Farmaci equivalenti: un italiano su tre non li sceglie e i costi salgono di oltre un miliardo

Quasi un cittadino su tre nutre ancora dubbi sul fatto che i farmaci equivalenti abbiano la stessa efficacia di quelli cosiddetti “di marca” e uno su cinque dichiara che il medico indica sul ricettario solo quest’ultima tipologia. Il 47% dei cittadini sarebbe predisposto ad acquistare l’equivalente, mentre resiste un 19% che prediligerebbe comunque il brand.
Sono alcuni dei dati che emergono dalla indagine esclusiva realizzata da SWG su un campione di 2500 cittadini e presentata presso il Ministero della Salute, nel corso dell’evento “Farmaci equivalenti: conoscere per scegliere” promosso da Cittadinanzattiva, nell’ambito della campagna Ioequivalgo, con il contributo non condizionato di Egualia. Ne parla in questa intervista Valeria Fava, responsabile del coordinamento delle politiche della salute di Cittadinanzattiva.
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[@fededom.7676]

Salve, sono una cittadina del Sud siciliana per la precisione, credo che questi tavoli di comunicazione da parte delle categorie del settore siano molto importanti però vorrei puntualizzare un fatto e cioè che non sempre si può attribuire ai pazienti stessi la non scelta degli equivalenti o la loro diffidenza verso quest'ultimi. Parlo per esperienza personale tempo fa mi trovai nello studio del mio medico generico parlando proprio di questo tema e fu purtroppo lei stessa a sconsigliarmi dal fare quella scelta se non i casi di carenza del branded perché mi portò dei dati in cui quelli equivalenti da sue esperienze, non avevano gli stessi dosaggi esatti garantiti. Quindi a fronte di ciò prima di tutto bisognerebbe rassicurare i medici. Era solo la mia piccola esperienza....