È molto facile per me andare al Val d'Aosta con el tunel del Monte Bianco. Vivo in Grenoble e andavo nelle montagne vicine a Annecy per le vacanze e nelle montagne di Chamonix. Una volta siamo andati al rifugio Vittorio Emanuele II e al Gran Paradiso. Un saluto d'oltralpe, André. Brava Giulia, come sempre.
E io che sono Valdostano,nato a Saint Vincent, non ho mai potuto imparare nè il Francese nè il Patuà, perchè sono stato adottato,nel 1978 da una coppia di genitori di regioni diverse! Mio padre adottivo è Piemontese,mentre mia madre Veneta. Che sfiga! Una guerra in casa!!!! Tre modi di fare e di pensare completamente diversi! Ho abitato in valle D'aosta fini ai 20 anni, dopo il servizio militare svolto ad Aosta, nel CORPO DEGLI ALPINI, presso la prestigiosa Scuola militare Alpina di Aosta, mi sono trasferito nel Veneto per lavoro! Spero di poterla riveder ancora la mia Valle D'Aosta!!!!!!!!!!! Intanto, chi può me la saluti!!! io manco dalla Valle D'Aosta dal 1998!!!
Molto interessante il video! Non mi aspettavo che il francese non fosse utilizzato così tanto nella vita quotidiana della Valle D'Aosta! Molto carino André! :D
Ciao Giulia. Ancora un bel video per arricchire la conoscenza della diversità linguistica italiana. La Val d'Aosta era l'origine del mio sangue italiano ( così me l'ha detto mio nonno). Ma dopo la Seconda Guerra Mondiale è diventato PIemontese. Comunque ne sono fiera di questo sangue. Molto bella la spiegazione di André. Grazie mille. Ciao
Purtroppo le concessioni fatte dall'Italia al francese in Valle d'Aosta non corrispondono a nessuna concessione fatta in Francia verso l'italiano. Ricordo che Nizza e la Corsica sono terre che dovrebbero avere, come in Valle d'Aosta, un bilinguismo con l'italiano per storia, cultura ed etnia. Ma il risultato è un nulla di fatto.
@@xixixi5532 Ho vissuto in Francia e so benissimo che in molte regioni del Sud-est l'italiano è correntemente insegnato a scuola come seconda lingua straniera dopo l'inglese. Tuttavia un conto è insegnarlo a scuola, un conto è stabilire in veste ufficiale un bilinguismo francese -italiano in aree che per storia, etnia e cultura sono state abitate da italiani e che avevano l'italiano come idioma colto di rappresentanza fino a metà '800 (Nizza e Corsica). L'Italia con la Valle d'Aosta lo ha fatto, non si può dire lo stesso per la Francia.
@@valeriog8780 sì, questo è vero !!! Mi pare però che neanche l'occitano venga considerato come lingua ufficiale o tanto meno il corso o altre lingue parlate in Francia oltre al francese
Sono italo-francese (doppia cittadinanza) e parlo italiano e francese, in Valle d’Aosta è come a casa mia anche se non ci sono mai stato, perché ci sono le due culture dei miei due paesi.----Je suis italo-français (double nationalité), je parle italien et français, dans la région Valle d’Aosta je me sentirais comme chez moi même si je n’y suis jamais allé, puisqu’il y a les deux cultures de mes deux pays.
Interessante. Essere bilingue è un vantaggio. Quando ero giovane sono andato in Quebec, la maggior parte della gente parlava francese/inglese. Io non parlavo francese ma parlavo inglese con loro. Dopo aver guardato le tue foto delle Alpi, sembrano essere come le Montagne Rocciose.Ben fatto Giulia!
@@micheleaks It's not banned but they want to instruct in their native language "Corsican" and not the Italian language. I think they're in the same language family but Corsicans insist it's a different language.
Grazie mille per l'opportunità che mi avete dato e per l'ottimo canale.. continuate così! 😊 PS: mi sono dimenticato di dire che un grande vantaggio del sapere il francese è la possibilità di lavorare all'estero pur restando vicino a casa (Savoia e Canton Vallese)
Caro André il 40% dei vallesani è di lingua tedesca! Lingua che tra l‘altro si parla anche nella Valle d‘Aosta. Credo che questo va assolutamente menzionato.
Direi che non è proprio comodissimo fare il frontaliere in Valle d'Aosta... vero che se emigri puoi tornare a casa rapidamente, sempre che non ci siano tre ore di coda al traforo....
@@andero_come Magari! Ho parentela nell‘Oberwallis e ti assicuro che non nutrono eccessive simpatie reciproche. Storicamente i „tedeschi“ dominavano i „francesi“ che solo nel dopoguerra sono diventati maggioranza. Direi che si ignorano, nonostante facciano parte dello stesso cantone. Tutti studiano la lingua „opposta“ a scuola, ma pochi la parlano.
Merci/ Grazie…era di Chambave…ma infortunata mia nona n’a jamais connue la madre. Nous l’avons seulement appris 7 ans avant son décès…elle s’appelait Gevroz et e diventata Bonaccio 🇫🇷🇮🇹
Interessante Informo che il patois non si parla solo un valle d'Aosta, ma anche in diverse valli piemontesi, e in una ristrettissima minoranza in Puglia (frutto di una emigrazione) Sarebbe estremamente interessante intervistare proprio questi ultimi
@@andero_come In francese la parola patois significa dialetto locale. Sono del Delfinato con un nonno di Savoia, due grandi province francese oltralpe. Qui si parlavano vari dialetti francoprovenzali.
@@victorystorm8902 certamente Ma il francoprovenzale è diffuso un una area talmente piccola che non credo sia così rilevante da considerarle lingue diverse fra loro
Il bilinguismo in valle d'Aosta è sempre stata una favola. Si studia a scuola fin da bambini ma all'atto pratico non lo parla nessuno. Usatissimo invece il patois antenato del francese e parlato correntemente in ogni paese e in misura minore anche in città.
E in Valle d'Aosta abbiamo anche nella Valle di Gressoney alcuni comuni dove si parla un dialetto tedesco (comunità Walser) che è riconosciuto e tutelato come il francese.
I dialetti italiani sono un enorme patrimonio culturale che è indispensabile non dimenticare, quindi fa piacere sentire che anche i giovani ci tengono a parlare il patuà.
il patuà NON è un dialetto italiano infatti. semmai un dialetto di gente apparteneente alla repubblica. mai confondere nazione con cittadinanza e nazione con stato
Sono italiano, figlio di italiani (piemontesi) e sono essenzialmente francofono, ossia il francese è la mia lingua madre. Ho studiato non solo la lingua ma anche la letteratura francese in tutto il mio percorso scolare primario e secondario. Pur mantenendo (ed alimentando) il francese come lingua preponderante mi sento fondamentalmente italiano, con un senso di appartenenza europea molto forte, frutto dell'ambivalenza culturale, quella di sangue e quella adottata. È chiaro che persistono lacune in italiano (che non ho studiato a scuola) ed italianità, provocate dal mio percorso accademico atipico.Tutto è possibile, con un pò di tolleranza e curiosità. Un dettaglio: NON HO MAI VISSUTO IN FRANCIA. Impossible n'est francais. E mi sembra che pure noi italiani riteniamo che tutto sia possibile.
Video interessantissimo, come al solito! Riguardo alla questione, mi viene da chiedermi se non abbia più senso dare stato di coufficialità insieme all'italiano ad una versione standardizzata del Franco-Provenzale piuttosto che al francese. Infatti dal video si evince chiaramente che il francese non è la lingua madre di nessuno in regione, mentre invece la lingua madre è il Franco-Provenzale con le sue varianti (chiamarlo patois, dialetto, mi sembra un po' sminuente e dispregiativo). Certo, queste parlate per un locutore di italiano standard suonano tendenti al francese, ma non è francese. Questa, data l'area geografica di confine, è una lingua di incontro tra le parlate italiane del Nord (gallo-italiche), il provenzale (occitano) e il francese: è normale che alle orecchie di chi non è di lì suoni un po' esotica, senza tuttavia essere una lingua straniera. Inoltre anche i toponimi e i cognomi non si può dire che siano francesi; sono bensì più correttamente proprio Franco-Provenzali. Si può dire che hanno un sapore "dialettale" o marcatamente regionale, proprio come per certi toponimi e cognomi veneti, trentini o friulani, per esempio. Potrei capire lo status di coufficialità del francese se esso fosse una lingua locale minoritaria parlata veramente dalla popolazione e bisognosa di tutela per non scomparire, ma non è proprio questo il caso. Al contrario, il francese è una lingua ufficiale in svariati stati nel mondo e proprio in Francia tende a cannibalizzare altre lingue locali e dialetti. Basti pensare all'Occitano (Provenzale) o al Còrso, per esempio, che invece sì, avrebbero bisogno di tutela e ufficialità. Ma lo stato francese non lo permette. Non voglio essere polemico in nessun modo, ma mi sembra che ci siano due pesi e due misure e che in Val d'Aosta ci si pieghi inutilmente al francese invece di tutelare ed insegnare la vera lingua locale, mentre al di là del confine le lingue minoritarie non vengono per nulla tutelate o si cerca addirittura di eliminarle. E tutto ciò è un'ingiustizia tremenda e una perdita culturale immensa.
Si ma il Franco Provenzale in Val d‘Aosta lo parlano solo il 10 massimo 15 % della popolazione ad Aosta senti parlare più il San Giorgio Morgetese ( Calabrese che il Franco Provenzale, forse in Valle D’Aosta si dovrebbe insegnare a scuola ( l‘Albanese il Grecanico Calabrese e il Calabrese di Reggio Calabria )👌
Il fatto che in valle d aosta il francese ha sempre svolto una lingua istituzionale come ora c è anche l italiano. I valdostani parlano e hanno sempre parlato francoprovenzale. Il primo testo scritto è del 400 dove descriveva un rituale di una signora di st vincent a st germain in un inquisizione.. posso dirti che cambia poco da quello parlato attualmente nella stessa zona. Questo testimonia l'antichità che ha questa lingua che nn ha mai avuto una nazione unita, ma parlata in tre stati diversi. Quello che c è da riflettere è che in italia c era il grande mussolini che opprimeva i valdostani i friulani i sudtirolesi. Ma poi ha perso. E i vincitori hanno imposto le condizioni ( anche se detto fra noi, arrivare una sessantina di anni dopo e vedere tutto sto puttanaio è quasi come se l avesse vinta......). Questo è il motivo per cui l italia nn ha calpestato le lingue tradizionali. Sul fatto del 10/15 % ,mi chiedo se la gente spara le cifre a caso come è ormai di moda fare.... si è vero c è un po tutto il mondo ad aosta per il benvolere dei vostri politici, ma se ogni tanto usciste a visitare le terre fuori da aosta scoprirete un mondo tutto nuovo fatto di monti e valli e uomini e donne rurali e un po selvaggi. Pochi ma buoni
Il francese valdostano (e non il patois, ma la versione regionale della lingua francese) è parlata da una minima parte della popolazione: è una variante simile allo svizzero romando. Io con una parte della mia famiglia la parlo, mentre con l'altra parlo patois, come l'enorme maggioranza dei Valdostani autoctoni. Occorre dire inoltre che molte famiglie di 2a-3a generazione hanno adottato il patois, e conosco anche due casi in cui questo è successo con il francese. Standardizzare il francoprovenzale (o arpitano) è stato tentato ed è secondo me il primo passo verso la scoparsa della varietà dialettale di questa lingua, oggi viva solo in VdA. Mentre il francese ha svolto il ruolo di lingua ufficiale, usata tra le altre cose nell'amminstrazione e nel culto, dal XVI secolo (1532 primo atto notarile al mondo in francese firmato a Aosta, 1536 francese approvata lingua di lavoro dal Conseil des Commis - 3 anni prima dell'ordinanza di Villers-Cotterêts, 1561 editto di Rivoli - francese ufficiale in VdA) fino grossomodo all'unità d'Italia, quando la VdA si trovò ad essere una minoranza francofona in uno Stato maggioritariamente italofono. Dire che il termine "patois" è dispregiativo è francocentrico: in Francia sarà dispregiativo, non da noi, che abbiamo una storia (anche linguistica) diversa dalla vostra. Il francoprovenzale (o arpitano) è definito dai linguisti lingua gallo-romanza, come la langue d'oïl, mentre il provenzale (che è un dialetto dell'occitano) fa parte del gruppo occitano-romanzo, quindi i linguisti (che ne sanno qualcosa...) dicono che francoprovenzale e francese standard fanno parte dello stesso gruppo, e non che la prima sia una "lingua di incontro". I cognomi valdostani sono in molti casi francesi, come Charbonnier, Pellissier, Champvillair, Duroux, etc. mentre quelli di origine francoprovenzale sono esattamente come moltissimi cognomi savoiardi e vallesani. Per quanto riguarda i toponimi, il 90% sono in lingua francese, è sufficiente dare un'occhiata: Saint-Christophe non è "Sèn Crétoublo", giusto per fare un esempio. Il francese non è mai stato imposto: quando l'editto di Rivoli fu approvato nel 1561, fu scelta la lingua che la popolazione capiva, dato che il latino non lo capiva più nessuno. Semmai è l'italiano ad essere stato imposto durante l'epoca fascista. Poi siccome insieme all'italiano sono arrivati i pregiudizi verso i "montagnards" (indicati come dei poveri scemi... quando non addirittura dei nemici, per il fatto di parlare francese) e le comodità (à savoir, industria siderurgica, inquinamento, sfruttamento arbitrario delle risorse minerarie e idriche della regione, e turismo di massa), i Valdostani hanno capito che c'era poco da fare e hanno rinunciato al francese per far contenti gli italiani, che ovviamente erano più forti, e non c'erano alternative. Molti Valdostani sono emigrati in quegli anni a Parigi perché non si sentivano più a casa loro nella loro valle. Tutti i meccanismi dell'economia e della vita alpina, che duravano da secoli, sono stati scardinati in 50 anni. Ma una cosa è rimasta: il patois, parlato oggi da tutte le generazioni, solo in VdA e con tuta la vitalità delle sue varianti.
