🔞INSTAGRAM: instagram.com/mr.marra/?hl=it (o cerca “mr.marra”) 💀🔷: link REVOLUT per avere 20€ di Bonus su un nuovo conto: revolut.com/eternals 👕 Trovate MAGLIETTE a tema Cinema sul sito PAMPLING, codice sconto MRMARRA: www.pampling.com/ 💧GRUPPO TELEGRAM: t.me/joinchat/LQ2M8UxFniP4dR_E8lA2yQ
Una delle tante chiavi di lettura di Parthenope è che Parthenope non esista. Cioè, tutta la storia, tutta la vicenda ruota intorno a questa figura che non è altro che una sorta di sogno collettivo. E perché non esiste? Perché non esiste una ragazza così giovane che parla solo con le frasi dei film e dei romanzi, che è così bella e allo stesso tempo così clamorosamente intelligente ma ancora allo stesso tempo così ingenua. Parthenope esiste neglì occhi di chi la guarda, anzi, di chi la desidera e basta. E allora diventa l'amore impossibile di Sandrino. E diventa il sogno erotico del fratello. E diventa l'oggetto da esporre alla famiglia del camorrista. E diventa il desiderio irraggiungibile del miliardario. Diventa la santa di Napoli, diventa lo scudetto dei tifosi. Parthenope è una grande illusione collettiva. Ognuno ci vede quello che vuole, quello che desidera. Quello che spera di essere. Quando si parla di Napoli si parla di un dolce amaro perenne, come la sua bellezza e i suoi occhi tristi. Il suo profumo e la puzza di quella sigaretta sempre sulla sua bocca. E Parthenope accoglie i mostri fatti acqua salata, dove lei è nata. E forse pure lei è il mostro, bello o brutto, di questa grande fiaba che ha raccontato Sorrentino.
Non sono un Sorrentiniano di ferro, ma l'ho amato Parthenope è Napoli, e come Napoli è bella da togliere il fiato (vedesi Sandrino), è incoerente, è snobbata da chi non la comprende (vedesi l'imprenditore a Capri), è rinnegata da chi la abbandona (vedesi Greta Cool), è miseria, ti sgretola l'anima (vedesi Raimondo), ti offre speranza quando sei convinto di non averne più (vedesi il professor Marotta) ecc. Comprendo le critiche, ci sta; è un film, per dirla alla Frusciante, discutibile. Capisco chi afferma che questo possa essere un film "alla Grande Bellezza" (secondo me no, al limite lo considero un film tra "La Grande Bellezza" ed "È stata la Mano di Dio"), però davvero è stata, per me, un'esperienza meravigliosa
Da bambino Paolo Sorrentino era troppo povero per poter acquistare un biglietto per assistere ad una partita del CalcioNapoli. Un giorno incontrò un uomo che lo vide piangere e gli regalò la possibilità di entrare al San Paolo a tifare per Diego Armando Maradona. Quella sera el pibe de oro segnò ben 3 goal e donò al Sorrentino Junior la serata piu bella della sua vita. Il bambino ringraziò l'uomo e tornò a casa piangendo di gioia senza mai piu incontrarlo. Quell'uomo era Rosario Liccardo.
A me è piaciuto molto. Sicuramente è un film paraculo per mirare a dei premi, ma ho capito il messaggio, mi è arrivato quello che voleva trasmettere. Questo è un film su napoli e su come la vede lui. Partenope è napoli, i napoletani la amano alla follia, ma lei non si concede a loro, se la tira, si sente più in alto, è crudele con chi la ama davvero, mentre si concede alla mafia e alla superstizione del clero, che infatti sono gli unici che non la amano davvero e dopo averla avuta " tranquilla ti chiamo io". Il napoletano che è costretto a emigrare perché è un amore non corrisposto che finché uno è bambino va bene ma poi da grande vuole quagliare , lei gli ricorda che pure se va a milano e gli andrà bene, quando avrà un momento di debolezza, penserà che tornare da lei sia la soluzione, ma sarà troppo tardi ed è perfettamente il sentimento di chi ha lasciato Napoli, la mia ragazza è napoletana e il sentimento è quello, vai via da un luogo che ami, ma non sei ricambiato nella stessa maniera. Il dissing a sofia loren che dissa i napoletani è lo specchio di questo sentimento di amore odio con questa città . Si sono discorsi fatti più per il pubblico che tra i personaggi, ma a me piace la poetica decadentista di Sorrentino che dipinge una la dea napoli che nasce in una ricca casa e che poi va verso il declino tanto è bella che gli frega? Ma non basta la bellezza, serve la cultura per mantenere bella una società.
