico che lei vende è una valida alternativa alle centrali elettriche tradizionali dovrebbe riuscire ad essere economico senza bisogno di incentivi e sussidi (cosa di cui al momento gode ampiamente)
@@marcopannella7472 ma noi non li vogliamo gli incentivi. Sono controproducenti. La burocrazia è spaventosa al punto che fa desistere buona parte della domanda dall'avere un impianto fotovoltaico, e rinunciano. Ed è facilmente provato dalla misura dell'installato da quando ci sono Aste, Registri, un flop totale. Una defiscalizzazione è più che sufficiente e magari un net mettering uno a uno come in California o prestiti agevolati dalle banche come fanno in Polonia. E in questo modo non si deve pagare un'azienda che faccia i documenti necessari per non rischiare di ricevere una bella letterina del GSE che ti dice di restituire tutto perché ti sei dimenticato di mettere il numero della pagina in un documento. O che non hai compilato un modulo che hanno deciso che dovevi averlo tre anni dopo ma ha valore retroattivo.
Le energie rinnovabili da sole non sono sufficienti a coprire il fabbisogno energetico nazionale. Serve un aiuto importante, quindi idrogeno rosa è la soluzione? L'energia nucleare ha creato meno morti e disastri di tutte le altre incluse le rinnovabili, vogliamo cominciare a ricrederci su questo e parlare seriamente di questo problema?
@@gabrichupika in Francia un abitante su tre dista meno di 30 km da una centrale nucleare o da un deposito di scorie. Eppure non vedo né la fobia che c'è da noi, né un picco di malattie imputabili alle radiazioni. E tutto il circo è lì da decenni, quindi è ragionevole pensare che eventuali conseguenze sarebbero sicuramente emerse: mi pare evidente che chi veicola l'antinuclearismo ci sta menando per il naso. Oppure è in buonafede e menano per il naso anche lui. Personalmente mi preoccupano di più i rifiuti tossici che abbiamo e continuiamo a sversare in giro, e per due ragioni: 1. sono composti stabili, quindi tra mille anni saranno ancora là a far danni 2. non sono facilmente rilevabili: a meno che non le interrino a svariate centinaia di metri di profondità le scorie nucleari le trova un bambino con un qualsiasi contatore geiger
Ho visto il filmato solo oggi. Ho anche visto però un filmato di un generatore di energia elettrica e calore che riesce a generare l'idrogeno usando bioalcol. Mi potreste dare informazioni su questo tipo di impianto? Non vorrei fare pubblicità mettendo il nome della azienda. Grazie
Vedo molto di buon occhio la trasformazione dell'idrogeno verde in metano verde(così come stanno cominciando a fare in Germania, si possono continuare ad utilizzare le reti edistenti,si può utilizzare ANCHE per trasporto pesante,navale ecc. Per quanto riguarda il settore delle auto,si possono mandare a metano verde con la comodità di rifornimento rapido e potendo (in caso di bisogno) utilizzare gli altri e-fuels liquidi (quindi grande praticità,grande versatilità e neutralità dal punto di vista CO2), il tutto senza ol problema di ricariche e batterie.
Le alternative ci potrebbero essere (al memento poco sviluppate) e prenderebbero più piccioni con una sola fava, crezione di energia e eliminazione di scarti o spazzatura, con basso impatto, dico basso perchè nulla ha zero impatto, anche fotovoltaico e l'eolico per creare gli apparati, consumano energia e inquinano, per non parlare del recupero delle materie necessarie per la crezione, o dei grassi per lubrificare l'eolico, e in ultima fase la bassa durate di certi apparati che devono essere smaltiti, e che stanno inquinando forse più di prima. L'idea che avevo sarebbe quella di sviluppare sistemi di MCHP per condomini o abitazioni che sfruttino Carbonizzazione idrotermale, Gassificazione di scarti, plastica etc, e da qui la creazione di energia elettrica, da materiali che altrimenti andrebbero ad inquinare, e che oggi come occidente mandiamo stipati in incontainer a paesi del terzo mondo, che poi bruciano o seppelliscono, perchè è questa la vera faccia del New Green Deal.
Ci sono aziende di costruzione di case in Olanda con cappotti termici che sono Italiane.. xchè non costruiscono case antisismiche come in Sud Korea che non si sono sgretolate con un terremoto di elevata intensità?
in gran parte ci sono ottimi spunti. ci sono tanti punti di vista soggettiva! si trascura per esempio l'autonomia delle auto elettriche. trascurato il rendimento e la dissipazione nel tempo delle batteria. il LCA delle batterie. trascurato lo storage stagionale. inoltre... se non si usa la rete di distribuzione per distribuire l'idrogeno, la rete elettrica deve essere almeno triplicata!
Interessante issimo:-) Peccato che non si sia parlato di piccole realtà che magari con 1 lt. Di benzina producono idrogeno utile per percorrere 1000 km. Recentemente ho visto un altro sistema prodotto in Sicilia a Sant’Agata di Militello che con l’idrogeno consente di ridurre il consumo di Diesel dal 25 al 50% Prof può affrontare anche questa realtà? Grazie Grazieeeeee Francesco
Bel video! Mi trovo in disaccordo solamente su una cosa. Certo che alimentare un' auto tramite idrogeno è inefficiente, ma non tutti hanno la possibilità di caricare la macchina in garage e non potranno essere installate a breve colonnine di ricarica per ogni parcheggio (al di là del fatto che la ricarica richiede appunto molto tempo e molta energia costringendo anche al rifacimento di molte infrastrutture che supportino la ricarica di molti veicoli contemporaneamente) quindi siamo sicuri che le batterie per le auto siano la scelta migliore?
Si e no. Nel senso il settore dell'elettrificazione è in continuo sviluppo sia al livello di infrastruttura che nelle tecnologie di stoccaggio (batterie) grazie anche al mercato sempre più richiesto e competitivo. Attualmente le batterie sono un mix di litio, cobalto e altre materie preziose che hanno tanti pregi quanti difetti soprattutto al livello geopolitico, ma questo non significa che le batterie saranno solo a litio, ci sono migliaia e migliaia di ricerche da quelle più fattibile a quelle più complicate per usare altri materiali. Ma giustamente come scrivevi non è per tutti, nel senso tanti non hanno predisposizione per caricarla, scarse infrastrutture lungo il percorso ecc... Una soluzione interessante potrebbe essere quella del carbon-neutral fuel ovvero produrre carburante a varie densità, usando l'idrogeno e le C02 di scart;, se si segue il discorso del professore sarebbe da "stupidi" sprecare l'idrogeno così e l'impossibilita di usare C02, in realtà non proprio da escludere a priori perché faccio un esempio concreto, io sono totalmente pro alla elettrificazione, ma per esempio i forni di murano non possono svolgere il loro lavoro con un sistema completamente elettrico e siccome l'idrogeno come combustibile non va bene, cosa possono fare? Usare il metano, ahimè, producendo CO2 che viene dispersa nell'aria. E se invece la riutilizzassimo? Ovviamente questo non deve escludere l'elettrificazione ove è possibile, ma deve essere intesa solo come applicazione di necessità. Continuando il discorso, se il comune di Venezia riuscisse a produrre idrogeno in loco e raccogliere CO2 dai forni ecco che teoricamente si potrebbe ottenere il carbon - neutral fuel. Ma se è un carburante, quando lo utilizzo per far andare il mio veicolo, emana CO2? Si, ma cosa cambia allora da adesso? Considerando il precedente esempio attualmente viene emessa in area CO2 prodotta da: - A) industrie - B) veicolo endotermico Con il carbon - neutral fuel si avrà : - emissione di CO2 solo da alcuni veicoli e in più in quantità ridotta Ma se emana CO2, come fa essere carbon-neutral? La CO2 verrà assorbita in due modi: - naturalmente, ovvero le piante usano la CO2 per trasformarla in ossigeno (caso complicatissimo perché non solo bisogna controllare rigidamente il traffico dei veicoli a carburante carbon neutral, ma sarà sempre più difficile togliere quello già presente) - artificialmente, attraverso dei filtri la CO2 già presente nell'aria e quella emessa da veicoli a carbon neutral viene accumulata e inserita nel ciclo per ottenere il carbon-neutral fuel. Risultato 0 CO2 emessa.... Semplice no?! Ehm no, purtroppo tutto è molto costoso e attualmente in sperimentazione, ma sicuramente un ottima soluzione futura per tutti quelli che hanno esigenze di avere vetture leggeri a lungo chilometraggio e per le aziende che del metano non possono farne a meno. Purtroppo attualmente e nel prossimo futuro, la vera e unica soluzione è la mobilità elettrica su grande scala per veicoli leggeri
la cosa che non capisco della riduzione del ferro con idrogeno è la seguente : uno dei principali problemi degli acciai al carbonio è la criccatura indotta proprio da idrogeno. Deve essere evitato quando si salda e quando lo si usa in ambienti corrosivi. poi noi andiamo a fare un acciaio per riduzione e lo "carichiamo" di idrogeno a priori. in ambiente corrosivo come si comporterà? per gli acciai chiedono pochi ppm di idrogeno residuo in lega. a quanto si arriva se lo produciamo così?
Il tema è molto interessante. Poiché il grande pubblico è chiamato a partecipare, sarebbe bene dedicare maggiore attenzione ad alcuni aspetti della presentazione: la voce del relatore deve essere chiara, di adeguato volume; lo stesso relatore deve essere semplice nell'esposizione ed evitare di mescolare argomenti favorevoli e contrari contemporaneamente, con l'uso frequente di frasi secondarie che distraggono chi segue la trasmissione. Per semplicità espositiva si può parlare delle controindicazioni alla fine. Non va dimenticato che le figure, semplici ma ordinate ed in sequenza logica vengono preferite dallo spettatore alle divagazioni verbali, spesso arbitrariamente ritenute di maggiore effetto dal relatore. Questi ed altri simili accorgimenti dovrebbero essere parte del bagaglio di tecniche di chi intervista.
Ma per un trasporto con i mezzi che già esistono per il trasporto di combustibili attuali non c'è già la tecnologia LOHC senza dover comprimere l idrogeno ma renderlo inerte e facilmente trasportabile? Cosa ne pensate di questa tecnologia? 🤔
Il parco fotovoltaico di Rovigo occupa 84 ha e produce una potenza di 70.000kW, mentre il sole sulla stessa area fornisce 840.000 kW. La centrale ha un ridicolo rendimento dell'8,5% . Credo proprio che continuerò a mettere benzina nella mia Ferrari, che ha lo stesso rendimento.
A Decimoputzu hanno occupato ettari ed ettari del miglior terreno agricolo d'Italia per installare un parco fotovoltaico con un miserevole rendimento dell'8,5 %. Direi che è un crimine contro l'umanità, me ne fotto delle emissioni 0.
puntare sui reattori nucleari di quarta generazione come fanno ad esempio Francia ed Inghilterra risolvendo insieme il problema dell'anidride carbonica, dell'estrazione dell'uranio , delle scorie radioattive , degli incidenti , dell'autonomia energetica...
Si potrebbe iniziare subito con i reattori gen3+ per i seguenti motivi: - subito disponibili (in certi paesi tra cui la Corea del Sud riescono a realizzarne uno in 4 anni) - tecnologia matura (nessuna sorpresa) Una volta disponibili i reattori di IV generazione possiamo farli funzionare in sinergia, alimentandoli con il combustibile esaurito di quelli della generazione precedente. Molti paesi con reattori di III generazione mettono da parte il combustibile esaurito proprio per mantenersi questa possibilità, che ha anche due altri vantaggi: - riduzione dei costi di riprocessamento di quelle che oggi sono scorie - mettersi al riparo da eventuali, anche se improbabili, problemi nell'approvvigionamento di uranio vergine
Se parte dal concetto che 100 unità di energia (elettrica) ne diano 80 alle ruote di un veicolo è meglio che ricominci da capo a fare i conti. Al momento è quasi il rendimento della sola batteria durante tutta la sua vita utile.
