Professore sono un perito industriale ho seguito con attenzione la vostra lezione, sistema trifase. Ottima spiegazione le faccio i miei complimenti.E sempre importante ripetere questi argomenti grazie
Buongiorno grazie per il video, non capisco come ai nel primo caso come resistenza e reattanza di linea non vada considerata 3 volte quella della linea essendoci 3 cavi
Ciao. Il sistema trifase è considerato come l'unione di tre circuiti monofasi dove la corrente circola solo nel filo di fase. Di conseguenza le tre correnti saranno uguali fra loro e sono limitate solo dalla impedenza della fase. Per conoscere quindi la corrente di corto circuito trifase è sufficiente calcolare una delle 3 sfruttando il circuito che ho riportato sul disegno. Ognuna delle tre correnti è indipendente dalle altre e attraversa l'impedenza della fase in cui circola per cui non servono tre impedenze per determinarla perché, se così fosse, vuol dire che esse sono in serie e questo, come puoi vedere, è falso. Grazie per aver visitato il mio canale.
Buongiorno, Bellissimo contenuto, molto utile. Lo condividerò con i miei amici! Volevo chiederle se, il motivo dell'utilizzo della tensione di fase nel caso del franco simmetrico trifase, è dovuto alla presenza del neuro. In caso affermativo, perché anche nel caso bifase non dovremmo prendere in considerazione anche il neutro? Grazie mille ancora per la gentile lezione.
Ciao. Nel corto circuito trifase si utilizza la tensione di fase perché il trifase è pensato composto da tre circuiti monofasi a prescindere dalla presenza o no del neutro. Grazie per aver visitato il mio canale
Nel caso del corto circuito bifase esso interessa solo due fasi e quindi il neutro non viene coinvolto. In questo caso la tensione usata è quella tra due fasi cioè la tensione concatenata che vale 1.73×Vfase.
Il video è molto utile, ma mi piacerebbe se lo trattasse in modo più dettagliato facendo vedere come ci si trova l'impedenza del trasformatore e come ci si trova la Icc min, in modo più dettagliato. Grazie mille
Ciao. Capisco le tue esigenze ma lo scopo di questi tutorial è quello di informare, di mostrare le problematiche inerenti al caso. Se andassi troppo a fondo magari i neofiti non ne traerebbero beneficio in quanto si troverebbero di fronte ad argomenti che non è facile capire in breve tempo senza possedere le necessarie competenze. Per questo motivo cerco di dare ai tutorial un aspetto di semplicità, in seguito, dopo aver attivato una certa curiosità, sta al lettore approfondire. Questa motivazione può far storcere il naso a quelli di palato fine ma, ripeto, il mio obiettivo è quello di informare non di tenere lezioni che possono non piacere a tutti. Comprendo la tua osservazione e ti ringrazio per le tue osservazioni. Se vuoi approfondire ho messo in rete, tempo fa, un corso di elettrotecnica nel quale mi sembra di aver trattato l'argomento in modo più professionale. Grazie per aver visitato il mio canale.
Le volevo chiedere se mi potrebbe chiarire questi dubbi, per Icc max bisogna considerare la lina dal contatore al quadro, nel caso di cabina propria con trasformatore, da quadro alla cabina. E se avessi cabina propria poi un quadro di distribuzione e un quadro termimale, considero la linea dalla cabina al quadro termimale. Per le correnti Icc min, considero dalla cabina all' utilizzatore.Queste considerazioni sono valide per tutti i sistemi , TT,TN,IT. Grazie mille
Ciao. Innanzitutto facciamo distinzione tra distribuzione civile(TT) e industriale (TN - IT). Il sistema TT non prevede cabina propria e quindi la Iccmax è fornita dall'ente distributore al punto di consegna. Per i sistemi con cabina propria, cioè con trasformatore, la Iccmax corrisponde, praticamente a quella di corto circuito del trasformatore medesimo limitata dalla sua impedenza interna anche se bisogna valutare l'impedenza di tutta la rete a cui la cabina è connessa, se vogliamo essere precisi (ciò presuppone la conoscenza della potenza di corto circuito della rete, dato che solo l'ente distributore può conoscere). Per quanto concerne la Iccmax da prevedere sui quadri possiamo considerarla pari a quella del trasformatore se la distanza tra essi e i morsetti secondari del trasformatore è breve. Se così non fosse(vedi quadri terminali) essa sarà quella calcolata, tenendo conto di tutte le impedenze in gioco, secondo i criteri già noti. Lo stesso dicasi per le correnti minime. Ti ricordo che le correnti massime servono per la scelta dei poteri di interruzione degli interruttori mentre le minime per verificare se l'interruttore riesce ad interrompere limitando l'energia specifica passante I al quadrato per t.