Io ho tratto tutt'altro messaggio invece: Il senso del film è lei che è sempre stata vecchia, soprattutto dentro, e l'unica volta in cui ha vissuto la giovinezza è quando si è "lasciata andare" insieme al fratello a capri, e con la morte del fratello ha smesso definitivamente di essere giovane, infatti dice che la sua giovinezza è stata troppo breve, il tempo di una notte. Infatti le uniche persone che lei ama e con cui si trova bene sono Tesorone (il cardinale) e il suo professore (forse innamorata di lui). Infatti lei fa la stessa identica vita del suo professore ma senza tornare a Napoli per la cattedra. Quindi il tema del film non è affatto Napoli e la napoletanità, semmai è una cornice, ma il tema lo vedo proprio il tempo e la giovinezza non vissuta. Poi c'è tutto il collegamento con l'acqua, lei che nasce e concepisce il figlio in acqua (che poi abortisce)... il figlio del professore che ha una malattia ed è fatto principalmente di acqua e sale. Il messaggio solo audio del cardinale durante i titoli di coda che dice che dio non amava il mare... Mi è piaciuto tanto questo film comunque.
@@valerioivrelao6724 grazie 💪🏼 la mia ragazza è fan di sorrentino ed è stata lei ad aiutarmi bene a capire, perché è come se ormai conoscesse le intenzioni di sorrentino e riesce a vedere meglio di me i suoi film e cosa vuole dire dietro qualcosa o anche quando non vuole dire niente.
Anch'io identica a te. Lei sembra una sirena che incanta i suoi marinai con la sua bellezza ma si concede a pochissimi. La fotografa mi è piaciuta tantissimo. Sicuramente film furbo da premi, questo si@@djguidopolese
Quando uscì "Otto e 1/2" di Fellini, furono in molti a criticarlo e a non capirlo: "ma che roba è?", "ma cosa vuole dire?", "è autocompiaciuto" e via delirando. Ecco, io credo che tra 50 anni quelli che non oggi non apprezzano Parthenope (e ancora di più il precedente, E' stata la mano di Dio", un grande e indimenticabile capolavoro) faranno la figura che oggi fanno, ai nostri occhi, i critici di allora. E' un film che va visto più volte (io sono alla seconda, per ora), e va visto al cinema; sempre ricordando che si tratta di ricordi, di frame di una vita ripensata a settant'anni. Quindi è assurdo criticarlo perché etereo, onirico, con personaggi di poco spessore ecc: sono ricordi, teniamolo sempre a mente!
Grandissimo capolavoro. Il tuo commento sembra quasi un auto fellatio alla tua enorme capacità di anticipare i tempi e comprendere l’immensità di opere che in realtà sono abbastanza piatte e comprensibili di primo acchito
Non sono un fan di Sorrentino, però sono convinto che da "È stata la mano di Dio" in poi in Sorrentino si sia sbloccato qualcosa. Personalmente ho adorato Parthenope e non nascondo che durante alcune scene mi sono commosso. Certo, lo stile di Sorrentino lo conosciamo: pomposo, eccessivo,barocco, però a me il messaggio è arrivato forte; mi ha fatto riflettere su quanto sia bello essere giovani e su quanto sia importante godere della bellezza che si ha a quell'età. Quanto tempo perdiamo dietro a cose e persone inutili? Quanto ci lasciamo vivere dalle situazioni senza reagire? Cosa sarebbe successo se avessimo preso quell'occasione al volo? Cosa saremo dipende da ciò che siamo. E ciò che siamo dipende da quello che scegliamo di essere. Io in quei dialoghi e in quegli abbracci notturni ho visto tutto questo. A tanti non è piaciuto ed è comprensibile, però nel mio piccolo mi è servito: ho trovato le parole giuste al momento giusto.
