Sono un veronese , anch'io appassionato di storia .Anni fa, all'interno dell'azienda per cui lavoro, ho conosciuto un collega che aveva due zii nel Verona , sono entrambi morti in combattimento alla stazione .
Conoscevo il "Verona" dal celeberrimo libro "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern. Ora vedrò di procurarmi questa preziosa monografia. Grazie per la paziente opera di ricerca.
Grazie Domus,ancora un'ottima live.Il Signor Brussani meriterebbe essere invitato negli istituti scolastici,per far conoscere ai ragazzi la nostra Storia,anche ai figli degli immigrati,per comprendere anche il passato più recente.Ma come sempre,in questa nazione la nostra storia non vuole essere ricordata né riconosciuta.Grazie Domus,grazie dott.Brussani.
Complimenti veramente per il lavoro di ricerca. e per la esposizione. Dalla presentazione, e sicuramente molto di più nel libro, emergono tratti sottotaciuti. per non dire omessi. del comportamento dei militari italiani (in questo caso veronesi) ed il significativo rapporto con le popolazioni locali dove essi furono dislocati. Un lavoro storico fondamentale per recuperare una memoria veritiera.
La ricerca di un ragazzo partito da San Zeno di Montagna e disperso in Russia, ha portato alla luce una serie di eventi molto più articolati e confluiti in un libro Bravo Ermanno!
Sono veronese della zona Bassa Val d'Adige ed ho comprato il libro del btg. " Ci mi " 6 mesi fa e la settimana scorsa un'amica me ne ha regalata un'altra copia, così ora ne ho 2 di libri. Ho letto avidamente il libro, poiché mio zio Rino cl. 1920, alpino conducente del Verona fu uno dei pochi che dal Don arrivò a Nikolajewka e che riuscì ad arrivare a baita però non raccontava della Russia, soltanto che morivano come mosche, gli urrà dei russi all'assalto e le immense distese di girasoli a perdita d'occhio dell'Ucraina. Egli raccontava un po' di più la guerra d'Albania. Lo zio fu, per 3 anni dopo la guerra, sotto osservazione psicologica. Il dolore delle madri dei dispersi rimase a vita. Ringrazio molto Ermanno per la preziosa opera che ha fatto.
Grande Bruss! Numero 1, libro consigliatissimo, analizza con una profondità ed un’accuratezza (testimoniate dalla sterminata bibliografia finale) che davvero hanno poco da invidiare ad una ricerca storica “professionale”, non mancando però di offrirci contestualmente il punto di vista dell’autore il quale illumina e umanizza le vicende commoventi -nel vero senso del termine- di questi soldati che diedero la propria vita alla Patria con un coraggio ed una volontà che io fatico persino a comprendere
Sentir raccontare verità storiche nascoste, dove gli Italiani non sono i soliti cacasotto ma gente tosta comandata da ufficiali all’altezza mi rafforza nella convinzione che il nostro popolo e’ migliore di quanto ci raccontano.
I gerarchi (e i politici) non comandavano la truppa, ne dirigevano le operazioni militari. Questo era il falso alibi di uno SM che in meno di un secolo è riuscito a mettere assieme Adua, Custoza 1 e 2, Lisa, Caporetto e l'8 settembre. La verità è che il Regio Esercito era strutturalmente incapace di pianificare in maniera decente. La Domus ha fatto 2 conferenze apposta sulla Italian Way of War per spiegarlo
@ beh direi che i gerarchi durante la controffensiva russa al fronte non c’erano proprio e l’aspetto strategico era decisa dall’OKW che trasmetteva le direttive a Messe e Gariboldi il problema in generale è stata la sottovalutazione del potenziale russo e della sua capacità industriale. I Russi forse non lo sa con i quadri ufficiali tedeschi svolgevano almeno fino al 1937 war game congiunti.
Come si dice, quando l'acqua arriva al naso fai ogni tentativo per salvarti. Un individuo va oltre ogni sforzo umanamente comprensibile per salvarsi. Anche i cacasotto e gli imboscati, che in ogni esercito ci sono, si trasformano in eroi. Raccontava Rigoni Stern che a Nikolajewka ci furono soldati del genio, delle cucine e delle retrovie che si gettavano giù dalla scarpata verso la città. Sempre Rigoni raccontò che esistevano 2 scelte, o restare dietro le colonne aspettando che quelli davanti rompessero le sacche o scegliere la via delle pallottole davanti. Egli scelse la 2^ via e venne a casa; molti che scelsero la più facile del lasciare che vadano avanti gli altri che io aspetto, non tornarono. Bravi sono stati gli ufficiali e sottufficiali che hanno messo in chiaro che la ritirata o ripiegamento come loro lo chiamarono, andava fatta con le armi se si voleva rompere la sacca; poiché per molti alpini, le armi le avrebbero lasciate lungo la pista. E' pur vero che tanti lo hanno fatto andando ad ingrossare le fila degli sbandati, ma chi aveva buon senso non lo ha fatto e sono stati loro che hanno rotto la sacca. Grazie alpini ! Gloria eterna a voi !
