“Se ti vedi el Gran Turco, parlighe in venezian”, era un motto comune nella Costantinopoli del 500, dove diplomatici ed interpreti potevano comunicare con il Sultano in veneziano, “l’inglese” del Mediterraneo. Tra il Medio Evo e l’età moderna la progressiva affermazione della Serenissima nel Mediterraneo Orientale era responsabile di una diffusione senza precedenti del veneziano, che veniva capito e spesso parlato e scritto non solo nelle colonie direttamente amministrate da Venezia (come Zara, le Isole Ionie e Creta), ma anche nei territori limitrofi, quindi anche nei possedimenti degli Ottomani. Complesse ed affascinati sono state le dinamiche delle irradiazioni nell’Adriatico orientale e nel Levante. Complessa è la storia del veneziano che fu una lingua internazionale fino al primo Ottocento, un po’ come l’inglese nell’Ottocento. Era la lingua internazionale della navigazione, degli scambi internazionali e persino della diplomazia: lo testimoniano da un lato i numerosi documenti conservati all’archivio di Venezia e in molti altri archivi; dall’altro le numerose parole di origine veneziana passate al croato, all’albanese, al greco, all’arabo e al turco. Ancora oggi, del resto, i turisti veneti in vacanza in Grecia, restano spesso sorpresi dall’aria familiare di molti vocaboli, da ‘karekla’ (sedia) , a ‘katsavidi’, cacciavite, fino a pirouni che nel dialetto greco di Cipro indica ‘forchetta’, cioè il veneziano ‘piron’.
@nicolocrippa8514 come pure bagigio, forma veneta che corrisponde all'italiano arachide che a sua volta deriva dall'arabo hab-aziz, quando i Veneti commerciavano con mezzo mondo... ma non ho mai detto il contrario. Nel Greco moderno ci sono migliaia di termini derivati dal Veneto, e pure alcuni termini veneti sono di derivazione greca dal periodo in cui la Repubblica Veneta si estendeva in tutto il Mediterraneo.
Veneto, quando era considerato il moderno inglese Per motivi ideologici, magari non evidenti neanche all’intellettuale che si pronuncia contro l’ipotesi dell’esistenza di una “lengua veneta” (che pur esiste e gode ottima salute dato che è usata da milioni di venetofoni)) si può dimenticare anche il fatto storico di cui ad esempio parla la studiosa Bruna Mozzi nel suo libro “Venezia e i Turchi”, riedito di recente dal Gazzettino. L’Autrice ci descrive una situazione durata per secoli, che è continuata anche dopo il tramonto drammatico con l’arrivo della soldataglia napoleonica. L’uso della lingua veneta nell’area adriatica e mediterranea, anche tra etnie diverse, per cui essa divenne una specie di inglese usato per intendersi tra turchi, “greghi”, levantini in genere, oltre ai dalmatini della costa e ai veneti veri e propri. Si usava un veneziano, è vero, ma adattato poi alla località di provenienza di chi lo parlava, per cui era un veneziano spurio, una “lengua veneta” vera e propria. “Se ti vedi el Gran Turco, parlighe in venezian”, era un motto comune nella Costantinopoli del 500, dove diplomatici ed interpreti potevano comunicare con il Sultano in veneziano, “l’inglese” del Mediterraneo. Tra il Medio Evo e l’età moderna la progressiva affermazione della Serenissima nel Mediterraneo Orientale era responsabile di una diffusione senza precedenti del veneziano, che veniva capito e spesso parlato e scritto non solo nelle colonie direttamente amministrate da Venezia (come Zara, le Isole Ionie e Creta), ma anche nei territori limitrofi, quindi anche nei possedimenti degli Ottomani. Complesse ed affascinati sono state le dinamiche delle irradiazioni nell’Adriatico orientale e nel Levante. Complessa è la storia del veneziano che fu una lingua internazionale fino al primo Ottocento, un po’ come l’inglese nell’Ottocento. Era la lingua internazionale della navigazione, degli scambi internazionali e persino della diplomazia: lo testimoniano da un lato i numerosi documenti conservati all’archivio di Venezia e in molti altri archivi; dall’altro le numerose parole di origine veneziana passate al croato, all’albanese, al greco, all’arabo e al turco. Ancora oggi, del resto, i turisti veneti in vacanza in Grecia, restano spesso sorpresi dall’aria familiare di molti vocaboli, da ‘karekla’ (sedia) , a ‘katsavidi’, cacciavite, fino a pirouni che nel dialetto greco di Cipro indica ‘forchetta’, cioè il veneziano ‘piron’.
