Farei un discorso più stratificato, spesso la fidelizzazione è fuori dalla esplicita volontà del creator, spesso gli sponsor sono accettati "responsabilmente", cioè attinenti ad interessi o opinioni del creator (vedesi treedom, gimme5 et similia). A volte il pensiero critico può convivere con la vendita di un prodotto, basta che ci sia onestà intellettuale del creator e preminenza del contenuto sul prodotto. Poi il 95% è pattume, sono d'accordo con te
Grazie Wesa per fare questi discorsi, c'è tanto bisogno di sentire una persona che ragiona in modo sano. A volte mi sento pazzo notando continuamente cose aberranti di cui sembra non freghi niente a nessuno, ora magari continuerò a sentirmi pazzo ma non da solo.
Wesa mi hai fatto scoprire Byung-Chul Han, che mi ha fatto a sua volta diventare molto critico verso i social, soprattutto grazie al libro "nello sciame". In poche parole ho disinstallato tutti i social dallo smartphone (non sono ancora riuscito a levarmi dai social completamente, sicché li tengo su PC), e ne ho guadagnato perché ho cominciato a leggere di più, videogiocare di più, guardare più film e soprattutto a comprare meno, incredibile a dirsi, ma da quando non ho più social non sento più la pressione di stare sul pezzo e compro meno stronzate (in tutti sensi).
Nello sciame sarà il prossimo suo che leggerò probabilmente. Ho amato filosofia del buddismo zen e sto leggendo giusto adesso La scomparsa dei riti (paradossalmente lo sto trovando più difficile da avvicinare, ma comunque interessante). Sono sempre stato molto restio all'uso dei social, ma forse ultimamente pure io ci passo troppo (relativamente poco, ma comunque troppo) tempo sopra
Se ti può interessare approfondire l’argomento di “disintossicazione digitale” ti consiglio di leggere anche Minimalismo Digitale e Deep Work di Cal Newport, che affrontano il problema dei social ai giorni nostri e spiega come impattano sulla nostra salute psicologica e sulla nostra produttività.
@@eduardoacqua grazie dei consigli. Ci butto un occhio. Alla fine vorrei arrivare ad utilizzare solo TH-cam e Twitch, eliminando completamente Instagram, Facebook e Twitter. Ovviamente whatsapp e telegram sono ineliminabili se proprio non voglio uscire dal mondo e distruggere ogni legame anche irl
Catturare la "disponibilità" del fruitore è vitale, oggi come oggi, quello che è dietro l'influencer marketing è di fatto una variante del "permission marketing" descritto da Seth Godin: non più "interruption marketing" (cioé le interruzioni pubblicitarie che spezzano l'attività dello spettatore) ma agganciare l'attenzione del consumatore per farsi dare da lui il consenso a sottoporgli il materiale pubblicitario il quale, se ben progettato, lo fa sentire non più consumatore ma parte della squadra. L'influencer marketing è di fatto un meccanismo di questo genere, ti senti "della cricca del tuo idolo", non semplicemente di aver seguito un suo "consiglio", usare una persona in carne e ossa che ci metta la faccia è una combo perfetta: aumentano le conversioni perché c'è una faccia, aumentano ancora perché il testimonial è "uno come te" e in più ti affezioni anche, quindi da un lato sei fidelizzato a lui perché lo trovi gradevole e dall'altro hai l'investimento emotivo con tutti i bias che si porta dietro: finisci per continuare a mangiare quella minestra in eterno pur di non ammettere che non è più così tanto buona, se mai lo è stata. Curioso che proprio TH-cam, uno dei "nuovi media", abbia aumentato così tanto la mole di interruption marketing, ma finché uno è in regime di monopolio di fatto se lo può anche permettere.
Praticamente lo stesso meccanismo paesano per cui, quando il figo/a di turno dice che X è il TOP, quelli meno fighi prendono X e di conseguenza chi gli orbita intorno cercherà di prendere X per non sentirsi escluso, ma esclusivo
@@rockessence Sì, e non solo "il mio idolo ha X, voglio anch'io X", ma alla base del meccanismo c'è l'azienda vista come degna di fiducia da parte dell'influencer di fiducia e quindi favorita da un bias di partenza non da poco: mi fido di lui e lui si espone per questo prodotto, deve essere buono altrimenti mi starei sbagliando io. Si parte già con il bias di conferma che rema a favore dell'azienda, un privilegio per il quale in passato avrebbero sborsato cifre astronomiche. Questo non permette di fuggire dall'offrire prodotti realmente interessanti e utili, però un prodotto valido senza una promozione efficace non serve a niente.
Il mio unico dubbio su questo video (col quale mi ritrovo nella sua quasi totalità) riguarda la parte finale dove menzioni l'auto-finanziazione tramite Patreon, crowdfunding ecc come metodo che esula dal conflitto di interessi e dalla markettata più becera. E sono d'accordo che sia sicuramente meglio di spiattellare lo sponsor di turno all'inizio di ogni contenuto, ma faccio comunque fatica a considerarlo veramente indipendente, proprio perchè a finanziare i tuoi contenuti "indipendenti" sono i tuoi stessi spettatori. In un certo senso il conflitto di interessi questa volta non è con un'azienda terza, bensi col pubblico, che ti segue e supporta per quello che dici. E quindi per forza di cose starai attento a cosa fare e come farlo, cosa dire e come dirlo, farai compromessi, perchè se cominci a distanziarti dal pubblico che ti finanzia potresti perdere quell'indipendenza che pensavi di avere. Anche nei casi estremi come il tuo dove la gente ti segue e supporta indipendentemente dal fatto che potresti un giorno parlare male del loro anime preferito (perchè perlomeno hai fornito loro strumenti critici e anti-dogmatici che hanno filtrato un certo tipo di pubblico e ragionamenti), comunque sia se un giorno dovessi cominciare a fare discorsi estremisti o complottari molti di quei supporters se ne andranno. E quindi dovrai stare attento, fare compromessi ecc ecc, come ogni markettaro becero che non può parlare male (o anche solo criticamente) del prodotto che pubblicizza.
Ciao Wesa, ho seguito tutto il video con interesse perché proprio in questi giorni anche io stavo rimuginando sul tema. Da un lato comprendo tutte le tue considerazioni e i tuoi "brividi" perché io stessa dico spesso che mi piacerebbe vivere in un modo più libero dalle dinamiche della persuasione, della vendita e del denaro... ma il punto è proprio che viviamo in una società basata su queste fondamenta e, a meno che non si voglia fare un cambio di vita radicale, vedo difficile "realizzarsi professionalmente" andando in controtendenza a queste dinamiche. Questo per dire che, dal mio punto di vista, mi sembra che il tema dell'Influencer Marketing e in generale gli Influencer e i Content Creatori vengano sempre presi come capro espiatorio di una dinamica che non riguarda loro così direttamente, ma che sta alla base di questa società basata sulla perenne crescita economica (=vendere di più, perché alla fine è questo che genera soldi). Ben venga se un Content Creator riesce a crearsi una realtà propria, ma anche lì il contenuto si trasformerà in contenuto di vendita, e allora che cosa ci sarebbe di tanto diverso rispetto ad un altro che vende qualcosa per conto di un terzo un prodotto o un servizio, che magari non è stato fatto da lui, ma in cui crede fortemente (e genuinamente)? Perché uno dovrebbe essere migliore dell'altro se tanto l'obiettivo è sempre generare guadagno in cambio di qualcosa "di valore" per gli altri? Aggiungerei anche che non tutti i Content Creator hanno per forza una vena imprenditoriale così marcata, alcuni sono "semplicemente" Creativi o Intrattenitori di natura e sappiamo quanto questi due approcci (dato che non sono approcci Commerciali) fatichino a trovare una propria sostenibilità economica, in Italia ma non solo. Mi vengono in mente i The Show per citare un esempio concreto, che ora sì hanno trovato la loro sostenibilità economica (addirittura evolvendosi in azienda) attraverso Patreon e simili, ma sarebbero riusciti ad arrivare a questo traguardo senza aver lavorato con brand e aziende terze negli anni precedenti? Insomma per crearti la tua libertà creativa e imprenditoriale non devi forse passare per un percorso graduale, conquistandoti la tua autonomia a poco a poco? Ovviamente tutto il mio ragionamento, come detto prima, si basa su un approccio trasparente e onesto alle collaborazioni e alla vendita, approccio che però non è ancora così diffuso in questo settore (né da parte degli Influencer né da parte dei brand) e immagino che sia per questo che l'argomento suscita ancora così tanta diffidenza. Penso però che se siamo qui ad analizzare in modo approfondito e critico certe tematiche, allora siamo anche esseri pensanti in grado di capire quando una pubblicità è "genuina" o meno e quando è il caso di premere unfollow o disiscriversi o, ancora meglio, lasciare una critica costruttiva all'influencer o creator che ci ha "deluso" in quella sede. Il mio punto di vista è sicuramente influenzato dal fatto che creo contenuti su TH-cam e sugli altri social da ormai 4 anni e che da un po' di tempo ho trasformato questa attività nel mio lavoro full-time da "Creator", cercando di sempre di fare tutto con il massimo della trasparenza e senza prendere in giro nessuno... spero però di aver portato ulteriori spunti e un punto di vista che possa aiutare a completare questo dibattito! :) Grazie per il video!
Condivido che ci possa comunque essere (come in ogni cosa nell'economia e nel commercio) un modo più rispettoso e tendenzialmente trasparente di fare le cose, anche con un tornaconto economico e professionale, e non c'è alcun giudizio etico o di merito in questo. Credo tutti noi possiamo trovare nel nostro quotidiano qualche creator molto virtuoso e trasparente nel suo costruirsi un percorso e vendere il proprio lavoro o il lavoro di alcuni partner. La domanda di Wesa è interessante per ragionare sul "massimo sistema" (che a mio avviso non ha soluzione, ho scritto un pensiero in un commento sopra in merito). Diciamo che prenderla come momento di riflessione per capire in che sistema ci troviamo è interessante per avere più lettura critica del fenomeno, mentre prenderla alla lettera credo semplicemente non sia possibile, e quindi una volta fatte le considerazioni del caso si va avanti comunque lungo questa tendenza.
Io non ne posso più delle pubblicità degli influencer, dei pacchi regalo, delle collaborazioni… è terribile, non capisco se si rendano conto di essere diventati dei cartelloni pubblicitari, quasi tutti. 😔
Sto sui social da quando ho 11 anni. La cosa più avvilente è vedere gli highlights delle persone vivere una vita all'apparenza priva di spigoli e problemi. Una volta che prendi coscienza che tutto ciò che vedi è uno strato fasullo della vita di una persona li riesci a digerire in modo migliore. Che poi, se ci si pensa, ma cosa ce ne frega a noi delle vicissitudini altrui...
Ti seguo silenzioso da tempo e amo praticamente tutto quello che fai e come lo fai anche, e soprattutto, quando non sono d'accordo o non ho gli strumenti per comprendere a pieno. Questo è uno di quei casi, in qualche modo i soldi (il mecenate?) sono indispensabili per me. Una volta ti mettevano tra gli spettatori della crocifissione, oggi mi parli bene di una VPN, se , e ce ne sono di ottimi creatori, la qualità c'è, non ci vedo nulla di male. Cioè se il placement fa si che si produca divulgazione/idee ben venga.Baci
Mi avrebbe fatto molto ridere se a fine video avessi sponsorizzato qualcosa, come per rafforzare ancora di più il tuo discorso ahahahahahahha sarebbe stata una genialata
Guardando questo video, ho avuto modo di chiedermi( in base all'argomento trattato) se anche Wesa non fosse un creatore e/o una persona che può o possa influenzare.... Paradossalmente cliccando(scegliendo) la campanella dell'iscrizione che TH-cam ci mette a disposizione per ogni canale" noi" diventiamo fan di ciò che ci è più affine alle nostre necessità, anche di pensiero( presente, passato e futuro) In fin dei conti... L'essere umano avrà sempre bisogno di identificazione con qualcuno o qualcosa. Siamo organismi che hanno bisogno di entrare in contatto e qui entrano in gioco ( rimanendo sul tema) di questi giochi della società.
Ti faccio i miei complimenti per come sei riuscito a toccare certi temi di cui, purtroppo, si parla poco. Avrei voluto scrivere qualcosa di più lungo su questi aspetti ma sono in pausa pranzo e devo volare 🚀 Continua così! ✌🏻
Hai fatto bene a porre la qustione. Già prima di internet la domanda del limite alla pubblicità, di una pervasività del marketing (che si fa subcultura quando non ci sono strumenti criciti) rimaneva purtroppo sullo sfondo. E' una delle questioni centrali della nostra società sviluppare una ecologia dell'informazione, dei contenuti (come dice per esempio De Biase) . In altri termini, non è neutro se tutto viene ridotto alla logica del ricavo economico. Necessario per l'economia, certo, ma sino a che punto tutto può essere ridotto a merce, al consumo, al guadagno economico? Niente di nuovo ma stiamo arrivando a livelli inquietanti con i social media.
Uno dei migliori youtuber in Italia!! Grazie Wesa che ci fai vedere oltre la parete, e ci dai la tua dimensione critica. Non vedo molto lontano lo scenario del Mondo Nuovo di Huxley nei social di oggi, dove tutto deve essere fatto per consumare/comprare. Se parli 20/40/60 min di questi temi sei una pecora nera, non mi fai vendere nulla, il tuo pensiero è troppo complesso (per la maggior parte del popolo)...triste realtà Che bello sentirti dire:"ma a me che me ne frega!!"
