Un contributo da ingegnere: Il rapporto inversamente proporzionale fra produttività e dimensione dell'azienda trova a mio avviso un senso logico anche nel tipo di mansioni a cui vengono assegnati i dipendenti. Più l'azienda è piccola, più i dipendenti sono portati a svolgere un ampio raggio di mansioni non eccellendo in nessuna delle aree. Al crescere della dimensione aziendale, i datori di lavoro hanno più risorse da allocare all'assunzione di figure sempre più specializzate nelle singoli aree, aumentandone l'efficienza. Fino ad arrivare alla grande multinazionale in cui il singolo dipendente svolge un lavoro iperspecializzato, in cui eccelle sia per formazione che per esperienza continua nella medesima posizione. Se ho scritto cazzate chiedo venia.
È praticamente il meccanismo che ha permesso di creare la civiltà in generale. Più siamo per collaborare più ognuno si può specializzare a fare specifici lavori, diventando più utile e competente
Volevo commentare per segnalare ai miei (pochi) iscritti questo video e congratularmi con gli autori. Molto chiaro sul problema PMI, progresso e innovazione in Italia.
Sbaglio o manca però un incentivo esplicito per coloro i quali dovrebbero cedere le proprie rendite di posizione? Detto in altri termini, chi glielo fa fare ai figli di quel signore ottantenne di andare a fare altro piuttosto che gestire i bagni? Magari una cultura improntanta alla realizzazione personale (che mi sembra non sia imperante)? Dal punto di vista micro economico, cosa si potrebbe fare per creare tali incentivi? Grazie per il video molto interessante e per l'eventuale risposta.
Video al solito molto interessante... una richiesta: la diagnosi è chiarissima, ma la soluzione in cosa consisterebbe, concretamente? Come cambiare una simile situazione quando anche solo introdurre un po' di concorrenza in un singolo settore (es. i taxi) è risultato impossibile? Qui si tratterebbe di rivoltare come calzino gran parte del Paese, intento nobile ma fattibile? E che fine farebbero tutte le persone che oggi hanno quelle micro-attività? Cosa farebbero in alternativa? Grazie!!!
I vostri discorsi sono lampanti per la maggior parte di coloro che hanno almeno in parte 'visto il mondo', e talmente insidiosi ed invisi da non essere neppure presi in considerazioni per altro che farne oggetto di insulti belluini dalla maggior parte di quanti sono rimasti rintanati nei ventri delle rispettive madri. La protesta emotivamente toccante di Manfredi, che parla di 'spreco' di talento, e dunque di 'vite', e' esemplare, e ne sono partecipe. Continuate cosi'!
salve professore, posso essere d'accordo con lei sul fatto che le micro imprese sono negative per il mercato ma detto questo le chiedo: come può la micro impresa evolversi ed abbandonare quel micro che poi è anche un microcosmo spaziale (la micro impresa opera in un microcosmo in quanto non ha strutture e strumenti per ampliare i propri scenari) quando in Italia lo Stato non ne tutela alcuni diritti fondamentali come ad esempio quello della certezza della riscossione del compenso pattuito? personalmente sto cercando di espandere la mia impresa ma i clienti possono permettersi di non saldare i conti in quanto gli strumenti che un'impresa ha a disposizione per far valere i propri diritti sono così lenti nell'operare che quando si perviene al riconoscimento del diritto il danno subito è stato immenso e spesso non completamente valutabile
una domanda, prof. Ma nel conto delle microimprese rientrano anche le tante finte partite iva funzionali a superare le barriere contrattuali del mondo del lavoro?
ragazzi, il problema non è in se la microimpresa. Ma la difficoltà che ha una microimpresa nel crescere in Italia. Per logica eh, diventi grande impresa passando da una piccola impresa (salvo considerevoli eccezioni, ovviamente)
Quanto è vero sto video! La P.A. in questo senso è vittima... per vari e complessi motivi che però diventano più chiari alla luce di questo vostro breve video. Posizioni di rendita. Dentro e fuori, di sopra e di sotto... siamo circondati. 😓
È impressionante quanto il problema appena narrato non venga affrontato dai media o dalla politica. Non c'è partito politico grande o piccolo che sia che supporti queste idee. Siamo pieni di movimenti politici da Potere al Popolo fino a 5 stelle e Lega che continuano a sostenere l'inefficienza delle micro imprese. Voglio che questo video diventi virale!
