@@davideferrario9026 "Napoleone" di Sergio Valzania o ancora meglio, per i dettagli anche più secondari della sua personalità, il mastodontico "Napoleone il Grande" di Andrew Roberts.
Voto per Napoleone il Grande di Roberts. Secondo me, pur mancando la parte militare per cui Chandler rimane ottimo a distanza di decenni, è un grande libro
Qui ci sarebbe anche da menzionare l'interessante contrasto fra Guillaume Brune e Jean Mathieu Sérurier, entrambi futuri Marescialli di Napoleone (più per legami politici che per merito) e che erano suoi luogotenenti in Italia. Brune saccheggiò senza ritegno comuni e chiese, estorcendo continuamente oro mentre Sérurier si oppose strenuamente a qualsiasi abuso, corruzione o saccheggio, cosa gli valse il soprannome di "La Vergine d'Italia".
Da notare come, quando Napoleone entrò a Milano nel 1796, venne accolto trionfalmente, mentre, quando ritornò nella città lombarda giusto quattro anni dopo, l’accoglienza fu diametralmente opposta. Segno dei tempi che cambiano.
Nella lettera di replica al Direttorio (riguardo l'affiancamento di Kellermann) Napo disse una delle frasi che mi è piaciuta di più (e che ho usato qualche volta): 'un generale cattivo è sempre meglio di 2 generali ottimi' ... e se ricordiamo la campagna d'Italia del 1870 e la sconfitta di Custoza, capiamo bene quanto avesse ragione
Che serie affascinante!! Ascoltando della rivolta di Pavia ritengo sia doveroso suggerire una pillola su un avvenimento che non coinvolse direttamente Napoleone ma coeva e legata agli avvenimenti qui raccontati ovvero della rivoluzione Napoletana del 1799 che per drammaticità per i personaggi di spicco coinvolti la ricchezza degli fatti susseguitesi in appena 5 mesi penso sia tra gli eventi più avvincenti del primo periodo napoleonico.
Prima ho messo un bel like... Perché hai dedicato il tempo necessario a raccontare della rivolta di Pavia... anche se non amo moltissimo i motivi della rivolta, né il modo in cui Napoleone ha deciso di gestire Pavia 😊 ottimo racconto molto utile... Grazie Gioele ❤❤❤
Vivo a Binasco, il bellissimo castello visconteo, che ora ospita la sede del comune, porta tutt'oggi i segni dell'incendio che, secondo i racconti, si poteva vedere sia da Milano che da Pavia.
Come giustamente rimarcato da Gioele, il trasferimento delle opere d'arte spesso forzoso, sicuramente un fenomeno negativo bisogna dirlo, ebbe tra i suoi effetti anche quello assolutamente positivo di contribuire alla nascita del museo moderno prima in Francia e poi nella stessa Italia con Napoleone. Come in molti aspetti, l'operato di Napoleone è stato e rimane ambivalente e spesso contraddittorio. Non bisogna né criticarlo né elogiarlo a prescindere, ma analizzarlo in maniera oggettiva.
Spesso forzoso? Fammi l'esempio del pagamento di un'opera d'arte che non sia stato puramente simbolico. E tutto ciò che è andato perduto durante il trasporto dall'Italia in Francia? E tutte le tele fatte a pezzi per facilitarne il furto? Continuo? Nessun esercito si era mai comportato in questo modo scandaloso, almeno in epoca successiva alle orde dei lanzichenecchi.
@@paolofranceschi816 Sono d'accordo con te. Per onestà intellettuale va menzionato che il pagamento dei tributi in opere d'arte non fosse soltanto un semplice "furto" ma avesse anche una precisa connotazione politico-ideologica: nella mentalità del Direttorio e delle truppe quelle opere (alcune delle quali, certo non tutte, furono regolarmente pagate in accordi tra funzionari francesi e italiani) avevano lo scopo di ripagare e ringraziare la Francia, la "sorella maggiore" delle nazioni, per aver contribuito a diffondere gli ideali della Rivoluzione e dell'unità nella penisola e perché la "sorella maggiore" aveva perso la sua di arte negli sconvolgimenti rivoluzionari. Fu proprio il Direttorio ad ordinare le maggiori spoliazioni, non Bonaparte. Alcune spoliazioni, solo in una parte chiaramente, furono per questo una sorta di "tassa in arte" che le nazioni soggette ai francesi dovevano al governo di Parigi. Paul Wescher evidenziò come quel fenomeno tra l'altro portò alla nascita del concetto moderno di museo, prima in Francia e poi all'estero e del resto fu Napoleone a rendere il Louvre quello che è oggi e fu lui a rinaugurare la Pinacoteca di Brera nel 1809. Comunque che fosse un atto moralmente discutibile e con reali intenti meno nobili è assolutamente vero.