Personalmente l'ho trovato un tracollo dopo "È stata la mano di Dio", che ritengo il suo miglior film: un perfetto equilibrio tra "forma" e "sostanza", che coglie alla perfezione l'anima di Napoli, attraverso la lente di un protagonista, parziale alter ego del regista, profondamente umano, circondato da personaggi secondari e situazioni a dir poco memorabili e piene di cuore. Con Parthenope sono stato deflagrato da un montaggio di situazioni eteree quanto, ahimè, sterili, perché veicolate da personaggi che, per quanto possa essere interessante il loro incarnare spesso i diversi aspetti di Napoli, sono dei distributori automatici di frasi fatte e retoriche
Faccio un commento banale e da ignorante in mezzo a questa moltitudine di opinioni composte e ragionate. Lei bellissima, brava, seducente e tutto. Ma a scuola di recitazione forse non le hanno spiegato che si puo' sviluppare una terza espressione facciale che non sia "trombami" o "sto per piangere"
Anche questa volta mi trovo in disaccordo con te. Io stesso nutrivo più di qualche pregiudizio verso questo film essendomi presentato come un "ritorno" al vecchio Sorrentino post "il divo" che non amo, eppure sono uscito estasiato dalla sala. L'ho trovato un film sconvolgente e capace di maturarmi ancora dentro dopo diverse ore dalla sua visione. Sorrentino ritorna a parlarci di giovinezza e di ricordi e sottolinea l'importanza di non lasciarli andare via. Il viaggio quasi allegorico della protagonista è un percorso di crescita che dopo un lutto che spezza quell'armonia giovanile, incontra sempre più ostacoli che la porteranno in età avanzata a riflettere su sé stessa ed a capire l'importanza del guardarsi indietro. La scena del ballo a tre, infine, e per me una delle più struggenti che mi siano capitate di vedere negli ultimi anni. Un film leggero ed armonioso come l'acqua in una giornata di mare calmo. Questo film sembra fatto interamente di acqua e sale come uno dei protagonisti di questo film.
Piú che onirico, l’ho trovato onanistico. Il finale è identico a quello della canzone “Sally” di Vasco: un pensiero le passa per la testa, forse la vita non è stata tutta persa.
A me è piaciuto, ma devo andare a rivederlo perché il pubblico di 60enni e 70enni era talmente immaturo che sembrava di stare a una proiezione dei Vanzina. Spero di beccare un pubblico migliore.
Assurdo, pure a me è successo lo stesso, la sala era piena di boomer che ciarlavano, col cellulare acceso, ad uno è pure suonato e non lo spegneva...due sono le cose: o l'abbiamo visto nella stessa sala con lo stesso sfortunato gruppo di persone maleducate, oppure sti boomers sono una generazione proprio terribile...poi dicono ai giovani di essere maleducati e fissati coi cellulari...
@@Ameara-LaVey Certo. Titolo completo: "A pezzo de merda, m'hai chiuso er motorino, nun potevo da uscì. 'Ndo cazzo sei annato? Prossima vorta te sfonno...in de trin".
Io ho apprezzato il film anche se non mi strappo i capelli come fanno alcuni, ma ritengo ingenerose alcune critiche soprattutto estere, come quelle del citato tue guardian tra i commenti anche se capisco che sia facile far quella battuta. Apprezzato perché in primis il cinema di Sorrentino resta un cinema fatto di suggestioni, visioni, forma che diviene sostanza (trovarla vuota ed inutile come dicono alcuni, boh) e anche con Parthenope sotto questi aspetti ha centrato perfettamente il punto, a mio avviso. È stato bravissimo inoltre a dirigere (visto che l’attrice è esordiente) ed esaltare la bellezza e, per me, anche le fragilità, le curiosità e le incongruenze del personaggio principale, così come molti personaggi secondari quali il fratello, il professore, il cardinale ed il comandante, lo scrittore, praticamente tutti, mi son rimasti ben impressi, tutti hanno un ruolo ben definito e ben scritto che ruota intorno a Parthenope, alla sua formazione. Napoli è da cartolina, ma direi che è ovvio che l’intenzione sia quella di inquadrarla così visto anche il tono quasi onirico e fuori dalla realtà del film ed i temi trattati, per poi mettere in risalto quando serve tutte le sue fragilità e criticità, un po’ come la protagonista. Infine è Sorrentino e dunque si, i dialoghi sono artefatti e pomposi, ma lui ne è ben consapevole, ormai autore stramaturo, e ci costruisce sopra anche una apprezzabile da parte mia autoironia (chiamo così quella che tu hai chiamato furberia, poi ovvio che a volte l’autoironia è furba). Certo ovviamente anche a me che è piaciuto è scappato a volte un “anche meno”, così come un “anche meno” in alcuni momenti grotteschi, come il figlio del professore che ho trovato davvero gratuito e buttato così lì in quel modo, avrebbe avuto più effetto se mostrato in maniera realista, avrebbe condotto meglio il messaggio e contrastato meglio col tono del film, così sospeso tra realismo e surrealismo. Insomma capisco che possa dividere, possa non piacere, come tutto, ma alcune bocciature (rendiamoci conto che prendendo aggregatori esteri è pari pari a venom 3, follia) mi lasciano perplesso
Sarà che venivo da un momento favorevole con Sorrentino, grazie a The Young Pope ed E' Stata la mano di Dio, ma questo Parthenope mi è risultato indigesto. Se non altro perché il suo precedente film, era un racconto di formazione con connotati autobiografici che diventava un ritratto caloroso e personale di Napoli, senza dover risultare una metafora così scontata sulla bellezza. Sono curioso però per il futuro di Celeste Dalla Porta, che mi trasmette qualcosa di diverso. P.S. non vedo l'ora di sentirti parlare di The Substance in uscita il 30 ottobre e Anora il 7 novembre, per via di ciò cui parlano.
