Il like te lo meriti perché hai avuto il coraggio di aprire il Vaso di Pandora, ma questa volta devo dissentire praticamente da tutto. Il primo errore, e parlo apertamente di errore, è quello di correlare stile o identità della foto alle caratteristiche intrinseche della pellicola. Le pellicole non sono altro che supporti fotosensibili, esattamente come il sensore digitale. Quella che tu hai chiamato identità non è altro che la reazione del supporto alle varie lunghezze d’onda della luce che un ingegnere chimico ha calibrato in laboratorio per ottenere una resa particolare. Le tue foto sono questo? Sono la scelta di qualcun altro? Io voglio sperare che lo stile, l’identità, la geniunità delle tue foto derivino al 99% dall’idea che ci sta dietro, dal modo con cui tu ti poni di fronte a ciò che stai fotografando e dalla bravura con cui poi le ottieni, non dal supporto! Ma ora parliamo di post-produzione. La sciamo da parte il processo/stampa colore che è stato concepito in modo molto più standardizzato, parliamo di bianco e nero. Scelgo una pellicola, sensibilità, grana, contrasti o altre sottigliezze. Scatto le mie foto e poi passo allo sviluppo. Con che chimica sviluppo, che diluizione? Con che temperatura lo faccio? Agito poco, tanto o uso un tamburo rotante? Poi la stampa. Che ingranditore ho, luce condensata o luce diffusa? Faccio il provino a contatto per la scelta e poi che carta userò per finalizzare la stampa? Politenata, baritata, lucida, opaca, tono caldo o freddo? Con che chimica la svilupperò? Farò viraggi o trattamenti di qualche tipo? L’arte della stampa analogica è molto complessa e può caratterizzare la foto al pari della pellicola scelta, richiede tempo per la sperimentazione nelle sue numerose sfaccettature ed è importante quasi quanto la perizia nella fase di scatto. Giusto un esempio, visitate il link che segue. Quelle che vedi alle spalle del signor Ansel Adams sono due stampe ottenute dallo stesso identico negativo molti anni prima che venisse inventato Photoshop… www.sfgate.com/centralcoast/article/Ansel-Adams-never-photographed-Central-Coast-17011649.php In digitale cosa si fa? Si prende la propria macchina (reflex, compatta, mirrorless, ecc., poco importa) si scattano le foto, poi si passa alla scelta e agli scarti, e poi alla lavorazione vera e propria. Qui si scelgono contrasti, tono, nitidezza/morbidezza e tutti i parametri che si vogliono regolare per ottenere l’aspetto desiderato. Chi fa uscire da questa fase lo scatto pronto alla stampa o alla pubblicazione o chi lo lascia “plain” per poi passare ad una fase successiva al foto ritocco vero e proprio, eventualmente con modifiche anche pesanti. Poi si può stampare ed anche qui c’è un mondo che si può gestire di persona o affidarsi a specialisti che avranno il compito di restituire su carta la propria foto nel modo più fedele possibile. Se si vuole avere in mano tutto il processo, c’è da lavorare tanto prima e tanto dopo per tutti e due i mezzi. Oppure si usano i preset integrati nella propria digitale o si va al laboratorio di sviluppo e stampa/digitalizzazione con l’analogica. In entrambi i casi l’ingegnere che sia elettronico o chimico ha già lavorato per noi! Dov’è la differenza a livello concettuale? Io non la vedo. E poi… no, il display non ti dice la verità sullo scatto, ma anche guardare in controluce ad occhio nudo un negativo 35mm già sviluppato ti dice poi molto… Secondo errore. Fare 400 scatti o solo 30 o 40 è una scelta del/della fotografo/a. Una volta si usavano molti rullini per fare un lavoro, oggi si cerca di usarne di meno per tanti validi motivi, ma questo lo puoi fare anche in digitale, anzi è un ottimo esercizio, non è la macchina a importi un modo di comportanti o un altro (almeno in questo aspetto), la forma mentis che hai allenato in pellicola può essere usata con grande beneficio anche in digitale! Terzo errore. Non è vero che il digitale costa di più! Tu stai rapportando macchine analogiche vecchie comprate usate con macchina digitali comprate nuove. Logico che i prezzi sembrano a favore dell’analogico! Pensa solo che una Canon F-1 da nuova costava cifre che rapportate ai tempi erano ben superiori a quanto costa oggi una Canon EOS R5. Se prendiamo in esame il settore dell’usato, oggi con un po’ di fortuna possiamo portarci a casa una Canon EOS 6D (una full frame) a 350-400€ sulla quale possiamo tranquillamente montare il 28-70mm della vecchia Canon EOS del viaggio di nozze dei genitori o procurarci un 50mm f/1.8 a 80-90€ o anche meno… (discorso analogo per altri marchi). Per fare buone foto non serve per forza comprare la Sony A1 da 6.000€… 500€ sono comunque tanti? Si, lo sono, assolutamente vero, ma se prendo una Nikon FM2 completa di obiettivo a 250€ (a trovarla in buono stato…) dovrò poi metterci il rullino e oggi un rullino di Portra 400 costa 14€ e poi lo dovrò sviluppare… e dovrò fare questo più e più volte… Tutto sto pippone per dire cosa? Solo che le foto si possono fare con il mezzo che si vuole, cioè che si preferisce, e che si può affrontare il percorso della fotografia in più modi più o meno complessi e/o articolati a prescindere dalla natura della fotocamera. Non facciamo lo sbaglio di osservare le cose solo dal prezzo di acquisto o dall’idea che un mezzo o l’altro abbia una magia particolare. La magia la fa chi tiene in mano la macchina fotografica, non il sensore o la pellicola che ci possiamo trovare dentro! (Scusate la logorrea 😜)
Concordo su tutto. Il discorso dell’essere superficiali e fare 3000 foto deriva dalla poca esperienza. Dopo tanti anni di fotografia non fai le foto a caso, se non altro perché poi vanno scelte 😂
Ottimo video Alice. Forse lo hanno già detto altri, ma un grande vantaggio della foto analogica è che viene stampata, o quantomeno il negativo esiste e viene conservato. Può apparire banale, ma un negativo o una stampa ben conservate saranno visibili anche dopo 100 anni. Al contrario, il file digitale non stampato, anche se riversato su nuovi supporti, andrà probabilmemte smarrito o si corromperà, potrebbero tra 50 anni mancare i software adatti a leggerlo. Un esempio: apriamo la scatola da scarpe e ammiriamo le foto della bisnonna scattate nel 1930. Cerchiamo invece un hard disk (ma quale era? Dove?) e non riusciamo più ad aprire le foto digitali di 20 anni fa. La scatola o l'album cartaceo delle foto stampate attraversa generazioni e lo trovi sullo scaffale. Il dato digitale è solo una convenzione, qualcosa di impalpabile, di effimero. Gli adolescenti di oggi sono la prima generazione che tra 30 anni andrà in pizzeria per una cena di classe, senza avere neanche una foto di classe da passarsi a tavola, perché non le hanno mai stampate. Molto triste. P.S : Grazie per i tuoi splendidi contenuti, e se ti piacciono gli audiolibri dai una occhiata al mio canale, li registro per passione.
Io credo che sia un argomento dove valga molto l'esprerienza personale. Io ho iniziato a scattare in digitale, anche con attrezzatura professionale, e poi sono passato all'analogico. Con il digitale avevo ottenuto quasi subito risultati, con l'analogico mi ci è voluto di più. Scattando in analogico ora scatto meglio anche in digitale.
E' sbagliato quanto dici rispetto alla mancanza di post-produzione nella fotografia su pellicola: la post-produzione nella fotografia su pellicola non solo esiste, ma richiede conoscenze molto ampie e approfondite. Probabilmente per te (come per moltissimi altri) il processo fotografico si interrompe una volta scattato il rullino, dato che poi affidi la pellicola ad altri per lo sviluppo e la stampa. In realtà, però, la fotografia su pellicola, se fatta come dio comanda, si compone di tre fasi, tutte ugualmente importanti: scatto, sviluppo, stampa. Tanto che i grandi fotografi non mandano certo le loro pellicole ad un laboratorio qualsiasi, ma hanno i loro sviluppatori e stampatori di fiducia, in modo che la fase di sviluppo e stampa (la post-produzione della pellicola) sia gestita con accuratezza e porti ad un preciso, e voluto, risultato. Ti consiglio di studiare in merito i tre volumi scritti da A. Adams: "La fotocamera", "Il negativo", "La stampa"; costituiscono la base per capire il processo nel suo insieme.
Sono d'accordo in linea di massima con quello che dici. Anche io ho iniziato con l'analogico, perché quando ho iniziato io il digitale non esisteva 😅, e ho continuato con l'analogico fino al 2010 circa, alternandolo un po' con il digitale. L'analogico per come sono io è molto più immediato, facevo delle belle foto con macchine completamente manuali, e non ho mai sentito l'esigenza di nessun automatismo di nessun tipo. "Vedevo" la foto prima di farla, regolavonla macchina e via, foto fatta. Sono passato al digitale piu che altro perché ho deciso per praticità di abbandonare le reflex e prendere direttamente un paio di bridge e una compatta, ma ho provato anche qualche reflex digitale naturalmente. Per me la difficoltà principale sta nel fatto che non "sento" la foto come con l'analogico. Per prendere feeling con il digitale a me ci vuole veramente tanto di più, e anche se fai la foto studiandola per bene prima, settando tutti i parametri, studiando l'inquadratura etc, poi per la postproduzione devi passare comunque spesso. Non sempre ma spesso. Si possono comunque ottenere foto buone al primo colpo eh, ma è piu difficile per me almeno, e la post produzione richiede comunque soldi e tempo. Non sono d'accordo sul fatto della spesa, volendo trovi delle bridge e anche qualche mirrorless di qualche anno fa praticamente a niente. Io amo in particolare Pentax e Leica. Leica ok costano, ma le Pentax di qualche anno fa te le tirano addosso in pratica ho visto, e puoi farci foto stupende. Poi ovviamente vanno presi gli obiettivi, ma quelli anche per l'analogico.
Data la mia età anagrafica preistorica, ho iniziato per forza di cose con l'analogico, (il digitale negli anni '70 del secolo scorso era ancora da inventare!). Ora evidentemente fotografo in digitale, ma ho sempre mantenuto un approccio analogico: scatto pochissime foto per sessione, con calma e riflessione, non scatto se non ho i parametri corretti, la post la uso per ottimizzare quello che è mancato nello scatto o per virare in B&N, essendo anche un pittore e un grafico, a volte nella post mi lancio in voli pindarici, ma a quel punto non è più fotografia , ma creazione digitale! Complimenti per i tuoi video, hai competenza e facilità di comunicazione!
Credo che le differenze tra analogico e digitale, in realtà, siano puramente soggettive, in quanto, se ci pensate bene, nessuno ci vieta di utilizzare lo stesso approccio della fotografia analogica, mentre scattiamo con una fotocamera digitale. E' chiaro che avere le "comodità" del digitale (foto già visibili, ISO modificabili, ecc.), può impigrirci e, quindi, non spingerci a ragionare accuratamente nella fase di composizione, ma basta disattivare la visione dello scatto sulla digitale, impostare gli ISO ad una sensibilità preimpostata senza cambiarli, ed eccoci lì, cambia il supporto (pellicola e sensore), ma non il modo di fotografare. Io, addirittura, anche se ho ottiche autofocus sul digitale, le utilizzo sempre in manual focus, così da trovarmi a mio agio quando passo dalla Sony A7 alla Nikon FM e così via. Per il discorso post-produzione, anche qui, è tutto puramente soggettivo, perché come scelgo una pellicola per avere un determinato risultato finale sui colori e il contrasto, posso pre-impostare la fotocamera digitale per scattare con dei profili configurati appositamente prima di scattare, in modo da ottenere delle fotografie che magari non necessitano della tanto agognata post-produzione. Quindi, in conclusione, credo che la vera differenza tra l'uno e l'altro, la facciamo noi e non la tipologia di fotocamera utilizzata. Un saluto a tutti!
Ciao! mm ok, ho capito, ha senso. Per quanto riguarda lo scattare, hai ragione, certo possiamo decidere noi se affidarci a tutte le comodità che ci offre il digitale è che avendo delle macchine così performanti alla fine non ha senso "limitarle", non lo so trovo che proprio il feeling sia diverso. ma ci sta alla fine è soggettivo è vero. Per quanto riguarda i filtri delle macchine, è vero anche quello ma anche lì si ritorna al fatto che devi avere delle macchine che siano performanti e quindi costose, mentre se ci pensi i rullini ti offrono una profondità e dei colori pazzeschi anche con macchine analogiche non costose
@@aliceinshot Il problema è che spesso ci affidiamo al marketing per scegliere i prodotti da acquistare, senza valutare se effettivamente necessitiamo di tanta evoluzione tecnologica o no. Con l'analogico il problema era meno sentito, perché tanto una pellicola la caricavi ugualmente su una Zenit da 2 lire o su una Nikon F4 da 4 milioni di lire, e chiaramente (ottiche a parte) le fotografie erano all'incirca le stesse. Col digitale no, hanno trovato il modo per spremerti fino all'ultimo euro sbandierandoti i miliatdi di Mpx, gli altissimi ISO, l'AF fulminante e chi più ne ha più ne metta. Ma per fare delle belle foto, dico io, abbiamo bisogno di tanta "inutile" tecnologia? Beh, no, ecco perché, rifacendomi alla tua risposta, ti dico che non c'è bisogno di "limitare" tante comodità digitali, basta semplicemente non acquistare fotocamere da 3000 euro piene zeppe di cose inutili e comprarsi magari una ottima reflex tipo una 5D mk2 o una mk3, oppure una D700, D600, che costano poche centinaia di euro e con dei buoni vetri, fanno delle foto eccezionali. Ecco che il problema dei costi alti del digitale, se non ascoltiamo il marketing ma solo noi stessi, in finale, non è un così grosso problema. Poi, vabbè, se vogliamo tornare all'essenza della fotografia, ti prendi una Yashica da 50 euro su eBay, ci metti su un bel rullino in B/N e rivivi le sensazioni uniche di scattare in analogico. Buon proseguimento! Ciao
Mmm tutto giusto all'inizio! Però occhio, nella fotografia analogica in cui porti il rullino al negozio e ti arrivano i file, stai demandando ad altri proprio la parte di post-produzione. La post-produzione infatti è la stessa sia in analogico che in digitale. Cambiano gli strumenti tecnici ma la stampa o la scansione analogica sono allo stesso livello della post digitale. Non credi? 😜
In parte si, ma se chi come lei sviluppa maggiormente in c-41 e poi scansiona non vedo grandi possibilità di alterazione dell'immagine. Si può paragonare alla conversione da RAW a JPEG.. In realtà ci può essere un margine di errore nel processo semmai ma che essendo non voluto fa parte del gioco e non compromette l'originalità della foto. La post produzione digitale è molto piu' invasiva volendo..