Buonasera professore in merito alla lezione A15 (calcolo delle correnti di corto circuito) mi può chiarire questo passaggio? Nel calcolo della corrente di corto circuito trifase perché è stata presa in considerazione la tensione U0=230V e non U0=400V visto che si parla di un cortocircuito trifase Grazie
Ciao. Nel corto circuito trifase le correnti che circolano nelle fasi sono tutte e tre uguali e sono date dal rapporto tra la tensione di fase, 230V, e l'impedenza della linea. La tensione di 400V è invece quella tra due fasi. Essa sarà presa in considerazione quando il corto circuito è di tipo bifase cioè tra due fasi. Grazie per aver visitato il mio canale.
Ottimo video molto semplice , non sono in chiaro però con la differenza fra trifase e monofase,. perchè nel caso trifase la Rf e éa Xf è considerata una sola volta e non due. Uo è 230 VAC e U è 400 VAC è giusto, grazie per la risposta
Ciao. Nel corto circuito trifase le tre fasi sono interessate dalla stessa corrente che si calcola dividendo la tensione di fase, 230V, per l'impedenza di fase. Nel monofase, cioè una fase, la corrente di corto circuito si chiude sul neutro e si calcola dividendo la tensione di fase, 230V, per un'impedenza doppia supponendo la sezione del neutro pari a quella della fase. Per finire, nel corto circuito bifase, la tensione che alimenta il corto è quella tra due fasi quindi 400V mentre l'impedenza vale 2 volte quella di fase perché la corrente si chiude tra due fasi. Spero di essere stato chiaro. Grazie per aver visitato il mio canale.
potrebbe darmi spiegazioni in merito alla Icc tra fase e fase? in diversi articoli si dice che la Icc l-l è due volte la Icc l-pe ,mentre lei se ho capito bene sostiene che con la semplificazione della formula la Icc l-l è minore . usando un test ht full test 3,mi è capitato di misurare la corrente di corto circuito fase fase molto più alta della l-pe , ma in altri impianti anche il contrario.
Ciao. Dalla tecnica degli impianti elettrici si deducono le formule che ho usato per il calcolo delle correnti di corto circuito. Ti ricordo che esse sono definite "presunte" perché non sappiamo mai come il corto circuito si è evoluto realmente. Mi sembra di notare, a meno che non abbia capito bene, che nella tua domanda citi la corrente di corto tra fase e PE cioè fase e conduttore di protezione. Io non ho trattato questo caso perché specifico e condizionato sicuramente dalla sezione del conduttore di protezione. Però facendo le dovute considerazioni, cioè conoscendo le sezioni dei conduttori attraversati dalla corrente di corto, si può calcolare il suo presunto valore tenendo sempre conto di un corto circuito netto cioè senza ulteriore impedenza di guasto. Le variabili come vedi sono diverse e quindi a volte, nella pratica, si arriva a risultati che contrastano con la teoria. La cosa più giusta è quella di conoscere i dati del circuito ed eseguire i calcoli in base ad essi e nella condizione più critica (impedenza accessoria del guasto pari a zero). Se ci premuniamo rispetto al valore più alto lo siamo anche verso quelli più bassi guardando sempre con un occhio di riguardo i tempi di intervento delle protezioni per le correnti minime in modo da non superare l'energia specifica passante che i cavi possono sopportare. Spero di esserti stato d'aiuto e ti ringrazio per aver visitato il mio canale.