Collegato al discorso che fate sui figli che fanno lo stesso lavoro dei genitori, un paio di anni fa è stata pubblicata queste breve ricerca di Facebook, analizzando però solo persone english-speaking: research.fb.com/do-jobs-run-in-families/ Sarebbe interessante fare la stessa ricerca in Italia e vedere come cambiano le percentuali.
Quindi se c'è un monopolio/oligopolio è meglio che se c'è la libera concorrenza? (così per flamare) Il problema è sempre lo stesso, è meglio una monocoltura che è iperproduttiva, che se si prende una malattia il sistema va in crisi? o una biodiversità più varia che è meno produttivo ma più resistente? In italia la tassazione è già alta, in più se per puro caso un'azienda riesce a crescere viene tassata in modo ancora più alto, poi vuole magari delocalizzare un settore e arriva di maio che la fa andare via del tutto.
Innanzitutto complimenti per aver deciso di approfondire il tweet, non è da tutti e trovo la cosa molto positiva e rispettabile. Tuttavia non ho trovato le argomentazioni molto convincenti. 1. Se davvero lo Stato Italiano fosse favorevole alle micro/piccole imprese, le persone non sarebbero costrette a fare lo stesso lavoro dei propri genitori. A parte che non c'è niente di male nel farlo, mi pare normale che quando il mercato è chiuso un padre prova a migliorare le condizioni del figlio in qualche modo. Questo spesso significa inserirlo nell'azienda di famiglia, anche se magari il figlio ha altre abilità: ma purtroppo mancano alternative concrete sul suolo nazionale, perché non si può fare impresa senza caricarsi di responsabilità legali ed economiche ingiustificabili. Troppe tasse e troppa burocrazia. Tuttavia anche se fosse una preferenza culturale, chi siamo noi per decidere della vita altrui? Loro sapranno cosa preferiscono, finché se ne assumono le responsabilità va bene. 2. Le persone devono essere libere di decidere cosa fare della propria vita. Se una persona vuole non fare niente, deve poter essere libera di farlo, prendendosi ovviamente tutta la responsabilità della conseguenze. Nessuno è obbligato ad essere produttivo, né per gli altri e soprattutto non per lo Stato. Specie in Italia dove lo Stato mangia e mangia. Se una persona vuole vivere in Italia, e al minimo, non fa niente. Gonfiare le stats del GDP può far felice i cittadini, ma non necessariamente. 3. Mi pare logico che le micro/piccole imprese che resistono in Italia evadano. Non possono fare altrimenti. Pure quelli che godono dei privilegi dati dalle licenze (es. avvocati, medici, tassisti, ecc) spesso sono costretti a fare un po' di evasione qui e lì, o comunque artifici fiscali necessari per resistere quando il burocrate dell'Agenzia dell'Entrate si ubriaca e inizia a fare robe a casaccio (che succede di continuo). Sicuramente le licenze non vanno bene, ma non vedo il nesso con il carico fiscale e burocratico che interessa tutti quanti. 4. Le grandi imprese non evadono ma non è detto che paghino le tasse. Dopotutto hanno numerosi esperti per sopportare i complicatissimi inferni fiscali odierni, e anzi avvantaggiarsene a scapito dei piccoli. Tuttavia pure se pagassero le tasse, questo non significa che debbano godere di privilegi particolari, che lo Stato debba favorirle, così come non deve favorire le piccole. 5. Ciò che favorisce la nascita di grandi imprese sane è la stessa cosa che favorisce la nascita di piccole imprese sane: libertà economica, tasse basse, poca burocrazia. 6. Non vedo un grande nesso tra l'Euro e il tweet, ma immagino che siano usciti i soliti geni che danno la colpa di tutto all'Euro, quando infatti è vero che la moneta FIAT non ha colpa, almeno per questa volta. Sempre bene ripeterlo per chi non ci arriva. 