Meraviglioso, ma la porta rimasta aperta che nessuno sa esattamente dove si trovasse, ( cercata ma mai identificata con certezza) dava accesso solo alla prima cinta muraria ma i turchi ne avevano davanti altre due da superare. Quindi non erano entrati in città ma il ferimento di Giustiniani Longo mandò nel panico i difensori che si ritirarono portandolo lontano dalla battaglia ed è in quel preciso momento che cominciò a spargersi la voce che i turchi erano entrati in città ma non era vero. Semplicemente i soldati abbandonarono le posizioni e così i turchi riuscirono a scalare le mura ed effettivamente ad entrare. Pare che Giustiniani morì per avvelenamento e non per le ferite riportate che a quanto pare erano superfici, quindi veleno, quindi vendetta ( forse per tradimento)... almeno così pare si dica
Stupendo, avvincente, veramente ben fatto. Direi uno dei migliori che io abbia visto. Solo una nota stonava, l ' interventodel sr Cenk Ergun che non c' entrava per niente col contesto. Neanche si capiva quello che cercava di dire. Fastidioso.
Complimenti a Cazzullo. Programma interessante... l'unico appunto che mi permetto di fare è che poteva intervistare esperti di storia bizantina come Ravegnani, o magari Barbero che ha scritto un libro su Costantino, il fondatore...
Concordo pienamente. Non capisco perché chiedere un commento sugli importantissimi mosaici di Ravenna a Guccini quando ci sono storici dell'arte bizantina che avrebbero potuto dire qualcosa di più costruttivo. Altra cosa: Montella è bravo come calciatore, allenatore, ecc. e io lo rispetto come tale, ma aver passato tre anni in Turchia non lo rende un'autorità sulle differenze/somiglianze tra cultura italiana e turca, argomento che alcune persone studiano da una vita a livello accademico (potrei fare un paio di nomi). Insomma, il programma di Cazzullo mi piace molto ma non ho trovato questa puntata all'altezza delle altre.
Segnalo che nel palazzo Dolmabahçe a Istanbul, dimora dell'ultimo sultano turco, Mehmet VI, c'è un quadro raffigurante il sultano Mehmet II, identico a quello dipinto da Gentile Bellini in deposito al Victoria and Albert Museum di Londra. Sotto di esso però la didascalia recita: "Sultan Mehmed the Conqueror Fey Haman Duran Oil on canvas 20th century National Palaces Collection inv. n° 122/791" Quindi, nessuna indicazione che trattasi di copia, omissione che andrebbe contestata alle competenti istituzioni turche affinché sia reso il dovuto merito al nostro pittore.
