L’intervento di Cardini è assai opportuno e lucido, nonché estremamente equilibrato. Detto questo, bisogna però riconoscere che l’appropriazione di Tolkien da parte della destra, fu del tutto indebita. Ma bisogna anche dare a Cesare quel che è di Cesare. Fu grazie alla destra se l’opera del professore uscì dall’anonimato e venne pubblicata in Italia, e inevitabilmente se ne prese il merito e la trasse dalla sua parte. E’ sbagliato? Senza alcun dubbio, ma così va il mondo, e in questo, destra e sinistra sono due facce della stessa medaglia. Gli studi che fiorirono all’epoca, da parte di intellettuali quali Polia, Cardini, Zolla, De Turris ecc. possono essere considerati datati e fuori fuoco, ma furono un primo tentativo di accostarsi all’opera del professore in Italia, ed è un errore a mio avviso, gettare i loro contributi completamente tra le fiamme, come sarebbe sbagliato farlo con gli attuali studi di WuMing e altri, i quali tuttavia, a loro volta cercano tra le righe di portare comunque acqua al proprio mulino. Però, se non ricordo male, negli anni dell’edizione Rusconi, la sinistra respinse Tolkien senza appello, perlomeno in Italia. I suoi intellettuali, se tali erano veramente, avrebbero potuto fin da subito intuirne l’importanza, invece di abbaiare convulsamente contro l’inesistente “fascisticità” del Signore degli Anelli, solo per reagire al fastidio per i Campi Hobbit e quant’altro. Un modo molto sciocco e immaturo di valutare l’importanza di un’opera, che qualunque vero intellettuale senza preconcetti, avrebbe dovuto agevolmente comprendere, così come la comprendevano i semplici lettori quali il sottoscritto, che di intellettuale non aveva e non ha niente. Ho avuto amici di sinistra che semplicemente rifiutavano anche solo di aprire quelle pagine, perché invise al loro partito, salvo poi ricredersi dopo lo tsunami tolkieniano originato dai films di Peter Jackson. Nel periodo del successo della trilogia cinematografica infatti, il trend si ribaltò, e accadde esattamente ciò che era accaduto negli anni di Zolla e Principe, ma a parti invertite, con la destra che sbraitava sbavante, per il presunto furto culturale: “Ladra di una sinistra, hai rubato il mio tessssoro!!!”. Tutte cose insensate, ridicole e assolutamente INSOPPORTABILI, che snaturano completamente l’opera di Tolkien. Le respingo in toto, cerco di trarre utili intuizioni dagli studi di tutti (perché qualcosa di interessante si trova sempre e immancabilmente in qualsiasi punto di vista) e torno al “mio” Tolkien. Sì, perché la sua opera è Universale (Cattolica, nel vero senso di questo termine) e parla ai cuori di tutti gli uomini che si ritengono giusti, o che perlomeno hanno un inestinguibile anelito al proprio miglioramento interiore. Quanto alla Meloni... dal mio punto di vista, non disturba tanto il suo attaccamento a Tolkien, quanto il fatto che il suo modo di governare vada in una direzione che Tolkien avrebbe condannato senza appello, e pertanto, il tentativo di ancorare il suo governo all’opera del professore, appare ai miei occhi completamente privo di senso. Ma qui entriamo nel campo delle valutazioni personali, dunque mi fermo qui. Chiedo scusa scuso per la lunghezza del mio intervento. Cordiali saluti.
Grazie per queste riflessioni equilibrate e di grande valore. Ho visitato la mostra trovandola ben concepita anche se abbastanza piatta. La parte con le citazioni su Tolkien di personaggi conosciuti ha un suo senso perché fa da raccordo verso la parte più “pop” dell’allestimento
Sono d'accordo con quanto asserito da Nicola nella prima parte del video sulla politicizzazione di Tolkien. Personalmente vedo la questione dell'appropriazione come di una corsa a chi arriva prima, poi chi vince usa Tolkien come trofeo e il perdente critica... Ma è un modo di fare che la politica applica ad ogni cosa, perciò Tolkien è soltanto un altro "mezzo" con cui darsi battaglia e vedere chi la spunta. Vorrei vedere invece persone di ideologie diverse metterle da parte per una volta (che francamente hanno pure stancato) e unirsi per mostrare Tolkien soltanto in chiave culturale. Mi rendo conto che si tratterebbe di utopia, ma sperarci male non fa. Grazie ragazzi, bravissimi 👏 e Paolo ascolta i consigli di Nicola che raramente sbaglia. P.s. al minuto 30, salute Nicola!😄
Due note, se posso: 1) Invito gli amici Paolo e Nicola a non essere troppo pessimisti. Gli studi tolkieniani, come ogni studio, non sono mai inutili. Le mostre, belle o brutte che siano, con le loro cornici politiche, passano. Lo studio resta. Così come la divulgazione seria. Soprattutto, essendo ormai Tolkien un patrimonio comune, parte della cultura di massa, questa ondata di revanscismo destrorso malcelato e di commenti televisivi da parte di sedicenti intellettuali di sinistra che non sanno di cosa parlano, appunto, deve soltanto passare. A mio avviso, dopo la risacca, non lascerà più che qualche strascico e qualche brutto ricordo. 2) Un appunto sul “patriarcato” degli Elfi. Senza dubbio tra tutte le società della Terra di Mezzo, quella elfica è la meno patriarcale, e con personaggi femminili molto indipendenti e perfino ribelli. Ed è vero che nel Silmarillion a fare i disastri sono i maschi, ma possono farli proprio perché la società patriarcale glielo consente, e alle elfe tocca provare a fermarli o sottrarsi alle loro mire. Se Nerdanel non riesce a frenare Fëanor, una giovane come Luthien deve fuggire dall’iperprottetività paterna, che è sfociata nella reclusione; deve superare il suo divieto matrimoniale; poi sottrarsi all’ambizione matrimoniale da parte dei figli di Fëanor; infine deve pure subire la scelta di Beren di accompagnare il suocero a caccia di Carcaroth come dovere di congiunto maschio e in seguito alla quale morirà. Tutta la vicenda di Luthien è leggibile come lotta contro il patriarcato della società elfica, Sindar o Noldor che sia, al punto che diventa una battaglia nella battaglia contro Morgoth e Sauron (che comunque pure loro sono due maschi potenti). Come dico spesso, Tolkien non era affatto femminista, ma respirava l’aria del suo tempo, che era un’aria di lotte per l’emancipazione femminile, il diritto di voto alle donne, l’equiparazione salariale, eccetera. Quest’aria nella sua opera in qualche modo si respira.