7. Il tweet dice che le grandi imprese sono più produttive, più efficienti e più innovative. Questo non è dimostrabile, ma pure se fosse vero non significa che si debbano decimare le piccole imprese. O succede per volontà individuale, o niente. 8. Il tweet, e tutto il discorso, ha toni pericolosamente dirigistici: si dice cosa è meglio per gli altri e cosa dovrebbero fare, in un mondo che sta andando in rovina perché ci sono persone dall'alto che provano a decidere il destino di milioni di persone. Questo è il problema centrale secondo me. Insomma da Dottore direi che qua è in corso un'infezione da neokeynesianismo. Al fine di evitare una pericolosa cronicizzazione consiglio una veloce rilettura dei classici Mises/Friedman per tornare sulla retta via della libertà. Cordiali saluti DrAncap Prescrivo quindi
nel paese con le tasse più alte del mondo (DEL MONDO), questi due ritengono che il problema siano le imprese troppo piccole. La Microsoft, nata come piccolissima impresa da due soci in un garage, secondo il professor Boldrin avrebbe dovuto essere decimata. Non a caso questo Boldrin non è stato votato nemmeno dai suoi parenti ed è dovuto tornare a fare l'insegnante
. Marcello Antonicelli Me lo sentivo... Me lo sentivo che Boldrin lavorava per lo stato. Solo uno statale puo' essere cosi' ignorante sulla realta' del lavoro competitivo e altrettanto insensatamente fiducioso verso le teorie preparate dai suoi colleghi statali. Solo uno statale puo' essere cosi' presuntuoso da pretendere di insegnare agli altri cose di cui noin sa assolutamente nulla. .
Innanzitutto le tasse in Italia non sono le più alte al mondo. In Scandinavia le hanno ad esempio ancora più alte che da noi. Quello che a noi manca è il servizio che lo Stato serve al cittadino grazie alle tasse che lui paga, ma questo è un altro discorso. No, Boldrin e l'altro sig non vogliono decimare le PMI in modo coatto. Chiedono soltanto che lo Stato non regali soldi a imprese che sono fallite già in partenza. Riguardo Microsoft non credo che oggi abbia meno di 50 dipendenti, anzi.
1) L'Italia non è il paese più tassato al mondo. 2) Il problema non è la dimensione delle imprese ma la loro capacità di produrre reddito e di utilizzare quel reddito come autofinanziamento per crescere. 3) Le microimprese non produttive riescono a sopravvivere solo grazie a dei meccanismi perversi del nostro paese (evasione, regimi fiscali iper favorevoli, compressione del costo del lavoro attraverso lavoro nero e sfruttamento) creando danni a tutte le altre imprese (micro e non) che invece da sole sarebbero in grado di sopravvivere e crescere ma soffrono la concorrenza sleale delle altre. 4) La Microsoft non sarebbe stata decimata perchè sarebbe stata in grado di sopravvivere autonomamente e di diventare ciò che è diventata, il tuo discorso non regge. 5) Se avessi ascoltato quello che veniva detto nel video, non mi avresti fatto perdere 5 minuti per rispondere alle tue false affermazioni.
Un contributo da ingegnere:
Il rapporto inversamente proporzionale fra produttività e dimensione dell'azienda trova a mio avviso un senso logico anche nel tipo di mansioni a cui vengono assegnati i dipendenti.
Più l'azienda è piccola, più i dipendenti sono portati a svolgere un ampio raggio di mansioni non eccellendo in nessuna delle aree.
Al crescere della dimensione aziendale, i datori di lavoro hanno più risorse da allocare all'assunzione di figure sempre più specializzate nelle singoli aree, aumentandone l'efficienza.
Fino ad arrivare alla grande multinazionale in cui il singolo dipendente svolge un lavoro iperspecializzato, in cui eccelle sia per formazione che per esperienza continua nella medesima posizione.