@@MrMarraCinemaper quei film, visto che ti ho citato anche Anora. Il regista di quest'ultimo è un abile tratteggiatore umanista di una categoria, spesso stigmatizzata come quella delle sex worker, senza mai risultare giudicante e pietistico.
@@vincenzodemartino2519il film in questione non l'ho visto, ma per Sorrentino confermo quanto detto. Che poi se vogliamo rifarci al tuo "raccontare la vita", prendiamo di riferimento L'uomo in più; e poi vieni a dirmi che quel film "è distante dalla vita". Per dire che Sorrentino lo sa fare, ma ha scelto di parlare un'altra lingua(anche a me non piace sempre questa sua scelta)
Infatti in un' intervista del 23 ottobre su Rolling Stone dice che il cinema gli ha dato la possibilità di crearsi una realtà parallela nei momenti in cui la realtà non gli piaceva
Molti non hanno gli strumenti per analizzare questo capolavoro. Sorrentino è un Maestro dei nostri tempi. Uno dei pochi. Chi non riesce a "leggere" la sua arte fa uso dell'invidia per darsi un tono da critico. Volente o nolente, Sorrentino sta facendo la storia del Cinema italiano. Dai film sui personaggi politici alle tematiche esistenziali fino alla poesia visionaria dei nostri tempi. Un artista.
Sta facendo la storia del cinema tout court, non del cinema italiano. Sono convinto che rimarrà come uno dei grandi Maestri di quest'arte, anche perché è anche autore delle sceneggiature, quindi è anche un grande scrittore. Hai ragione comunque, questo suo ultimo film in particolare piace a chi ha una certa sensibilità. La sua voce è forte e profonda, ma per questo può infastidire qualcuno ed estasiare altri.
concordo in pieno, da napoletano, che questo film racconta una "napoli da cartolina" l'intento era quello di rendere Parthenope incarnazione di Napoli, ma secondo me ne esce solo un personaggio veramente insopportabile oltre al fatto che ci fai la menata con Parthenope incarnazione di Napoli e poi da giovane la fai interpretare da Beatrice Dalla Porta, che è milanese, e da anziana da Stefania Sandrelli, che non solo come ha detto Marra non c'entra nulla, ma poi è toscana in ogni caso questo film lo porterò comunque dentro perché io e la mia fidanzata c'eravamo come comparse (nella scena della sommossa studentesca) ed è stata veramente una bellissima esperienza
Io penso che di cartolina in questo film c'è ben poco. Con gli occhi e il corpo di parthenope ci si trova davanti nel corso del film a diverse sfumature della stessa Napoli, la maggio parte delle quali rappresentano una critica. Non c'è in questo film solo la classica Napoli del sole, del mare e dei bei paesaggi e della bella gente. Qui si parla di una città malinconica, triste. Vengono messi in luce i lati della Napoli sporca, con tutta la scena del concepimento nei quartieri (realtà, quella della criminalità che non viene raccontata come in gomorra e gli altri film/serie del genere). Questo perché questo film, e di conseguenza la protagonista non sono la reincarnazione di Napoli, ma la reincarnazione di come Sorrentino vede Napoli, città che alla fine dei conti, nonostante tutta la malinconia e i dubbi del film, ama (lo si vede dalla scena finale, dopo la frase sull'amore per sopravvivere). Inserendo anche la mia opinione, penso che questo film parla di una città che per amarla non puoi fare altro che odiare. Per quanto riguarda le attrici, che siano milanesi, toscane o abruzzesi poco importa, hanno reso al massimo tutto ciò che c'era da esprimere, ed è sufficiente.