Complimenti Paolo e Nicola per il rigore ed equilibrio che sempre usate nel trattare qualsiasi argomento, anche quelli delicati, mi sono appassionato al canale di Paolo e ai video con Nicola proprio per il vostro approccio scientifico con cui trattate la materia tolkeniana ossia studiando le fonti tolkeniane e tutti i suoi scritti al fine di spiegare in modo più accurato possobile le opere dell'autore. Questo è a mio avviso il modo di fare esegesi di un autore di letteratura e anche citando Nicola "intellettualmente onesto". L'approccio non ideologico di Paolo e di altri esegeti come gli studiosi dell'aist per quanto riguarda me ha aiutato alle comprensione dell'autore e sono un esempio a cui anche tanti accademici dovrebbero seguire nello studiare altre opere di letteratura. Per carità ognuno è libero di leggere un testo come vuole però nel momento in cui si vuole dare ad una certa interpretazione ampia diffusione sarebbe preferibile basarso sui testi dell'autore come fanno Paolo e Nicola. Quindi grazie per aver contribuito ad evolvere l'analisi di Tolkien e sono sicuro che anche i vostri studi contribuiscono alla scoperta dell'autore, basta solo vedere le tante iniziative promosse quest'anno e dalle tante persone che vi seguono sul canale. P.s. Paolo facci sapere a noi romani quando vieni a Roma a vedere la mostra così per quanto mi riguarda ti faccio firmare le copie dei tuoi libri che ho.😂
Come giustamente avete detto voi ragazzi, il problema è ermeneutico e semantico. Sto leggendo proprio in questo periodo un testo che molti conosceranno perché citato in molti saggi di critica letteraria , “Estetica e romanzo” di Michail Bachtin, che affronta il tema del plurilinguismo e della pluridiscorsività nella prosa . Cito un estratto dal capitolo “La parola nel romanzo”: “ La lingua del prosatore si dispone lungo i gradi di una maggiore o minore vicinanza all’autore e alla sua ultima istanza semantica: alcuni momenti della lingua in modo diretto ed esplicito esprimono le intenzioni semantiche ed espressive dell’autore, altri rifrangono queste intenzioni.” Anche nel caso della narrazione in terza persona, quindi, ci sono degli scarti tra quella che è l’opinione dell’autore, quella del narratore e quella che è l’opinione altrui (che può essere di un dato gruppo storico-socio- culturale) inserita nella narrazione, dalla quale l’autore si discosta tramite variazioni o usi particolari della sintassi . Quando a parlare invece non è il narratore in prima o terza persona, ma un personaggio del romanzo, è ancora più essenziale soffermarsi sul punto di vista di quel dato personaggio, che spesso varierà da quello del narratore e da quello dell’autore, ma che alcune volte può anche coincidere con quello di queste due istanze. Non si insiste mai abbastanza sul concetto di polifonia (come ricordi spesso tu Paolo, nei tuoi video), sui diversi narratori e sui punti di vista all’interno del romanzo di Tolkien, che bisogna tenere ben presenti in qualsiasi analisi interpretativa. Quando Theoden parla, dirà cose su cui magari Tolkien è d’accordo, altre che divergono dalla sua opinione e così via. Riflettevo su questa frase di Eowyn nel capitolo l’adunata di Rohan :” Dove la volontà non viene meno, una via s’apre, diciamo noi” (“so we say” in lingua originale). Quel “noi” potrebbe essere interpretato come “noi del Rohan/Mark”, ma allora perché Tolkien, che è così attento alle parole, non scrive “noi di Rohan”? Quindi può essere un “noi” che comprende anche il narratore (Frodo o Bilbo) che ha sentito il racconto da Merry e che lo trascrive ,condividendo la verità di quella frase pregna di significato, e può comprendere anche l’autore (Tolkien). Ma questa è solo una mia idea… Complimenti per i video e le live, continuate così!
Innanzitutto complimenti ad entrambi, perchè, a mio avviso, siete riusciti a realizzare un video equilibrato dove si espongono le vostre opinioni in modo pacato, senza offendere nessuno. Condivido pienamente una delle ultime affermazioni di Paolo, secondo cui ci sono stati e ci sono buoni esegeti di destra e di sinistra dell'opera di Tolkien e questo, ancora una volta, mette in evidenza la grandezza del Professore di Oxford che può offrire spunti di riflessione a tutti. La questione più specifica dell'appropriazione penso che vada vista in relazione alla diffusione storica del SdA in Italia. Non c'è dubbio che quando il libro fu pubblicato, esso venne rigettato dall'intellighenzia di sinistra, tanto che chi lo leggeva veniva manifestamente bollato come fascista. Almeno questa è stata la mia esperienza negli anni '70 e '80. I lettori di destra e il partito di destra che allora era esclusivamente il MSI, sostituito successivamente da Alleanza Nazionale, trovarono molti spunti consoni alla propria ideologia nell'opera di Tolkien e mai i partiti avversari pensarono di contrapporre una propria visione della stessa opera. Per questo in Italia Tolkien è passato come uno scrittore di destra. Ad onor del vero, ancor oggi, uno scrittore profondamente cattolico che definì lui stesso la sua opera come "profondamente religiosa", non credo che vada molto a genio ad una certa parte politica e per lo più si tenta di strappare Tolkien dalle grinfie della destra non perchè si crede veramente nel suo messaggio, bensì per pura opposizione politica. Non ho visto la mostra a Roma, ma credo che non ci sarà proprio nulla di politicamente scorretto che possa far gridare allo scandalo una o l'altra parte. L'importante è che si continui a parlare di Tolkien, della sua opera, avvicinando così il maggior numero di lettori possibili. Se poi questi votino a destra o a sinistra, poco importa.