Ma quanta gente in Italia ha un garage con i pannelli fotovoltaici sul tetto? Si vedono tantissime macchine parcheggiate in strada, sopratutto nelle grandi città.
Si ma la moltiplicazione per 5 dell'energia rinnovabile di cui parla il professore e necessaria per attivare il ciclo dell'idrogeno verde, è fattibile o no? Io non lo so.
Domanda: acqua dove si prende? Fiumi in periodo estivi secchi, falde vuote! Questo significa che per produrre un Kg di idrogeno, lavorando con rendimenti del 75%, serviranno 4.000 litri d'acqua.
Prof.. La transizione non si fa da un giorno all altro..ci vorranno delle Fasi.. Ma sopratutto investimenti noi l energia 100% verde non la vedremo in questa vita
l'idrogeno non come carburante ma come integratore al carburante come il gasolio per migliorare le prestazioni e tenere pulito camera di combustione fasce ecc.
Un approccio serio e parallelo a tecnologie intermittenti per produrre idrogeno potrebbe esser relativo alla fattibilità economica di idrogeno rosa da nucleare per aumentare i margini di flessibilità dei reattori nei mercati di bilanciamento e delle riserve elettriche. Ciò, in un mercato elettrico sempre più connesso a livello europeo, potrebbe portare di gran lunga a maggiori benefici. Si potrebbe evitare un eccessivo sovradimensionamento di impianti rinnovabili privi di inerzia e affidabilità, di fatto arginando il problema della sicurezza delle operazioni elettriche. Peccato che le politiche dirigiste europee si allineino con la retorica verde antinuclearista; finendo di fatto, a privilegiare certi stakeholders piuttosto che altri.
Comunque quest'idea che le rinnovabili non possano fornire inerzia è superata: quasi tutti gli inverter moderni hanno capacità di fornire "inerzia sintetica", ed esistono vari modi di fornire inerzia con turbine eoliche. Questo non vuol dire che sarebbe economico passare a 100% rinnovabili domani, ma intanto preoccupiamoci di arrivare al 70-80% (e al contempo elettrificare buona parte di trasporti, riscaldamento/condizionamento ed industria pesante), che è già più degli obiettivi per i prossimi 15-20 anni. Per quando saremo arrivati a quel punto, le soluzioni tecnologiche per arrivare a 100% ci saranno. reneweconomy.com.au/inverters-are-solving-grid-issues-at-fraction-of-cost-of-spinning-machines/
@@giorgiobalestrieri1431 Non so in quali pease tu viva, ma in Italia e Danimarca, dove vivo io, non mi sembra superata affatto. Non sono ferratissimo sui nuovi inverter; son però piuttosto certo che tutti i campi eolici in Danimarca non provvedono all'inerzia di rete se non nelle primissime fasi (ci fanno modellare gli algoritmi di bilanciamento appositamente con le varie riserve) e anche in Italia, dal momento che Terna prevede di installare ulteriori 4500 MVAr di compensatori sincroni da qui al 2025. Inoltre, anche qualora l'elettronica di potenza rimediasse (e sicuramente per la stabilizzazione della frequenza ci sono margini di miglioramento), questo non assolverebbe al problema di fondo: l'intermittenza. Di fatto puoi limitare il numero di compensatori da acquistare (magari grazie anche al pitch control - lì entriamo in meccanismi di mercato), ma non ciò non aumenterà i capacity factor delle tecnologie. Non ho idea di come potresti passare ad una rete 80% rinnovabile (escluso idroelettrico), e sono anche piuttosto scettico della riduzione drastica delle emissioni derivanti dal settore elettrico - dal momento che Danimarca, Germania, California - continuano ad avere carbon intensity della generazione di potenza più alti della Francia, per esempio. Se le soluzioni ci saranno non lo sa neanche Fatih Birol (che infatti è un fervente sostenitore di tecnologie nucleari), quindi figurati. Se poi hai anche qualche paper tecnico su questi nuovi inverter mi farebbe piacere dargli un'occhiata, l'articolo che hai postato è molto fumoso.
@@andrea_fasulo grazie per la risposta articolata, un paio di spunti: - non sono un esperto di inverter - né di ingegneria elettrica nello specifico - neanch'io, ma se fai una ricerca trovi decine e decine di articoli su synthetic inertia fornita sia da turbine eoliche che da inverter per impianti fotovoltaici e batterie. Manca ancora una definizione rigorosa di synthetic inertia (con "synthetic inertia" si definisce un range abbastanza ampio di servizi di risposta alla frequenza che sono più rapidi di quelli già forniti con i "classici" servizi di frequency regulation), ma il punto è che ci sono vari modi per replicare l'effetto di macchine rotanti attraverso dispositivi elettronici. Giusto un paio di riferimenti: - IEEE: spectrum.ieee.org/energywise/energy/renewables/can-synthetic-inertia-stabilize-power-grids - DTU (solo una definizione): www.researchgate.net/publication/321104126_Synthetic_inertia_versus_fast_frequency_response_a_definition - Fluence: info.fluenceenergy.com/everoze-report-digital-inertia-ireland-island Credo che al DTU stiano facendo studi in merito, purtroppo non ho tempo di tenermi aggiornato sulla letteratura in merito. - quando parli di campi eolici in Danimarca (o altrove), si parla di impianti esistenti, che per motivi sia tecnologici, sia di rilevanza (fino a pochi anni fa la penetrazione di rinnovabili non era tale da presentare problemi di questo tipo), sia di mercato (ad oggi esistono ancora pochi mercati e prodotti che permettono/incentivano impianti rinnovabili a fornire questo tipo di servizi) non sono stati progettati per fornire inerzia. Visto che si parla di arrivare a 70-80% rinnovabili mentre elettrifichiamo altri settori, la capacità rinnovabile a livello Europeo dovrà crescere almeno di un fattore 4 o 5, per cui l'esistente avrà un effetto relativamente piccolo rispetto alla nuova capacità. Quindi l'importante è assicurarsi che gli impianti nuovi siano in grado di fornire questo tipo di servizi (non in modo rigido, come dici tu esistono altre tecnologie che possono farlo come i capacitors, sta tutto nel trovare il giusto equilibrio e market design per integrare varie tecnologie). - Faith Birol ha una conoscenza enorme del mondo energetico ma onestamente come buona parte dell'IEA vive vent'anni indietro rispetto al progresso tecnologico, e sono un organismo che subisce enormi influenze politiche ed economiche da tutte le parti, quindi va ascoltato ma non preso come oro colato. Tanto per fare un esempio, da vent'anni sbagliano sempre sistematicamente al ribasso tutte le previsioni di installazione di rinnovabili, che dice qualcosa sui loro bias: cleantechnica.com/2017/09/06/iea-gets-hilariously-slammed-continuously-pessimistic-renewable-energy-forecasts - Sono d'accordo che l'inerzia sintetica di per sé non risolve il problema dell'intermittenza (solo quella nel brevissimo termine), parlavo di inerzia perché l'hai citata nel tuo commento: mi sembra che il tuo punto fosse che anche se idrogeno + rinnovabili fosse economico, ci sarebbero problemi di inerzia senza nucleare, che non credo sia strettamente vero appunto perché a quel punto la maggior parte degli impianti rinnovabili potrebbero fornire inerzia. Sull'intermittenza più in generale ci sono moltissimi approcci, dalle batterie (usate in modo ragionevole), al pumped hydro (con tutti i suoi limiti), al demand side management ad appunto l'idrogeno usato per applicazioni industriali e mobilità pesante. Detto questo, vorrei chiarire che non sono affatto contro al nucleare a prescindere, ed è verissimo che tutti gli scenari dell'IPCC in cui rimaniamo all'interno dei due gradi di aumento di temperatura media globale includono o molto nucleare o molto CCS, e ad oggi il CCS è ben lontano dall'essere praticabile, come spiegato nel video. Il nucleare ha sicuramente vantaggi e svantaggi, e andrebbe valutato come le altre tecnologie in modo lucido. Ironicamente, nella narrazione comune il punto forte del nucleare è il costo (mentre le rinnovabili sono viste come costose), quando in realtà negli ultimi dieci anni il nucleare è stato carissimo rispetto alle rinnovabili, anche se ovviamente è pianificabile (ma non particolarmente flessibile, visto che ha le stesse inerzie di tutte le turbine a vapore). - L'altra componente che sarà chiave per arrivare ad altre percentuali di rinnovabili è investire sulle reti di trasmissione e distribuzione (anche se non va molto di moda parlarne). Alla fine tutto il problema è trovare l'equilibrio giusto tra le varie tecnologie/soluzioni e minimizzare i costi metre si soddisfano requisiti di affidabilità, ambientali e sociali - non penso di dirti nulla di nuovo. Il succo è: se c'è la volontà e un'idea chiara di cosa si vuole fare, si può davvero puntare ad alte percentuali di rinnovabili (o tecnologie carbon-free, così ci mettiamo dentro anche il nucleare). Sicuramente ci sono tante sfide da affrontare (banalmente la maggior parte degli operatori di rete non sono pronti, oggi, a saltare direttamente a percentuali altissime), ma si può fare, e soprattutto impareremo tantissimo e svilupperemo soluzioni mentre la capacità aumenta. Per arrivare a 70-80% di rinnovabili tra vent'anni bisogna iniziare a costruire oggi, e imparare lungo il percorso. Nei posti in cui si è investito presto si stanno facendo enormi progressi (vedi la Danimarca, ma anche lo UK per rimanere in ambito europeo), sicuramente con una miriade di errori di percorso e correzioni, ma con una direzione ben chiara in testa.
@@martinsolenigule6857 il parere dei giapponesi sul nucleare è che serve, visto che stanno riattivando tutti i reattori spenti dopo Fukushima e ne stanno costruendo di nuovi. Anche perché senza nucleare son dovuti andare a PETROLIO... con conseguente aumento dell'inquinamento e carenze di energia (si è calcolato che a seguito della scellerata idea di chiudere le centrali siano morte migliaia di persone di freddo e di inquinamento).
Scelte alternative prepotenti seguite da tutte le case costruttrici. Era stato dimostrato come i classici motori a scoppio potessero venire adattati con poche modifiche , ad alimentazione ad idrogeno . Addirittura motori ad alimentazione d'idrogeno con ionizzatore integrato che da la possibilità di fare il rifornimento con semplice acqua , rendendo gli utenti liberi , indipendenti e autonomi ... Invece cercano di mantenere la solita linea dove il rifornimento deve essere consentito esclusivamente al distributore !!! Oltre tutto utilizzando inutilmente un abbinamento di tecnologie più costose e meno durature che oltretutto continuano ad alimentare consumismo ed inquinamento : propulsori elettrici accompagnati da accomulatori inquinanti e campi magnetici fastidiosi agli esseri viventi , quando basterebbe un motore a scoppio meccanicamente perfetto per durata ed efficienza capace di restituire dalla marmitta solamente vapore acqueo .....
io sto proponendo un'alternativa sia all'endotermico che all'elettrico puro con una soluzione ibrida radicalmente diversa da quanto proposto fino ad ora in una visione di massima applicazione tecnologica su minimo impatto ambientale... FR Project Elettrico-GPL-Metano-Idrogeno
L'Idrogeno recavato dall'acqua o verde è il combustibile del futuro. Ricavare idrogeno per produrre grande quantità di energia elettrica e distribuzione nelle abitazioni Occorre ricordare anche l'energia elettromagnetica per uso domestico, per lampadine a led, frigo televisori. non vengono prodotti i generatori, per motivi di concorenza delle società di grande distribuzione Enel, Iren ecc.. Il risparmio dei costi di distribuzione e manutenzione possono essere utilizzati per aumentare o convertire i posti distribuzione metano, benzina e disel, come distributori elettrici per carica batterie oggi in 1 minuto carichi per 600 Km Quando le auto elettriche saranno milioni e le batterie dovranno essere rottamante, lo smaltimento ed inquinamento dove finisce ? Produrre idrogeno non occorre un grande macchinario gli orafi usano il piccolo cannello ad idrogeno per uso lavorazione oro. Un'industra meglio che autoprodugga energia elettrica da idrogeno ed elettromagnetica, rispermia sulle spese generali, cosa diversa e convere l'energia derivata dai distributori attuali. La tasse lasciano pochi margini di convertire per la spesa iniziale. W ITALIA LIBERA !!!