Ciao Wesa, io concordo pienamente con il tuo discorso, ma secondo me andrebbe fatta distinzione tra pubblicità e pubblicità. Personalmente mi occupo di fumetti, soprattutto piccole o autoproduzioni. Fare una recensione a un volume di questo tipo è pubblicità, ma pubblicità di arte, di prodotti lodevoli di realtà che non hanno visibilità, una pubblicità non finalizzata al denaro (ne mio ne della realtà editoriale di turno che certo non ci si arricchisce) ma allo scopo di diffondere idee e arte!
Nel 2020 Sanremo ha avuto un solo main sponsor. E Gucci si è detto "vestiamo Achille Lauro" per finire su tutti i media a costi esigui (per loro). Se penso alla critica di "venduti" alle band punk rock quando 20 o 30 prima firmavano contratti con le grandi etichette... il contrasto è indicativo di quanto siamo diventati avvezzi alla pubblicità. Perché in TV potevamo cambiare canale più facilmente.
Video molto interessante: alla domanda "sarebbe possibile una alternativa al produrre solo come pubblicizzare?" (in senso stretto) io tendo sempre a cercare istintivamente alle radici nell'economia. Proprio perché come hai detto tu la bilancia pende spaventosamente dal lato del contenuto promozionale e che converte (velocemente e superficialmente, perché prossima settimana ne dovrò sponsorizzare un altro prima dei nuovi altri perché dopo 6 mesi il prodotto non interessa quasi più a nessuno), se scelgo di fare contenuto per monetizzare non potrò che rincorrere la giostra. Unica condizione che mi viene in mente perché questo meccanismo possa cambiare è: deve non essere importante quanto frutta quel contenuto. A livello economico ma anche reputazionale (perché pure la reputazione poi la monetizzi e ti può mettere in conflitto di interessi per esempio col tuo pubblico più assiduo o con la tua intera echo chamber che può collassare). E va da sé che, non essendo auto sostenibile economicamente, solo una minoranza di contenuti o di creatori potrà percorrere questa strada. Potremmo vedere o il contenuto creato ogni tanto per pura dedizione nei creator professionisti oppure una condizione premessa dove la sopravvivenza economica non sia legata al fare contenuto (quindi creator non professionisti che producono sporadicamente). Cioè, faccio contenuti non perché se non li faccio non pago le bollette, ma perché mi va o ho qualcosa di buono da dire, e se non lo facessi non mi cambierebbe la vita. Quanti se lo possono permettere? (anche perché visto lo sforzo di produrre un contenuto, farlo serratamente senza guadagnarci sarebbe un martirio. se ci devo guadagnare, la logica primaria diventa la resa e l'efficienza alla quale SALTUARIAMENTE può affiancarsi il volontariato). Perché cambi questo meccanismo dovrebbe cambiare l'economia in modo tale da consentire a tutti, superata la necessità di sostentarsi, di dedicarsi a benessere, critica, arte, cultura in modo spassionato. Non credo accadrà mai
Qual'è la differenza tra l'internet dei social e la tv? Viviamo in un paese dove la trasmissione più famosa era Carosello. Che era produzione di contenuti, anche di ottima qualità, finalizzata alla vendita. I bambini andavano a letto dopo Carosello, e ripetevano gli slogan delle pubblicità. Li conosco anch'io che sono nato negli anni 80... La tv commerciale poi ha venduto per decenni il sogno berlusconiano. Non credo che la situazione attuale sia peggiore di quella del dopoguerra. I media cambiano, sono strumenti, ma l'essere umano è sostanzialmente lo stesso, e a contare è l'interazione tra sistema economico, politico e individuo.
@@fedelinus3 anche gli attuali creatori di contenuti ci offrono alcuni prodotti di qualità. Si potrebbe analizzare quanto sia variata la percentuale di contenuti "commerciali" e "alti", ma la distinzione non è sempre così netta, e qualcuno dovrebbe stabilire dei criteri ergendosi a giudice.
tutti pensano che la pubblicità spinga all'acquisto ma è sbagliatissimo. la pubblicità spinge alla scelta di quello specifico marchio nel momento dell'acquisto
Video interessante come sempre, però vorrei fare una piccola riflessione riguardo la possibilità di essere realmente indipendente sul web. Nel momento in cui i social diventano un lavoro a tempo pieno, per forza di cose non sei più indipendente. Questo perché, anche se non sponsorizzi nulla ed al massimo hai un patreon, rischi sempre di essere condizionato nel creare un contenuto che possa farti perdere utenza. Questo è vero in particolar modo se la tua community è piccola (d'altronde noi non siamo anglofoni). Quindi la vera libertà creativa è 1) essere iper-famoso, il che vuol dire poter fare qualsiasi cosa perché ci sarà sempre qualcuno a cui piacerà (in linea di massima, ovviamente) 2) essere assolutamente sconosciuto; quindi fai quello che fai per hobby non aspettandoti fama e tantomeno soldi. 3) Essere mediamente famoso ed avere già un lavoro a cui affianchi quello del web, che rimane sempre subordinato a quello principale extra web. Ovviamente questa mia opinione, in quanto tale, è criticabile. Di certo non pretendo di aver fatto una analisi perfetta😅 Sono perciò curioso di sentire altre opinioni sul tema.
Condivido appieno. Pretendere che si ricerchi l’indipendenza assoluta in condizioni non incredibilmente favorevoli è pura utopia. Soprattutto se si aggiunge che la figura del libero professionista in Italia è una delle più bistrattate e peggio trattate dallo Stato in ambito lavorativo
"cerco l'individuo libero e non lo trovo, non datemi del compagno". Questa secondo me è una delle frasi piu' sottovalutate di tutte perchè racchiude il vero problema della "sinistra sinistra". La critica al capitalismo non è sbagliata, un sistema non potrà mai essere sano senza critiche, ma poi si perde di vista l'obiettivo: creare una comunità di individui liberi. Nell'estremizzazione del "personal branding" l'individuo è mercificato, perdendo la propria libertà, ma allo stesso modo nel comunismo l'individuo si scioglie nella comunità, perdendo la propria libertà.
Bisogna trovare il giusto equilibrio, trovare la tonalità equilibrata di grigio tra il bianco e il nero: la storia ha insegnato e insegna sempre che le estremizzazioni alla lunga hanno sempre fallito e così come il comunismo crollò a suo tempo così sarà destinato prima o poi a crollare anche questo mondo estremamente capitalistico
Per me uno degli esempi più assurdi di pubblicità rimane Spotify, dove (nella versione gratuita) il 90% di pubblicità che ascolti sono della stessa Spotify per invogliarti a comprare la versione premium per non sentire più le loro pubblicità. Adv Inception
Scusa, ma se tu fossi Spotify, non vorresti che più utenti possibili acquistino l’abbonamento premium? Anche perché già usando la versione gratuita stai “cascando” nella loro trappola pubblicitaria, perché dare la possibilità di fare account gratuiti proprio questo è. Di conseguenza la colpa e la responsabilità è solo tua. Non puoi entrare in una tana di pipistrelli e lamentarti che è pieno di guano ovunque
Per il 90% dei contenuti hai ragione. Ma ci sono anche casi che non seguono queste dinamiche soprattutto su TH-cam. Gran parte dei divulgatori scientifici ad esempio non seguono queste dinamiche. E le pubblicità dichiarate e messe lì solo per guadagnare non le vedo così male perché non inficiano sul contenuto (tipo giopizzi). Spesso alcune pubblicità sono semplicemente prodotti di cui il creatore ha un idea positiva e che lo pagano per dirlo non lo vedo sbagliato. Il discorso sulla fidelizzazione e dei video con solo pubblicità è diverso ovviamente
Io sono stato un povero scemo che per anni ha fatto attivismo su youtube, poi mi sono reso conto della ferocia delle "buone regole per la visualizzazione" e mi duole dirlo, della voglia di "nulla" di cui ha bisogno l'essere umano oggi
Dici, giustamente, che ti “fa specie notare quanto poco se ne parli”. Credo che ormai siano davvero pochi quelli che potrebbero affermare qualcosa tipo “troppa pubblicità!” o “non fidelizzatevi!” senza risultare ipocriti, ecco.
Credo di essere "fidelizzato" ad alcuni canali. Ma non ciecamente, nel senso che che nel tempo si tratta di canali che hanno sempre dimostrato una enorme qualità, e da quel poco che so anche una gestione salutare e positiva del proprio team, che è senz'altro da lodare. E per questi canali sì, mi capita di essere contento di vederne la crescita, sia perché implica che vedrò nuovi contenuti da parte loro si spera con la stessa qualità, ma anche perché mi sono oggettivamente affezionato ad alcune persone coinvolte, e purtroppo penso sia quasi inevitabile quando si guardano molti contenuti con determinati personaggi, dato che ci si può affezionare persino a personaggi di fantasia della propria serie o videogame preferito. Magari questo però accade anche per altro, anche banalmente sentirsi affine a qualche personaggio. Da quel che ho capito, in questo video si tratta della fidelizzazione becera basata solamente sulla sorta di legame che uno spettatore crea col suo idolo preferito per il meccanismo che indicavo prima, e quando c'è solo quello son d'accordo, è davvero triste, ma finché c'è qualche motivo per essere "fedele" (entro i limiti dell'accettabile ovviamente, non è che un fidelizzato debba diventare per forza un consumatore o un bot umano, per dire), non ci trovo nulla di male, personalmente
Riutilizzo l'esempio dei thejackal per spiegare il mio punto di vista sulla questione: se stiamo parlando di un contenuto d'intrattenimento, il fatto che quel contenuto sia finanziato da un'azienda che realizza un prodotto (le sottilette) e sia pensato per pubblicizzare quel determinato prodotto, a me spettatore non dovrebbe fare né caldo né freddo. Intendo dire che l'unica cosa ad importarmi, nel momento in cui fruisco del video dei the jackal, è la qualità del video, non le ragioni per cui è stato creato o le sue finalità. Lo stesso vale per qualsiasi altro contenuto. La pubblicità è un contorno, se mi interessa il prodotto che viene pubblicizzato in un video tanto meglio, sarò ben felice di acquistarlo, altrimenti riuscirò comunque a godere di quel contenuto. È un po' come il discorso della pubblicità occulta o non nei film, se il film è bello, qual è il problema? Poi sono d'accordo sul fatto che ci siano video che risultano a tutti gli effetti delle pure e svergognate pubblicità, non più contorno ma fulcro del contenuto (unboxing, vi mostro il nuovo pacchetto di figurine, reazione a sa il cazzo ecc.) ma la cosa che da spettatore mi triggera in quel caso non è tanto la pubblicità in quel video ma il fatto che attorno ad essa non sia stato creato nulla di creativo/artistico e altre parole utili a capirci. Discorso totalmente opposto ovviamente per quanto riguarda un contenuto critico, dove il conflitto d'interessi, come già spiegavi in un tuo video, è il campanello d'allarme che dovrebbe farci dubitare della validità di un parere. Davvero però ho avvertito per tutta la visione di questo video un senso di esagerazione, di cercare il problema dove effettivamente la situazione è più semplice di quel che sembra, poi probabilmente sbaglio io, non posso avere la stessa lucidità di una persona che ci lavora sui social ma comunque condivido questo mio pensiero. In generale non credo tanto nell'espressione artistica o nella creatività libera, priva di vincoli economici e fuori da ogni logica di mercato. Ma non per questo la squalifico o la interpreto come minore.
A questa stregua così globale, però, ogni cosa può essere ridotta a pubblicità atta alla vendita-scambio. Perciò è facile perdere di vista la connotazione deteriorante che può avere, sempre salvo che ne abbia una. La stessa relazione che posso avere con un'altra persona è fatta di comportamenti che cercano di creare un'immagine della mia identità nell'altro, quindi pubblicità, al fine di instaurare un rapporto di scambio, che sia la compagnia, il mutuo aiuto nella sopravvivenza oppure la relazione stessa. Ogni atto umano nei confronti di un altro umano è economia; é solo che adesso ci salta all'occhio perché tutto è amplificato.
13:27: Ecco, "Gioiscono della dimensione commerciale dei contenuti che sorbiscono" sarà il titolo di una mia poesia o di un mio poema o poemetto. In realtà nel 2007 e nel 2008, quando ero un moralista arretratista, avevo iniziato a concepire il poema "De consumptione", con l'invocazione a Babbo Natale e al dio Petrolio al posto delle muse, poi mai realizzato nemmeno in minima parte. Questo ne sarebbe la versione non più reazionaria.
Siamo costantemente bombardati di pubblicità, verissimo; è il pubblico che lo chiede, altrettanto vero; solitamente la scusa è: ho lavorato tutto il giorno, sono stanco, voglio solo riposare il cervello quindi accendo la tv, guardo tiktok, Instagram, TH-cam e accetto chinando la testa tutto quello che mi frappone tra me e il contenuto, ovvero la pubblicità prima, durante e dopo la visione. Ci siamo accontentati di questo compromesso. Il problema è che se togli a certa gente il modo di staccare il cervello poi si lamentano, perché pensare è difficile. È un costante autoinganno e chi si autoinganna è peggio di chi mente perché non lo sceglie. L'unica cosa da fare è scegliere chi guardare, ma saremo comunque costretti alla pubblicità. Se qualcuno uscito dalla caverna potesse tornare dentro a liberarci, sarebbe sicuramente apprezzato, ma dovrebbe comunque stare attento a non rimanerci linciato
Sono anni ormai che sento la nausea nel vedere proprio l'assenza di critica. Le aziende hanno instaurato un regime che tutti hanno abbracciato, la critica è abolita, la mediazione ed il compromesso sono adorati. C'è davvero un rapporto di forze basato sul ricatto: tutti i canali che si occupano di una certa tipologia di prodotto devono pesare le parole, in quanto le aziende (in caso di eccessive critiche) potrebbero negare il prestito dei prodotti per realizzare i video. C'è anche questo aspetto, e lo detesto, e mi fa avvilire.
