Parthenope: il peggior Sorrentino
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- เผยแพร่เมื่อ 24 พ.ย. 2024
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Un film pretenzioso, fatto di dialoghi pomposi che risultano vuoti e situazioni simboliche che perdono presto di significato. Per me uno dei film meno sinceri di Sorrentino, con cui cerca di raccontare Napoli ma in una maniera troppo artefatta, anche se la sua intenzione era quella, ma gli è sfuggita di mano.
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prima dell'inizio del film ero come la scena di Peter griffin al cinema davanti a tutti quei loghi
Sei il mio idolo ahahah. Pensato la stessa cosa
Pazzesco
Anche io ahahah
Ahaha anch’iooo
Ho pensato la stessa cosa hahaha
A Sorrentino per il prossimo film consiglierei un giallo. Se non c'è giallo, ocra.
Ocra è anche meglio!
Ahahahahah citazione stracolta 😂
commento meraviglioso, non vedo l’ora di capire come Garrone possa relazionarsi a un genere così distante da lui
Daiiiii cazzo hai rovinato la vibe con il tuo non sapere di Boris, cazzo adesso non fa più ridere porca troia @@marvin8303
Girata col telefonino
Io sono napoletana e concordo su ogni punto. Una mia amica, per scherzare, ha detto: "praticamente parla della vita di una chiattilla di Posillipo".
Quanta superficialità.
Considerazione che si può fare dopo i primi 10 minuti. Il resto del film l hai visto?
Il problema è che guardate le cose per quello che sono.Errore.
@@robert5817 Quanta pesantezza.
Apologia del chiattillo
Sono campano e assolutamente d’accordo su tutto. La sensazione uscito dal cinema, parlando con i miei amici, è stata che questo film è pregno di dialoghi assolutamente troppo troppo finti. Vuole per forza farti pensare che è profondo. Quando ci sono botta e risposta talmente cringe da farti mettere le mani in faccia.
Lei assolutamente un personaggio odioso. La classica chiattilla del vomero. Il che potrebbe anche andarmi bene, se non diventasse la parodia di se stessa.
L’unica cosa che ho amato è il personaggio della Ranieri. La classica persona del sud che rinnega le sue origini e parla dei napoletani descrivendo però a tutti gli effetti se stessa: folcloristica, vestita in modo estroso credendosi elegante, atteggiamento vittimistico. Stava parlando di se stessa eppure rinnegava le sue origini. Ma le origini purtroppo ti rimarranno per sempre addosso perché fanno parte di te.
Per il resto un film solo esteticamente bello. Non commenterò la boiata del figlio del professore, perché sennò mi bannano il commento. Ridicolmente esagerato il messaggio del sale e dell’acqua! E mi fermo qui
👏👏👏👍
Da non campano, il film mi è piaciuto tantissimo. Due ore volate. Regia sublime, mille spunti di riflessione. Non so, ma sembra che tu abbia deciso di smontarlo ancora prima di vederlo
Il film è pieno di dialoghi poveri, finti, piatti. Al di là del lato puramente formale delle inquadrature, è un film noiosissimo con personaggi di una vuotezza raccapricciante.
Aspè, a lui non è piaciuto a te sì quindi per te la sua recensione si basa sul pregiudizio? Deve piacerci per forza questo film?
Io mi trovo in disaccordo praticamente in tutto con quello che hai detto. L'ho trovato molto bello per i temi, che non si limitano ad una visione di napoli e delle sue contraddizioni, ma che parla principalmente della difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo. Non penso volesse dare una visione unitaria e sensata di tutto ma suscitare emozioni e riflessioni che a me sono arrivate. Soprattutto non penso che abbia dato un'immagine "paracula" di Napoli, ma l'ha raffigurata con i suoi pregi e difetti e anzi, con quel discorso dell'attrice dice quello che forse tutti i napoletani in fondo sanno ma che rifiutano di ammettere. Mi sembra che ti sia fermato alla superficie alcune volte, dando un'importanza all'iconografia e ai riferimenti mitici che sorrentino ha messo, però rispetto la tua opinione e riconosco che sia un film divisivo. Grazie della recensione
ormai va di moda criticare sorrentino a prescindere per sentirsi parte di un elite che deve perculare pensando di vedere il re nudo a tutti i costi. poi parliamo pur sempre di gente che fa recensioni su schifezze come barbie o film di supereroi non riuscendo a fare le stesse critiche che fanno a un film d'autore che ti porta a riflettere su temi esistenziali e che ha realmente a cuore la macchina da presa, le riprese e non la tecnologia in uno studio asettico e riprese macchiettistiche. mentre voi criticate sorrentino io ringrazio che esistano al mondo piu registi come lui
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
È una sua opinione
A me non è piaciuto il modo in cui Sorrentino ha raccontato Napoli: mi è sembrato poco organico e omogeneo rispetto al film, altalenante nel ritmo e quindi nella narrazione che stava conducendo il film. Non sempre eh però in alcune parti.
Poi credo che sia un bel tema quello della ricerca del proprio posto nel mondo ma non credo sia così interessante; molti film parlano di questo e in Parthenope la cosa più originale è, a parte l’originalità,
A me non è piaciuto il modo in cui Sorrentino ha raccontato Napoli: mi è sembrato poco organico e omogeneo rispetto al film, altalenante nel ritmo e quindi nella narrazione che stava conducendo il film. Non sempre eh però in alcune parti.
Poi credo che sia un bel tema quello della ricerca del proprio posto nel mondo ma non credo sia così interessante; molti film parlano di questo e in Parthenope la cosa più originale e, a parte l’originalità, interessante è il profilo psicologico di Parthenope
POMPOSO TRONFIO DIDASCALICO 👏🏻 aggiungerei solo Barocco. Senza Silvio Orlando non starebbe in piedi il film (e non perché l’attrice protagonista non sia brava, anzi). 100% d’accordo con te come sempre
Io ho fatto fatica ad uscire dalle atmosfere che ha creato quel genio di Sorrentino. Per me film straordinario!
Premetto che non ne capisco nulla di filmografia, da spettatrice posso dire però che è stato tremendo, un film fuffa venduto bene.