Molto interessante. Un appunto come gia' commentato sotto: vero che la rete elettrica e' dappertutto ma le potenze richieste in caso di conversione a mobilità elettrica di massa non sono supportate dall'attuale dimensionamento della rete, né da un puntro di vista di distribuzione né di produzione dell'energia. Ricordo inoltre che Toyota dall'ibrido sta puntando sull'H2...
Per questo nel programma Re Power Europa è previsto un potenziamento delle reti elettriche sia casalinghe che Industriali, il che porterà sicuramente anche Lavoro Utile e intelligente, che farà bene all'ambiente e all' economia.
Non trovate che sia meglio mantenere le proprie abitudini invece che complicarsi la vita con la elettrica? MA! esiste un modo di mantenere le proprie abitudini non inquinando ovvero il modo di cui non si parla perchè scomodo commercialmente (tocca compra' la elettrica se no il pianeta non si salva) dato che hanno sfornato le elettriche come pagnotte di pane (ma il pane si vende bene e le elettriche no) qual'è questo modo? E-FUEL che se tutto va bene prenderà il posto della benzina/diesel. È un carburante sintetico 100% green a emissioni zero prodotto unicamente con energie rinnovabili. La Germania già lo sta producendo. Noi? Noi nooooo e che scherziamo? Eppure potremmo produrlo in autonomia dato che abbiamo sole, vento e mare in abbondanza, ma dirò di più: potremmo produrre anche molti posti di lavoro magari al suditalia. Se fossi al governo butterei giù almeno un piano di fattibilità, di costi e di quante aziende del settore energetico pubbliche e private sarebbero propense a investire su questa produzione.
😒Cosa VECCHIA per me. Io nel anno 2015 come da testimonianze di video e articolo di un giornale reali. Ho realizzato la prima stufa al mondo che riscalda con Idrogeno autoprodotto. SI SI autoprodotto. Non necessita di bomboline o bombolone che sono pericolose. E vedere questo video mi fa ridere le orecchie.
@@mauriziohu5085 Si certo una sola completa e funzionante. Dopo molteplici prove modifiche e messe a punto. Cosi da volere poi brevettarla. Ma al momento di cominciare la procedura del brevetto. Ricevetti minacce anche non molto velata. Che mi dicevano che non avrei dovuto portare a compimento il brevetto. Cosi da prendere quel prototipo e smantellarlo. Ma ho ancora con me i video e le foto della sua realizzazione. E in pochi giorni riuscirei a realizzarla. Saluti.
@@Tecnitalia55. GOMBLOODDOOOOO. La parola magica, non è produzione sul momento. Quello è possibilissimo. Chiunque abbia fatto il liceo scientifico è benissimo in grado di creare idrogeno con un filo di rame e una pila Duracell. La parola magica è "efficienza" Immagino che tu l'idrogeno lo produci con l'elettricità. Che senso ha usare l'energia elettrica di casa per avere l'idrogeno, che a sua volta verrà usato per riscaldare l'acqua? Fai prima a usare l'elettricità per riscaldare l'acqua. Senza elettricità a casa, Che cosa fai? Presumo niente idrogeno. 😂 Anche perché a ogni passaggio, l'energia si disperde. Stai spendendo il doppio dell'energia per ottenere la stessa cosa che sarebbe avvenuta spendendo direttamente l'energia elettrica. "Secondo principio della termodinamica"
@@mauriziohu5085 Salve. Non sono affatto concorde con te. Dato che per riscaldare l acqua necessiterei una quantita di corrente eccessiva per fare si che la resistenza elettrica arrivi a portare in temperatura l acqua. Al contrario con solo 12v, posso produrre una quantita di idrogeno che supera alla grande il consumo della resistenza elettrica. Inoltre con i fumi di scarico, che sono evidentemente pochissimi. Posso ,come gai fatto, con una piccola turbina produrre anche corrente. Oppure riscaldare anche acqua per un piccolo impianto a bassa temperatura.
grande leonardo, tuti sparlano contro le tecnologie che potremo avre in casa col fai da te e accettano con sottomissione le bollette che ci impongono, l 'drogeno non partira mai perche stanno tentando il modo ma molto costoso per stoccarlo e farcelo pagare quanto vogliono, mentre ci sono gia sistemi per l'autoproduzione e autoconsumo... che lo stato blocca facendone parlate male pure agli amici degli amici nei media...
Da quello che leggo si youtube: l CATENA SAREBBE QUESTA DA PARTE MIA umile mortale- 1 motore a combustione termico( ci sono in commercio motori nuovi con pistoni contrapposti ) cella a idrogeno sulla macchina al posto del serbatoio, ( produzione idrogeno all'accensione) cioè non serve bombola ad altra pressione, non serve la colonnina, ( acqua distillata carbonato di sodio, batteria auto, cella di produzione idrogeno istantaneo) funzionamento motore - 1 litro acqua motore 1600cc 80 Km.... l'esperimento dell'ingegnere di torino ( non è ancora morto) che ha trasformato una nissan da benzina ad idrogeno.... è reale .... l'esperto potrebbe informarsi...
Scusate .. produrre elettricità, da questa produrre idrogeno, dall'idrogeno produrre elettricità per trazione.... Bisogna essere dei fulmini di intelligenza per pensare una fesserie simile quando basta utilizzare l'elettricità necessaria per produrre idrogeno direttamente per la trazione. Meno passaggi, meno perdite, meno tecnologia intermedia,meno problemi di stoccaggio in bombole ad altissima pressione. Invece di sprecare soldi per sviluppare una tecnologia che sarà sempre e cmq svantaggiata energeticamente, usateli per nuove tecnologie delle batterie.
In teoria si potrebbe avere a casa un piccolo sistema d produzione dell idrogeno. Usando pannelli solari o eolico, per stoccarlo e usarlo all occorrenza. L elettricita a differenza dell idrogeno non puo essere stoccata se non in piccole batterie.
Discussione interessante. Secondo me però il prof. Armaroli, sicuramente molto competente sulla chimica dell'idrogeno, ha alcune carenze nella conoscenza della logistica e nelle problematiche della gestione delle fluttuazioni di potenza della produzione elettrica dovuta alle fonti di produzione pulite. Sono cose che non possono non essere prese in considerazione quando si affrontano certi temi. L'idea di poter centralizzare il rifornimento di idrogeno in poche stazioni di rifornimento prevede una rigidità della logistica non compatibile con le esigenze della nostra economia che va verso una sempre maggior flessibilità di servizio. Le fonti di energia rinnovabili generano purtroppo un'offerta di elettricità soggetta a picchi positivi e negativi; se si vuole coprire l'80%-90% del fabbisogno a fonti rinnovabili bisognerà generare una sovra-capacità enorme. A quel punto un sistema "relativamente" efficiente per immagazzinare la potenza elettrica prodotta in eccesso sarebbe quella di utilizzarla per produrre H2 verde in piccoli impianti/distributori che creerebbero condizioni ideali per una rete capillare di distribuzione
Ma proprio con i poli di accumulo/produzione a idrogeno localizzati si pensa di coprire le fluttuazioni no? Perché dici che si dovrebbe andare di pari passo con ulteriore capacità e di che tipo?
@@leonardomelia92 L'elettricità da fonti rinnovabili è già priorizzata nel dispacciamento; la generazione convenzionale flessibile si adatta alla produzione rinnovabile consentendo il massimo sfruttamento della risorsa; questo avviene ovunque. Ciò significa che bisogna sovradimensionare gli impianti per produrre più della domanda elettrica giornaliera se si vuole usare il surplus e non tagliarlo (il cosiddetto curtailmnent - inflessibilità di rete). Guardando all'efficienza di produzione da elettrolisi, senza contare il trasporto come detto da Amaroli, si arriva ad un massimo del 50-55% alla ruota del camion. Il che non è male, ma questo non elimina il principale problema delle rinnovabili nuove: l'intermittenza. Se si volesse sul serio costruire una quantità di GW fotovoltaici ed eolici tali da avere un surplus per un numero consistente di ore nell'anno (traslando il costo di metano e petrolio su nuovi impianti intermittenti coordinati con produzione di idrogeno) di fatto non si risolverebbero affatto la volatilità, l'incertezza, l'inerzia di rete. Tutti costi indiretti che potrebbero mantenere il prezzo dell'idrogeno verde inaccessibile. Sarebbe tutto molto bello se la sicurezza elettrica in una rete a crescente penetrazione di fonti intermittenti non fosse un problema, tuttavia non è così. Parlare di transizione completa a fonti rinnovabili è economicamente e tecnicamente impensabile attualmente, soprattutto in un paese dove più del 50% degli impianti eolici ha un fattore di carico minore del 20% e più del 90% di quelli fotovoltaici minore del 13%. Come dico sempre: a fare grandi proclami senza i TSO so boni tutti.
@@andrea_fasulo si capisco ora, vedo che sei molto più preparato di me sull'argomento che purtroppo ho perso un po' di vista e colgo l'occasione di chiederti ancora. A questo punto perché non ripensare in parte questo modo di condurre il dispacciamento e demandare a questi ipotetici poli di accumulo a idrogeno le fluttuazioni di rinnovabile Invece che lasciare la modulazione alla generazione convenzionale flessibile come i turbogas? In questo modo non si dovrebbe installare sovracapacità modulabile per star dietro ai capricci della rinnovabile con impianti tradizionali flessibili e con questi fare solo da base di produzione. Insomma, il peak shaving dell'accumulo non è attuabile? Bisogna per forza avere la possibilità di modulare con le fonti tradizionali?