@@kinjushtem4 Tutta sta spatafiata filofrancese, ma ti faccio notare che intanto in Italia la tua lingua la puoi parlare ancora, mentre di là dal confine l'hanno fatta estinguere da tempo; esattamente come tante altre lingue, compreso l'occitano, lingua in passato celeberrima, strettamente imparentata con la tua, ricchissima di letteratura e storia; l'unica altra lingua a comparire nella Divina Commedia oltre all'italiano. Che l'arpitano sia una lingua di collegamento non lo dico io, ma la geografia. Tutte le lingue in un certo grado lo sono, essendo spesso parte di un continuum linguistico. Tranne quando questo viene interrotto artificialmente e con la violenza come ha fatto lo stato francese. Questo è il motivo per cui uno non si spiega come mai lo spagnolo sia tanto più simile all'italiano del francese, anche se la Francia confina con l'Italia mentre la Spagna è ben lontana: perché il francese era la lingua madre solo nella zona settentrionale della Francia, attorno a Parigi, ed è stato imposto a forza a tutte le terre sottomesse (perfino nell'italianissima Corsica!!!). In mezzo ci stava tutta la zona del francoprovenzale/occitano, che andrebbe a congiungersi con l'affine catalano nella penisola iberica, e dell'arpitano più a nord, che sono stati spazzati via. Sia Francoprovenzale che arpitano sono molto affini ai dialetti dell'Italia nordoccidentale. Alla luce di tutto questo, vedi tu se ha senso la tua lagna filofrancese/antiitaliana...se qui stai così male puoi sempre fare come certi tuoi corregionali del passato e raggiungerli a Parigi, dove parlerai solo il tuo amato francese, senza più sporcarti la bocca con l'italiano. P.S. Nulla contro la cultura francese, che rispetto e ammiro, parlando francese io stesso e avendo pure parenti in Francia. Ce l'ho solo con il tuo messaggio tra il polemico e il tendenzioso. Adieu!
Meno male che sono state dette le cose come stanno. Il francese si studia a scuola per anni, ma nessuno lo usa nella vita di tutti i giorni, se non per parlare (eventualmente) con i turisti che conoscono solo quella lingua o per andare oltre confine (dove, comunque, basterebbe l'inglese). Viene, poi, usato in atti pubblici o nei discorsi politici o nei telegiornali o giornali radio regionali più per facciata che per altro. Serve a mostrarsi diversi. Detto ciò, ben venga conoscere una lingua in più. Può sempre tornare utile. In quanto persona nata e cresciuta e tuttora residente ad Aosta, però, posso dire che il patois si sente in giro piuttosto raramente. Bisogna andare fuori Aosta, in genere nei piccoli villaggi in montagna, nei baretti o nei campi o nelle stalle. Non è una lingua che accomuna la popolazione, ma è più che altro una nota di colore che caratterizza esigue minoranze. la stessa situazione che, immagino, si registra in altre regioni, comunque.
Sono Brasiliano. Una volta a Nizza, ho usato l'italiano, e qualchè parola di francesi- non lo Parlo - per mi comunicare. Dico che ho' ottenuto sucesso.
In realtà Nizza è una città italiana (ligure) rubata dai francesi, è la città natale di Garibaldi. I nizzardi di oggi sono liguri che parlano francese, non francesi (come i corsi che sono toscani-liguri).
@@user-tt3nt7yv6z tu mischi discorsi differenti. Il bilinguismo in quelle regioni sarebbe una cosa bilaterale tra Italia e Francia visto che l'Italia ha messo il bilinguismo in valle d'Aosta. Apparte larbereshe che si ricolloca all'Albania le lingue di etnie che non fanno parte di altre nazioni è un altro discorso diverso dall'argomento trattato dal commento.
@@domenico4533 la francia non è tenuta a far rispettare le minoranze linguistiche solo perche lo fa l'italia. Non ti puoi lamentare di che la minoranza linguistica italiana non viene tutelata se l'italia non tutela le sue. tutela solo quelle con uno stato dimostrandosi forte con i deboli e debole con i veri forti
@@user-tt3nt7yv6z In Italia si deve sapere BENE l'italiano, e l'inglese semmai (come Lingua straniera). La prima per comunicare con gli altri all'interno dello Stato italiano. La seconda per comunicare con altri all'estero. Con tutto il rispetto, non penso che un Laureato, con Borse Studio, che va a fare degli "Stage" in Italia o all'estero abbia bisogno dei dialetti... Per comunicare a Milano, Roma, a Londra o a New York...
Bravo Andrè!È impressionante come i confini di Nord Italia hanno culture diverse e che vivono in modo pacifico.Crescere in questo tipo di ambiente è davvero una benedizione! Saluti dal tuo omonimo brasiliano!
Bel video bravi. Il francoprovenzale valdostano non è un dialetto ma una lingua riconosciuta e tutelata dalla costituzione, la parlano anche in Savoia che nel vallese e alcune valli piemontesi. Il ragazzo è di mia sorella è di Vercelli e anche loro parlano francoprovenzale simile al nostro, e mi diceva che anche nelle vallate biellese parlano il nostro stesso patois. Un altra cosa, il patois nn deriva ne dal francese ne dall italiano ma è una lingua che deriva da latino e possiede ancora un sacco di parole celtiche ancora quasi immutate( sopratutto nell ambito dell agricoltura e della natura, tipo montagne piante erbe ecc.) Un giorno poi parlavo con un signore belga che veniva spesso a trovarci e mi diceva che parlando la lingua galloromanza belga, capiva molto di più quando noi valdostani parliamo in valdostano che nn l italiano, e che in realtà ci sono molte similitudini. Si, purtroppo va perso pian pianino, anche se la valle d aosta è quella che tiene più duro tra i quattro. Il problema è che siamo in pochi e da quando è arrivata la televisione anche in valle, l italiano ha preso sempre più piede nel quotidiano montanaro. Merci André pé tô lo travai que teu fé (que vô fédé)pé faé crétré la tradichon deudé lé queur di dzeuveo. Poudzo a vô!
Carissimi de Dream Team, Grazie mille per questa nuova testimonianza della ricchezza del bilinguismo che, ovviamente, mi ha toccato un po' più. In un certo modo si può dire che, per noi francesi, i valdostani sono i nostri cugini italiani più prossimi. Saluti cordiali dalla Francia. 😃🇮🇹🇫🇷
Come mai tra Mentone e Nizza, nonostante siano state terre di lingua italiana (con cognomi tipicamente italiani), la Francia non riconosce il bilinguismo?...
@@gabriele8519 guarda che anche l'Italia è uno stato repressivo e linguicida, tutela il francese (così come lo sloveno e il tedesco) perché queste minoranze hanno stati che li tutelano, delle altre minoranze (arberesh, griko, sardo ecc...) se ne fregano.
@@fernandopellegrino3093 è la stessa cosa, se la lingua non la tuteli muore. In Francia non impediscono di parlare corso, anzi hanno concesso 3 ore a settimana per chi lo chiede. L'Italia per anni ha anche represso le minoranze linguistiche andando contro l'articolo 6 della costituzione che invece impone una tutela attiva. Perché la Francia dovrebbe tutelare le minoranze linguistiche italiane? L'Italia tutela le sue? Tutela solo quelle che hanno stati che le proteggono come sloveno, francese e tedesco. Nazionalisti ma anche pezzenti.
È un ottima visione d'insieme sulla situazione linguistica in VdA. Purtroppo, per quanto riguarda la lingua italiana, devo dare quattro su dieci all' intervistatrice perché, sotto l'influenza dell'inglese imperante, all'inizio del video dice "grazie per"+ infinito presente; 3 su dieci all'intervistato perché usa "piuttosto che" come se fosse l'equivalente di "oppure", ignorando il significato di "piuttosto che".
Per il pezzo di video che ho visto ho notato che vi siete dimenticati della minoranza Walser, un dialetto tedesco parlato nella valle di Gressoney. In caso ve lo siate ricordati scusate il commento inutile.
Io so soltanto la provenienza della parte italiana del mio sangue. Ma penso che qualche influenza svizzera ci sia stata. Un cugino di mio nonno si chiamava Rocsvelt e non sembra né francese né italiano
@@mariaesthertarghettaroza1614 si, io sono stato a Gressoney ed alcune scritte erano in Walser, anche se ora solo una minoranza della popolazione lo parla
Il francese non si è mai parlato in Valle d'Aosta, il patois è di ceppo franco-provenzale che è diverso dal francese, ricordo che il francese non è autoctono del sud della Francia, zona occitana, quindi non ha nessun legame con la Valle D'Aosta, la regione stessa infatti non esisteva fino al dopoguerra, era parte del Piemonte, ma in seguito al conflitto, per l'invasione italiana nella seconda guerra mondiale per riprendere le terre che erano italiane (ricordo che Nizza era italiana, vi è nato Garibaldi) De Gaulle volle strappare i confini all'Italia come vendetta e annetterne parte dell'allora Piemonte e Liguria arrivando fino ad occupare militarmente Ventimiglia, l'Italia uscendo come paese sconfitto riuscì a mantere il territorio anche grazie ad un compromesso promosso dagli americani che volevano limitare l'attivismo francese, quindi fu deciso ai tavoli internazionali di creare la regione Valle d'Aosta e l'autonomia come compromesso con la creazione di una zona bilingue. Per quanto riguarda Ventimiglia fu anche grazie alla popolazione locale che contrastò fermamente il tentativo di annessione francese che De Gaulle non la spuntò. Secondo me i tempi sono maturi, visto anche come si comporta la Francia nei nostri confronti, vedere le recenti vicende del Monte Bianco, io direi di abolire il bilinguismo perchè il francese non c'entra niente con la Valle d'Aosta, oltre a rappresentare un pericolo, perchè la Francia potrebbe reclamare quei territori motivandone la presunta lingua francese come casus belli, poi c'è anche una sproporzione ingiusta tra i toponimi sui cartelli e le insegne, la cosa giusta da fare sarebbe abolire il francese e tutelare il dialetto valdostano affianco all'Italiano. Non ha alcun senso mantenere il francese in una regione dove è stata imposta una lingua estranea con la forza per di più a seguito di un'invasione militare, visto soprattutto come continua a comportarsi un paese con manie di grandezza che più volte nella nostra storia grazie all'inganno, al ricatto e a patti non rispettati ha letteralmente rubato pezzi di territorio all'Italia, come dalla Corsica a Nizza ,a Mentone ecc.