@@passionenapoleonica mi limito a ricordare uno dei principi espressi da Old Bloody Bones sull'arte militare: "È la guerra che deve alimentare la guerra". È stato Napoleone stesso dunque a legittimare il saccheggio come elemento fondamentale della sua strategia. Questo spiega in parte i successi sugli austriaci, che erano spesso lenti nei movimenti perché rallentati dalle salmerie e, per contro, la catastrofe della campagna di Russia dove i francesi trovarono letteralmente "terra bruciata".
Esattamente. Napoleone è stato un anticipatore della guerra moderna anche su questo aspetto. Certamente rappresenta una macchia sulla sua figura. Di nuovo, non deve essere né criticato né elogiato a prescindere, semplicemente studiato e contestualizzato al suo periodo storico. L'esercito francese napoleonico aveva dalla sua un'ottima logistica ma ricorreva quasi sempre alle requisizioni forzate sul territorio e in questo non era molto diverso dalle sue controparti contemporanee. Nei territori amici si lasciavano ricevute per gli indennizzi, per quelli nemici c'era il saccheggio. In Spagna il Maresciallo Soult fece enormi spoliazioni di opere d'arte e non fu assolutamente ripreso per questo atteggiamento.@@paolofranceschi816
Grazie a questa serie ed ovviamente a te ho rivisto una puntata dell'immenso D'averio su Napoleone a Milano che si trova sul suo canale. Piena di dettagli curiosità e di quei pettegolezzi che piacevano tanto a Filippe e a noi tutti. Grazie Gioele per il lavoro che ci regali
Lo scorso luglio ho letto, incuriosito, "Il mio Napoleone" di D'Averio. Per carità, nulla da eccepire allo storico dell'arte che apprezzavo tantissimo, ma su Napoleone ha scritto delle vere e proprie fesserie. Sembrava più preoccupato di denigrarlo con i soliti luoghi comuni che altro. E diverse imprecisioni storiche. Anche i ritratti delle sorelle, in un apposito capitolo, sono piuttosto inutili e fasulli. Il libro comunque merita soprattutto per le splendide illustrazioni, che te lo dico a fare? 🙂
Una delle cose che mi lasciano più stupito delle campagne di Napoleone in Italia è che il corso è stato a Milano ma mai a Roma, il che è davvero incredibile per un uomo che viene definito “l’ultimo Cesare” e che ha costruito il suo impero basandosi sul modello romano. Comunque la città eterna non è del tutto estranea ai Bonaparte: la madre di Napoleone, Maria Letizia, ha vissuto lì fino alla morte nel 1836, mentre il fratello minore Luciano si è trasferito nella futura capitale nel 1804, dopo aver litigato con Napoleone.
A proposito di leggi che non valgono senza la forza, citiamo il qui tanto apprezzato Giustiniano (rectius: il suo collaboratore Triboniano). “Imperatoriam maiestatem non solum armis decoratam sed etiam legibus oportet esse armatam, ut utrumque tempus, et bellorum et pacis, recte possit gubernari”.
In realtà anche Brescia rivendica la nascita del tricolore nel novembre 1796 come bandiera delle milizie della neonata repubblica bresciana... probabilmente è vero che i tre colori siano stati già usati in occasioni precedenti però con una diversa disposizione (tipo bandiera dell'ungheria) o con l'ordine dei colori verde,rosso bianco ( tipo bandiera della Bulgaria)
Effettivamente il tricolore bianco, rosso e verde fu adottato nella Repubblica Cispadana a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797. Tuttavia, se si vuol sottilizzare, quella bandiera prevedeva i tre colori disposti orizzontalmente. La loro disposizione verticale, come la conosciamo oggi, fu invece adottata dalla Repubblica Transpadana il 19 maggio 1796 e successivamente confermata nella Repubblica Cisalpina il 29 giugno del 1797.
Come dicevo ci sono un sacco di versioni, persino in Francia, prima di passare al tricolore col blu, pare fosse stato usato alcune volte quello col verde dai rivoluzionari. In Italia è rivendicato da metà delle città del nord 😸
Ne approfitto per menzionare anche la coccarda Tricolore usata da Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis durante il loro tentativo di sollevazione unitaria giacobina a Bologna nel 1794. Fu coinvolto anche l'onnipresente Saliceti.