@@ermannobrussani8055 ho il tuo libro e l'ho letto con molto molto interesse. Quando sono arrivato nel momento dell'attacco a Postojali mi sono venuti i brividi e l'ho letto tutto d'un fiato, perché dal foglio matricolare sapevo che era caduto lì. L'ho poi raccontato a mia mamma il giorno dopo ed è rimasta senza parole. Lo aveva sempre e solo sentito nominare ma senza conoscerne la storia. Suo papà invece (mio nonno) era nel Vicenza, ed è tornato a casa, a corrubio di Grezzana. Lo avevano contattato negli anni 90 per avere una testimonianza per un libro (oggi supponiamo che si trattasse del cimí) ma stava per partire per le vacanze estive. Poco tempo dopo cominciò a star male e fu persa l'occasione di sentire i suoi racconti. (Racconti di cui a quanto so, non ha mai parlato. Non ha mai voluto parlare di ciò che ha visto) Grazie mille per il tuo lavoro!!!
@@Beppe2024 il suo messaggio è molto importante per me. La spinta a scrivere il libro era arrivata pensando ai famigliari dei caduti e dei dispersi, famigliari rimasti per decenni senza alcun tipo di informazione riguardante gli ultimi giorni di vita dei propri cari. Mi conforta, nel senso più profondo del termine, sapere che per voi sia stato in qualche modo di aiuto.
Come zona di reclutamento del Garda menziona solo i paesi di Garda Bardolino e Lazise, quelli più a nord come Torri, Castelletto, Brenzone e Malcesine facevano parte della zone di reclutamento trentina?
Leggetevi "tutti vivi all' assalto" in questo libro troverete una delle migliori testimonianze sia della battaglia di nikolaievka ma una miniera di racconti dell' epopea dei nostri in Russia.. merita la lettura.
Se avessimo adesso questo atteggiamento alla nazione, potremmo disarcionare i colletti bianchi ,manager da strapazzo,gira rotella della linea di produzione, 10 mila € al mese ...
Si...certo...come no. Ringraziamo ancora Mussolini che ha mandato in Russia questi baldi giovani a crepare. Preferisco che i giovani divengano manager da strapazzo.
@@ichnusanonesteitalia6890per combattere bene bisogna pensare bene. Altrimenti si finisce col fare commenti idioti esprimendosi come un cerebroleso, come te insomma.
Sono un veronese , anch'io appassionato di storia .Anni fa, all'interno dell'azienda per cui lavoro, ho conosciuto un collega che aveva due zii nel Verona , sono entrambi morti in combattimento alla stazione .
La ringrazio per la testimonianza
Conoscevo il "Verona" dal celeberrimo libro "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern.
Ora vedrò di procurarmi questa preziosa monografia.
Grazie per la paziente opera di ricerca.
Grazie Domus,ancora un'ottima live.Il Signor Brussani meriterebbe essere invitato negli istituti scolastici,per far conoscere ai ragazzi la nostra Storia,anche ai figli degli immigrati,per comprendere anche il passato più recente.Ma come sempre,in questa nazione la nostra storia non vuole essere ricordata né riconosciuta.Grazie Domus,grazie dott.Brussani.
buongiorno Andrea, la ringrazio
Dottor Brussani sinonimo di qualità, complimenti!
Grazie Ermanno per questo Lavoro,grazie Andrea e Marco per la collaborazione oltremodo proficua! LUK
Seguo da tempo il dott. Brussani nella sua passione per la storia. La sua competenza è per me oggetto di piacevole stupore.
Complimenti veramente per il lavoro di ricerca. e per la esposizione. Dalla presentazione, e sicuramente molto di più nel libro, emergono tratti sottotaciuti. per non dire omessi. del comportamento dei militari italiani (in questo caso veronesi) ed il significativo rapporto con le popolazioni locali dove essi furono dislocati. Un lavoro storico fondamentale per recuperare una memoria veritiera.
La ricerca di un ragazzo partito da San Zeno di Montagna e disperso in Russia, ha portato alla luce una serie di eventi molto più articolati e confluiti in un libro Bravo Ermanno!
L'opera di ricerca e divulgazione che compie il dott. Brussani, evidentemente con grande passione, è molto importante per non dimenticare il passato.