@@FlaikD attenzione non sto parlando dello sviluppo del negativo ma della conversione da negativo a positivo, per mezzo di scansione o stampa analogica. In questi passaggi infatti c'è qualcuno che deve decidere esposizione, contrasto, sia globale che locale, e nel caso del colore addirittura il bilanciamento dei canali RGB. Nei minilab spesso ci pensa la macchina, nei laboratori seri invece queste scelte le fa una persona. In ogni caso c'è un passaggio in cui si decide la resa finale dell'immagine, e sono decisioni che influiscono molto 😊
@@daelmaselli certo che influiscono ma di certo non crei un HDR con questo tipo di operazioni e non recuperi le ombre da un palazzo al buio.. Io penso che nel video si riferisca ad interventi di questo tipo che il digitale di fatto offre
@@FlaikD certamente ci sono margini diversi ma quei 2 stop ci sono anche in analogico. Basta che guardi la differenza tra provino e stampa di Ansel Adams o semplicemente il video che ha fatto la stessa Alice in camera oscura
Ho iniziato a fotografare 40anni fa, poi con il tempo sono passato al digitale ...ma non riuscivo a trovare il giusto filling per il tipo di fotografia che faccio (prevalentemente in bianco e nero). Da qualche anno sono ritornato alla fotografia analogica e ho ri-riempito un vuoto che non riuscivo a capire e gestire. Naturalmente uso anche lee macchine digitali, ma per lavori particolari o in cui è richiesta una praticità d'uso più immediata e meno meditata.
Mi trovo molto d' accordo con la prima parte, tuttavia il discorso della post produzione digitale è un po' più complesso: La fase di elaborazione RAW è un vero e proprio sviluppo che si basa sugli stessi principi dello sviluppo analogico. La parte successiva è quella di post produzione vera e propria che può essere invasiva, appena percepibile o nulla. In ogni caso nel processo digitale si ha molto più controllo e come dici tu se non si hanno conoscenze ed idee ben chiare si va letteralmente fuori strada ( cosa che invece è meno probabile in analogico ). Anche per quanto riguarda la fase di scatto mi permetto di fare un appunto: e' vero che i sensori digitali odierni sono molto performanti ma a tutto c' è un limite, se si bucano le luci sarà difficile recuperarle rispetto alla pellicola che tiene la sovraesposizione molto meglio; il livello di microdettaglio in digitale è molto alto generalmente, ma proprio per questo se non si hanno alcune accortezze si rischia di perdere questi benefici che si trasformano in problemi. Comunque il linea generale direi che la fotografia è un' idea di rappresentazione della realtà, se non hai buone idee in digitale non saranno buone neppure in analogico. Detto questo lunga vita alla fotografia, alle idee, e complimenti per il canale.
Grazie mille del contributo! Ha molto senso quello che dici! Per questo dico che mi sto sentendo un attimo disorientata perchè tutte le comodità del digitale possono diventare limiti per il fotografo :)
@@aliceinshot Può sembrare un discorso controintuitivo per chi non fotografa, o comunque non ha background, ma è la sacrosanta verità e credo sia alla base dell' 80% dei problemi. Quando ho iniziato io, direttamente in digitale, non c' erano così tanti contenuti come ora e quei pochi contenuti buoni erano difficili da reperire. Anche riguardo ai libri devo dire che nel periodo di switch analogico / digitale ( ma volendo pure ora ) si trovavano testi davvero fuorvianti, con indicazioni errate, magari non completamente ma quel tanto che basta per mandare un neofita sotto ad un burrone. Ti faccio un piccolo esempio: guarda le post produzioni di 10 o 15 anni fa ( anche nei film), erano invasive, pacchiane e senza senso. Ora non dico che abbiamo risolto il problema però almeno la tendenza si è invertita. La famosa ricerca del look analogico parte anche dal fatto che ad un certo punto ci si è guardati alle spalle e fortunatamente qualcuno ha capito cosa è la fotografia e cosa non è. ( magari su questa cosa potresti farci un video ). Ciao!
Per il tuo tipo di approccio alla fotografia analogica, tutto quello che hai detto ci sta, ma non valuti che lo sviluppo è praticamente il processo che in digitale corrisponde all'utilizzo di photoshop, quindi ti sei persa più del 50% del processo della fotografia analogica. Se vogliamo parlare del tuo approccio che utilizzi nell'analogico e riportarlo in digitale, allora potresti utilizzare i tools che oggi offrono le moderne camere digitali di miglioramento o modifica già in camera con scatto direttamente in Jpeg finito. Per esempio se utilizzi una fuji, (ma anche le altre camere hanno cose simili) queste macchine hanno le simulazioni di pellicola e quindi potresti semplicemente scattare e preoccuparti del pre-scatto, tanto la camera ti sforna il jpeg pronto per la stampa o la visualizzazione su monitor. Certo è che la differenza su cui ti do' pienamente ragione è che l'esperienza di contatto con la materia analogica è sicuramente più soddisfacente della virtualità digitale.
La mia esperienza (da non professionista, lo specifico) è molto diversa. ho iniziato con il digitale e sono passato all'analogico per un solo motivo: perché mi divertivo in camera oscura e non mi divertivo affatto davanti allo schermo di un pc. Secondo me (per quello che è la mia esperienza da non professionista, lo ridico un'altra volta) lo sviluppo non è assimilabile alla postproduzione, è la stampa ad esserlo. Mi spiego: con l'ingranditore posso fare molte cose, nella misura in cui sono in grado di usarlo. Pensa a Man Ray, sembra fatto al pc. Pensa a Giacomelli: se guardi un suo negativo non hai idea di quello che sarà la stampa, e non conosco nessuno che con tutti i mezzi tecnologici superperformanti e supersofisticati sappia ricreare l'atmosfera, l'emozione, la poesia di una sua foto. Il digitale ti dà l'illusione di essere bravo più di quanto non faccia l'analogico, ma quello che conta, alla fine, sono le idee e la capacità di realizzarle, anche per mezzo di tecniche "sbagliate" e non convenzionali. La fotografia analogica non è tutta una questione di pre, o almeno secondo me non dovrebbe esserlo. Ne sono sempre stato convinto, al punto tale che mi sono cimentato anche con il colore. Certo, il negativo lo facevo sviluppare, ma la stampa la facevo con l'ingranditore, senza cpe, con la tank jobo e uno scaldino per tenere i chimici a 37 gradi. Il risultato era abbastanza imprevedibile e proprio per questo, per un certo periodo, mi sono divertito. Per concludere, quello che volevo dire è che la fotografia può essere molte cose diverse e se ciò che dici tu è certamente vero in ambito professionale, per il reportage, per la pubblicità ed altro, non è vero per altre finalità, dalla foto amatoriale alle poiesis artistiche più diverse.
A proposito dell'indispensabilità della post-prod. digitale si può usare una strategia particolare che rende bene se la macchina fa dei jpeg buoni (tipo Fujif.): scattare in jpeg direttamente. Lavorando duro si arriva ad avere scatti che usciti dalla macchina, non hanno bisogno di nulla. Si deve decidere prima cosa si vuol ottenere, come si fa coi rullini e le simulazioni pellicola giusto di Fuji permetteranno di avere centinaia e centinaia di possibilità.
Interessante Ale, in generale si ha sempre molta paura a scattare in JPEG, specialmente per servizi dove non si ha molto tempo per controllare tutto e quindi diventa necessario avere maggior spazio di correzione in post. Però ha molto senso il tuo consiglio, grazie
La post produzione è esattamente come lo sviluppo. Certo che è tecnica, come anche lo sviluppo lo è. Ma la fotografia È tecnica, e l'espressione artistica passa per la tecnica, la si utilizza piegandola al servizio di ciò che si vuole creare. (Creatività e tecnica non sono l'uno l'opposto dell'altro). E questo lo dico da forografo "analogico" (bianco e nero). Pero siccome col colore "si manda a sviluppare il rullino" questo passaggio è meno sentito, ma c'è, solo che lo fa qualcun'altro. Si potrebbe anche in digitale far sviluppare i file a qualcuno, occupandosi solo dello scatto. Poi detto questo è verissimo che in digitale la fase davanti al computer è quasi più lunga della fase sul campo, e anche io come tanti altri sono passato alle tank, bacinelle e ingranditori perchè di stare di fronte a un monitor non ne avevo voglia😁
Io sono nato analogico e ho cominciato nel 1975 a fotografare. Il passaggio al digitale è stato durissimo perchè dopo tanti anni conoscevo le pellicole, gli sviluppi ecc. avevo affinato una certa sicurezza. Io credo che la fotografia sia su CARTA. STAMPATA perchè ti permette di vedere cose che non vedrai in digitale. Attualmente uso il digitale ma con l'idea analogica. Quindi Scelgo l'inquadratura, scatto e non penso alla post produzione. Quindi fotografo in Jpeg e uso PS solo per piccole modifiche sopratutto di luce dato che sottoespongo per riuscire a "tirare fuori" i particolari. Non taglio l'inquadratura .... e' un atteggiamento poco digitale ma con un mio amico grafico abbiamo in corso una disputa perchè lui dice che "in digitale ottiene qualsiasi cosa anche da una pessima fotografia. Io dico che una buona fotografia è sempre migliore della digitale "manomessa". Abbiamo provato a mettere la mia immagine e la sua elaborata su FB e con i like ha sempre vinto lui. La grande fotografia senza mostre cartacee morirà perchè la stampa digitale non è uguale a una stampa analogica. Ti seguo con simpatia perchè hai l'entusiasmo di un "vecchio fotografo" in un mondo digitale. Ciao. facebook.com/palinaldo/
Ciao, io ho cominciato con l'analogico... prima ancora ho conosciuto lo sviluppo del bianco e nero, accompagnando mio papà in mansarda dove abbiano ancora la camera oscura. Ho cominciato a scattare con una Nikon FM2 che avevo forse una decina d'anni (chiaramente perchè mio papà mi diede una reflex che aveva da parte per andare a sperimentare). Sono passato al digitale perchè imposto dal mercato. Al tempo ho smesso per qualche anno perchè deluso da dove stava andando il mercato della fotografia... Scattare in bianco e nero e sviluppare era diventato un lusso (il costo della carta fotografica, gli acidi... Passai al digitale quando era in produzione la D80, poi la D700 (che ho ancora entrambe, come tutte le altre con cui mio papà e poi io abbiamo sperimentato e fotografato)... Tutto questo per dire che avendo vissuto sia una che l'altra tipologia di fotografia, in realtà non sono così diverse... Io uso Lightroom, perchè lo approccio proprio come fosse la camera oscura, andare oltre con photoshop non l'ho mai sentito necessario, e Lightroom ha proprio quel concetto (un programma strutturato attorno a quello che in Photoshop è un plug-in, cameraRaw. Chiaramente la "camera oscura" dove si sviluppa il negativo digitale, offre strumenti che da riprodurre in camera oscura analogica era/è davvero molto più complesso. Però a differenza di quello che dici nel video, se ti stampi tu i rullini, scoprirai che anche la camera oscura ha un mondo dietro... Ci sono stampatori con i contro xxxxxx che hanno fatto storia. E' diverso dal dire che la foto analogica è tutta prima dello scatto, anche lei ha molto di post produzione. Solo il digitale lo ha reso molto più accessibile a chiunque avesse una reflex digitale, mentre prima non era altrettanto diffuso chi scattava e si stampava le foto da solo. Inoltre prima eri obbligato a fermarti agli effetti di ritocco dell'esposizione e pochi altri cursori che trovi in Lightroom e simili (qualche effetto ritaglio e rimuovi macchie molto più grezzi), mentre col digitale puoi andare molto oltre (cosa che spesso genera mostri) Ad ogni modo complimenti, mi piacciono le tue riflessioni, e come vivi il mondo della fotografia
Previsualizzazione, diceva Ansel Adams, ed aveva ragione… ciò contemplava sia la parte tecnica che quella estetica e di composizione, e ciò vale pure per la digitale… anche ai miei tempi le ottiche ed i corpi macchina costavano parecchio… come adesso…
Esatto previsualizzazione! Il problema è che col digitale è facile dimenticarsene, probabilmente per pigrizia o superficialità o non lo so, il fatto è che il digitale ti spinge a scattare spesso senza pensare
oggi non è mica così tanto vero....il top è vero che costa tanto come allora (il 17-35 Nikkor costava qualcosa come 2500 euro), ma le ottiche entry level sono poche costose anche grazie ai coreani e cinesi, e soprattutto sono di una qualità assolutamente rispettabile.....con le quali si fanno degli ottimi 33x48cm.....
questo commento passerà di certo in sordina dato il video di ormai un anno fa, in più non ho molta esperienza, ho appena iniziato con la fotografia digitale e in post produzione io non mi focalizzo su tutto quello che dici te nel video, autenticità unicità et cetera, vedo la foto che ho fatto con la macchinetta e cerco di rendere quel momento per come lo vedevo io semplicemente, magari faccio una foto ad un albero, io in quel albero vedo una particolarità che possono magari essere (solo per esempio) delle foglie rosse che magari in quel momento non mi sembra di aver mai visto in tutta la mia vita na roba del genere, ovviamente nello scatto mi escono dei colori sciatti che non sono quelli che vedevo però io ho il ricordo e modifico la foto in base a quello che stavo vedendo in quel momento. ovviamente questo è il pensiero di unə ragazzə che ha iniziato da un mese preciso a scattare, qualche professionista sicuramente avrà risposto meglio.
Io ho iniziato in analogico e ora scatto digitale e analogico. Sull'analogico se scatti in bianco e nero e sviluppi e stampi le foto te hai ragione ma se scatti a colori e non sviluppi e stampi te ma affidi il tutto ad una macchina che stampa automaticamente elimindando o riducendo il più possibile le dominanti. Prova a scattare un rullino a colori e portalo a sviluppare da X, scegli 3 foto e portale a stampare in 10x15 13x18 e 20x30 in altri 3 posti e mettile a confronto. già i 3 formati saranno diversi anche se dello stesso negozio. Poi ci sono gli "ibridi fantastici"....quelli che scattano con l'analogica per poter dire "io scatto in analogico" poi fanno sviluppare il negativo, lo scannerizzano e lo elaborano per poi poterlo pubblicare sui social.
Hai solo il feticismo della pellicola, della chimica, delle fotocamere analogiche. Non parli mai di come alterare la luce per illuminare nel modo giusto le tue foto; ciò che fai e scattare su pellicola, anche scaduta, con risultati imprevedibili, con la post-produzione affidata al minilab, per il feticismo dei vari strumenti coinvolti e della "magia" dei colori (in realtà sbagliati) che escono dal l'interpretazione automatica del software di uno scanner.