Io l'ho visto pochi e devo dire che la sensazione che mi ha lasciato è di stranezza ma non di quella spiazzante in positivo, la cosa che ho trovato fastidiosa sono i dialoghi staccati tra loro e che non sembrano dialoghi ma davvero frasi ad effetto per lo spettatore. Credo sinceramente che stia puntando alll'oscar con un film basato o quantomeno ambientato a Napoli, dopo quello ambientato a Roma. Ma personalmente, parlando da ventitreenne di una provincia napoletana, il livello raggiunto con " È stata la mano di Dio" era davvero difficile da eguagliare, non so dire se questo poc'anzi citato è il suo film migliore ma sicuramente quello che preferisco.
Ci sono alcuni momenti emozionanti, ma è troppo finto; le battute sono anche belle, ma non risultano naturali; Sorrentino credo che non cerchi nulla, né premi, né di sembrare chissà che, io credo che si diverta tanto giocando con il suo talento, ma purtroppo è un talento che tante volte si limita all' effetto, all'adagiarsi su un senso artistico che arriva poche volte ad essere davvero arte
Lo sa bene anche lui che le battute non sono realistiche! Embe'? Un film dev'essere per forza realistico? Sorrentino teorizza il non-realismo (che non è per forza surrealismo): dice che la realtà è troppo banale e noiosa per essere imitata (come dice Fellini in "E' stata la mano di Dio", la realtà è deludente).
Da napoletano credo che l’ultimo film di Sorrentino sia stato davvero immenso. Ci tengo a precisare che io sono uno dei tanti che non ama tanto Sorrentino e che mi sono ritrovato a vedere i suoi film solo per una cultura personale cinematografica e non perché realmente apprezzo pienamente i suoi lavori. Sono sempre uno dei tanti che non va pazzo per i film dove ci sono pochi dialoghi, senza una vera e propria trama e dove ogni scena ha per forza un significato filosofico da interpretare ma con Partenope è stato diverso. La ragazza protagonista è la rappresentazione in persona fisica di Napoli; una bellissima donna ammaliante ma allo stesso tempo dannata dentro, piena di incertezze, di paure, di problemi. Quando vediamo napoli con il suo golfo, il suo mare, il Vesuvio, la sua storia, la sua arte vediamo una Napoli meravigliosa e ci sembra realmente la città più bella del mondo ma poi quando ci addentriamo nella vera Napoli, quella fuori dalla portata dei turisti, vediamo una città piena di problemi come la camorra, l’analfebitismo, la povertà, disoccupazione, assenteismo, ignoranza, criminalità ecc. Inoltre ci sono tante scene che solo un napoletano può capire perché o le vissute o le ha sentite dire o perché ha dei ricordi in merito; come la scena del colera, la scena del miracolo di San Gennaro, la protagonista che nasce in acqua e che quindi simboleggia la sirena Partenope, simbolo - per l’appunto - della città Partenopea o addirittura la scena di Greta Cool che altro non è che una rappresentazione di Sophia Loren che ha deciso ormai da anni di abbandonare Napoli dimenticandola senza sapere che è proprio grazie alla Napoli popolare che è diventata ciò che lei è attualmente. Posso capire bene che a tanti non è piaciuto, non posso biasimarli poiché credo che questo sia un film che solo che chi è nato, cresciuto, vissuto a Napoli e che allo stesso tempo abbia un’approfondita storia della sua città possa realmente apprezzarlo al 100%
Totalmente precisamente corretto (anzi senza aver visto il tuo commento ho scritto le stesse cose. Complicato per i non napoletani, che non appartengono a una certa generazione e che soprattutto non vivono più a napoli e hanno dentro quella saudade).
@@antoantoAAAvevo letto qualche riga della tua recensione, e sono abbastanza d'accordo con te. Tra l'altro per me non è un caso che Partenope sia donna, soprattutto una donna bidimensionale, se non monodimensionale, infatti mi ha ricordato la frase " Vedi Napoli e poi muori ". I forestieri restano ammaliati dalla bellezza di Napoli, così misteriosa ed piena di sfaccettature, ma non la amano realmente, vogliono prendere e basta senza lasciarle nulla. Infatti nella scena con l'uomo ricco, quando Partenope lo rifiuta lui le risponde " non sei intelligente " solo perché lei si è concessa a lui.