l'imperatore Costantino IX affidò la città a Gesù e pregò intensamente affichè il Cristo gli rispondesse e... fu allor ache avvenne ilmiracolo, Gesù gli rispose dicendogli: ARRANGIATI... nah scherzo, non era la Meloni
Pur apprezzando la trasmissione, in questa puntata sarebbe stato interessante almeno approfondire la vita di Mehmet II, che è degna di essere raccontata, invece l'impero ottomano è stato messo ai margini, un po' come nei manuali di storia (qualche merito nella strategia ce l'avrà o dobbiamo solo ringraziare la porta lasciata aperta?😅) . Lasciamo stare gli ospiti di questa puntata, Barbero, che ha scritto il divano di Istanbul, avrebbe apportato un contributo sicuramente più utile... Ciò detto, sono tornato dalla Turchia una settimana fa e mi ha fatto piacere rivedere i luoghi che ho visitato ❤
Caro Cazzullo la prima attestazione della ricetta dell polvere nera in Cina risale ai primi anni del IX secolo nell'ambito della medicina taoista legata alla ricerca degli elisir di lunga vita o immortalità mentre il suo primo uso bellico risale alla fine dello stesso secolo. Inoltre definire le mura di Costantinopoli "le più imponenti che la storia abbia mai vista" è se vogliamo un errore ancora più grande, senza andare troppo in ambito specialistico le basterebbe semplicemente informarsi sulle mura di Pechino per capire. Le consiglio di studiare le fonti prima di fare certe affermazioni su un canale nazionale in prima serata.
Kostandino ere ilitico e come Justiniano che era ilirico quindi erano Albanesi e come la bandiera di Costantinopoli che era come la bandiera ALBANESE poi la lingua greca antica vuol dire la lingua Albanese 🇦🇱 di ancora oggi che invece non c'entra niente con il greco di oggi, poi Ro,ma lingua Albanese significa CONTINUITÀ A VIVERE perché il Principe DARDANO (kosova) Albania, dopo la caduta di TROJA che in Albanese significa ( la guerra per territori) ha messo il nome Ro,ma CONTINUITÀ A VIVERE ANCORA sono tutti Albanesi ma voi non siete interessati a dire la verità perché non vi conviene, ciao un saluto dalla ÇAMERIA ARVANITAS arberesh Grecia is ALBANIA naturale 🇦🇱 🇦🇱
Dovete cambiare i colori dello studio e renderlo un po piu sobrio. Il livello delle vostre interviste e' altissimo ma lo studio sembra un cartoneanimato
a parte che il seguito di Giustiniano è identificato con taluni personaggi solo per tradizione e non per fonti. Ma cmq quello indicato è narsete, il generale eunuco armeno. Belisario è quello con la barba. Manco sapete di cosa parlate. che vergogna.
1:22:47 quindi se li mette divisi (a parte la reinterpretazione del "noi diremmo") significa palesemente che sono due cose diverse! Propongo di far ascoltare questo spezzone ai fasci che credono di essere discendenti dei romani😂
Documentario meraviglioso. Complimenti.
complimenti uno dei migliori documentari visti ultimamente
“Se ti vedi el Gran Turco, parlighe in venezian”, era un motto comune nella Costantinopoli del 500, dove diplomatici ed interpreti potevano comunicare con il Sultano in veneziano, “l’inglese” del Mediterraneo.
Tra il Medio Evo e l’età moderna la progressiva affermazione della Serenissima nel Mediterraneo Orientale era responsabile di una diffusione senza precedenti del veneziano, che veniva capito e spesso parlato e scritto non solo nelle colonie direttamente amministrate da Venezia (come Zara, le Isole Ionie e Creta), ma anche nei territori limitrofi, quindi anche nei possedimenti degli Ottomani.
Complesse ed affascinati sono state le dinamiche delle irradiazioni nell’Adriatico orientale e nel Levante. Complessa è la storia del veneziano che fu una lingua internazionale fino al primo Ottocento, un po’ come l’inglese nell’Ottocento.
Era la lingua internazionale della navigazione, degli scambi internazionali e persino della diplomazia: lo testimoniano da un lato i numerosi documenti conservati all’archivio di Venezia e in molti altri archivi; dall’altro le numerose parole di origine veneziana passate al croato, all’albanese, al greco, all’arabo e al turco.
Ancora oggi, del resto, i turisti veneti in vacanza in Grecia, restano spesso sorpresi dall’aria familiare di molti vocaboli, da ‘karekla’ (sedia) , a ‘katsavidi’, cacciavite, fino a pirouni che nel dialetto greco di Cipro indica ‘forchetta’, cioè il veneziano ‘piron’.
Piron è una parola greca che è entrate nel lessico veneto, non il contrario.