Détends toi mon gars nous méchant français nous ne voulons en aucun cas soutirer le val d'Aoste a l'Italie . Tu es paranoïaque , as tu pris ton cachet. Rilassati ragazzo mio, intendiamo i francesi, non vogliamo prendere la Valle d'Aosta dall'Italia. Sei paranoico, hai preso la pillola?
@@jean-sebastientessonneaual6817Dillo a Zemmour allora, che ha detto in un’intervista pubblica che la Francia dovrebbe annettere il nord Italia, sono parole molto gravi. I politici francesi imparino ad essere meno arroganti e con manie di onnipotenza, comunque non ti preoccupare, io sto tranquillo perché tanto gli invasori li abbiamo sempre cacciati alla fine.
@@SoulF15 Moi, je veux du factuel et du vérifiable sort moi une interview ou un article ou Zemmour qui dit de telles choses et là, je te croirais. Parce que Zemmour, je lui suis depuis toujours, il n'a jamais dit des choses comme ça. La moindre des choses se serait d'être reconnaissant envers nous les Français quand nous avons accueilli tes compatriotes qui fuyaient le régime de Mussolini. Alors arrête ton coté antis français, car nous français nous n'avons rien contre les Italiens. Et là, on parle de plusieurs centaines de milliers de personnes, pour soulager ton caprice d'enfants, je te rendrais mona lisa ces promis. Tu es ridicule. pars contre là où je peux blâmer mon pays car je suis objectif c'est l'immigration que subissent les Italiens , l'insécurité permanente , qui est du en grande partie au ancienne colonie que nous avons eu . Io, voglio fatti e verificabili procurami un'intervista o un articolo o Zemmour che dice queste cose e lì, ti crederei. Perché Zemmour, sono sempre stato con lui, non ha mai detto cose del genere. Il minimo che potremmo fare sarebbe essere grati a noi francesi quando abbiamo accolto i vostri compatrioti in fuga dal regime di Mussolini. Quindi ferma la tua parte antifrancese, perché noi francesi non abbiamo nulla contro gli italiani. E lì, stiamo parlando di diverse centinaia di migliaia di persone, per alleviare il vostro capriccio di bambini, vi restituirò mona lisa queste promesse. Sei ridicolo. andate contro dove posso incolpare il mio paese perché sono oggettivo è l'immigrazione che subiscono gli italiani, l'insicurezza permanente, che è dovuta in gran parte all'ex colonia che avevamo.
@@jean-sebastientessonneaual6817 Vuoi i fatti verificabili? Eccoti accontentato, ecco il video dove dice che l'Italia doveva essere conquistata dalla Francia nel passato e far parte della "grande francia" Comunque io non odio i francesi e nessun popolo, ma pretendo il rispetto della sovranità delle altre nazioni, i politici francesi credono ancora di stare al tempo di Napoleone? La smettessero con queste dichiarazioni offensive. facebook.com/watch/?v=947597382474803 Anche l'articolo di giornale qui www.quotidiano.net/cronaca/filosofo-dellultradestra-il-nord-italia-era-della-francia-1.6562894
Lavorato anni nella Vallèe…nessuno parla francese, si parla italiano, un po’ di calabrese intorno ad Aosta e piemontese in bassa valle zona arnad. Per il resto, anziani e abitanti delle vallate parlano il patois, che è più simile alla lingua d’oc parlata nelle vallate piemontesi che al francese (in realtà e’ una variante locale del franco provenzale)
Anche io sono nato e vivo in Valle d'Aosta e mi riconosco nella descrizione di André. Direi che il Patois non è un misto tra italiano e francese, è un vero dialetto francese, contaminato da parole italiane specialmente per i termini moderni. Mentre i puristi preferiscono l'uso delle parole francesi quando non esiste un corrispondente dialettale. Aggiungo infine che in Valle d'Aosta non si è tenuti a scegliere, come avviene in Sud Tirolo Alto Adige, a quale ceppo linguistico si appartiene. Questo fa sì che tutte le persone, anche i figli di immigrati, abbiano le stesse opportunità linguistiche dei locali.
Posso chiederti qual è la differenza tra franco-provenzale, arpitano e patois? Perché per descrivere il dialetto parlato in VdA ii ho sentito usare tutti e 3 i termini
Per quel che ne so io il francoprovenzale era un qualcosa di diverso sia dalla langue d'oil (parlata nel centro nord della Francia e poi evoluto nel francese moderno) che dalla langue d'oc (occitano parlato principalmente nel sud della Francia) per cui appunto viene definito francoprovenzale. Però non vorrei dire cavolate perché non sono troppo informato quindi correggetemise sbaglio. Concordo sul fatto che sia spesso contaminato da termini italiani (soprattutto tra noi giovani).. il patois parlato dai miei nonni era di gran lunga più 'puro' e ricco di espressioni rispetto al mio!
@@andero_come Correttissimo. Il vostro Franco-Provenzale o Arpitano è una LINGUA (o un continuum dialettale della stessa lingua); NON un dialetto del francese.
répression linguistique italienne oblige , bref un débat qui déchaine les passion aussi bien en France qu'en Italie qui sera le vainqueur . la suite au prochain épisode . SPQR pas content .
Molto interesante el video. No parlo italiano pero veo que normalmente entre español y italiano funciona. Je me débrouille aussi en français et aussi anglais. Probablemente parlo allí un mix de linguas tutto il tempo fruto de la improvisatione.
Intervista interessante. Avete dimenticato di citare la lingua dei Walser, il titsch, parlato nella Val d'Ayas, Val del Lys e, in Piemonte, Val Sesia, Val Formazza. Zona del Monte Rosa
Mi domando perché invece in Corsica l'italiano sia stato cancellato, nonostante fosse lingua ufficiale, visto che il corso è un dialetto italianissimo. In Italia, invece, tuteliamo una lingua che non è nemmeno parlata, visto che in val d'Aosta si usa il patois.
Il francese è una lingua veicolare per il cosiddetto patois, che è in realtà è francoprovenzale o arpitano. Inoltre, garantisce una tutela internazionale con la garanzia della Francia, come l'Austria col Sudtirolo; senza questa tutela, l'Italia avrebbe cercato di rivendicare e di assimilare molto di più...
@@DerThorwald Lei sta facendo una gran confusione. La Val d'Aosta e l'Alto Adige per svariati motivi non sono situazioni minimamente paragonabili. La Francia tutela il francese, appunto. Ma i Valdostani non parlano francese a casa, bensì l'italiano o al massimo l'Arpitano, che non è francese né un dialetto del francese; e francesi non lo sono mai stati. Che senso ha che si tuteli il francese e non l'arpitano??? Visto che i valdostani il francese NON lo parlano e non vogliono nemmeno parlarlo come prima lingua. Andrebbe tutelato e insegnato a scuola insieme all'italiano l'arpitano, la vera lingua storica della regione. I sudtirolesi di lingua germanica invece, pur parlando dialetto sudtirolese, vogliono che la lingua coufficiale sia il tedesco; infatti, visto che in passato erano parte dell'Austria, lì sì che la tutela della loro cultura storica può passare anche dalla lingua oggi ufficiale in Austria, che è appunto il tedesco standard. La situazione è molto diversa.
@@andreraphael6727 Perchè i governi non capiscono un cazzo di linguistica e pensano che il franco-provenzale sia un dialetto del francese standard di Parigi.
Ho parlato recentemente con un ragazzo valdostano chd mi ha detto che il fatto che ad' Aosta (come in Savoia e in Romandia) venne imposto il francese come lingua dai Savoia e non l' Italiano per pura burocrazia. I savoia avevano paura della francia e volevanono avere delle buone relazioni con loro così imposero la lingua francese come lingua ufficiale nelle zone arpitane perchè tanto parlavano tutti in arpitano/franco-provenzale e in questo modo si assicurarono buone relazioni con la Francia
Inoltre ha detto che per gli arpitani non esistono frontieri tra francia ,italia e svizzera mi pacerebbe sapere cosa ne pensano gli arpitani, francesi e svizzeri
Diffida molto di questo ragazzo valdostano... per lo meno per quanto riguarda la storia ;)) perché non è il suo forte. Il francese è diventato lingua ufficiale in VdA nel 1561 perché era la lingua che la popolazione capiva meglio di tutte, mentre il latino non lo capiva più nessuno. Nel 1536, tre anni prima della Francia, il Conseil des Commis (organo di amminstrazione locale della Vda) adottò il francese come lingua di lavoro. Nel 1532 il primo atto notarile in francese al mondo fu redatto a Aosta, quando a Parigi si usava il latino. Semmai è Mussolini ad avere imposto l''italiano trattando i Valdostani da "nemici" per il fatto di essere francofoni. Il francese non è più la lingua della Francia da secoli, ormai. Essere francofoni non significa essere Francesi: vedi i Belgi, gli Svizzeri, ecc. Brutta cosa l'ignoranza, ma c'è sempre rimedio, se si vuole ;)
In Valle d'Aosta il bilinguismo è tra Italiano e Franco-Provenzale, il Francese è molto meno usato... Soprattutto in ambito famigliare (più facile sentire, anche in un Bar/Osteria, discorsi in Lingua locale tra la gente del posto... Piuttosto che in "Francois").
In Corsica si è sempre parlato corso, l'italiano era la lingua ufficiale ma parlavano corso. Se ci pensi poi quello che ha fatto la Francia alla Corsica o a altre lingue locali è esattamente lo stesso di quello che ha fatto l'Italia con la Sardegna.
in realtà in corsica si parlava o corso, o genovese, dato che quando la Superba Repubblica Marinara di Genova ha venduto nel 1768 la Corsica alla Francia l'italiano esisteva solo nella poesia, i Corsi parlavano corso, e i regnanti genovesi Xeneize.
Ho vissuto in Valle d"Aosta sono Svizzero parlo Italiano Tedesco e Francese e ti assicuro che in Valle d’Aosta solo gli stambecchi parlano il Francese, poi per quanto riguarda i cognomi il più diffuso è Mammoliti cognome della Calabria
De Gaulle voulait annexer le Val d’Aoste en 1945, finalement il ne s’est contenté que de deux communes dans la région de Nice qui restèrent italiennes (avant l’unification) pour leur forêt. Il fut le premier à officialiser la langue française, si répandue dans le monde. C’est fou de savoir que ce n’est même pas officiellement français 😮😢 Ce serait beau de voir ce territoire méconnu en France rejoindre sa nation naturelle 🇨🇵
Qualcuno mi lincerà. Anche la regione Friuli -Venezia Giulia, è terra di 2 confini( regione a statuto speciale). I friulani carnici, sono sul confine austriaco/sloveno: non so quanti parlano le 3 lingue. I veneti giuliani, sono sul confine sloveno: solo gli anziani lo parlano o chi è di etnia slovena.
Il corso è un dialetto italiano. E l'italiano è stato lingua ufficiale della Corsica fino alla fine del Settecento. Ci sarebbero tutti i motivi per tutelare almeno l'italiano come si fa in val d'Aosta con il francese. Due pesi e due misure.
La lingua valdostana è il fracoprovenzale che è lingua occitana d'oc che non è né italiana né francese. Lo occitano si parla fino a Bordeu o Bordeaux ed ai Pirenei ove è molto simile al catalano. I savoia sono franco provenzali
È interessante vedere come più si scende e più quello che per altre regioni è una seconda lingua in altre diventa dialetto. Mi spiego meglio: in Val d'Aosta il francese è una seconda lingua che si studia a scuola sin da bambini, in Puglia in francese si inizia a studiare alla scuola media, ma il dialetto barese ha una influenza della lingua francese. Faccio un esempio: in francese dormire si dice "coucher" in dialetto barese si dice "culc", ma nel parlato non si sente la L, e la parola è stata presa dalla lingua francese.