@@christian_1899per il colera del 1973. Era disinfettante nella scena del film. Onestamente non ho ricordi di un "coso" del genere, a forma di ragno, potrebbe essere una messa in scena cinematografica. Però boh, magari c'erano e non li ho mai visti
TOP disamina, che purtroppo mi trova d'accordo. Sono andato a vederlo al Troisi in versione internazionale quindi con le parti in inglese non sottotitolate, tutti estasiati da gary oldman ma era chiaro che il 90% della platea non avesse capito una mazza. Lei ha una specie di plot armor che dopo un pò stucca, e le parti del bimbo "arkonnen" (cit. Alò) e dello scudetto del Napoli sono peggio della Suora con il mitra presente nell'imitazione che faceva Crozza
Parthenope é quella capacità di vedere e sentire le cose in modo diverso, é una vita da inseguire non con domande sbagliate, ma con domande diverse.. con curiosità diverse. É assenza di giudizio, é amorale.. perché non cercando nulla nel profano, trova il sacro. Trova il centro di un'esistenza. Parthenope, secondo me é libertà. E nonostante tutti i dubbi e le perplessità, se un film ti macina dentro, probabilmente ha fatto il suo dovere.
Si, anche a me è sembrata la stessa cosa, Sorrentino è esattamente così, non ti dà risposte ma ti lascia dubbi che diventano le tue risposte, le tue "chiavi di lettura". Questo film però, nonostante tutto, non è diventato il mio preferito suo, ne ha fatti altri, decisamente più "forti" e spiazzanti in passato...questo lo definirei giusto un po' "pittoresco" e simbolico, ma almeno io ho preferito film sorrentiniani decisamente più "disagianti", oppure i suoi romanzi, che ricalcano un po' i film...anzi, i suoi libri mi hanno devastato in tutti i sensi, sia dalle risate che di disagio esistenziale.
@rospofiero9848 non ho mai letto i suoi romanzi, mi hai incuriosito!.. io ancora non riesco a capire quanto mi sia piaciuto, anzi se devo essere onesta c'erano dei momenti in cui ero davvero perplessa. Però poi quando mi sono messa in macchina dopo il cinema, ascoltando Cocciante, sono scoppiata a piangere. Forse é stata autosuggestione, o forse mi sono sentita affine al senso di incompiutezza che lascia Parthenope sola con i suoi ricordi, che sono delicati e dolorosi. Ma anche così pieni di vita. Non so, c'è un "non detto" in questo racconto che é magico.
@@ladytrolley9809 sai che non sei l'unica che ha "empatizzato" con la protagonista? Io sono andato a vederlo con mia sorella, pure lei ha trovato che è un film che "parla alle donne" più che altro, stessa cosa altre mie conoscenti/parenti che l'hanno visto hanno detto così. Anche per un senso d'immedesimazione con la protagonista che io, come vedi maschio e rospo, non una sirena (Parthenope è la sirena della leggenda fondatrice di Napoli), non ho potuto sentire in maniera profonda...anche se ho apprezzato altre cose in generale del film. Guarda il libro in questione che mi è piaciuto è "Hanno tutti ragione".
@@rospofiero9848 ma infatti Sorrentino ha parlato più volte nelle sue interviste di un epica "finalmente" al femminile, di un film dedicato al tempo che passa percepito da una donna. È stato buffo perché in una dichiarazione ha detto una cosa tipo " molti uomini risolvono il problema con una tinta di capelli o l'aquisto di una auto nuova, le donne reagiscono solitamente in un modo più profondo.." all'incirca era un cosa così.. sottolineando fra l'altro che lui stesso si sente più affine, in questo senso, all'universo femminile. Molto bella l' interviste che ha rilasciato per fanpage. Credo che il grande pregio di Sorrentino sia la grande chiarezza interiore di ciò che vuole comunicare. Può piacere, o non piacere.. ma comunque arriva. Non so se mi sono spiegata. Comunque grazie per il consiglio, appena avrò modo lo leggerò!
I film di Sorrentino sono molto complessi, profondi , densi di sfumature, di immagini oniriche, a tratti felliniano, da vedere più volte per cogliere i dettagli , i dialoghi , i concetti indefiniti . ‘E un film di poesia non un film di prosa .