La fotografia digitale non ha per forza bisogno di post produzione. Chi inizia a scattare in digitale studiando dai manuali di fotografia analogica sa quanto è importante cercare di realizzare lo “scatto perfetto”. Se applichi gli stessi concetti analogici approcciandosi alla digitale non c’è molto distacco. Se scatti bene riduci là post produzione che devi fare. Ad ogni modo anche in analogico quando fai la scansione del negativo il software stesso dello scanner sta iniziando a fare post produzione. Chi stampa in analogico sa che per ottenere una bella immagine dal negativo c’è del lavoro da fare con l’ingranditore ecc. Da amatore della fotografia, dopo anni di esperienza ho capito che se vuoi delle immagini che ti soddisfino per arrivare a quello che era la tua idea di quello scatto la post produzione, analogica o digitale che sia, fa parte della fotografia ed è giusto così. Chiaramente post produzione intendo piccoli ritocchi e no stravolgimenti dello scatto originale (si Lightroom, no Photoshop). Conosco fotografi che lavorando come inviati dei giornali nei luoghi di guerra, per ambire a famosi e prestigiosi premi devono mandare il file raw per permettere di verificare quanto è post produzione e quando è scatto originale. Quindi, basta scattare cercando di fare lo scatto perfetto, che in mano si abbia un sensore o una pellicola.
Alice, stai confrontando i prezzi di una macchina di 30-40 anni fa (e quindi a sconto), con una digitale di oggi. Chiaro che così non torna. Se provi a confrontare due prodotti vintage, ovvero una analogica con una digitale di 10 anni fa, non ci sono differenze di prezzo. Prova a cercare una Nikon D700 (che ancora fa foto pazzesche) o una Olympus Om-1, macchine professionali del tempo (ed anche di oggi). Con 400-450 euro compri macchina e 50 mm.
Faccio una osservazione a parte sulla qualità Per avere la qualità nell'analogico paragonabile a delle reflex usate da 200 euro obiettivo compreso (nikon d3200) bisogna spendere e tanto... primo comprando un ingranditore con ottiche a 6 lenti e tutte le bacinelli e carta....oppure comprando uno scanner consumer.... Un Nikon V ha una risoluzione di 20MP ed è un moltiplicatore di grana...e non costa 2 lire...e non mi azzarderei mai a dire la stupidaggine colossale che una Nikon d3200 (una macchina da 200 euro) ha una qualità inferiore ad un sistema analogico Fotocamera+scanner da 800 euro (ma anche da 2000).... mi riferisco al Bianco e nero...sul colore la qualità, intesa come rumore/grana, e risoluzione sono a favore del digitale persino sotto l'ingranditore (almeno che non si salga di formato, ma i prezzi lievitano anche per singolo scatto.).
assolutamente d'accordo anche se quando stampo in B&W faccio post-produzioni ed anche pesante, quello che vedo nell'obiettivo non è quello che poi appare nella stampa, per avere la stessa sensazione (anche se è una sensazione piuttosto lontana) ricreo delle simulazioni pellicola in macchina e scatto sia in jpeg che in raw, certo che la "fisicità" che ha l'analogico...be quello non è replicabile, a me piacciono anche le foto sbagliate analogiche, per non parlare dei rullini scaduti di quelli rovinati al sole o virati che hanno un risultato assolutamente casuale ed alle volte incredibile. sempre belli i tuoi video pieni di riflessioni!!!
cioè tu scatti in analogico perché "bla bla bla" e porti a sviluppare e stampare da un professionista in quanto non sei in grado di lavorare in camera oscura? però dici che il digitale é più complicato perché devi sviluppare il file (a parte che se scatti in jpg la post la esegue il software interno della camera)... verrebbe da chiederti se hai mai sentito parlare di tale Ansel Adams e cosa faceva in camera oscura dopo lo scatto... Comunque abbastanza contorto il pensiero. Sarai mica una di quelli che "it's shoot on film it's automatically better"? (cit)
infatti io non vedo l'economicità dell'analogico.... chimici e carta sono a prezzi assurdi e sono prodotti di consumo, ergo, vanno acquistati regolarmente. concordo con te che forse prima di fare questo intervento sulla post produzione sarebbe stato meglio farsi una buona biblioteca di grandi fotografi, partendo proprio da lui, Ansel Adams
La signorina ha solo il feticismo della fotografia chimica. Mai una volta che parli di gestione della luce allo scopo di FARE FOTOGRAFIA. Solo pellicole scadute e colori lasciati all'interpretazione di uno scanner. Ignoranza pura.
Ho iniziato a fare foto quando esisteva solo l'analogico. Poi ho smesso quando è comparso il digitale, un periodo in cui le prime fotocamere costavano molto di più di quelle analogiche "al tramonto" ma avevano una resa a dir poco vergognosa. Se si studia la storia delle macchine fotografiche dalla fine della seconda guerra mondiale all'anno 2000, si vede chiaramente che i tanto sventolati progressi in fondo erano spesso solo una grossa fregatura per fare spendere soldi. Dopo tanti anni è possibile realizzare belle foto con le tante disprezzate Zenit sovietiche che funzionano ancora bene, mentre le elettroniche futuristiche giapponesi quasi sempre si devono buttare o le trovi con la plastica squagliata! Ho ripreso un po' quando il digitale ha iniziato a consentire la produzione di foto decenti. A parte tutto questo, discutere troppo di tecnicismo alla fine finisce per portare davvero fuori strada. Esistono foto straordinarie che furono prodotte con le lastre di vetro. Ci sono stati grandissimi e noti fotografi che hanno usato le Polaroid e le Instamatic. C'è una cosa che mi è stata insegnata tanti anni fa quando esisteva solo la foto analogica: è il fotografo che realizza la foto e non lo strumento che si ha in mano o il supporto. Mi sento di consigliarti di guardare quanto più è possibile le opere dei fotografi che sono passati alla storia. Il perfezionismo tecnico è solo forma senza sostanza. Guardati ad esempio le foto di Letizia Battaglia che non usava fotocamere sofisticate, eppure quelle foto hanno un'anima, provocano, emozioni, "spiegano", ti suggeriscono domande. Di foto perfette grazie alla post produzione ormai ne esistono una quantità incalcolabile. E' meglio di prima? Ho la sensazione che oggi il software consente soprattutto di diventare tutti "bravi fotografi" . Non è poi la continuazione della filosofia industriale del "Point and shoot"? Anche la foto è "consumo", più se ne fa più si guadagna. Vi assicuro che è possibile fare qualcosa di bello anche con una "vecchia" fotocamera digitale di 10 o 12 Megapixel. Le foto stanno nella mente del fotografo prima di tutto. Non serve spendere migliaia di euro per diventare un grande artista. La tecnologia deve essere e deve rimanere un aiuto. Le emozioni della camera oscura sono soggettive. E' forse molto più affascinante vedere una foto che ti appare tra le mani sapendo che è davvero fatica tua ma può anche essere emozionante elaborare una foto tramite un software. In conclusione, è la tecnologia che deve stare al servizio del fotografo e non il contrario. Se non si è convinti di questo è meglio lasciar perdere.
non puoi paragonare il prezzo del nuovo con l'usato..... 1. Con 300 euro ti compri delle ottime reflex digitali, con sensori da 24MP (penso alle D7x00)....e credo che batta (stampo in RA4 con ottiche APO) tutte le pellicole a colori e buona parte di quelle bianco e nero oggi in commercio per risoluzione. 2. Con la pellicola oltre al PC (necessario se vuoi condividere le tue foto) tra chimici, tank, termometri e la bag partono circa 150 euro. 3. gli obiettivi reflex nell'era analogica su CaNikon possono essere utilizzati anche sulle digitali, e sono questi gli elementi che fanno la foto. Con 300 euro con l'analogico fai foto dall'ottima risoluzione se ti limiti ad un 50mm... 4. per godere della foto....se vuoi di scarsa qualità, che non è in grado di competere con la fotocamera di cui sopra, ma a limite con una 12MP, ti prendi uno scanner usato Nikon V da più di 500 euro....oppure un ingranditore....e anche qui con quali ottiche? Solo l'ottica può arrivare a costare usata 400 euro....e lo spazio fisico per sistemarlo. A rimanere bassi comunque 300 euro tra bacinelle e ingranditori e carta e chimici ci vuole e questo per avere qualità. 5. Non è proprio esatto...io scatto poco anche in digitale....raramente faccio più di 50 scatti a sessione (tranne per eventi). Ma sono cresciuto con la pellicola e con il digitale quando le SD avevano capacità di scatto piuttosto limitate ed erano costose. 6. Su 36 scattate con digitale o analogico (per me è indifferente) quelle che mi piacciono sono solo 3. 7. La foto che vedo sullo schermo è pressoapoco la stessa che vedrò sul PC, salvo che in camera raw posso stravolgere tutto....e correggere l'impossibile (non solo per chi scatta in analogico ma anche per chi ha usato le reflex digitali con sensore CCD o un Foveon) 8. Sviluppo a casa...ovviamente lo scatto condizionerà lo sviluppo o lo sviluppo condizionerà la fase di ripresa (in un rullino bisogna considerare più immagini, e magari dare più peso all'immagine che pensiamo essere la migliore). 9. in fase di ripresa in analogico devi considerare: temperatura colore nello scatto a colori o quale filtro applicare nel BW, questi hanno un effetto drammatico sulla resaa 10. Post produzione...quindi bisogna distinguere tra sviluppo e fotoritocco vero è proprio....perchè lo sviluppo viene fatto anche in digitale (non è un caso che si chiami negativo digitale) con la differenza sostanziale che posso vedere in tempo reale le modifiche e queste non sono definitive....mentre lo sviluppo analogico viene fatta su immagini che non vedi (e questo dà il carattere alla pellicola, come nitidezza, resa tonale, grana)....imparare richiede molto più tempo e denaro, oltre qualche buon libro per capire le basi. E proprio per questo mi trovi in totale disaccordo quando consiglio di comprare pellicole scadute....quando ci vuole tempo ad imparare a conoscere e adattare l'indice di esposizione di UNA pellicola con il tempo, la temperatura e l'agitazione di UNO sviluppo. 11. L'idea prima dello scatto è fondamentale soprattutto quando si tratta di un set preparato...le variabili in fase di ripresa sono infinite....ci puoi mettere benissimo un paio d'ore prima di fare uno scatto... Fotoritocco....con l'analogico, aldilà di qualche mascheratura e bruciatura, è necessario saper dipingere. In un certo senso il fotoritocco analogico addirittura nobilita l'arte fotografica
Non è colpa della tecnologia se chi usa la macchina digitale parte con il pensiero di utilizzarla basata sulla quantità e non sulla qualità, semmai è colpa di chi la usa che approccia nella maniera sbagliata. Io quando scatto con nuovissima XT5 a volte nemmeno porto a casa lo scatto perché non uso un approccio quantitativo....La storia della foto nello schermino una volta portata sul monitor grande? Anche li non è colpa della fotocamera digitale se chi la usa è scemo. A questo si collega quello che hai detto a proposito che la fotografia digitale è più post scatto: NO NO NO NO e ancora NO. Però guarda il canale mi piace mica per nulla sono un tuo follower. Sei brava, simpatica e mi piace la passione che trasmetti, ma in questo video hai sparato un po' di cagate senza offesa.
La prima che pone la questione dell’estetica nella post produzione digitale. Dall’analogico si imparano tante cose, soprattutto se si cresce di formato: una buona palestra
Commento questo video con un anno di ritardo e senza leggere gli altri commenti perché sono tanti e sono pigro, quindi molto probabilmente il mio punto di vista è già ben più che superato 😅. In particolare mi interessava la questione del "sono fotografa o sono artista digitale?". E' un tema interessante, ma secondo me è un po' riduttivo ridurlo in termini di definizioni. Io scatto sia in analogico che in digitale, sono due approcci completamente diversi e mi diverto molto con entrambi. Però per me non è tanto il mezzo, ma il senso che voglio dare alle cose. Quello che mi interessa è condividere una visione personale o creare un'immagine del mio punto di vista su una determinata scena, esprimere un'emozione se vogliamo essere un po' più generali, e il mezzo col quale mi piace farlo è la fotografia, indipendentemente se sia analogica o digitale. Questo fa di me un fotografo? Non lo so, probabilmente sì, non credo sia così importante sinceramente la categorizzazione se riesci ad arrivare a creare un'immagine che rispecchi quello che è il tuo pensiero.
Detto ciò ti seguo da pochissimo ma complimenti per il canale, super interessante! Ti ho scoperta cercando tutorialz su come sviluppare a casa. Grazie!
Se non sviluppi e stampi, NON SCATTI IN ANALOGICO! Semplice, stai solo giocando e seguendo la moda vintage del momento, è esattamente come se scattassi in digitale e portassi la schedina a far postprodurre da un fotografo, anzi peggio da una macchina vecchia, mal ridotta e con chimiche esauste( nella maggior parte dei casi purtroppo) di nuovo, prima di parlare di fotografia analogica, impariamo a farla, tutta! Non esiste solo lo scatto! La fotografia è finita solo quando è stampata! E se ti informeresti un minimo, se almeno una volta, anche solo in bn, avresti provato a stampare, sapresti che di post in analogico ce n’è! E anche tanta! A volte x stampare come dio comanda una foto in camera oscura ci vogliono ore! Prove su prove! Quella è tutta post esattamente come su pc! Pensi di cambiare rullino e di avere una resa diversa delle fotografie, con i servizi che abbiamo ora purtroppo un provia non vale più di un color plus! Ripeto se non fai tutto il processo da te, tutto questo bel discorsino x me è aria fritta.. ps cn 300€ fai delle foto digitali bellissime! Bisogna saperle fare!
Caro Gabbo, io sono un fotografo professionista, ci tengo a sottolinearlo da 30 anni con un discreto successo, ho studiato fotografia in diversi paesi, magari lo sarai anche tu.. ho dedicato la mia vita alla fotografia, ho fatto tanti dei quei rulli e lastre che tu dovresti vivere tre volte almeno per farli. detto questo ora non voglio prendere le difese di Alice ci mancherebbe è capace da sola, ma quando percepisco un tono leggermente presuntuoso mi viene un prurito alle mani, ma ovviamente per scrivere. quello che dici della stampa è assolutamente vero e credo che Alice lo abbia fatto vedere in diversi suoi video anche in camera oscura , dovresti informarti di più. non è assolutamente vero che la post analogica è uguale alle quella digitale, E SIMILE! ma non uguale! Quello che puoi fare digitalmente è infinito in analogico no, se conosci bene il mondo digitale serio saprai che quando trasformi raw non è come mettere sotto l'ingranditore un negativo bn non parliamo del colore ormai sono pochissimi quelli che stampano colore su ingranditore. anzi come dicevi tu ci vogliono ore per stampare, è vero ma è un lavoro diverso più bello per me più manuale, fare lo stampatore non è mettere un "ragazzino" davanti al pc a fare la color. ed è il bello del analogico. sul fatto del costo digitale sono d'accordo con te non è la macchina, fino a un certo punto. come dice Alice sono due approcci diversi con una filosofia diversa, infatti nel mondo del collezionismo fotografico (stampe) in questo momento storico sono piu apprezzati i fotografi analogici (vecchi e moderni. e aggiungo sono da sostenere queste persone che ci mettono la faccia nel descrivere la loro passione, al mondo serve gente che ovviamente dica il suo pensiero, ma con un approccio costruttivo altrimenti per me è aria fritta. e per finire poi capisco che nel 2023 è brutto dirlo forse anche da vecchio ma un linguaggio più educato e preparato non guasta mai caro Gabbo. Brava Alice!!