Neanche in Italia è permesso tranquillo. Il francese è insegnato perché la Francia lo tutela. Il nostro stato è nazionalista e pezzente, forte con i deboli e debole con i veri forti.
Intervista molto interessante, soprattutto la parte in cui racconta la volontà di preservare il più possibile dialetto e tradizioni. Però se posso aggiungere un fattore negativo sul piano lavorativo in Valle D’Aosta è proprio il freno della lingua e della “freddezza” della gente del posto. Non voglio assolutamente denigrare una regione in cui vivo da 15 anni, però ricordo che quando mi ci sono trasferita con la mia famiglia quando avevo 12 anni (ora ne ho 27) ho fatto una FATICA immane a integrarmi. Venivo dal Piemonte in cui sono sempre stata abituata ad essere socievole con chiunque, aperta, le amicizie si facevano subito. In Vda ho subito notato distacco e freddezza verso “forestieri”. Crescendo le cose sono migliorate molto per fortuna, però amicizie e relazioni le ho attualmente con persone non valdostane perché hanno proprio la tendenza a chiudersi in gruppo e a non far integrare lo “straniero”. Questo è un punto fortemente a svantaggio per la Vda. Non è solo la lingua (che a parer mio si può imparare) ma è anche l’ambiente in sè che non favorisce l’accoglienza. E non mi riferisco al turismo. Il mio commento non vuole essere provocatorio, ma su questo punto appena descritto la Valle deve lavorarci tanto su. Poi impari a conviverci con questa situazione, ma per chi è appena arrivato in questa regione e si vede escluso perché non capisce la lingua e le persone attorno a lui parlano in dialetto, non è proprio il massimo della vita.
Questo è un problema, nel XXI secolo (ormai) dovremmo sentirci tutti ITALIANI. Al di là delle differenti zone, o origini, di provenienza. Non dovrebbero esistere, ancora, questi ODIOSI campanilismi OTTOCENTESCHI!
Paris a interdit aux gosses de parler autre chose que le Français. Tout les dialectes…patois du nord, germanique en Alsace, Flamand, Basque, et probablement l’Italien en pays Niçois…cela était le cas jusqu’en 1945 pour préserver l’unité nationale. En ce qui concerne les Corses c’est tout autre …ils m’auraient presque tuez lorsque j’ai dit qu’il parlaient un dialecte italien 😅
noi a differenza dei nostri cugini transalpini tuteliamo le minoranze linguistiche. I francesi è dal medioevo che tentano di sterminare tutte minoranze linguistiche del paese, prima con la scusa della cosidetta "eresia catara" hanno distrutto e cancellato quasi completamente una delle lingua più importanti dell'Europa medievale, la lénga d'òc, e poi hanno fatto lo stesso progressivamente con il catalano, l'aragonese, i dialetti Lionesi, e savoiardi (dialetti simili al piemontese), e con il dialetto nizzardo (strettamente legato al dialetto ligure), adesso stanno cercando di fare lo stesso con bretone e corso, che sono le ultime 2 corpose minoranze linguistiche ancora presenti nella Francia metropolitana.
@@user-tt3nt7yv6z E da italiano, questo, è una cosa che NON perdono ai politici di allora! Speriamo che qualcun'altro, un domani, cancelli questa VERGOGNA NAZIONALE!!
@@user-tt3nt7yv6z Peraltro, a che serve il francese in Vd'A se non fu MAI neppure parlata abitualmente dai suoi abitanti tra le mura domestiche. Parlavano Patois, ed OGGI idem... Accompagnato con l'italiano. Il francese è solo materia scolastica, ed i giovani non lo studiano neppure volentieri (dato che, comunque, basta e avanza l'inglese ormai come LINGUA INTERNAZIONALE).
@@Anpi-xx6my te l'ho spiegato, siamo nazionalisti ma pezzenti pertanto la minoranza francese la tuteliamo, per quanto quattro gatti, perche ha uno stato. gli arpitani non hanno uno stato e quindi non tutelano la loro lingua
@@user-tt3nt7yv6z ma cosa stai dicendo, da noi i dialetti sono ancora stra-diffusi ed anzi li senti anche in TV, per radio ed ovunque. In Francia sono tabù.
Il Canavese (cioè il circondario di Ivrea, dove resta Alice Superiore) è stato parte della allora provincia di Aosta solo dal 1927 al 1945. Dopodiché è tornato a far parte del Piemonte, esattamente come era prima. Un po' poco per parlare di 'sangue valdostano', non credi?
Libertà e democrazia, dove sono ? Ogni popolo deve essere assolutamente libero Non devono esistere stati che si arrogano il diritto di comandare popoli con altre culture! Non si può comandare in casa d’altri!!!
La gente contadina e semplice comunicava col patois mentre la gente colta parlava e scriveva in Francese ( I documenti venivano redatti in Francese ). Il francoproven zale veniva parlato in valle d'Aosta,in Savoia e nel Vallese... dove avvenivano scambi commerciali di materie.....ora il patois viene parlato quasi solamente in Valle d'Aosta da valdostani nel periodo fascista vennero modificati tutta la Roma ad tu i
Bilinguismo de che??io vedo solo uno stato straniero avanzare sul nostro territorio, perché non mettere il divieto assoluto di parlare francese così come hanno fatto loro con la Corsica??in Corsica c'è il divieto di parlare italiano quindi stessa modalità in Valle d'Aosta
@@kinjushtem4 Sì amico mio: premesso che ancora nel settecento nessuno osava dire che la valle d’Aosta fosse in italia, ma lingua diciamo di cancelleria e scritta della valle è sempre stata il francese sin dal medioevo ma la effettiva lingua nazionale lì è l’arpitano che in italia conosciamo meglio come francoprovenzale. Esattamente come in Savoia o in Svizzera romanda. Un po’ il discorso della Corsica oggi: parlano dialetti toscani, hanno sempre avuto l’italiano come lingua curiale e veicolare ma si trovano a parlare francese per accidente.
@@kinjushtem4 nessuno pensava che potesse mai essere aggregata alle terre di nazionalità italoromanza okay? Ma nemmeno la val di Susa o quelle Francoprovenzali o quelle occitane delle Alpi marittime.
@@gigieinaudi24 Sì, in effetti gli Stati di Savoia erano un esempio di Stato intramontano. Trovo che sia una fotografia del fatto che, a quell'epoca, la montagna univa, mentre oggi divide, probabilmente anche a causa dei modelli economici che hanno evoluto.
Criticate tanto la Francia, per essere repressiva con le lingue locali, ma in realtà anche l'Italia fa la stessa cosa (un po'meno rispetto alla Francia, ma lo fa)
@@IlGab02 Meglio. Si ruba meno. Io sono siciliano e ti dico che lo statuto speciale è o è stato una miniera di soldi, sovvenzioni, sprechi per villani democristiani e mafiosi.
È molto facile per me andare al Val d'Aosta con el tunel del Monte Bianco. Vivo in Grenoble e andavo nelle montagne vicine a Annecy per le vacanze e nelle montagne di Chamonix. Una volta siamo andati al rifugio Vittorio Emanuele II e al Gran Paradiso.
Un saluto d'oltralpe, André.
Brava Giulia, come sempre.
E io che sono Valdostano,nato a Saint Vincent, non ho mai potuto imparare nè il Francese nè il Patuà, perchè sono stato adottato,nel 1978
da una coppia di genitori di regioni diverse!
Mio padre adottivo è Piemontese,mentre mia madre Veneta.
Che sfiga! Una guerra in casa!!!!
Tre modi di fare e di pensare completamente diversi!
Ho abitato in valle D'aosta fini ai 20 anni, dopo il servizio militare svolto ad Aosta, nel CORPO DEGLI ALPINI, presso la prestigiosa Scuola militare Alpina di Aosta, mi sono trasferito nel Veneto per lavoro!
Spero di poterla riveder ancora la mia Valle D'Aosta!!!!!!!!!!!
Intanto, chi può me la saluti!!! io manco dalla Valle D'Aosta dal 1998!!!
Molto interessante il video! Non mi aspettavo che il francese non fosse utilizzato così tanto nella vita quotidiana della Valle D'Aosta! Molto carino André! :D
Ciao Giulia. Ancora un bel video per arricchire la conoscenza della diversità linguistica italiana. La Val d'Aosta era l'origine del mio sangue italiano ( così me l'ha detto mio
nonno). Ma dopo la Seconda Guerra Mondiale è diventato PIemontese. Comunque ne sono fiera di questo sangue. Molto bella la spiegazione di André. Grazie mille. Ciao
Purtroppo le concessioni fatte dall'Italia al francese in Valle d'Aosta non corrispondono a nessuna concessione fatta in Francia verso l'italiano. Ricordo che Nizza e la Corsica sono terre che dovrebbero avere, come in Valle d'Aosta, un bilinguismo con l'italiano per storia, cultura ed etnia. Ma il risultato è un nulla di fatto.
Infatti, se c'era lui a quest'ora col cacchio che in valle d'Aosta si parlava francese
L'Italia non tutela diverse minoranze linguistiche, perché dovrebbe farlo la Francia con l'italiano?
In realtà non è così, so che in diverse scuole francesi in alcune località di confine viene insegnato l'italiano ai bambini
@@xixixi5532 Ho vissuto in Francia e so benissimo che in molte regioni del Sud-est l'italiano è correntemente insegnato a scuola come seconda lingua straniera dopo l'inglese. Tuttavia un conto è insegnarlo a scuola, un conto è stabilire in veste ufficiale un bilinguismo francese -italiano in aree che per storia, etnia e cultura sono state abitate da italiani e che avevano l'italiano come idioma colto di rappresentanza fino a metà '800 (Nizza e Corsica). L'Italia con la Valle d'Aosta lo ha fatto, non si può dire lo stesso per la Francia.
@@valeriog8780 sì, questo è vero !!! Mi pare però che neanche l'occitano venga considerato come lingua ufficiale o tanto meno il corso o altre lingue parlate in Francia oltre al francese
Sono italo-francese (doppia cittadinanza) e parlo italiano e francese, in Valle d’Aosta è come a casa mia anche se non ci sono mai stato, perché ci sono le due culture dei miei due paesi.----Je suis italo-français (double nationalité), je parle italien et français, dans la région Valle d’Aosta je me sentirais comme chez moi même si je n’y suis jamais allé, puisqu’il y a les deux cultures de mes deux pays.
En français, on dit Vallée d'Aoste 😁
Interessante. Essere bilingue è un vantaggio. Quando ero giovane sono andato in Quebec, la maggior parte della gente parlava francese/inglese. Io non parlavo francese ma parlavo inglese con loro. Dopo aver guardato le tue foto delle Alpi, sembrano essere come le Montagne Rocciose.Ben fatto Giulia!
Peccato che in Corsica è bandito l'italiano
@@micheleaks It's not banned but they want to instruct in their native language "Corsican" and not the Italian language. I think they're in the same language family but Corsicans insist it's a different language.
Grazie Giulia per continuare a mostrare la ricchezza culturale dell’Italia che sembra inesauribile!!!!🥰
Grazie mille per questo vidéo, e per le belle foto 😍 della regione.
Grazie mille per l'opportunità che mi avete dato e per l'ottimo canale.. continuate così! 😊
PS: mi sono dimenticato di dire che un grande vantaggio del sapere il francese è la possibilità di lavorare all'estero pur restando vicino a casa (Savoia e Canton Vallese)
Grazie mille a te André! 😊
Caro André il 40% dei vallesani è di lingua tedesca! Lingua che tra l‘altro si parla anche nella Valle d‘Aosta.
Credo che questo va assolutamente menzionato.
Direi che non è proprio comodissimo fare il frontaliere in Valle d'Aosta... vero che se emigri puoi tornare a casa rapidamente, sempre che non ci siano tre ore di coda al traforo....