Parthenope parla con frasi ad effetto perche tra le tante sfumature della sua personalita c'e quella della truffa, è una donna che illude e disillude, poetica e contraddittoria, come napoli, è un film che parla di napoli.
ma anche l' uomo in più, basta guardare il piano sequenza iniziale dell' entrata al bar che si capisce la qualità del regista, in le conseguenze dell' amore sia il piano sequenza finiziale sia la scena in cui spara per riprendere la valigetta secondo me sono girate benissimo, poi in è stato la mano di dio il monologo finale è spettacolare, forse ho solo visto i film migliori ma sorrentino ha la stoffa
Secondo me questo, ancor più di “è stata la mano di dio” (che aveva comunque più cuore) risente delle origini partenopee di Sorrentino, del rapporto di amore/odio verso le proprie terre. Se non si ha questo rapporto conflittuale con la propria terra il film arriva poco (imho)
Ad una certa, parafrasando perché non ricordo le esatte parole, dice ammalia i primi dieci minuti e irrita il resto del tempo. Esattamente come il film.
Sembra una parodia di un film di Sorrentino. Manierista, pretenzioso, pieno di sé, autoreferenziale, compiaciuto. Fotografia da spot di profumi di Saint Laurent (che ha pure partecipato alla produzione). Metaforoni sulla vita e sulla morte e sull’amore e su Napoli e sulla giovinezza che sono solo masturbazione, sembra girato da Talia Concept (per citare un personaggio stesso del regista) che “vive di vibrazioni e non ha bisogno di spiegare un ca**o”. Ho sempre apprezzato l’ironia di Sorrentino e qui ce n’è zero, si prende tremendamente sul serio. Mano pesantissima su regia, scrittura e fotografia che rende tutto estremamente poco spontaneo.
Stai ripetendo a pappagallo aggettivi ormai triti e ritriti: autoreferenziale, compiaciuto ecc. Gli stessi che si affibbiavano a Fellini all'epoca, specie per "Otto e mezzo". E tra qualche tempo i commenti come i tuoi suoneranno ridicoli, proprio come quelli di chi un tempo non capiva Fellini o altri grandi maestri che erano avanti rispetto alla propria epoca.
@@montrasioprofalessandro6617 la cosa divertente è ho maturato la stessa identica considerazione qualche ora fa proprio pensando a Sorrentino. Incredibile come la storia si ripeta sempre.
L'ho percepito esattamente come te, la cosa che ho trovato sicuramente più dissonante sono la maggior parte dei dialoghi scaduti in retorica e aforismi, e forse in secondo il thewhale che sul finale da lo sgambetto a una pellicola già super zoppicante. Grazie per l'analisi!
Sono d'accordo sia con questa analisi e sia con quella fatta da Alò quando uscì a cannes, non so se l'hai vista. È solamente pura estetica, un ammasso di cartoline, eccessivo, ridondante, autoreferenziale, spocchioso e citazionismo da baci perugina. Insopportabile! La protagonista ha sempre la battuta pronta ma non è altro che una bella statuina senza alcuna empatia. E poi il finale con lo scudetto è il colmo.
Analisi molto interessante con la quale mi trovo d'accordo. Tra l'altro, so che non centra, ma farai un video su "The Substance" ? Non ne capisco molto di horror quindi non saprei giudicarlo sottto quell'ottica, ma secondo me può nascere uno spunto di riflessione interessante sul come (secondo me) sia riuscito là dove Barbie ha fallito.
Non sono d'accordo con la tua recensione. Posso capire il discorso che fai dei dialoghi ad effetto ma il resto no (avrei da ribattere anche qui ma evito). Il film per me è stato un capolavoro dal momento che in macchina durante il rientro abbiamo pianto, con la paura della vecchiaia, di una gioventù che man mano sbiadisce e dei dolci ricordi che ti intristiscono la quotidianità di un vero adulto. Il punto è che ho 30 anni, e queste emozioni sono arrivato a comprenderle così nitidamente solo grazie alla visione. In pratica abbiamo vissuto delle emozioni che non appartengono alla nostra età, e viverle cosi profondamente è stata magia. Generalmente invece mi ritrovo molto con le tue recensioni. Avrei altro da dire ma il commento poi risulterebbe troppo lungo, ciao marra un abbraccio
visto ieri e sono molto titubante. non ho ancora capito se mi sia piaciuto o meno. credo che il difetto principale del film sia aver voluto dimostrare la brevità della gioventù ed il passaggio del tempo attraverso un personaggio che è "troppo", con cui è difficile identificarsi. porta il nome di una sirena, è simbolo di una città, è una donna meravigliosa e viene descritta quasi come un'essere semidivino. e questo la rende troppo distante per permettere allo spettatore comune di immedesimarsi ed avvertire il dolore del tempo che passa. ciò non toglie che l'estetica sia molto potente
Sorrentino è questo. O piace o non piace. Il suo linguaggio, la sua cifra stilistica non potrebbe mai essere diversa, altrimenti non terrebbe fede a tutto ciò che lo ha reso così famoso (e meritevole di Oscar). I grandi silenzi, le poche e aforistiche battute, la grande fotografia unita a colonne sonore che empatizzano col pubblico (lasciandogli lo spazio per far proprio il film) sono il segreto del suo successo.