La voracità di arrivare più velocemente possibile al cliente ha invaso ogni spazio dello scibile. Pochi spazi di cultura riescono a mantenere la propria verginità, come i teatri off, dato che i numeri che muovono sono risibili dal punto di vista del marketing. Un content creator più volte alla settimana è in grado di raggiungere decine, centinaia di migliaia di possibili compratori. Il problema però a mio parere è quello di un sistema che sta implodendo su se stesso. L'offerta supera a valanga la domanda in quasi tutti i settori.
Sempre più bravo Wesa! Si può chiamare maturità? Siamo diventati oltre che consumatori anche pubblicitari capillari e ad ogni livello. Gli youtuber sono influencer, in un gruppo di ragazzi l'importanza di un marchio di scarpe e per gli adulti la semplice e miserrima invidia. Ciao grazie.
Cosa ne penso? Che ho eliminato instagram proprio una settimana fa. E se non ci fossero canali imperdibili come il tuo avrei eliminato anche TH-cam da un pezzo
Mah.. È tutta una guerra ad accaparrarsi il tempo altrui. Credo che il flusso di denaro generato dai social sia un effetto secondario, per quanto notevole. Ma è il tempo la vera moneta, e la maggior parte di noi lo sta regalando.
Falconero parlava di te ma ti dirà che non parlava di te. Fossetti ha lasciato il suo incarico per una scelta ovvia (impreziosita dalla spinta social/visibilità che Dario Moccia gli ha dato): scegliere tra credibilità e “gestione del rischio su conflitto di interesse”. Wesa 2 - “critica videoludica italiana” 0
e questo è il motivo per cui le "anime" di sabaku sono pubblicate nell'arco di tre anni, ma per la sua "la critica videoludica"... per quella c'è sempre tempo
Discorso interessante ma forse mi manca il punto del problema: Facciamo qualche esempio: Passione Motori a me interessa vedere come fa le macchine, le compra le rimette a posto ecc, che ci sia il badge dell’azienda di turno sul parabrezza mi importa fino a na certe, anzi se grazie a quel badge vedo il contenuto tanto meglio. Certo che quando fa un video per pubblicizzare una casa automobilista cinese di auto elettriche, che si vede che anche a lui fan cagare, solo perché i cinesi hanno deciso di arrivare in Europa e il reparto marketing ha deciso di puntare sugli influencer mi puzza un po’. Anche vero che però non è che il contenuto successivo sulla Nissan Silvia con il meccanico che monta il motore viene sporcato dalla pubblicità. Quindi sponsor che lo supportano in questo caso dobbiamo vederli come la morte del pensiero critico? (Difficilmente parlerà male di quel brand cinese anche se le auto sono dei bidoni) Non so spesso le sponsorizzazioni sono anche storie di persone, prima degli influencer mi ricordo Max Biaggi con Sterilgarda oppure la San Carlo con Sic58, parliamo di accordi che superano il decennio e che sicuramente hanno forse più di umani dietro che di commerciale (attua eluente Sterilgarda supporta il team moto3 di Biaggi e San Carlo quello del padre del Sic). Quando ad esempio Naska fa un video per Yamaha in cui non menziona come il faro della loro nuova moto faccia cagare si vede lontano un miglio che è “pilotato” ma non vuol dire che le sue gare siano meno interessanti. È un tipo di business che permette il sostentarsi di queste realtà e magari a volte il prodotto che vende è anche interessante: nel mio caso il corso di guida in moto che sponsorizza naska l’ho valutato adeguato con quello di cui avevo bisogno, sicuramente con il brand “Naska” l’avrò pagato un po’ di più di quello che avrei trovato fuori (non lo fa lui il corso, quindi è un tramite che sicuro paghi), ma corsi di quel livello base non è che ce ne fossero tanti.
Ok, questa e' l'anamnesi, ma la diagnosi? Perché secondo me questo sarebbe il vero punto di interesse: quale processo sociale (o culturale o che ne so) negli anni ha portato a questa situazione?
Provo ad avanzare la mia (personalissima ed opinabile) ipotesi: la nicchia che un tempo era il web si è ingrandita ed è diventata fonte di guadagno per gli inserzionisti; i singoli lavori sono diventati a tempo pieno e non più "side project", quindi per il singolo creator quel lavoro deve essere (unica, o quasi) fonte di guadagno.
Qualche video fa Wesa consigliò di leggere La scomparsa dei Riti di Byung-Chul Han dove si provava a farne una. Per l'autore, molto è da ricondursi al culto dell'efficienza e della produttività (l'obiettivo supremo è "vincere", nel caso in questione da un punto di vista economico) mista a una cultura che nei decenni era già diventata fortemente individualista, per cui strumenti come i social non costruiscono comunità (che credo che per l'autore neppure più possano esistere sul serio se non in rari casi), ma aumentano le occasioni di conflitto tra individui e di competizioni su chi è più produttivo di un altro. Non sono pienamente d'accordo con Han soprattutto perché credo sia troppo feroce con le critiche all'individualismo (forse è più legato di me alle filosofie orientali), ma a parte questo ho trovato il suo tentativo di studio davvero interessante
C'è speranza, esistono pochi creator nonché di nicchia che apportano solamente contenuti, inoltre, come hai detto esistono, per fortuna, strumenti come Patreon.
Temo che lo stadio finale della fanbase sia ben peggiore. Ci sono casi limite in cui l'autore è tenuto prigioniero dalla sua fanbase entro i confini del suo personaggio, confini che oltretutto egli non ha più il potere di determinare, perché il fan(atico) se ne è impossessato. Chiedere a James Rolfe per info (o a Sir Arthur Conan Doyle se vogliamo essere più raffinati).
That's Capitalism, baby! Edit: Nel momento in cui dici "Io cerco l'individuo", riemerge sempre la - secondo me falsa - dicotomia individuo/collettività. In generale l'essere umano, animale sociale e politico, da una parte cerca sempre un gruppo o un'identità a cui appartenere, dall'altra cerca sempre di autodeterminarsi come individuo. Non puoi descrivere adeguatamente l'essere umano senza considerare entrambi gli aspetti. Se estremizzi il primo aspetto, avrai un gruppo in cui il diverso, o chi esercita spirito critico, viene considerato come nemico, come un traditore; se estremizzi il secondo avrai una società che considera se stessa come non esistente e cui in l'individuo viene atomizzato e si sente solo - e questo è ciò che sta avvenendo da circa quarant'anni nella nostra società dominata dall'ideologia neoliberista. Il discorso inoltre si complica ulteriormente se si tiene conto dei rapporti di potere tra individui e quindi di come è strutturato il potere nella nostra società (spesso in maniera oppressiva e gerarchica). L'obbiettivo utopico non dovrebbe essere "distruggiamo ogni tipo di socialità umana", ma il cercare di costruire una società che sia il più inclusiva possibile, che permetta in sé stessa a TUTTI, e non solo alcuni, individui di autodeterminarsi, di essere liberi e di cercare la felicità; in cui l'ideologia dominante, in termini gramsciani, non sia "loda il dio denaro! Il profitto è l'unica cosa che conta! Il capitalismo è il sistema migliore possibile!", né "loda il leader massimo, l'unico che ci può guidare verso un futuro migliore", ma sia quella che incoraggia lo spirito critico, a cominciare dalla critica nei confronti della dell'ideologia dominante stessa.
Seguendoti da molto tempo pregustavo il momento "non sono anticapitalista, cerco l'individuo libero, non datemi del compagno" dall'inizio del video, e quando è arrivato ho provato una ilare soddisfazione "memetica"... Ma pensandoci più seriamente, un po' mi dispiace. Perché tutte le critiche che muovi sono proprio critiche al capitalismo o a dei suoi aspetti, tanto che hai dovuto inserire un disclaimer per distanziarti dall'ovvia conclusione. Arrivare a sostenere le tesi dell'anticapitalismo, ma distanziarsi da questa parola. E trovo assurda questa ginnastica mentale, come se l'anticapitalismo fosse territorio proibito. Come se fosse inconciliabile con l'individuo libero. Come se fosse dogma. Mentre essere consci delle mille falle di un sistema e continuare a rifiutare di metterlo in discussione, è proprio quello il dogma. Niente, tutto qua, solo pensieri per una persona che mi ha molto formato allo spirito critico, e spirito critico è anche riflettere senza superbia sulle critiche poste al nostro modo di pensare ;) (e ovviamente posso essermi sbagliato anche io, per cui discutiamone pure! Te se ama wesa)
Guarda mi hai letto nel pensiero. Personalmente io non aspettavo con trepidazione il momento "non sono un comrade" (probabilmente non seguo wesa abbastanza) anzi sono rimasto molto sorpreso. Se partiamo dall'assunto che generare profitti è cosa buona e giusta allora la critica e riflessione del video(che io condivido ed ho trovato interessante) viene meno. Attenzione con questo non voglio assolutamente dire che Wesa sbaglia a dirsi definirsi in un modo o in un altro ma semplicemente che la riflessione (ripeto, a mio avviso ottima) diviene vuota retorica.
Critica all' Economia basata sui processi del Capitalismo nel suo stadio piu' avanzato? Personalmente ritengo, per usare termini anglosassoni, che i processi di commodificazione della persona e delle che descrivi siano non un "bug" del sistema ma una "feature", una caratteristica. Sinceramente non capisco, senza dubbio hai una certa cultura, sei preparato, hai un linguaggio piu' preciso e puntuale nel descrivere molti dei problemi della societa' e ammiro la tua capacita' di analisi ed invidio la tua fame di libri; grazie a cio' fai un' analisi puntuale dei problemi insiti nel sistema economico in cui viviamo e ancora dici "non sono anticapitalista". Sembra che in Italia ci sia quasi la paura di essere a Sinistra, di dire qualcosa di Socialista o Dio non voglia Anarchico. Cerco di capire, ma piu' ci provo, piu' non capisco.
Nulla vieta all'infuencer di investire 100K in pubblicià (questa volta sua) per vendere il tuo prodotto intellettuale (libro, video, webserie, blog etc) e farlo pagare ai suoi fan. Certo deve essere abbastanza interessante perchè qualcuno lo paghi, sarà mica questo il problema? Sarà mica che i contenuti che 20 anni fa erano originali (in termini di "profondità") oggi sono diffusissimi e inflazionati? E che non si riesca a creare un contenuto che spicchi abbastanza perchè qualcuno sia disposto a pagare denaro per consumarlo?
Questo discorso secondo me è vecchio quanto i social stessi. Comuque se alla gente sta bene "fidelizzati" che lo facciano pure. E ricordo anche che si può vivere tranquillamente senza social, lo dice uno che non ha mai avuto Facebook, Instagram, tik tok ecc... Quando non ho un cazzo da fare mi butto sul tubo, guardo qualche video "interessante" (tipo questo), se mi va commento se no amen, stacco tutto e vivo la mia vita come sempre. Ovviamente il creator è giocoforza vincolato alle regole di chi lo ospita, mi sembra lapalissiana come cosa e da sempre aggiungo io. Con questo commento comunque non voglio difendere youtube perché è l unico social che seguo, anzi lo reputo allo stesso livello di quelli che ho citato sopra. Molte volte mi viene la tentazione di eliminare pure questo dalla mia vita. Chissà se prima o poi non succederà!
E non hai toccato un aspetto non indifferente: l'influencer, che fa marketing per sostenersi (quindi non considero quelli "milionari", che, consci del proprio "potere", sanno di poter avanzare determinate richieste), a tutti gli effetti lavora per l'azienda che pubblicizza, venendo sicuramente pagato meno di quello che dovrebbe essere il budget per una pubblicità "tradizionale" (azienda pubblicitaria, eventuali stampe o altri supporti, fisici o meno, pagamento di spazi pubblicitari, ecc). In questo modo le aziende che sponsorizzano ottengono visibilità con un investimento sicuramente inferiore, sia di tempo che denaro. Probabilmente a scapito di tutte quelle altre aziende che, fino al 2007/2008, data in cui io stabilisco l'inizio dell'egemonia dei social, tramite la diffusione degli smartphone, si occupavano di pubblicità, a meno che non si mettano ad assumere influencer... E sarebbe una mossa arguta. P.S.: quindi quei cuscini dove li possiamo comprare? Hai anche un codice sconto? 😂
Secondo te questo ragionamento si applica anche agli abbonamenti su Twitch? Alla fine anziché un prodotto vendi un "Abbonamento" che nella maggior parte dei casi non ti da nulla. Lì però sei "Testimonial" di te stesso alla fine no? Si potrebbe vedere come una specie di Patron ma senza ricompense/ con ricompense ridotte
Ciao. Però ti renderai conto che, in tutto ciò, tu rappresenti un felice corto circuito? Nonostante tu proponga dei contenuti intelligenti - e quindi di valore - e lo faccia rimanendo perfettamente coerente al tuo pensiero critico e libero (cosa solitamente controproducente), riesci al tempo stesso a far parte di questi meccanismi malati di cui parli e quindi a generare una fanbase appassionata e innamorata di ciò che dici e sei. Io lo trovo fantastico anche se è difficile da spiegare. È semplicemente così che funziona TUTTO. Non si sfugge. Ad ogni modo trovo che gli influencer in realtà siano gli influenzati: senza un pubblico che decida se seguirlo o meno, il loro stile di vita sarebbe ben diverso.