Victor ti seguo da tanto e rispetto la tua opinione anche se non sono propriamente d’accordo. Il fatto è che non concepisco come trattare male un film del genere e lodare Megalopolis. Ne sto sentendo parlare male qua e là e poi sono sempre gli stessi che elogiano megalopolis. Mi rendo conto che siano due film diversi, ma in Coppola ci ho visto molto un garantismo autoriale. Nella recensione di Coppola ci ho trovato tanto un trovare una giustificazione a quello che egli avesse fatto, mai andando a parlare in concreto del film il quale non fosse per nulla ben fatto ( ho capito il cosa, ma il problema era il come). In Sorrentino invece ci vedo quasi una sorta di dover parlare male di questo film, dicendo molti concetti basti su troppe seghe mentali ( “No perché Sorrentino qua voleva intendere che il cosa, ecc ecc ecc). Questo commento è rivolto a tutti non a te, ti stimo e ti seguirò sempre, solo che questa volta ci ho trovato una vera e propria ingiustizia che è stata fatta ad un autore. Non sono il fan n1 dí Sorrentino, ma mi sono trovato di fronte ad un caso non di poco conto e volevo esprimere la mia senza risultare di parte o arrogante. Spero di non averti offeso ma il dibattito è sempre bello. Viva il cinema.
sul lodare Megalopolis sono assolutamente d'accordo, un film veramente brutto. Lo dico a malincuore, da fan di Coppola
Verissimo, questo video potrebbe essere rifatto identico per Megalopolis
@@manueladeldrago9288 anch’io! A fine film mi dispiaceva più per Coppola che per me che lo sono andato a vedere
@@ediolo7260 idem XD s'è pure venduto mezzo vigneto, solo per questo ha la mia stima. Ma il film purtroppo è quello che è
@ esattamente. (e dispiace)
Io invece ho rivalutato molto in positivo la grande bellezza, mentre nel 2013 a 16 anni non lo capivo a pieno e mi annoiava a morte, adesso lo capisco molto di più.. comunque parthenope è sicuramente un film furbo ma devo dire che, nonostante non sia il suo più riuscito, ho capito le sensazioni che voleva trasmettere e mi ha anche commosso per una serie di motivi tra cui la tematica del su**idio e mi dispiace dirlo lo può capire solo chi ha perso un amico o un parente in questo modo, ”il tempo che scorre accanto al dolore” tutta la vita di parthenope è scandita da questo, i genitori che non sono più gli stessi da quando è morto il fratello e lei perde figure di riferimento, ma ritrova l’affetto in parte nel professore ecc. Avrei evitato giusto quei piani sequenza stra lunghi sulla protagonista e le troppe frasi fatte in bocca ai vari personaggi, ma ci sono dei momenti memorabili che come per tutti i film di sorrentino a me personalmente hanno lasciato qualcosa. Le scene con gary oldman e nella napoli popolare sono meravigliose, la scena del ballo con "era già tutto previsto" di cocciante struggente. "E' stato bello essere ragazzi, ma è durato poco", secondo me tutto il film si racchiude in questa frase da nodo alla gola, la tematica della malinconia qui è all'ennesima potenza. C’è anche una critica sociale fortissima a napoli e all’italia nel monologo dell’attrice interpretata da luisa ranieri. Lo voglio rivedere per ascoltare di nuovo qualche passaggio, cosa che faccio sempre per tutti i film di sorrentino
Anche nel finale c'è la critica secondo me quando passano i tifosi del napoli
Bella l'idea del film sull'antropologia di Napoli rappresentata da questa bellissima sirena di nome partenope (che diventerà proprio un'antropologa) che nella mitologia si suicida per un rifiuto dando il nome alla città poi diventata Napoli. Nel film a suicidarsi non sarà lei ma il fratello omosessuale che innamorato dell'amico (innamorato di Partenope), debole caratterialmente, si suiciderà. Lei vivrà sempre con i sensi di colpa (fatti pesare anche dalla famiglia) e infatti non si legherà più a nessuno e il film termina dove la tragedia ha avuto inizio. Questo la parte che rende affascinante e toccante il film. Purtroppo però la regia di Sorrentino lascia a desiderare. A parte la protagonista onnipresente tutto sembra tranne una intellettuale, x quanto abbia sempre la risposta pronta, sempre disponibile a concedersi a tutti anche ai più impensabili, poi sempre con questa espressione ammiccante/seduttiva che dava ai nervi. Poi la drammaticità di questa sofferenza interiore per la morte del fratello sembrava falsa per quanto mal recitata. Lasciando stare che non c'è immagine dove nessuno non ha una sigaretta in bocca, nel film non sono mancati alcuni tipici elementi del cinema di Sorrentino: la dissacrazione del sacro (il cardinale che masturba Partenope) come ne la grande bellezza e il folclore calcistico come È stato la mano di Dio. Che dire: un film che poteva essere un capolavoro è stato rovinato da scelte registiche discutibili, approssimative, disturbanti (la scena di sesso del Cardinale era veramente disturbante) e grottesche (il bambino obeso figlio del professore Silvio Orlando praticamente ci ha proiettato in un film di Tim Burton, da ridere). Insomma una occasione persa.
Buona la metafora della scatola. Il punto è questo: più che del film è la metafora sorrentiniana della vita; se la apri, potresti scoprire che non c’è nulla, ma anziché lasciarti andare come Raimondo di fronte alla vertigine, e ritornare all’acqua (“io sono nata qui; nell’acqua”) o nel vuoto (dal nulla venuto, al nulla tornato), puoi lasciarti salvare dalla bellezza. Le meraviglie di Napoli sono i zaffiri e i rubini: li trovi già pronti. Ma incastonarli nella maniera giusta quella è una tua creazione, è arte, è la maniera che abbiamo di salvarci dall’inutilità della vita e dalle sue brutture.
PS: Sorrentino non prende in giro assolutamente nessuno, un suo vecchio film l’ha chiamato “La grande bellezza” non “La grande sostanza”. E se ci fosse bisogno di dirlo avere una storia da raccontare, avere una trama, non è sinonimo di sostanza.
In questo film ci sono talmente tante cose che ci puoi vedere quello che vuoi: mi dispiace che qualcuno non riesca a vederci niente.
Forse l’impressione di non aver visto niente si ha quando si vedono cose già viste? Come dici, Sorrentino ha già raggiunto la sua maturità: sa di cosa vuole parlare, sa come vuole farlo. Non voglio scomodare certi nomi, ma se ti dico trilogia dell’incomunicabilità, non pensi alla triplice riproposizione, infondo; dello stesso film? L’incomunicabilità è un temone. La bellezza della giovinezza e dell’amore in quel deserto dei tartari che è la vita non è un soggetto meno degno su cui far ruotare la propria filmografia.
D'accordo su tutto...e aggiungo, ma quanto danno fastidio le fottute sigarette?? Non c'e scena dove non ci sia qualcuno che fuma...ogni dannata scena, assurdo
Gravissimo che in un film si fumi, mi domando dove andremo a finire con tutti questi messaggi sbagliati. Sorrentino non pensa che il film possono vederlo anche dei bambini?
@@mightymurs4794non capisco se sei serio.
@@mightymurs4794cioè un film dove si tromba ogni due su tre e tu stai qui a parlare di sigarette? Che, tra l’altro, negli anni in cui è ambientato il film tutti fumavano?