Grazie x questo video mi ha invogliato a vedere un mostra che non avrei mai avuto interesse a vedere poiché sarebbe stato più interessante un mostra su un opera di Tolkien....
Quando ero al liceo, molto tempo fa, fine anni 80, i professori di italiano, arte e filosofia, palesemente di sinistra, consideravano tolkien uno scrittore di serie B a livello di letteratura trash, poco colto e privo di qualsiasi spessore. E queste erano le critiche più... accettabili. Questa era l'impostazione dogmatica della scuola ai miei tempi. Se Tolkien ora è riconosciuto in Italia per quello che è dobbiamo ringraziare la divulgazione che è stata fatta in questi anni. Ben vengano film, mostre e tutti coloro che come Voi ne discutono.
51:48 Non sarà ne di destra ne di sinistra, però Tolkien ha comunque sostenuto Francisco Franco, dopo tutto era un cattolico. Questo già comunque pone la figura del professore sotto una lente cattolica anti comunista non da poco. Lo stesso Tolkien aveva rimproverato a C.S Lewis il suo essere stato contro Francisco Franco poi da quel che ricordo.
Ha sostenuto Franco perché era cattolico, non perché era franchista. Le due cose sono un po' diverse. Questo ovviamente fa capire che non può essere definito autore non politico, nel senso di non schierato, ma comunque non preclude il fatto che la destra fascista ne fa un uso strumentale ridicolo
Ragazzi, ho un bel po' di anni più di voi e da più di quarant'anni sono stanca di sentir dire che Tolkien è di destra o di qualche altro colore politico di cui lui nemmeno si sognava. Dico più di quarant'anni perché data da allora la mia prima lettura del Nostro. E' una diatriba che appartiene solo all' Italia, dove l'opera del Maestro è stata vergognosamente strumentalizzata. Per il resto, ho apprezzato le vostre considerazioni in questo video. Grazie ad entrambi.❤
Ottimo riflessioni, grazie del video. Spero che tu legga i commenti e mi permetto di esprimere un'opinione riguardo al gran numero di opinionisti e "intellettuali" "de sinistra" che sono intervenuti su Tolkien unicamente per criticare il governo: secondo me il più miserevole è stato Michele Serra, che durante Piazza Pulita del 16/11 (scrivo la data per chi volesse ascoltare le cose dette) ha utilizzato una spocchia insostenibile si è avventurato in paragoni davvero squallidi. E purtroppo, sempre nella stessa trasmissione, anche Montanari si è lasciato andare a passaggi che non rendono giustizia alla sua capacità di riflettere sull'arte...
@@PaoloNardiSoia intanto grazie per la risposta. Da una parte capisco quello che dici, ma per come la vedo io - e senza togliere nulla a Salgari - anche il parallelo con tale autore e il voler considerare l'opera di Tolkien solo un esempio di romanzo d'avventura nella sua declinazione come mero intrattenimento infantile è molto forzato, e fatto col solo intento di sminuirne il valore. Voglio dire, ha tirato fuori anche Pingu, che però "forse è di un'altra saga..." E ammettere di non essere esperto/amante del genere potrebbe essere anche dimostrazione di sincerità e al limite di onestà intellettuale, ma questo solo se dopo non si liquidasse un genere che non si conosce e un'opera che si conosce ancora meno connotandola unicamente come "passione giovanile di un gruppo di potere", tanto che fa "una certa impressione" vederla come "autorevolissima esposizione in una delle più importanti gallerie d'arte di questo paese." Però forse mi ha dato particolare fastidio perché l'ho visto proprio in diretta, e quel siparietto con le sopracciglia alzate e i sorrisetti sagaci mentre il duo gettava letame su Tolkien l'ho digerito poco.
@@ulfednir è verissimo perché non era il contesto adatto. Come sempre si tira fuori Tolkien a sproposito, spesso prlandone con gente che non ne sa niente
L'esempio che faccio sempre è quello dei videogiochi (*). Se si parla di medicina si invita un medico. Se si parla della costruzione o del crollo di un ponte, si invitano un architetto o un ingegniere. Pare ovvio. Ma se si parla di videogiochi molto raramente viene consultato un esperto di videogiochi. Probabilmente perché sono "fatui" (e quindi non possono avere esperti). Questo tranne quando accade "il guaio" e si parla di assuefazione e violenza - e allora in quel caso si invitano psichiatri e sociologi (che raramente hanno idea di cosa sia, per dire, il PEGI). Probabilmente Tolkien, in sé, è fatuo ("Tolkien", tra l'altro, è spesso solo il SdA, e ancora più spesso solo i film), e quindi l'idea che vi siano esperti di Tolkien non esiste. Tranne quando accade il guaio, ovvero l'appropriazione politica - e allora in quel caso si invitano commentatori politici (che dubito sappiano chi è Túrin Turambar, figurarsi Haleth). Ho seguito il vostro dibattito. Sarò onesto, è stato interessante ma un po' dispersivo. Ma una cosa mi è rimasta, un pensiero: "Ma quanti a La 7 stanno capendo di cosa parlano questi due?" Che, temo, sia la cosa più importante che è emersa da questo video. (*) Molti anni fa una rivista molto in vista mi chiese un articolo sui "moderni videogiochi". Prima che potessi perfino rispondere, aggiunsero "Naturalmente sarà affiancato da un giornalista (??), perché sarà necessario che quello che lei dice sia comprensibile anche al pubblico (???)". Ovviamente dissi di no. Ho le prove che questa situazione non è mai cambiata. Secondo voi quali sono le probabilità che Tom Shippey appaia a La 7? Secondo me, zero.