Il periodo napoleonico in Italia ha avuto tra gli aspetti positivi quello di rendere più moderna, precisa ed efficiente la burocrazia e l'amministrazione. In occasione di ricerche all'Archivio di Stato mi è capitato di ringraziare mentalmente Napoleone, perché la differenza nei documenti tra il prima e il dopo era evidente
Per me Razziatore. Ho sempre detestato Napoleone specialmente del fatto che non solo ci ha razziato, ma ci ha ucciso I contadini e raso al suolo interi paesi. Io vivo in un paese dove una statua è stata presa da Napoelone e sta ancora al Louvre.
Quando mai un militare in carriera è stato un vero liberatore? Lo scopo è diventare dittatore e spadroneggiare sui popoli "liberati" che non hanno motivi per lamentarsi!
Sul tricolore ho letto che, sull'onda della rivoluzione, i primi "club" giacobini in Italia vollero adottare il tricolore francese, ma fu loro detto, per errore, che era verde, bianco e rosso anziché blu, bianco e rosso 🙂
Buongiorno Dottore. Domanda: Napoleone liberatore o razziatore ? - Risposta: la 2^ che hai detto ! Dire che fu un liberatore significherebbe dare dell'ignorante ad un tale Ugo Foscolo che, sappiamo cambiò suo malgrado opinione sul còrso dopo che vide quel che fece sul suolo italico. Ed inoltre io sono veronese e le pasque veronesi sono ancora lì vive nella memoria. Com'ebbi già a ascrivere fu un razziatore di cavalli messicano ( negli western sono spesso messicani i razziatori ) che sconfinò non alla ricerca di cavalli pezzati, bensì di gloria, denaro e ricchezze degli altri. Ad maiora
Foscolo in seguito dovette ricredersi. Nel 1802 scrisse "Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione", per quando Napoleone annunciò di diventare il Presidente della Repubblica Italiana, carica che mantenne fino al 1805, quando si incoronò Re d'Italia. Sempre nel 1805 regalò il Veneto e il Friuli appena ripresi dall'Austria al Regno d'Italia.
Sì, è vero, Napoleone pretendeva tributi, sotto forma di moneta sonante o di opere d'arte. Ma... Come avrebbe detto Metternich, nel 1796 l'Italia era «soltanto un'espressione geografica». Nonostante una cultura condivisa ed un linguaggio comune che andava nascendo il Veneto e Venezia erano province austriache, Mantova era occupata dall'esercito asburgico, la Toscana, Modena, Lucca e Parma erano governate da duchi e granduchi austriaci; gli Stati Pontifici erano di proprietà del papa; Napoli e la Sicilia costituivano un unico regno governato dal Borbone Ferdinando IV, e Piemonte e Sardegna erano sotto la monarchia savoiarda. Ma ora la Lombardia, pur se protettorato francese, era una repubblica autonoma. Nel triennio 1796-99 andò affermandosi una nuova cultura politica italiana, basata sulle idee napoleoniche molto poco ancorate a quelle giacobine rivoluzionarie e durante il triennio N. consentì di esercitare un potere limitato che però consentiva di smorzare il giacobinismo zelante dei conquistatori. Vale la pena di notare che, a parte pochi mesi in Lombardia nell'estate 1796, in quel periodo non ci furono ribellioni di massa contro il governo napoleonico, cosa che si sarebbe invece verificata in Tirolo e in Spagna. I metodi di governo francesi sembravano più consoni di quanto fossero stati quelli austriaci. E senza dimenticare i numerosi provvedimenti di modernizzazione: dove N. aboliva l'Inquisizione, pratiche feudali oscure, regolamenti antisemitici, dove chiudeva ed aboliva i ghetti, portava illuminismo autentico e diritti civili alle popolazioni. Per farsi riconoscere come autorità governativa doveva avere collaborazione, e non sottomissione. La Repubblica Cispadana nasce allora, e pochi anni dopo la Repubblica Cisalpina. I germogli dell'Italia che verrà.
E aggiungo che in matematica lo stesso N. era fortissimo. Esiste, in geometria, un "teorema di Napoleone" ;-) Ne parla addirittura Odifreddi nel suo primo volume della storia della geometria (C'è spazio per tutti)
Napoleone era gelosissimo di Giuseppina e la tempestava di lettere (anche con una certa ipocrisia) come: "Tu sai che non potrei mai vederti con un amante, ancor meno accettare che tu ne abbia uno. Strappargli il cuore e vederlo per me sarebbe una cosa sola". O ancora: "Resta a Parigi, abbi degli amanti, che tutti lo sappiano, non scrivermi mai, ebbene ti amerò per questo dieci volte di più. Non è follia, febbre, delirio? E non ne guarirò mai."