@@salvatoreriolo1228 ok ho capito, grazie della sua risposta. la mia domanda riguardava soprattutto le verifiche sugli impianti, durante una serie di verifiche su macchine industriali, si riscontra che in un impianto in questione le correnti di corto circuito misurate tra fase e fase dallo strumento, risultano circa dimezzate rispetto alla misura tra fase e terra di uguale sezione , e di conseguenza tutte le misure sono state contestate, in quanto il controllore insiste che la corrente di corto circuito fase conduttore PE di uguale sezione dovrebbe essere cica il doppio . secondo la formula Icc= U/Z dove U=230V nel caso LPE e U=400 nel caso L:L.
@@davidebrazzi293 Se ho ben capito, supponendo le impedenza di fase e di PE uguali, è chiaro che IccFF, calcolata come scrivi, con U/Z, dove U = 230 V, risulta essere quasi la metà di IccFPE, dove U = 400 e Z è la stessa. Su questo non ci piove. Poi se vogliamo essere precisi il rapporto tra IccPE e IccFF è di 1.73, cioè quasi il doppio sempre con le ipotesi fatte che personalmente non condivido.
come base è una buona lezione, credo però mancano alcuni aspetti importanti da affrontare, che magari avrà affrontato in altri video... quali le condizioni di installazione, uno tra tanti è la temperatura in cui si trova il conduttore nel momento del cortocircuito: mentre è ininfluente per la scelta del potere di interruzione, le cose cambiano e non poco per quanto riguarda un'adeguata protezione a fine linea, perché se la Icc a fine linea si riduce troppo non interviene l'interruttore magnetico ma il termico con grave ritardo e tutte le conseguenze del caso, questo succede perché all'aumentare della temperatura aumenta la resistenza e di conseguenza la Icc diminuisce... altro fattore importante da considerare è il modo in cui è alimentato il carico , se ad esempio è alimentato solamente da un generatore, da più generatori, se è in una rete ad anello... son tutte situazioni che oggi più che mai bisogna poter prendere in considerazione...
Ciao. Le considerazioni che fai sono puntuali. Non sto trattando un corso di impianti elettrici bensì un argomento che possa risultare a primo impatto utile a chi desidera conoscere il valore presunto della corrente di cto cto. Per fare una esposizione come quella che tu paventi bisogna conoscere già la tecnica degli impianti. Lo spirito dei tutorial è informativo ed è diretto ai neofiti o a coloro che hanno qualche conoscenza. Non per niente la play list si chiama" di tutto un po' ". Grazie per aver visitato il mio canale.
@@salvatoreriolo1228 grazie della risposta, purtroppo sono molti i canali dedicati ai neofiti e troppo pochi, quelli che approfondiscono i temi in maniera completa, cosa purtroppo molto frequente su youtube, devo comunque darle il merito di aver spiegato in maniera semplice le basi di un argomento che per molti è un incubo nei corsi di elettrotecnica
Ma se il cortocircuito si verificasse contemporaneamente tra le tre fasi ed anche con il neutro come cambierebbe la questione? Non è stata presa in considerazione questa cosa.... ben spiegato il tutto comunque!
Ciao. Se il cto cto si verifica tra le tre fasi e la terra(o il neutro che negli impianti civili ed industriali è generalmente a terra), supponendo il sistema praticamente equilibrato (simmetrico lo è sicuramente) , la corrente che scende a terra , pari alla somma vettoriale delle tre correnti di cto cto nelle tre fasi, è da considerarsi nulla a parte qualche lieve squilibrio. Grazie per aver visitato il mio canale.