Tutte le volte che sento questi discorsi vengo assalito da un dubbio atroce: ma non sarebbe meglio lasciare la narrativa alla sfera della narrativa, evitando di appiopparle quelle interpretazioni che noi decidiamo debbano essere le uniche valide, poiché si confanno al nostro modo di vedere il mondo?
Tutta l'arte è politica e ognuno ha il diritto difare le sue riflessioni, ma lasciare che terzi schematizzino o peggio dividino in due blocchi qualsiasi aspetto della vita, della cultura e della storia è l'azione peggiore che si possa compiere e il modo migliore per scatenare le guerre. Citando una frase della canzone di Giorgio Gaber: "Ma cos'è la Destra, cos'è la Sinistra?"
Anche in una conferenza della Tolkien Society di qualche anno fa (giugno 22 forse?) venne fuori un relatore (un relatore ad un evento della TS, lo ripeto) che tirava fuori la storiella trita e ritrita che in Tolkien tutti i cattivi vengono da sud e da est e quindi Tolkien sarebbe razzista😅 (che non è esattamente il discorso di Tolkien fascista ma è suo fratello, diciamo) Io proprio queste cose non riesco a concepirle. A parte che, volendo stare al gioco, il lago Cuivienen è all'estremo est ed Angband è all'estremo nord, quindi anche a voler rispondere terra terra è un ragionamento del c...aso, come diciamo noi nella terra di mezzo..... ....ma, più seriamente, sono appropriazioni culturali che stuprano e sviliscono la profondità e complessità dell'autore.
Segnalo un servizio appena visto su rai5 riguardo la mostra che sembra un Comicon con i videogiochi della play station ed i flipper a tema.Mi chiedo: ma chi ha chiamato certi personaggi a commentare un tema così complicato in maniera così semplicistica?
Aggiungo che una di questi "esperti" dice che le figure femminili in Tolkien non sono predominanti tranne Eowyn che è una donna guerriera. Mi chiedo ma hanno letto Tolkien?
E alle parole "fascismo degli Elfi" ho interrotto la visione di questo video. Tutto questo discorso mi sembra molto pretestuoso e propagandistico, sia d una parte che dall'altra, credo anche che tutta la politica dovrebbe riflettere sul termine "potere" e sul termine "propaganda". W Smaug.
@@PaoloNardiSoia innanzitutto mi scuso per il messaggio, ma nella fretta ho misurato male le parole, mi sono lasciato fraintendere e quindi è giusto che puntualizzo: Ho interrotto l'ascolto (per altro sempre gradevole e assolutamente di livello) perchè mi ha un po' irritato la terminologia usata dalla Murgia e mi sono innervosito temendo che si andasse fuori tema, tornando su una vecchia polemica poco felice. Detto questo sono d'accordo con voi nel condannare questa inutile necessità di mettere bandierine dappertutto, anche quando si parla di tutt'altro che di politica, ma la moda ahimè è questa e credo che dovremo tenercela per un bel po'. Questo episodio mi rimanda alla memoria un articolo di un giornale locale, che dopo l'uscita del primo film di P.J. titolava una conferenza su Tolkien tenutasi dalle mie parti, come un rischio per le tradizioni cristiane, perchè "il fascino del fantasy crea nuovi miti pagani" (Cit.) e si temeva una disaffezione al cristianesimo in favore di altre mitologie (?). ...ribadisco il concetto: "oggi la politica deve riflettere maggiormente sul concetto di potere e impegnarsi a fare ciò che le compete, ovvero governare e amministrare" Scusate ancora, ma questo dibattito me lo aspettavo e temo non finisca qui. Grazie come sempre e buon lavoro!
Comunque la maglia nera con la lira non ce la racconta giusta, Paolo criptofascista come Tolkien! (comunque confermo, alla mostra non c'è niente di politico e i limiti stanno altrove)
Io mi domando se, pur avendolo descritto così minuziosamente, Tolkien avrebbe voluto viverci in quel mondo, nella sua Terra di Mezxo. Io ne dubito, senz'altro non amava molte cose che accadevano nel nostro mondo (ha pure vissuto una guerra) ma non credo che avrebbe voluto vivere in Arda, nonostante gli Elfi, nonostante gli Hobbit etc... E dunque il suo mondo letterario resta tale, non è una espressione di valori assoluti in cui gli piacerebbe vivere. La critica agli Elfi "imbalsamatori" ne è l'evidenza, secondo me, così come l'assenza di simbolismi e di religione cristiana. Dunque la faccenda degli "Elfi fascisti" è una stupidaggine colossale.
Non c'è da stupirsi... Sempre è successo... hanno fatto di Dante un poeta difensore del cattolicesimo.... non vedo perchè Tolkien dovrebbe essere risparmiato. Non si tratta di operazioni culturali ma propagandistiche. La cultura è un'altra cosa e voi state facendo un ottimo lavoro di ricerca, che dovrebbe essere prso da esempio da tutti.