@@leonardomelia92 Mi fa piacere rispondere; la sicurezza elettrica è una questione molto seria per i TSO, che ne sono direttamente responsabili; quindi se avviene un blackout sono questi che finiscono in tribunale. Se la tua domanda è: i produttori di energia VRE (intermittenti) con sistemi di accumulo a basse emissioni (fuel cells, termici, batterie etc..) potrebbero seguire il carico al posto delle turbogas/biomasse/carbone, la risposta è si. Ad oggi i servizi ancillari di peak shaving lo fanno i produttori che vogliono ottimizzare la rendita di un impianto da un punto di vista finanziario, vendendo di più negli orari di punta con l'aumento di prezzo (non possono proprio fare come vogliono, ma entro certi limiti si comportano così). L'elefante nella stanza che i produttori di tecnologie intermittenti si rifiutano di mostrare è la scalabilità, oltre all'intermittenza. Infatti non ne parlano mai, ma vanno avanti a "si potrebbe" - seguiti da tutte possibili soluzioni attualmente non scalabili (vedi demand response, sector coupling..) quando non greenwasher (Power-To-X per biocombustibili, o Power-to-Gas). Guardiamo all'Italia: la baseload (banalmente la potenza minima mantenuta per le 8760h dell'anno) è intorno ai 20-25 GW (non ricordo precisamente), coperta al 60-70% da termoelettrico e per un 7-11% da nucleare francese, sloveno o svizzero, il resto è idroelettrico e autoconsumo. Pensare di riuscire a coprire 15 GW notturni + 10 GW di picco attualmente coperti da termoelettrico in un paese povero di risorsa eolica, significa installare buona parte di potenza in eccesso che ti serve da fotovoltaico, di fatto aumentando la necessità di capacità flessibile a causa della duck-shape curve e totale assenza di inerzia elettrica (con margini di miglioramento dell'elettronica di potenza discutibili). In inverno inoltre l'eccesso solare si dimezzerebbe quasi, quindi devi anche installare accumuli stagionali. E' una soluzione attualmente presente solo su slide powerpoint, e che è anche decisamente pericolosa; infatti Terna e Snam nel piano al 2025 hanno introdotto aumento di potenza installata a gas più 4500 MVAr di generatori sincroni. Il paese che più si sta dirigendo (follemente) in questa direzione è la California, che nonostante abbia visto investire miliardi in nuovi impianti solari a concentrazione, ha solo 250MW di storage (ben lontani dai 10-20GW di cui parliamo qui) - e d'estate misteriosamente continua a soffrire di blackout a causa di phaseout nucleare e gas. Chiaramente le emissioni in gCO2eq/kWh sono nei momenti migliori sui 120, ben lontano da Francia (60) o Svezia (35), per esempio. Da produttore devi dire al TSO quanta riserva metti a disposizione, e quella ti viene pagata solo per essere lì inutilizzata - tuttavia deve essere pronta a partire nei mercati di bilanciamento se ci sono variazioni di domanda o offerta - altrimenti la banca del produttore deve rimborsare il TSO. Ergo, non basta installare 10-20 GW di storage, ma bisogna anche caricarli per essere disponibili per un numero necessario di ore all'anno tale da rendere meno economicamente competitiva la generazione a gas. Ora abbiamo 70 miliardi gratis e pensiamo di sfruttarli alimentando la retorica su queste curiose e dispendiose soluzioni, ma la realtà è ben diversa. Magari adesso capisci perché la Germania sta chiudendo il nucleare e ha un nuovo gasdotto pronto all'uso. Comunque sul mio canale youtube parlo anche di queste tematiche, passaci se ti fa piacere! Ciao!
@@andrea_fasulo una bella risposta a 360° ti ringrazio, mi permetto di riassumere il problema tecnico (non economico) principale è quello di regolazione primaria in frequenza? Vorrei parlarne ancora ma prima passo dal tuo canale e mi guardo i contenuti, poi ripasserò bene gli argomenti! :)
@@riccardoziani333 lo stanno dismettendo tutti??? Ma cosa stai dicendo? È l'esatto contrario, pure in Giappone hanno riacceso i reattori, ne stanno costruendo pure in UK, in Francia, Finlandia, Polonia, in mezza Africa, in Cina, in Russia, in USA e in Messico, e anche in sud America. Quindi, te lo chiedo seriamente, chi è che sta dismettendo il nucleare??
@@riccardoziani333 falso, solo TRE PAESI AL MONDO stanno effettuando o hanno effettuato phase out (Italia, Germania, Belgio), e guardacaso sono tra i Paesi messi peggio nella dipendenza dal gas.
strabiliato dalla chiarezza della spiegazione, complimenti.
Grazie
Interessantissimo, meno male che in rete co sono anche queste cose e non soltanto idiozie. Grazie!
Quanto la competenza va a braccetto col buon senso. Grazie Prof Armaroli.
Molto interessante. Ascoltare il professor Armaroli è sempre un piacere per la chiarezza e semplicità con cui tratta questi argomenti.
Dove lo si può ascoltare? Io me ne sono innamorato ma sui social non è presente, vorrei seguirlo
@@Bert0ld0 Onestamente non saprei dirti. Io ho trovato i suio video su 2 canali TH-cam:
1. viaggiare in elettrico.
2. VaiElettrico.
In linea di massima se nel cerca qui sopra di TH-cam digiti Prof. Armaroli, dovresti trovare le sue video interviste.
Su FB credo sia presente ma non l'ho mai cercato.
Confermo che è un grande e spiega veramente bene.
Finalmente.
Era ora che qualcuno parlasse chiaro e con onestà. Grazie prof. Armaroli.
Uno dei migliori video che abbia visto finora su questo argomento.
E da chimico quale sono, devo dire che provo anche una certa soddisfazione nel constatare che spesso i chimici come il prof. Armaroli dimostrano una competenza, imparzialità, e padronanza dell'argomento superiore a quella di molti (spesso troppo decantati) fisici.
Il problema dell'Italia non è mai stato quello della carenza di cervelli nei nostri ricercatori, ma quello dell'assoluta mancanza di sensibilità, responsabilità e lungimiranza della nostra classe politica, che spesso con la propria ignoranza e stupidità (e corruzione) impedisce alle persone di merito di poter cambiare in meglio il nostro Paese.
Bellissima intervista . Concetti e problematiche spiegate senza pari . Tutto da imparare da questo accolto .
Grazie
Finalmente una spiegazione chiara sul ruolo che potrà avere in futuro l'idrogeno.
Grazie Francesco e grazie professore, ha trattato con semplicità esemplare questo controverso argomento facendo definitiva chiarezza su tutte le varie questioni. Incredibile, 30 minuti volati!
grazie per le info.
Dispiace che, come al solito, argomenti così importanti, non se ne parli MAI pubblicamente, non ci sia dibattito pubblico, e politico, e MAI in maniera così chiara!
Concordo tutto, sono sempre stato contrario al metano, e ora anche all'idrogeno, ho tutto elettrico, auto ibrida da molti anni ed elettrica quanto prima. Articolo molto chiaro e ben fatto, grazie
sarebbe interessante quantificare/approfondire il concetto di "enorme surplus" sia in relazione ai costi degli elettrolizzatori (che non sono proprio economici, quindi andrebbero a "corrodere" il fatto che il fotovoltaico/oelico sia economico da implementare) sia in termini di costo del suolo, perché se (sparo a caso) per alimentare gli autobus di Monza devo pannellare una superificie grande quanto Milano il giochino tende a scricchiolare.
Ma infatti l'idrogeno verde è una bella favola che si raccontano per continuare a vedere gas e petrolio. L'unico modo sensato per produrre idrogeno è tramite nucleare.
Grazie Prof. Per l’estrema chiarezza della spiegazione
Tutto bene... ma il costo della produzione delle batterie al litio in termini di CO2? Perchè non si parla mai di questo!?
Ottima intervista. Armaroli sempre chiaro e diretto! 👏👏👏
Eccellente spiegazione..grazie prof.Armaroli...
Grazie mille….mi ha fatto capire in modo chiaro che la mia visione sull’idrogeno era errata….
Grande, Prof. Andreoli, esemplare chiarezza e linearitá di pensiero. In 30' ha demolito, con colore ed efficacia, tutte le bufale e falsi miti sull'idrogeno. Va a tutti gli studenti universitari, ma anche in TV e radio.
Però un pieno di idrogeno ha quasi la stessa durata di un carburante fossile, è principalmente questo il motivo per cui molti tifano per l'idrogeno , i tempi di ricarica sono abbastanza veloci. Un esempio è un autoambulanza che dovrebbe essere sempre utilizzabile in ogni momento senza attese e qui l'elettrico ci perde. Io non capisco perché non creare una rete di batterie interscambiabili come il produttore Nio e come il prototipo fiat 120
@@djramko per i costi, principalmente. Ogni marca dovrebbe realizzare la propria rete di infrastrutture, mantenere in carica stock di batterie e quando le auto elettriche saranno milioni, potrebbe diventare poco gestibile. Comunque una ambulanza ha esigenze particolari, così come le ha un rappresentate che fa 500km di autostrada tutti i giorni (anacronistico nel 2021, ma tant'è). Per questo non si dovrebbe mai pensare in modo assoluto: il diesel resterà il sistema più adatto per il rappresentante, ma a quel punto sarà una nicchia molto piccola e specifica.
AL minuto 13:02 il professore dice che la sera mette in carica la macchina e va a letto. Se non ha un fotovoltaico abbinato ad una batteria è bene sottolineare che per ogni 100 parti di energia che entrano nella batteria della macchina, in realtà ne sono state usate 217 quindi il rendimento di un'auto elettrica scenderebbe a 77/217 = 35% molto vicino al 30% nel caso di utilizzo del vettore idrogeno...
Ma che stai addi!!! Sai quanta elettricità ci vuole x fare un litro di idrogeno..fai già 1000km con un elettrica..quindi non ha più senso
Grazie, davvero grazie!
Complimenti, il video è perfetto. Unica pecca sono i sottotitoli da cambiare immediatamente.
Puoi toglierli da solo, dalle impostazioni video 🤦🏼
Professore grazie meraviglioso.
Una pompa di calore puó riscaldare acqua per immetterla in un impianto di riscaldamento tradizionale.
Clarissima explicação Prof. Nicola Armaroli. Grazie mille!
Grande Prof!! Mi ha chiarito molti dubbi!!
Molto interessante, il prof. Armaroli chiaro e competente. Mi pongo molte domande sulla mobilità urbana e non : Quando riusciremo a dimezzare i tempi di ricarica,ed aumentare l'autonomia dei veicoli elettrici? La ricarica delle auto al di fuori delle proprie abitazioni,sarà così semplice quando tutti saranno possessori di auto elettrica? Attualmente la corrente elettrica è prodotta prevalentemente da fonti rinnovabili ? Secondo il mio modesto parere l'idrogeno può essere la soluzione. Due produttori d'auto hanno già costruito auto ad idrogeno con cella a combustione efficiente e compatta,uno di essi ha in produzione camion per il trasporto pesante. In Italia abbiamo competenze,intelligenze,ma la ricerca viene come sempre poco finanziata,ed ogni scoperta non viene mai supportata dal tessuto produttivo
Ma scusa io avevo visto dei video in riguardo idrogeno che c’è un kit che mettendo acqua distillata o demeralizzato e funzionava benissimo se andate su yuotube e scrivete modifica auto con alimentazione idrogeno ti spiega due centri in Italia che fanno impianti a idrogeno nei dettagli con un serbatoio di acqua depurata e puoi fare 5000 km circa
Buona giornata, scusi se mi intrometto, se lei in casa ha un contatore da 3 kW, questa è la media della maggior parte delle utenze in Italia, ha una macchina elettrica, di quanti kW? Se vuole una percorrenza decente deve avere almeno 50kw di batterie, andando ad una media di 100 kmh, in poco più di un'ora è praticamente a piedi, quindi non si allontana molto da casa, giusto girare un poco nella propria città, per ricaricare 50 kWh con un contatore da 3 kWh in 16 ore carica 48 kWh, sempre che non vi sia nulla attaccato , lampadine, frigorifero, lavatrice, TV ecc. Per avere a disposizione 16 ore per la ricarica a che ora l'attiva? Se esce alle 7 del mattino, per avere a disposizione 16 ore di ricarica deve attaccare alle 15,00 e staccare qualsiasi elettrodomestico. Secondo lei è fattibile? Perché continuare a sostenere cose assurde che sono fallimentari in partenza? Dopodiché provi ad immaginare ogni utenza, un'auto in ricarica, quindi assorbimento al massimo, la rete salta, mi dice da dove si prende tutta questa energia elettrica? E soprattutto come viene prodotta? Perché continuare a preoccuparvi della CO2 ? La CO2 è il pane dei vegetali, basta piantare alberi, invece di tagliarli, l'interesse di pochi a quanto vedo prevale sempre. Sarebbe ora di ripassare un po' dei progetti e realizzi di Nicola Tesla. Saluti.
Grazie professore.