Se ho scritto cazzate chiedo venia.
No, è corretto quello che dici.
È praticamente il meccanismo che ha permesso di creare la civiltà in generale. Più siamo per collaborare più ognuno si può specializzare a fare specifici lavori, diventando più utile e competente
Un ingegnere così competente che non sa nemmeno distinguere tra proporzione inversa e proporzione diretta
Vedi Stellantis, massimizzare i profitti per gli azionisti , standardizzando il proditto ed ignorare la ricerca.
Fallimento annunciato per inizio 2026
Userò questo video come risposta a tutti quelli che mi dicono "la colpa è dell'Europa"
Grazie :)
grazie e mille per il video!
Volevo commentare per segnalare ai miei (pochi) iscritti questo video e congratularmi con gli autori.
Molto chiaro sul problema PMI, progresso e innovazione in Italia.
Sbaglio o manca però un incentivo esplicito per coloro i quali dovrebbero cedere le proprie rendite di posizione? Detto in altri termini, chi glielo fa fare ai figli di quel signore ottantenne di andare a fare altro piuttosto che gestire i bagni? Magari una cultura improntanta alla realizzazione personale (che mi sembra non sia imperante)? Dal punto di vista micro economico, cosa si potrebbe fare per creare tali incentivi? Grazie per il video molto interessante e per l'eventuale risposta.
Video al solito molto interessante... una richiesta: la diagnosi è chiarissima, ma la soluzione in cosa consisterebbe, concretamente? Come cambiare una simile situazione quando anche solo introdurre un po' di concorrenza in un singolo settore (es. i taxi) è risultato impossibile? Qui si tratterebbe di rivoltare come calzino gran parte del Paese, intento nobile ma fattibile?
E che fine farebbero tutte le persone che oggi hanno quelle micro-attività? Cosa farebbero in alternativa?
Grazie!!!
@Fulvio Di Noia Il personale è pagato di più nelle imprese medio grandi.
I vostri discorsi sono lampanti per la maggior parte di coloro che hanno almeno in parte 'visto il mondo', e talmente insidiosi ed invisi da non essere neppure presi in considerazioni per altro che farne oggetto di insulti belluini dalla maggior parte di quanti sono rimasti rintanati nei ventri delle rispettive madri. La protesta emotivamente toccante di Manfredi, che parla di 'spreco' di talento, e dunque di 'vite', e' esemplare, e ne sono partecipe. Continuate cosi'!
salve professore, posso essere d'accordo con lei sul fatto che le micro imprese sono negative per il mercato ma detto questo le chiedo: come può la micro impresa evolversi ed abbandonare quel micro che poi è anche un microcosmo spaziale (la micro impresa opera in un microcosmo in quanto non ha strutture e strumenti per ampliare i propri scenari) quando in Italia lo Stato non ne tutela alcuni diritti fondamentali come ad esempio quello della certezza della riscossione del compenso pattuito? personalmente sto cercando di espandere la mia impresa ma i clienti possono permettersi di non saldare i conti in quanto gli strumenti che un'impresa ha a disposizione per far valere i propri diritti sono così lenti nell'operare che quando si perviene al riconoscimento del diritto il danno subito è stato immenso e spesso non completamente valutabile
una domanda, prof. Ma nel conto delle microimprese rientrano anche le tante finte partite iva funzionali a superare le barriere contrattuali del mondo del lavoro?
ragazzi, il problema non è in se la microimpresa. Ma la difficoltà che ha una microimpresa nel crescere in Italia. Per logica eh, diventi grande impresa passando da una piccola impresa (salvo considerevoli eccezioni, ovviamente)
Grandissimi!
Grazie per la spiegazione, ed anche per il dato 10-49 addetti che mi mancava.
Quanto è vero sto video! La P.A. in questo senso è vittima... per vari e complessi motivi che però diventano più chiari alla luce di questo vostro breve video. Posizioni di rendita. Dentro e fuori, di sopra e di sotto... siamo circondati. 😓
Agli uomini liberi non rimane che coscienza di essere nel giusto e la speranza nelle generazioni future....(A.Herzen)
Qualcosa da leggere per non addetti ai lavori sulla relazione tra produttività e salari reali?