No. Io posso pure concordare con ciò che Wesa esprime nei suoi video ma sicuramente se dovesse, per esempio, lasciarsi con la sua ragazza o subire un lutto, non ne verrei colpito più di tanto. Certo mi dispiacerebbe come può dispiacere per chiunque, ma sta di fatto che io non lo conosco nella vita reale, e questo è importante ricordarselo. Poi ok posso pure pensare che sia un bel cranio e una bravissima persona piena di valori, ma non bisogna essere "fan" e "innamorati".
@@fedelinus3 ciao. Probabilmente mi sono espresso male io perché stiamo parlando di due discorsi diversi (ad ogni modo concordo con ciò che dici alla fine). Quello che intendevo è che spesso Riccardo mette alla berlina certi comportamenti e meccanismi e lo fa in maniera ben argomentata e ha indubbiamente ragione. Centra sempre il punto. E ovviamente condanna (anche se lo fa nella sua maniera sempre educata e composta) le tecniche usate da alcuni "personaggi". Ma è anche vero che, nel momento in cui si diventa o si vuole diventare dei content creator con un gran seguito, bisogna comunque piegarsi a certe regole, a certi meccanismi del marketing applicati alla rete e ai social media. Wesa parla ad esempio dell'abitudine (ma forse bisognerebbe dire "necessità") di chiamare sul proprio canale personaggi famosi per intervistarli e richiamare altra gente, sfruttando quindi quel deprecabile "personaggismo" di cui parla nel suo video più recente... quando lui stesso si è dovuto più volte piegare a questa pratica (e per fortuna aggiungerei visto che mi ha fatto conoscere Luis ad esempio). Spero di essere stato più chiaro. È questo che intendevo quando dico che comunque non ci si può sottrarre a certi meccanismi che critica. A maggior ragione dal momento che Wesa per primo DEVE sfruttarli per poter stare in rete. Ciao.
@@fedelinus3 ti dò ragione. È comprensibile innamorarsi di ciò che una persona dice, ma non è sano innamorarsi della persona. La persona è umana e quindi fallibile, le persone possono fare errori ed è normale. Altrimenti avvengono quei fenomeni malati per cui uno idolatra un cantante, ma poi appena si viene a sapere che quel cantante nel privato ha delle perversioni eticamente non proprio accettabili e allora via, si rigetta tutto e si rifiutano pure le sue opere perchè le si associano alle persone. Bisogna tenere l'opera separata dal privato della persona.
Il mondo non lo cambi , ma tu puoi vivere agendo come vuoi te, ovviamente con I compromessi necessari della realtà. Io per esempio non uso I social come li usano I fan di cui parli ,li uso per cercare contenuti interessanti come molti tuoi video. Questo porterà a delle conseguenze ma me le prendo . Di sicuro non sarò al corrente del brand appena uscito , di sicuro molti mi vedranno strano, non si potrà parlare con me delle cose di cui si parla con tutti. Ma chissene frega . Vivere criticamente , con lucidità e intelligenza ,e aggiungerei con intraprendenza per me rende la mia vita degna, degna perche mia . Se non trovi nessuno che parla senza vendere ,o senza avere un marchio in testa , guarda I miei commenti :). Questo per dire che ci saranno molte persone intelligenti che a questa logica non ci stanno davvero.
I 3 attuali pollici versi suppongo provengano dalle persone bersaglio della tua critica: fanboy di qualche influencer. Altrimenti, se avessero più coscienza critica, saprebbero che il tuo discorso, purtroppo, descrive semplicemente la realtà dei fatti.
Wesa, il tuo percorso di boomerizzazione sta vertiginosamente accelerando. Fra crampi logici e spauracchi di dogmatismo, ti stai arrotolando nella distanza da mondi con cui non riesci a dialogare, che sfuggono ad una razionalità viziata (tutte le nostre lo sono) che non vuole essere ingannata ma tempo stesso inganna se stessa, ponendosi sempre al di qua di ciò di cui parla. La parola boomer ormai è alla fine del suo corso, piegata plasmata e ora abusata, ma la uso qui per intendere ironicamente una 'persona che guarda le cose da un piccolo e ristretto foro di un robusto e insormontabile muro generazionale'. La tua capacità argomentativa rende il tuo sguardo più nitido e interessante di molti altri, e questo ti dovrà sempre essere riconosciuto. Ma descrivere meglio il muro, con parole squadranti, non ti risarcisce di ciò che non cogli oltre. Sempre e comunque piacevole da ascoltare, un saluto
Asciughiamo la vena se no si parla di cose eteree ed effettivamente non si capisce ahah. Parlavo semplicemente di una postura parziale (tutte lo sono) in senso generazionale. Persone che hanno una mentalità ancorata ad un preciso contesto storico, si trovano ad un certo punto ad essere distanti da quello che oggi è il contenuto, da quello che oggi è l'arte, da quello che oggi è il prodotto etc... Wesa, per quanto si ponga educato, qui tira diverse stoccate ad un mondo che per lui sembra abbia sacrificato arte e contenuto all'altare della pubblicità. Tralasciando tiktok (con il quale io stesso ho una tara generazionale e non riesco a confrontarmi) i social sono strapieni a mio avviso di arte e contenuto, quindi già in questo senso non posso essere d'accordo con Wesa. Poi bisognerebbe discorrere di molte altre cose. Una su tutte il fatto che i ragazzi si fanno contenuto, si fanno immagine, si fanno arte nella loro interezza (e non credo sia così audace parlare di "farsi arte" quando la massima aspirazione di molti decadenti già più di un secolo fa era quella di fare della propria vita e della propria persona superfice estetica e aristica aldilà del contenuto, perché il contenuto erano loro). Se un ragazzo si fa arte, vuol dire che, in modo pretenzioso, il contenuto è tutto quello che fa, e le persone saranno interessate a lui in generale e non alle cose specifiche che fa. Questo è un male? Secondo me non per forza, secondo wesa sembra di si. Il culto del personaggio e la mercificazione dell'arte c'erano già (questo lo ammette lo stesso wesa) semplicemente siamo di fronte al moltiplicarsi di personaggi e ad un maggior spazio di manovra per l'incontro tra pubblicità e arte. Come si fa a dire che chi oggi sponsorizza una cosa e domani un'altra non sta dando contenuto? Il contenuto è ovviamente lui stesso, il personaggio e il suo carattere e carisma, e se vogliamo dire che un personaggio e una persona non possono essere arte e offrire arte e contenuto nella loro semplice espressione allora non può farlo nessuno. Il contenuto c'è sempre solo che oltre a quello vi è un interesse spasmodico (spesso esegerato) per la persona e tutto ciò che fa indossa etc..., Ma ancora una volta questo c'era già, internet gli ha solo dato modo si avere maggiore sfogo. L'arte e il contenuto sono sempre e comunque li, e sono spesso più pregevoli e militanti di un tempo. Per quanto riguarda poi fidelizzazione e gioire perché uno si compra casa con i tuoi soldi, ancora una volta non capisco il punto. Io mi considero fidelizzato da diversi canali e influencer, anche dallo stesso Wesa, e non vedo di malocchio la fedelizzazione, perché l'affezione per il personaggio sta alla base di una fruizione continua e duratura di esso. se wesa mi vendesse qualcosa e grazie a me potesse comprarsi casa nuova, io gioirei, e non me ne vergogno. Mi fa specie che wesa mimi nel video questa 'ironica esultanza' come a intendere che il gioire per il successo altrui a cui hai contribuito sia la massima idiozia umana. Anche questo non lo credo. Ma facciamo anche che sia vero, quello che contesto qui è semplicemente il fatto che questa tendenza negativa che wesa sembra intercettare è intercettata nello stesso identico modo da tante altre persone molto avanti con l'età con cui ho parlato degli stessi temi. Ovviamente queste altre persone x non si esprimono e non argomentano puntualmente come wesa, ma sono davvero vicine al discorso. Mi viene quindi pensare che il problema sia generazionale. O magari semplicemente siamo noi più giovani a non capire lo sfacelo artistico in cui ci troviamo, non lo escludo. Era solo un opinione la mia, una fra le tante in questo mare caldo e confuso che è l'internet.
@@luchinofortunato7350 grazie per aver chiarito. Sul discorso sui contenuti non ho molto da dire, puoi anche chiamarlo arte ma la maggior parte di quello che emerge continuerà dal mio punto di vista a essere di poco valore. Ci sarebbe poi da discutere su quali contenuti i social tendono a far emergere, e sui parametri che li fanno emergere (sicuramente non legati a logiche "artistiche"). Il problema della fidelizzazione è che si perde di senso critico, su questo secondo me wesa è stato abbastanza chiaro, penso anch'io che in certa misura affezionarsi a un creatore di contenuti non sia negativo. Secondo me il discorso della barriera generazionale è valido fino a un certo punto. Io ho 21 anni ma sono cresciuto con l'idea che i social fossero una distrazione da cose più importanti come lo studio, la lettura, lo sport ecc, quindi potrei dire influenzato dalla generazione dei miei genitori. Magari un ragazzino oggi non si pone proprio questi problemi e vive i social più serenamente, magari la società nei prossimi 10 anni migliorerà grazie ai social; però essere critici, fare delle valutazioni su questo mondo non mi sembra male. Altrimenti diciamo che le dinamiche sono sempre le stesse, che 50 anni fa non era meglio, ecc e ci mettiamo l'anima in pace, tanto cambiare la situazione è difficile, il massimo che si può fare è regolarsi a livello individuale, decidendo se e quanto usare i social. Spero di essermi fatto capire un po', non ho le idee tanto chiare su questi argomenti al momento 🙂
Off topic totale: ma una bella collaborazione col Frusciante per parlare di Kurosawa? Così, la butto lì. Purtroppo non c'è ancora tanto materiale youtubico italiano sul Maestro, potrebbe essere una buona occasione
Ma si tik tok va presa per quello che è.. una cagata, così per passare il tempo, magari per avere uno spunto, bombardati costantemente da bublicità in TV a intermittenza, mania di etichettare qualsiasi essere e concetto sono alla base dell informazione di alcune persone, ma se sei intelligente curioso o emotivo, se hai un desiderio di fare, puoi stare tranquillo e vedere le cose per quello che sono, possono servire anche per approfondire magari, che la pubblicità del Rolex ma ti vene voglia di fare lorologiaio ahahahaha....o no?
Ho letto che valuti(valutavi?) Alberto Naska il miglior portatore di contenuti su TH-cam, la pensi ancora così? Probabilmente sbaglio ma credo che i tuoi spunti abbiano preso ispirazione soprattutto da lui..
Sono deluso, mi aspettavo un fine video "Detto questo ragazzi, lo sapevate come proteggere la vostra privacy in rete? ..."
Esattamente ciò che ho pensato me medesima
Wesa prima del 2015: "non è che ripudio internet, semplicemente lo disconosco"
Mi ero scordato di quanto fosse bello avere abitualmente nuovi video di Wesa
Farei un discorso più stratificato, spesso la fidelizzazione è fuori dalla esplicita volontà del creator, spesso gli sponsor sono accettati "responsabilmente", cioè attinenti ad interessi o opinioni del creator (vedesi treedom, gimme5 et similia).
A volte il pensiero critico può convivere con la vendita di un prodotto, basta che ci sia onestà intellettuale del creator e preminenza del contenuto sul prodotto.
Poi il 95% è pattume, sono d'accordo con te
Grazie Wesa per fare questi discorsi, c'è tanto bisogno di sentire una persona che ragiona in modo sano. A volte mi sento pazzo notando continuamente cose aberranti di cui sembra non freghi niente a nessuno, ora magari continuerò a sentirmi pazzo ma non da solo.
Wesa mi hai fatto scoprire Byung-Chul Han, che mi ha fatto a sua volta diventare molto critico verso i social, soprattutto grazie al libro "nello sciame". In poche parole ho disinstallato tutti i social dallo smartphone (non sono ancora riuscito a levarmi dai social completamente, sicché li tengo su PC), e ne ho guadagnato perché ho cominciato a leggere di più, videogiocare di più, guardare più film e soprattutto a comprare meno, incredibile a dirsi, ma da quando non ho più social non sento più la pressione di stare sul pezzo e compro meno stronzate (in tutti sensi).
Nello sciame sarà il prossimo suo che leggerò probabilmente. Ho amato filosofia del buddismo zen e sto leggendo giusto adesso La scomparsa dei riti (paradossalmente lo sto trovando più difficile da avvicinare, ma comunque interessante). Sono sempre stato molto restio all'uso dei social, ma forse ultimamente pure io ci passo troppo (relativamente poco, ma comunque troppo) tempo sopra
Se ti può interessare approfondire l’argomento di “disintossicazione digitale” ti consiglio di leggere anche Minimalismo Digitale e Deep Work di Cal Newport, che affrontano il problema dei social ai giorni nostri e spiega come impattano sulla nostra salute psicologica e sulla nostra produttività.
@@eduardoacqua grazie dei consigli. Ci butto un occhio. Alla fine vorrei arrivare ad utilizzare solo TH-cam e Twitch, eliminando completamente Instagram, Facebook e Twitter. Ovviamente whatsapp e telegram sono ineliminabili se proprio non voglio uscire dal mondo e distruggere ogni legame anche irl
Mi unisco nel consigliare Deep Work!