L’intervento di Cardini è assai opportuno e lucido, nonché estremamente equilibrato. Detto questo, bisogna però riconoscere che l’appropriazione di Tolkien da parte della destra, fu del tutto indebita. Ma bisogna anche dare a Cesare quel che è di Cesare. Fu grazie alla destra se l’opera del professore uscì dall’anonimato e venne pubblicata in Italia, e inevitabilmente se ne prese il merito e la trasse dalla sua parte. E’ sbagliato? Senza alcun dubbio, ma così va il mondo, e in questo, destra e sinistra sono due facce della stessa medaglia. Gli studi che fiorirono all’epoca, da parte di intellettuali quali Polia, Cardini, Zolla, De Turris ecc. possono essere considerati datati e fuori fuoco, ma furono un primo tentativo di accostarsi all’opera del professore in Italia, ed è un errore a mio avviso, gettare i loro contributi completamente tra le fiamme, come sarebbe sbagliato farlo con gli attuali studi di WuMing e altri, i quali tuttavia, a loro volta cercano tra le righe di portare comunque acqua al proprio mulino. Però, se non ricordo male, negli anni dell’edizione Rusconi, la sinistra respinse Tolkien senza appello, perlomeno in Italia. I suoi intellettuali, se tali erano veramente, avrebbero potuto fin da subito intuirne l’importanza, invece di abbaiare convulsamente contro l’inesistente “fascisticità” del Signore degli Anelli, solo per reagire al fastidio per i Campi Hobbit e quant’altro. Un modo molto sciocco e immaturo di valutare l’importanza di un’opera, che qualunque vero intellettuale senza preconcetti, avrebbe dovuto agevolmente comprendere, così come la comprendevano i semplici lettori quali il sottoscritto, che di intellettuale non aveva e non ha niente. Ho avuto amici di sinistra che semplicemente rifiutavano anche solo di aprire quelle pagine, perché invise al loro partito, salvo poi ricredersi dopo lo tsunami tolkieniano originato dai films di Peter Jackson. Nel periodo del successo della trilogia cinematografica infatti, il trend si ribaltò, e accadde esattamente ciò che era accaduto negli anni di Zolla e Principe, ma a parti invertite, con la destra che sbraitava sbavante, per il presunto furto culturale: “Ladra di una sinistra, hai rubato il mio tessssoro!!!”. Tutte cose insensate, ridicole e assolutamente INSOPPORTABILI, che snaturano completamente l’opera di Tolkien. Le respingo in toto, cerco di trarre utili intuizioni dagli studi di tutti (perché qualcosa di interessante si trova sempre e immancabilmente in qualsiasi punto di vista) e torno al “mio” Tolkien. Sì, perché la sua opera è Universale (Cattolica, nel vero senso di questo termine) e parla ai cuori di tutti gli uomini che si ritengono giusti, o che perlomeno hanno un inestinguibile anelito al proprio miglioramento interiore. Quanto alla Meloni... dal mio punto di vista, non disturba tanto il suo attaccamento a Tolkien, quanto il fatto che il suo modo di governare vada in una direzione che Tolkien avrebbe condannato senza appello, e pertanto, il tentativo di ancorare il suo governo all’opera del professore, appare ai miei occhi completamente privo di senso. Ma qui entriamo nel campo delle valutazioni personali, dunque mi fermo qui. Chiedo scusa scuso per la lunghezza del mio intervento. Cordiali saluti.
Non scusarti, hai scritto un commento bellissimo e molto interessante! Complimenti e grazie.
@@omarisfet6337 Grazie. Molto gentile!🙏
Grazie per queste riflessioni equilibrate e di grande valore. Ho visitato la mostra trovandola ben concepita anche se abbastanza piatta. La parte con le citazioni su Tolkien di personaggi conosciuti ha un suo senso perché fa da raccordo verso la parte più “pop” dell’allestimento
Sono d'accordo con quanto asserito da Nicola nella prima parte del video sulla politicizzazione di Tolkien. Personalmente vedo la questione dell'appropriazione come di una corsa a chi arriva prima, poi chi vince usa Tolkien come trofeo e il perdente critica... Ma è un modo di fare che la politica applica ad ogni cosa, perciò Tolkien è soltanto un altro "mezzo" con cui darsi battaglia e vedere chi la spunta. Vorrei vedere invece persone di ideologie diverse metterle da parte per una volta (che francamente hanno pure stancato) e unirsi per mostrare Tolkien soltanto in chiave culturale. Mi rendo conto che si tratterebbe di utopia, ma sperarci male non fa. Grazie ragazzi, bravissimi 👏 e Paolo ascolta i consigli di Nicola che raramente sbaglia.
P.s. al minuto 30, salute Nicola!😄
Due note, se posso:
1) Invito gli amici Paolo e Nicola a non essere troppo pessimisti. Gli studi tolkieniani, come ogni studio, non sono mai inutili. Le mostre, belle o brutte che siano, con le loro cornici politiche, passano. Lo studio resta. Così come la divulgazione seria. Soprattutto, essendo ormai Tolkien un patrimonio comune, parte della cultura di massa, questa ondata di revanscismo destrorso malcelato e di commenti televisivi da parte di sedicenti intellettuali di sinistra che non sanno di cosa parlano, appunto, deve soltanto passare. A mio avviso, dopo la risacca, non lascerà più che qualche strascico e qualche brutto ricordo.
2) Un appunto sul “patriarcato” degli Elfi. Senza dubbio tra tutte le società della Terra di Mezzo, quella elfica è la meno patriarcale, e con personaggi femminili molto indipendenti e perfino ribelli. Ed è vero che nel Silmarillion a fare i disastri sono i maschi, ma possono farli proprio perché la società patriarcale glielo consente, e alle elfe tocca provare a fermarli o sottrarsi alle loro mire. Se Nerdanel non riesce a frenare Fëanor, una giovane come Luthien deve fuggire dall’iperprottetività paterna, che è sfociata nella reclusione; deve superare il suo divieto matrimoniale; poi sottrarsi all’ambizione matrimoniale da parte dei figli di Fëanor; infine deve pure subire la scelta di Beren di accompagnare il suocero a caccia di Carcaroth come dovere di congiunto maschio e in seguito alla quale morirà. Tutta la vicenda di Luthien è leggibile come lotta contro il patriarcato della società elfica, Sindar o Noldor che sia, al punto che diventa una battaglia nella battaglia contro Morgoth e Sauron (che comunque pure loro sono due maschi potenti).
Come dico spesso, Tolkien non era affatto femminista, ma respirava l’aria del suo tempo, che era un’aria di lotte per l’emancipazione femminile, il diritto di voto alle donne, l’equiparazione salariale, eccetera. Quest’aria nella sua opera in qualche modo si respira.
Ciao Federico! Grazie per il commento molto informato :)
Complimenti Paolo e Nicola per il rigore ed equilibrio che sempre usate nel trattare qualsiasi argomento, anche quelli delicati, mi sono appassionato al canale di Paolo e ai video con Nicola proprio per il vostro approccio scientifico con cui trattate la materia tolkeniana ossia studiando le fonti tolkeniane e tutti i suoi scritti al fine di spiegare in modo più accurato possobile le opere dell'autore. Questo è a mio avviso il modo di fare esegesi di un autore di letteratura e anche citando Nicola "intellettualmente onesto". L'approccio non ideologico di Paolo e di altri esegeti come gli studiosi dell'aist per quanto riguarda me ha aiutato alle comprensione dell'autore e sono un esempio a cui anche tanti accademici dovrebbero seguire nello studiare altre opere di letteratura.