@nicolocrippa8514 come pure bagigio, forma veneta che corrisponde all'italiano arachide che a sua volta deriva dall'arabo hab-aziz, quando i Veneti commerciavano con mezzo mondo... ma non ho mai detto il contrario. Nel Greco moderno ci sono migliaia di termini derivati dal Veneto, e pure alcuni termini veneti sono di derivazione greca dal periodo in cui la Repubblica Veneta si estendeva in tutto il Mediterraneo.
Ogni puntata riesce a superare la precedente. Programma fantastico
Un piacere per gli occhi e per le orecchie.. menomale che c'è ancora chi fa programmi di cultura
Che meraviglia. Starei ad ascoltare Cazzuola 12 ore al giorno e le altre 12 ascolterei Barbero.❤
Documentario stupendo, raccontato magistralmente!
Veneto, quando era considerato il moderno inglese
Per motivi ideologici, magari non evidenti neanche all’intellettuale che si pronuncia contro l’ipotesi dell’esistenza di una “lengua veneta” (che pur esiste e gode ottima salute dato che è usata da milioni di venetofoni)) si può dimenticare anche il fatto storico di cui ad esempio parla la studiosa Bruna Mozzi nel suo libro “Venezia e i Turchi”, riedito di recente dal Gazzettino.
L’Autrice ci descrive una situazione durata per secoli, che è continuata anche dopo il tramonto drammatico con l’arrivo della soldataglia napoleonica. L’uso della lingua veneta nell’area adriatica e mediterranea, anche tra etnie diverse, per cui essa divenne una specie di inglese usato per intendersi tra turchi, “greghi”, levantini in genere, oltre ai dalmatini della costa e ai veneti veri e propri. Si usava un veneziano, è vero, ma adattato poi alla località di provenienza di chi lo parlava, per cui era un veneziano spurio, una “lengua veneta” vera e propria.
“Se ti vedi el Gran Turco, parlighe in venezian”, era un motto comune nella Costantinopoli del 500, dove diplomatici ed interpreti potevano comunicare con il Sultano in veneziano, “l’inglese” del Mediterraneo.
Tra il Medio Evo e l’età moderna la progressiva affermazione della Serenissima nel Mediterraneo Orientale era responsabile di una diffusione senza precedenti del veneziano, che veniva capito e spesso parlato e scritto non solo nelle colonie direttamente amministrate da Venezia (come Zara, le Isole Ionie e Creta), ma anche nei territori limitrofi, quindi anche nei possedimenti degli Ottomani.
Complesse ed affascinati sono state le dinamiche delle irradiazioni nell’Adriatico orientale e nel Levante. Complessa è la storia del veneziano che fu una lingua internazionale fino al primo Ottocento, un po’ come l’inglese nell’Ottocento.
Era la lingua internazionale della navigazione, degli scambi internazionali e persino della diplomazia: lo testimoniano da un lato i numerosi documenti conservati all’archivio di Venezia e in molti altri archivi; dall’altro le numerose parole di origine veneziana passate al croato, all’albanese, al greco, all’arabo e al turco.
Ancora oggi, del resto, i turisti veneti in vacanza in Grecia, restano spesso sorpresi dall’aria familiare di molti vocaboli, da ‘karekla’ (sedia) , a ‘katsavidi’, cacciavite, fino a pirouni che nel dialetto greco di Cipro indica ‘forchetta’, cioè il veneziano ‘piron’.
Complimenti una bellísima puntata ❤
veramente città spettacolare!! andate a visitarla, merita e lo dico da scettico italiano 🫶 infatti si nota le similitudini con l'Italia 🇮🇹
strano, vero
Uno dei documentari più belli mai visti.❤
Serie di documentari stupendi
Stupenda puntata.
Grazie.
Interessante documentario congratulazioni ne vogliamo vedere altri benvenuti
Documentario bellissimo!!! Saluti da un genovese 😊
Puntata bellissima, complimenti a tutti!