@@cheliossecondocanale twitch secondo me è il primo da buttare.
“…e mi é venuta come l’impressione che mi stessero rubando il tempo…” (cit.)
Vasco.
Catturare la "disponibilità" del fruitore è vitale, oggi come oggi, quello che è dietro l'influencer marketing è di fatto una variante del "permission marketing" descritto da Seth Godin: non più "interruption marketing" (cioé le interruzioni pubblicitarie che spezzano l'attività dello spettatore) ma agganciare l'attenzione del consumatore per farsi dare da lui il consenso a sottoporgli il materiale pubblicitario il quale, se ben progettato, lo fa sentire non più consumatore ma parte della squadra. L'influencer marketing è di fatto un meccanismo di questo genere, ti senti "della cricca del tuo idolo", non semplicemente di aver seguito un suo "consiglio", usare una persona in carne e ossa che ci metta la faccia è una combo perfetta: aumentano le conversioni perché c'è una faccia, aumentano ancora perché il testimonial è "uno come te" e in più ti affezioni anche, quindi da un lato sei fidelizzato a lui perché lo trovi gradevole e dall'altro hai l'investimento emotivo con tutti i bias che si porta dietro: finisci per continuare a mangiare quella minestra in eterno pur di non ammettere che non è più così tanto buona, se mai lo è stata.
Curioso che proprio TH-cam, uno dei "nuovi media", abbia aumentato così tanto la mole di interruption marketing, ma finché uno è in regime di monopolio di fatto se lo può anche permettere.
bel commento
Praticamente lo stesso meccanismo paesano per cui, quando il figo/a di turno dice che X è il TOP, quelli meno fighi prendono X e di conseguenza chi gli orbita intorno cercherà di prendere X per non sentirsi escluso, ma esclusivo
@@rockessence Sì, e non solo "il mio idolo ha X, voglio anch'io X", ma alla base del meccanismo c'è l'azienda vista come degna di fiducia da parte dell'influencer di fiducia e quindi favorita da un bias di partenza non da poco: mi fido di lui e lui si espone per questo prodotto, deve essere buono altrimenti mi starei sbagliando io. Si parte già con il bias di conferma che rema a favore dell'azienda, un privilegio per il quale in passato avrebbero sborsato cifre astronomiche. Questo non permette di fuggire dall'offrire prodotti realmente interessanti e utili, però un prodotto valido senza una promozione efficace non serve a niente.
Il mio unico dubbio su questo video (col quale mi ritrovo nella sua quasi totalità) riguarda la parte finale dove menzioni l'auto-finanziazione tramite Patreon, crowdfunding ecc come metodo che esula dal conflitto di interessi e dalla markettata più becera.
E sono d'accordo che sia sicuramente meglio di spiattellare lo sponsor di turno all'inizio di ogni contenuto, ma faccio comunque fatica a considerarlo veramente indipendente, proprio perchè a finanziare i tuoi contenuti "indipendenti" sono i tuoi stessi spettatori. In un certo senso il conflitto di interessi questa volta non è con un'azienda terza, bensi col pubblico, che ti segue e supporta per quello che dici. E quindi per forza di cose starai attento a cosa fare e come farlo, cosa dire e come dirlo, farai compromessi, perchè se cominci a distanziarti dal pubblico che ti finanzia potresti perdere quell'indipendenza che pensavi di avere. Anche nei casi estremi come il tuo dove la gente ti segue e supporta indipendentemente dal fatto che potresti un giorno parlare male del loro anime preferito (perchè perlomeno hai fornito loro strumenti critici e anti-dogmatici che hanno filtrato un certo tipo di pubblico e ragionamenti), comunque sia se un giorno dovessi cominciare a fare discorsi estremisti o complottari molti di quei supporters se ne andranno. E quindi dovrai stare attento, fare compromessi ecc ecc, come ogni markettaro becero che non può parlare male (o anche solo criticamente) del prodotto che pubblicizza.
Ciao Wesa, ho seguito tutto il video con interesse perché proprio in questi giorni anche io stavo rimuginando sul tema. Da un lato comprendo tutte le tue considerazioni e i tuoi "brividi" perché io stessa dico spesso che mi piacerebbe vivere in un modo più libero dalle dinamiche della persuasione, della vendita e del denaro... ma il punto è proprio che viviamo in una società basata su queste fondamenta e, a meno che non si voglia fare un cambio di vita radicale, vedo difficile "realizzarsi professionalmente" andando in controtendenza a queste dinamiche. Questo per dire che, dal mio punto di vista, mi sembra che il tema dell'Influencer Marketing e in generale gli Influencer e i Content Creatori vengano sempre presi come capro espiatorio di una dinamica che non riguarda loro così direttamente, ma che sta alla base di questa società basata sulla perenne crescita economica (=vendere di più, perché alla fine è questo che genera soldi).
Ben venga se un Content Creator riesce a crearsi una realtà propria, ma anche lì il contenuto si trasformerà in contenuto di vendita, e allora che cosa ci sarebbe di tanto diverso rispetto ad un altro che vende qualcosa per conto di un terzo un prodotto o un servizio, che magari non è stato fatto da lui, ma in cui crede fortemente (e genuinamente)? Perché uno dovrebbe essere migliore dell'altro se tanto l'obiettivo è sempre generare guadagno in cambio di qualcosa "di valore" per gli altri? Aggiungerei anche che non tutti i Content Creator hanno per forza una vena imprenditoriale così marcata, alcuni sono "semplicemente" Creativi o Intrattenitori di natura e sappiamo quanto questi due approcci (dato che non sono approcci Commerciali) fatichino a trovare una propria sostenibilità economica, in Italia ma non solo. Mi vengono in mente i The Show per citare un esempio concreto, che ora sì hanno trovato la loro sostenibilità economica (addirittura evolvendosi in azienda) attraverso Patreon e simili, ma sarebbero riusciti ad arrivare a questo traguardo senza aver lavorato con brand e aziende terze negli anni precedenti? Insomma per crearti la tua libertà creativa e imprenditoriale non devi forse passare per un percorso graduale, conquistandoti la tua autonomia a poco a poco?
Ovviamente tutto il mio ragionamento, come detto prima, si basa su un approccio trasparente e onesto alle collaborazioni e alla vendita, approccio che però non è ancora così diffuso in questo settore (né da parte degli Influencer né da parte dei brand) e immagino che sia per questo che l'argomento suscita ancora così tanta diffidenza. Penso però che se siamo qui ad analizzare in modo approfondito e critico certe tematiche, allora siamo anche esseri pensanti in grado di capire quando una pubblicità è "genuina" o meno e quando è il caso di premere unfollow o disiscriversi o, ancora meglio, lasciare una critica costruttiva all'influencer o creator che ci ha "deluso" in quella sede.
Il mio punto di vista è sicuramente influenzato dal fatto che creo contenuti su TH-cam e sugli altri social da ormai 4 anni e che da un po' di tempo ho trasformato questa attività nel mio lavoro full-time da "Creator", cercando di sempre di fare tutto con il massimo della trasparenza e senza prendere in giro nessuno... spero però di aver portato ulteriori spunti e un punto di vista che possa aiutare a completare questo dibattito! :) Grazie per il video!
Condivido che ci possa comunque essere (come in ogni cosa nell'economia e nel commercio) un modo più rispettoso e tendenzialmente trasparente di fare le cose, anche con un tornaconto economico e professionale, e non c'è alcun giudizio etico o di merito in questo. Credo tutti noi possiamo trovare nel nostro quotidiano qualche creator molto virtuoso e trasparente nel suo costruirsi un percorso e vendere il proprio lavoro o il lavoro di alcuni partner.
La domanda di Wesa è interessante per ragionare sul "massimo sistema" (che a mio avviso non ha soluzione, ho scritto un pensiero in un commento sopra in merito).
Diciamo che prenderla come momento di riflessione per capire in che sistema ci troviamo è interessante per avere più lettura critica del fenomeno, mentre prenderla alla lettera credo semplicemente non sia possibile, e quindi una volta fatte le considerazioni del caso si va avanti comunque lungo questa tendenza.
Ciao Fede! Ci si ritrova anche qui dal buon Wesa! La mia opinione è un po' a metà tra la tua e la sua.
Io non ne posso più delle pubblicità degli influencer, dei pacchi regalo, delle collaborazioni… è terribile, non capisco se si rendano conto di essere diventati dei cartelloni pubblicitari, quasi tutti. 😔
I soldi li vuoi? Hanno un prezzo.
N.B. anche io non ne posso più, ma l'alternativa é pagare...
“Criticare i social sui social” è una funzione vitale che mancava, e questo orientamento rende il tuo canale ancora più originale e prezioso. Grande.
come dice qualcuno: "fare il tarlo all'interno di questo sistemaccio"
Sto sui social da quando ho 11 anni. La cosa più avvilente è vedere gli highlights delle persone vivere una vita all'apparenza priva di spigoli e problemi. Una volta che prendi coscienza che tutto ciò che vedi è uno strato fasullo della vita di una persona li riesci a digerire in modo migliore.
Che poi, se ci si pensa, ma cosa ce ne frega a noi delle vicissitudini altrui...
Wesa che riesce a fidelizzare criticando chi fidelizza🧠
"utilizzando la fedeltà di un pubblico che si è innamorato di te perché crede che siccome ti vede tutti i giorni sei suo amico", ho amato
Ti seguo silenzioso da tempo e amo praticamente tutto quello che fai e come lo fai anche, e soprattutto, quando non sono d'accordo o non ho gli strumenti per comprendere a pieno.
Questo è uno di quei casi, in qualche modo i soldi (il mecenate?) sono indispensabili per me.
Una volta ti mettevano tra gli spettatori della crocifissione, oggi mi parli bene di una VPN, se , e ce ne sono di ottimi creatori, la qualità c'è, non ci vedo nulla di male. Cioè se il placement fa si che si produca divulgazione/idee ben venga.Baci
Mi avrebbe fatto molto ridere se a fine video avessi sponsorizzato qualcosa, come per rafforzare ancora di più il tuo discorso ahahahahahahha sarebbe stata una genialata
credo che ne avrebbero sofferto la sua sanità mentale e la sua stima verso sé stesso. Giustamente
Guardando questo video, ho avuto modo di chiedermi( in base all'argomento trattato) se anche Wesa non fosse un creatore e/o una persona che può o possa influenzare....
Paradossalmente cliccando(scegliendo) la campanella dell'iscrizione che TH-cam ci mette a disposizione per ogni canale" noi" diventiamo fan di ciò che ci è più affine alle nostre necessità, anche di pensiero( presente, passato e futuro) In fin dei conti... L'essere umano avrà sempre bisogno di identificazione con qualcuno o qualcosa. Siamo organismi che hanno bisogno di entrare in contatto e qui entrano in gioco ( rimanendo sul tema) di questi giochi della società.
Grazie per queste riflessioni Wesa.
Ti faccio i miei complimenti per come sei riuscito a toccare certi temi di cui, purtroppo, si parla poco.
Avrei voluto scrivere qualcosa di più lungo su questi aspetti ma sono in pausa pranzo e devo volare 🚀
Continua così! ✌🏻
Hai fatto bene a porre la qustione. Già prima di internet la domanda del limite alla pubblicità, di una pervasività del marketing (che si fa subcultura quando non ci sono strumenti criciti) rimaneva purtroppo sullo sfondo. E' una delle questioni centrali della nostra società sviluppare una ecologia dell'informazione, dei contenuti (come dice per esempio De Biase) . In altri termini, non è neutro se tutto viene ridotto alla logica del ricavo economico. Necessario per l'economia, certo, ma sino a che punto tutto può essere ridotto a merce, al consumo, al guadagno economico? Niente di nuovo ma stiamo arrivando a livelli inquietanti con i social media.
Uno dei migliori youtuber in Italia!! Grazie Wesa che ci fai vedere oltre la parete, e ci dai la tua dimensione critica. Non vedo molto lontano lo scenario del Mondo Nuovo di Huxley nei social di oggi, dove tutto deve essere fatto per consumare/comprare. Se parli 20/40/60 min di questi temi sei una pecora nera, non mi fai vendere nulla, il tuo pensiero è troppo complesso (per la maggior parte del popolo)...triste realtà
Che bello sentirti dire:"ma a me che me ne frega!!"
Ciao Wesa,
io concordo pienamente con il tuo discorso, ma secondo me andrebbe fatta distinzione tra pubblicità e pubblicità. Personalmente mi occupo di fumetti, soprattutto piccole o autoproduzioni. Fare una recensione a un volume di questo tipo è pubblicità, ma pubblicità di arte, di prodotti lodevoli di realtà che non hanno visibilità, una pubblicità non finalizzata al denaro (ne mio ne della realtà editoriale di turno che certo non ci si arricchisce) ma allo scopo di diffondere idee e arte!
Ti sbagli, il mio idolo è diverso, lui è puro!
Il video più interessante su TH-cam Italia in questo momento .
Grande wesa, sapevo che eri anche tu un compagno
cringe
Underrated comment
@@jaco3041 È evidentemente una battuta tranquillo
Nel 2020 Sanremo ha avuto un solo main sponsor. E Gucci si è detto "vestiamo Achille Lauro" per finire su tutti i media a costi esigui (per loro). Se penso alla critica di "venduti" alle band punk rock quando 20 o 30 prima firmavano contratti con le grandi etichette... il contrasto è indicativo di quanto siamo diventati avvezzi alla pubblicità. Perché in TV potevamo cambiare canale più facilmente.