@@mightymurs4794condivido, metà di film con sempre le sigarette in bocca...diseducativo
non si tratta di essere diseducativi, letteralmente in quegli anni si fumava pure in ospedale
Questo film rappresenta Sorrentino che si fa una pugnetta a due mani allo specchio. Movimenti di macchina, slow Motion, frasi contorte, tutto molto aesthetic ma non funzionale a mandare avanti niente nel film
Film stupendo.Attraversa la vita di una donna con un rapporto tutto suo con la bellezza. Bellezza poco usata. Purezza e sensualità fragilità fuse insieme. Non siamo piu abituati alla sensualita ' senza volgarita '. E, si', la sensualita' autentica e' pericolosa.Per non parlare dell' amore / odio per Napoli. Inoltre, l' aspetto mitologico ed epico, lo trovo interessante..forse non per un pubblico di massa.
Vuoto, nel senso che si va oltre il tangibile. A cosa stai pensando? A tutto il resto, risponde Partenope. A tutto ciò che non si vede, oltre i discorsi scontati
Concordo in pieno tutta la tua analisi... Ho pensato esattamente la stessa cosa... "Il troppo stroppia"!
io sono partenopeo e, beh sì, il film mi è piaciuto. e forse è la verità; l'apprezzo di più perché sono del sud.
Certe cose fanno parte di noi e ti arrivano dirette, come un cazzotto nello stomaco; non le percepisci come allegorie/didascalie/rappresentazioni disperate di una napoletanità ostentata o quel che è (così come alcuni stanno assimilando questo film)
Film che è un viaggio meraviglioso; un dipinto malinconico che potrebbe parlare di tutti noi nonostante parli di una cosa apparentemente lontana e "mistica". Ed il fastidio di alcune scene credo sia necessario. Per lasciarti quell'amaro in bocca utile a creare conflitti coi tuoi pensieri.
Parthenope è più umana di quanto si credi.
Ogni personaggio mi ha lasciato qualcosa e mi dispiace che non arrivi così a tutti.
Ho finito il film con le lacrime agli occhi e non so spiegarvi bene che corde mi abbia toccato; ma lo ha fatto e ne sono davvero felice.
Secondo me Vic sei bravissimo ad usare le parole quando esprimi i significati dei film... Veramente, veramente bravo, complimenti!!
Questa è stata una grande recensione, bravo.
Il grosso problema di Sorrentino ( oltre ad essere innamorato di se stesso in maniera smodata) èche je piace un sacco la gnagna , ma tantissimo proprio , e te lo deve far sapere/vedere, però non può metterla lì senza il contesto pomposo intorno
Ha preso da Fellini
@@not_fabNon credo.
Fellini si trombava le attrici.
Lui mi appare più devoto al Dio Onan, ovviamente mentre si specchia, ca va sans dire.
90 MINUTI DI APPLAUSI!!!!!
Recensione che condivido e abbraccio! Pur amando Sorrentino per questo film non posso che essere d’accordo, grazie perché sembravo l’unica! Abbiamo pensato le stesse cose
Questa volta sono completamente in disaccordo, ma non sempre la si può vedere nello stesso modo. Io ho visto un film molto poetico e con profonde metafore non solo su Napoli ma sull'Italia.
Vero,anche se a me ,la scena in chiesa col sangue che si scioglie quando il vescovo se la fa con lei ha dato realmente fastidio...e non sono di napoli.
Il tema centrale del film è il valore universale della Bellezza, e il rapporto contrastato di fascinazione fra Bellezza e Grottesco, Le innumerevoli allegorie su Napoli vengono dopo... È straordinariamente emozionante, i primi 40 minuti un film nel film, praticamente perfetto. La seconda parte perde a tratti di compattezza, se vogliamo, ma il fluire della vicenda segue un filo assolutamente logico e consequenziale. Intenso l'utilizzo e la riscoperta di un brano meno conosciuto di Cocciante... La valutazione complessiva non può che essere assolutamente positiva.
@@matteopaissan6915 ti invidio perché hai capito un film astruso e superficiale..I simili si comprendono...
@tinacozzolino962 commento che si commenta da solo
Completamente d'accordo con la tua recensione! E lo dico da appassionata del cinema di Sorrentino
La cosa strana è che Orlando, la Ranieri, la Ferrara, Lanzetta, Oldman svolgono egregiamente il loro compito ma in un contesto senza senso, insulso.
E comunque secondo me Partenope non sta pensando a un c....!
Credo che sia un film per conoscitori della letteratura più che del cinema, per questo pochi lo hanno capito
Per me è un film... "pointless", non è ben chiaro cosa voglia raccontare, anche la trama non ha un reale sviluppo.
Mi ricorda un po' la grande bellezza (con tutti i suoi pro... e contro) ambientata a Napoli... ma narrata d aun punto di vista... scialbo.
Se Gepp Gambardella ci sguazzava in quella Roma un po' triste e pacchiana e in parte la giudicava ma ne era anche parte... con Parthenope non si riesce mai a empatizzare, non si capisce se ha dei valori o è semplicemente frivola... anche il suo amore per l'antropologia e l'insegnamento nasce un po 'dal nulla e non lo si vede mai approfondire direttamente...
Vuole fare l'attrice, ma poi tutto resta in sospeso...
Inizia una relazione con un camorrista... ma poi di punto in bianco finisce senza una reale conclusione o sviluppo...
Boh... poi tutta la parte finale col prete... mah :\
Non lo so...
Poi in se per se, prendendo alcune singole scene per quel che sono, estrapolandole dal film in se, ci son oanche delle cose molto belle, visivamente, concettualmente, o semplciemente alcuni dialoghi "intriganti" e su questo Sorrentino è sempre stato molto bravo, però fa fatica (o almeno in questo caso) a metterli assieme questi pezzi...
concordo su tutto
La penso esattamente come te
Io credo che voleva rimanere tutto superficiale perché doveva solo farti vedere le rappresentazioni di cosa nasconde Napoli ma è inutile come ha detto stesso Victor poi approfondire
La retorica smodata è qualcosa di voluto, serve e a far cozzare la vacuità dei ragionamenti esistenziali del cinema ( e nelle nostre vite) con l'indicibilitá dei fatti della vita. Non a caso più volte nel corso film uno dei personaggi usa l'espressione "frase a effetto".
Victor, mi hai commossa quando hai parlato di Napoli. Ti abbraccio con il cuore. Commuove sempre quando veniamo compresi e non strumentalizzati. Quindi, grazie. Io ti ho compreso ed ho compreso cosa hai detestato di questo film. Condivido.
