I really appreciate your efforts! Just a quick off-topic question: I have a SafePal wallet with USDT, and I have the seed phrase. (alarm fetch churn bridge exercise tape speak race clerk couch crater letter). What's the best way to send them to Binance?
Sono cresciuto col "Superman" disegnato dal talentuoso Curt Swan che che ha segnato con le sue pregevoli matite - a mio parere - la Silver Age, e perché no, la Bronze Age dei comics. Mitico! Un cordialissimo saluto
Mi spiace, ma Superman non è mai entrato “nelle mie corde”, come si sul dire. Preferisco Batman perché, essendo l’unico supereroe non dotato di superpoteri, è quello che umanamente sento più vicino a me e a qualsiasi uomo. D’altra parte, ritengo questa storia veramente eccezionale per lo stesso motivo per il quale preferisco Batman a Superman: qui Superman non è per niente Super ma… solo Man! Non ha superpoteri: è un uomo come tutti noi chiamato ad affrontare drammi da uomo, e non da superuomo. E’ stata geniale la decisione di Siegel di scrivere questa sorta di “prequel” a Superman e,soprattutto, di scriverla così. E’ una storia che,credo, sarebbe un errore ridurla a sentimentalismo romantico stile “Titanic” (1997). Trasuda di realismo e di umanità. C’è, insomma,tantissimo di più, a partire da quanto giustamente sottolineato nel video relativamente all’amore che Superman avverte per Lyla Lerrol: un amore pienamente umano. Lo dice lui: si sente amato come uomo, non come superuomo. Ma ci sono almeno altri due temi che,per come sono affrontati, rendono questa storia (un “unicum”, credo, nell’universo Superman) molto cruda, tremendamente difficile da “mandar giù”,addirittura un pugno allo stomaco: la realtà e il destino. Ordinariamente siamo portati a pensare (e,sciaguratamente, a vivere) la realtà come qualcosa prodotto da noi, e il destino qualcosa che liberamente ci scegliamo. Poveri noi se pensiamo e viviamo in questo modo! E povere le persone che ci circondano, alle quali facciamo solo del male! Cosa ci dice,infatti, questa storia? Tutto il contrario! Noi non siamo padroni nemmeno del nome che portiamo, altro che della realtà e del (supposto) nostro destino! Nella storia ci viene spregiudicatamente messo in faccia che la realtà non è prodotta da noi: è qualcosa che ci capita. Questo non significa che non siamo liberi,ma che la nostra libertà si gioca in una costante dipendenza da Qualcosa o da Qualcuno che è più grande di noi. Negare questa dipendenza ci porta alla disperazione (nel migliore dei casi) e/o a fare disastri (nel peggiore dei casi), come quando ci si schianta contro un muro. Piaccia o no, la realtà,appunto, è un muro, perché è più forte di tutte le nostre fantasie. Ed è una realtà di dipendenze. La più diretta conseguenza è l’”effetto domino” che questo crea relativamente a quello che chiamiamo: il “nostro” destino. Proprio perché dipendenti da Qualcosa o da Qualcuno,esso non si compie perseguendo un nostro progetto, ma aderendo al progetto di Qualcun altro. Il problema è capire chi o cos’è, e ognuno si dà le proprie risposte (Dio? Principio? Caso?...). Ma sfido chiunque a smontare questa elementare realtà. Nella storia, Superman vorrebbe che la realtà lo facesse rimanere a Krypton e che il suo destino fosse quello di vivere la sua vita vicino alla donna da lui amata. Le cose vanno diversamente perché,appunto, sperimenta drammaticamente che lui non è affatto padrone della realtà e del destino. Quando trova la sua serenità? Alla fine, quando liberamente riconosce in Qualcos’altro da sé il destino che porta alla sua realizzazione anzitutto di uomo: dare la propria vita per i terresti. Ci sarebbe molto da dire anche su un altro tema, quello della salvezza: l’uomo non potrà mai salvare il mondo. Potrà contribuire a salvarlo per le ragioni dette sopra: non è padrone della realtà né del suo destino. Infatti, Superman non riesce a salvare Krypton: è “solo” un uomo. Storia scomoda, fastidiosa, questa: quante volte noi riconosciamo queste nostre “impotenze”? Quante volte ragioniamo pretendendo che tutto giri attorno a noi, di fare tutto ciò che vogliamo semplicemente perché ne abbiamo il diritto (dimenticandoci dei doveri) e la libertà (negando che essa è anzitutto dipendenza)? Dal pianeta Krypton questa storia ci riporta violentemente coi piedi… per Terra.
Ciao Andrea apprezzo il tuo discorso generale su Superman e mi complimento per il tuo commento. Episodio originale e particolare. Interessanti sono gli spunti di questo episodio!
@@ceraunavoltailclassico1180 Grazie. Gli spunti sono davvero tantissimi. Uno curioso potrebbe essere quello delle iniziali delle donne di Superman: entrambe con la doppia L. Le due L rovesciate fanno 77, le gambe delle donne. E 77, nella numerologia ebraica (visto che Superman è creato da autori ebrei), significa fortuna, cioè un destino provvidente (7 è benedizione/creazione/fecondità procreativa). Sarebbe interessante approfondire la questione.
Buongiorno a lei mi piace questo nuovo video Buon fine settimana
Grazie a te Rosario per il tuo commento!