Una vera lectio magistralis di Ermanno Brussani sul battaglione Verona, complimenti all'autore e alla Domus Orobica per la registrazione
Sono veronese della zona Bassa Val d'Adige ed ho comprato il libro del btg. " Ci mi " 6 mesi fa e la settimana scorsa un'amica me ne ha regalata un'altra copia, così ora ne ho 2 di libri. Ho letto avidamente il libro, poiché mio zio Rino cl. 1920, alpino conducente del Verona fu uno dei pochi che dal Don arrivò a Nikolajewka e che riuscì ad arrivare a baita però non raccontava della Russia, soltanto che morivano come mosche, gli urrà dei russi all'assalto e le immense distese di girasoli a perdita d'occhio dell'Ucraina. Egli raccontava un po' di più la guerra d'Albania. Lo zio fu, per 3 anni dopo la guerra, sotto osservazione psicologica. Il dolore delle madri dei dispersi rimase a vita. Ringrazio molto Ermanno per la preziosa opera che ha fatto.
Buonasera, sono io che ringrazio lei per il bellissimo messaggio, grazie di cuore.
Grazie Ermanno per le tue ricerche e i tuoi racconti, davvero bravo complimenti
Grazie per il video! Sempre contenuti di alta qualità!
Complimenti dott. Brussani, grande intervento
Grande Bruss! Numero 1, libro consigliatissimo, analizza con una profondità ed un’accuratezza (testimoniate dalla sterminata bibliografia finale) che davvero hanno poco da invidiare ad una ricerca storica “professionale”, non mancando però di offrirci contestualmente il punto di vista dell’autore il quale illumina e umanizza le vicende commoventi -nel vero senso del termine- di questi soldati che diedero la propria vita alla Patria con un coraggio ed una volontà che io fatico persino a comprendere
Sono veronese e gardesano.... Grazie per questa serata!
Sentir raccontare verità storiche nascoste, dove gli Italiani non sono i soliti cacasotto ma gente tosta comandata da ufficiali all’altezza mi rafforza nella convinzione che il nostro popolo e’ migliore di quanto ci raccontano.
Decisamente
Ancora😂😂😂ma siete tosti é? Il problema non sono mai stati né la truppa né gli ufficiali..ma i gerarchi che li comandavano
I gerarchi (e i politici) non comandavano la truppa, ne dirigevano le operazioni militari. Questo era il falso alibi di uno SM che in meno di un secolo è riuscito a mettere assieme Adua, Custoza 1 e 2, Lisa, Caporetto e l'8 settembre. La verità è che il Regio Esercito era strutturalmente incapace di pianificare in maniera decente. La Domus ha fatto 2 conferenze apposta sulla Italian Way of War per spiegarlo
@ beh direi che i gerarchi durante la controffensiva russa al fronte non c’erano proprio e l’aspetto strategico era decisa dall’OKW che trasmetteva le direttive a Messe e Gariboldi il problema in generale è stata la sottovalutazione del potenziale russo e della sua capacità industriale. I Russi forse non lo sa con i quadri ufficiali tedeschi svolgevano almeno fino al 1937 war game congiunti.
Come si dice, quando l'acqua arriva al naso fai ogni tentativo per salvarti. Un individuo va oltre ogni sforzo umanamente comprensibile per salvarsi. Anche i cacasotto e gli imboscati, che in ogni esercito ci sono, si trasformano in eroi. Raccontava Rigoni Stern che a Nikolajewka ci furono soldati del genio, delle cucine e delle retrovie che si gettavano giù dalla scarpata verso la città. Sempre Rigoni raccontò che esistevano 2 scelte, o restare dietro le colonne aspettando che quelli davanti rompessero le sacche o scegliere la via delle pallottole davanti. Egli scelse la 2^ via e venne a casa; molti che scelsero la più facile del lasciare che vadano avanti gli altri che io aspetto, non tornarono. Bravi sono stati gli ufficiali e sottufficiali che hanno messo in chiaro che la ritirata o ripiegamento come loro lo chiamarono, andava fatta con le armi se si voleva rompere la sacca; poiché per molti alpini, le armi le avrebbero lasciate lungo la pista. E' pur vero che tanti lo hanno fatto andando ad ingrossare le fila degli sbandati, ma chi aveva buon senso non lo ha fatto e sono stati loro che hanno rotto la sacca. Grazie alpini ! Gloria eterna a voi !
Bellissima conferenza vista dal vivo!
Complimenti per lo splendido e interessante approfondimento Ermanno
Come abbiamo fatto gli alpini in quelle condizioni a saltare fuori resta un mistero.
Molto interessante e ben spiegato, complimenti.
bravissimo....commovente ricostruzione....