Molto, molto interessante e chiaro. L'unica affermazione su cui ho dubbi è al minuto 24:50. Le faglie lubrificate (in altro modo) negli Stati Uniti hanno effettivamente dato un numero molto maggiore di sismi ma di intensità molto più bassa. L'energia sismica, attraverso la lubrificazione delle faglie, viene dissipata con maggiore frequenza e quindi non ha modo di accumularsi per liberarsi tutta insieme in fenomeni a magnitudo maggiore. Questo perché la lubrificazione abbassa l'energia critica necessaria per il moto relativo delle zolle e per la fratturazione delle rocce. Che cosa ne pensate? Grazie.
Buonasera una domanda.
Ma per quanto riguarda le batterie esauste delle auto elettriche ha trovato un sistema ecologico per poterle smaltire? Grazie
In primis queste batterie possono avere una seconda vita come accumulo domestico o per trazione di altri mezzi meno esigenti in termini di potenza ed autonomia (es imbarcazioni).
Per quanto riguarda il riciclo e recupero delle materie prime, attualmente si parla del 50-60%
www.pv-magazine.com/2019/03/25/innovation-boosts-lithium-ion-battery-recycling-rate-to-over-80/
ma naturalmente si punta a percentuali molto più elevate e numerosi stabilimenti dedicati stanno sorgendo
www.repubblica.it/motori/sezioni/attualita/2021/02/15/news/hydrovolt_l_impianto_piu_avanzato_per_il_riciclo_delle_batterie-287673344
www.ilsole24ore.com/art/auto-elettriche-riciclo-batterie-e-grande-sfida-ADv5kXAB
possono essere gia smaltite oggi
Buongiorno a tutti, ottima spiegazione, grazie professore, ho un'azienda agricola é sono molto interessato, per l'ambiente e per il costo della corrente elettrica gestito dalla rete, grazie.
Il costo dell'elettricità ha più a che fare con la politica che con la sua produzione o gestione. La tassazione abnorme e gli ostacoli alla realizzazione di impianti a fonte fotovoltaica per esempio, ne sono la misura. Di fatto gli impedimenti alla realizzazione di impianti (a terra su agricolo) o la burocrazia che disincentiva qualsiasi attività a riguardo o il fatto che l'energia prodotta da fotovoltaico e immessa in rete valga un quarto di quella che si compra (come se fossero kW di serie B) sono tutte colpe della politica che vuole mantenere un sistema di distribuzione e controllo centralizzato poiché questo è un centro di potere.
@@elenatagliani4386 le imposte gravano per circa un 13% del prezzo in bolletta. Non la definirei una tassazione abnorme. La spesa per l'approvvigionamento energia incide per circa il 36.5%. Oneri di sistema, trasporto, commercializzazione sono oneri che il consumatore finale paga e che un sistema di produzione e distribuzione diffuso possono solo che aumentare. L'energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico gode di priorità di dispacciamento, mal grado la sua produzione non sia costante, mal grado la sua produzione aumenti il costo della gestione della rete. Lo stato italiano paga miliardi in sussidi alle rinnovabili, non direi proprio che è una scelta politica limitarne la diffusione, anzi.
@@marcopannella7472 quando avremo il net metering 1 a 1 e un sistema di defiscalizzazione facile da ottenere ne riparliamo. Per il resto persino la Polonia sta facendo meglio dal punto di vista della generazione distribuita.
Il net metering 1 a 1 è pura follia, esternalizza i costi dell'accumulo del fotovoltaico sulle centrali energetiche tradizionali. Se il fotovoltaico che lei vende è una valida alternativa alle centrali elettriche tradizionali dovrebbe riuscire ad essere economico senza bisogno di incentivi e sussidi (cosa di cui al momento gode ampiamente)
@@marcopannella7472 ma noi non li vogliamo gli incentivi. Sono controproducenti. La burocrazia è spaventosa al punto che fa desistere buona parte della domanda dall'avere un impianto fotovoltaico, e rinunciano. Ed è facilmente provato dalla misura dell'installato da quando ci sono Aste, Registri, un flop totale. Una defiscalizzazione è più che sufficiente e magari un net mettering uno a uno come in California o prestiti agevolati dalle banche come fanno in Polonia. E in questo modo non si deve pagare un'azienda che faccia i documenti necessari per non rischiare di ricevere una bella letterina del GSE che ti dice di restituire tutto perché ti sei dimenticato di mettere il numero della pagina in un documento. O che non hai compilato un modulo che hanno deciso che dovevi averlo tre anni dopo ma ha valore retroattivo.
Le energie rinnovabili da sole non sono sufficienti a coprire il fabbisogno energetico nazionale. Serve un aiuto importante, quindi idrogeno rosa è la soluzione? L'energia nucleare ha creato meno morti e disastri di tutte le altre incluse le rinnovabili, vogliamo cominciare a ricrederci su questo e parlare seriamente di questo problema?
si ma poi c'è il problema delle scorie radioattive
@@gabrichupika il problema delle scorie é insignificante di fronte a tutti i problemi che c'abbiamo!
@@gabrichupika in Francia un abitante su tre dista meno di 30 km da una centrale nucleare o da un deposito di scorie.
Eppure non vedo né la fobia che c'è da noi, né un picco di malattie imputabili alle radiazioni.
E tutto il circo è lì da decenni, quindi è ragionevole pensare che eventuali conseguenze sarebbero sicuramente emerse: mi pare evidente che chi veicola l'antinuclearismo ci sta menando per il naso. Oppure è in buonafede e menano per il naso anche lui.
Personalmente mi preoccupano di più i rifiuti tossici che abbiamo e continuiamo a sversare in giro, e per due ragioni:
1. sono composti stabili, quindi tra mille anni saranno ancora là a far danni
2. non sono facilmente rilevabili: a meno che non le interrino a svariate centinaia di metri di profondità le scorie nucleari le trova un bambino con un qualsiasi contatore geiger
Ho visto il filmato solo oggi. Ho anche visto però un filmato di un generatore di energia elettrica e calore che riesce a generare l'idrogeno usando bioalcol. Mi potreste dare informazioni su questo tipo di impianto? Non vorrei fare pubblicità mettendo il nome della azienda. Grazie
Grazie mille professore, posso essere un suo semi studente?, ovvero seguiLa senza sapere molto di chimica.
Vedo molto di buon occhio la trasformazione dell'idrogeno verde in metano verde(così come stanno cominciando a fare in Germania, si possono continuare ad utilizzare le reti edistenti,si può utilizzare ANCHE per trasporto pesante,navale ecc. Per quanto riguarda il settore delle auto,si possono mandare a metano verde con la comodità di rifornimento rapido e potendo (in caso di bisogno) utilizzare gli altri e-fuels liquidi (quindi grande praticità,grande versatilità e neutralità dal punto di vista CO2), il tutto senza ol problema di ricariche e batterie.
Idrogeno verde come vettore per produrre, mi convince e ispira il nostro GH2MPP per l'Africa. Grazie Prof. Armaroli.
Le alternative ci potrebbero essere (al memento poco sviluppate) e prenderebbero più piccioni con una sola fava, crezione di energia e eliminazione di scarti o spazzatura, con basso impatto, dico basso perchè nulla ha zero impatto, anche fotovoltaico e l'eolico per creare gli apparati, consumano energia e inquinano, per non parlare del recupero delle materie necessarie per la crezione, o dei grassi per lubrificare l'eolico, e in ultima fase la bassa durate di certi apparati che devono essere smaltiti, e che stanno inquinando forse più di prima.
L'idea che avevo sarebbe quella di sviluppare sistemi di MCHP per condomini o abitazioni che sfruttino Carbonizzazione idrotermale, Gassificazione di scarti, plastica etc, e da qui la creazione di energia elettrica, da materiali che altrimenti andrebbero ad inquinare, e che oggi come occidente mandiamo stipati in incontainer a paesi del terzo mondo, che poi bruciano o seppelliscono, perchè è questa la vera faccia del New Green Deal.
A distanza di 3 anni, la situazione su idrogeno blu e verde, com'è cambiata, in termini di penetrazione e percentuali di produzione?
Il mix idrogeno e ossigeno estratti dalla acqua non è già un combustibile?
I sottotitoli fanno morire...
Salve, cosa ne pensate del cogeneratore a idrogeno di produzione italiana.
Ci sono aziende di costruzione di case in Olanda con cappotti termici che sono Italiane.. xchè non costruiscono case antisismiche come in Sud Korea che non si sono sgretolate con un terremoto di elevata intensità?
Molto interessante. Grazie!
in gran parte ci sono ottimi spunti. ci sono tanti punti di vista soggettiva!
si trascura per esempio l'autonomia delle auto elettriche. trascurato il rendimento e la dissipazione nel tempo delle batteria. il LCA delle batterie. trascurato lo storage stagionale. inoltre... se non si usa la rete di distribuzione per distribuire l'idrogeno, la rete elettrica deve essere almeno triplicata!
infatti alla fine viene fuori che lui lavora sugli elettrolizzatori da fonte rinnovabile. ripeto che la visione è soggettiva!
Complimenti, molto interessante. La chiarezza della scienza contro la nebbia della politica. Ci sono aggiornamenti su questo argomento?
Interessante issimo:-) Peccato che non si sia parlato di piccole realtà che magari con 1 lt. Di benzina producono idrogeno utile per percorrere 1000 km.
Recentemente ho visto un altro sistema prodotto in Sicilia a Sant’Agata di Militello che con l’idrogeno consente di ridurre il consumo di Diesel dal 25 al 50%
Prof può affrontare anche questa realtà?
Grazie Grazieeeeee Francesco
Buongiorno, allora quando beviamo l'acqua anche noi facciamo il pieno di Idrogeno😀
100% di pillole di saggezza...Speriamo che ci sia una classe politica in grado di capire tutto quello che quest'uomo ha detto, speriamo davvero.
Bel video! Mi trovo in disaccordo solamente su una cosa. Certo che alimentare un' auto tramite idrogeno è inefficiente, ma non tutti hanno la possibilità di caricare la macchina in garage e non potranno essere installate a breve colonnine di ricarica per ogni parcheggio (al di là del fatto che la ricarica richiede appunto molto tempo e molta energia costringendo anche al rifacimento di molte infrastrutture che supportino la ricarica di molti veicoli contemporaneamente) quindi siamo sicuri che le batterie per le auto siano la scelta migliore?
Si e no. Nel senso il settore dell'elettrificazione è in continuo sviluppo sia al livello di infrastruttura che nelle tecnologie di stoccaggio (batterie) grazie anche al mercato sempre più richiesto e competitivo. Attualmente le batterie sono un mix di litio, cobalto e altre materie preziose che hanno tanti pregi quanti difetti soprattutto al livello geopolitico, ma questo non significa che le batterie saranno solo a litio, ci sono migliaia e migliaia di ricerche da quelle più fattibile a quelle più complicate per usare altri materiali. Ma giustamente come scrivevi non è per tutti, nel senso tanti non hanno predisposizione per caricarla, scarse infrastrutture lungo il percorso ecc... Una soluzione interessante potrebbe essere quella del carbon-neutral fuel ovvero produrre carburante a varie densità, usando l'idrogeno e le C02 di scart;, se si segue il discorso del professore sarebbe da "stupidi" sprecare l'idrogeno così e l'impossibilita di usare C02, in realtà non proprio da escludere a priori perché faccio un esempio concreto, io sono totalmente pro alla elettrificazione, ma per esempio i forni di murano non possono svolgere il loro lavoro con un sistema completamente elettrico e siccome l'idrogeno come combustibile non va bene, cosa possono fare? Usare il metano, ahimè, producendo CO2 che viene dispersa nell'aria. E se invece la riutilizzassimo? Ovviamente questo non deve escludere l'elettrificazione ove è possibile, ma deve essere intesa solo come applicazione di necessità. Continuando il discorso, se il comune di Venezia riuscisse a produrre idrogeno in loco e raccogliere CO2 dai forni ecco che teoricamente si potrebbe ottenere il carbon - neutral fuel. Ma se è un carburante, quando lo utilizzo per far andare il mio veicolo, emana CO2? Si, ma cosa cambia allora da adesso?