Salvatore Riolo, grazie per la risposta anche se non mi convince. In quanto lavorando per un’azienda che fa distribuzione di energia elettrica le posso assicurare di aver assistito a casi dove per errore cavi 3F+N in tensione sono stati tagliati realizzando un cortocircuito come quello di cui chiedevo maggiori informazioni e le posso garantire che l’arco elettrico che si è creato a seguito appunto del corto delle tre fasi tra loro con il neutro è stato tutt’altro che trascurabile...comunque la ringrazio per la gentile risposta.
Nella lezione manca tutta la parte che riguarda le componenti dirette inverse e omopolari che caratterizzano ogni guasto , con conseguente mancanza del comportamento dei tre analoghi circuiti , è quello che determina il valore della corrente di corto - circuito. In soldoni manca tutta la parte delle trasformate di Fortescue , il video è didattico , ma poco reale.
Ciao. Quello che dici è corretto ma io non sto facendo tutorial per studenti universitari che devono fare l'esame di Impianti Elettrici. I miei tutorial sono informativi e semplici ma non si distaccano tanto dalla realtà. Basti pensare che quando si parla di calcolo della corrente di corto circuito si antepone sempre l'aggettivo "presunta" , il che lascia un margine di errore accettabile visto poi la conseguente scelta del dispositivo di protezione fatta in modo da conferire un ampio step di sicurezza. Poi, nella pratica, i calcoli che derivano dall'impiego delle reti a sequenza diretta, inversa e zero sono molto vicini a quelli che si fanno applicando solo la legge di Ohm per cui mi è sembrato più semplice per i neofiti proporre questi piuttosto che gli altri. Avrei generato molta incertezza e confusione se fossi stato più teorico. Non ti pare? Grazie per aver visitato il mio canale.
@@salvatoreriolo1228 Sono d'accordo , come diceva qualcuno qua sotto , sarebbe bello avere delle playlist dove vengono trattati esercizi da esami di impianti elettrici per studenti di ingegneria elettrica , così da rimarcare ancora di più la differenza da elettricisti , periti e Ingegneri.
Professore sono un perito industriale ho seguito con attenzione la vostra lezione, sistema trifase. Ottima spiegazione le faccio i miei complimenti.E sempre importante ripetere questi argomenti grazie
Grazie per aver visitato il mio canale
Buongiorno grazie per il video, non capisco come ai nel primo caso come resistenza e reattanza di linea non vada considerata 3 volte quella della linea essendoci 3 cavi
Ciao. Il sistema trifase è considerato come l'unione di tre circuiti monofasi dove la corrente circola solo nel filo di fase. Di conseguenza le tre correnti saranno uguali fra loro e sono limitate solo dalla impedenza della fase. Per conoscere quindi la corrente di corto circuito trifase è sufficiente calcolare una delle 3 sfruttando il circuito che ho riportato sul disegno. Ognuna delle tre correnti è indipendente dalle altre e attraversa l'impedenza della fase in cui circola per cui non servono tre impedenze per determinarla perché, se così fosse, vuol dire che esse sono in serie e questo, come puoi vedere, è falso.
Grazie per aver visitato il mio canale.
Buongiorno,
Bellissimo contenuto, molto utile. Lo condividerò con i miei amici!
Volevo chiederle se, il motivo dell'utilizzo della tensione di fase nel caso del franco simmetrico trifase, è dovuto alla presenza del neuro. In caso affermativo, perché anche nel caso bifase non dovremmo prendere in considerazione anche il neutro?
Grazie mille ancora per la gentile lezione.
Ciao. Nel corto circuito trifase si utilizza la tensione di fase perché il trifase è pensato composto da tre circuiti monofasi a prescindere dalla presenza o no del neutro.
Grazie per aver visitato il mio canale
Nel caso del corto circuito bifase esso interessa solo due fasi e quindi il neutro non viene coinvolto. In questo caso la tensione usata è quella tra due fasi cioè la tensione concatenata che vale 1.73×Vfase.