I really appreciate your efforts! Just a quick off-topic question: I have a SafePal wallet with USDT, and I have the seed phrase. (alarm fetch churn bridge exercise tape speak race clerk couch crater letter). What's the best way to send them to Binance?
Sono cresciuto col "Superman" disegnato dal talentuoso Curt Swan che che ha segnato con le sue pregevoli matite - a mio parere - la Silver Age, e perché no, la Bronze Age dei comics. Mitico!
Un cordialissimo saluto
Ciao Remo concordo con te su Swan e la Silver Age. Ciao!
Mi spiace, ma Superman non è mai entrato “nelle mie corde”, come si sul dire. Preferisco Batman perché, essendo l’unico supereroe non dotato di superpoteri, è quello che umanamente sento più vicino a me e a qualsiasi uomo. D’altra parte, ritengo questa storia veramente eccezionale per lo stesso motivo per il quale preferisco Batman a Superman: qui Superman non è per niente Super ma… solo Man! Non ha superpoteri: è un uomo come tutti noi chiamato ad affrontare drammi da uomo, e non da superuomo. E’ stata geniale la decisione di Siegel di scrivere questa sorta di “prequel” a Superman e,soprattutto, di scriverla così. E’ una storia che,credo, sarebbe un errore ridurla a sentimentalismo romantico stile “Titanic” (1997). Trasuda di realismo e di umanità. C’è, insomma,tantissimo di più, a partire da quanto giustamente sottolineato nel video relativamente all’amore che Superman avverte per Lyla Lerrol: un amore pienamente umano. Lo dice lui: si sente amato come uomo, non come superuomo. Ma ci sono almeno altri due temi che,per come sono affrontati, rendono questa storia (un “unicum”, credo, nell’universo Superman) molto cruda, tremendamente difficile da “mandar giù”,addirittura un pugno allo stomaco: la realtà e il destino. Ordinariamente siamo portati a pensare (e,sciaguratamente, a vivere) la realtà come qualcosa prodotto da noi, e il destino qualcosa che liberamente ci scegliamo. Poveri noi se pensiamo e viviamo in questo modo! E povere le persone che ci circondano, alle quali facciamo solo del male! Cosa ci dice,infatti, questa storia? Tutto il contrario! Noi non siamo padroni nemmeno del nome che portiamo, altro che della realtà e del (supposto) nostro destino! Nella storia ci viene spregiudicatamente messo in faccia che la realtà non è prodotta da noi: è qualcosa che ci capita. Questo non significa che non siamo liberi,ma che la nostra libertà si gioca in una costante dipendenza da Qualcosa o da Qualcuno che è più grande di noi. Negare questa dipendenza ci porta alla disperazione (nel migliore dei casi) e/o a fare disastri (nel peggiore dei casi), come quando ci si schianta contro un muro. Piaccia o no, la realtà,appunto, è un muro, perché è più forte di tutte le nostre fantasie. Ed è una realtà di dipendenze. La più diretta conseguenza è l’”effetto domino” che questo crea relativamente a quello che chiamiamo: il “nostro” destino. Proprio perché dipendenti da Qualcosa o da Qualcuno,esso non si compie perseguendo un nostro progetto, ma aderendo al progetto di Qualcun altro. Il problema è capire chi o cos’è, e ognuno si dà le proprie risposte (Dio? Principio? Caso?...). Ma sfido chiunque a smontare questa elementare realtà. Nella storia, Superman vorrebbe che la realtà lo facesse rimanere a Krypton e che il suo destino fosse quello di vivere la sua vita vicino alla donna da lui amata. Le cose vanno diversamente perché,appunto, sperimenta drammaticamente che lui non è affatto padrone della realtà e del destino. Quando trova la sua serenità? Alla fine, quando liberamente riconosce in Qualcos’altro da sé il destino che porta alla sua realizzazione anzitutto di uomo: dare la propria vita per i terresti. Ci sarebbe molto da dire anche su un altro tema, quello della salvezza: l’uomo non potrà mai salvare il mondo. Potrà contribuire a salvarlo per le ragioni dette sopra: non è padrone della realtà né del suo destino. Infatti, Superman non riesce a salvare Krypton: è “solo” un uomo. Storia scomoda, fastidiosa, questa: quante volte noi riconosciamo queste nostre “impotenze”? Quante volte ragioniamo pretendendo che tutto giri attorno a noi, di fare tutto ciò che vogliamo semplicemente perché ne abbiamo il diritto (dimenticandoci dei doveri) e la libertà (negando che essa è anzitutto dipendenza)? Dal pianeta Krypton questa storia ci riporta violentemente coi piedi… per Terra.
Ciao Andrea apprezzo il tuo discorso generale su Superman e mi complimento per il tuo commento. Episodio originale e particolare. Interessanti sono gli spunti di questo episodio!
@@ceraunavoltailclassico1180 Grazie. Gli spunti sono davvero tantissimi. Uno curioso potrebbe essere quello delle iniziali delle donne di Superman: entrambe con la doppia L. Le due L rovesciate fanno 77, le gambe delle donne. E 77, nella numerologia ebraica (visto che Superman è creato da autori ebrei), significa fortuna, cioè un destino provvidente (7 è benedizione/creazione/fecondità procreativa). Sarebbe interessante approfondire la questione.