Video molto interessante: alla domanda "sarebbe possibile una alternativa al produrre solo come pubblicizzare?" (in senso stretto) io tendo sempre a cercare istintivamente alle radici nell'economia.
Proprio perché come hai detto tu la bilancia pende spaventosamente dal lato del contenuto promozionale e che converte (velocemente e superficialmente, perché prossima settimana ne dovrò sponsorizzare un altro prima dei nuovi altri perché dopo 6 mesi il prodotto non interessa quasi più a nessuno), se scelgo di fare contenuto per monetizzare non potrò che rincorrere la giostra. Unica condizione che mi viene in mente perché questo meccanismo possa cambiare è: deve non essere importante quanto frutta quel contenuto. A livello economico ma anche reputazionale (perché pure la reputazione poi la monetizzi e ti può mettere in conflitto di interessi per esempio col tuo pubblico più assiduo o con la tua intera echo chamber che può collassare).
E va da sé che, non essendo auto sostenibile economicamente, solo una minoranza di contenuti o di creatori potrà percorrere questa strada. Potremmo vedere o il contenuto creato ogni tanto per pura dedizione nei creator professionisti oppure una condizione premessa dove la sopravvivenza economica non sia legata al fare contenuto (quindi creator non professionisti che producono sporadicamente).
Cioè, faccio contenuti non perché se non li faccio non pago le bollette, ma perché mi va o ho qualcosa di buono da dire, e se non lo facessi non mi cambierebbe la vita. Quanti se lo possono permettere?
(anche perché visto lo sforzo di produrre un contenuto, farlo serratamente senza guadagnarci sarebbe un martirio. se ci devo guadagnare, la logica primaria diventa la resa e l'efficienza alla quale SALTUARIAMENTE può affiancarsi il volontariato).
Perché cambi questo meccanismo dovrebbe cambiare l'economia in modo tale da consentire a tutti, superata la necessità di sostentarsi, di dedicarsi a benessere, critica, arte, cultura in modo spassionato. Non credo accadrà mai
Qual'è la differenza tra l'internet dei social e la tv? Viviamo in un paese dove la trasmissione più famosa era Carosello. Che era produzione di contenuti, anche di ottima qualità, finalizzata alla vendita. I bambini andavano a letto dopo Carosello, e ripetevano gli slogan delle pubblicità. Li conosco anch'io che sono nato negli anni 80... La tv commerciale poi ha venduto per decenni il sogno berlusconiano. Non credo che la situazione attuale sia peggiore di quella del dopoguerra. I media cambiano, sono strumenti, ma l'essere umano è sostanzialmente lo stesso, e a contare è l'interazione tra sistema economico, politico e individuo.
Però c'era anche Alberto Manzi e l'Odissea letta da Ungaretti
@@fedelinus3 anche gli attuali creatori di contenuti ci offrono alcuni prodotti di qualità. Si potrebbe analizzare quanto sia variata la percentuale di contenuti "commerciali" e "alti", ma la distinzione non è sempre così netta, e qualcuno dovrebbe stabilire dei criteri ergendosi a giudice.
tutti pensano che la pubblicità spinga all'acquisto ma è sbagliatissimo. la pubblicità spinge alla scelta di quello specifico marchio nel momento dell'acquisto
che è la stessa cosa soltanto posticipata
Video interessante come sempre, però vorrei fare una piccola riflessione riguardo la possibilità di essere realmente indipendente sul web. Nel momento in cui i social diventano un lavoro a tempo pieno, per forza di cose non sei più indipendente. Questo perché, anche se non sponsorizzi nulla ed al massimo hai un patreon, rischi sempre di essere condizionato nel creare un contenuto che possa farti perdere utenza. Questo è vero in particolar modo se la tua community è piccola (d'altronde noi non siamo anglofoni). Quindi la vera libertà creativa è
1) essere iper-famoso, il che vuol dire poter fare qualsiasi cosa perché ci sarà sempre qualcuno a cui piacerà (in linea di massima, ovviamente)
2) essere assolutamente sconosciuto; quindi fai quello che fai per hobby non aspettandoti fama e tantomeno soldi.
3) Essere mediamente famoso ed avere già un lavoro a cui affianchi quello del web, che rimane sempre subordinato a quello principale extra web.
Ovviamente questa mia opinione, in quanto tale, è criticabile. Di certo non pretendo di aver fatto una analisi perfetta😅
Sono perciò curioso di sentire altre opinioni sul tema.
Condivido appieno. Pretendere che si ricerchi l’indipendenza assoluta in condizioni non incredibilmente favorevoli è pura utopia. Soprattutto se si aggiunge che la figura del libero professionista in Italia è una delle più bistrattate e peggio trattate dallo Stato in ambito lavorativo
Ad esempio Frusciante, che avrà pure i suoi problemi e le sue criticità, è fuori da questa logica
"cerco l'individuo libero e non lo trovo, non datemi del compagno". Questa secondo me è una delle frasi piu' sottovalutate di tutte perchè racchiude il vero problema della "sinistra sinistra". La critica al capitalismo non è sbagliata, un sistema non potrà mai essere sano senza critiche, ma poi si perde di vista l'obiettivo: creare una comunità di individui liberi. Nell'estremizzazione del "personal branding" l'individuo è mercificato, perdendo la propria libertà, ma allo stesso modo nel comunismo l'individuo si scioglie nella comunità, perdendo la propria libertà.
Bisogna trovare il giusto equilibrio, trovare la tonalità equilibrata di grigio tra il bianco e il nero: la storia ha insegnato e insegna sempre che le estremizzazioni alla lunga hanno sempre fallito e così come il comunismo crollò a suo tempo così sarà destinato prima o poi a crollare anche questo mondo estremamente capitalistico
Per me uno degli esempi più assurdi di pubblicità rimane Spotify, dove (nella versione gratuita) il 90% di pubblicità che ascolti sono della stessa Spotify per invogliarti a comprare la versione premium per non sentire più le loro pubblicità. Adv Inception
Scusa, ma se tu fossi Spotify, non vorresti che più utenti possibili acquistino l’abbonamento premium?
Anche perché già usando la versione gratuita stai “cascando” nella loro trappola pubblicitaria, perché dare la possibilità di fare account gratuiti proprio questo è. Di conseguenza la colpa e la responsabilità è solo tua. Non puoi entrare in una tana di pipistrelli e lamentarti che è pieno di guano ovunque
@@ultimatejager4058 il problema semmai è che ti becchi la pubblicita INTERNA ai podcast anche col premium
Per il 90% dei contenuti hai ragione. Ma ci sono anche casi che non seguono queste dinamiche soprattutto su TH-cam. Gran parte dei divulgatori scientifici ad esempio non seguono queste dinamiche. E le pubblicità dichiarate e messe lì solo per guadagnare non le vedo così male perché non inficiano sul contenuto (tipo giopizzi). Spesso alcune pubblicità sono semplicemente prodotti di cui il creatore ha un idea positiva e che lo pagano per dirlo non lo vedo sbagliato.
Il discorso sulla fidelizzazione e dei video con solo pubblicità è diverso ovviamente
Io sono stato un povero scemo che per anni ha fatto attivismo su youtube, poi mi sono reso conto della ferocia delle "buone regole per la visualizzazione" e mi duole dirlo, della voglia di "nulla" di cui ha bisogno l'essere umano oggi
Dici, giustamente, che ti “fa specie notare quanto poco se ne parli”. Credo che ormai siano davvero pochi quelli che potrebbero affermare qualcosa tipo “troppa pubblicità!” o “non fidelizzatevi!” senza risultare ipocriti, ecco.
Credo di essere "fidelizzato" ad alcuni canali. Ma non ciecamente, nel senso che che nel tempo si tratta di canali che hanno sempre dimostrato una enorme qualità, e da quel poco che so anche una gestione salutare e positiva del proprio team, che è senz'altro da lodare. E per questi canali sì, mi capita di essere contento di vederne la crescita, sia perché implica che vedrò nuovi contenuti da parte loro si spera con la stessa qualità, ma anche perché mi sono oggettivamente affezionato ad alcune persone coinvolte, e purtroppo penso sia quasi inevitabile quando si guardano molti contenuti con determinati personaggi, dato che ci si può affezionare persino a personaggi di fantasia della propria serie o videogame preferito. Magari questo però accade anche per altro, anche banalmente sentirsi affine a qualche personaggio. Da quel che ho capito, in questo video si tratta della fidelizzazione becera basata solamente sulla sorta di legame che uno spettatore crea col suo idolo preferito per il meccanismo che indicavo prima, e quando c'è solo quello son d'accordo, è davvero triste, ma finché c'è qualche motivo per essere "fedele" (entro i limiti dell'accettabile ovviamente, non è che un fidelizzato debba diventare per forza un consumatore o un bot umano, per dire), non ci trovo nulla di male, personalmente
8:54: "Google, Facebook e Company...". "E Company" in due sensi.
Eccolo !! Sei tornato e per me è tornato youtube .
"... A proposito, vi vorrei parlare di Nord vpn...", ti prego, non farlo... Bel video.
Riutilizzo l'esempio dei thejackal per spiegare il mio punto di vista sulla questione: se stiamo parlando di un contenuto d'intrattenimento, il fatto che quel contenuto sia finanziato da un'azienda che realizza un prodotto (le sottilette) e sia pensato per pubblicizzare quel determinato prodotto, a me spettatore non dovrebbe fare né caldo né freddo. Intendo dire che l'unica cosa ad importarmi, nel momento in cui fruisco del video dei the jackal, è la qualità del video, non le ragioni per cui è stato creato o le sue finalità. Lo stesso vale per qualsiasi altro contenuto. La pubblicità è un contorno, se mi interessa il prodotto che viene pubblicizzato in un video tanto meglio, sarò ben felice di acquistarlo, altrimenti riuscirò comunque a godere di quel contenuto. È un po' come il discorso della pubblicità occulta o non nei film, se il film è bello, qual è il problema? Poi sono d'accordo sul fatto che ci siano video che risultano a tutti gli effetti delle pure e svergognate pubblicità, non più contorno ma fulcro del contenuto (unboxing, vi mostro il nuovo pacchetto di figurine, reazione a sa il cazzo ecc.) ma la cosa che da spettatore mi triggera in quel caso non è tanto la pubblicità in quel video ma il fatto che attorno ad essa non sia stato creato nulla di creativo/artistico e altre parole utili a capirci. Discorso totalmente opposto ovviamente per quanto riguarda un contenuto critico, dove il conflitto d'interessi, come già spiegavi in un tuo video, è il campanello d'allarme che dovrebbe farci dubitare della validità di un parere. Davvero però ho avvertito per tutta la visione di questo video un senso di esagerazione, di cercare il problema dove effettivamente la situazione è più semplice di quel che sembra, poi probabilmente sbaglio io, non posso avere la stessa lucidità di una persona che ci lavora sui social ma comunque condivido questo mio pensiero. In generale non credo tanto nell'espressione artistica o nella creatività libera, priva di vincoli economici e fuori da ogni logica di mercato. Ma non per questo la squalifico o la interpreto come minore.
A questa stregua così globale, però, ogni cosa può essere ridotta a pubblicità atta alla vendita-scambio. Perciò è facile perdere di vista la connotazione deteriorante che può avere, sempre salvo che ne abbia una.
La stessa relazione che posso avere con un'altra persona è fatta di comportamenti che cercano di creare un'immagine della mia identità nell'altro, quindi pubblicità, al fine di instaurare un rapporto di scambio, che sia la compagnia, il mutuo aiuto nella sopravvivenza oppure la relazione stessa. Ogni atto umano nei confronti di un altro umano è economia; é solo che adesso ci salta all'occhio perché tutto è amplificato.
13:27: Ecco, "Gioiscono della dimensione commerciale dei contenuti che sorbiscono" sarà il titolo di una mia poesia o di un mio poema o poemetto.
In realtà nel 2007 e nel 2008, quando ero un moralista arretratista, avevo iniziato a concepire il poema "De consumptione", con l'invocazione a Babbo Natale e al dio Petrolio al posto delle muse, poi mai realizzato nemmeno in minima parte. Questo ne sarebbe la versione non più reazionaria.
mi hai fatto venire in mente Carosello, quando parli di "pubblicità senza che sembri pubblicità"
... solo che la pubblicità della Tv commerciale la pisciavamo tutti, ora invece andiamo a "followare" pagine che fanno solo marchette
12:44: Dovrei trarre poesie dai video di Wesa come questo. L'ho capito. L'ho deciso.
You che ho TH-cam++ senza pubblicità, con skip automatico dei segmenti di video sponsorizzati e utilizzo in background: “😄”
Praticamente dopo la pausa sei digievoluto a nonno - ah.. ai miei tempi!
Siamo costantemente bombardati di pubblicità, verissimo; è il pubblico che lo chiede, altrettanto vero; solitamente la scusa è: ho lavorato tutto il giorno, sono stanco, voglio solo riposare il cervello quindi accendo la tv, guardo tiktok, Instagram, TH-cam e accetto chinando la testa tutto quello che mi frappone tra me e il contenuto, ovvero la pubblicità prima, durante e dopo la visione. Ci siamo accontentati di questo compromesso. Il problema è che se togli a certa gente il modo di staccare il cervello poi si lamentano, perché pensare è difficile. È un costante autoinganno e chi si autoinganna è peggio di chi mente perché non lo sceglie.
L'unica cosa da fare è scegliere chi guardare, ma saremo comunque costretti alla pubblicità. Se qualcuno uscito dalla caverna potesse tornare dentro a liberarci, sarebbe sicuramente apprezzato, ma dovrebbe comunque stare attento a non rimanerci linciato
Grazie!