Il video è molto utile, ma mi piacerebbe se lo trattasse in modo più dettagliato facendo vedere come ci si trova l'impedenza del trasformatore e come ci si trova la Icc min, in modo più dettagliato. Grazie mille
Ciao. Capisco le tue esigenze ma lo scopo di questi tutorial è quello di informare, di mostrare le problematiche inerenti al caso. Se andassi troppo a fondo magari i neofiti non ne traerebbero beneficio in quanto si troverebbero di fronte ad argomenti che non è facile capire in breve tempo senza possedere le necessarie competenze. Per questo motivo cerco di dare ai tutorial un aspetto di semplicità, in seguito, dopo aver attivato una certa curiosità, sta al lettore approfondire. Questa motivazione può far storcere il naso a quelli di palato fine ma, ripeto, il mio obiettivo è quello di informare non di tenere lezioni che possono non piacere a tutti.
Comprendo la tua osservazione e ti ringrazio per le tue osservazioni.
Se vuoi approfondire ho messo in rete, tempo fa, un corso di elettrotecnica nel quale mi sembra di aver trattato l'argomento in modo più professionale.
Grazie per aver visitato il mio canale.
Le volevo chiedere se mi potrebbe chiarire questi dubbi, per Icc max bisogna considerare la lina dal contatore al quadro, nel caso di cabina propria con trasformatore, da quadro alla cabina. E se avessi cabina propria poi un quadro di distribuzione e un quadro termimale, considero la linea dalla cabina al quadro termimale. Per le correnti Icc min, considero dalla cabina all' utilizzatore.Queste considerazioni sono valide per tutti i sistemi , TT,TN,IT. Grazie mille
Ciao. Innanzitutto facciamo distinzione tra distribuzione civile(TT) e industriale (TN - IT). Il sistema TT non prevede cabina propria e quindi la Iccmax è fornita dall'ente distributore al punto di consegna. Per i sistemi con cabina propria, cioè con trasformatore, la Iccmax corrisponde, praticamente a quella di corto circuito del trasformatore medesimo limitata dalla sua impedenza interna anche se bisogna valutare l'impedenza di tutta la rete a cui la cabina è connessa, se vogliamo essere precisi (ciò presuppone la conoscenza della potenza di corto circuito della rete, dato che solo l'ente distributore può conoscere). Per quanto concerne la Iccmax da prevedere sui quadri possiamo considerarla pari a quella del trasformatore se la distanza tra essi e i morsetti secondari del trasformatore è breve. Se così non fosse(vedi quadri terminali) essa sarà quella calcolata, tenendo conto di tutte le impedenze in gioco, secondo i criteri già noti. Lo stesso dicasi per le correnti minime. Ti ricordo che le correnti massime servono per la scelta dei poteri di interruzione degli interruttori mentre le minime per verificare se l'interruttore riesce ad interrompere limitando l'energia specifica passante I al quadrato per t.
Salve
mi scusi Prof la formula della corrente trifase e 230 diviso o 400
grazie
Ciao. La tensione è quella di fase quindi 230V.
Grazie per aver visitato il mio canale.
Buonasera professore in merito alla lezione A15 (calcolo delle correnti di corto circuito) mi può chiarire questo passaggio?
Nel calcolo della corrente di corto circuito trifase perché è stata presa in considerazione la tensione U0=230V e non U0=400V visto che si parla di un cortocircuito trifase
Grazie
Ciao. Nel corto circuito trifase le correnti che circolano nelle fasi sono tutte e tre uguali e sono date dal rapporto tra la tensione di fase, 230V, e l'impedenza della linea. La tensione di 400V è invece quella tra due fasi. Essa sarà presa in considerazione quando il corto circuito è di tipo bifase cioè tra due fasi.
Grazie per aver visitato il mio canale.