In realtà è uno scambio di battute tra Napoleone e lo scultore italiano Canova, avvenuto a Milano. Napoleone chiese "È vero che gli italiani sono tutti ladri?" Canova rispose "Tutti no, bonaparte si".
grazie x i tuoi video, sono sempre un bel ascoltare. Nota divertente, nei video di napoleone sento sempre il sostantivo "buonaparte" ripetuto troppe volte, ma forse sono solo io un po autistico
È molto probabile che Murat, che avrebbe dovuto portare Giuseppina in ltalia per ordine di Napoleone come ha detto Gioele, abbia avuto una fugace relazione con lei. Per quanto riguarda la questione della gravidanza, si ipotizza anche che Giuseppina abbia avuto una sorta di gravidanza isterica, e che quindi non stesse mentendo del tutto a Napoleone (tranne sul fatto che avesse un amante, piccolo dettaglio).
Ubi major ....minor cessat ( se non ricordo male) era nata una stella ..un po troppo truffaldina e megalomane ma pur sempre un astro del suo.tempo.bravo Gioele.
Come sempre ottima sintesi. Per quanto riguarda Milano anche qui vale lo stesso ‘copione’ articolato su propaganda e intelligence. Prima dell’ingresso a Milano era stato inviato da Christophe Saliceti (in pratica il capo delle rete informativa ‘politica’ che dipendeva dal Direttorio) un agente con l’incarico di prendere contatto con i filo-giacobini: la grande manifestazione popolare all’ingresso in città fu organizzata infatti da Carlo Salvador e terrorizzò letteralmente l’aristocrazia milanese. Era anche questo un trucco: Bonaparte non intendeva affatto fare la rivoluzione, ma serviva lo spauracchio a tener buoni i cittadini. Pietro Verri rimase molto colpito dai soldati francesi che descrisse «poveri, ma coperti di gloria». Il resto lo fece la vita mondana: vero fino ad un certo punto che l’aristocrazia si sentisse in soggezione, perché da subito Bonaparte individuò la figura di Francesco Melzi d’Eril (che aveva incontrato ‘prima’ di Lodi) per creare una nuova forma di governo ‘moderato’. Il potere insomma fu diviso a metà: il governo militare francese razziava e il governo civile milanese ‘frenava’. Quanto all’episodio di Pavia/Binasco, una volta diventato imperatore, Napoleone - di fronte a rivolte od altro - ripeté in diverse occasioni: «Bruciate, bruciate, fate come ho fatto io a Binasco!» Ultimo particolare: Beaulieu si era semplicemente attenuto ai concetti strategici della sua epoca per cui tracciare una linea da Verona/Peschiera a Mantova per bloccare la pianura Padana era giusto. Ma non conoscevano ancora Napoleoone!!! PS Attendo con impazienza ... Un saluto a tutti
Mi si spezza il cuore ora che ci stiamo avvicinando alla caduta silenziosa e ingloriosa della Serenissima
20:31 Grazie mille Gioele. Sempre un piacere commentare in questo capolavoro di serie.
Direi te lo sei strameritato. È bello apprendere dalla sezione commenti nuove cose.
@@Edinsaonensis Ti ringrazio molto
Potresti consigliarmi una bella biografia di Napoleone?
@@davideferrario9026 "Napoleone" di Sergio Valzania o ancora meglio, per i dettagli anche più secondari della sua personalità, il mastodontico "Napoleone il Grande" di Andrew Roberts.
Voto per Napoleone il Grande di Roberts. Secondo me, pur mancando la parte militare per cui Chandler rimane ottimo a distanza di decenni, è un grande libro
Qui ci sarebbe anche da menzionare l'interessante contrasto fra Guillaume Brune e Jean Mathieu Sérurier, entrambi futuri Marescialli di Napoleone (più per legami politici che per merito) e che erano suoi luogotenenti in Italia. Brune saccheggiò senza ritegno comuni e chiese, estorcendo continuamente oro mentre Sérurier si oppose strenuamente a qualsiasi abuso, corruzione o saccheggio, cosa gli valse il soprannome di "La Vergine d'Italia".
Da notare come, quando Napoleone entrò a Milano nel 1796, venne accolto trionfalmente, mentre, quando ritornò nella città lombarda giusto quattro anni dopo, l’accoglienza fu diametralmente opposta. Segno dei tempi che cambiano.
Nella lettera di replica al Direttorio (riguardo l'affiancamento di Kellermann) Napo disse una delle frasi che mi è piaciuta di più (e che ho usato qualche volta): 'un generale cattivo è sempre meglio di 2 generali ottimi' ... e se ricordiamo la campagna d'Italia del 1870 e la sconfitta di Custoza, capiamo bene quanto avesse ragione
Che serie affascinante!! Ascoltando della rivolta di Pavia ritengo sia doveroso suggerire una pillola su un avvenimento che non coinvolse direttamente Napoleone ma coeva e legata agli avvenimenti qui raccontati ovvero della rivoluzione Napoletana del 1799 che per drammaticità per i personaggi di spicco coinvolti la ricchezza degli fatti susseguitesi in appena 5 mesi penso sia tra gli eventi più avvincenti del primo periodo napoleonico.