Per carità ognuno è libero di leggere un testo come vuole però nel momento in cui si vuole dare ad una certa interpretazione ampia diffusione sarebbe preferibile basarso sui testi dell'autore come fanno Paolo e Nicola.
Quindi grazie per aver contribuito ad evolvere l'analisi di Tolkien e sono sicuro che anche i vostri studi contribuiscono alla scoperta dell'autore, basta solo vedere le tante iniziative promosse quest'anno e dalle tante persone che vi seguono sul canale.
P.s. Paolo facci sapere a noi romani quando vieni a Roma a vedere la mostra così per quanto mi riguarda ti faccio firmare le copie dei tuoi libri che ho.😂
Come giustamente avete detto voi ragazzi, il problema è ermeneutico e semantico.
Sto leggendo proprio in questo periodo un testo che molti conosceranno perché citato in molti saggi di critica letteraria , “Estetica e romanzo” di Michail Bachtin, che affronta il tema del plurilinguismo e della pluridiscorsività nella prosa . Cito un estratto dal capitolo “La parola nel romanzo”: “ La lingua del prosatore si dispone lungo i gradi di una maggiore o minore vicinanza all’autore e alla sua ultima istanza semantica: alcuni momenti della lingua in modo diretto ed esplicito esprimono le intenzioni semantiche ed espressive dell’autore, altri rifrangono queste intenzioni.”
Anche nel caso della narrazione in terza persona, quindi, ci sono degli scarti tra quella che è l’opinione dell’autore, quella del narratore e quella che è l’opinione altrui (che può essere di un dato gruppo storico-socio- culturale) inserita nella narrazione, dalla quale l’autore si discosta tramite variazioni o usi particolari della sintassi . Quando a parlare invece non è il narratore in prima o terza persona, ma un personaggio del romanzo, è ancora più essenziale soffermarsi sul punto di vista di quel dato personaggio, che spesso varierà da quello del narratore e da quello dell’autore, ma che alcune volte può anche coincidere con quello di queste due istanze. Non si insiste mai abbastanza sul concetto di polifonia (come ricordi spesso tu Paolo, nei tuoi video), sui diversi narratori e sui punti di vista all’interno del romanzo di Tolkien, che bisogna tenere ben presenti in qualsiasi analisi interpretativa. Quando Theoden parla, dirà cose su cui magari Tolkien è d’accordo, altre che divergono dalla sua opinione e così via.
Riflettevo su questa frase di Eowyn nel capitolo l’adunata di Rohan :” Dove la volontà non viene meno, una via s’apre, diciamo noi” (“so we say” in lingua originale). Quel “noi” potrebbe essere interpretato come “noi del Rohan/Mark”, ma allora perché Tolkien, che è così attento alle parole, non scrive “noi di Rohan”? Quindi può essere un “noi” che comprende anche il narratore (Frodo o Bilbo) che ha sentito il racconto da Merry e che lo trascrive ,condividendo la verità di quella frase pregna di significato, e può comprendere anche l’autore (Tolkien). Ma questa è solo una mia idea…
Complimenti per i video e le live, continuate così!
Innanzitutto complimenti ad entrambi, perchè, a mio avviso, siete riusciti a realizzare un video equilibrato dove si espongono le vostre opinioni in modo pacato, senza offendere nessuno.
Condivido pienamente una delle ultime affermazioni di Paolo, secondo cui ci sono stati e ci sono buoni esegeti di destra e di sinistra dell'opera di Tolkien e questo, ancora una volta, mette in evidenza la grandezza del Professore di Oxford che può offrire spunti di riflessione a tutti.
La questione più specifica dell'appropriazione penso che vada vista in relazione alla diffusione storica del SdA in Italia. Non c'è dubbio che quando il libro fu pubblicato, esso venne rigettato dall'intellighenzia di sinistra, tanto che chi lo leggeva veniva manifestamente bollato come fascista. Almeno questa è stata la mia esperienza negli anni '70 e '80. I lettori di destra e il partito di destra che allora era esclusivamente il MSI, sostituito successivamente da Alleanza Nazionale, trovarono molti spunti consoni alla propria ideologia nell'opera di Tolkien e mai i partiti avversari pensarono di contrapporre una propria visione della stessa opera. Per questo in Italia Tolkien è passato come uno scrittore di destra.
Ad onor del vero, ancor oggi, uno scrittore profondamente cattolico che definì lui stesso la sua opera come "profondamente religiosa", non credo che vada molto a genio ad una certa parte politica e per lo più si tenta di strappare Tolkien dalle grinfie della destra non perchè si crede veramente nel suo messaggio, bensì per pura opposizione politica.
Non ho visto la mostra a Roma, ma credo che non ci sarà proprio nulla di politicamente scorretto che possa far gridare allo scandalo una o l'altra parte.
L'importante è che si continui a parlare di Tolkien, della sua opera, avvicinando così il maggior numero di lettori possibili. Se poi questi votino a destra o a sinistra, poco importa.
Grazie x questo video mi ha invogliato a vedere un mostra che non avrei mai avuto interesse a vedere poiché sarebbe stato più interessante un mostra su un opera di Tolkien....
Semplicemente mio padre e mio fratello che portano in alto il nome degli studi tolkieniani in Italia
Quando ero al liceo, molto tempo fa, fine anni 80, i professori di italiano, arte e filosofia, palesemente di sinistra, consideravano tolkien uno scrittore di serie B a livello di letteratura trash, poco colto e privo di qualsiasi spessore. E queste erano le critiche più... accettabili. Questa era l'impostazione dogmatica della scuola ai miei tempi. Se Tolkien ora è riconosciuto in Italia per quello che è dobbiamo ringraziare la divulgazione che è stata fatta in questi anni. Ben vengano film, mostre e tutti coloro che come Voi ne discutono.