Comunque Gary Oldman rifiuta Partenone perché il personaggio è omosessuale c'è un passaggio in cui lui dice che dovrebbe convincere il suo corpo che non gli piacciono giù uomini
Sono napoletano ...e questo film mi ha fatto cag*re , ma hai ragione che tutti i napoletani lo stanno insiegabilmente esaltando
Capisco il tuo pensiero su alcuni punti sono d’accordo e su altri in disaccordo, a me è piaciuto perché l’ho pensato nei giorni successivi e mi è piaciuto la maniera in cui mi ha stimolato a ragionare. Il film aldilà della metafora di napoli ha un grande tema che tu non hai citato, ossia l’ effimera bellezza della gioventù condito con altri micro temi che hanno destato molto più interesse rispetto a quello principale. Il concetto leopardiano che l’amore e la gioventù siano un’illusione è un concetto che non condivido perché mi piace pensare a quest’ultimi come un dono che riceviamo e che consumiamo, mentre il tema del rapporto con il fratello l’ho trovato interessantissimo. Il fratello che si toglie la vita perché considerato “debole” dagli altri in realtà è un personaggio chiave, lui non è debole, anzi è una persona che al contrario di Partenope che cerca le risposte alle sue domande come fa la gioventù, lui già le sa, è nato con un’intelligenza sensibile che lo rende consapevole del mondo, se l’arte del vedere è un’arte che acquisisci solo quando perdi l’illusione quindi quando diventi adulto, lui già è in grado di vedere poiché nonostante la giovane età è già disincantato, già sa che sarà schiacciato dal peso di questo rapporto incestuoso con la sorella e qui entra in scena un’altro tema: l’importanza dell’illusione. L’illusione ti fa vivere, senza di essa non si sopporta la vita. Il figlio del professore per me invece rappresenta quella parte di noi che teniamo nascosta, quella parte infantile, pura che non è stata contagiata dal potere, dai dogmi intellettuali e dalla bellezza superficiale, quella parte essenziale e semplice infatti è fatta solamente da acqua e sale, i principi della vita
Renditi conto. Un film su Berlusconi non viene pubblicato in italia. Ma che roba improponibile siamo...
Stavo aspettando proprio la tua recensione 😍
Internet, il "luogo" dove chi non riesce a guardarsi dentro può denigrare tutto in maniera superficiale, ma credersi un esperto infallibile. Schiavi del giochino postmoderno, quello per cui si riesce ad apprezzare qualcosa solo se non ci si sente troppo ignoranti, ma meglio del popolino bue.
A parte la logica autoreferenziale di alcuni ragionamenti che non spiegano i motivi del giudizio negativo che vadano al di là dell'opinione personale, nel film non c'è una linearità, ma solo un vortice di emozioni che vengono suscitate, cinema allo stato puro, ma come ci dice il più grande Sorrentino di sempre "era già tutto previsto".
Il miglior Sorrentino di sempre racconta Napoli in maniera armoniosa e totale, attraversandone contraddizioni culturali, sociali, economiche e di classe, cosa che prima non gli era mai riuscita così bene. È un regista che, con questo film, fa pace con la città (in un processo idealmente inaugurato da "È stata la mano di Dio", che ha tonalità decisamente più intime) e chi non è napoletano questa cosa non la può capire a fondo se non viene a patto con i propri bias di moralismo o di ricerca ossessiva di un senso nelle cose. La conflittualità che ci portiamo dietro noi napoletani con la città è difficile da far capire se non a determinate condizioni.
Sorrentino sa perfettamente di fare un film divisivo e non gliene frega, "non si vergogna mai", si esprime liberamente. La metafora di Napoli viene rispecchiata alla perfezione nel medium cinematografico grazie alla metafora dell'antropologia. L'unica condizione per giungere a una conoscenza autentica di Napoli (e delle cose in generale) è la totale assenza di giudizio, nel patto dialettico esplicitato dal Prof. Marotta.
Alla fine la risposta è nel film stesso e Sorrentino racconta sé stesso nel raccontare Parthenope perché c'è "posto per tutto", le emozioni positive e negative in una spirale senza soluzione di continuità.
Però Sorrentino fa questo da almeno quindici anni, per cui non trovo il senso di andare a vedere un suo film sperando di ricredersi, essendo questa la sua cifra, soprattutto adesso che può considerarsi un regista maturo (anche anagraficamente) e quindi artisticamente assestato. "Parthenope" non sarà "È stata la mano di Dio", ma nella sua dimensione filmica ha una certa credibilità. La Napoli che vediamo non è la vera Napoli e i personaggi, essendo tali, somigliano agli umani senza la pretesa di essere realistici, per cui hanno senso le metafore e le speculazioni aforistiche sull'esistenza. Stuccano? Sì, e a mio avviso in alcuni momenti trasformano il film in un libro recitato, cosa che nel Cinema mi ha abbastanza seccato (quantomeno se in campo e controcampo). Così come stuccano le carrellate sui volti e sui luoghi intrisi di magia che cerca di restituire, ma di nuovo, sappiamo che Sorrentino fa questo, per cui siamo noi a voler finire nella sua "trappola", citando Vic (o "truffa").
Detto questo, Celeste Dalla Porta che se la tira dalla prima inquadratura (fuori dall'acqua) ti fa subito pensare che Parthenope sia una donna fastidiosamente imprevedibile, quasi dispotica, sul piano del desiderio erotico maschile (cosa che invece non mostra nei confronti delle donne, vedi l'insegnante di recitazione).
Fra tutti gli elementi che Sorrentino ha voluto rendere magici, forse manca proprio Parthenope, fin troppo umana nell'approccio alla vita e talmente consapevole di tutto da sembrare statica. Se fosse stata più aliena in gioventù, forse la sua vita avrebbe avuto il tono del desiderio di scoprire l'Uomo (amori, dolori, incontri, studi) e il mistero (il miracolo, l'amplesso con il vescovo, il figlio del prof.), acquisendo solo alla fine la consapevolezza dell'essere umani (e non antropologi).
Quanto al discorso "forma e sostanza", dal basso della mia scarsa erudizione in materia mi sento di dire che il rapporto di dicotomia tra le due cose è un po' superabile. Forma è sostanza, soprattutto per Sorrentino, e viceversa. In più, se la forma richiama un simbolo o un archetipo, la sostanza c'è eccome, e il fatto che ragionandoci su risulti pesante, prevedibile, o addirittura narrativamente insensata, non significa che non sia potente a livello percettivo (mi pronuncio in questi termini principalmente per la sequenza del miracolo). Quindi ben vengano la trama, la logica, la struttura narrativa e la delusione dello spettatore quando questi elementi vengono elusi, ma non è possibile che un film non lasci niente a livello simbolico. Forse dovremmo ricominciare a sentire un film piuttosto che studiarlo.
È un film allegorico (forse fin troppo) incentrato sul concetto di napoletanità, e con una trama a dir poco insignificante. Presenta alcune scene lubriche e blasfeme che si potevano tranquillamente evitare e che potrebbero far storcere il naso ai cattolici tradizionalisti. L'unica nota positiva è la frase pronunciata dal cardinale mefistofelico soprannominato Tesorone: "alla fine della vita resterà solo l'ironia". Consiglierei a Sorrentino di produrre un film tratto dal romanzo (assai) sopravvalutato di Thomas Mann "La montagna incantata"; visto che al regista campano interessa soltanto creare atmosfere particolari senza dare troppa importanza alla narrazione.
Ho fatto fatica ad arrivare alla fine del film. La qualità c'ha rotto il c.... W la merda.
Pensavo di essere io a non averci capito un cazzo e invece la pensiamo allo stesso modo.
