La metafisica concreta di Massimo Cacciari

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  • เผยแพร่เมื่อ 7 ก.พ. 2024
  • Una Cripta dell’Aula Magna gremita di professori e studenti ha accolto mercoledì 7 febbraio Massimo Cacciari, invitato dal dipartimento di Filosofia dell’Ateneo per parlare del suo libro Metafisica concreta. L’emerito di Estetica dell’Università Vita e Salute San Raffaele è stato introdotto dal rettore Franco AnelIi che ha ricordato come «la ricerca di senso nella vita renda la metafisica una necessità, a partire dalle parole di Padre Gemelli “agire soprannaturalmente nel cuore della realtà”».
    Dopo i saluti del preside della Facoltà di Lettere e filosofia Andrea Canova, Giuseppe D’Anna, direttore del dipartimento di Filosofia, ha avviato il dibattito spiegando che «il libro deriva da trent’anni anni di lavoro concettuale» e ha posto la domanda che ha fatto da fil rouge a tutto l’incontro: di fronte alla potenza della scienza e della tecnica qual è il destino della metafisica? È possibile un dialogo? «Questo dialogo non solo è possibile, ma necessario: l’ineludibilità della domanda metafisica, infatti, si impone già all’interno dell’esperienza e delle scienze, nel momento in cui “le cose” non si lasciano esaurire nella loro completa osservabilità e misurabilità. La tensionalità/relazionalità del finito verso l’infinito emerge allora come ulteriorità dell’essente stesso che non si lascia consumare in un rigido determinismo».
    Per Massimo Marassi, professore di Filosofia teoretica «Cacciari cerca una mediazione sia tra chi sostiene l’incompatibilità tra scienza e filosofia, sia nel rapporto tra la scienza e la filosofia quando quest’ultima si limita a riflettere solo a posteriori sull’operato della scienza».
    A fronte di una crisi delle scienze europee e del venir meno della domanda di senso che le guida, Massimo Cacciari ha tenuto la sua lectio interagendo anche con il pubblico. Riproponiamo alcuni dei contenuti in questa video intervista rilasciata a Cattolicanews.

ความคิดเห็น • 15

  • @alessioalberti1670
    @alessioalberti1670 4 หลายเดือนก่อน +2

    Cacciari sempre interessantissimo da ascoltare.

  • @giuliocaprini-be2pj
    @giuliocaprini-be2pj 2 หลายเดือนก่อน +1

    Grande, valido buonsenso

  • @francescodigemma3263
    @francescodigemma3263 หลายเดือนก่อน +1

    Grandissimo

  • @francescodigemma3263
    @francescodigemma3263 หลายเดือนก่อน

    L’onesta serietà intellettuale

  • @logosfabula
    @logosfabula 3 หลายเดือนก่อน +1

    In realtà, 50 anni fa abbiamo la prima realizzazione di una macchina di Turing. c'è una differenza qualitativa tra un automa a stati finiti (a cui sembra fare riferimento), con la sua classe di linguaggio formale, e una macchina di Turing con la sua classe di linguaggio formale, i quali, entrambi, non sono che una specializzazione, un'istanza con maggiori vincoli del linguaggio naturale, quello che invece crea l'illusione che una macchina abbia coscienza (almeno oggi). Quando si usa un modello recente, un LLM come ChatGPT, interagendo in linguaggio naturale, la struttura che soggiace al suo funzionamento è sempre e comunque una macchina di Turing. Se l'espressione "stato finito" viene invece usata per indicare una configurazione non ambigua precedente o successiva ad un'altra nel flusso dei dati, allora, ancora una volta, tutte le macchine sono così - fatta, forse, eccezione per la computazione quantistica - dato che possiamo leggere in qualunque momento lo stato di un microprocessore, di uno smartphone o di un datacenter che sia, che stia colloquiando, cioè elaborando un prompt, o stia apprendendo, cioè durante il training del modello. La vera differenza rispetto alle macchine di 50 anni fa è che ogni stato non è spiegabile, ma l'elaborazione è talmente complessa, cioè è talmente codificata secondo parametri dinamici, che risulterebbe come cercare di capire la risposta di un interlocutore attraverso l'osservazione della sua corteccia cerebrale ad occhio nudo, invece di ascoltare la sua risposta. La complessità si porta dietro i fenomeni emergenti. Intravvedo delle suggestioni in questa breve intervista, nonostante ci sia un grandissimo bisogno di una critica efficace alla metafora dell'uomo come macchina, e qui sono d'accordo in pieno, altrimenti la libertà è già bella che bandita. Spero di riuscire a leggere il libro.

  • @animadverte
    @animadverte 3 หลายเดือนก่อน +2

    La fuffa. Qualcuno potrebbe credere che la filosofia oggi sia questo.

  • @ilmelangolo
    @ilmelangolo 4 หลายเดือนก่อน +1

    Ma cosa c'entra la Cristianità con la Scienza?
    Non è pure quella "rivelazione"?

  • @carmeloguarini9597
    @carmeloguarini9597 2 หลายเดือนก่อน

    La macchina ha una sola dimensione: le manca il corpo e lo spirito. L'essere umano è a tre dimensioni: corpo - psiche e spirito. Filosofi guardate e pensate! Wittgenstein mi scusi se l'ho corretto!

  • @carmeloguarini9597
    @carmeloguarini9597 2 หลายเดือนก่อน

    La macchina può essere soltanto sarx, non può aspirare ad essere soma pneumaticòn!

  • @davidechersini9965
    @davidechersini9965 4 หลายเดือนก่อน +2

    Diseducativo.

    • @ilmelangolo
      @ilmelangolo 4 หลายเดือนก่อน +1

      aahahhahahahhahah
      ascoltati La Zanzara e Myrta Merdino allora!

    • @carloalbertocegan56
      @carloalbertocegan56 หลายเดือนก่อน

      Rimane sempre una interrogazione con uno sfondo nichilista. Ma le domande sottese interrogano la distanza fra mondanità e senso religioso

  • @ottaviozambardi5803
    @ottaviozambardi5803 4 หลายเดือนก่อน

    Ma il filosofo ha ancora senso? Boh

    • @Ovunque_poesia
      @Ovunque_poesia 15 วันที่ผ่านมา

      È la domanda di un vero filosofo 😂