Molto interessante.. Grazie ragazzi!
51:48
Non sarà ne di destra ne di sinistra, però Tolkien ha comunque sostenuto Francisco Franco, dopo tutto era un cattolico.
Questo già comunque pone la figura del professore sotto una lente cattolica anti comunista non da poco.
Lo stesso Tolkien aveva rimproverato a C.S Lewis il suo essere stato contro Francisco Franco poi da quel che ricordo.
Ha sostenuto Franco perché era cattolico, non perché era franchista. Le due cose sono un po' diverse. Questo ovviamente fa capire che non può essere definito autore non politico, nel senso di non schierato, ma comunque non preclude il fatto che la destra fascista ne fa un uso strumentale ridicolo
Ragazzi, ho un bel po' di anni più di voi e da più di quarant'anni sono stanca di sentir dire che Tolkien è di destra o di qualche altro colore politico di cui lui nemmeno si sognava. Dico più di quarant'anni perché data da allora la mia prima lettura del Nostro. E' una diatriba che appartiene solo all' Italia, dove l'opera del Maestro è stata vergognosamente strumentalizzata. Per il resto, ho apprezzato le vostre considerazioni in questo video. Grazie ad entrambi.❤
Ottimo riflessioni, grazie del video. Spero che tu legga i commenti e mi permetto di esprimere un'opinione riguardo al gran numero di opinionisti e "intellettuali" "de sinistra" che sono intervenuti su Tolkien unicamente per criticare il governo: secondo me il più miserevole è stato Michele Serra, che durante Piazza Pulita del 16/11 (scrivo la data per chi volesse ascoltare le cose dette) ha utilizzato una spocchia insostenibile si è avventurato in paragoni davvero squallidi.
E purtroppo, sempre nella stessa trasmissione, anche Montanari si è lasciato andare a passaggi che non rendono giustizia alla sua capacità di riflettere sull'arte...
Serra ha detto di non essere in sintonia col genere e di preferire Salgari, almeno è stato onesto. Il problema è rivolgergli domande a riguardo
@@PaoloNardiSoia intanto grazie per la risposta. Da una parte capisco quello che dici, ma per come la vedo io - e senza togliere nulla a Salgari - anche il parallelo con tale autore e il voler considerare l'opera di Tolkien solo un esempio di romanzo d'avventura nella sua declinazione come mero intrattenimento infantile è molto forzato, e fatto col solo intento di sminuirne il valore. Voglio dire, ha tirato fuori anche Pingu, che però "forse è di un'altra saga..."
E ammettere di non essere esperto/amante del genere potrebbe essere anche dimostrazione di sincerità e al limite di onestà intellettuale, ma questo solo se dopo non si liquidasse un genere che non si conosce e un'opera che si conosce ancora meno connotandola unicamente come "passione giovanile di un gruppo di potere", tanto che fa "una certa impressione" vederla come "autorevolissima esposizione in una delle più importanti gallerie d'arte di questo paese."
Però forse mi ha dato particolare fastidio perché l'ho visto proprio in diretta, e quel siparietto con le sopracciglia alzate e i sorrisetti sagaci mentre il duo gettava letame su Tolkien l'ho digerito poco.
@@ulfednir è verissimo perché non era il contesto adatto. Come sempre si tira fuori Tolkien a sproposito, spesso prlandone con gente che non ne sa niente
@@PaoloNardiSoia ti rompo per un'ultima cosa, tra l'altro offtopic - per caso sei anche su Twitch?
@@ulfednir no, so a malapena usarlo
Questo modo del modo politico di approcciarsi a Tolkien è tipicamente italiana e l'indirizzo dato a questa nostra ne è l'ennesima dimostrazione.
L'esempio che faccio sempre è quello dei videogiochi (*). Se si parla di medicina si invita un medico. Se si parla della costruzione o del crollo di un ponte, si invitano un architetto o un ingegniere. Pare ovvio. Ma se si parla di videogiochi molto raramente viene consultato un esperto di videogiochi. Probabilmente perché sono "fatui" (e quindi non possono avere esperti). Questo tranne quando accade "il guaio" e si parla di assuefazione e violenza - e allora in quel caso si invitano psichiatri e sociologi (che raramente hanno idea di cosa sia, per dire, il PEGI).
Probabilmente Tolkien, in sé, è fatuo ("Tolkien", tra l'altro, è spesso solo il SdA, e ancora più spesso solo i film), e quindi l'idea che vi siano esperti di Tolkien non esiste. Tranne quando accade il guaio, ovvero l'appropriazione politica - e allora in quel caso si invitano commentatori politici (che dubito sappiano chi è Túrin Turambar, figurarsi Haleth).
Ho seguito il vostro dibattito. Sarò onesto, è stato interessante ma un po' dispersivo. Ma una cosa mi è rimasta, un pensiero: "Ma quanti a La 7 stanno capendo di cosa parlano questi due?" Che, temo, sia la cosa più importante che è emersa da questo video.
(*) Molti anni fa una rivista molto in vista mi chiese un articolo sui "moderni videogiochi". Prima che potessi perfino rispondere, aggiunsero "Naturalmente sarà affiancato da un giornalista (??), perché sarà necessario che quello che lei dice sia comprensibile anche al pubblico (???)". Ovviamente dissi di no. Ho le prove che questa situazione non è mai cambiata. Secondo voi quali sono le probabilità che Tom Shippey appaia a La 7? Secondo me, zero.
Ma le varie associazioni non potrebbero manifestare ufficialmente contro questa situazione?
Nannerini sempre il top.
Paolo cos hai contro il 1995 ?! io ci sono nato e per di più il 22 settembre 95 😂 ottima live complimenti ragazzi !!