Bella pillola, grazie ❤❤❤
Prima ho messo un bel like... Perché hai dedicato il tempo necessario a raccontare della rivolta di Pavia... anche se non amo moltissimo i motivi della rivolta, né il modo in cui Napoleone ha deciso di gestire Pavia 😊 ottimo racconto molto utile... Grazie Gioele ❤❤❤
Vivo a Binasco, il bellissimo castello visconteo, che ora ospita la sede del comune, porta tutt'oggi i segni dell'incendio che, secondo i racconti, si poteva vedere sia da Milano che da Pavia.
Ottimo racconto!
Come giustamente rimarcato da Gioele, il trasferimento delle opere d'arte spesso forzoso, sicuramente un fenomeno negativo bisogna dirlo, ebbe tra i suoi effetti anche quello assolutamente positivo di contribuire alla nascita del museo moderno prima in Francia e poi nella stessa Italia con Napoleone. Come in molti aspetti, l'operato di Napoleone è stato e rimane ambivalente e spesso contraddittorio. Non bisogna né criticarlo né elogiarlo a prescindere, ma analizzarlo in maniera oggettiva.
Spesso forzoso? Fammi l'esempio del pagamento di un'opera d'arte che non sia stato puramente simbolico.
E tutto ciò che è andato perduto durante il trasporto dall'Italia in Francia?
E tutte le tele fatte a pezzi per facilitarne il furto?
Continuo?
Nessun esercito si era mai comportato in questo modo scandaloso, almeno in epoca successiva alle orde dei lanzichenecchi.
@@paolofranceschi816 Sono d'accordo con te. Per onestà intellettuale va menzionato che il pagamento dei tributi in opere d'arte non fosse soltanto un semplice "furto" ma avesse anche una precisa connotazione politico-ideologica: nella mentalità del Direttorio e delle truppe quelle opere (alcune delle quali, certo non tutte, furono regolarmente pagate in accordi tra funzionari francesi e italiani) avevano lo scopo di ripagare e ringraziare la Francia, la "sorella maggiore" delle nazioni, per aver contribuito a diffondere gli ideali della Rivoluzione e dell'unità nella penisola e perché la "sorella maggiore" aveva perso la sua di arte negli sconvolgimenti rivoluzionari. Fu proprio il Direttorio ad ordinare le maggiori spoliazioni, non Bonaparte. Alcune spoliazioni, solo in una parte chiaramente, furono per questo una sorta di "tassa in arte" che le nazioni soggette ai francesi dovevano al governo di Parigi. Paul Wescher evidenziò come quel fenomeno tra l'altro portò alla nascita del concetto moderno di museo, prima in Francia e poi all'estero e del resto fu Napoleone a rendere il Louvre quello che è oggi e fu lui a rinaugurare la Pinacoteca di Brera nel 1809. Comunque che fosse un atto moralmente discutibile e con reali intenti meno nobili è assolutamente vero.
@@passionenapoleonica mi limito a ricordare uno dei principi espressi da Old Bloody Bones sull'arte militare:
"È la guerra che deve alimentare la guerra".
È stato Napoleone stesso dunque a legittimare il saccheggio come elemento fondamentale della sua strategia.
Questo spiega in parte i successi sugli austriaci, che erano spesso lenti nei movimenti perché rallentati dalle salmerie e, per contro, la catastrofe della campagna di Russia dove i francesi trovarono letteralmente "terra bruciata".
Esattamente. Napoleone è stato un anticipatore della guerra moderna anche su questo aspetto. Certamente rappresenta una macchia sulla sua figura. Di nuovo, non deve essere né criticato né elogiato a prescindere, semplicemente studiato e contestualizzato al suo periodo storico. L'esercito francese napoleonico aveva dalla sua un'ottima logistica ma ricorreva quasi sempre alle requisizioni forzate sul territorio e in questo non era molto diverso dalle sue controparti contemporanee. Nei territori amici si lasciavano ricevute per gli indennizzi, per quelli nemici c'era il saccheggio. In Spagna il Maresciallo Soult fece enormi spoliazioni di opere d'arte e non fu assolutamente ripreso per questo atteggiamento.@@paolofranceschi816
Il Museo Moderno esisteva già prima con i Musei Capitolini, introdotto da Papa Sisto IV.