Magari entrambi non ci avete capito un cazzo (riprendendo le tue parole) 😅
Ti meriti molte più views, sei davvero un ottimo iutubber
Buonasera, ho appena visto il film e sono pronto a condividere alcuni pensieri che mi sono scaturiti dalla visione.
Parto con la considerazione che un artista esprime con le sue opere una lettura della realtà, una visione del suo pensiero, un messaggio che vuole mandare e lo fa attraverso tutti gli ingredienti che può trovare. Crea suggestioni, emozioni, condivisioni ma anche arrabbiature e divisioni. L’artista non si deve preoccupare di questo aspetto, lui comunica e poi sta a chi guarda l’opera interpretarla secondo la propria sensibilità.
Questo per dire che nessuno può dire di aver capito tutto ciò che l’artista vuole dire, proprio perché l’interpretazione è di chi guarda e non è pilotata dall’artista.
Detto cio: io ho constatato alcuni di quegli ingredienti che dicevo prima:
- l’interpretazione sublime di Peppe Lanzetta, la sua trasfigurazione della figura dell’ ecclesiastico e quindi la denuncia delle attività del clero
- l’interpretazione si Luisa Ranieri che trasfigura se stessa, lei da bella e affascinante attrice all’apice del successo che impersonifica una attrice brutta, a fine carriera e problematica. Ma con coraggio, coraggio di dire davanti a tutti i napoletani presenti quello che lei pensa di Napoli e della Napoletanita’. Non c’è da arrabbiarsi, ma piuttosto di riflettere per capire cosa c’è dietro al messaggio, cosa c’è di vero o di solo esagerato
- la musica di Cocciante: altro ingrediente messo al punto giusto, per suscitare una emozione.
- il racconto dell’arco temporale della vita di Partenophe che vive i vari momenti storici di Napoli con i suoi pregi e difetti
- l’interpretazione di Silvio Orlando che ci racconta di una parte del popolo Napoletano pieno di cultura e di sani principi, non tentando mai di approfittare di Partenophe ma anzi aiutandola. Non parliamo poi del mistero svelato del figlio…..stranissimo e ancora non ben decifrato….
- la stessa Celeste dalla Porta che interpreta una ragazza che ne passa di tutti i colori ma nonostante questo diventa una professoressa universitaria. Quindi una persona del popolo e che si è fatta da se……ma crede nell’amore. Non dimentichiamo l’episodio nel quale non cede alle lusinghe di Agnelli (credo).
Ma al di là di tutto, l’emozione è quella che conta….anche chi si arrabbia, va bene…perché il film è il generatore di queste emozioni. Le atmosfere, le inquadrature…..ma come si fa a non notare queste cose? Poi non ditemi che le scene come quelle della chiesa di San Gennaro non sono Verosimili. Certo Napoli non è solo questo, ma l’artista non è tenuto ad essere politicamente corretto ( non è una tribuna elettorale) e chi si offende si faccia una riflessione.
Io personalmente ho pianto e mi sono emozionato e ho continuato a piangere anche uscendo dalla sala. Se qualcuno non è predisposto per una sensibilità d’animo e si pone con dei preconcetti davanti ad una pellicola, forse non dovrebbe propri guardare il film.
Per ultimo ricordiamo che: A Dio non piace il mare…..statevi bene.
Finalmente un commento degno del meraviglioso film di Sorrentino💯👏👏👏
Questa volta sono completamente in disaccordo. Per quanto mi riguarda il film è esteticamente magnifico, con grandi interpretazioni a partire da uno straordinario Silvio Orlando, e ovviamente non è un film vuoto, ma ha un significato molto complesso tutto da interpretare. Non è affatto sempre a mio avviso un film didascalico. Detto questo rispetto la tua opinione.
Infatti ognuno puo pensarla come vuole, una cosa non deve piacere per forza,! GIUSTO!
GRANDE RECENSIONE COMPLIMENTI
Film magico profondo ...regia... scenografia ...dialoghi...fotografia... bellissimo ciao
Sorrentino e un grande regista! Le sue opere possono fare discutere! Ma suscitano emozioni ! E questo che conta!
La maggior parte dei film di Sorrentino sono così, fotograficamente belli con posti italiani magnifici, ma quasi sempre c'è quel voler rendere onirica anche la più semplice cosa in maniera forzata.
Questo film non mi è piaciuto perché affronta troppe tematiche con dialoghi ad effetto e scontati. Gli attori sono molto bravi, ma questo fascino della ragazza è un po' scontato. Le scene con il cardinale che si tinge i capelli, che si ignuda senza vergognarsi delle sue debolezze le ho trovate centrate. Inoltre la bellezza della fotografia è indiscussa ma Sorrentino per il mio gusto è troppo referente, autocelebrativo. Condivido la tua analisi: tutto troppo.
Visto ieri sera.. mai annoiato così tanto! Mha
più che la domanda “a cosa stai pensando?” a me ha rotto l’ancor più ricorrente “ma tu hai sempre la risposta pronta”. Se un personaggio ha carattere non serve che gli altri personaggi lo precisino ogni 5 minuti
A me il primo tempo è piaciuto alla follia, ho avvertito una bellezza e una potenza romantica e visiva che ho adorato.
La seconda parte si perde troppo in scene grottesche (la scena di sesso nei bassifondi, il figlio del professore), cringe (lo scudetto del Napoli) o banali come la vita della Partenope professoressa
Però la seconda parte ti aiuta a comprendere la direzione che prenderà Napoli
Esatto, il primo tempo è stato veramente bello. Ma nel secondo è stata bella pesante. La scena di sesso nei bassifondi è stata totalmente inutile, forse è servita solo per mettere a disagio tutta la sala
Io l'ho detestato e vivo a Napoli. In sala, gremitissima, in pochissimi alla fine hanno applaudito. Sorrentino è semplicemente transitato in un manierismo grottesco e svogliato. Ha trovato una vuota formuletta, nella quale lui sguazza privo di vere idee con il ruolo del vate dispensatore di finte veritá, e la replica fino all'esaurimento. Gli piace anche come sempre creare personaggi fintamente contraddittori, per dare di loro e di sè, di ció che scrive, un'impressione di chissà quale profondità. Nonostante sia alla canna del gas, attorno a sé sembra aver trovato credito infinito. Il film è veramente terribile. Forse a questo punto non gli resta che riciclarsi come fashion filmmaker, come regista di spot per brand di moda, tal é la stucchevolezza della propria idea di che cosa sia "il bello" e la giovinezza, ossia una sfilata di algidi, ridicoli e fluidi modelli tartarugati vestiti Saint Laurent, che peraltro figura tra i produttori di quest'operazione a dir poco grottesca.