Considerando il precedente esempio attualmente viene emessa in area CO2 prodotta da:
- A) industrie
- B) veicolo endotermico
Con il carbon - neutral fuel si avrà :
- emissione di CO2 solo da alcuni veicoli e in più in quantità ridotta
Ma se emana CO2, come fa essere carbon-neutral? La CO2 verrà assorbita in due modi:
- naturalmente, ovvero le piante usano la CO2 per trasformarla in ossigeno (caso complicatissimo perché non solo bisogna controllare rigidamente il traffico dei veicoli a carburante carbon neutral, ma sarà sempre più difficile togliere quello già presente)
- artificialmente, attraverso dei filtri la CO2 già presente nell'aria e quella emessa da veicoli a carbon neutral viene accumulata e inserita nel ciclo per ottenere il carbon-neutral fuel.
Risultato 0 CO2 emessa.... Semplice no?! Ehm no, purtroppo tutto è molto costoso e attualmente in sperimentazione, ma sicuramente un ottima soluzione futura per tutti quelli che hanno esigenze di avere vetture leggeri a lungo chilometraggio e per le aziende che del metano non possono farne a meno. Purtroppo attualmente e nel prossimo futuro, la vera e unica soluzione è la mobilità elettrica su grande scala per veicoli leggeri
la cosa che non capisco della riduzione del ferro con idrogeno è la seguente : uno dei principali problemi degli acciai al carbonio è la criccatura indotta proprio da idrogeno. Deve essere evitato quando si salda e quando lo si usa in ambienti corrosivi. poi noi andiamo a fare un acciaio per riduzione e lo "carichiamo" di idrogeno a priori. in ambiente corrosivo come si comporterà? per gli acciai chiedono pochi ppm di idrogeno residuo in lega. a quanto si arriva se lo produciamo così?
B.giorno, non sono stati menzionati gli idruri, i quali assorbono e restituiscono idrogeno in particolari condizioni.
Ottimi saluti e grazie.
Il tema è molto interessante. Poiché il grande pubblico è chiamato a partecipare, sarebbe bene dedicare maggiore attenzione ad alcuni aspetti della presentazione: la voce del relatore deve essere chiara, di adeguato volume; lo stesso relatore deve essere semplice nell'esposizione ed evitare di mescolare argomenti favorevoli e contrari contemporaneamente, con l'uso frequente di frasi secondarie che distraggono chi segue la trasmissione. Per semplicità espositiva si può parlare delle controindicazioni alla fine. Non va dimenticato che le figure, semplici ma ordinate ed in sequenza logica vengono preferite dallo spettatore alle divagazioni verbali, spesso arbitrariamente ritenute di maggiore effetto dal relatore. Questi ed altri simili accorgimenti dovrebbero essere parte del bagaglio di tecniche di chi intervista.
Caldaia a idrogeno Hydro, cosa ne pensate?
È stato molto interessante e istruttivo, ma queste cose non le sa quasi nessuno! E chi governa il paese, saprà di tutto questo?
COSA SI USA X OTTENERE TONNELLATE DI ENERGIA?
Interessante ma non è stato affrontato il problema della diffusione delle batterie in caso di elettrificazione di tutto il trasporto leggero........
Ma per un trasporto con i mezzi che già esistono per il trasporto di combustibili attuali non c'è già la tecnologia LOHC senza dover comprimere l idrogeno ma renderlo inerte e facilmente trasportabile? Cosa ne pensate di questa tecnologia? 🤔
Sentiamo anche qualche altro esperto grazie con le idee più chiare
Il parco fotovoltaico di Rovigo occupa 84 ha e produce una potenza di 70.000kW, mentre il sole sulla stessa area fornisce 840.000 kW.
La centrale ha un ridicolo rendimento dell'8,5% .
Credo proprio che continuerò a mettere benzina nella mia Ferrari, che ha lo stesso rendimento.
Ma il parco fotovoltaico, una volta installato, è ad emissioni zero.
La tua Ferrari, pur gloriosamente, no.
A Decimoputzu hanno occupato ettari ed ettari del miglior terreno agricolo d'Italia per installare un parco fotovoltaico con un miserevole rendimento dell'8,5 %.
Direi che è un crimine contro l'umanità, me ne fotto delle emissioni 0.
Ma quant' acqua andremmo a consumare?
Amaroli, complimenti
puntare sui reattori nucleari di quarta generazione come fanno ad esempio Francia ed Inghilterra risolvendo insieme il problema dell'anidride carbonica, dell'estrazione dell'uranio , delle scorie radioattive , degli incidenti , dell'autonomia energetica...
Si potrebbe iniziare subito con i reattori gen3+ per i seguenti motivi:
- subito disponibili (in certi paesi tra cui la Corea del Sud riescono a realizzarne uno in 4 anni)
- tecnologia matura (nessuna sorpresa)
Una volta disponibili i reattori di IV generazione possiamo farli funzionare in sinergia, alimentandoli con il combustibile esaurito di quelli della generazione precedente.
Molti paesi con reattori di III generazione mettono da parte il combustibile esaurito proprio per mantenersi questa possibilità, che ha anche due altri vantaggi:
- riduzione dei costi di riprocessamento di quelle che oggi sono scorie
- mettersi al riparo da eventuali, anche se improbabili, problemi nell'approvvigionamento di uranio vergine
Se parte dal concetto che 100 unità di energia (elettrica) ne diano 80 alle ruote di un veicolo è meglio che ricominci da capo a fare i conti. Al momento è quasi il rendimento della sola batteria durante tutta la sua vita utile.
Ma quanta gente in Italia ha un garage con i pannelli fotovoltaici sul tetto? Si vedono tantissime macchine parcheggiate in strada, sopratutto nelle grandi città.
Si ma la moltiplicazione per 5 dell'energia rinnovabile di cui parla il professore e necessaria per attivare il ciclo dell'idrogeno verde, è fattibile o no? Io non lo so.
É fattibile se c'è la volontà politica di fare ciò, basterebbe non ostacolare gli investimenti privati nel settore, già sarebbe molto.
perchè non riprendiamo la fusione fredda,visto che viene utliazzata in Francia nella centrale,vicino a noi......un idea che ci è stata presa........
Ma questo pensa di mettere pannelli fotovoltaici anche sul copolone di San Pietro a Roma...?..chiedo per mia.zia...
Il Totem è il motore della 127 che produce calore + elettricità x un condominio dal 1984
Domanda: acqua dove si prende? Fiumi in periodo estivi secchi, falde vuote! Questo significa che per produrre un Kg di idrogeno, lavorando con rendimenti del 75%, serviranno 4.000 litri d'acqua.
Dal mare
Prof.. La transizione non si fa da un giorno all altro..ci vorranno delle Fasi.. Ma sopratutto investimenti noi l energia 100% verde non la vedremo in questa vita
Anche con energia elettrica fv da i kw trasformata in H2 e poi ritrasformata in corrente si hanno 0,2 kw veramente inefficace
Nuovi mondi avanti
E perché le grandi industrie petrolifere non investono nella idrogeno ?
Lei ha mai visto qualcuno zapparsi i piedi volontariamente?
l'idrogeno non come carburante ma come integratore al carburante come il gasolio per migliorare le prestazioni e tenere pulito camera di combustione fasce ecc.
Esatto nn mi ha mai convinto l’iniezione del Co2 nel sottosuolo
Molti dei problemi dell'idrogeno in forma gassosa possono essere risolti utilizzando prodotti in studio come PowerPaste, chissà
Ma perché il motore ad aria compressa è così bistrattato nonostante la sua perfetta funzionalità ormai sicura e consolidata?
serve energia per comprimere l'aria.... spendi piu energia per comprimere che ottenere
L'energia elettrica più conveniente per gli elettrolizzatori è quella nucleare?
Un approccio serio e parallelo a tecnologie intermittenti per produrre idrogeno potrebbe esser relativo alla fattibilità economica di idrogeno rosa da nucleare per aumentare i margini di flessibilità dei reattori nei mercati di bilanciamento e delle riserve elettriche. Ciò, in un mercato elettrico sempre più connesso a livello europeo, potrebbe portare di gran lunga a maggiori benefici.
Si potrebbe evitare un eccessivo sovradimensionamento di impianti rinnovabili privi di inerzia e affidabilità, di fatto arginando il problema della sicurezza delle operazioni elettriche.
Peccato che le politiche dirigiste europee si allineino con la retorica verde antinuclearista; finendo di fatto, a privilegiare certi stakeholders piuttosto che altri.
Comunque quest'idea che le rinnovabili non possano fornire inerzia è superata: quasi tutti gli inverter moderni hanno capacità di fornire "inerzia sintetica", ed esistono vari modi di fornire inerzia con turbine eoliche.
Questo non vuol dire che sarebbe economico passare a 100% rinnovabili domani, ma intanto preoccupiamoci di arrivare al 70-80% (e al contempo elettrificare buona parte di trasporti, riscaldamento/condizionamento ed industria pesante), che è già più degli obiettivi per i prossimi 15-20 anni.
Per quando saremo arrivati a quel punto, le soluzioni tecnologiche per arrivare a 100% ci saranno.
reneweconomy.com.au/inverters-are-solving-grid-issues-at-fraction-of-cost-of-spinning-machines/
@@giorgiobalestrieri1431
Non so in quali pease tu viva, ma in Italia e Danimarca, dove vivo io, non mi sembra superata affatto.
Non sono ferratissimo sui nuovi inverter; son però piuttosto certo che tutti i campi eolici in Danimarca non provvedono all'inerzia di rete se non nelle primissime fasi (ci fanno modellare gli algoritmi di bilanciamento appositamente con le varie riserve) e anche in Italia, dal momento che Terna prevede di installare ulteriori 4500 MVAr di compensatori sincroni da qui al 2025. Inoltre, anche qualora l'elettronica di potenza rimediasse (e sicuramente per la stabilizzazione della frequenza ci sono margini di miglioramento), questo non assolverebbe al problema di fondo: l'intermittenza.
Di fatto puoi limitare il numero di compensatori da acquistare (magari grazie anche al pitch control - lì entriamo in meccanismi di mercato), ma non ciò non aumenterà i capacity factor delle tecnologie.
Non ho idea di come potresti passare ad una rete 80% rinnovabile (escluso idroelettrico), e sono anche piuttosto scettico della riduzione drastica delle emissioni derivanti dal settore elettrico - dal momento che Danimarca, Germania, California - continuano ad avere carbon intensity della generazione di potenza più alti della Francia, per esempio.
Se le soluzioni ci saranno non lo sa neanche Fatih Birol (che infatti è un fervente sostenitore di tecnologie nucleari), quindi figurati.
Se poi hai anche qualche paper tecnico su questi nuovi inverter mi farebbe piacere dargli un'occhiata, l'articolo che hai postato è molto fumoso.
@@andrea_fasulo
grazie per la risposta articolata, un paio di spunti:
- non sono un esperto di inverter - né di ingegneria elettrica nello specifico - neanch'io, ma se fai una ricerca trovi decine e decine di articoli su synthetic inertia fornita sia da turbine eoliche che da inverter per impianti fotovoltaici e batterie. Manca ancora una definizione rigorosa di synthetic inertia (con "synthetic inertia" si definisce un range abbastanza ampio di servizi di risposta alla frequenza che sono più rapidi di quelli già forniti con i "classici" servizi di frequency regulation), ma il punto è che ci sono vari modi per replicare l'effetto di macchine rotanti attraverso dispositivi elettronici. Giusto un paio di riferimenti:
- IEEE: spectrum.ieee.org/energywise/energy/renewables/can-synthetic-inertia-stabilize-power-grids
- DTU (solo una definizione): www.researchgate.net/publication/321104126_Synthetic_inertia_versus_fast_frequency_response_a_definition
- Fluence: info.fluenceenergy.com/everoze-report-digital-inertia-ireland-island
Credo che al DTU stiano facendo studi in merito, purtroppo non ho tempo di tenermi aggiornato sulla letteratura in merito.