Grazie a questa serie ed ovviamente a te ho rivisto una puntata dell'immenso D'averio su Napoleone a Milano che si trova sul suo canale. Piena di dettagli curiosità e di quei pettegolezzi che piacevano tanto a Filippe e a noi tutti. Grazie Gioele per il lavoro che ci regali
Vado a cercarla, io adoravo passepartout
Lo scorso luglio ho letto, incuriosito, "Il mio Napoleone" di D'Averio. Per carità, nulla da eccepire allo storico dell'arte che apprezzavo tantissimo, ma su Napoleone ha scritto delle vere e proprie fesserie. Sembrava più preoccupato di denigrarlo con i soliti luoghi comuni che altro. E diverse imprecisioni storiche. Anche i ritratti delle sorelle, in un apposito capitolo, sono piuttosto inutili e fasulli.
Il libro comunque merita soprattutto per le splendide illustrazioni, che te lo dico a fare? 🙂
Una delle cose che mi lasciano più stupito delle campagne di Napoleone in Italia è che il corso è stato a Milano ma mai a Roma, il che è davvero incredibile per un uomo che viene definito “l’ultimo Cesare” e che ha costruito il suo impero basandosi sul modello romano.
Comunque la città eterna non è del tutto estranea ai Bonaparte: la madre di Napoleone, Maria Letizia, ha vissuto lì fino alla morte nel 1836, mentre il fratello minore Luciano si è trasferito nella futura capitale nel 1804, dopo aver litigato con Napoleone.
Grande! Ascoltandoti, anche mia mamma ti ha promosso!! Dice che sei arrivato ad un grande livello!! Complimenti🎉
Ringraziala da parte mia
Nulla di nuovo sotto il sole.... In guerra, la verità, è la prima vittima.
Grazie mille
Il tempo insieme a te vola mio caro 😊
Un saluto carissima Clara ❤❤❤ sempre un piacere vedersi qua 😊
@@百合フランチェスコ ciao Francesco buona serata a te e buona settimana santa 🥰
Serie sempre spettacolare.
Anche io la storia del tricolore l'avevo sentita cosi. Grazie gioele , buona serata
A proposito di leggi che non valgono senza la forza, citiamo il qui tanto apprezzato Giustiniano (rectius: il suo collaboratore Triboniano).
“Imperatoriam maiestatem non solum armis decoratam sed etiam legibus oportet esse armatam, ut utrumque tempus, et bellorum et pacis, recte possit gubernari”.
Ahio! Cartellino Rosso! Nascita del Tricolore a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797. Milano è venuta dopo. Nota polemica con Craxi qualche decennio fa
In realtà anche Brescia rivendica la nascita del tricolore nel novembre 1796 come bandiera delle milizie della neonata repubblica bresciana... probabilmente è vero che i tre colori siano stati già usati in occasioni precedenti però con una diversa disposizione (tipo bandiera dell'ungheria) o con l'ordine dei colori verde,rosso bianco ( tipo bandiera della Bulgaria)
Effettivamente il tricolore bianco, rosso e verde fu adottato nella Repubblica Cispadana a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797. Tuttavia, se si vuol sottilizzare, quella bandiera prevedeva i tre colori disposti orizzontalmente. La loro disposizione verticale, come la conosciamo oggi, fu invece adottata dalla Repubblica Transpadana il 19 maggio 1796 e successivamente confermata nella Repubblica Cisalpina il 29 giugno del 1797.
Come dicevo ci sono un sacco di versioni, persino in Francia, prima di passare al tricolore col blu, pare fosse stato usato alcune volte quello col verde dai rivoluzionari.
In Italia è rivendicato da metà delle città del nord 😸
Ne approfitto per menzionare anche la coccarda Tricolore usata da Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis durante il loro tentativo di sollevazione unitaria giacobina a Bologna nel 1794. Fu coinvolto anche l'onnipresente Saliceti.
Il periodo napoleonico in Italia ha avuto tra gli aspetti positivi quello di rendere più moderna, precisa ed efficiente la burocrazia e l'amministrazione. In occasione di ricerche all'Archivio di Stato mi è capitato di ringraziare mentalmente Napoleone, perché la differenza nei documenti tra il prima e il dopo era evidente
Per me Razziatore. Ho sempre detestato Napoleone specialmente del fatto che non solo ci ha razziato, ma ci ha ucciso I contadini e raso al suolo interi paesi.
Io vivo in un paese dove una statua è stata presa da Napoelone e sta ancora al Louvre.
Quando mai un militare in carriera è stato un vero liberatore? Lo scopo è diventare dittatore e spadroneggiare sui popoli "liberati" che non hanno motivi per lamentarsi!