Grazie Bruss per la tua ricerca 👏
Grazie Bruss per tutto quello che hai fatto
Grande ermanno🎉
Grazie Sig. Brussani. Veramente interessante.
Bravissimi!
Grazie come sempre.
Bellissima testimonianza. Grazie
Complimenti per il suo lavoro , anche io ho cercato un fratello di mia nonna e alla fine ho saputo che fine aveva fatto
Bravissimo
Complimenti.
Quando sento parlare di Alpini in russia, mi sovviene la frase:" Sergente! Tornim a Baite!"
Grazie del video
Grande Brus! 👍
Canale preferito e con questa meravigliosa lezione si conferma, grande prof
complimenti .
Grande Brus!
Grazie.
@@michelecremonini4557 grazie a te 😉
Veramente interessante, complimenti!
Mio prozio, (zio di mia mamma) era nella 56a del Verona. Caduto nell'assalto a Postojali.
Si chiamava Luigi Bertagnoli
Grazie infinite per il ricordo.❤
@@ermannobrussani8055 ho il tuo libro e l'ho letto con molto molto interesse. Quando sono arrivato nel momento dell'attacco a Postojali mi sono venuti i brividi e l'ho letto tutto d'un fiato, perché dal foglio matricolare sapevo che era caduto lì.
L'ho poi raccontato a mia mamma il giorno dopo ed è rimasta senza parole. Lo aveva sempre e solo sentito nominare ma senza conoscerne la storia.
Suo papà invece (mio nonno) era nel Vicenza, ed è tornato a casa, a corrubio di Grezzana. Lo avevano contattato negli anni 90 per avere una testimonianza per un libro (oggi supponiamo che si trattasse del cimí) ma stava per partire per le vacanze estive. Poco tempo dopo cominciò a star male e fu persa l'occasione di sentire i suoi racconti. (Racconti di cui a quanto so, non ha mai parlato. Non ha mai voluto parlare di ciò che ha visto)
Grazie mille per il tuo lavoro!!!
@@Beppe2024 il suo messaggio è molto importante per me. La spinta a scrivere il libro era arrivata pensando ai famigliari dei caduti e dei dispersi, famigliari rimasti per decenni senza alcun tipo di informazione riguardante gli ultimi giorni di vita dei propri cari. Mi conforta, nel senso più profondo del termine, sapere che per voi sia stato in qualche modo di aiuto.
AVANTI VERONA!!!
Italiani eroici come sempre, finalmente vi spostate maggiormente sulla seconda guerra mondiale. Davvero interessante.
Come zona di reclutamento del Garda menziona solo i paesi di Garda Bardolino e Lazise, quelli più a nord come Torri, Castelletto, Brenzone e Malcesine facevano parte della zone di reclutamento trentina?
salve, certamente, fino a Brentino Belluno.
Molto interessante
Sto leggendo molto su questa campagna italiana, se avete dei libri da consigliare vi ringrazio.
la bibliografia è sterminata
Leggetevi "tutti vivi all' assalto" in questo libro troverete una delle migliori testimonianze sia della battaglia di nikolaievka ma una miniera di racconti dell' epopea dei nostri in Russia.. merita la lettura.
Se avessimo adesso questo atteggiamento alla nazione, potremmo disarcionare i colletti bianchi ,manager da strapazzo,gira rotella della linea di produzione, 10 mila € al mese ...
Condivido.
Si...certo...come no. Ringraziamo ancora Mussolini che ha mandato in Russia questi baldi giovani a crepare.
Preferisco che i giovani divengano manager da strapazzo.
Ci mi? Si dice così?
Ci ? Mi ?
Ci!?mi!?
Bravo
Mio padre della Aqui ,sopravvissuto , fanteria alpina ,
👏👏👏
💔
Ti amo... Viva il Verona.. Viva tutti i nostri eroi.. (morte ai partigiani)
Un figlio di Roma
👍
Il 56 esimo non respinse i russi per un miracolo, ma con il valore alpino.
cioè con un quasi miracolo, e lo dice un alpino..
👍👍
Lho aggiunto
Altro che i nostri manager aziendali
ma che problemi ha lei coi manager aziendali?
l,unica battaglia che i taglioti sapevano vincere era quella della gara chi mangiava piu polenta
Impara a scrivere in Italiano prima di commentare
@@stefanogardenghi1306 non dirmi che volevi conquistare la grande russia scrivendo bene invece di combattere da vero uomo
Che coglione...
@@ichnusanonesteitalia6890per combattere bene bisogna pensare bene. Altrimenti si finisce col fare commenti idioti esprimendosi come un cerebroleso, come te insomma.
@ichnusanonesteitalia6890 Ma che cazzo ne sai 🤣🤣🤣🤣🤣
Grazie.