@@lucadallapalma497sono pochi ad andare e venire ogni giorno, quasi tutti stanno via in settimana e tornano nel week end o ogni 15 giorni
@@andero_come Magari! Ho parentela nell‘Oberwallis e ti assicuro che non nutrono eccessive simpatie reciproche. Storicamente i „tedeschi“ dominavano i „francesi“ che solo nel dopoguerra sono diventati maggioranza. Direi che si ignorano, nonostante facciano parte dello stesso cantone. Tutti studiano la lingua „opposta“ a scuola, ma pochi la parlano.
Bellissimo questo video, molto interessante. Sarebbe bello un video sulla lingua Walzer, in via di estinzione
Si scrive walser! Perdonatemi
@@edess80 🤭😄😄😄
Braviiiiiii. Parlæ Valdostan! Un saluti da Genova.
Merci pour la vidéo !
Merci/ Grazie…era di Chambave…ma infortunata mia nona n’a jamais connue la madre. Nous l’avons seulement appris 7 ans avant son décès…elle s’appelait Gevroz et e diventata Bonaccio 🇫🇷🇮🇹
Bellissima intervista!Complimenti André e viva la Valle d'Aosta!Poudzo!
Interessante
Informo che il patois non si parla solo un valle d'Aosta, ma anche in diverse valli piemontesi, e in una ristrettissima minoranza in Puglia (frutto di una emigrazione)
Sarebbe estremamente interessante intervistare proprio questi ultimi
Se cerchi su TH-cam trovi alcune testimonianze sul patois parlato in Puglia
@@andero_come
In francese la parola patois significa dialetto locale. Sono del Delfinato con un nonno di Savoia, due grandi province francese oltralpe. Qui si parlavano vari dialetti francoprovenzali.
Ci sono molti patois diversi
@@victorystorm8902 certamente
Ma il francoprovenzale è diffuso un una area talmente piccola che non credo sia così rilevante da considerarle lingue diverse fra loro
Il bilinguismo in valle d'Aosta è sempre stata una favola. Si studia a scuola fin da bambini ma all'atto pratico non lo parla nessuno. Usatissimo invece il patois antenato del francese e parlato correntemente in ogni paese e in misura minore anche in città.
E in Valle d'Aosta abbiamo anche nella Valle di Gressoney alcuni comuni dove si parla un dialetto tedesco (comunità Walser) che è riconosciuto e tutelato come il francese.
In realtà il francese è lingua ufficiale, mentre il walser dell'alta valle del Lys, così come il patois, è solamente riconosciuto
Fai una volta un video su i walser in quei posti come a issime ed'altri paesi!
Complimenti per questa meravigliosa video!!! :D
I dialetti italiani sono un enorme patrimonio culturale che è indispensabile non dimenticare, quindi fa piacere sentire che anche i giovani ci tengono a parlare il patuà.
il patuà NON è un dialetto italiano infatti. semmai un dialetto di gente apparteneente alla repubblica. mai confondere nazione con cittadinanza e nazione con stato
Grazie Giulia e Andre’per questo interessante video 😊👋
J'ai apprécié votre petit reportage, merci. Mais j'aurais bien voulu entendre André parler le patois, histoire d'entendre à quoi cela ressemble.
Moi aussi
Pareil!
Il y a plein de vidéos sur youtube :) Il suffit de chercher "patois valdôtain"... ou bien d'aller au Val d'Aoste ))
Bel video molto interessante. Grazie ♥️♥️💕
Sono italiano, figlio di italiani (piemontesi) e sono essenzialmente francofono, ossia il francese è la mia lingua madre. Ho studiato non solo la lingua ma anche la letteratura francese in tutto il mio percorso scolare primario e secondario. Pur mantenendo (ed alimentando) il francese come lingua preponderante mi sento fondamentalmente italiano, con un senso di appartenenza europea molto forte, frutto dell'ambivalenza culturale, quella di sangue e quella adottata. È chiaro che persistono lacune in italiano (che non ho studiato a scuola) ed italianità, provocate dal mio percorso accademico atipico.Tutto è possibile, con un pò di tolleranza e curiosità. Un dettaglio: NON HO MAI VISSUTO IN FRANCIA.
Impossible n'est francais. E mi sembra che pure noi italiani riteniamo che tutto sia possibile.
Intéressant. Merci à André.
Video interessantissimo, come al solito! Riguardo alla questione, mi viene da chiedermi se non abbia più senso dare stato di coufficialità insieme all'italiano ad una versione standardizzata del Franco-Provenzale piuttosto che al francese. Infatti dal video si evince chiaramente che il francese non è la lingua madre di nessuno in regione, mentre invece la lingua madre è il Franco-Provenzale con le sue varianti (chiamarlo patois, dialetto, mi sembra un po' sminuente e dispregiativo). Certo, queste parlate per un locutore di italiano standard suonano tendenti al francese, ma non è francese. Questa, data l'area geografica di confine, è una lingua di incontro tra le parlate italiane del Nord (gallo-italiche), il provenzale (occitano) e il francese: è normale che alle orecchie di chi non è di lì suoni un po' esotica, senza tuttavia essere una lingua straniera. Inoltre anche i toponimi e i cognomi non si può dire che siano francesi; sono bensì più correttamente proprio Franco-Provenzali. Si può dire che hanno un sapore "dialettale" o marcatamente regionale, proprio come per certi toponimi e cognomi veneti, trentini o friulani, per esempio. Potrei capire lo status di coufficialità del francese se esso fosse una lingua locale minoritaria parlata veramente dalla popolazione e bisognosa di tutela per non scomparire, ma non è proprio questo il caso. Al contrario, il francese è una lingua ufficiale in svariati stati nel mondo e proprio in Francia tende a cannibalizzare altre lingue locali e dialetti. Basti pensare all'Occitano (Provenzale) o al Còrso, per esempio, che invece sì, avrebbero bisogno di tutela e ufficialità. Ma lo stato francese non lo permette. Non voglio essere polemico in nessun modo, ma mi sembra che ci siano due pesi e due misure e che in Val d'Aosta ci si pieghi inutilmente al francese invece di tutelare ed insegnare la vera lingua locale, mentre al di là del confine le lingue minoritarie non vengono per nulla tutelate o si cerca addirittura di eliminarle. E tutto ciò è un'ingiustizia tremenda e una perdita culturale immensa.
Si ma il Franco Provenzale in Val d‘Aosta lo parlano solo il 10 massimo 15 % della popolazione ad Aosta senti parlare più il San Giorgio Morgetese ( Calabrese che il Franco Provenzale, forse in Valle D’Aosta si dovrebbe insegnare a scuola ( l‘Albanese il Grecanico Calabrese e il Calabrese di Reggio Calabria )👌
Il fatto che in valle d aosta il francese ha sempre svolto una lingua istituzionale come ora c è anche l italiano. I valdostani parlano e hanno sempre parlato francoprovenzale. Il primo testo scritto è del 400 dove descriveva un rituale di una signora di st vincent a st germain in un inquisizione.. posso dirti che cambia poco da quello parlato attualmente nella stessa zona. Questo testimonia l'antichità che ha questa lingua che nn ha mai avuto una nazione unita, ma parlata in tre stati diversi. Quello che c è da riflettere è che in italia c era il grande mussolini che opprimeva i valdostani i friulani i sudtirolesi. Ma poi ha perso. E i vincitori hanno imposto le condizioni ( anche se detto fra noi, arrivare una sessantina di anni dopo e vedere tutto sto puttanaio è quasi come se l avesse vinta......). Questo è il motivo per cui l italia nn ha calpestato le lingue tradizionali.
Sul fatto del 10/15 % ,mi chiedo se la gente spara le cifre a caso come è ormai di moda fare.... si è vero c è un po tutto il mondo ad aosta per il benvolere dei vostri politici, ma se ogni tanto usciste a visitare le terre fuori da aosta scoprirete un mondo tutto nuovo fatto di monti e valli e uomini e donne rurali e un po selvaggi. Pochi ma buoni
@@thomasvesan6750 Eccellente risposta :)
Il francese valdostano (e non il patois, ma la versione regionale della lingua francese) è parlata da una minima parte della popolazione: è una variante simile allo svizzero romando. Io con una parte della mia famiglia la parlo, mentre con l'altra parlo patois, come l'enorme maggioranza dei Valdostani autoctoni. Occorre dire inoltre che molte famiglie di 2a-3a generazione hanno adottato il patois, e conosco anche due casi in cui questo è successo con il francese. Standardizzare il francoprovenzale (o arpitano) è stato tentato ed è secondo me il primo passo verso la scoparsa della varietà dialettale di questa lingua, oggi viva solo in VdA. Mentre il francese ha svolto il ruolo di lingua ufficiale, usata tra le altre cose nell'amminstrazione e nel culto, dal XVI secolo (1532 primo atto notarile al mondo in francese firmato a Aosta, 1536 francese approvata lingua di lavoro dal Conseil des Commis - 3 anni prima dell'ordinanza di Villers-Cotterêts, 1561 editto di Rivoli - francese ufficiale in VdA) fino grossomodo all'unità d'Italia, quando la VdA si trovò ad essere una minoranza francofona in uno Stato maggioritariamente italofono. Dire che il termine "patois" è dispregiativo è francocentrico: in Francia sarà dispregiativo, non da noi, che abbiamo una storia (anche linguistica) diversa dalla vostra. Il francoprovenzale (o arpitano) è definito dai linguisti lingua gallo-romanza, come la langue d'oïl, mentre il provenzale (che è un dialetto dell'occitano) fa parte del gruppo occitano-romanzo, quindi i linguisti (che ne sanno qualcosa...) dicono che francoprovenzale e francese standard fanno parte dello stesso gruppo, e non che la prima sia una "lingua di incontro". I cognomi valdostani sono in molti casi francesi, come Charbonnier, Pellissier, Champvillair, Duroux, etc. mentre quelli di origine francoprovenzale sono esattamente come moltissimi cognomi savoiardi e vallesani. Per quanto riguarda i toponimi, il 90% sono in lingua francese, è sufficiente dare un'occhiata: Saint-Christophe non è "Sèn Crétoublo", giusto per fare un esempio. Il francese non è mai stato imposto: quando l'editto di Rivoli fu approvato nel 1561, fu scelta la lingua che la popolazione capiva, dato che il latino non lo capiva più nessuno. Semmai è l'italiano ad essere stato imposto durante l'epoca fascista. Poi siccome insieme all'italiano sono arrivati i pregiudizi verso i "montagnards" (indicati come dei poveri scemi... quando non addirittura dei nemici, per il fatto di parlare francese) e le comodità (à savoir, industria siderurgica, inquinamento, sfruttamento arbitrario delle risorse minerarie e idriche della regione, e turismo di massa), i Valdostani hanno capito che c'era poco da fare e hanno rinunciato al francese per far contenti gli italiani, che ovviamente erano più forti, e non c'erano alternative. Molti Valdostani sono emigrati in quegli anni a Parigi perché non si sentivano più a casa loro nella loro valle. Tutti i meccanismi dell'economia e della vita alpina, che duravano da secoli, sono stati scardinati in 50 anni. Ma una cosa è rimasta: il patois, parlato oggi da tutte le generazioni, solo in VdA e con tuta la vitalità delle sue varianti.
@@kinjushtem4 Tutta sta spatafiata filofrancese, ma ti faccio notare che intanto in Italia la tua lingua la puoi parlare ancora, mentre di là dal confine l'hanno fatta estinguere da tempo; esattamente come tante altre lingue, compreso l'occitano, lingua in passato celeberrima, strettamente imparentata con la tua, ricchissima di letteratura e storia; l'unica altra lingua a comparire nella Divina Commedia oltre all'italiano. Che l'arpitano sia una lingua di collegamento non lo dico io, ma la geografia. Tutte le lingue in un certo grado lo sono, essendo spesso parte di un continuum linguistico. Tranne quando questo viene interrotto artificialmente e con la violenza come ha fatto lo stato francese. Questo è il motivo per cui uno non si spiega come mai lo spagnolo sia tanto più simile all'italiano del francese, anche se la Francia confina con l'Italia mentre la Spagna è ben lontana: perché il francese era la lingua madre solo nella zona settentrionale della Francia, attorno a Parigi, ed è stato imposto a forza a tutte le terre sottomesse (perfino nell'italianissima Corsica!!!). In mezzo ci stava tutta la zona del francoprovenzale/occitano, che andrebbe a congiungersi con l'affine catalano nella penisola iberica, e dell'arpitano più a nord, che sono stati spazzati via. Sia Francoprovenzale che arpitano sono molto affini ai dialetti dell'Italia nordoccidentale. Alla luce di tutto questo, vedi tu se ha senso la tua lagna filofrancese/antiitaliana...se qui stai così male puoi sempre fare come certi tuoi corregionali del passato e raggiungerli a Parigi, dove parlerai solo il tuo amato francese, senza più sporcarti la bocca con l'italiano. P.S. Nulla contro la cultura francese, che rispetto e ammiro, parlando francese io stesso e avendo pure parenti in Francia. Ce l'ho solo con il tuo messaggio tra il polemico e il tendenzioso. Adieu!