Ottimo video molto semplice , non sono in chiaro però con la differenza fra trifase e monofase,. perchè nel caso trifase la Rf e éa Xf è considerata una sola volta e non due. Uo è 230 VAC e U è 400 VAC è giusto, grazie per la risposta
Ciao. Nel corto circuito trifase le tre fasi sono interessate dalla stessa corrente che si calcola dividendo la tensione di fase, 230V, per l'impedenza di fase. Nel monofase, cioè una fase, la corrente di corto circuito si chiude sul neutro e si calcola dividendo la tensione di fase, 230V, per un'impedenza doppia supponendo la sezione del neutro pari a quella della fase. Per finire, nel corto circuito bifase, la tensione che alimenta il corto è quella tra due fasi quindi 400V mentre l'impedenza vale 2 volte quella di fase perché la corrente si chiude tra due fasi. Spero di essere stato chiaro.
Grazie per aver visitato il mio canale.
potrebbe darmi spiegazioni in merito alla Icc tra fase e fase? in diversi articoli si dice che la Icc l-l è due volte la Icc l-pe ,mentre lei se ho capito bene sostiene che con la semplificazione della formula la Icc l-l è minore . usando un test ht full test 3,mi è capitato di misurare la corrente di corto circuito fase fase molto più alta della l-pe , ma in altri impianti anche il contrario.
Ciao. Dalla tecnica degli impianti elettrici si deducono le formule che ho usato per il calcolo delle correnti di corto circuito. Ti ricordo che esse sono definite "presunte" perché non sappiamo mai come il corto circuito si è evoluto realmente. Mi sembra di notare, a meno che non abbia capito bene, che nella tua domanda citi la corrente di corto tra fase e PE cioè fase e conduttore di protezione. Io non ho trattato questo caso perché specifico e condizionato sicuramente dalla sezione del conduttore di protezione. Però facendo le dovute considerazioni, cioè conoscendo le sezioni dei conduttori attraversati dalla corrente di corto, si può calcolare il suo presunto valore tenendo sempre conto di un corto circuito netto cioè senza ulteriore impedenza di guasto. Le variabili come vedi sono diverse e quindi a volte, nella pratica, si arriva a risultati che contrastano con la teoria. La cosa più giusta è quella di conoscere i dati del circuito ed eseguire i calcoli in base ad essi e nella condizione più critica (impedenza accessoria del guasto pari a zero). Se ci premuniamo rispetto al valore più alto lo siamo anche verso quelli più bassi guardando sempre con un occhio di riguardo i tempi di intervento delle protezioni per le correnti minime in modo da non superare l'energia specifica passante che i cavi possono sopportare. Spero di esserti stato d'aiuto e ti ringrazio per aver visitato il mio canale.
@@salvatoreriolo1228 ok ho capito, grazie della sua risposta.
la mia domanda riguardava soprattutto le verifiche sugli impianti, durante una serie di verifiche su macchine industriali, si riscontra che in un impianto in questione le correnti di corto circuito misurate tra fase e fase dallo strumento, risultano circa dimezzate rispetto alla misura tra fase e terra di uguale sezione , e di conseguenza tutte le misure sono state contestate, in quanto il controllore insiste che la corrente di corto circuito fase conduttore PE di uguale sezione dovrebbe essere cica il doppio . secondo la formula Icc= U/Z dove U=230V nel caso LPE e U=400 nel caso L:L.
@@davidebrazzi293
Se ho ben capito, supponendo le impedenza di fase e di PE uguali, è chiaro che IccFF, calcolata come scrivi, con U/Z, dove U = 230 V, risulta essere quasi la metà di IccFPE, dove U = 400 e Z è la stessa. Su questo non ci piove. Poi se vogliamo essere precisi il rapporto tra IccPE e IccFF è di 1.73, cioè quasi il doppio sempre con le ipotesi fatte che personalmente non condivido.
come base è una buona lezione,
credo però mancano alcuni aspetti importanti da affrontare, che magari avrà affrontato in altri video... quali le condizioni di installazione, uno tra tanti è la temperatura in cui si trova il conduttore nel momento del cortocircuito: mentre è ininfluente per la scelta del potere di interruzione, le cose cambiano e non poco per quanto riguarda un'adeguata protezione a fine linea, perché se la Icc a fine linea si riduce troppo non interviene l'interruttore magnetico ma il termico con grave ritardo e tutte le conseguenze del caso, questo succede perché all'aumentare della temperatura aumenta la resistenza e di conseguenza la Icc diminuisce...
altro fattore importante da considerare è il modo in cui è alimentato il carico , se ad esempio è alimentato solamente da un generatore, da più generatori, se è in una rete ad anello... son tutte situazioni che oggi più che mai bisogna poter prendere in considerazione...