È impressionante quanto il problema appena narrato non venga affrontato dai media o dalla politica.
Non c'è partito politico grande o piccolo che sia che supporti queste idee. Siamo pieni di movimenti politici da Potere al Popolo fino a 5 stelle e Lega che continuano a sostenere l'inefficienza delle micro imprese. Voglio che questo video diventi virale!
Video illuminante per uno con scarse conoscenze di economia come me
Collegato al discorso che fate sui figli che fanno lo stesso lavoro dei genitori, un paio di anni fa è stata pubblicata queste breve ricerca di Facebook, analizzando però solo persone english-speaking: research.fb.com/do-jobs-run-in-families/
Sarebbe interessante fare la stessa ricerca in Italia e vedere come cambiano le percentuali.
Quindi se c'è un monopolio/oligopolio è meglio che se c'è la libera concorrenza? (così per flamare)
Il problema è sempre lo stesso, è meglio una monocoltura che è iperproduttiva, che se si prende una malattia il sistema va in crisi? o una biodiversità più varia che è meno produttivo ma più resistente?
In italia la tassazione è già alta, in più se per puro caso un'azienda riesce a crescere viene tassata in modo ancora più alto, poi vuole magari delocalizzare un settore e arriva di maio che la fa andare via del tutto.
In Italia, in tantissimi settori, siamo distantissimi da un oligopolio. Una bella sforbiciata di aziende non fa assolutamente male.
interessantissimo
Complimenti per il video professore. Un approfondimento sul decreto "dignità"?
Interessante video
Innanzitutto complimenti per aver deciso di approfondire il tweet, non è da tutti e trovo la cosa molto positiva e rispettabile.
Tuttavia non ho trovato le argomentazioni molto convincenti.
1. Se davvero lo Stato Italiano fosse favorevole alle micro/piccole imprese, le persone non sarebbero costrette a fare lo stesso lavoro dei propri genitori. A parte che non c'è niente di male nel farlo, mi pare normale che quando il mercato è chiuso un padre prova a migliorare le condizioni del figlio in qualche modo. Questo spesso significa inserirlo nell'azienda di famiglia, anche se magari il figlio ha altre abilità: ma purtroppo mancano alternative concrete sul suolo nazionale, perché non si può fare impresa senza caricarsi di responsabilità legali ed economiche ingiustificabili. Troppe tasse e troppa burocrazia. Tuttavia anche se fosse una preferenza culturale, chi siamo noi per decidere della vita altrui? Loro sapranno cosa preferiscono, finché se ne assumono le responsabilità va bene.
2. Le persone devono essere libere di decidere cosa fare della propria vita. Se una persona vuole non fare niente, deve poter essere libera di farlo, prendendosi ovviamente tutta la responsabilità della conseguenze. Nessuno è obbligato ad essere produttivo, né per gli altri e soprattutto non per lo Stato. Specie in Italia dove lo Stato mangia e mangia. Se una persona vuole vivere in Italia, e al minimo, non fa niente. Gonfiare le stats del GDP può far felice i cittadini, ma non necessariamente.
3. Mi pare logico che le micro/piccole imprese che resistono in Italia evadano. Non possono fare altrimenti. Pure quelli che godono dei privilegi dati dalle licenze (es. avvocati, medici, tassisti, ecc) spesso sono costretti a fare un po' di evasione qui e lì, o comunque artifici fiscali necessari per resistere quando il burocrate dell'Agenzia dell'Entrate si ubriaca e inizia a fare robe a casaccio (che succede di continuo). Sicuramente le licenze non vanno bene, ma non vedo il nesso con il carico fiscale e burocratico che interessa tutti quanti.
4. Le grandi imprese non evadono ma non è detto che paghino le tasse. Dopotutto hanno numerosi esperti per sopportare i complicatissimi inferni fiscali odierni, e anzi avvantaggiarsene a scapito dei piccoli. Tuttavia pure se pagassero le tasse, questo non significa che debbano godere di privilegi particolari, che lo Stato debba favorirle, così come non deve favorire le piccole.