Meno male che sono state dette le cose come stanno. Il francese si studia a scuola per anni, ma nessuno lo usa nella vita di tutti i giorni, se non per parlare (eventualmente) con i turisti che conoscono solo quella lingua o per andare oltre confine (dove, comunque, basterebbe l'inglese). Viene, poi, usato in atti pubblici o nei discorsi politici o nei telegiornali o giornali radio regionali più per facciata che per altro. Serve a mostrarsi diversi. Detto ciò, ben venga conoscere una lingua in più. Può sempre tornare utile.
In quanto persona nata e cresciuta e tuttora residente ad Aosta, però, posso dire che il patois si sente in giro piuttosto raramente. Bisogna andare fuori Aosta, in genere nei piccoli villaggi in montagna, nei baretti o nei campi o nelle stalle. Non è una lingua che accomuna la popolazione, ma è più che altro una nota di colore che caratterizza esigue minoranze. la stessa situazione che, immagino, si registra in altre regioni, comunque.
Grazie mille a voi
Io sono stato in valle, posso dire che é una meraviglia 😍 quando vado là parlo francese e mi sembra di essere in un’altro mondo é una meraviglia 😍😍😍😍😍
Sono Brasiliano. Una volta a Nizza, ho usato l'italiano, e qualchè parola di francesi- non lo Parlo - per mi comunicare. Dico che ho' ottenuto sucesso.
In realtà Nizza è una città italiana (ligure) rubata dai francesi, è la città natale di Garibaldi. I nizzardi di oggi sono liguri che parlano francese, non francesi (come i corsi che sono toscani-liguri).
@@masterjunky863 Nizza non è stata rubata, ma regalata dai nostri ex-sovrani
@@masterjunky863 Vittorio Emanuele ha regalato Nizza e Savoia ai francesi
@D Anemon Ho sbagliato, non è stata rubata ma è comunque una città etnicamente e storicamente italiana.
garibaldi che era di Nizza diceva sempre ...''se Nissa è francesa ieu sou Tàrtarou'' :)
In Savoia,in Corsica,a Nizza,briga e tenda,c'è il bilinguismo paritario?
No, assolutamente. La Francia non lo ha mai permesso. Quindi si ha due pesi e due misure.
Perché welser, griko, abereshe, sardo e furlan godono del bilinguismo?
@@user-tt3nt7yv6z tu mischi discorsi differenti.
Il bilinguismo in quelle regioni sarebbe una cosa bilaterale tra Italia e Francia visto che l'Italia ha messo il bilinguismo in valle d'Aosta.
Apparte larbereshe che si ricolloca all'Albania le lingue di etnie che non fanno parte di altre nazioni è un altro discorso diverso dall'argomento trattato dal commento.
@@domenico4533 la francia non è tenuta a far rispettare le minoranze linguistiche solo perche lo fa l'italia. Non ti puoi lamentare di che la minoranza linguistica italiana non viene tutelata se l'italia non tutela le sue. tutela solo quelle con uno stato dimostrandosi forte con i deboli e debole con i veri forti
@@user-tt3nt7yv6z In Italia si deve sapere BENE l'italiano, e l'inglese semmai (come Lingua straniera).
La prima per comunicare con gli altri all'interno dello Stato italiano.
La seconda per comunicare con altri all'estero.
Con tutto il rispetto, non penso che un Laureato, con Borse Studio, che va a fare degli "Stage" in Italia o all'estero abbia bisogno dei dialetti... Per comunicare a Milano, Roma, a Londra o a New York...
e bravi i valdostani e André. orgogliosi delle vostre origini!
L'Italia è davvero un paese con un'incredibile diversità linguistica 😮. Super interessante! 👏👏👏
Ma in America pensano sia una Sicilia estesa mista alla Toscana tutta uguale fatta di sole, pizze e mandolini.
L'occupazione francese in Corsica ha bandito l'italiano dall'isola, quindi si potrebbe fare lo stesso nella valle d'Aosta
Bravo Andrè!È impressionante come i confini di Nord Italia hanno culture diverse e che vivono in modo pacifico.Crescere in questo tipo di ambiente è davvero una benedizione!
Saluti dal tuo omonimo brasiliano!
Complimenti per il tuo italiano.👍
@@angelomezzadri2463 Grazie mille!
04:47 un luogo bellissimo,come si chiama?
Bel video bravi. Il francoprovenzale valdostano non è un dialetto ma una lingua riconosciuta e tutelata dalla costituzione, la parlano anche in Savoia che nel vallese e alcune valli piemontesi. Il ragazzo è di mia sorella è di Vercelli e anche loro parlano francoprovenzale simile al nostro, e mi diceva che anche nelle vallate biellese parlano il nostro stesso patois. Un altra cosa, il patois nn deriva ne dal francese ne dall italiano ma è una lingua che deriva da latino e possiede ancora un sacco di parole celtiche ancora quasi immutate( sopratutto nell ambito dell agricoltura e della natura, tipo montagne piante erbe ecc.)
Un giorno poi parlavo con un signore belga che veniva spesso a trovarci e mi diceva che parlando la lingua galloromanza belga, capiva molto di più quando noi valdostani parliamo in valdostano che nn l italiano, e che in realtà ci sono molte similitudini. Si, purtroppo va perso pian pianino, anche se la valle d aosta è quella che tiene più duro tra i quattro. Il problema è che siamo in pochi e da quando è arrivata la televisione anche in valle, l italiano ha preso sempre più piede nel quotidiano montanaro. Merci André pé tô lo travai que teu fé (que vô fédé)pé faé crétré la tradichon deudé lé queur di dzeuveo. Poudzo a vô!
Carissimi de Dream Team,
Grazie mille per questa nuova testimonianza della ricchezza del bilinguismo che, ovviamente, mi ha toccato un po' più. In un certo modo si può dire che, per noi francesi, i valdostani sono i nostri cugini italiani più prossimi.
Saluti cordiali dalla Francia.
😃🇮🇹🇫🇷
Parenti serpenti, la storia insegna che è meglio tenere i francesi alla larga.
Salut et bonjour à tous les habitants de la Vallée d'Aoste
ma perché si continua a usare il "piuttosto che" come disgiuntivo se non ha assolutamente quel valore lì?
Come mai tra Mentone e Nizza, nonostante siano state terre di lingua italiana (con cognomi tipicamente italiani), la Francia non riconosce il bilinguismo?...
Perché la Francia è più repressiva dell'Italia per quanto riguarda le minoranze linguistiche, e l'Italia è già piuttosto repressiva.
Perché noi siamo filofrancesi (fin troppo), loro invece ci snobbano e si credono sto cazzo
@@gabriele8519 guarda che anche l'Italia è uno stato repressivo e linguicida, tutela il francese (così come lo sloveno e il tedesco) perché queste minoranze hanno stati che li tutelano, delle altre minoranze (arberesh, griko, sardo ecc...) se ne fregano.
@@user-tt3nt7yv6z fregarsene non significa reprimere! In Corsica invece è vietato perfino avere un nome italiano. Pascal Paoli si chiamava Pasquale!
@@fernandopellegrino3093 è la stessa cosa, se la lingua non la tuteli muore. In Francia non impediscono di parlare corso, anzi hanno concesso 3 ore a settimana per chi lo chiede. L'Italia per anni ha anche represso le minoranze linguistiche andando contro l'articolo 6 della costituzione che invece impone una tutela attiva. Perché la Francia dovrebbe tutelare le minoranze linguistiche italiane? L'Italia tutela le sue? Tutela solo quelle che hanno stati che le proteggono come sloveno, francese e tedesco. Nazionalisti ma anche pezzenti.
Non dimenticare che esistono anche i walser (a Gressoney per esempio) che parlono un dialetto tedesco (del cantone di Valese).
È un ottima visione d'insieme sulla situazione linguistica in VdA.
Purtroppo, per quanto riguarda la lingua italiana, devo dare quattro su dieci all' intervistatrice perché, sotto l'influenza dell'inglese imperante, all'inizio del video dice "grazie per"+ infinito presente;
3 su dieci all'intervistato perché usa "piuttosto che" come se fosse l'equivalente di "oppure", ignorando il significato di "piuttosto che".
Quando torna dalla Francia si porta le baguette? Perchè ad Aosta non sono capaci di farle?
Per il pezzo di video che ho visto ho notato che vi siete dimenticati della minoranza Walser, un dialetto tedesco parlato nella valle di Gressoney. In caso ve lo siate ricordati scusate il commento inutile.
Io so soltanto la provenienza della parte italiana del mio sangue. Ma penso che qualche influenza svizzera ci sia stata. Un cugino di mio nonno si chiamava Rocsvelt e non sembra né francese né italiano
@@mariaesthertarghettaroza1614 si, io sono stato a Gressoney ed alcune scritte erano in Walser, anche se ora solo una minoranza della popolazione lo parla
@@maestralmapping Non dimentichiamo Issime.
Molto interessante.
Bravo ai valdotani per parlare il francoprovenzale ! Puri trilingui !!
Il francese non si è mai parlato in Valle d'Aosta, il patois è di ceppo franco-provenzale che è diverso dal francese, ricordo che il francese non è autoctono del sud della Francia, zona occitana, quindi non ha nessun legame con la Valle D'Aosta, la regione stessa infatti non esisteva fino al dopoguerra, era parte del Piemonte, ma in seguito al conflitto, per l'invasione italiana nella seconda guerra mondiale per riprendere le terre che erano italiane (ricordo che Nizza era italiana, vi è nato Garibaldi) De Gaulle volle strappare i confini all'Italia come vendetta e annetterne parte dell'allora Piemonte e Liguria arrivando fino ad occupare militarmente Ventimiglia, l'Italia uscendo come paese sconfitto riuscì a mantere il territorio anche grazie ad un compromesso promosso dagli americani che volevano limitare l'attivismo francese, quindi fu deciso ai tavoli internazionali di creare la regione Valle d'Aosta e l'autonomia come compromesso con la creazione di una zona bilingue. Per quanto riguarda Ventimiglia fu anche grazie alla popolazione locale che contrastò fermamente il tentativo di annessione francese che De Gaulle non la spuntò. Secondo me i tempi sono maturi, visto anche come si comporta la Francia nei nostri confronti, vedere le recenti vicende del Monte Bianco, io direi di abolire il bilinguismo perchè il francese non c'entra niente con la Valle d'Aosta, oltre a rappresentare un pericolo, perchè la Francia potrebbe reclamare quei territori motivandone la presunta lingua francese come casus belli, poi c'è anche una sproporzione ingiusta tra i toponimi sui cartelli e le insegne, la cosa giusta da fare sarebbe abolire il francese e tutelare il dialetto valdostano affianco all'Italiano. Non ha alcun senso mantenere il francese in una regione dove è stata imposta una lingua estranea con la forza per di più a seguito di un'invasione militare, visto soprattutto come continua a comportarsi un paese con manie di grandezza che più volte nella nostra storia grazie all'inganno, al ricatto e a patti non rispettati ha letteralmente rubato pezzi di territorio all'Italia, come dalla Corsica a Nizza ,a Mentone ecc.