@@descafra se sei un fotografo professionista e scatti da 30 anni e hai fatto talmente tanti rulli e lastre che io non potrei mai vederle in 3 vite.. beh quello che pecca di presunzione magari sei un po’ te.. senza tagliere il fatto che un così fior fior di professionista assoluto abbia tempo da investire x vedere video così.. io nn nego la passione e lo sbattimento che una ragazza giovane investe x creare un canale e mantenerlo, tant’è che la seguo, la critico quando non ne sn d’accordo e L apprezzo quando lo sono.. il problema è che la disinformazione o meglio mezze informazionidette così con leggerezza non fanno bene alle nuove generazioni che si perdono parti fondamentali di quella che è la storia della fotografia
Parlo da praticante di Ritratto che fa sia fotografia in digitale che esercitazioni in analogico. Credo personalmente che ci sia spazio per entrambi i media. Doipotutto cosa conta di più: l'attrezzatura che si usa per ritrarre un soggetto, oppure l'lluminazione, outfit, prop, contesto, sfondo e sopra ogni altra di queste cose il Look and Feel che s'incarna nell'immagine? Il rapporto fra fotografo e modella/o che è poi quel che tira fuori il sentimento espresso? Detto questo, sia in analogico che in digitale, hai detto bene: la fase di sviluppo è importante e richiede un flusso di lavoro (o workflow). In digitale devi imparare, se magari come mai hai iniziato a scattare paesaggi e wildlife, che ogni genere richiede un proprio workflow e uso della suite Adobe la Fotografia differente. Non userai, per esempio, lo slider del contrasto se devi fare ritocco della pelle, quello è il tuo Nemico, mentre va bene spesso quando si sviluppano paesaggi e piumaggi o mantello animale. In digitale devi comprendere i passaggi lossy e losseless del flusso di lavoro e comportarti di conseguenza. Insomma, un argomento affascinante, ma che necessita focus pure lui, mica solo l'atto di prendere un ritratto a qualcuna o qualcuno.
La fotografia “analogica” e la fotografia digitale è identica. L’unica differenza è l’acquisizione dell’immagine che nel digitale diventa più immediato. Per il resto nel pre e nel dopo tutto è uguale ma con strumenti differenti. In camera oscura si faceva e puoi fare tutto o quasi quello che potresti fare con Photoshop. Nel capire come e cosa fotografare non cambia nulla, neanche se scatti col cellulare o con un banco ottico.
Boh non mi trovi d'accordo, essendo mezzi diversi anche il modo di utilizzarli e diverso e l'apporccio a essi ecc ecc.. il fine è lo stesso ma il modo è ben diverso
@@aliceinshotsei di un'ignoranza unica. La fotografia si realizza prima di premere il pulsante dell'otturatore. Al massimo puoi dire che la pellicola negativa tollera molto bene la sovraesposizione e che il digitale tollera molto bene la sottoesposizione. Ma la luce va gestita prima. La composizione idem. Usare pellicole scadute e scanner del piffero come fai tu è solo indice di ignoranza, di feticismo dell'oggetto, e non di sapere come FARE FOTOGRAFIA. Vai a studiare. E parla di gestione della luce anziché fare video per bambini in cui sviluppi la pellicola col VINO.
Pellicole possiedono uno stile? Le pellicole sono con diverse velocità oppure per bianco e nero, dia oppure per colore infrarossi ecc ma stili? Scattare e sviluppare in casa è avere il controllo completo. Sapere usare le maschere ecc viraggi, carta foto meccanica. Ma prima devi studiare ti ripeto il processo di sviluppo della carta in bianco e nero è il seguente: sviluppo arresto fissaggio. Nel tuoi video si vede sviluppo fissaggio arresto. Nel digitale è la stessa cosa scatti e poi sviluppi il file raw alla fine stampi in casa.
se posso, forse quello dello stile di certe pellicole è la cosa meno sbagliata che ha detto, le pellicole hanno tutte una dominante, così a naso mi pare che per kodak fosse il rosso, fuji il verde ecc, quindi se fai ritratto meglio kodak per l'incarnato e fuji per paesaggistica
Il problema è pensare di vedere uno stile di una pellicola scannerizzata e sviluppata da laboratori diversi e dubbi.. al giorno d’oggi è davvero difficile trovare un laboratorio serio.. x disquisire di queste caratteriste bisognerebbe stampare e sviluppare da soli! Così si parla solo x sentito dire..
La mia passione x le lunghe esposizioni mi porta ad avere un approccio diverso alla preparazione nel senso che ho un 50% di preparazione e un 50% di postproduzione (circa) Mentre la digitale è su treppiedi, spesso, ne approfitto x scattare a rullino 😅
Ti ascolto da parecchio. Ma quello che hai detto: "Per fare delle belle foto con la fotografia digitale bisogna spendere tanti soldi", mi dispiace ma no....questo è un messaggio MOLTO MOLTO sbagliato. E a tal proposito ti suggerisco di seguire un altro bel canale come il tuo: Promirrorless, di cui Damiano spiega, ed anche molto bene, che NON serve AFFATTO spendere bei soldi per fare BUONE foto anche con corpi macchina digitali "entry level".
C'è comunque un fondo di verità, ovvero: con l'analogico, la macchina può avere o meno varie caratteristiche tecniche interessanti, può essere tenuta bene o meno, ma la foto la impressioni sulla pellicola che ci metti dentro. A patto che l'otturatore funzioni a dovere, l'unica variabile è la lente. Tolte varie macchine inflazionate ultimamente, si potrebbe prendere un corpo a 50 euro, di lenti ce ne sono di eccezionali senza spendere tanto, come le Zeiss del sistema Contax-Yashica. Con digitale invece la foto la fa la macchina in tutti i sensi, il sensore è all'interno del corpo macchina. Per cui per avere "di più" c'è da prendere un corpo macchina migliore. Ora, il senso di quello che dice secondo me è che per avere un sensore con caratteristiche migliori devi spendere e comprare un corpo più performante, perché solo salendo di livello riesci ad avere tecnologie migliori, ad esempio per quanto riguarda la gamma dinamica. Con la pellicola, essendo che il rullo è lo stesso sia che sia una macchinetta da 30 euro sia che sia una macchina da 2000 euro, la qualità della foto la fa in gran parte come misuri la luce e come sviluppi (oltre che la lente, come detto). Poi certamente è vero quello che dici, si può prendere un corpo digitale usato, che comunque costa di più di un corpo analogico, e si scattano ottime foto se si sa scattare, e questo è verissimo. Però in situazioni limite ci si troverà con tecnologia vecchia quindi se si devono gestire tanti stop di gamma dinamica perché si è controluce con una digitale vecchia o non si fa la foto o si accetta il fatto che magari il sensore non riesce a recuperare come vorresti. Con la latitudine di posa della pellicola invece magari ci riusciresti (io poi parlo di bianco e nero, per il colore è tutta un'altra cosa ma non mi addentro).
Alla fine conta quello che esprimi. Concetto che mi è stato confermato da diversi fotografi. il 90 percento lo fa il fotografo, il soggetto e il come lo immortali, il 10 percento è la qualità, il colore e via dicendo. Se una foto è brutta, il post non serve a nulla.
Ciao Alice ! Complimenti per i video, concordo in parte con quello che dici soprattutto sulla post produzione in digitale . Sono curioso che macchina fotografica usi per il digitale?
Condivido ogni parola. Sono passato all'analogico perché non mi dà nessun piacere sedermi al computer a fare post-produzione, ma mi dà invece eccitazione scattare, comporre la scena, immortalare momenti. Vedo poi che molti lavorano per "preset" perciò ogni foto diventa la copia dell'altra. Io spesso, quando scatto in digitale, approfitto della grande qualità e resa delle simulazioni pellicola di Fujifilm e scatto (raw+jpeg) ma con l'obiettivo di avere subito un buon jpeg che non necessiti di lavorazione (mal che vada lavoro sul raw ma a quel punto solo per piccolissime correzioni). Con altre macchine fotografiche è proprio obbligatorio lavorare sulla post-produzione per dare un'anima alla foto.
e chi lo ha detto? è vero, c'è questa possibilità ma non è la regola! a me capita di fare foto in cui l'unica post ptoduzione che faccio è la conversione da raw a jpeg
@@test112491 forse non hai colto, se guardi le foto post prodotte di oggi con i file grezzi quasi non le distingui, ovvio che non vale per tutti, ma penso di saperne qualcosa di fotografia ;)
la risposta è NO! io ho iniziato con l'analogico 20 anni fa....poi passato dal digitale.....adesso sto ripassando in analogico, per questo ti seguo :). In ogni caso dopo anni di digitale sono ripassato in analogico, perché mi stavo perdendo proprio quel "pre" poi se applichi quel pre in digitale migliori il risultato in digitale. La post è necessaria assolutamente nel digitale
Ciao! Secondo me se uno vuole rimanere coerente fino alla fine dovrebbe stampare i negativi come si faceva una volta. Io personalmente non scatto in digitale perché non ho abbastanza soldi per permettermi una macchina e piuttosto che prendere una ciofeca aspetto e me la comprerò finita l'università. Ho recentemente assistito e successivamente realizzato personalmente due stampe in camera oscura. Il risultato é da lacrime agli occhi perché guardando quella carta satinata appesa al muro ora rivedo le fatiche e le preoccupazioni che ho vissuto durante lo scatto, nello sviluppo che ho fatto in garage e stampa. Un anziano sul trattore che si stropicciato gli occhi oramai stanchi mentre guida in una strada di un peesino vicino a Sassuolo. Possiedo 2 scanner, un Canon e un plustek e devo dire che mi fa veramente schifo, ma proprio schifo, inserire in un congegno i miei amati negativi, ora spiego perché. Il bello ma anche la maledizione del negativo si puó spiegare con un esempio. L'analogico è come un testo di un autore inglese: la bellezza ti viene trasmessa solo in lingua originale, con parole che NON DEVI MAI TRADURRE MA SOLO CAPIRNE IL SIGNIFICATO, altrimenti ne stai maltrattando il significato, ossia usando e piegando una parola al tuo volere per adattarla ai tuoi limiti, che in questo caso é la lingua italiana. Io sono super d'accordo con quello che dici, ma una cosa non mi é troppo chiara.... Scusami Tu cosa fai con i tuoi negativi per arrivare alla immagine finale che mostri in video? Il problema é che inserire una combinazione di granelli di argento in un apparecchio digitale implica che i granelli di argento raggruppati in maniera non matematicamente Perfetta siano ricondotti ad uno schema geometrico, disposti in maniera ordinata per seguire un sistema a bit(io studio agraria, purtroppo non informatica e quindi non so bene come spiegarlo e Come funzioni). Insomma per potere parlare veramente di forme e colori dell'analogico non possiamo parlare attraverso uno schermo ma implica una osservazione di una stampa analogica tenuta in mano perché la "traduzione in linguaggio digitale" fa perdere tanta della bellezza che noi analogici cerchiamo e per cui ci sbattiamo. Grazie mille per il video, mi é stato molto utile.
Ciao! Sono d'accordissimo con quello con dici in realtà. Mi è capitato di stampare di far stampare delle foto in bianco e nero in camera oscura e di vedere quanto fossero migliori rispetto alla scansione che era stata fatta! Le foto dei video sono ovviamente scannerizzate, cerco sempre di mantenere una certa qualità di scanner, nel senso che li porto a sviluppare in posti dove so che hanno scanner di qualità. Ad esempio a casa ho un Epson piano ma fa pena, lo odio! Lo so che questo metodo non rende vera giustizia alle foto però viviamo in un mondo digitale e quindi utilizzo i mezzi digitali per cercare per raccontare le mie esperienze analogiche sperando di poter far appassionare chi mi trova su internet. Infine, vorrei tantissimo farmi una camera oscura a casa ma non ho proprio lo spazio.
@@aliceinshot No, nel senso che si sentiva che eri molto presa dal discorso e hai infatti parlato di molte cose ma in modo esaustivo e abbastanza concentrato... 👍😄
Personalmente scatto sia in analogico che in digitale e purtroppo MOLTO più in digitale...nasco con l'analogico e fotograficamente parlando, la POESIA FOTOGRAFICA è MORTA con l'avvento del digitale! È inevitabile che la fotografia digitale sia molto più dispendiosa rispetto all'analogica, corpi macchia sempre più costosi, lenti sempre più costose...inevitabilmente hai bisogno di batterie, schede di memoria, un gran computer, abbonamento programma post produzione, hard disk di archiviazione ecc...ecc... Con il digitale non facciamo più FOTOGRAFIA = DISEGNARE CON LA LUCE, ma FOTOGRAFIA = ARTE GRAFICA...tutto dipende dallo sviluppo del file in post produzione! È sempre più difficile distinguersi....si, puoi distinguerti per il tuo modo di processare un file, tramite preset personalizzati...ma basta sfogliare le gallerie di juza per vedere quanto le fotografie di oggi sono sempre più un cliché in aumento esponenziale...per non parlare di quanto prima ci affascinava la grana ed oggi abbiamo un eccessiva nitidezza che già batte la visione dell'occhio umano nella realtà... (Tutto ciò ovviamente chi non ha vissuto l'analogico, non potrà mai capirlo...è comprensibile)
Il like te lo meriti perché hai avuto il coraggio di aprire il Vaso di Pandora, ma questa volta devo dissentire praticamente da tutto.
Il primo errore, e parlo apertamente di errore, è quello di correlare stile o identità della foto alle caratteristiche intrinseche della pellicola.
Le pellicole non sono altro che supporti fotosensibili, esattamente come il sensore digitale. Quella che tu hai chiamato identità non è altro che la reazione del supporto alle varie lunghezze d’onda della luce che un ingegnere chimico ha calibrato in laboratorio per ottenere una resa particolare. Le tue foto sono questo? Sono la scelta di qualcun altro?
Io voglio sperare che lo stile, l’identità, la geniunità delle tue foto derivino al 99% dall’idea che ci sta dietro, dal modo con cui tu ti poni di fronte a ciò che stai fotografando e dalla bravura con cui poi le ottieni, non dal supporto!
Ma ora parliamo di post-produzione.
La sciamo da parte il processo/stampa colore che è stato concepito in modo molto più standardizzato, parliamo di bianco e nero.
Scelgo una pellicola, sensibilità, grana, contrasti o altre sottigliezze. Scatto le mie foto e poi passo allo sviluppo.