- quando parli di campi eolici in Danimarca (o altrove), si parla di impianti esistenti, che per motivi sia tecnologici, sia di rilevanza (fino a pochi anni fa la penetrazione di rinnovabili non era tale da presentare problemi di questo tipo), sia di mercato (ad oggi esistono ancora pochi mercati e prodotti che permettono/incentivano impianti rinnovabili a fornire questo tipo di servizi) non sono stati progettati per fornire inerzia. Visto che si parla di arrivare a 70-80% rinnovabili mentre elettrifichiamo altri settori, la capacità rinnovabile a livello Europeo dovrà crescere almeno di un fattore 4 o 5, per cui l'esistente avrà un effetto relativamente piccolo rispetto alla nuova capacità. Quindi l'importante è assicurarsi che gli impianti nuovi siano in grado di fornire questo tipo di servizi (non in modo rigido, come dici tu esistono altre tecnologie che possono farlo come i capacitors, sta tutto nel trovare il giusto equilibrio e market design per integrare varie tecnologie).
- Faith Birol ha una conoscenza enorme del mondo energetico ma onestamente come buona parte dell'IEA vive vent'anni indietro rispetto al progresso tecnologico, e sono un organismo che subisce enormi influenze politiche ed economiche da tutte le parti, quindi va ascoltato ma non preso come oro colato. Tanto per fare un esempio, da vent'anni sbagliano sempre sistematicamente al ribasso tutte le previsioni di installazione di rinnovabili, che dice qualcosa sui loro bias:
cleantechnica.com/2017/09/06/iea-gets-hilariously-slammed-continuously-pessimistic-renewable-energy-forecasts
- Sono d'accordo che l'inerzia sintetica di per sé non risolve il problema dell'intermittenza (solo quella nel brevissimo termine), parlavo di inerzia perché l'hai citata nel tuo commento: mi sembra che il tuo punto fosse che anche se idrogeno + rinnovabili fosse economico, ci sarebbero problemi di inerzia senza nucleare, che non credo sia strettamente vero appunto perché a quel punto la maggior parte degli impianti rinnovabili potrebbero fornire inerzia.
Sull'intermittenza più in generale ci sono moltissimi approcci, dalle batterie (usate in modo ragionevole), al pumped hydro (con tutti i suoi limiti), al demand side management ad appunto l'idrogeno usato per applicazioni industriali e mobilità pesante.
Detto questo, vorrei chiarire che non sono affatto contro al nucleare a prescindere, ed è verissimo che tutti gli scenari dell'IPCC in cui rimaniamo all'interno dei due gradi di aumento di temperatura media globale includono o molto nucleare o molto CCS, e ad oggi il CCS è ben lontano dall'essere praticabile, come spiegato nel video. Il nucleare ha sicuramente vantaggi e svantaggi, e andrebbe valutato come le altre tecnologie in modo lucido.
Ironicamente, nella narrazione comune il punto forte del nucleare è il costo (mentre le rinnovabili sono viste come costose), quando in realtà negli ultimi dieci anni il nucleare è stato carissimo rispetto alle rinnovabili, anche se ovviamente è pianificabile (ma non particolarmente flessibile, visto che ha le stesse inerzie di tutte le turbine a vapore).
- L'altra componente che sarà chiave per arrivare ad altre percentuali di rinnovabili è investire sulle reti di trasmissione e distribuzione (anche se non va molto di moda parlarne). Alla fine tutto il problema è trovare l'equilibrio giusto tra le varie tecnologie/soluzioni e minimizzare i costi metre si soddisfano requisiti di affidabilità, ambientali e sociali - non penso di dirti nulla di nuovo.
Il succo è: se c'è la volontà e un'idea chiara di cosa si vuole fare, si può davvero puntare ad alte percentuali di rinnovabili (o tecnologie carbon-free, così ci mettiamo dentro anche il nucleare). Sicuramente ci sono tante sfide da affrontare (banalmente la maggior parte degli operatori di rete non sono pronti, oggi, a saltare direttamente a percentuali altissime), ma si può fare, e soprattutto impareremo tantissimo e svilupperemo soluzioni mentre la capacità aumenta. Per arrivare a 70-80% di rinnovabili tra vent'anni bisogna iniziare a costruire oggi, e imparare lungo il percorso. Nei posti in cui si è investito presto si stanno facendo enormi progressi (vedi la Danimarca, ma anche lo UK per rimanere in ambito europeo), sicuramente con una miriade di errori di percorso e correzioni, ma con una direzione ben chiara in testa.
Purtroppo per noi Andrea non possiamo non sentire il parere dei giapponesi sul nucleare.Non permette illusioni.
@@martinsolenigule6857 il parere dei giapponesi sul nucleare è che serve, visto che stanno riattivando tutti i reattori spenti dopo Fukushima e ne stanno costruendo di nuovi. Anche perché senza nucleare son dovuti andare a PETROLIO... con conseguente aumento dell'inquinamento e carenze di energia (si è calcolato che a seguito della scellerata idea di chiudere le centrali siano morte migliaia di persone di freddo e di inquinamento).
Scelte alternative prepotenti seguite da tutte le case costruttrici.
Era stato dimostrato come i classici motori a scoppio potessero venire adattati con poche modifiche , ad alimentazione ad idrogeno .
Addirittura motori ad alimentazione d'idrogeno con ionizzatore integrato che da la possibilità di fare il rifornimento con semplice acqua , rendendo gli utenti liberi , indipendenti e autonomi ...
Invece cercano di mantenere la solita linea dove il rifornimento deve essere consentito esclusivamente al distributore !!!
Oltre tutto utilizzando inutilmente un abbinamento di tecnologie più costose e meno durature che oltretutto continuano ad alimentare consumismo ed inquinamento : propulsori elettrici accompagnati da accomulatori inquinanti e campi magnetici fastidiosi agli esseri viventi , quando basterebbe un motore a scoppio meccanicamente perfetto per durata ed efficienza capace di restituire dalla marmitta solamente vapore acqueo .....
io sto proponendo un'alternativa sia all'endotermico che all'elettrico puro con una soluzione ibrida radicalmente diversa da quanto proposto fino ad ora in una visione di massima applicazione tecnologica su minimo impatto ambientale...
FR Project
Elettrico-GPL-Metano-Idrogeno
Ci potrebbe dire di più o inviarci un link per favore?
L'Idrogeno recavato dall'acqua o verde è il combustibile del futuro.
Ricavare idrogeno per produrre grande quantità di energia elettrica e distribuzione nelle abitazioni
Occorre ricordare anche l'energia elettromagnetica per uso domestico, per lampadine a led, frigo televisori.
non vengono prodotti i generatori, per motivi di concorenza delle società di grande distribuzione Enel, Iren ecc..
Il risparmio dei costi di distribuzione e manutenzione possono essere utilizzati per aumentare o convertire i posti distribuzione metano, benzina e disel, come distributori elettrici per carica batterie oggi in 1 minuto carichi per 600 Km
Quando le auto elettriche saranno milioni e le batterie dovranno essere rottamante, lo smaltimento ed inquinamento dove finisce ?
Produrre idrogeno non occorre un grande macchinario gli orafi usano il piccolo cannello ad idrogeno per uso lavorazione oro.
Un'industra meglio che autoprodugga energia elettrica da idrogeno ed elettromagnetica, rispermia sulle spese generali, cosa diversa e convere l'energia derivata dai distributori attuali.
La tasse lasciano pochi margini di convertire per la spesa iniziale.
W ITALIA LIBERA !!!
per fare idrogeno serve elettricita e tu vorresti spendere iddrogeno per fare elettricita?
Molto interessante. Un appunto come gia' commentato sotto: vero che la rete elettrica e' dappertutto ma le potenze richieste in caso di conversione a mobilità elettrica di massa non sono supportate dall'attuale dimensionamento della rete, né da un puntro di vista di distribuzione né di produzione dell'energia. Ricordo inoltre che Toyota dall'ibrido sta puntando sull'H2...
Per questo nel programma Re Power Europa è previsto un potenziamento delle reti elettriche sia casalinghe che Industriali, il che porterà sicuramente anche Lavoro Utile e intelligente, che farà bene all'ambiente e all' economia.
Stanley Meyer . produceva l idrogeno in estemporanea nell auta stessa . mentre andava e non lo comprimeva nemmeno
Non trovate che sia meglio mantenere le proprie abitudini invece che complicarsi la vita con la elettrica? MA! esiste un modo di mantenere le proprie abitudini non inquinando ovvero il modo di cui non si parla perchè scomodo commercialmente (tocca compra' la elettrica se no il pianeta non si salva) dato che hanno sfornato le elettriche come pagnotte di pane (ma il pane si vende bene e le elettriche no) qual'è questo modo? E-FUEL che se tutto va bene prenderà il posto della benzina/diesel. È un carburante sintetico 100% green a emissioni zero prodotto unicamente con energie rinnovabili. La Germania già lo sta producendo. Noi? Noi nooooo e che scherziamo? Eppure potremmo produrlo in autonomia dato che abbiamo sole, vento e mare in abbondanza, ma dirò di più: potremmo produrre anche molti posti di lavoro magari al suditalia.
Se fossi al governo butterei giù almeno un piano di fattibilità, di costi e di quante aziende del settore energetico pubbliche e private sarebbero propense a investire su questa produzione.
Mah .....come la mettiamo con i magnati del petrolio ??? .
2 miliardi stanziati li davate alla ferrovia l' aviazione non a bisogno l' idrogeno
Al nocciolo l'idrogeno non si sapra mai piu' come produrlo e la scissione del piombo con l'acqua calda e il suo vapore
Ma l'acqua non è un elemento già pericolosamente scarso....
Armaroli e CNR svegliatevi
😒Cosa VECCHIA per me. Io nel anno 2015 come da testimonianze di video e articolo di un giornale reali. Ho realizzato la prima stufa al mondo che riscalda con Idrogeno autoprodotto. SI SI autoprodotto. Non necessita di bomboline o bombolone che sono pericolose. E vedere questo video mi fa ridere le orecchie.
era una sola
@@mauriziohu5085 Si certo una sola completa e funzionante. Dopo molteplici prove modifiche e messe a punto. Cosi da volere poi brevettarla. Ma al momento di cominciare la procedura del brevetto. Ricevetti minacce anche non molto velata. Che mi dicevano che non avrei dovuto portare a compimento il brevetto. Cosi da prendere quel prototipo e smantellarlo. Ma ho ancora con me i video e le foto della sua realizzazione. E in pochi giorni riuscirei a realizzarla. Saluti.
@@Tecnitalia55. GOMBLOODDOOOOO.
La parola magica, non è produzione sul momento.
Quello è possibilissimo.
Chiunque abbia fatto il liceo scientifico è benissimo in grado di creare idrogeno con un filo di rame e una pila Duracell.
La parola magica è "efficienza"
Immagino che tu l'idrogeno lo produci con l'elettricità.
Che senso ha usare l'energia elettrica di casa per avere l'idrogeno, che a sua volta verrà usato per riscaldare l'acqua?
Fai prima a usare l'elettricità per riscaldare l'acqua.
Senza elettricità a casa, Che cosa fai?
Presumo niente idrogeno. 😂
Anche perché a ogni passaggio, l'energia si disperde.
Stai spendendo il doppio dell'energia per ottenere la stessa cosa che sarebbe avvenuta spendendo direttamente l'energia elettrica.