5. Ciò che favorisce la nascita di grandi imprese sane è la stessa cosa che favorisce la nascita di piccole imprese sane: libertà economica, tasse basse, poca burocrazia.
6. Non vedo un grande nesso tra l'Euro e il tweet, ma immagino che siano usciti i soliti geni che danno la colpa di tutto all'Euro, quando infatti è vero che la moneta FIAT non ha colpa, almeno per questa volta. Sempre bene ripeterlo per chi non ci arriva.
7. Il tweet dice che le grandi imprese sono più produttive, più efficienti e più innovative. Questo non è dimostrabile, ma pure se fosse vero non significa che si debbano decimare le piccole imprese. O succede per volontà individuale, o niente.
8. Il tweet, e tutto il discorso, ha toni pericolosamente dirigistici: si dice cosa è meglio per gli altri e cosa dovrebbero fare, in un mondo che sta andando in rovina perché ci sono persone dall'alto che provano a decidere il destino di milioni di persone. Questo è il problema centrale secondo me.
Insomma da Dottore direi che qua è in corso un'infezione da neokeynesianismo. Al fine di evitare una pericolosa cronicizzazione consiglio una veloce rilettura dei classici Mises/Friedman per tornare sulla retta via della libertà.
Cordiali saluti
DrAncap
Prescrivo quindi
Mi sfugge quale sia la vostra di produttività...
Boldrin è un professore universitario in facoltà internazionali di grande livello!
nel paese con le tasse più alte del mondo (DEL MONDO), questi due ritengono che il problema siano le imprese troppo piccole.
La Microsoft, nata come piccolissima impresa da due soci in un garage, secondo il professor Boldrin avrebbe dovuto essere decimata.
Non a caso questo Boldrin non è stato votato nemmeno dai suoi parenti ed è dovuto tornare a fare l'insegnante
.
Marcello Antonicelli
Me lo sentivo...
Me lo sentivo che Boldrin lavorava per lo stato.
Solo uno statale puo' essere cosi' ignorante sulla realta' del lavoro competitivo e altrettanto insensatamente fiducioso verso le teorie preparate dai suoi colleghi statali.
Solo uno statale puo' essere cosi' presuntuoso da pretendere di insegnare agli altri cose di cui noin sa assolutamente nulla.
.
Innanzitutto le tasse in Italia non sono le più alte al mondo. In Scandinavia le hanno ad esempio ancora più alte che da noi. Quello che a noi manca è il servizio che lo Stato serve al cittadino grazie alle tasse che lui paga, ma questo è un altro discorso. No, Boldrin e l'altro sig non vogliono decimare le PMI in modo coatto. Chiedono soltanto che lo Stato non regali soldi a imprese che sono fallite già in partenza. Riguardo Microsoft non credo che oggi abbia meno di 50 dipendenti, anzi.
Ti consiglio di guardare il video 1 sulla questione, perché parla proprio di casi come Apple o Facebook...
1) L'Italia non è il paese più tassato al mondo.
2) Il problema non è la dimensione delle imprese ma la loro capacità di produrre reddito e di utilizzare quel reddito come autofinanziamento per crescere.
3) Le microimprese non produttive riescono a sopravvivere solo grazie a dei meccanismi perversi del nostro paese (evasione, regimi fiscali iper favorevoli, compressione del costo del lavoro attraverso lavoro nero e sfruttamento) creando danni a tutte le altre imprese (micro e non) che invece da sole sarebbero in grado di sopravvivere e crescere ma soffrono la concorrenza sleale delle altre.
4) La Microsoft non sarebbe stata decimata perchè sarebbe stata in grado di sopravvivere autonomamente e di diventare ciò che è diventata, il tuo discorso non regge.
5) Se avessi ascoltato quello che veniva detto nel video, non mi avresti fatto perdere 5 minuti per rispondere alle tue false affermazioni.