Ciao. Le considerazioni che fai sono puntuali. Non sto trattando un corso di impianti elettrici bensì un argomento che possa risultare a primo impatto utile a chi desidera conoscere il valore presunto della corrente di cto cto. Per fare una esposizione come quella che tu paventi bisogna conoscere già la tecnica degli impianti. Lo spirito dei tutorial è informativo ed è diretto ai neofiti o a coloro che hanno qualche conoscenza. Non per niente la play list si chiama" di tutto un po' ". Grazie per aver visitato il mio canale.
@@salvatoreriolo1228 grazie della risposta, purtroppo sono molti i canali dedicati ai neofiti e troppo pochi, quelli che approfondiscono i temi in maniera completa, cosa purtroppo molto frequente su youtube,
devo comunque darle il merito di aver spiegato in maniera semplice le basi di un argomento che per molti è un incubo nei corsi di elettrotecnica
Ciao e grazie.
Ma se il cortocircuito si verificasse contemporaneamente tra le tre fasi ed anche con il neutro come cambierebbe la questione? Non è stata presa in considerazione questa cosa.... ben spiegato il tutto comunque!
Ciao. Se il cto cto si verifica tra le tre fasi e la terra(o il neutro che negli impianti civili ed industriali è generalmente a terra), supponendo il sistema praticamente equilibrato (simmetrico lo è sicuramente) , la corrente che scende a terra , pari alla somma vettoriale delle tre correnti di cto cto nelle tre fasi, è da considerarsi nulla a parte qualche lieve squilibrio. Grazie per aver visitato il mio canale.
Salvatore Riolo, grazie per la risposta anche se non mi convince. In quanto lavorando per un’azienda che fa distribuzione di energia elettrica le posso assicurare di aver assistito a casi dove per errore cavi 3F+N in tensione sono stati tagliati realizzando un cortocircuito come quello di cui chiedevo maggiori informazioni e le posso garantire che l’arco elettrico che si è creato a seguito appunto del corto delle tre fasi tra loro con il neutro è stato tutt’altro che trascurabile...comunque la ringrazio per la gentile risposta.
Nella lezione manca tutta la parte che riguarda le componenti dirette inverse e omopolari che caratterizzano ogni guasto , con conseguente mancanza del comportamento dei tre analoghi circuiti , è quello che determina il valore della corrente di corto - circuito. In soldoni manca tutta la parte delle trasformate di Fortescue , il video è didattico , ma poco reale.
Ciao. Quello che dici è corretto ma io non sto facendo tutorial per studenti universitari che devono fare l'esame di Impianti Elettrici. I miei tutorial sono informativi e semplici ma non si distaccano tanto dalla realtà. Basti pensare che quando si parla di calcolo della corrente di corto circuito si antepone sempre l'aggettivo "presunta" , il che lascia un margine di errore accettabile visto poi la conseguente scelta del dispositivo di protezione fatta in modo da conferire un ampio step di sicurezza. Poi, nella pratica, i calcoli che derivano dall'impiego delle reti a sequenza diretta, inversa e zero sono molto vicini a quelli che si fanno applicando solo la legge di Ohm per cui mi è sembrato più semplice per i neofiti proporre questi piuttosto che gli altri. Avrei generato molta incertezza e confusione se fossi stato più teorico. Non ti pare?
Grazie per aver visitato il mio canale.
@@salvatoreriolo1228 Sono d'accordo , come diceva qualcuno qua sotto , sarebbe bello avere delle playlist dove vengono trattati esercizi da esami di impianti elettrici per studenti di ingegneria elettrica , così da rimarcare ancora di più la differenza da elettricisti , periti e Ingegneri.