Con che chimica sviluppo, che diluizione? Con che temperatura lo faccio? Agito poco, tanto o uso un tamburo rotante?
Poi la stampa. Che ingranditore ho, luce condensata o luce diffusa? Faccio il provino a contatto per la scelta e poi che carta userò per finalizzare la stampa? Politenata, baritata, lucida, opaca, tono caldo o freddo? Con che chimica la svilupperò? Farò viraggi o trattamenti di qualche tipo?
L’arte della stampa analogica è molto complessa e può caratterizzare la foto al pari della pellicola scelta, richiede tempo per la sperimentazione nelle sue numerose sfaccettature ed è importante quasi quanto la perizia nella fase di scatto.
Giusto un esempio, visitate il link che segue. Quelle che vedi alle spalle del signor Ansel Adams sono due stampe ottenute dallo stesso identico negativo molti anni prima che venisse inventato Photoshop… www.sfgate.com/centralcoast/article/Ansel-Adams-never-photographed-Central-Coast-17011649.php
In digitale cosa si fa?
Si prende la propria macchina (reflex, compatta, mirrorless, ecc., poco importa) si scattano le foto, poi si passa alla scelta e agli scarti, e poi alla lavorazione vera e propria. Qui si scelgono contrasti, tono, nitidezza/morbidezza e tutti i parametri che si vogliono regolare per ottenere l’aspetto desiderato. Chi fa uscire da questa fase lo scatto pronto alla stampa o alla pubblicazione o chi lo lascia “plain” per poi passare ad una fase successiva al foto ritocco vero e proprio, eventualmente con modifiche anche pesanti. Poi si può stampare ed anche qui c’è un mondo che si può gestire di persona o affidarsi a specialisti che avranno il compito di restituire su carta la propria foto nel modo più fedele possibile.
Se si vuole avere in mano tutto il processo, c’è da lavorare tanto prima e tanto dopo per tutti e due i mezzi.
Oppure si usano i preset integrati nella propria digitale o si va al laboratorio di sviluppo e stampa/digitalizzazione con l’analogica. In entrambi i casi l’ingegnere che sia elettronico o chimico ha già lavorato per noi!
Dov’è la differenza a livello concettuale? Io non la vedo.
E poi… no, il display non ti dice la verità sullo scatto, ma anche guardare in controluce ad occhio nudo un negativo 35mm già sviluppato ti dice poi molto…
Secondo errore.
Fare 400 scatti o solo 30 o 40 è una scelta del/della fotografo/a. Una volta si usavano molti rullini per fare un lavoro, oggi si cerca di usarne di meno per tanti validi motivi, ma questo lo puoi fare anche in digitale, anzi è un ottimo esercizio, non è la macchina a importi un modo di comportanti o un altro (almeno in questo aspetto), la forma mentis che hai allenato in pellicola può essere usata con grande beneficio anche in digitale!
Terzo errore.
Non è vero che il digitale costa di più! Tu stai rapportando macchine analogiche vecchie comprate usate con macchina digitali comprate nuove. Logico che i prezzi sembrano a favore dell’analogico!
Pensa solo che una Canon F-1 da nuova costava cifre che rapportate ai tempi erano ben superiori a quanto costa oggi una Canon EOS R5.
Se prendiamo in esame il settore dell’usato, oggi con un po’ di fortuna possiamo portarci a casa una Canon EOS 6D (una full frame) a 350-400€ sulla quale possiamo tranquillamente montare il 28-70mm della vecchia Canon EOS del viaggio di nozze dei genitori o procurarci un 50mm f/1.8 a 80-90€ o anche meno… (discorso analogo per altri marchi). Per fare buone foto non serve per forza comprare la Sony A1 da 6.000€…
500€ sono comunque tanti? Si, lo sono, assolutamente vero, ma se prendo una Nikon FM2 completa di obiettivo a 250€ (a trovarla in buono stato…) dovrò poi metterci il rullino e oggi un rullino di Portra 400 costa 14€ e poi lo dovrò sviluppare… e dovrò fare questo più e più volte…
Tutto sto pippone per dire cosa? Solo che le foto si possono fare con il mezzo che si vuole, cioè che si preferisce, e che si può affrontare il percorso della fotografia in più modi più o meno complessi e/o articolati a prescindere dalla natura della fotocamera. Non facciamo lo sbaglio di osservare le cose solo dal prezzo di acquisto o dall’idea che un mezzo o l’altro abbia una magia particolare. La magia la fa chi tiene in mano la macchina fotografica, non il sensore o la pellicola che ci possiamo trovare dentro!
(Scusate la logorrea 😜)
Concordo su tutto. Il discorso dell’essere superficiali e fare 3000 foto deriva dalla poca esperienza. Dopo tanti anni di fotografia non fai le foto a caso, se non altro perché poi vanno scelte 😂
Ottimo video Alice. Forse lo hanno già detto altri, ma un grande vantaggio della foto analogica è che viene stampata, o quantomeno il negativo esiste e viene conservato. Può apparire banale, ma un negativo o una stampa ben conservate saranno visibili anche dopo 100 anni. Al contrario, il file digitale non stampato, anche se riversato su nuovi supporti, andrà probabilmemte smarrito o si corromperà, potrebbero tra 50 anni mancare i software adatti a leggerlo. Un esempio: apriamo la scatola da scarpe e ammiriamo le foto della bisnonna scattate nel 1930. Cerchiamo invece un hard disk (ma quale era? Dove?) e non riusciamo più ad aprire le foto digitali di 20 anni fa. La scatola o l'album cartaceo delle foto stampate attraversa generazioni e lo trovi sullo scaffale. Il dato digitale è solo una convenzione, qualcosa di impalpabile, di effimero. Gli adolescenti di oggi sono la prima generazione che tra 30 anni andrà in pizzeria per una cena di classe, senza avere neanche una foto di classe da passarsi a tavola, perché non le hanno mai stampate. Molto triste. P.S : Grazie per i tuoi splendidi contenuti, e se ti piacciono gli audiolibri dai una occhiata al mio canale, li registro per passione.
Io credo che sia un argomento dove valga molto l'esprerienza personale. Io ho iniziato a scattare in digitale, anche con attrezzatura professionale, e poi sono passato all'analogico. Con il digitale avevo ottenuto quasi subito risultati, con l'analogico mi ci è voluto di più. Scattando in analogico ora scatto meglio anche in digitale.
E' sbagliato quanto dici rispetto alla mancanza di post-produzione nella fotografia su pellicola: la post-produzione nella fotografia su pellicola non solo esiste, ma richiede conoscenze molto ampie e approfondite.
Probabilmente per te (come per moltissimi altri) il processo fotografico si interrompe una volta scattato il rullino, dato che poi affidi la pellicola ad altri per lo sviluppo e la stampa.
In realtà, però, la fotografia su pellicola, se fatta come dio comanda, si compone di tre fasi, tutte ugualmente importanti: scatto, sviluppo, stampa. Tanto che i grandi fotografi non mandano certo le loro pellicole ad un laboratorio qualsiasi, ma hanno i loro sviluppatori e stampatori di fiducia, in modo che la fase di sviluppo e stampa (la post-produzione della pellicola) sia gestita con accuratezza e porti ad un preciso, e voluto, risultato.
Ti consiglio di studiare in merito i tre volumi scritti da A. Adams: "La fotocamera", "Il negativo", "La stampa"; costituiscono la base per capire il processo nel suo insieme.
Ben fatto. Finalmente qualcuno che la manda a studiare.
Sono d'accordo in linea di massima con quello che dici. Anche io ho iniziato con l'analogico, perché quando ho iniziato io il digitale non esisteva 😅, e ho continuato con l'analogico fino al 2010 circa, alternandolo un po' con il digitale. L'analogico per come sono io è molto più immediato, facevo delle belle foto con macchine completamente manuali, e non ho mai sentito l'esigenza di nessun automatismo di nessun tipo. "Vedevo" la foto prima di farla, regolavonla macchina e via, foto fatta. Sono passato al digitale piu che altro perché ho deciso per praticità di abbandonare le reflex e prendere direttamente un paio di bridge e una compatta, ma ho provato anche qualche reflex digitale naturalmente. Per me la difficoltà principale sta nel fatto che non "sento" la foto come con l'analogico. Per prendere feeling con il digitale a me ci vuole veramente tanto di più, e anche se fai la foto studiandola per bene prima, settando tutti i parametri, studiando l'inquadratura etc, poi per la postproduzione devi passare comunque spesso. Non sempre ma spesso. Si possono comunque ottenere foto buone al primo colpo eh, ma è piu difficile per me almeno, e la post produzione richiede comunque soldi e tempo. Non sono d'accordo sul fatto della spesa, volendo trovi delle bridge e anche qualche mirrorless di qualche anno fa praticamente a niente. Io amo in particolare Pentax e Leica. Leica ok costano, ma le Pentax di qualche anno fa te le tirano addosso in pratica ho visto, e puoi farci foto stupende. Poi ovviamente vanno presi gli obiettivi, ma quelli anche per l'analogico.
Data la mia età anagrafica preistorica, ho iniziato per forza di cose con l'analogico, (il digitale negli anni '70 del secolo scorso era ancora da inventare!). Ora evidentemente fotografo in digitale, ma ho sempre mantenuto un approccio analogico: scatto pochissime foto per sessione, con calma e riflessione, non scatto se non ho i parametri corretti, la post la uso per ottimizzare quello che è mancato nello scatto o per virare in B&N, essendo anche un pittore e un grafico, a volte nella post mi lancio in voli pindarici, ma a quel punto non è più fotografia , ma creazione digitale! Complimenti per i tuoi video, hai competenza e facilità di comunicazione!
Credo che le differenze tra analogico e digitale, in realtà, siano puramente soggettive, in quanto, se ci pensate bene, nessuno ci vieta di utilizzare lo stesso approccio della fotografia analogica, mentre scattiamo con una fotocamera digitale. E' chiaro che avere le "comodità" del digitale (foto già visibili, ISO modificabili, ecc.), può impigrirci e, quindi, non spingerci a ragionare accuratamente nella fase di composizione, ma basta disattivare la visione dello scatto sulla digitale, impostare gli ISO ad una sensibilità preimpostata senza cambiarli, ed eccoci lì, cambia il supporto (pellicola e sensore), ma non il modo di fotografare. Io, addirittura, anche se ho ottiche autofocus sul digitale, le utilizzo sempre in manual focus, così da trovarmi a mio agio quando passo dalla Sony A7 alla Nikon FM e così via. Per il discorso post-produzione, anche qui, è tutto puramente soggettivo, perché come scelgo una pellicola per avere un determinato risultato finale sui colori e il contrasto, posso pre-impostare la fotocamera digitale per scattare con dei profili configurati appositamente prima di scattare, in modo da ottenere delle fotografie che magari non necessitano della tanto agognata post-produzione. Quindi, in conclusione, credo che la vera differenza tra l'uno e l'altro, la facciamo noi e non la tipologia di fotocamera utilizzata. Un saluto a tutti!
Ciao! mm ok, ho capito, ha senso. Per quanto riguarda lo scattare, hai ragione, certo possiamo decidere noi se affidarci a tutte le comodità che ci offre il digitale è che avendo delle macchine così performanti alla fine non ha senso "limitarle", non lo so trovo che proprio il feeling sia diverso. ma ci sta alla fine è soggettivo è vero. Per quanto riguarda i filtri delle macchine, è vero anche quello ma anche lì si ritorna al fatto che devi avere delle macchine che siano performanti e quindi costose, mentre se ci pensi i rullini ti offrono una profondità e dei colori pazzeschi anche con macchine analogiche non costose
@@aliceinshot Il problema è che spesso ci affidiamo al marketing per scegliere i prodotti da acquistare, senza valutare se effettivamente necessitiamo di tanta evoluzione tecnologica o no. Con l'analogico il problema era meno sentito, perché tanto una pellicola la caricavi ugualmente su una Zenit da 2 lire o su una Nikon F4 da 4 milioni di lire, e chiaramente (ottiche a parte) le fotografie erano all'incirca le stesse. Col digitale no, hanno trovato il modo per spremerti fino all'ultimo euro sbandierandoti i miliatdi di Mpx, gli altissimi ISO, l'AF fulminante e chi più ne ha più ne metta. Ma per fare delle belle foto, dico io, abbiamo bisogno di tanta "inutile" tecnologia? Beh, no, ecco perché, rifacendomi alla tua risposta, ti dico che non c'è bisogno di "limitare" tante comodità digitali, basta semplicemente non acquistare fotocamere da 3000 euro piene zeppe di cose inutili e comprarsi magari una ottima reflex tipo una 5D mk2 o una mk3, oppure una D700, D600, che costano poche centinaia di euro e con dei buoni vetri, fanno delle foto eccezionali. Ecco che il problema dei costi alti del digitale, se non ascoltiamo il marketing ma solo noi stessi, in finale, non è un così grosso problema. Poi, vabbè, se vogliamo tornare all'essenza della fotografia, ti prendi una Yashica da 50 euro su eBay, ci metti su un bel rullino in B/N e rivivi le sensazioni uniche di scattare in analogico. Buon proseguimento! Ciao
Mmm tutto giusto all'inizio! Però occhio, nella fotografia analogica in cui porti il rullino al negozio e ti arrivano i file, stai demandando ad altri proprio la parte di post-produzione. La post-produzione infatti è la stessa sia in analogico che in digitale. Cambiano gli strumenti tecnici ma la stampa o la scansione analogica sono allo stesso livello della post digitale. Non credi? 😜
In parte si, ma se chi come lei sviluppa maggiormente in c-41 e poi scansiona non vedo grandi possibilità di alterazione dell'immagine. Si può paragonare alla conversione da RAW a JPEG.. In realtà ci può essere un margine di errore nel processo semmai ma che essendo non voluto fa parte del gioco e non compromette l'originalità della foto. La post produzione digitale è molto piu' invasiva volendo..
@@FlaikD attenzione non sto parlando dello sviluppo del negativo ma della conversione da negativo a positivo, per mezzo di scansione o stampa analogica. In questi passaggi infatti c'è qualcuno che deve decidere esposizione, contrasto, sia globale che locale, e nel caso del colore addirittura il bilanciamento dei canali RGB. Nei minilab spesso ci pensa la macchina, nei laboratori seri invece queste scelte le fa una persona. In ogni caso c'è un passaggio in cui si decide la resa finale dell'immagine, e sono decisioni che influiscono molto 😊
@@daelmaselli certo che influiscono ma di certo non crei un HDR con questo tipo di operazioni e non recuperi le ombre da un palazzo al buio.. Io penso che nel video si riferisca ad interventi di questo tipo che il digitale di fatto offre
@@FlaikD certamente ci sono margini diversi ma quei 2 stop ci sono anche in analogico. Basta che guardi la differenza tra provino e stampa di Ansel Adams o semplicemente il video che ha fatto la stessa Alice in camera oscura
@@daelmaselli ma perché mi vuoi fare la lezioncina che non sai chi sono? 😂
Ho iniziato a fotografare 40anni fa, poi con il tempo sono passato al digitale ...ma non riuscivo a trovare il giusto filling per il tipo di fotografia che faccio (prevalentemente in bianco e nero). Da qualche anno sono ritornato alla fotografia analogica e ho ri-riempito un vuoto che non riuscivo a capire e gestire. Naturalmente uso anche lee macchine digitali, ma per lavori particolari o in cui è richiesta una praticità d'uso più immediata e meno meditata.