Sono anni ormai che sento la nausea nel vedere proprio l'assenza di critica. Le aziende hanno instaurato un regime che tutti hanno abbracciato, la critica è abolita, la mediazione ed il compromesso sono adorati. C'è davvero un rapporto di forze basato sul ricatto: tutti i canali che si occupano di una certa tipologia di prodotto devono pesare le parole, in quanto le aziende (in caso di eccessive critiche) potrebbero negare il prestito dei prodotti per realizzare i video. C'è anche questo aspetto, e lo detesto, e mi fa avvilire.
La voracità di arrivare più velocemente possibile al cliente ha invaso ogni spazio dello scibile. Pochi spazi di cultura riescono a mantenere la propria verginità, come i teatri off, dato che i numeri che muovono sono risibili dal punto di vista del marketing. Un content creator più volte alla settimana è in grado di raggiungere decine, centinaia di migliaia di possibili compratori. Il problema però a mio parere è quello di un sistema che sta implodendo su se stesso. L'offerta supera a valanga la domanda in quasi tutti i settori.
Sempre più bravo Wesa! Si può chiamare maturità? Siamo diventati oltre che consumatori anche pubblicitari capillari e ad ogni livello. Gli youtuber sono influencer, in un gruppo di ragazzi l'importanza di un marchio di scarpe e per gli adulti la semplice e miserrima invidia. Ciao grazie.
Video indispensabile.
Cosa ne penso? Che ho eliminato instagram proprio una settimana fa. E se non ci fossero canali imperdibili come il tuo avrei eliminato anche TH-cam da un pezzo
Stima, non è una scelta facile
Mah.. È tutta una guerra ad accaparrarsi il tempo altrui. Credo che il flusso di denaro generato dai social sia un effetto secondario, per quanto notevole. Ma è il tempo la vera moneta, e la maggior parte di noi lo sta regalando.
sei testimonial involontario dello studio Ghibli
Falconero parlava di te ma ti dirà che non parlava di te. Fossetti ha lasciato il suo incarico per una scelta ovvia (impreziosita dalla spinta social/visibilità che Dario Moccia gli ha dato): scegliere tra credibilità e “gestione del rischio su conflitto di interesse”. Wesa 2 - “critica videoludica italiana” 0
Arrenditi Wesa! passa al lato Francofortiano della forza: abbiamo i Pretzel e le salsicce coi crauti!
Credo di non averti mai sentito parlare così lentamente
queste argmoentazioni sanno molto da Scuola di Francoforte, complimenti
e questo è il motivo per cui le "anime" di sabaku sono pubblicate nell'arco di tre anni, ma per la sua "la critica videoludica"... per quella c'è sempre tempo
Secondo me sabaku è un altro di questi incensati perchè "personaggi" , infatti ha una community ultratossica
Secondo me i social continuano ad esistere per quel motivo, ma non è per quello che esistono e nascono .
M’é mancato Wesa
Discorso interessante ma forse mi manca il punto del problema:
Facciamo qualche esempio:
Passione Motori a me interessa vedere come fa le macchine, le compra le rimette a posto ecc, che ci sia il badge dell’azienda di turno sul parabrezza mi importa fino a na certe, anzi se grazie a quel badge vedo il contenuto tanto meglio. Certo che quando fa un video per pubblicizzare una casa automobilista cinese di auto elettriche, che si vede che anche a lui fan cagare, solo perché i cinesi hanno deciso di arrivare in Europa e il reparto marketing ha deciso di puntare sugli influencer mi puzza un po’. Anche vero che però non è che il contenuto successivo sulla Nissan Silvia con il meccanico che monta il motore viene sporcato dalla pubblicità. Quindi sponsor che lo supportano in questo caso dobbiamo vederli come la morte del pensiero critico? (Difficilmente parlerà male di quel brand cinese anche se le auto sono dei bidoni)
Non so spesso le sponsorizzazioni sono anche storie di persone, prima degli influencer mi ricordo Max Biaggi con Sterilgarda oppure la San Carlo con Sic58, parliamo di accordi che superano il decennio e che sicuramente hanno forse più di umani dietro che di commerciale (attua eluente Sterilgarda supporta il team moto3 di Biaggi e San Carlo quello del padre del Sic). Quando ad esempio Naska fa un video per Yamaha in cui non menziona come il faro della loro nuova moto faccia cagare si vede lontano un miglio che è “pilotato” ma non vuol dire che le sue gare siano meno interessanti. È un tipo di business che permette il sostentarsi di queste realtà e magari a volte il prodotto che vende è anche interessante: nel mio caso il corso di guida in moto che sponsorizza naska l’ho valutato adeguato con quello di cui avevo bisogno, sicuramente con il brand “Naska” l’avrò pagato un po’ di più di quello che avrei trovato fuori (non lo fa lui il corso, quindi è un tramite che sicuro paghi), ma corsi di quel livello base non è che ce ne fossero tanti.
In 10 minuti sono passata da uno youtuber che "mi basta l'infarinatura per capire, che palle i libri", a questo video
Ok, questa e' l'anamnesi, ma la diagnosi? Perché secondo me questo sarebbe il vero punto di interesse: quale processo sociale (o culturale o che ne so) negli anni ha portato a questa situazione?
Provo ad avanzare la mia (personalissima ed opinabile) ipotesi: la nicchia che un tempo era il web si è ingrandita ed è diventata fonte di guadagno per gli inserzionisti; i singoli lavori sono diventati a tempo pieno e non più "side project", quindi per il singolo creator quel lavoro deve essere (unica, o quasi) fonte di guadagno.
Qualche video fa Wesa consigliò di leggere La scomparsa dei Riti di Byung-Chul Han dove si provava a farne una. Per l'autore, molto è da ricondursi al culto dell'efficienza e della produttività (l'obiettivo supremo è "vincere", nel caso in questione da un punto di vista economico) mista a una cultura che nei decenni era già diventata fortemente individualista, per cui strumenti come i social non costruiscono comunità (che credo che per l'autore neppure più possano esistere sul serio se non in rari casi), ma aumentano le occasioni di conflitto tra individui e di competizioni su chi è più produttivo di un altro. Non sono pienamente d'accordo con Han soprattutto perché credo sia troppo feroce con le critiche all'individualismo (forse è più legato di me alle filosofie orientali), ma a parte questo ho trovato il suo tentativo di studio davvero interessante
C'è speranza, esistono pochi creator nonché di nicchia che apportano solamente contenuti, inoltre, come hai detto esistono, per fortuna, strumenti come Patreon.
Temo che lo stadio finale della fanbase sia ben peggiore.
Ci sono casi limite in cui l'autore è tenuto prigioniero dalla sua fanbase entro i confini del suo personaggio, confini che oltretutto egli non ha più il potere di determinare, perché il fan(atico) se ne è impossessato.
Chiedere a James Rolfe per info (o a Sir Arthur Conan Doyle se vogliamo essere più raffinati).
That's Capitalism, baby!
Edit: Nel momento in cui dici "Io cerco l'individuo", riemerge sempre la - secondo me falsa - dicotomia individuo/collettività. In generale l'essere umano, animale sociale e politico, da una parte cerca sempre un gruppo o un'identità a cui appartenere, dall'altra cerca sempre di autodeterminarsi come individuo. Non puoi descrivere adeguatamente l'essere umano senza considerare entrambi gli aspetti. Se estremizzi il primo aspetto, avrai un gruppo in cui il diverso, o chi esercita spirito critico, viene considerato come nemico, come un traditore; se estremizzi il secondo avrai una società che considera se stessa come non esistente e cui in l'individuo viene atomizzato e si sente solo - e questo è ciò che sta avvenendo da circa quarant'anni nella nostra società dominata dall'ideologia neoliberista.
Il discorso inoltre si complica ulteriormente se si tiene conto dei rapporti di potere tra individui e quindi di come è strutturato il potere nella nostra società (spesso in maniera oppressiva e gerarchica).
L'obbiettivo utopico non dovrebbe essere "distruggiamo ogni tipo di socialità umana", ma il cercare di costruire una società che sia il più inclusiva possibile, che permetta in sé stessa a TUTTI, e non solo alcuni, individui di autodeterminarsi, di essere liberi e di cercare la felicità; in cui l'ideologia dominante, in termini gramsciani, non sia "loda il dio denaro! Il profitto è l'unica cosa che conta! Il capitalismo è il sistema migliore possibile!", né "loda il leader massimo, l'unico che ci può guidare verso un futuro migliore", ma sia quella che incoraggia lo spirito critico, a cominciare dalla critica nei confronti della dell'ideologia dominante stessa.
Seguendoti da molto tempo pregustavo il momento "non sono anticapitalista, cerco l'individuo libero, non datemi del compagno" dall'inizio del video, e quando è arrivato ho provato una ilare soddisfazione "memetica"...
Ma pensandoci più seriamente, un po' mi dispiace. Perché tutte le critiche che muovi sono proprio critiche al capitalismo o a dei suoi aspetti, tanto che hai dovuto inserire un disclaimer per distanziarti dall'ovvia conclusione. Arrivare a sostenere le tesi dell'anticapitalismo, ma distanziarsi da questa parola. E trovo assurda questa ginnastica mentale, come se l'anticapitalismo fosse territorio proibito. Come se fosse inconciliabile con l'individuo libero. Come se fosse dogma. Mentre essere consci delle mille falle di un sistema e continuare a rifiutare di metterlo in discussione, è proprio quello il dogma.
Niente, tutto qua, solo pensieri per una persona che mi ha molto formato allo spirito critico, e spirito critico è anche riflettere senza superbia sulle critiche poste al nostro modo di pensare ;)
(e ovviamente posso essermi sbagliato anche io, per cui discutiamone pure! Te se ama wesa)
Guarda mi hai letto nel pensiero. Personalmente io non aspettavo con trepidazione il momento "non sono un comrade" (probabilmente non seguo wesa abbastanza) anzi sono rimasto molto sorpreso.
Se partiamo dall'assunto che generare profitti è cosa buona e giusta allora la critica e riflessione del video(che io condivido ed ho trovato interessante) viene meno.
Attenzione con questo non voglio assolutamente dire che Wesa sbaglia a dirsi definirsi in un modo o in un altro ma semplicemente che la riflessione (ripeto, a mio avviso ottima) diviene vuota retorica.
Critica all' Economia basata sui processi del Capitalismo nel suo stadio piu' avanzato?
Personalmente ritengo, per usare termini anglosassoni, che i processi di commodificazione della persona e delle che descrivi siano non un "bug" del sistema ma una "feature", una caratteristica.
Sinceramente non capisco, senza dubbio hai una certa cultura, sei preparato, hai un linguaggio piu' preciso e puntuale nel descrivere molti dei problemi della societa' e ammiro la tua capacita' di analisi ed invidio la tua fame di libri; grazie a cio' fai un' analisi puntuale dei problemi insiti nel sistema economico in cui viviamo e ancora dici "non sono anticapitalista". Sembra che in Italia ci sia quasi la paura di essere a Sinistra, di dire qualcosa di Socialista o Dio non voglia Anarchico. Cerco di capire, ma piu' ci provo, piu' non capisco.
Uno spunto anche sulla Parasocial interaction
Nulla vieta all'infuencer di investire 100K in pubblicià (questa volta sua) per vendere il tuo prodotto intellettuale (libro, video, webserie, blog etc) e farlo pagare ai suoi fan. Certo deve essere abbastanza interessante perchè qualcuno lo paghi, sarà mica questo il problema? Sarà mica che i contenuti che 20 anni fa erano originali (in termini di "profondità") oggi sono diffusissimi e inflazionati? E che non si riesca a creare un contenuto che spicchi abbastanza perchè qualcuno sia disposto a pagare denaro per consumarlo?
Qualcosa o qualcuno di buono si trova. Gli amici li trovo altrove e non so a che cosa mi possa servire Nord VPN visto che vivo al Sud.
Ho pensato a GioPizzi nonostante lo apprezzi.
Vero, vero, vero 😂
Devo assolutamente avere quelle Nike di cui hai parlato
Wesa ma perché non carichi i tuoi video sottoforma di podcast su Spotify? Sarebbe il top.
Già ci sono, cerca WesaChannel Podcast (escono una settimana dopo il video) 😄
Ayrton Wesa... ocho al piantone del microfono...
Questo discorso secondo me è vecchio quanto i social stessi. Comuque se alla gente sta bene "fidelizzati" che lo facciano pure. E ricordo anche che si può vivere tranquillamente senza social, lo dice uno che non ha mai avuto Facebook, Instagram, tik tok ecc... Quando non ho un cazzo da fare mi butto sul tubo, guardo qualche video "interessante" (tipo questo), se mi va commento se no amen, stacco tutto e vivo la mia vita come sempre. Ovviamente il creator è giocoforza vincolato alle regole di chi lo ospita, mi sembra lapalissiana come cosa e da sempre aggiungo io. Con questo commento comunque non voglio difendere youtube perché è l unico social che seguo, anzi lo reputo allo stesso livello di quelli che ho citato sopra. Molte volte mi viene la tentazione di eliminare pure questo dalla mia vita. Chissà se prima o poi non succederà!