Top Aldo nazionale
Splendidi documentari!!
Bravissimi!!!... Documentario meraviglioso per narrazione storica e paesaggi mozzafiato!
Meraviglioso, ma la porta rimasta aperta che nessuno sa esattamente dove si trovasse, ( cercata ma mai identificata con certezza) dava accesso solo alla prima cinta muraria ma i turchi ne avevano davanti altre due da superare. Quindi non erano entrati in città ma il ferimento di Giustiniani Longo mandò nel panico i difensori che si ritirarono portandolo lontano dalla battaglia ed è in quel preciso momento che cominciò a spargersi la voce che i turchi erano entrati in città ma non era vero. Semplicemente i soldati abbandonarono le posizioni e così i turchi riuscirono a scalare le mura ed effettivamente ad entrare.
Pare che Giustiniani morì per avvelenamento e non per le ferite riportate che a quanto pare erano superfici, quindi veleno, quindi vendetta ( forse per tradimento)... almeno così pare si dica
Straordinaria questa serie..mettete il video il HD, a 720 perde tanto
Bellissimo documentario complimenti a cazzullo e i due narratori. Peccato per la pubblicità che interrompe troppe volte il racconto
Veramente splendido...complimenti per l'impostazione e per lanarrazione
ELOQUENTE E CHIARO COME SEMPRE. E COME SEMPRE IN ATTESA DI NOTIZIE CONTENUTE NELL'ARMADIO DELLA VERGOGNA". GRAZIE
Costantinopoli era stata già conquistata dai crociati 200 anni prima.
Quello nel 1204, venne riconquistata dai bizantini nel 1261
SI. La famosa 4a crociata 😮
Bellissimo!
Stupendo, avvincente, veramente ben fatto. Direi uno dei migliori che io abbia visto. Solo una nota stonava, l ' interventodel sr Cenk Ergun che non c' entrava per niente col contesto. Neanche si capiva quello che cercava di dire. Fastidioso.
Complimenti a Cazzullo. Programma interessante... l'unico appunto che mi permetto di fare è che poteva intervistare esperti di storia bizantina come Ravegnani, o magari Barbero che ha scritto un libro su Costantino, il fondatore...
Concordo pienamente. Non capisco perché chiedere un commento sugli importantissimi mosaici di Ravenna a Guccini quando ci sono storici dell'arte bizantina che avrebbero potuto dire qualcosa di più costruttivo. Altra cosa: Montella è bravo come calciatore, allenatore, ecc. e io lo rispetto come tale, ma aver passato tre anni in Turchia non lo rende un'autorità sulle differenze/somiglianze tra cultura italiana e turca, argomento che alcune persone studiano da una vita a livello accademico (potrei fare un paio di nomi). Insomma, il programma di Cazzullo mi piace molto ma non ho trovato questa puntata all'altezza delle altre.
@glaukopis3083 sono d'accordo... che c'entra montella ??? Mah !
Ho avuto la fortuna di visitare Istanbul per 3 volte. Non ho dubbi nel definirla la città più bella del mondo.
Per un italiano, è Costantinopoli.
Battiato è un tocco di classe
Segnalo che nel palazzo Dolmabahçe a Istanbul, dimora dell'ultimo sultano turco, Mehmet VI, c'è un quadro raffigurante il sultano Mehmet II, identico a quello dipinto da Gentile Bellini in deposito al Victoria and Albert Museum di Londra. Sotto di esso però la didascalia recita:
"Sultan Mehmed the Conqueror
Fey Haman Duran
Oil on canvas
20th century
National Palaces Collection
inv. n° 122/791"
Quindi, nessuna indicazione che trattasi di copia, omissione che andrebbe contestata alle competenti istituzioni turche affinché sia reso il dovuto merito al nostro pittore.
l'imperatore Costantino IX affidò la città a Gesù e pregò intensamente affichè il Cristo gli rispondesse e... fu allor ache avvenne ilmiracolo, Gesù gli rispose dicendogli: ARRANGIATI...