Mi trovo molto d' accordo con la prima parte, tuttavia il discorso della post produzione digitale è un po' più complesso: La fase di elaborazione RAW è un vero e proprio sviluppo che si basa sugli stessi principi dello sviluppo analogico. La parte successiva è quella di post produzione vera e propria che può essere invasiva, appena percepibile o nulla. In ogni caso nel processo digitale si ha molto più controllo e come dici tu se non si hanno conoscenze ed idee ben chiare si va letteralmente fuori strada ( cosa che invece è meno probabile in analogico ). Anche per quanto riguarda la fase di scatto mi permetto di fare un appunto: e' vero che i sensori digitali odierni sono molto performanti ma a tutto c' è un limite, se si bucano le luci sarà difficile recuperarle rispetto alla pellicola che tiene la sovraesposizione molto meglio; il livello di microdettaglio in digitale è molto alto generalmente, ma proprio per questo se non si hanno alcune accortezze si rischia di perdere questi benefici che si trasformano in problemi. Comunque il linea generale direi che la fotografia è un' idea di rappresentazione della realtà, se non hai buone idee in digitale non saranno buone neppure in analogico. Detto questo lunga vita alla fotografia, alle idee, e complimenti per il canale.
Grazie mille del contributo! Ha molto senso quello che dici! Per questo dico che mi sto sentendo un attimo disorientata perchè tutte le comodità del digitale possono diventare limiti per il fotografo :)
@@aliceinshot Può sembrare un discorso controintuitivo per chi non fotografa, o comunque non ha background, ma è la sacrosanta verità e credo sia alla base dell' 80% dei problemi. Quando ho iniziato io, direttamente in digitale, non c' erano così tanti contenuti come ora e quei pochi contenuti buoni erano difficili da reperire. Anche riguardo ai libri devo dire che nel periodo di switch analogico / digitale ( ma volendo pure ora ) si trovavano testi davvero fuorvianti, con indicazioni errate, magari non completamente ma quel tanto che basta per mandare un neofita sotto ad un burrone. Ti faccio un piccolo esempio: guarda le post produzioni di 10 o 15 anni fa ( anche nei film), erano invasive, pacchiane e senza senso. Ora non dico che abbiamo risolto il problema però almeno la tendenza si è invertita. La famosa ricerca del look analogico parte anche dal fatto che ad un certo punto ci si è guardati alle spalle e fortunatamente qualcuno ha capito cosa è la fotografia e cosa non è. ( magari su questa cosa potresti farci un video ). Ciao!
Per il tuo tipo di approccio alla fotografia analogica, tutto quello che hai detto ci sta, ma non valuti che lo sviluppo è praticamente il processo che in digitale corrisponde all'utilizzo di photoshop, quindi ti sei persa più del 50% del processo della fotografia analogica. Se vogliamo parlare del tuo approccio che utilizzi nell'analogico e riportarlo in digitale, allora potresti utilizzare i tools che oggi offrono le moderne camere digitali di miglioramento o modifica già in camera con scatto direttamente in Jpeg finito. Per esempio se utilizzi una fuji, (ma anche le altre camere hanno cose simili) queste macchine hanno le simulazioni di pellicola e quindi potresti semplicemente scattare e preoccuparti del pre-scatto, tanto la camera ti sforna il jpeg pronto per la stampa o la visualizzazione su monitor. Certo è che la differenza su cui ti do' pienamente ragione è che l'esperienza di contatto con la materia analogica è sicuramente più soddisfacente della virtualità digitale.
La mia esperienza (da non professionista, lo specifico) è molto diversa. ho iniziato con il digitale e sono passato all'analogico per un solo motivo: perché mi divertivo in camera oscura e non mi divertivo affatto davanti allo schermo di un pc. Secondo me (per quello che è la mia esperienza da non professionista, lo ridico un'altra volta) lo sviluppo non è assimilabile alla postproduzione, è la stampa ad esserlo. Mi spiego: con l'ingranditore posso fare molte cose, nella misura in cui sono in grado di usarlo. Pensa a Man Ray, sembra fatto al pc. Pensa a Giacomelli: se guardi un suo negativo non hai idea di quello che sarà la stampa, e non conosco nessuno che con tutti i mezzi tecnologici superperformanti e supersofisticati sappia ricreare l'atmosfera, l'emozione, la poesia di una sua foto. Il digitale ti dà l'illusione di essere bravo più di quanto non faccia l'analogico, ma quello che conta, alla fine, sono le idee e la capacità di realizzarle, anche per mezzo di tecniche "sbagliate" e non convenzionali. La fotografia analogica non è tutta una questione di pre, o almeno secondo me non dovrebbe esserlo. Ne sono sempre stato convinto, al punto tale che mi sono cimentato anche con il colore. Certo, il negativo lo facevo sviluppare, ma la stampa la facevo con l'ingranditore, senza cpe, con la tank jobo e uno scaldino per tenere i chimici a 37 gradi. Il risultato era abbastanza imprevedibile e proprio per questo, per un certo periodo, mi sono divertito. Per concludere, quello che volevo dire è che la fotografia può essere molte cose diverse e se ciò che dici tu è certamente vero in ambito professionale, per il reportage, per la pubblicità ed altro, non è vero per altre finalità, dalla foto amatoriale alle poiesis artistiche più diverse.
A proposito dell'indispensabilità della post-prod. digitale si può usare una strategia particolare che rende bene se la macchina fa dei jpeg buoni (tipo Fujif.): scattare in jpeg direttamente. Lavorando duro si arriva ad avere scatti che usciti dalla macchina, non hanno bisogno di nulla. Si deve decidere prima cosa si vuol ottenere, come si fa coi rullini e le simulazioni pellicola giusto di Fuji permetteranno di avere centinaia e centinaia di possibilità.
Interessante Ale, in generale si ha sempre molta paura a scattare in JPEG, specialmente per servizi dove non si ha molto tempo per controllare tutto e quindi diventa necessario avere maggior spazio di correzione in post. Però ha molto senso il tuo consiglio, grazie
La post produzione è esattamente come lo sviluppo. Certo che è tecnica, come anche lo sviluppo lo è. Ma la fotografia È tecnica, e l'espressione artistica passa per la tecnica, la si utilizza piegandola al servizio di ciò che si vuole creare. (Creatività e tecnica non sono l'uno l'opposto dell'altro).
E questo lo dico da forografo "analogico" (bianco e nero).
Pero siccome col colore "si manda a sviluppare il rullino" questo passaggio è meno sentito, ma c'è, solo che lo fa qualcun'altro.
Si potrebbe anche in digitale far sviluppare i file a qualcuno, occupandosi solo dello scatto.
Poi detto questo è verissimo che in digitale la fase davanti al computer è quasi più lunga della fase sul campo, e anche io come tanti altri sono passato alle tank, bacinelle e ingranditori perchè di stare di fronte a un monitor non ne avevo voglia😁
Io sono nato analogico e ho cominciato nel 1975 a fotografare. Il passaggio al digitale è stato durissimo perchè dopo tanti anni conoscevo le pellicole, gli sviluppi ecc. avevo affinato una certa sicurezza. Io credo che la fotografia sia su CARTA. STAMPATA perchè ti permette di vedere cose che non vedrai in digitale. Attualmente uso il digitale ma con l'idea analogica. Quindi Scelgo l'inquadratura, scatto e non penso alla post produzione. Quindi fotografo in Jpeg e uso PS solo per piccole modifiche sopratutto di luce dato che sottoespongo per riuscire a "tirare fuori" i particolari. Non taglio l'inquadratura .... e' un atteggiamento poco digitale ma con un mio amico grafico abbiamo in corso una disputa perchè lui dice che "in digitale ottiene qualsiasi cosa anche da una pessima fotografia. Io dico che una buona fotografia è sempre migliore della digitale "manomessa". Abbiamo provato a mettere la mia immagine e la sua elaborata su FB e con i like ha sempre vinto lui. La grande fotografia senza mostre cartacee morirà perchè la stampa digitale non è uguale a una stampa analogica. Ti seguo con simpatia perchè hai l'entusiasmo di un "vecchio fotografo" in un mondo digitale. Ciao. facebook.com/palinaldo/
discorso e opinione molto interessante😁
Ciao, io ho cominciato con l'analogico... prima ancora ho conosciuto lo sviluppo del bianco e nero, accompagnando mio papà in mansarda dove abbiano ancora la camera oscura. Ho cominciato a scattare con una Nikon FM2 che avevo forse una decina d'anni (chiaramente perchè mio papà mi diede una reflex che aveva da parte per andare a sperimentare). Sono passato al digitale perchè imposto dal mercato. Al tempo ho smesso per qualche anno perchè deluso da dove stava andando il mercato della fotografia... Scattare in bianco e nero e sviluppare era diventato un lusso (il costo della carta fotografica, gli acidi... Passai al digitale quando era in produzione la D80, poi la D700 (che ho ancora entrambe, come tutte le altre con cui mio papà e poi io abbiamo sperimentato e fotografato)...
Tutto questo per dire che avendo vissuto sia una che l'altra tipologia di fotografia, in realtà non sono così diverse... Io uso Lightroom, perchè lo approccio proprio come fosse la camera oscura, andare oltre con photoshop non l'ho mai sentito necessario, e Lightroom ha proprio quel concetto (un programma strutturato attorno a quello che in Photoshop è un plug-in, cameraRaw. Chiaramente la "camera oscura" dove si sviluppa il negativo digitale, offre strumenti che da riprodurre in camera oscura analogica era/è davvero molto più complesso. Però a differenza di quello che dici nel video, se ti stampi tu i rullini, scoprirai che anche la camera oscura ha un mondo dietro... Ci sono stampatori con i contro xxxxxx che hanno fatto storia. E' diverso dal dire che la foto analogica è tutta prima dello scatto, anche lei ha molto di post produzione. Solo il digitale lo ha reso molto più accessibile a chiunque avesse una reflex digitale, mentre prima non era altrettanto diffuso chi scattava e si stampava le foto da solo. Inoltre prima eri obbligato a fermarti agli effetti di ritocco dell'esposizione e pochi altri cursori che trovi in Lightroom e simili (qualche effetto ritaglio e rimuovi macchie molto più grezzi), mentre col digitale puoi andare molto oltre (cosa che spesso genera mostri)
Ad ogni modo complimenti, mi piacciono le tue riflessioni, e come vivi il mondo della fotografia
Previsualizzazione, diceva Ansel Adams, ed aveva ragione… ciò contemplava sia la parte tecnica che quella estetica e di composizione, e ciò vale pure per la digitale… anche ai miei tempi le ottiche ed i corpi macchina costavano parecchio… come adesso…
Esatto previsualizzazione! Il problema è che col digitale è facile dimenticarsene, probabilmente per pigrizia o superficialità o non lo so, il fatto è che il digitale ti spinge a scattare spesso senza pensare
oggi non è mica così tanto vero....il top è vero che costa tanto come allora (il 17-35 Nikkor costava qualcosa come 2500 euro), ma le ottiche entry level sono poche costose anche grazie ai coreani e cinesi, e soprattutto sono di una qualità assolutamente rispettabile.....con le quali si fanno degli ottimi 33x48cm.....
questo commento passerà di certo in sordina dato il video di ormai un anno fa, in più non ho molta esperienza, ho appena iniziato con la fotografia digitale e in post produzione io non mi focalizzo su tutto quello che dici te nel video, autenticità unicità et cetera, vedo la foto che ho fatto con la macchinetta e cerco di rendere quel momento per come lo vedevo io semplicemente, magari faccio una foto ad un albero, io in quel albero vedo una particolarità che possono magari essere (solo per esempio) delle foglie rosse che magari in quel momento non mi sembra di aver mai visto in tutta la mia vita na roba del genere, ovviamente nello scatto mi escono dei colori sciatti che non sono quelli che vedevo però io ho il ricordo e modifico la foto in base a quello che stavo vedendo in quel momento. ovviamente questo è il pensiero di unə ragazzə che ha iniziato da un mese preciso a scattare, qualche professionista sicuramente avrà risposto meglio.
Io ho iniziato in analogico e ora scatto digitale e analogico. Sull'analogico se scatti in bianco e nero e sviluppi e stampi le foto te hai ragione ma se scatti a colori e non sviluppi e stampi te ma affidi il tutto ad una macchina che stampa automaticamente elimindando o riducendo il più possibile le dominanti.
Prova a scattare un rullino a colori e portalo a sviluppare da X, scegli 3 foto e portale a stampare in 10x15 13x18 e 20x30 in altri 3 posti e mettile a confronto. già i 3 formati saranno diversi anche se dello stesso negozio.
Poi ci sono gli "ibridi fantastici"....quelli che scattano con l'analogica per poter dire "io scatto in analogico" poi fanno sviluppare il negativo, lo scannerizzano e lo elaborano per poi poterlo pubblicare sui social.
Hai solo il feticismo della pellicola, della chimica, delle fotocamere analogiche. Non parli mai di come alterare la luce per illuminare nel modo giusto le tue foto; ciò che fai e scattare su pellicola, anche scaduta, con risultati imprevedibili, con la post-produzione affidata al minilab, per il feticismo dei vari strumenti coinvolti e della "magia" dei colori (in realtà sbagliati) che escono dal l'interpretazione automatica del software di uno scanner.
La fotografia digitale non ha per forza bisogno di post produzione. Chi inizia a scattare in digitale studiando dai manuali di fotografia analogica sa quanto è importante cercare di realizzare lo “scatto perfetto”. Se applichi gli stessi concetti analogici approcciandosi alla digitale non c’è molto distacco. Se scatti bene riduci là post produzione che devi fare. Ad ogni modo anche in analogico quando fai la scansione del negativo il software stesso dello scanner sta iniziando a fare post produzione. Chi stampa in analogico sa che per ottenere una bella immagine dal negativo c’è del lavoro da fare con l’ingranditore ecc. Da amatore della fotografia, dopo anni di esperienza ho capito che se vuoi delle immagini che ti soddisfino per arrivare a quello che era la tua idea di quello scatto la post produzione, analogica o digitale che sia, fa parte della fotografia ed è giusto così. Chiaramente post produzione intendo piccoli ritocchi e no stravolgimenti dello scatto originale (si Lightroom, no Photoshop).
Conosco fotografi che lavorando come inviati dei giornali nei luoghi di guerra, per ambire a famosi e prestigiosi premi devono mandare il file raw per permettere di verificare quanto è post produzione e quando è scatto originale.