Mi sarei aspettato uno sponsor alla fine del video, e invece niente. 😂
E non hai toccato un aspetto non indifferente: l'influencer, che fa marketing per sostenersi (quindi non considero quelli "milionari", che, consci del proprio "potere", sanno di poter avanzare determinate richieste), a tutti gli effetti lavora per l'azienda che pubblicizza, venendo sicuramente pagato meno di quello che dovrebbe essere il budget per una pubblicità "tradizionale" (azienda pubblicitaria, eventuali stampe o altri supporti, fisici o meno, pagamento di spazi pubblicitari, ecc). In questo modo le aziende che sponsorizzano ottengono visibilità con un investimento sicuramente inferiore, sia di tempo che denaro. Probabilmente a scapito di tutte quelle altre aziende che, fino al 2007/2008, data in cui io stabilisco l'inizio dell'egemonia dei social, tramite la diffusione degli smartphone, si occupavano di pubblicità, a meno che non si mettano ad assumere influencer... E sarebbe una mossa arguta.
P.S.: quindi quei cuscini dove li possiamo comprare? Hai anche un codice sconto? 😂
Secondo te questo ragionamento si applica anche agli abbonamenti su Twitch? Alla fine anziché un prodotto vendi un "Abbonamento" che nella maggior parte dei casi non ti da nulla. Lì però sei "Testimonial" di te stesso alla fine no? Si potrebbe vedere come una specie di Patron ma senza ricompense/ con ricompense ridotte
17:56: Ma infatti in passato mi era parso di capire che tu sei un liberale e liberista di centrodestra antiberlusconiano, pur essendo bolognese.
Grande wesa guai a chi ti critica
Ciao. Però ti renderai conto che, in tutto ciò, tu rappresenti un felice corto circuito? Nonostante tu proponga dei contenuti intelligenti - e quindi di valore - e lo faccia rimanendo perfettamente coerente al tuo pensiero critico e libero (cosa solitamente controproducente), riesci al tempo stesso a far parte di questi meccanismi malati di cui parli e quindi a generare una fanbase appassionata e innamorata di ciò che dici e sei. Io lo trovo fantastico anche se è difficile da spiegare. È semplicemente così che funziona TUTTO. Non si sfugge.
Ad ogni modo trovo che gli influencer in realtà siano gli influenzati: senza un pubblico che decida se seguirlo o meno, il loro stile di vita sarebbe ben diverso.
No. Io posso pure concordare con ciò che Wesa esprime nei suoi video ma sicuramente se dovesse, per esempio, lasciarsi con la sua ragazza o subire un lutto, non ne verrei colpito più di tanto. Certo mi dispiacerebbe come può dispiacere per chiunque, ma sta di fatto che io non lo conosco nella vita reale, e questo è importante ricordarselo. Poi ok posso pure pensare che sia un bel cranio e una bravissima persona piena di valori, ma non bisogna essere "fan" e "innamorati".
@@fedelinus3 ciao. Probabilmente mi sono espresso male io perché stiamo parlando di due discorsi diversi (ad ogni modo concordo con ciò che dici alla fine). Quello che intendevo è che spesso Riccardo mette alla berlina certi comportamenti e meccanismi e lo fa in maniera ben argomentata e ha indubbiamente ragione. Centra sempre il punto. E ovviamente condanna (anche se lo fa nella sua maniera sempre educata e composta) le tecniche usate da alcuni "personaggi". Ma è anche vero che, nel momento in cui si diventa o si vuole diventare dei content creator con un gran seguito, bisogna comunque piegarsi a certe regole, a certi meccanismi del marketing applicati alla rete e ai social media. Wesa parla ad esempio dell'abitudine (ma forse bisognerebbe dire "necessità") di chiamare sul proprio canale personaggi famosi per intervistarli e richiamare altra gente, sfruttando quindi quel deprecabile "personaggismo" di cui parla nel suo video più recente... quando lui stesso si è dovuto più volte piegare a questa pratica (e per fortuna aggiungerei visto che mi ha fatto conoscere Luis ad esempio). Spero di essere stato più chiaro.
È questo che intendevo quando dico che comunque non ci si può sottrarre a certi meccanismi che critica. A maggior ragione dal momento che Wesa per primo DEVE sfruttarli per poter stare in rete.
Ciao.
@@Bonnyzedcomic può essere, io contestavo il "fan base innamorata di ciò che sei"
@@fedelinus3 ti dò ragione. È comprensibile innamorarsi di ciò che una persona dice, ma non è sano innamorarsi della persona. La persona è umana e quindi fallibile, le persone possono fare errori ed è normale. Altrimenti avvengono quei fenomeni malati per cui uno idolatra un cantante, ma poi appena si viene a sapere che quel cantante nel privato ha delle perversioni eticamente non proprio accettabili e allora via, si rigetta tutto e si rifiutano pure le sue opere perchè le si associano alle persone. Bisogna tenere l'opera separata dal privato della persona.
Il mondo non lo cambi , ma tu puoi vivere agendo come vuoi te, ovviamente con I compromessi necessari della realtà. Io per esempio non uso I social come li usano I fan di cui parli ,li uso per cercare contenuti interessanti come molti tuoi video. Questo porterà a delle conseguenze ma me le prendo . Di sicuro non sarò al corrente del brand appena uscito , di sicuro molti mi vedranno strano, non si potrà parlare con me delle cose di cui si parla con tutti. Ma chissene frega . Vivere criticamente , con lucidità e intelligenza ,e aggiungerei con intraprendenza per me rende la mia vita degna, degna perche mia . Se non trovi nessuno che parla senza vendere ,o senza avere un marchio in testa , guarda I miei commenti :). Questo per dire che ci saranno molte persone intelligenti che a questa logica non ci stanno davvero.
I video che metti in sovraimpressione potresti linkarli nella sezione informazioni che compare in alto a destra nei video
Molto vero 😅
Dove si compra qualunque cosa tu abbia cercato di vendermi oggi?
I 3 attuali pollici versi suppongo provengano dalle persone bersaglio della tua critica: fanboy di qualche influencer.
Altrimenti, se avessero più coscienza critica, saprebbero che il tuo discorso, purtroppo, descrive semplicemente la realtà dei fatti.
Wesa, il tuo percorso di boomerizzazione sta vertiginosamente accelerando. Fra crampi logici e spauracchi di dogmatismo, ti stai arrotolando nella distanza da mondi con cui non riesci a dialogare, che sfuggono ad una razionalità viziata (tutte le nostre lo sono) che non vuole essere ingannata ma tempo stesso inganna se stessa, ponendosi sempre al di qua di ciò di cui parla.
La parola boomer ormai è alla fine del suo corso, piegata plasmata e ora abusata, ma la uso qui per intendere ironicamente una 'persona che guarda le cose da un piccolo e ristretto foro di un robusto e insormontabile muro generazionale'.
La tua capacità argomentativa rende il tuo sguardo più nitido e interessante di molti altri, e questo ti dovrà sempre essere riconosciuto. Ma descrivere meglio il muro, con parole squadranti, non ti risarcisce di ciò che non cogli oltre.
Sempre e comunque piacevole da ascoltare, un saluto
Cosa c'è oltre il muro? Cos'è che non riesce a vedere? Vorrei capirlo anch'io sinceramente
Anch’io gradirei lo spoilerazzo su cosa c’è oltre il muro 😂
Asciughiamo la vena se no si parla di cose eteree ed effettivamente non si capisce ahah.
Parlavo semplicemente di una postura parziale (tutte lo sono) in senso generazionale. Persone che hanno una mentalità ancorata ad un preciso contesto storico, si trovano ad un certo punto ad essere distanti da quello che oggi è il contenuto, da quello che oggi è l'arte, da quello che oggi è il prodotto etc...
Wesa, per quanto si ponga educato, qui tira diverse stoccate ad un mondo che per lui sembra abbia sacrificato arte e contenuto all'altare della pubblicità. Tralasciando tiktok (con il quale io stesso ho una tara generazionale e non riesco a confrontarmi) i social sono strapieni a mio avviso di arte e contenuto, quindi già in questo senso non posso essere d'accordo con Wesa.
Poi bisognerebbe discorrere di molte altre cose. Una su tutte il fatto che i ragazzi si fanno contenuto, si fanno immagine, si fanno arte nella loro interezza (e non credo sia così audace parlare di "farsi arte" quando la massima aspirazione di molti decadenti già più di un secolo fa era quella di fare della propria vita e della propria persona superfice estetica e aristica aldilà del contenuto, perché il contenuto erano loro). Se un ragazzo si fa arte, vuol dire che, in modo pretenzioso, il contenuto è tutto quello che fa, e le persone saranno interessate a lui in generale e non alle cose specifiche che fa. Questo è un male? Secondo me non per forza, secondo wesa sembra di si. Il culto del personaggio e la mercificazione dell'arte c'erano già (questo lo ammette lo stesso wesa) semplicemente siamo di fronte al moltiplicarsi di personaggi e ad un maggior spazio di manovra per l'incontro tra pubblicità e arte.
Come si fa a dire che chi oggi sponsorizza una cosa e domani un'altra non sta dando contenuto? Il contenuto è ovviamente lui stesso, il personaggio e il suo carattere e carisma, e se vogliamo dire che un personaggio e una persona non possono essere arte e offrire arte e contenuto nella loro semplice espressione allora non può farlo nessuno. Il contenuto c'è sempre solo che oltre a quello vi è un interesse spasmodico (spesso esegerato) per la persona e tutto ciò che fa indossa etc..., Ma ancora una volta questo c'era già, internet gli ha solo dato modo si avere maggiore sfogo.
L'arte e il contenuto sono sempre e comunque li, e sono spesso più pregevoli e militanti di un tempo.
Per quanto riguarda poi fidelizzazione e gioire perché uno si compra casa con i tuoi soldi, ancora una volta non capisco il punto. Io mi considero fidelizzato da diversi canali e influencer, anche dallo stesso Wesa, e non vedo di malocchio la fedelizzazione, perché l'affezione per il personaggio sta alla base di una fruizione continua e duratura di esso. se wesa mi vendesse qualcosa e grazie a me potesse comprarsi casa nuova, io gioirei, e non me ne vergogno. Mi fa specie che wesa mimi nel video questa 'ironica esultanza' come a intendere che il gioire per il successo altrui a cui hai contribuito sia la massima idiozia umana.
Anche questo non lo credo.
Ma facciamo anche che sia vero, quello che contesto qui è semplicemente il fatto che questa tendenza negativa che wesa sembra intercettare è intercettata nello stesso identico modo da tante altre persone molto avanti con l'età con cui ho parlato degli stessi temi. Ovviamente queste altre persone x non si esprimono e non argomentano puntualmente come wesa, ma sono davvero vicine al discorso. Mi viene quindi pensare che il problema sia generazionale. O magari semplicemente siamo noi più giovani a non capire lo sfacelo artistico in cui ci troviamo, non lo escludo.
Era solo un opinione la mia, una fra le tante in questo mare caldo e confuso che è l'internet.
@@WesaChannel ahahahah
@@luchinofortunato7350 grazie per aver chiarito. Sul discorso sui contenuti non ho molto da dire, puoi anche chiamarlo arte ma la maggior parte di quello che emerge continuerà dal mio punto di vista a essere di poco valore. Ci sarebbe poi da discutere su quali contenuti i social tendono a far emergere, e sui parametri che li fanno emergere (sicuramente non legati a logiche "artistiche").
Il problema della fidelizzazione è che si perde di senso critico, su questo secondo me wesa è stato abbastanza chiaro, penso anch'io che in certa misura affezionarsi a un creatore di contenuti non sia negativo.
Secondo me il discorso della barriera generazionale è valido fino a un certo punto. Io ho 21 anni ma sono cresciuto con l'idea che i social fossero una distrazione da cose più importanti come lo studio, la lettura, lo sport ecc, quindi potrei dire influenzato dalla generazione dei miei genitori. Magari un ragazzino oggi non si pone proprio questi problemi e vive i social più serenamente, magari la società nei prossimi 10 anni migliorerà grazie ai social; però essere critici, fare delle valutazioni su questo mondo non mi sembra male. Altrimenti diciamo che le dinamiche sono sempre le stesse, che 50 anni fa non era meglio, ecc e ci mettiamo l'anima in pace, tanto cambiare la situazione è difficile, il massimo che si può fare è regolarsi a livello individuale, decidendo se e quanto usare i social.
Spero di essermi fatto capire un po', non ho le idee tanto chiare su questi argomenti al momento 🙂
All esempio delle scarpe e della casa ti avrei compreso se avessi pronunciato una blasfemia... se non fosse già riservata ad elden ;)
Non penso che io abbia mai comprato qualcosa per via di uno youtuber.
Bravo, sei furbissimo. Grazie per l essenziale informazione
Off topic totale: ma una bella collaborazione col Frusciante per parlare di Kurosawa? Così, la butto lì. Purtroppo non c'è ancora tanto materiale youtubico italiano sul Maestro, potrebbe essere una buona occasione
Ma si tik tok va presa per quello che è.. una cagata, così per passare il tempo, magari per avere uno spunto, bombardati costantemente da bublicità in TV a intermittenza, mania di etichettare qualsiasi essere e concetto sono alla base dell informazione di alcune persone, ma se sei intelligente curioso o emotivo, se hai un desiderio di fare, puoi stare tranquillo e vedere le cose per quello che sono, possono servire anche per approfondire magari, che la pubblicità del Rolex ma ti vene voglia di fare lorologiaio ahahahaha....o no?
Wesa tutto interessante ma cosí mi hai appena fidelizzato
Ho letto che valuti(valutavi?) Alberto Naska il miglior portatore di contenuti su TH-cam, la pensi ancora così? Probabilmente sbaglio ma credo che i tuoi spunti abbiano preso ispirazione soprattutto da lui..