La sua catchfrase: "In realtá le cose andarono diversamente". Nessun piano sopravvive all'incontro con il nemico😉
Sul tricolore ho letto che, sull'onda della rivoluzione, i primi "club" giacobini in Italia vollero adottare il tricolore francese, ma fu loro detto, per errore, che era verde, bianco e rosso anziché blu, bianco e rosso 🙂
Anche stavolta pillola magnifica ed emozionante, in senso positivo e negativo.
Tralascio il panegirico di Gioele, sembrerebbe piaggeria.
Buongiorno Dottore. Domanda: Napoleone liberatore o razziatore ? - Risposta: la 2^ che hai detto ! Dire che fu un liberatore significherebbe dare dell'ignorante ad un tale Ugo Foscolo che, sappiamo cambiò suo malgrado opinione sul còrso dopo che vide quel che fece sul suolo italico. Ed inoltre io sono veronese e le pasque veronesi sono ancora lì vive nella memoria. Com'ebbi già a ascrivere fu un razziatore di cavalli messicano ( negli western sono spesso messicani i razziatori ) che sconfinò non alla ricerca di cavalli pezzati, bensì di gloria, denaro e ricchezze degli altri. Ad maiora
Ugo Foscolo, però,non lo si può esattamente definire un testimone non di parte
Foscolo in seguito dovette ricredersi. Nel 1802 scrisse "Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione", per quando Napoleone annunciò di diventare il Presidente della Repubblica Italiana, carica che mantenne fino al 1805, quando si incoronò Re d'Italia. Sempre nel 1805 regalò il Veneto e il Friuli appena ripresi dall'Austria al Regno d'Italia.
Sì, è vero, Napoleone pretendeva tributi, sotto forma di moneta sonante o di opere d'arte.
Ma...
Come avrebbe detto Metternich, nel 1796 l'Italia era «soltanto un'espressione geografica». Nonostante una cultura condivisa ed un linguaggio comune che andava nascendo il Veneto e Venezia erano province austriache, Mantova era occupata dall'esercito asburgico, la Toscana, Modena, Lucca e Parma erano governate da duchi e granduchi austriaci; gli Stati Pontifici erano di proprietà del papa; Napoli e la Sicilia costituivano un unico regno governato dal Borbone Ferdinando IV, e Piemonte e Sardegna erano sotto la monarchia savoiarda.
Ma ora la Lombardia, pur se protettorato francese, era una repubblica autonoma.
Nel triennio 1796-99 andò affermandosi una nuova cultura politica italiana, basata sulle idee napoleoniche molto poco ancorate a quelle giacobine rivoluzionarie e durante il triennio N. consentì di esercitare un potere limitato che però consentiva di smorzare il giacobinismo zelante dei conquistatori. Vale la pena di notare che, a parte pochi mesi in Lombardia nell'estate 1796, in quel periodo non ci furono ribellioni di massa contro il governo napoleonico, cosa che si sarebbe invece verificata in Tirolo e in Spagna. I metodi di governo francesi sembravano più consoni di quanto fossero stati quelli austriaci. E senza dimenticare i numerosi provvedimenti di modernizzazione: dove N. aboliva l'Inquisizione, pratiche feudali oscure, regolamenti antisemitici, dove chiudeva ed aboliva i ghetti, portava illuminismo autentico e diritti civili alle popolazioni. Per farsi riconoscere come autorità governativa doveva avere collaborazione, e non sottomissione.
La Repubblica Cispadana nasce allora, e pochi anni dopo la Repubblica Cisalpina. I germogli dell'Italia che verrà.
Saró cursi, ma non posso dirtelo meglio che usando una canzone: immagina la melodia, poi si sente Max Pezzali: Sei un mito🤪
Gli anni sono passati in gran numero ma ricordo ancora il Carnot matematico e fisico, e ora lo scopro anche militare e statista, i miei complimenti.
Si, anche se quello famoso era il figlio, anche lui matematico e fisico
E aggiungo che in matematica lo stesso N. era fortissimo. Esiste, in geometria, un "teorema di Napoleone" ;-) Ne parla addirittura Odifreddi nel suo primo volume della storia della geometria (C'è spazio per tutti)
Napoleone era gelosissimo di Giuseppina e la tempestava di lettere (anche con una certa ipocrisia) come:
"Tu sai che non potrei mai vederti con un amante, ancor meno accettare che tu ne abbia uno. Strappargli il cuore e vederlo per me sarebbe una cosa sola".
O ancora:
"Resta a Parigi, abbi degli amanti, che tutti lo sappiano, non scrivermi mai, ebbene ti amerò per questo dieci volte di più. Non è follia, febbre, delirio? E non ne guarirò mai."