Non credo che la Francia verrà ad occupare militarmente Aosta però, non siamo più nel 1900----
Détends toi mon gars nous méchant français nous ne voulons en aucun cas soutirer le val d'Aoste a l'Italie .
Tu es paranoïaque , as tu pris ton cachet.
Rilassati ragazzo mio, intendiamo i francesi, non vogliamo prendere la Valle d'Aosta dall'Italia.
Sei paranoico, hai preso la pillola?
@@jean-sebastientessonneaual6817Dillo a Zemmour allora, che ha detto in un’intervista pubblica che la Francia dovrebbe annettere il nord Italia, sono parole molto gravi. I politici francesi imparino ad essere meno arroganti e con manie di onnipotenza, comunque non ti preoccupare, io sto tranquillo perché tanto gli invasori li abbiamo sempre cacciati alla fine.
@@SoulF15 Moi, je veux du factuel et du vérifiable sort moi une interview ou un article ou Zemmour qui dit de telles choses et là, je te croirais.
Parce que Zemmour, je lui suis depuis toujours, il n'a jamais dit des choses comme ça.
La moindre des choses se serait d'être reconnaissant envers nous les Français quand nous avons accueilli tes compatriotes qui fuyaient le régime de Mussolini.
Alors arrête ton coté antis français, car nous français nous n'avons rien contre les Italiens.
Et là, on parle de plusieurs centaines de milliers de personnes, pour soulager ton caprice d'enfants, je te rendrais mona lisa ces promis. Tu es ridicule.
pars contre là où je peux blâmer mon pays car je suis objectif c'est l'immigration que subissent les Italiens , l'insécurité permanente , qui est du en grande partie au ancienne colonie que nous avons eu .
Io, voglio fatti e verificabili procurami un'intervista o un articolo o Zemmour che dice queste cose e lì, ti crederei.
Perché Zemmour, sono sempre stato con lui, non ha mai detto cose del genere.
Il minimo che potremmo fare sarebbe essere grati a noi francesi quando abbiamo accolto i vostri compatrioti in fuga dal regime di Mussolini.
Quindi ferma la tua parte antifrancese, perché noi francesi non abbiamo nulla contro gli italiani.
E lì, stiamo parlando di diverse centinaia di migliaia di persone, per alleviare il vostro capriccio di bambini, vi restituirò mona lisa queste promesse. Sei ridicolo.
andate contro dove posso incolpare il mio paese perché sono oggettivo è l'immigrazione che subiscono gli italiani, l'insicurezza permanente, che è dovuta in gran parte all'ex colonia che avevamo.
@@jean-sebastientessonneaual6817 Vuoi i fatti verificabili? Eccoti accontentato, ecco il video dove dice che l'Italia doveva essere conquistata dalla Francia nel passato e far parte della "grande francia" Comunque io non odio i francesi e nessun popolo, ma pretendo il rispetto della sovranità delle altre nazioni, i politici francesi credono ancora di stare al tempo di Napoleone? La smettessero con queste dichiarazioni offensive.
facebook.com/watch/?v=947597382474803
Anche l'articolo di giornale qui
www.quotidiano.net/cronaca/filosofo-dellultradestra-il-nord-italia-era-della-francia-1.6562894
Lavorato anni nella Vallèe…nessuno parla francese, si parla italiano, un po’ di calabrese intorno ad Aosta e piemontese in bassa valle zona arnad. Per il resto, anziani e abitanti delle vallate parlano il patois, che è più simile alla lingua d’oc parlata nelle vallate piemontesi che al francese (in realtà e’ una variante locale del franco provenzale)
Gli amici valdostani.Grazie/Merci André
Anche io sono nato e vivo in Valle d'Aosta e mi riconosco nella descrizione di André. Direi che il Patois non è un misto tra italiano e francese, è un vero dialetto francese, contaminato da parole italiane specialmente per i termini moderni. Mentre i puristi preferiscono l'uso delle parole francesi quando non esiste un corrispondente dialettale. Aggiungo infine che in Valle d'Aosta non si è tenuti a scegliere, come avviene in Sud Tirolo Alto Adige, a quale ceppo linguistico si appartiene. Questo fa sì che tutte le persone, anche i figli di immigrati, abbiano le stesse opportunità linguistiche dei locali.
Posso chiederti qual è la differenza tra franco-provenzale, arpitano e patois? Perché per descrivere il dialetto parlato in VdA ii ho sentito usare tutti e 3 i termini
@@thetemptedvida8650 dovrebbero essere la stessa cosa
@@thetemptedvida8650 sono la stessa cosa
Per quel che ne so io il francoprovenzale era un qualcosa di diverso sia dalla langue d'oil (parlata nel centro nord della Francia e poi evoluto nel francese moderno) che dalla langue d'oc (occitano parlato principalmente nel sud della Francia) per cui appunto viene definito francoprovenzale. Però non vorrei dire cavolate perché non sono troppo informato quindi correggetemise sbaglio. Concordo sul fatto che sia spesso contaminato da termini italiani (soprattutto tra noi giovani).. il patois parlato dai miei nonni era di gran lunga più 'puro' e ricco di espressioni rispetto al mio!
@@andero_come Correttissimo. Il vostro Franco-Provenzale o Arpitano è una LINGUA (o un continuum dialettale della stessa lingua); NON un dialetto del francese.
J'avais lu quelque part qu'une toute petite partie de la population au Val d'Aoste (0,2%) a encore aujourd'hui le francais comme L1. E vera sta cosa?
répression linguistique italienne oblige , bref un débat qui déchaine les passion aussi bien en France qu'en Italie qui sera le vainqueur .
la suite au prochain épisode . SPQR pas content .
Bien sûr, si on se réfère au français standard, langue que toute la population connaît en tout cas.
Molto interesante el video. No parlo italiano pero veo que normalmente entre español y italiano funciona. Je me débrouille aussi en français et aussi anglais. Probablemente parlo allí un mix de linguas tutto il tempo fruto de la improvisatione.
Intervista interessante. Avete dimenticato di citare la lingua dei Walser, il titsch, parlato nella Val d'Ayas, Val del Lys e, in Piemonte, Val Sesia, Val Formazza. Zona del Monte Rosa
In val d'Ayas la presenza walser si è estinta da molto tempo (secoli?) in favore dell'arpitano.
Mi domando perché invece in Corsica l'italiano sia stato cancellato, nonostante fosse lingua ufficiale, visto che il corso è un dialetto italianissimo. In Italia, invece, tuteliamo una lingua che non è nemmeno parlata, visto che in val d'Aosta si usa il patois.
Mi faccio esattamente la stessa domanda...
Il francese è una lingua veicolare per il cosiddetto patois, che è in realtà è francoprovenzale o arpitano.
Inoltre, garantisce una tutela internazionale con la garanzia della Francia, come l'Austria col Sudtirolo; senza questa tutela, l'Italia avrebbe cercato di rivendicare e di assimilare molto di più...
@@DerThorwald Lei sta facendo una gran confusione. La Val d'Aosta e l'Alto Adige per svariati motivi non sono situazioni minimamente paragonabili. La Francia tutela il francese, appunto. Ma i Valdostani non parlano francese a casa, bensì l'italiano o al massimo l'Arpitano, che non è francese né un dialetto del francese; e francesi non lo sono mai stati. Che senso ha che si tuteli il francese e non l'arpitano??? Visto che i valdostani il francese NON lo parlano e non vogliono nemmeno parlarlo come prima lingua. Andrebbe tutelato e insegnato a scuola insieme all'italiano l'arpitano, la vera lingua storica della regione. I sudtirolesi di lingua germanica invece, pur parlando dialetto sudtirolese, vogliono che la lingua coufficiale sia il tedesco; infatti, visto che in passato erano parte dell'Austria, lì sì che la tutela della loro cultura storica può passare anche dalla lingua oggi ufficiale in Austria, che è appunto il tedesco standard. La situazione è molto diversa.
@@andreraphael6727 Perchè i governi non capiscono un cazzo di linguistica e pensano che il franco-provenzale sia un dialetto del francese standard di Parigi.
Sono i francesi che hanno imposto ai Corsi di cancellare la lingua Italiana. Tuttora ,il governo Francese lo fa ancora contro il popolo Corso
Il dialetto di la Thuile rispetto a quello di Cervinia è diverso,simile ma cambiano proprio alcune parole
Ho parlato recentemente con un ragazzo valdostano chd mi ha detto che il fatto che ad' Aosta (come in Savoia e in Romandia) venne imposto il francese come lingua dai Savoia e non l' Italiano per pura burocrazia.
I savoia avevano paura della francia e volevanono avere delle buone relazioni con loro così imposero la lingua francese come lingua ufficiale nelle zone arpitane perchè tanto parlavano tutti in arpitano/franco-provenzale e in questo modo si assicurarono buone relazioni con la Francia
Inoltre ha detto che per gli arpitani non esistono frontieri tra francia ,italia e svizzera mi pacerebbe sapere cosa ne pensano gli arpitani, francesi e svizzeri
La lingua francese in vda è stata ufficializzata molto prima che venisse ufficializzata in Francia
Diffida molto di questo ragazzo valdostano... per lo meno per quanto riguarda la storia ;)) perché non è il suo forte. Il francese è diventato lingua ufficiale in VdA nel 1561 perché era la lingua che la popolazione capiva meglio di tutte, mentre il latino non lo capiva più nessuno. Nel 1536, tre anni prima della Francia, il Conseil des Commis (organo di amminstrazione locale della Vda) adottò il francese come lingua di lavoro. Nel 1532 il primo atto notarile in francese al mondo fu redatto a Aosta, quando a Parigi si usava il latino. Semmai è Mussolini ad avere imposto l''italiano trattando i Valdostani da "nemici" per il fatto di essere francofoni. Il francese non è più la lingua della Francia da secoli, ormai. Essere francofoni non significa essere Francesi: vedi i Belgi, gli Svizzeri, ecc. Brutta cosa l'ignoranza, ma c'è sempre rimedio, se si vuole ;)
no se tu avessi detto nel 1697 o nel 1775 che la valle d'aosta è italia ti avrebbero guardato come una volpe in bicicletta
@@gigieinaudi24stessa cosa per ogni parte di italia 😂😂
grande ANDRE' !!!!!!.. poudzo!
Beh, a Torino alle elementari avevo un maestro valdostano, di Morgex; insegnava l'italiano ottimamente, senza problemi!
Valle d' aosta francese quindi
In Valle d'Aosta il bilinguismo è tra Italiano e Franco-Provenzale, il Francese è molto meno usato... Soprattutto in ambito famigliare (più facile sentire, anche in un Bar/Osteria, discorsi in Lingua locale tra la gente del posto... Piuttosto che in "Francois").
Andre viene dai romani, ricordiamo l'imperatore Adriano.
In Corsica. Si è sempre. Parlato in italiano i francesi hanno imposto il francese da un giorno all'altro snaturando l'italianissima Corsica.
In Corsica si è sempre parlato corso, l'italiano era la lingua ufficiale ma parlavano corso. Se ci pensi poi quello che ha fatto la Francia alla Corsica o a altre lingue locali è esattamente lo stesso di quello che ha fatto l'Italia con la Sardegna.
in realtà in corsica si parlava o corso, o genovese, dato che quando la Superba Repubblica Marinara di Genova ha venduto nel 1768 la Corsica alla Francia l'italiano esisteva solo nella poesia, i Corsi parlavano corso, e i regnanti genovesi Xeneize.
@@RickDalBello tutto corretto, solo io sapevo si dicesse zeneize
@@user-tt3nt7yv6z da quello che so l'originale è con la "X" poi non essendo genovese potrei anche sbagliare
@@RickDalBello Genova nella loro lingua è Zena, quindi sono abbastanza sicuro che sia zeneze
Ho vissuto in Valle d"Aosta sono Svizzero parlo Italiano Tedesco e Francese e ti assicuro che in Valle d’Aosta solo gli stambecchi parlano il Francese, poi per quanto riguarda i cognomi il più diffuso è Mammoliti cognome della Calabria
😂😂😂 proprio così!!
Anche tu glottologo?
Ahah vero
@@gigieinaudi24 Amen🙏🏻
@@Anpi-xx6my sia lodato Gigi einaudi.