Tutte le volte che sento questi discorsi vengo assalito da un dubbio atroce: ma non sarebbe meglio lasciare la narrativa alla sfera della narrativa, evitando di appiopparle quelle interpretazioni che noi decidiamo debbano essere le uniche valide, poiché si confanno al nostro modo di vedere il mondo?
Tutta l'arte è politica e ognuno ha il diritto difare le sue riflessioni, ma lasciare che terzi schematizzino o peggio dividino in due blocchi qualsiasi aspetto della vita, della cultura e della storia è l'azione peggiore che si possa compiere e il modo migliore per scatenare le guerre.
Citando una frase della canzone di Giorgio Gaber:
"Ma cos'è la Destra, cos'è la Sinistra?"
Chi si appropria di Tolkien per un fine politico è molto scorretto.
Anche in una conferenza della Tolkien Society di qualche anno fa (giugno 22 forse?) venne fuori un relatore (un relatore ad un evento della TS, lo ripeto) che tirava fuori la storiella trita e ritrita che in Tolkien tutti i cattivi vengono da sud e da est e quindi Tolkien sarebbe razzista😅
(che non è esattamente il discorso di Tolkien fascista ma è suo fratello, diciamo)
Io proprio queste cose non riesco a concepirle.
A parte che, volendo stare al gioco, il lago Cuivienen è all'estremo est ed Angband è all'estremo nord, quindi anche a voler rispondere terra terra è un ragionamento del c...aso, come diciamo noi nella terra di mezzo.....
....ma, più seriamente, sono appropriazioni culturali che stuprano e sviliscono la profondità e complessità dell'autore.
Segnalo un servizio appena visto su rai5 riguardo la mostra che sembra un Comicon con i videogiochi della play station ed i flipper a tema.Mi chiedo: ma chi ha chiamato certi personaggi a commentare un tema così complicato in maniera così semplicistica?
Aggiungo che una di questi "esperti" dice che le figure femminili in Tolkien non sono predominanti tranne Eowyn che è una donna guerriera. Mi chiedo ma hanno letto Tolkien?
Ho visotato la mostra oggi. A breve video reaction con personaggi di spessore
Che cos’è la destra e che cos’è la sinistra è stato già detto?
E alle parole "fascismo degli Elfi" ho interrotto la visione di questo video.
Tutto questo discorso mi sembra molto pretestuoso e propagandistico, sia d una parte che dall'altra, credo anche che tutta la politica dovrebbe riflettere sul termine "potere" e sul termine "propaganda".
W Smaug.
Quindi è giusto parlare di fascismo degli elfi? Perché mi sembra che noi ci siamo opposti
@@PaoloNardiSoia innanzitutto mi scuso per il messaggio, ma nella fretta ho misurato male le parole, mi sono lasciato fraintendere e quindi è giusto che puntualizzo: Ho interrotto l'ascolto (per altro sempre gradevole e assolutamente di livello) perchè mi ha un po' irritato la terminologia usata dalla Murgia e mi sono innervosito temendo che si andasse fuori tema, tornando su una vecchia polemica poco felice. Detto questo sono d'accordo con voi nel condannare questa inutile necessità di mettere bandierine dappertutto, anche quando si parla di tutt'altro che di politica, ma la moda ahimè è questa e credo che dovremo tenercela per un bel po'.
Questo episodio mi rimanda alla memoria un articolo di un giornale locale, che dopo l'uscita del primo film di P.J. titolava una conferenza su Tolkien tenutasi dalle mie parti, come un rischio per le tradizioni cristiane, perchè "il fascino del fantasy crea nuovi miti pagani" (Cit.) e si temeva una disaffezione al cristianesimo in favore di altre mitologie (?).
...ribadisco il concetto: "oggi la politica deve riflettere maggiormente sul concetto di potere e impegnarsi a fare ciò che le compete, ovvero governare e amministrare"
Scusate ancora, ma questo dibattito me lo aspettavo e temo non finisca qui.
Grazie come sempre e buon lavoro!
Comunque la maglia nera con la lira non ce la racconta giusta, Paolo criptofascista come Tolkien!
(comunque confermo, alla mostra non c'è niente di politico e i limiti stanno altrove)
oltretutto l'Italia fascista ha perso la seconda guerra mondiale, quindi non può presentare Tolkien come un trofeo
Io mi domando se, pur avendolo descritto così minuziosamente, Tolkien avrebbe voluto viverci in quel mondo, nella sua Terra di Mezxo. Io ne dubito, senz'altro non amava molte cose che accadevano nel nostro mondo (ha pure vissuto una guerra) ma non credo che avrebbe voluto vivere in Arda, nonostante gli Elfi, nonostante gli Hobbit etc... E dunque il suo mondo letterario resta tale, non è una espressione di valori assoluti in cui gli piacerebbe vivere. La critica agli Elfi "imbalsamatori" ne è l'evidenza, secondo me, così come l'assenza di simbolismi e di religione cristiana. Dunque la faccenda degli "Elfi fascisti" è una stupidaggine colossale.
Secondo me sì, anche perché la considerava reale (a livello secondario)
@@PaoloNardiSoia Esatto
Nicola nannerini ent
Non c'è da stupirsi... Sempre è successo... hanno fatto di Dante un poeta difensore del cattolicesimo.... non vedo perchè Tolkien dovrebbe essere risparmiato. Non si tratta di operazioni culturali ma propagandistiche. La cultura è un'altra cosa e voi state facendo un ottimo lavoro di ricerca, che dovrebbe essere prso da esempio da tutti.
Ragazzi, vi voglio bene, sono con voi ma, essere Interisti, é una grave colpa....
Troppa pubblicità paolo
Credo che TH-cam funzioni così
@@PaoloNardiSoia non c'è la possibilità di decidere la quantità? a quanto ne so si possono cambiare delle impostazioni poi magari mi sbaglio
@@Ancient-Origin-Of-Our-History no, dipende dal periodo (è quasi Natale). D'estate, per esempio, c'è pochissima pubblicità
@@PaoloNardiSoia ah
ahaha, ancora degli interisti! Sono dappertutto... essi vivono.
Che però non seguono più