"Secondo principio della termodinamica"
@@mauriziohu5085 Salve. Non sono affatto concorde con te. Dato che per riscaldare l acqua necessiterei una quantita di corrente eccessiva per fare si che la resistenza elettrica arrivi a portare in temperatura l acqua. Al contrario con solo 12v, posso produrre una quantita di idrogeno che supera alla grande il consumo della resistenza elettrica. Inoltre con i fumi di scarico, che sono evidentemente pochissimi. Posso ,come gai fatto, con una piccola turbina produrre anche corrente. Oppure riscaldare anche acqua per un piccolo impianto a bassa temperatura.
grande leonardo, tuti sparlano contro le tecnologie che potremo avre in casa col fai da te e accettano con sottomissione le bollette che ci impongono, l 'drogeno non partira mai perche stanno tentando il modo ma molto costoso per stoccarlo e farcelo pagare quanto vogliono, mentre ci sono gia sistemi per l'autoproduzione e autoconsumo... che lo stato blocca facendone parlate male pure agli amici degli amici nei media...
Da quello che leggo si youtube: l CATENA SAREBBE QUESTA DA PARTE MIA umile mortale- 1 motore a combustione termico( ci sono in commercio motori nuovi con pistoni contrapposti ) cella a idrogeno sulla macchina al posto del serbatoio, ( produzione idrogeno all'accensione) cioè non serve bombola ad altra pressione, non serve la colonnina, ( acqua distillata carbonato di sodio, batteria auto, cella di produzione idrogeno istantaneo) funzionamento motore - 1 litro acqua motore 1600cc 80 Km.... l'esperimento dell'ingegnere di torino ( non è ancora morto) che ha trasformato una nissan da benzina ad idrogeno.... è reale .... l'esperto potrebbe informarsi...
Continuate a nascondere e per questo che vi pagano : per il co2 piantate più piante , invece di distrugerli , quello che avete fatto fino ad oggi
Da profano chiedo:quando l'energia cambia da uno stato all'altro non c'è sempre Una perdita
e invece si... "secondo principio della termodinamica"
magari se complicasse la vita meno dell'enormi difficoltà che ci espone ??
Scusate .. produrre elettricità, da questa produrre idrogeno, dall'idrogeno produrre elettricità per trazione....
Bisogna essere dei fulmini di intelligenza per pensare una fesserie simile quando basta utilizzare l'elettricità necessaria per produrre idrogeno direttamente per la trazione.
Meno passaggi, meno perdite, meno tecnologia intermedia,meno problemi di stoccaggio in bombole ad altissima pressione.
Invece di sprecare soldi per sviluppare una tecnologia che sarà sempre e cmq svantaggiata energeticamente, usateli per nuove tecnologie delle batterie.
In teoria si potrebbe avere a casa un piccolo sistema d produzione dell idrogeno. Usando pannelli solari o eolico, per stoccarlo e usarlo all occorrenza. L elettricita a differenza dell idrogeno non puo essere stoccata se non in piccole batterie.
Discussione interessante. Secondo me però il prof. Armaroli, sicuramente molto competente sulla chimica dell'idrogeno, ha alcune carenze nella conoscenza della logistica e nelle problematiche della gestione delle fluttuazioni di potenza della produzione elettrica dovuta alle fonti di produzione pulite. Sono cose che non possono non essere prese in considerazione quando si affrontano certi temi. L'idea di poter centralizzare il rifornimento di idrogeno in poche stazioni di rifornimento prevede una rigidità della logistica non compatibile con le esigenze della nostra economia che va verso una sempre maggior flessibilità di servizio. Le fonti di energia rinnovabili generano purtroppo un'offerta di elettricità soggetta a picchi positivi e negativi; se si vuole coprire l'80%-90% del fabbisogno a fonti rinnovabili bisognerà generare una sovra-capacità enorme. A quel punto un sistema "relativamente" efficiente per immagazzinare la potenza elettrica prodotta in eccesso sarebbe quella di utilizzarla per produrre H2 verde in piccoli impianti/distributori che creerebbero condizioni ideali per una rete capillare di distribuzione
Ma proprio con i poli di accumulo/produzione a idrogeno localizzati si pensa di coprire le fluttuazioni no? Perché dici che si dovrebbe andare di pari passo con ulteriore capacità e di che tipo?
@@leonardomelia92 L'elettricità da fonti rinnovabili è già priorizzata nel dispacciamento; la generazione convenzionale flessibile si adatta alla produzione rinnovabile consentendo il massimo sfruttamento della risorsa; questo avviene ovunque.
Ciò significa che bisogna sovradimensionare gli impianti per produrre più della domanda elettrica giornaliera se si vuole usare il surplus e non tagliarlo (il cosiddetto curtailmnent - inflessibilità di rete).
Guardando all'efficienza di produzione da elettrolisi, senza contare il trasporto come detto da Amaroli, si arriva ad un massimo del 50-55% alla ruota del camion.
Il che non è male, ma questo non elimina il principale problema delle rinnovabili nuove: l'intermittenza.
Se si volesse sul serio costruire una quantità di GW fotovoltaici ed eolici tali da avere un surplus per un numero consistente di ore nell'anno (traslando il costo di metano e petrolio su nuovi impianti intermittenti coordinati con produzione di idrogeno) di fatto non si risolverebbero affatto la volatilità, l'incertezza, l'inerzia di rete. Tutti costi indiretti che potrebbero mantenere il prezzo dell'idrogeno verde inaccessibile.
Sarebbe tutto molto bello se la sicurezza elettrica in una rete a crescente penetrazione di fonti intermittenti non fosse un problema, tuttavia non è così. Parlare di transizione completa a fonti rinnovabili è economicamente e tecnicamente impensabile attualmente, soprattutto in un paese dove più del 50% degli impianti eolici ha un fattore di carico minore del 20% e più del 90% di quelli fotovoltaici minore del 13%.
Come dico sempre: a fare grandi proclami senza i TSO so boni tutti.
@@andrea_fasulo si capisco ora, vedo che sei molto più preparato di me sull'argomento che purtroppo ho perso un po' di vista e colgo l'occasione di chiederti ancora. A questo punto perché non ripensare in parte questo modo di condurre il dispacciamento e demandare a questi ipotetici poli di accumulo a idrogeno le fluttuazioni di rinnovabile Invece che lasciare la modulazione alla generazione convenzionale flessibile come i turbogas? In questo modo non si dovrebbe installare sovracapacità modulabile per star dietro ai capricci della rinnovabile con impianti tradizionali flessibili e con questi fare solo da base di produzione. Insomma, il peak shaving dell'accumulo non è attuabile? Bisogna per forza avere la possibilità di modulare con le fonti tradizionali?
@@leonardomelia92 Mi fa piacere rispondere; la sicurezza elettrica è una questione molto seria per i TSO, che ne sono direttamente responsabili; quindi se avviene un blackout sono questi che finiscono in tribunale.
Se la tua domanda è: i produttori di energia VRE (intermittenti) con sistemi di accumulo a basse emissioni (fuel cells, termici, batterie etc..) potrebbero seguire il carico al posto delle turbogas/biomasse/carbone, la risposta è si.
Ad oggi i servizi ancillari di peak shaving lo fanno i produttori che vogliono ottimizzare la rendita di un impianto da un punto di vista finanziario, vendendo di più negli orari di punta con l'aumento di prezzo (non possono proprio fare come vogliono, ma entro certi limiti si comportano così).
L'elefante nella stanza che i produttori di tecnologie intermittenti si rifiutano di mostrare è la scalabilità, oltre all'intermittenza. Infatti non ne parlano mai, ma vanno avanti a "si potrebbe" - seguiti da tutte possibili soluzioni attualmente non scalabili (vedi demand response, sector coupling..) quando non greenwasher (Power-To-X per biocombustibili, o Power-to-Gas).
Guardiamo all'Italia: la baseload (banalmente la potenza minima mantenuta per le 8760h dell'anno) è intorno ai 20-25 GW (non ricordo precisamente), coperta al 60-70% da termoelettrico e per un 7-11% da nucleare francese, sloveno o svizzero, il resto è idroelettrico e autoconsumo.
Pensare di riuscire a coprire 15 GW notturni + 10 GW di picco attualmente coperti da termoelettrico in un paese povero di risorsa eolica, significa installare buona parte di potenza in eccesso che ti serve da fotovoltaico, di fatto aumentando la necessità di capacità flessibile a causa della duck-shape curve e totale assenza di inerzia elettrica (con margini di miglioramento dell'elettronica di potenza discutibili). In inverno inoltre l'eccesso solare si dimezzerebbe quasi, quindi devi anche installare accumuli stagionali.
E' una soluzione attualmente presente solo su slide powerpoint, e che è anche decisamente pericolosa; infatti Terna e Snam nel piano al 2025 hanno introdotto aumento di potenza installata a gas più 4500 MVAr di generatori sincroni.
Il paese che più si sta dirigendo (follemente) in questa direzione è la California, che nonostante abbia visto investire miliardi in nuovi impianti solari a concentrazione, ha solo 250MW di storage (ben lontani dai 10-20GW di cui parliamo qui) - e d'estate misteriosamente continua a soffrire di blackout a causa di phaseout nucleare e gas. Chiaramente le emissioni in gCO2eq/kWh sono nei momenti migliori sui 120, ben lontano da Francia (60) o Svezia (35), per esempio.
Da produttore devi dire al TSO quanta riserva metti a disposizione, e quella ti viene pagata solo per essere lì inutilizzata - tuttavia deve essere pronta a partire nei mercati di bilanciamento se ci sono variazioni di domanda o offerta - altrimenti la banca del produttore deve rimborsare il TSO. Ergo, non basta installare 10-20 GW di storage, ma bisogna anche caricarli per essere disponibili per un numero necessario di ore all'anno tale da rendere meno economicamente competitiva la generazione a gas.
Ora abbiamo 70 miliardi gratis e pensiamo di sfruttarli alimentando la retorica su queste curiose e dispendiose soluzioni, ma la realtà è ben diversa.
Magari adesso capisci perché la Germania sta chiudendo il nucleare e ha un nuovo gasdotto pronto all'uso.
Comunque sul mio canale youtube parlo anche di queste tematiche, passaci se ti fa piacere!
Ciao!
@@andrea_fasulo una bella risposta a 360° ti ringrazio, mi permetto di riassumere il problema tecnico (non economico) principale è quello di regolazione primaria in frequenza? Vorrei parlarne ancora ma prima passo dal tuo canale e mi guardo i contenuti, poi ripasserò bene gli argomenti! :)
1 anno dopo siamo andati INDIETRO di 10 anni
Sì ma senza nucleare non si va da nessuna parte.
Quando ha parlato di pannelli fotovoltaici per caricare navi e camion mi sono messo a ridere.
il nuceare non è più conveniente, difatti lo stanno dismettendo tutti, facciamocene una ragione una volta x tutte.
@@riccardoziani333 lo stanno dismettendo tutti??? Ma cosa stai dicendo? È l'esatto contrario, pure in Giappone hanno riacceso i reattori, ne stanno costruendo pure in UK, in Francia, Finlandia, Polonia, in mezza Africa, in Cina, in Russia, in USA e in Messico, e anche in sud America.
Quindi, te lo chiedo seriamente, chi è che sta dismettendo il nucleare??
@@riccardoziani333 falso, solo TRE PAESI AL MONDO stanno effettuando o hanno effettuato phase out (Italia, Germania, Belgio), e guardacaso sono tra i Paesi messi peggio nella dipendenza dal gas.
@@riccardoziani333 talmente poco conveniente che stanno costruendo centrali anche nei paesi in via di sviluppo (sì, anche in Africa)
infatti...già che c'era poteva proporre di mettere le pale eoliche sulle navi e far andare le navi con l'energia generata 😂
SCARTARE USO PER AUTOMOTIVE MI PUZZA LONTANO 100 KM..