Questa volta non mi trovo d’accordo con te Vic. A me il film è piaciuto molto, tutte le metafore le ho trovate calzanti (anche se ho faticato a comprendere cosa simboleggi il figlio del prof). Le varie contraddizioni che caratterizzano sia la città di Napoli che Parthenope mi sono sembrate azzeccate. I dialoghi mi hanno offerto molti spunti di riflessione, forse ci sono un po’ troppi aforismi messi uno dopo l’altro, ma sicuramente ho apprezzato questa scelta più qui che in Megalopolis. Insomma, a me questa pellicola è piaciuta parecchio, mi ha piacevolmente emozionato e penso sia uno dei miei film preferiti del 2024.
Secondo me il figlio rappresenta l'italiano che si è lasciato andare dal punto di vista intellettuale. Non a caso stava guardando la TV...
@@francescadiana1228 ci può stare, per me si lega ancora al tema della contraddizione: entrambi sono “fatti” di acqua e sale, ma a livello puramente estetico lei è bellissima mentre lui per niente. Eppure il figlio del prof pare essere felice della propria vita, mentre Parthenope non direi a maggior ragione dopo il lutto che l’ha segnata profondamente.
@@giacomocamelia9864 Infatti, parthenope poteva teoricamente avere una vita eccezionale essendo bellissima perchè avrebbe potuto ottenere tutto ciò che voleva, agiatezza, amore ecc. nonostante ciò è infelice dall'inizio perchè ha il dono/condanna dell'intelligenza e della sensibilità che la porta a essere malinconica per tutta la vita, oltre ai dolori che ha sopportato, tant'è che mi sembra di aver capito che non ha avuto un marito o comunque non è stata mai innamorata e non ha avuto figli. Ho apprezzato molto il ragionamento che ha fatto sorrentino su questo concetto che sembra scontato, ma non lo è per niente.. quante volte diciamo "ah vedi quello/a com'è fortunato/a, può fare e ottenere tutto quello che vuole", anche perchè chi è bello non sa mai se chi si relaziona con te è sincero o è attratto solo dall'estetica, nessuno sa nell'intimo di una persona cosa c'è nè conosciamo le persone completamente, che poi si ricollega al gioco sulla domanda "a cosa stai pensando?" che tutti le fanno a cui alla fine risponde "a tutto il resto"
@@faikadra96 esattamente!
@@faikadra96 oltretutto nessuno si innamora mai veramente di lei. Ricordi la scena col riccone? Non appena lei lo rifiuta, lui risponde subito piccato denigrandola. Tutti vogliono qualcosa da lei, ma nessuno è disposto ad amarla e a prendersene cura.
Sono molto felice di aver ascoltato la tua recensione. Ho visto il film ieri e sentivo il bisogno di ascoltare qualche parere. Mi hai aiutato a capire quello che il film volesse esprimere, che per tutto il tempo era stata per me un'incognita. Parthenope come metafora di Napoli, come mitica sirena della tragedia greca. Senza questa chiave, per me il film aveva valore zero. Quindi ti ringrazio di avermi illuminata.
Sono d'accordo su tutto quello che hai detto. Da profana del cinema e della storia del cinema mi permetto di produrre un pensiero mio personale (che tuttavia ritengo legittimo): non ne posso più di una narrazione del femminile che releghi alla donna la sfera dei sentimenti e della sensualità.
Sorrentino e i suoi film sono una enorme allucinazione collettiva : tutti sono convinti siano capolavori , lo dicono fortissimo … ma non lo sono.
Sorrentino, quello che ha fatto Gomorra giusto?
Grazie per averci aperto gli occhi!
@@rickilmito9364 figurati lo faccio volentieri
E cos'è la vita se non un'enorme allucinazione collettiva?
@@giacomovalenti333 è un'altra cosa
concordo con te: Parthenope mi ha dato vibes peggiori de 'La GRande BEllezza'! Osannare Sorrentino per queste opere significa prendere in giro se stessi
Adoro La Grande Bellezza, lo guardo almeno due volte all'anno, ne vedo le imperfezioni, eppure mi incanta sempre. Quindi, mi stai dicendo che probabilmente amerò anche Parthenope?
Victor, questo è un film che può comprendere alla perfezione solo chi, amando Napoli, ora la trova esasperante, soffocante, invivibile e decadente.
C’è tutto: la disillusione, l’amarezza, la nuda e cruda brutalità dei corpi, la corruzione, l’assenza di qualsiasi meritocrazia.
È Napoli fatta carne, resa donna e che passa di mano in mano a chi detiene i poteri, basta vedere i protagonisti.
È una potente invettiva contro Napoli stessa.
È una chiusura sulla solitudine e sulla dilagante malinconia dello sfiorire.
Non è un capolavoro, ma è un film bellissimo
Usciti dalla sala il mio ragazzo (napoletano) mi ha detto: "Non mi è piaciuto". Io (napoletana) con il viso rigato dalle lacrime ho risposto che lo capivo.
Solo dopo che la marea emotiva è scesa e ho ascoltato le tante critiche che pure condivido mi sono potuta chiedere:
perché ho pianto? Perché così tanto?
Forse il fatto che accolgo la gran parte delle critiche fatte al film non è antitetico bensì in accordo con questo pathos.
Esageratamente allegorico, stucchevole, manierato, barocco e criptico, mistico e osceno, perturbante, finto e patinato, e soprattutto divisivo: tutto ciò che si addita al film si può trasporre sulla città.
Il film narra Parthenope nella forma ancor piú che nel contenuto, e il fatto che a molti non sia piaciuto lo rende ancor più rappresentativo di Napoli.
Sono Napoli anche quei dialoghi intellettualoidi, che avrebbero potuto essere sentiti come più autentici se ci fosse stata più trama a reggerli e meno sigarette, e che invece si sfaldano, decadenti come certi discorsi fatti nei salotti della Napoli bene, che dice di amare la città salvo disprezzare, senza riflessione antropologica alcuna, la sua miseria inalienabile.
Intanto Parthenope si lascia penetrare da ogni cosa, dalle più terribili, con curiosità e senza giudizio, siamo noi a giudicarla.
Fuggevole, frivola, stronza e comunque sensibile, triste, affabile. Così è proprio lei, la sola scelta dal Padre, degna di poter vedere l'innocenza emarginata del Figlio. Lei sola sa dire senza remore, visceralmente: "È bellissimo".
La mia esperienza personale del film è stata una lama che affonda nella tragica ferita di esser partenopea e tradire il modello-streotipo Parthenope, ma dolorosamente consapevole che rinnegare le proprie origini significa suggellare la propria identità al ciclico ritorno di un rimosso che non perdona l'esser dimenticato.
Aver da sempre compreso ogni sillaba del discorso dell' attrice, ma sentire che incamminarsi per la via più sensata (diseredare Napoli dalla figlia) sarebbe una piccola morte.
E per questo vivere sempre intrappolata in quel limbo di dannati che non possono né accettarla né rifiutarla, che seguitano ad ascoltare il canto della sirena. Eppure proprio da quel limbo echeggia comunque fiera la voglia di un riconoscimento di identità: non imparerò l'inchino di Pulcinella, ma anche Io sono Napoli!