Quindi, basta scattare cercando di fare lo scatto perfetto, che in mano si abbia un sensore o una pellicola.
Alice, stai confrontando i prezzi di una macchina di 30-40 anni fa (e quindi a sconto), con una digitale di oggi. Chiaro che così non torna.
Se provi a confrontare due prodotti vintage, ovvero una analogica con una digitale di 10 anni fa, non ci sono differenze di prezzo.
Prova a cercare una Nikon D700 (che ancora fa foto pazzesche) o una Olympus Om-1, macchine professionali del tempo (ed anche di oggi). Con 400-450 euro compri macchina e 50 mm.
Faccio una osservazione a parte sulla qualità
Per avere la qualità nell'analogico paragonabile a delle reflex usate da 200 euro obiettivo compreso (nikon d3200) bisogna spendere e tanto...
primo comprando un ingranditore con ottiche a 6 lenti e tutte le bacinelli e carta....oppure comprando uno scanner consumer....
Un Nikon V ha una risoluzione di 20MP ed è un moltiplicatore di grana...e non costa 2 lire...e non mi azzarderei mai a dire la stupidaggine colossale che una Nikon d3200 (una macchina da 200 euro) ha una qualità inferiore ad un sistema analogico Fotocamera+scanner da 800 euro (ma anche da 2000)....
mi riferisco al Bianco e nero...sul colore la qualità, intesa come rumore/grana, e risoluzione sono a favore del digitale persino sotto l'ingranditore (almeno che non si salga di formato, ma i prezzi lievitano anche per singolo scatto.).
assolutamente d'accordo anche se quando stampo in B&W faccio post-produzioni ed anche pesante, quello che vedo nell'obiettivo non è quello che poi appare nella stampa, per avere la stessa sensazione (anche se è una sensazione piuttosto lontana) ricreo delle simulazioni pellicola in macchina e scatto sia in jpeg che in raw, certo che la "fisicità" che ha l'analogico...be quello non è replicabile, a me piacciono anche le foto sbagliate analogiche, per non parlare dei rullini scaduti di quelli rovinati al sole o virati che hanno un risultato assolutamente casuale ed alle volte incredibile. sempre belli i tuoi video pieni di riflessioni!!!
cioè tu scatti in analogico perché "bla bla bla" e porti a sviluppare e stampare da un professionista in quanto non sei in grado di lavorare in camera oscura? però dici che il digitale é più complicato perché devi sviluppare il file (a parte che se scatti in jpg la post la esegue il software interno della camera)... verrebbe da chiederti se hai mai sentito parlare di tale Ansel Adams e cosa faceva in camera oscura dopo lo scatto... Comunque abbastanza contorto il pensiero. Sarai mica una di quelli che "it's shoot on film it's automatically better"? (cit)
infatti io non vedo l'economicità dell'analogico.... chimici e carta sono a prezzi assurdi e sono prodotti di consumo, ergo, vanno acquistati regolarmente. concordo con te che forse prima di fare questo intervento sulla post produzione sarebbe stato meglio farsi una buona biblioteca di grandi fotografi, partendo proprio da lui, Ansel Adams
La signorina ha solo il feticismo della fotografia chimica. Mai una volta che parli di gestione della luce allo scopo di FARE FOTOGRAFIA. Solo pellicole scadute e colori lasciati all'interpretazione di uno scanner. Ignoranza pura.
Ho iniziato a fare foto quando esisteva solo l'analogico. Poi ho smesso quando è comparso il digitale, un periodo in cui le prime fotocamere costavano molto di più di quelle analogiche "al tramonto" ma avevano una resa a dir poco vergognosa. Se si studia la storia delle macchine fotografiche dalla fine della seconda guerra mondiale all'anno 2000, si vede chiaramente che i tanto sventolati progressi in fondo erano spesso solo una grossa fregatura per fare spendere soldi. Dopo tanti anni è possibile realizzare belle foto con le tante disprezzate Zenit sovietiche che funzionano ancora bene, mentre le elettroniche futuristiche giapponesi quasi sempre si devono buttare o le trovi con la plastica squagliata! Ho ripreso un po' quando il digitale ha iniziato a consentire la produzione di foto decenti. A parte tutto questo, discutere troppo di tecnicismo alla fine finisce per portare davvero fuori strada. Esistono foto straordinarie che furono prodotte con le lastre di vetro. Ci sono stati grandissimi e noti fotografi che hanno usato le Polaroid e le Instamatic. C'è una cosa che mi è stata insegnata tanti anni fa quando esisteva solo la foto analogica: è il fotografo che realizza la foto e non lo strumento che si ha in mano o il supporto. Mi sento di consigliarti di guardare quanto più è possibile le opere dei fotografi che sono passati alla storia. Il perfezionismo tecnico è solo forma senza sostanza. Guardati ad esempio le foto di Letizia Battaglia che non usava fotocamere sofisticate, eppure quelle foto hanno un'anima, provocano, emozioni, "spiegano", ti suggeriscono domande. Di foto perfette grazie alla post produzione ormai ne esistono una quantità incalcolabile. E' meglio di prima? Ho la sensazione che oggi il software consente soprattutto di diventare tutti "bravi fotografi" . Non è poi la continuazione della filosofia industriale del "Point and shoot"? Anche la foto è "consumo", più se ne fa più si guadagna. Vi assicuro che è possibile fare qualcosa di bello anche con una "vecchia" fotocamera digitale di 10 o 12 Megapixel. Le foto stanno nella mente del fotografo prima di tutto. Non serve spendere migliaia di euro per diventare un grande artista. La tecnologia deve essere e deve rimanere un aiuto. Le emozioni della camera oscura sono soggettive. E' forse molto più affascinante vedere una foto che ti appare tra le mani sapendo che è davvero fatica tua ma può anche essere emozionante elaborare una foto tramite un software. In conclusione, è la tecnologia che deve stare al servizio del fotografo e non il contrario. Se non si è convinti di questo è meglio lasciar perdere.
Mi trovi d'accordo! Grazie mille!!
non puoi paragonare il prezzo del nuovo con l'usato.....
1. Con 300 euro ti compri delle ottime reflex digitali, con sensori da 24MP (penso alle D7x00)....e credo che batta (stampo in RA4 con ottiche APO) tutte le pellicole a colori e buona parte di quelle bianco e nero oggi in commercio per risoluzione.
2. Con la pellicola oltre al PC (necessario se vuoi condividere le tue foto) tra chimici, tank, termometri e la bag partono circa 150 euro.
3. gli obiettivi reflex nell'era analogica su CaNikon possono essere utilizzati anche sulle digitali, e sono questi gli elementi che fanno la foto. Con 300 euro con l'analogico fai foto dall'ottima risoluzione se ti limiti ad un 50mm...
4. per godere della foto....se vuoi di scarsa qualità, che non è in grado di competere con la fotocamera di cui sopra, ma a limite con una 12MP, ti prendi uno scanner usato Nikon V da più di 500 euro....oppure un ingranditore....e anche qui con quali ottiche? Solo l'ottica può arrivare a costare usata 400 euro....e lo spazio fisico per sistemarlo. A rimanere bassi comunque 300 euro tra bacinelle e ingranditori e carta e chimici ci vuole e questo per avere qualità.
5. Non è proprio esatto...io scatto poco anche in digitale....raramente faccio più di 50 scatti a sessione (tranne per eventi). Ma sono cresciuto con la pellicola e con il digitale quando le SD avevano capacità di scatto piuttosto limitate ed erano costose.
6. Su 36 scattate con digitale o analogico (per me è indifferente) quelle che mi piacciono sono solo 3.
7. La foto che vedo sullo schermo è pressoapoco la stessa che vedrò sul PC, salvo che in camera raw posso stravolgere tutto....e correggere l'impossibile (non solo per chi scatta in analogico ma anche per chi ha usato le reflex digitali con sensore CCD o un Foveon)
8. Sviluppo a casa...ovviamente lo scatto condizionerà lo sviluppo o lo sviluppo condizionerà la fase di ripresa (in un rullino bisogna considerare più immagini, e magari dare più peso all'immagine che pensiamo essere la migliore).
9. in fase di ripresa in analogico devi considerare: temperatura colore nello scatto a colori o quale filtro applicare nel BW, questi hanno un effetto drammatico sulla resaa
10. Post produzione...quindi bisogna distinguere tra sviluppo e fotoritocco vero è proprio....perchè lo sviluppo viene fatto anche in digitale (non è un caso che si chiami negativo digitale) con la differenza sostanziale che posso vedere in tempo reale le modifiche e queste non sono definitive....mentre lo sviluppo analogico viene fatta su immagini che non vedi (e questo dà il carattere alla pellicola, come nitidezza, resa tonale, grana)....imparare richiede molto più tempo e denaro, oltre qualche buon libro per capire le basi. E proprio per questo mi trovi in totale disaccordo quando consiglio di comprare pellicole scadute....quando ci vuole tempo ad imparare a conoscere e adattare l'indice di esposizione di UNA pellicola con il tempo, la temperatura e l'agitazione di UNO sviluppo.
11. L'idea prima dello scatto è fondamentale soprattutto quando si tratta di un set preparato...le variabili in fase di ripresa sono infinite....ci puoi mettere benissimo un paio d'ore prima di fare uno scatto...
Fotoritocco....con l'analogico, aldilà di qualche mascheratura e bruciatura, è necessario saper dipingere. In un certo senso il fotoritocco analogico addirittura nobilita l'arte fotografica
Non è colpa della tecnologia se chi usa la macchina digitale parte con il pensiero di utilizzarla basata sulla quantità e non sulla qualità, semmai è colpa di chi la usa che approccia nella maniera sbagliata. Io quando scatto con nuovissima XT5 a volte nemmeno porto a casa lo scatto perché non uso un approccio quantitativo....La storia della foto nello schermino una volta portata sul monitor grande? Anche li non è colpa della fotocamera digitale se chi la usa è scemo. A questo si collega quello che hai detto a proposito che la fotografia digitale è più post scatto: NO NO NO NO e ancora NO. Però guarda il canale mi piace mica per nulla sono un tuo follower. Sei brava, simpatica e mi piace la passione che trasmetti, ma in questo video hai sparato un po' di cagate senza offesa.
Ecco
La prima che pone la questione dell’estetica nella post produzione digitale. Dall’analogico si imparano tante cose, soprattutto se si cresce di formato: una buona palestra
Condivido al 100%
Commento questo video con un anno di ritardo e senza leggere gli altri commenti perché sono tanti e sono pigro, quindi molto probabilmente il mio punto di vista è già ben più che superato 😅.
In particolare mi interessava la questione del "sono fotografa o sono artista digitale?". E' un tema interessante, ma secondo me è un po' riduttivo ridurlo in termini di definizioni. Io scatto sia in analogico che in digitale, sono due approcci completamente diversi e mi diverto molto con entrambi. Però per me non è tanto il mezzo, ma il senso che voglio dare alle cose. Quello che mi interessa è condividere una visione personale o creare un'immagine del mio punto di vista su una determinata scena, esprimere un'emozione se vogliamo essere un po' più generali, e il mezzo col quale mi piace farlo è la fotografia, indipendentemente se sia analogica o digitale. Questo fa di me un fotografo? Non lo so, probabilmente sì, non credo sia così importante sinceramente la categorizzazione se riesci ad arrivare a creare un'immagine che rispecchi quello che è il tuo pensiero.
Detto ciò ti seguo da pochissimo ma complimenti per il canale, super interessante! Ti ho scoperta cercando tutorialz su come sviluppare a casa. Grazie!
Ho trovato una vecchia macchina di mio nonno, una olympus mju 1, sapresti consigliarmi che rullino usare per iniziare?
Grazie mille😊
Se non sviluppi e stampi, NON SCATTI IN ANALOGICO! Semplice, stai solo giocando e seguendo la moda vintage del momento, è esattamente come se scattassi in digitale e portassi la schedina a far postprodurre da un fotografo, anzi peggio da una macchina vecchia, mal ridotta e con chimiche esauste( nella maggior parte dei casi purtroppo) di nuovo, prima di parlare di fotografia analogica, impariamo a farla, tutta! Non esiste solo lo scatto! La fotografia è finita solo quando è stampata! E se ti informeresti un minimo, se almeno una volta, anche solo in bn, avresti provato a stampare, sapresti che di post in analogico ce n’è! E anche tanta! A volte x stampare come dio comanda una foto in camera oscura ci vogliono ore! Prove su prove! Quella è tutta post esattamente come su pc! Pensi di cambiare rullino e di avere una resa diversa delle fotografie, con i servizi che abbiamo ora purtroppo un provia non vale più di un color plus! Ripeto se non fai tutto il processo da te, tutto questo bel discorsino x me è aria fritta.. ps cn 300€ fai delle foto digitali bellissime! Bisogna saperle fare!
Caro Gabbo, io sono un fotografo professionista, ci tengo a sottolinearlo da 30 anni con un discreto successo, ho studiato fotografia in diversi paesi, magari lo sarai anche tu.. ho dedicato la mia vita alla fotografia, ho fatto tanti dei quei rulli e lastre che tu dovresti vivere tre volte almeno per farli. detto questo ora non voglio prendere le difese di Alice ci mancherebbe è capace da sola, ma quando percepisco un tono leggermente presuntuoso mi viene un prurito alle mani, ma ovviamente per scrivere. quello che dici della stampa è assolutamente vero e credo che Alice lo abbia fatto vedere in diversi suoi video anche in camera oscura , dovresti informarti di più. non è assolutamente vero che la post analogica è uguale alle quella digitale, E SIMILE! ma non uguale! Quello che puoi fare digitalmente è infinito in analogico no, se conosci bene il mondo digitale serio saprai che quando trasformi raw non è come mettere sotto l'ingranditore un negativo bn non parliamo del colore ormai sono pochissimi quelli che stampano colore su ingranditore. anzi come dicevi tu ci vogliono ore per stampare, è vero ma è un lavoro diverso più bello per me più manuale, fare lo stampatore non è mettere un "ragazzino" davanti al pc a fare la color. ed è il bello del analogico. sul fatto del costo digitale sono d'accordo con te non è la macchina, fino a un certo punto. come dice Alice sono due approcci diversi con una filosofia diversa, infatti nel mondo del collezionismo fotografico (stampe) in questo momento storico sono piu apprezzati i fotografi analogici (vecchi e moderni. e aggiungo sono da sostenere queste persone che ci mettono la faccia nel descrivere la loro passione, al mondo serve gente che ovviamente dica il suo pensiero, ma con un approccio costruttivo altrimenti per me è aria fritta. e per finire poi capisco che nel 2023 è brutto dirlo forse anche da vecchio ma un linguaggio più educato e preparato non guasta mai caro Gabbo. Brava Alice!!