(CORO) sempre sia lodato
Nessuno parla francese come prima lingua in Valle d'Aosta, semmai si parla molto il franco-provenzale.
🔝👍🏻
Io sono valdostano
De Gaulle voulait annexer le Val d’Aoste en 1945, finalement il ne s’est contenté que de deux communes dans la région de Nice qui restèrent italiennes (avant l’unification) pour leur forêt.
Il fut le premier à officialiser la langue française, si répandue dans le monde. C’est fou de savoir que ce n’est même pas officiellement français 😮😢
Ce serait beau de voir ce territoire méconnu en France rejoindre sa nation naturelle 🇨🇵
Qualcuno mi lincerà. Anche la regione Friuli -Venezia Giulia, è terra di 2 confini( regione a statuto speciale). I friulani carnici, sono sul confine austriaco/sloveno: non so quanti parlano le 3 lingue.
I veneti giuliani, sono sul confine sloveno: solo gli anziani lo parlano o chi è di etnia slovena.
Io sono valdostana❤️❤️❤️
Io ci abito
Vi manca soltanto di dialogare con un corso della Corsica (somiglianza incredibile con la nostra lingua).
Il corso è un dialetto italiano. E l'italiano è stato lingua ufficiale della Corsica fino alla fine del Settecento. Ci sarebbero tutti i motivi per tutelare almeno l'italiano come si fa in val d'Aosta con il francese. Due pesi e due misure.
@@silvanoragozza656 Sì sa come sono i nostri cari cugini con la maglia a strisce bianche e blu.
@@silvanoragozza656 cerchiamo di tutelare anche le nostre minoranze linguistiche, cosa che l'Italia non fa.
@@user-tt3nt7yv6z Solo noi dovremmo farlo? No. Non siamo gli schemi del villaggio (Europeo).
Il francese è una massima minoranza in valle d'aosta. Non è tanto considerato diciamo. Non è come in alto adige che ce una guerra fra le 2 lingue
Per la verità, la Valle d'Aosta è trilingue; a Gressoney la minoranza walser parla un dialetto germanico.
Esatto
Gressoney e Issime.
👍😃
Mi manca la Valle😍perché sono cosi fighi i Valdostani💛?
Viva Italia è vive la france
Un ossimoro
Tanto normalmente non lo parla nessuno in valle
Cosa?
Mon arrière grand mère était du Val…je suis du nord et d’Autriche heureusement que je n’ai pas d’enfants
Art. 6 della Costituzione+ legge 482/91
Si, ma la Val d’Aosta la percepisco come italiana… per cultura e lingua …. L’Alto Adige no. 🤷♂️
Desde España, para mí: 🇮🇹>🇫🇷
"Piuttosto che...", non si può sentire usato in modo improprio
Quante fantastiche palle sulla lingua Francese e il bilinguismo baccano. Tutte fantastiche palle...
In Valle d'Aosta il francese viene insegnato a partire dalla Scuola dell'infanzia, quindi dai tre anni.
La lingua valdostana è il fracoprovenzale che è lingua occitana d'oc che non è né italiana né francese. Lo occitano si parla fino a Bordeu o Bordeaux ed ai Pirenei ove è molto simile al catalano. I savoia sono franco provenzali
È interessante vedere come più si scende e più quello che per altre regioni è una seconda lingua in altre diventa dialetto. Mi spiego meglio: in Val d'Aosta il francese è una seconda lingua che si studia a scuola sin da bambini, in Puglia in francese si inizia a studiare alla scuola media, ma il dialetto barese ha una influenza della lingua francese. Faccio un esempio: in francese dormire si dice "coucher" in dialetto barese si dice "culc", ma nel parlato non si sente la L, e la parola è stata presa dalla lingua francese.
In napoletano cuccà, in italiano coricare. Non so quanto c'entri il francese
In valle d'Aosta. tutti gli atti venivano
I francesi non avrebbero mai permesso il bilinguismo a casa loro. Non vedo perché non dovremmo ripagarli con la stessa moneta.
Neanche in Italia è permesso tranquillo. Il francese è insegnato perché la Francia lo tutela. Il nostro stato è nazionalista e pezzente, forte con i deboli e debole con i veri forti.
Intervista molto interessante, soprattutto la parte in cui racconta la volontà di preservare il più possibile dialetto e tradizioni. Però se posso aggiungere un fattore negativo sul piano lavorativo in Valle D’Aosta è proprio il freno della lingua e della “freddezza” della gente del posto.
Non voglio assolutamente denigrare una regione in cui vivo da 15 anni, però ricordo che quando mi ci sono trasferita con la mia famiglia quando avevo 12 anni (ora ne ho 27) ho fatto una FATICA immane a integrarmi. Venivo dal Piemonte in cui sono sempre stata abituata ad essere socievole con chiunque, aperta, le amicizie si facevano subito. In Vda ho subito notato distacco e freddezza verso “forestieri”.
Crescendo le cose sono migliorate molto per fortuna, però amicizie e relazioni le ho attualmente con persone non valdostane perché hanno proprio la tendenza a chiudersi in gruppo e a non far integrare lo “straniero”.
Questo è un punto fortemente a svantaggio per la Vda. Non è solo la lingua (che a parer mio si può imparare) ma è anche l’ambiente in sè che non favorisce l’accoglienza. E non mi riferisco al turismo.
Il mio commento non vuole essere provocatorio, ma su questo punto appena descritto la Valle deve lavorarci tanto su. Poi impari a conviverci con questa situazione, ma per chi è appena arrivato in questa regione e si vede escluso perché non capisce la lingua e le persone attorno a lui parlano in dialetto, non è proprio il massimo della vita.
Questo è un problema, nel XXI secolo (ormai) dovremmo sentirci tutti ITALIANI. Al di là delle differenti zone, o origini, di provenienza.
Non dovrebbero esistere, ancora, questi ODIOSI campanilismi OTTOCENTESCHI!
@@Anpi-xx6my riferito al mio commento?
Siamo montanari, non siamo come te :) Quando lo capirete? ;))
Quindi è una regione tri-lingue.
Paris a interdit aux gosses de parler autre chose que le Français. Tout les dialectes…patois du nord, germanique en Alsace, Flamand, Basque, et probablement l’Italien en pays Niçois…cela était le cas jusqu’en 1945 pour préserver l’unité nationale. En ce qui concerne les Corses c’est tout autre …ils m’auraient presque tuez lorsque j’ai dit qu’il parlaient un dialecte italien 😅
noi a differenza dei nostri cugini transalpini tuteliamo le minoranze linguistiche. I francesi è dal medioevo che tentano di sterminare tutte minoranze linguistiche del paese, prima con la scusa della cosidetta "eresia catara" hanno distrutto e cancellato quasi completamente una delle lingua più importanti dell'Europa medievale, la lénga d'òc, e poi hanno fatto lo stesso progressivamente con il catalano, l'aragonese, i dialetti Lionesi, e savoiardi (dialetti simili al piemontese), e con il dialetto nizzardo (strettamente legato al dialetto ligure), adesso stanno cercando di fare lo stesso con bretone e corso, che sono le ultime 2 corpose minoranze linguistiche ancora presenti nella Francia metropolitana.
Balle, l'Italia di fatto tutela solo due minoranze: sloveno, francese e tedesco. Casualmente quelle con uno stato.
@@user-tt3nt7yv6z E da italiano, questo, è una cosa che NON perdono ai politici di allora!
Speriamo che qualcun'altro, un domani, cancelli questa VERGOGNA NAZIONALE!!
@@user-tt3nt7yv6z Peraltro, a che serve il francese in Vd'A se non fu MAI neppure parlata abitualmente dai suoi abitanti tra le mura domestiche. Parlavano Patois, ed OGGI idem... Accompagnato con l'italiano. Il francese è solo materia scolastica, ed i giovani non lo studiano neppure volentieri (dato che, comunque, basta e avanza l'inglese ormai come LINGUA INTERNAZIONALE).
@@Anpi-xx6my te l'ho spiegato, siamo nazionalisti ma pezzenti pertanto la minoranza francese la tuteliamo, per quanto quattro gatti, perche ha uno stato. gli arpitani non hanno uno stato e quindi non tutelano la loro lingua
@@user-tt3nt7yv6z ma cosa stai dicendo, da noi i dialetti sono ancora stra-diffusi ed anzi li senti anche in TV, per radio ed ovunque. In Francia sono tabù.
Volevo dire che il paesino Alice Superiore da dove veniva la mia famiglia è diventato piemontese. Il sangue è rimasto valdostano
Il Canavese (cioè il circondario di Ivrea, dove resta Alice Superiore) è stato parte della allora provincia di Aosta solo dal 1927 al 1945. Dopodiché è tornato a far parte del Piemonte, esattamente come era prima. Un po' poco per parlare di 'sangue valdostano', non credi?
Libertà e democrazia, dove sono ? Ogni popolo deve essere assolutamente libero Non devono esistere stati che si arrogano il diritto di comandare popoli con altre culture! Non si può comandare in casa d’altri!!!
Il nostro bilinguismo è solo di facciata 😮 il francese non lo si parla mai
Il dialetto Franco provenzale era la lingua parlata del popolo valdostano (gente pov
La gente contadina e semplice comunicava col patois mentre la gente colta parlava e scriveva in Francese ( I documenti venivano redatti in Francese ). Il francoproven zale veniva parlato in valle d'Aosta,in Savoia e nel Vallese... dove avvenivano scambi commerciali di materie.....ora il patois viene parlato quasi solamente in Valle d'Aosta da valdostani nel periodo fascista vennero modificati tutta la Roma ad tu i
Terza lingua il calabrese 😜
Bilinguismo de che??io vedo solo uno stato straniero avanzare sul nostro territorio, perché non mettere il divieto assoluto di parlare francese così come hanno fatto loro con la Corsica??in Corsica c'è il divieto di parlare italiano quindi stessa modalità in Valle d'Aosta
Non vedo qual'e il problema per noi Valdostani essere bilingue
Voglio sentire un po' di fess...di cose.
Eccallà "avete delle influenze francesi"
eh... è dura far capire che "Francia" e "francofonia" sono due cose diverse
@@kinjushtem4
Sì amico mio: premesso che ancora nel settecento nessuno osava dire che la valle d’Aosta fosse in italia, ma lingua diciamo di cancelleria e scritta della valle è sempre stata il francese sin dal medioevo ma la effettiva lingua nazionale lì è l’arpitano che in italia conosciamo meglio come francoprovenzale.
Esattamente come in Savoia o in Svizzera romanda.
Un po’ il discorso della Corsica oggi: parlano dialetti toscani, hanno sempre avuto l’italiano come lingua curiale e veicolare ma si trovano a parlare francese per accidente.
@@gigieinaudi24 In che senso nel XVIII secolo nessuno osava dire che la VdA fosse in Italia? Allora l'Italia nemmeno esisteva. O ho capito male?
@@kinjushtem4 nessuno pensava che potesse mai essere aggregata alle terre di nazionalità italoromanza okay?
Ma nemmeno la val di Susa o quelle Francoprovenzali o quelle occitane delle Alpi marittime.
@@gigieinaudi24 Sì, in effetti gli Stati di Savoia erano un esempio di Stato intramontano. Trovo che sia una fotografia del fatto che, a quell'epoca, la montagna univa, mentre oggi divide, probabilmente anche a causa dei modelli economici che hanno evoluto.
Senza ascoltare una frase in francese.....
Criticate tanto la Francia, per essere repressiva con le lingue locali, ma in realtà anche l'Italia fa la stessa cosa (un po'meno rispetto alla Francia, ma lo fa)
A me sembra che la Francia non ha abbia nessuna regione a statuto speciale
@@IlGab02 Meglio. Si ruba meno. Io sono siciliano e ti dico che lo statuto speciale è o è stato una miniera di soldi, sovvenzioni, sprechi per villani democristiani e mafiosi.
@@giuseppeandreadepaoli5195 Chiedete che Ve lo tolgano, oppure raccogliete le Firme per il Referendum abrogativo.