Praticamente Victor sta paragonando questo film ad uno spot pubblicitario di due ore abbondanti di un profumo troppo costoso?
Sarebbe strano per Sorrentino?
Mai detto questo😂
Dolce e gabbana
Guardando il trailer ho pensato a light blue di dolce e gsbbana
Beh se ti guardi gli spot di Saint Laurent con cassel ha più contenuto
Devo dire che sono d'accordo su quasi tutto, anche su La grande bellezza, ma non su Loro, che è terribile: Servillo è napoletano fino al midollo, nelle movenze nelle pose e nell'intonazione, e sentirlo parlare con quell'improbabile accento milanese mi ha fatto sentire per tutto il film uno spettatore che sta vedendo Servillo che fa una pessima imitazione del Berlusca. Il mio Servillo preferito resta quelle delle Conseguenze dell'amore (e della Mano di Dio), quando Sorrentino non si era ancora imbarocchito e infellinato per piacere ai cinefili americani.
Condivido in pieno l'analisi, tuttavia la figura che mi lascia maggiormente perplessa anche come interpretazione è il figlio del professore.
Sono uscita dal cinema pensando a un immenso puzzle fatto di pezzi che avanzano
Tvb victor in realtà ti è piaciuto ma non lo sai
Nessuno che ha pensato a midsommar per la scena dell'unione delle famiglie?
Ho sempre amato la forma di comunicazione di Sorrentino. Ho amato parthenope esattamente come la grande bellezza. Recentemente in un'intervista ha affermato che rifugge dalla narrativa nei suoi film. Gli auguro di farlo sempre. Grazie Paolo Sorrentino ❤
Completamente d’accordo con te victor. Uno dei film più brutti che ho visto negli ultimi 10 anni. Tecnicamente intoccabile, ma a livello di sceneggiatura fa acqua da tutte le parti. E poi una rottura di coglioni… 2 h che non passavano mai
Film bellissimo, ipnotico, commovente. Ma per capirlo bisogna conoscere l'anima di Napoli. Già il nome dei protagonisti: Parthenope e Raimondo di Sangro. Una il mito, l'altro lo scienziato, due figure fondamentali per la città. Meraviglioso
Grazie per questo commento .
Totalmente falso che voleva mandare un messaggio, ma su tante cose non mi trovo d'accordo per niente, penso che tu, influenzato dall'opinione che hai tu sulla grande bellezza e su Sorrentino, abbia dato un'interpretazione molto parziale del film. Cerchi un significato che non c'è, continui a ripetere che hai capito quando quello che hai capito è la tua stessa interpretazione del film (la tua interpretazione delle scene di sesso è proprio assurda, molto più barocca e costruita di quanto dici che il film lo sia) perché non c'era niente da capire. Addirittura dici che il film è didascalico (e hai capito hai capito hai capito, questo vuole dire Sorrentino, ho capito la metafora, ho capito quello che mi vuole dire, addirittura il "sono convinto che Sorrentino abbia pensato a quello") ma che non capisci certe cose, che è un po' una contraddizione.
Secondo me il film sta in una Napoli astratta ed è fatta di scene simboliche che tengono alta l'astrazione del racconto, come sì accade nella mitologia, e che permettono a te e a me a chiunque di abbinare delle personalissime convinzioni alle scene del film.
Secondo me lo hai visto molto di fretta e per niente scevro di pregiudizi e questa recensione ne risente, magari un giorno riguardandola te ne accorgerai, magari no. Poi ci sta che può non piacerti ci sta, ma le motivazioni che hai riportato qui non hanno proprio senso, molto approssimative.
Secondo me centra davvero l'antropologia. Certo, sono presenti anche le metafore e parallelismi con i miti greci e le leggende partenopee come dici tu, però gioca una parte fondamentale anche l'antropologia. Quindi penso che non serve leggere oltre le righe, ma che la lettura del film possa avvenire anche ascoltando i personaggi senza cercare un significato implicito.
Per quanto riguarda il figlio del professore la penso esattamente così lui rappresenta un po' Napoli che per quanto sia brutta problematica su certe cose e anche impossibile non amarla.
"Non me ne frega un cazzo a cosa sta pensando Partenope" è bellissima Vic!!!👏👏👏
Non ho visto il film ma Sorrentino spesso pecca di,come dire, "esercizio di stile" e un malcelato" quanto sono bravo"!
Ma soprattutto, qualcuno capisce cosa dice la bella Parthenope? Qualcuno ha sentito, captato almeno una sua frase?
@@luciafaccani555secondo il punto è che Partenope non è una persona reale
@@francescadiana1228 d'accordo, allora falla semplicemente sorridere per tutte le due ore, non mettere a dura prova l'udito dello spettatore nel cercare di decifrare il farfuglìo. Anche Orlando lo si capisce al 50%, mentre in altri film è perfetto. Errore del regista.
@@luciafaccani555 io le frasi di Orlando le ho capite perfettamente, non so che dirti
Grazie di aver confermato le mie opinioni sul film
Per la prima volta non condivido la tua opinione. Ho visto il film ieri notte al cinema e sono rimasta folgorata dalla sua bellezza e sofferenza.
Con “Parthenope” Sorrentino sembra farsi gioco di tutti attraverso lo sguardo volitivo, ironico, malinconico e sofferente della sua nuova musa che VEDE laddove altri non guardano neppure. Napoli, amori incompiuti, giovinezza fugace, tempo che scorre, satira, bellezza, simbolismo, maternità, dolore, decadenza, desiderio, etica ed estetica: tutto è racchiuso in questo scrigno che non bisogna aver paura di aprire.
"La realtà è scadente" e con questo film ci si perde nella vita di Parthenope. Non lo metterei nella top three dei film del regista, ma non lo considero per niente una delusione
Condivido tutto. Parola per parola.
Ho provato a vedere i film di Sorrentino ma dopo 30 minuti mollo tutto, definitemi pure un ignorante….felice!
@@ValterRamacciani Io ho resistito di più, ma perché mi sono addormentata ..
Non sono mai riuscito a finire un suo film.. non ci andrò’ neanche se mi pagano lautamente
E nel prossimo video farai finalmente la 1000 recensione questa è proprio una bellissima evento per te
Onestamente, la scena "surrealista" del figlio del professore mi ha ricordato un po' il pene nella soffitta di Beau ha paura, ma lì era giustificato e nel contesto ci stava anche, qui forse si poteva fare a meno. Per il resto Sorrentino che cita Sorrentino, il film a me non è dispiaciuto.
In realtà tutti i difetti che hai trovato in questo film(dialoghi con lo stampino, metafore eccessive ecc.) erano presenti allo stesso modo in Megalopolis, che tu hai detto di amare, il quale si dovrebbe salvare solo perché è una “favola”. Trovo difficile comprendere perché questo non ti sia piaciuto a questo punto. Nel film di Coppola i personaggi sono bidimensionali e parlano con frasi sconnesse che dovrebbero lanciare dei messaggi, però è stato tutto ampiamente giustificato, mentre qui no. Ci sta che non possa piacere, però ho trovato molta più emozione qui che nel capolavoro tanto decantato di Coppola, il quale mi sembra più un saggio sull’umanità che un prodotto cinematografico, ma comunque sono opinioni.