@@descafra se sei un fotografo professionista e scatti da 30 anni e hai fatto talmente tanti rulli e lastre che io non potrei mai vederle in 3 vite.. beh quello che pecca di presunzione magari sei un po’ te.. senza tagliere il fatto che un così fior fior di professionista assoluto abbia tempo da investire x vedere video così.. io nn nego la passione e lo sbattimento che una ragazza giovane investe x creare un canale e mantenerlo, tant’è che la seguo, la critico quando non ne sn d’accordo e L apprezzo quando lo sono.. il problema è che la disinformazione o meglio mezze informazionidette così con leggerezza non fanno bene alle nuove generazioni che si perdono parti fondamentali di quella che è la storia della fotografia
@@descafra ps: meglio 1 fotografia buona che 1000 orribili, buona luce! Che con tutte quelle foto te ne serve tantissima😂
Bravo. Diglielo.
Parlo da praticante di Ritratto che fa sia fotografia in digitale che esercitazioni in analogico. Credo personalmente che ci sia spazio per entrambi i media. Doipotutto cosa conta di più: l'attrezzatura che si usa per ritrarre un soggetto, oppure l'lluminazione, outfit, prop, contesto, sfondo e sopra ogni altra di queste cose il Look and Feel che s'incarna nell'immagine? Il rapporto fra fotografo e modella/o che è poi quel che tira fuori il sentimento espresso? Detto questo, sia in analogico che in digitale, hai detto bene: la fase di sviluppo è importante e richiede un flusso di lavoro (o workflow). In digitale devi imparare, se magari come mai hai iniziato a scattare paesaggi e wildlife, che ogni genere richiede un proprio workflow e uso della suite Adobe la Fotografia differente. Non userai, per esempio, lo slider del contrasto se devi fare ritocco della pelle, quello è il tuo Nemico, mentre va bene spesso quando si sviluppano paesaggi e piumaggi o mantello animale. In digitale devi comprendere i passaggi lossy e losseless del flusso di lavoro e comportarti di conseguenza. Insomma, un argomento affascinante, ma che necessita focus pure lui, mica solo l'atto di prendere un ritratto a qualcuna o qualcuno.
Lodevole la promozione della pellicola ma hai detto una serie di inesattezze
Prenditi una fotocamera che faccia degli ottimi jpeg e non perdere ore e ore a smanettare sui file.
La fotografia “analogica” e la fotografia digitale è identica. L’unica differenza è l’acquisizione dell’immagine che nel digitale diventa più immediato. Per il resto nel pre e nel dopo tutto è uguale ma con strumenti differenti. In camera oscura si faceva e puoi fare tutto o quasi quello che potresti fare con Photoshop. Nel capire come e cosa fotografare non cambia nulla, neanche se scatti col cellulare o con un banco ottico.
Boh non mi trovi d'accordo, essendo mezzi diversi anche il modo di utilizzarli e diverso e l'apporccio a essi ecc ecc.. il fine è lo stesso ma il modo è ben diverso
@@aliceinshotsei di un'ignoranza unica. La fotografia si realizza prima di premere il pulsante dell'otturatore. Al massimo puoi dire che la pellicola negativa tollera molto bene la sovraesposizione e che il digitale tollera molto bene la sottoesposizione. Ma la luce va gestita prima. La composizione idem. Usare pellicole scadute e scanner del piffero come fai tu è solo indice di ignoranza, di feticismo dell'oggetto, e non di sapere come FARE FOTOGRAFIA. Vai a studiare. E parla di gestione della luce anziché fare video per bambini in cui sviluppi la pellicola col VINO.
Pellicole possiedono uno stile? Le pellicole sono con diverse velocità oppure per bianco e nero, dia oppure per colore infrarossi ecc ma stili? Scattare e sviluppare in casa è avere il controllo completo. Sapere usare le maschere ecc viraggi, carta foto meccanica. Ma prima devi studiare ti ripeto il processo di sviluppo della carta in bianco e nero è il seguente: sviluppo arresto fissaggio. Nel tuoi video si vede sviluppo fissaggio arresto. Nel digitale è la stessa cosa scatti e poi sviluppi il file raw alla fine stampi in casa.
se posso, forse quello dello stile di certe pellicole è la cosa meno sbagliata che ha detto, le pellicole hanno tutte una dominante, così a naso mi pare che per kodak fosse il rosso, fuji il verde ecc, quindi se fai ritratto meglio kodak per l'incarnato e fuji per paesaggistica
@@ivanandreoletti Si concordo con te kodak rosso ecc.
Il problema è pensare di vedere uno stile di una pellicola scannerizzata e sviluppata da laboratori diversi e dubbi.. al giorno d’oggi è davvero difficile trovare un laboratorio serio.. x disquisire di queste caratteriste bisognerebbe stampare e sviluppare da soli! Così si parla solo x sentito dire..
hai mai provato una sigma con sensore foveon??
La mia passione x le lunghe esposizioni mi porta ad avere un approccio diverso alla preparazione nel senso che ho un 50% di preparazione e un 50% di postproduzione (circa)
Mentre la digitale è su treppiedi, spesso, ne approfitto x scattare a rullino 😅
Ha senso! Figo!
Ti ascolto da parecchio. Ma quello che hai detto: "Per fare delle belle foto con la fotografia digitale bisogna spendere tanti soldi", mi dispiace ma no....questo è un messaggio MOLTO MOLTO sbagliato. E a tal proposito ti suggerisco di seguire un altro bel canale come il tuo: Promirrorless, di cui Damiano spiega, ed anche molto bene, che NON serve AFFATTO spendere bei soldi per fare BUONE foto anche con corpi macchina digitali "entry level".
C'è comunque un fondo di verità, ovvero: con l'analogico, la macchina può avere o meno varie caratteristiche tecniche interessanti, può essere tenuta bene o meno, ma la foto la impressioni sulla pellicola che ci metti dentro. A patto che l'otturatore funzioni a dovere, l'unica variabile è la lente. Tolte varie macchine inflazionate ultimamente, si potrebbe prendere un corpo a 50 euro, di lenti ce ne sono di eccezionali senza spendere tanto, come le Zeiss del sistema Contax-Yashica.
Con digitale invece la foto la fa la macchina in tutti i sensi, il sensore è all'interno del corpo macchina. Per cui per avere "di più" c'è da prendere un corpo macchina migliore.
Ora, il senso di quello che dice secondo me è che per avere un sensore con caratteristiche migliori devi spendere e comprare un corpo più performante, perché solo salendo di livello riesci ad avere tecnologie migliori, ad esempio per quanto riguarda la gamma dinamica. Con la pellicola, essendo che il rullo è lo stesso sia che sia una macchinetta da 30 euro sia che sia una macchina da 2000 euro, la qualità della foto la fa in gran parte come misuri la luce e come sviluppi (oltre che la lente, come detto).
Poi certamente è vero quello che dici, si può prendere un corpo digitale usato, che comunque costa di più di un corpo analogico, e si scattano ottime foto se si sa scattare, e questo è verissimo.
Però in situazioni limite ci si troverà con tecnologia vecchia quindi se si devono gestire tanti stop di gamma dinamica perché si è controluce con una digitale vecchia o non si fa la foto o si accetta il fatto che magari il sensore non riesce a recuperare come vorresti. Con la latitudine di posa della pellicola invece magari ci riusciresti (io poi parlo di bianco e nero, per il colore è tutta un'altra cosa ma non mi addentro).
Alla fine conta quello che esprimi. Concetto che mi è stato confermato da diversi fotografi. il 90 percento lo fa il fotografo, il soggetto e il come lo immortali, il 10 percento è la qualità, il colore e via dicendo. Se una foto è brutta, il post non serve a nulla.
Credo che strizzerai l'occhio al digitale per una questione di praticità, ma se il cuore è analogico, analogico resterà 😊
Bravissimo! 💖
Ciao Alice ! Complimenti per i video, concordo in parte con quello che dici soprattutto sulla post produzione in digitale . Sono curioso che macchina fotografica usi per il digitale?
Ciao! grazie mille! Dai sono felice siamo in parte dello stesso parere! In digitale uso una Sony A7Rii 😁 In che cosa non ti trovo d'accordo?
Ottimo video e ottime riflessioni.
La pensiamo allo stesso modo...
Condivido ogni parola. Sono passato all'analogico perché non mi dà nessun piacere sedermi al computer a fare post-produzione, ma mi dà invece eccitazione scattare, comporre la scena, immortalare momenti. Vedo poi che molti lavorano per "preset" perciò ogni foto diventa la copia dell'altra. Io spesso, quando scatto in digitale, approfitto della grande qualità e resa delle simulazioni pellicola di Fujifilm e scatto (raw+jpeg) ma con l'obiettivo di avere subito un buon jpeg che non necessiti di lavorazione (mal che vada lavoro sul raw ma a quel punto solo per piccolissime correzioni). Con altre macchine fotografiche è proprio obbligatorio lavorare sulla post-produzione per dare un'anima alla foto.
concordo, da fotografo sia analogico che digitale!
ho sempre pensato anch'io che non sono più fotografie ma belle immagini fatte al computer!
e chi lo ha detto? è vero, c'è questa possibilità ma non è la regola! a me capita di fare foto in cui l'unica post ptoduzione che faccio è la conversione da raw a jpeg
@@ivanandreoletti nessuno ha detto che sia una regola , ma ormai i "fotografi veri" sono sempre meno
Severo ma giusto! ahah No va beh dai sono fotografia, è una fotografia diversa da quella analogica però 🤔
@analogph...
Un altro che non distingue la post-produzione dalla fotomanipolazione. Ma vai a studiare, vai.
@@test112491 forse non hai colto, se guardi le foto post prodotte di oggi con i file grezzi quasi non le distingui, ovvio che non vale per tutti, ma penso di saperne qualcosa di fotografia ;)
X sconfiggere il nemico bisogna conoscerlo bene frase dell'anno 👏👏👏
ahahahahahaha
la risposta è NO! io ho iniziato con l'analogico 20 anni fa....poi passato dal digitale.....adesso sto ripassando in analogico, per questo ti seguo :).
In ogni caso dopo anni di digitale sono ripassato in analogico, perché mi stavo perdendo proprio quel "pre" poi se applichi quel pre in digitale migliori il risultato in digitale. La post è necessaria assolutamente nel digitale
Ciao! Secondo me se uno vuole rimanere coerente fino alla fine dovrebbe stampare i negativi come si faceva una volta.
Io personalmente non scatto in digitale perché non ho abbastanza soldi per permettermi una macchina e piuttosto che prendere una ciofeca aspetto e me la comprerò finita l'università.
Ho recentemente assistito e successivamente realizzato personalmente due stampe in camera oscura.
Il risultato é da lacrime agli occhi perché guardando quella carta satinata appesa al muro ora rivedo le fatiche e le preoccupazioni che ho vissuto durante lo scatto, nello sviluppo che ho fatto in garage e stampa.
Un anziano sul trattore che si stropicciato gli occhi oramai stanchi mentre guida in una strada di un peesino vicino a Sassuolo.
Possiedo 2 scanner, un Canon e un plustek e devo dire che mi fa veramente schifo, ma proprio schifo, inserire in un congegno i miei amati negativi, ora spiego perché.
Il bello ma anche la maledizione del negativo si puó spiegare con un esempio.
L'analogico è come un testo di un autore inglese: la bellezza ti viene trasmessa solo in lingua originale, con parole che NON DEVI MAI TRADURRE MA SOLO CAPIRNE IL SIGNIFICATO, altrimenti ne stai maltrattando il significato, ossia usando e piegando una parola al tuo volere per adattarla ai tuoi limiti, che in questo caso é la lingua italiana.
Io sono super d'accordo con quello che dici, ma una cosa non mi é troppo chiara.... Scusami
Tu cosa fai con i tuoi negativi per arrivare alla immagine finale che mostri in video?
Il problema é che inserire una combinazione di granelli di argento in un apparecchio digitale implica che i granelli di argento raggruppati in maniera non matematicamente Perfetta siano ricondotti ad uno schema geometrico, disposti in maniera ordinata per seguire un sistema a bit(io studio agraria, purtroppo non informatica e quindi non so bene come spiegarlo e Come funzioni).
Insomma per potere parlare veramente di forme e colori dell'analogico non possiamo parlare attraverso uno schermo ma implica una osservazione di una stampa analogica tenuta in mano perché la "traduzione in linguaggio digitale" fa perdere tanta della bellezza che noi analogici cerchiamo e per cui ci sbattiamo.
Grazie mille per il video, mi é stato molto utile.
Ciao! Sono d'accordissimo con quello con dici in realtà. Mi è capitato di stampare di far stampare delle foto in bianco e nero in camera oscura e di vedere quanto fossero migliori rispetto alla scansione che era stata fatta!
Le foto dei video sono ovviamente scannerizzate, cerco sempre di mantenere una certa qualità di scanner, nel senso che li porto a sviluppare in posti dove so che hanno scanner di qualità. Ad esempio a casa ho un Epson piano ma fa pena, lo odio!
Lo so che questo metodo non rende vera giustizia alle foto però viviamo in un mondo digitale e quindi utilizzo i mezzi digitali per cercare per raccontare le mie esperienze analogiche sperando di poter far appassionare chi mi trova su internet. Infine, vorrei tantissimo farmi una camera oscura a casa ma non ho proprio lo spazio.
Mi trovo pure io molto in accordo con tutto quello che hai detto nel video, hai affrontato il discorso in modo "intenso".
Intenso nel senso che sembrava fossi arrabbiata tipo? 😅
@@aliceinshot
No, nel senso che si sentiva che eri molto presa dal discorso e hai infatti parlato di molte cose ma in modo esaustivo e abbastanza concentrato... 👍😄
Personalmente scatto sia in analogico che in digitale e purtroppo MOLTO più in digitale...nasco con l'analogico e fotograficamente parlando, la POESIA FOTOGRAFICA è MORTA con l'avvento del digitale!
È inevitabile che la fotografia digitale sia molto più dispendiosa rispetto all'analogica, corpi macchia sempre più costosi, lenti sempre più costose...inevitabilmente hai bisogno di batterie, schede di memoria, un gran computer, abbonamento programma post produzione, hard disk di archiviazione ecc...ecc...
Con il digitale non facciamo più FOTOGRAFIA = DISEGNARE CON LA LUCE, ma FOTOGRAFIA = ARTE GRAFICA...tutto dipende dallo sviluppo del file in post produzione!
È sempre più difficile distinguersi....si, puoi distinguerti per il tuo modo di processare un file, tramite preset personalizzati...ma basta sfogliare le gallerie di juza per vedere quanto le fotografie di oggi sono sempre più un cliché in aumento esponenziale...per non parlare di quanto prima ci affascinava la grana ed oggi abbiamo un eccessiva nitidezza che già batte la visione dell'occhio umano nella realtà...
(Tutto ciò ovviamente chi non ha vissuto l'analogico, non potrà mai capirlo...è comprensibile)
Non passare al digitale o perdo un mito 😢😅