nah scherzo, non era la Meloni
❤️
Pur apprezzando la trasmissione, in questa puntata sarebbe stato interessante almeno approfondire la vita di Mehmet II, che è degna di essere raccontata, invece l'impero ottomano è stato messo ai margini, un po' come nei manuali di storia (qualche merito nella strategia ce l'avrà o dobbiamo solo ringraziare la porta lasciata aperta?😅) . Lasciamo stare gli ospiti di questa puntata, Barbero, che ha scritto il divano di Istanbul, avrebbe apportato un contributo sicuramente più utile... Ciò detto, sono tornato dalla Turchia una settimana fa e mi ha fatto piacere rivedere i luoghi che ho visitato ❤
sono stato a Izmir (Smirne) città bellissima .......mi sono sentito a casa mia
Finalmente cultura
.
l'Impero Romano non è mai caduto. Maometto II si proclama il continuatore. Oltre al fatto che le insegne sono a Mosca (la III Roma)
Caro Cazzullo la prima attestazione della ricetta dell polvere nera in Cina risale ai primi anni del IX secolo nell'ambito della medicina taoista legata alla ricerca degli elisir di lunga vita o immortalità mentre il suo primo uso bellico risale alla fine dello stesso secolo. Inoltre definire le mura di Costantinopoli "le più imponenti che la storia abbia mai vista" è se vogliamo un errore ancora più grande, senza andare troppo in ambito specialistico le basterebbe semplicemente informarsi sulle mura di Pechino per capire. Le consiglio di studiare le fonti prima di fare certe affermazioni su un canale nazionale in prima serata.
poi guccini rovina tutto dicendo due minchiate
Bisanzio sta cadendo, Bisanzio è il mondo intero...
13:03 non hanno i cardinali agli ortodossi!
Posso domandarvi perché avete deciso di rovinare il vostro lavoro con l’intervento di Guccini? È un peccato, sarebbe stato un bel lavoro.
MAMMA LI TURCHI!!!! 😊😊😊
Kostandino ere ilitico e come Justiniano che era ilirico quindi erano Albanesi e come la bandiera di Costantinopoli che era come la bandiera ALBANESE poi la lingua greca antica vuol dire la lingua Albanese 🇦🇱 di ancora oggi che invece non c'entra niente con il greco di oggi, poi Ro,ma lingua Albanese significa CONTINUITÀ A VIVERE perché il Principe DARDANO (kosova) Albania, dopo la caduta di TROJA che in Albanese significa ( la guerra per territori) ha messo il nome Ro,ma CONTINUITÀ A VIVERE ANCORA sono tutti Albanesi ma voi non siete interessati a dire la verità perché non vi conviene, ciao un saluto dalla ÇAMERIA ARVANITAS arberesh Grecia is ALBANIA naturale 🇦🇱 🇦🇱
Dovete cambiare i colori dello studio e renderlo un po piu sobrio. Il livello delle vostre interviste e' altissimo ma lo studio sembra un cartoneanimato
a parte che il seguito di Giustiniano è identificato con taluni personaggi solo per tradizione e non per fonti. Ma cmq quello indicato è narsete, il generale eunuco armeno. Belisario è quello con la barba. Manco sapete di cosa parlate. che vergogna.
Per me è l'erede di Piero Angela
1:22:47 quindi se li mette divisi (a parte la reinterpretazione del "noi diremmo") significa palesemente che sono due cose diverse! Propongo di far ascoltare questo spezzone ai fasci che credono di essere discendenti dei romani😂
A Costantino cosa hai combinato......
Frottole. E se è vero, c'è certamente qualche cosa di disonesto!
questi bruttissimi avvenimenti storici ho difficolta ad ascoltarli,
Primo a vederlo
ORBAN......buon sangue non mente
Lepanto !
politicizzato
racconti male, meglio studiare la storia che farsela raccontare falsamente...
Direi grazie al cazzo, non sono lezioni di storia. Nessuno penso di imparare la storia da un racconto televisivo.