Ottima recensione e parole che condivido! Un film lento, senza trama, nel quale tutte le situazioni narrate restano in superficie a tal punto da lasciare spaesati. Dalla Porta è brava e apprezzo lo sforzo linguistico (sono campana), ma non ancora sciolta nella recitazione, o forse, è stata colpa dei dialoghi-frase-ad-effetto che non aumentano la profondità del film. Troppi stereotipi sulla complessità di Napoli stufano ( o dovrebbero), così come il diffuso e permeante male gaze sulla protagonista e inevitabilmente sul binomio femminilità-bellezza. Da vedere al cinema solo per guardare le riprese di Napoli e Capri. In definitiva, la copia senz'anima di È stata la mano di Dio.
Completamente d'accordo!
Questo è il movieblog 999,5
Vuoto esattamente come la mente della protagonista, alla quale giustamente l'unico vero ricco dà della scema, ritenendo che in realta non stesse pensando a nulla. Pericolosa certo, come tutte le belle del villaggio: belle, vuote ma ricoperte da un finto alone di emancipazione femminista anni 70. Risponderei con un film in cui il belloccio di turno si lega ad un palo delle ricariche per macchine elettriche piantato al centro di spaccanapoli, magari davanti la chiesa del cristo velato (perché no), onde evitare di sprofondare in un pozzo della Napoli sotterranea, per colpa di una di queste sirene....
Concordo pienamente su quanto detto su questo film. In particolare sul fatto che il film non trasmette nessun messaggio sul quale riflettere, la ragazza che interpreta Parthenope è moscia rispetto alla confezione stilista che Sorrentino ha messo in piedi. Una confezione che ha umiliato la trama che appare tirata e che si riempie di episodi incomprensibili Cosa c'entra, ad esempio, il funerale sul lungomare? Scena che richiama il film di Desica "Giudizio Universale". Due notazioni marginali ma per me significative, l'inizio film con tutte quelle sigle che indicano che cosa? Vedi quanti sponsor credono in questo film? Fuori luogo direi. Eppoi una cosa che mi ha un pò lasciato perplesso è la presenza di Marlon Joubert attore presente anche nella "E' stata la mano di Dio", perchè replicare quest'attore in film così vicini dal punto di vista temporale, è un messaggio? Ti viene da chiedertelo. In buona sostanza, la semplicità è una cosa complessa ed uno come Sorrentino doveva dimostrare di saperla gestire, qui non l'ha saputa usare. Peccato
Concordo con la tua analisi però nonostante tutto il film mi ha regalato delle emozioni. Devo sicuramente vederlo un'altra volta per coglierne maggiormente il senso
Credo che tutto possa essere riassunto ed esorcizzato nel mantra “A cosa stai pensando?”, che immagino come domanda dello spettatore al regista che non sa cosa rispondere: c’è qualcosa, una sostanza, o il vuoto?
Una sorta di macguffin in dialogo
Ti prego fai la rivalutazione della grande bellezza. Voglio sentire la tua opinione in merito.
In una sala colma di gente in lacrime, io sono uscita tremendamente delusa e triste di non aver capito appieno questo film. La tua recensione mi rincuora un po'
Concordo al 100%! Non è un brutto film. visivamente (e anche sonoramente) è ammaliante, però ad ogni passo mi sembrava di sentire la smania di Sorrentino di creare scene iconiche e cult. Un risultato troppo compiaciuto e retorico.
Sono in disaccordo solo su “La grande bellezza” dove, anche se ritroviamo gli stessi elementi di Parthenope, tutto sembra più contestualizzato e meno forzato, e c’è una malinconia di fondo che ho amato.
Hay Vic sono contento che la tua saga horror preferita sia Nightmare perché è anche la mia preferita
Parlando invece delle tue recensioni incazzate (tipo quella di Venom la scorsa settimana) qualche mese fa ho provato a vedere la saga di After ma ho mollato a metà del primo film 😅
Concordo su ogni singola parola.
totalmente d'accordo, questo film lo trovo soltanto autoreferenziale, troppo pieno di cose ma troppo pieno anche di sorrentino.
Ciò che sto per dire è puramente gusto personale, ma a tratti potrei sovrapporre benissimo alcune tue opinioni di Parthenope su Megalopolis e avrebbe ugualmente senso. Almeno questo mi ha mosso un minimo emotivamente e ho molta più voglia di riguardarlo del film di Coppola.
Si può essere d'accordo o no con quanto hai detto nella recensione, ma trovo sia una delle migliori che hai fatto
Rispetto il suo punto di vista ma io ho visto altro. Film meraviglioso.
Farò un commento volgare e da ignorante. Lei bellissima, bravissima, calata nella parte e tutto. Ma a scuola di recitazione non le hanno insegnato che esiste almeno una terza espressione facciale oltre a "trombami" e "sto per piangere"?
Per il resto un film con dialoghi da baci perugina in cui la gente parla per citazioni, si rivolge allo spettatore senza contesto, esplicita continuamente il significato di ciò che accade descrivendo tutto in maniera letterale. Frasi vuote. "Partenope perché sei triste/felice/arrapata?" - "sono troppo giovane per avere risposte". Ma che minchia vuol dire?
Ma soprattutto lo scarso parlato della protagonista, non si capisce, non si decifra proprio. Un errore grave se il regista non se ne accorge
se a victor non piace siamo sicuri che questo film è un capolavoro non vedo l'ora di vederlo
Sappiamo tutti che il Movieblog 1000 sarà su Terrifier 3
Sii però comunque questa alla fine è una recensione 😅
A me questo film è piaciuto tantissimo, forse il suo capolavoro
È stato il mio primo Sorrentino. Sinceramente mi sono rotto i maroni per 2 ore e 30 MA ammetto che almeno, per alcune cose, mi abbia fatto riflettere e non penso riuscirò a dimenticarlo facilmente. Per quanto non mi abbia fatto impazzire ho voglia di recuperare gli altri film del regista, che finora avevo snobbato.
Consiglio assolutamente questi 3:
Le Conseguenze dell'Amore (per me il suo miglior film)
L'amico di Famiglia
Il Divo
@guesswhaaat8006 Grazie mille per il consiglio.
@@mattiascali9432Se guardi serie tv ti consiglio anche The Young Pope e The New Pope, personalmente le ho amate sono veramente ipnotiche
sincero, a me è piaciuto Parthenope per vari motivi, ma mai lo consiglierei come primo film di Sorrentino da vedere
Per me grandissimo film ma penso sia anche dettato molto dal fatto che sono perfettamente in target, secondo me a 26/27 anni assume un significato molto più reale, di grande immedesimazione