Si potrebbe farci un meme con Augerau che viene mandato in giro a sedare rivolte... La Vandea, Binasco, Lugo di romagna e tante altre...
Mi hai fatto venire voglia di cercare i posti a Milano in cui ha agito Napoleone.
"i francesi non sono tutti ladri.... Bonaparte si" si diceva nella Serenissima...
In realtà è uno scambio di battute tra Napoleone e lo scultore italiano Canova, avvenuto a Milano.
Napoleone chiese "È vero che gli italiani sono tutti ladri?"
Canova rispose "Tutti no, bonaparte si".
grazie x i tuoi video, sono sempre un bel ascoltare. Nota divertente, nei video di napoleone sento sempre il sostantivo "buonaparte" ripetuto troppe volte, ma forse sono solo io un po autistico
😸😸
La famosa operazione "Guarda Milano"
😸😸
Tutto interessante adesso anche quando passerò da Binasco penserò che è passato Napoleone e che si sono pure ribellati.
È molto probabile che Murat, che avrebbe dovuto portare Giuseppina in ltalia per ordine di Napoleone come ha detto Gioele, abbia avuto una fugace relazione con lei.
Per quanto riguarda la questione della gravidanza, si ipotizza anche che Giuseppina abbia avuto una sorta di gravidanza isterica, e che quindi non stesse mentendo del tutto a Napoleone (tranne sul fatto che avesse un amante, piccolo dettaglio).
Ubi major ....minor cessat ( se non ricordo male) era nata una stella ..un po troppo truffaldina e megalomane ma pur sempre un astro del suo.tempo.bravo Gioele.
Winston Churchill disse che in guerra la verità è talmente preziosa che ha bisogno d'esser difesa da una scorta armata di menzogne ;-)
Anche questa volta editing e narrazione impeccabile…nel mio canale spiego ed edito i video proprio come fai voi💪🏻,siete i numeri uno 🫶🏻
Spero li editi meglio allora 😸😸😸 perché il mio fa schifo
Come sempre ottima sintesi. Per quanto riguarda Milano anche qui vale lo stesso ‘copione’ articolato su propaganda e intelligence. Prima dell’ingresso a Milano era stato inviato da Christophe Saliceti (in pratica il capo delle rete informativa ‘politica’ che dipendeva dal Direttorio) un agente con l’incarico di prendere contatto con i filo-giacobini: la grande manifestazione popolare all’ingresso in città fu organizzata infatti da Carlo Salvador e terrorizzò letteralmente l’aristocrazia milanese. Era anche questo un trucco: Bonaparte non intendeva affatto fare la rivoluzione, ma serviva lo spauracchio a tener buoni i cittadini. Pietro Verri rimase molto colpito dai soldati francesi che descrisse «poveri, ma coperti di gloria». Il resto lo fece la vita mondana: vero fino ad un certo punto che l’aristocrazia si sentisse in soggezione, perché da subito Bonaparte individuò la figura di Francesco Melzi d’Eril (che aveva incontrato ‘prima’ di Lodi) per creare una nuova forma di governo ‘moderato’. Il potere insomma fu diviso a metà: il governo militare francese razziava e il governo civile milanese ‘frenava’.
Quanto all’episodio di Pavia/Binasco, una volta diventato imperatore, Napoleone - di fronte a rivolte od altro - ripeté in diverse occasioni: «Bruciate, bruciate, fate come ho fatto io a Binasco!» Ultimo particolare: Beaulieu si era semplicemente attenuto ai concetti strategici della sua epoca per cui tracciare una linea da Verona/Peschiera a Mantova per bloccare la pianura Padana era giusto. Ma non conoscevano ancora Napoleoone!!! PS Attendo con impazienza ... Un saluto a tutti
"Ai posteri l'ardua sentenza" scrisse un milanese pittosto famoso... siamo posteriori di 200 anni ma non abbiamo ancora deciso 😮
Io si: ladro e guerrafondaio.
Ci vorrebbe una serie: "Gioele e la pronuncia dei nomi" 🤣
p.s. si scherza sia chiaro
Gioele su hoi4 hanno fato la mod di orbis faresti mai una recensione della mod
Dovrei giocare ad HOi4 😸😸
Dalla parte dei Fugger...
Ma chi? Perché mi aspetto una nuova teoria del complotto? 😸😸
@@laBibliotecadiAlessandria stai sereno. Avanti con la tua precisione storica. Sono bellissimi video. Sul presente lascia stare. Miaooo ciao
W Ferdinando di Napoli e Sicilia (poi Ferdinando I delle due sicilie), liberatore di Roma 😅
🫣🫣
Una pilloletta sulla nascita del Louvre?