D’accordissimo con te! Mi sono fatto due coglioni così che non so come ho fatto a non andarmene via dal cinema. Secondo me si è fatto le seghe mentre scriveva i dialoghi se no non si capisci. Ah ad una certa ho bestemmiato allo schermo all’ennesima “oh come sei bella parteeeh” porco dio basta abbiamo capito che è na fregna
ciao davide, premetto che ho 17 anni e ovviamente siete tutti più esperti di me in ambito cinematografico, però volevo dire che a me il film è piaciuto tantissimo. Mi è piaciuto tantissimo il personaggio di raimondo, il fratello di parthenope. Il tema del lasciarsi andare mi è molto caro, probabilmente perché sono ancora molto giovane. Tema seguito dal gesto del buttarsi indietro con la sigarette in bocca. Anche il tema della bellezza mi è interessato molto, gary oldman infatti sottolinea nel suo incontro con parthenope che questa bellezza la aiuterà nella vita, anche questo interessamento al tema però credo sia dovuto alla mia età nella quale essere belli è fondamentale. Le frasi ad effetto in effetti sono numerose, però credo sia anche la forza di sorrentino (è il mio regista preferito), no? Il personaggio di Luisa Ranieri poi mi è sembrato molto interessante con la sua critica ai napoletani, Silvio Orlando è semplicemente monumentale e infine i riferimenti a fellini alla fine ci stanno, come lo scudetto del napoli, comunque non avremmo sorrentino senza il napoli e fellini. Di Sorrentino ho visto tutti i film e anche the new e the young pope, è stata la mano di dio è stato il film che mi ha fatto innamorare del cinema. Detto questo concordo con praticamente tutte le critiche che hai fatto perché è la verità(non mi è piaciuto neanche il fatto che appena uscito il film sorrentino sia andato ospite da qualsiasi trasmissione o podcast come se avesse assolutamente bisogno di vendere il film a tutti) , però tengo le tante cose belle che mi ha lasciato questo film. P.s. sono di Pavia e se riuscirò verrò a teatro il 16 Novembre!!
A prescindere da quello che possa essere il significato, l’interpretazione del film, nel quale io ho visto più che altro una grande critica a tratti velata e a tratti diretta di Napoli, ho trovato la prima metà estremamente più potente della seconda , sono d’accordo che molti dialoghi siano forzati e fin troppo artificiali e aforistici, e proprio per questo, nella prima parte ho trovato che ci fossero passaggi molto più significativi. I momenti di tensione erotica ed emotiva della prima metà sono notevoli. Tutto culmina nella sequenza, tutta senza dialoghi, del ballo a 3 che poi finisce con la scelta del fratello, mi ha fatto venire i brividi. Poi il film nella seconda metà si perde, quella forza iniziale si spegne. Della seconda parte ho apprezzato solo il significato che ho colto nella sua figura che decade, rappresentazione di una Napoli che si lascia soggiogare dalla malavita, dalla chiesa i cui valori morali sono solo facciata e che vuole apparire (il prete si dichiara centro dello spettacolo del miracolo). Per la protagonista “l’amore per sopravvivere é un fallimento” come lo è per Napoli, l’amore per una città non basta a salvarla dal suo decadimento fisico e morale e probabilmente gli stessi napoletani lo sanno e non accettano di ammetterlo e se gli chiedi “a cosa stai pensando?” ti rispondo con qualche frase ad effetto. Film molto piacevole nel complesso, che poteva essere molto di più, ma vuole essere troppo.
Spoiler allert: Seppur la lore del fratello "sentimentalmente ambigua" nei suoi confronti, mi ha procurato un serio malessere psicofisico di primo impatto, stavo per vomitare in sala e rinnegare il mio affetto per Sorrentino...anche perchè al cinema l'ho visto assieme a mia sorella e volevamo morire entrambi in quel momento dall'imbarazzo... a pensarci bene, quella è la cosa che mi ha "disturbato" di più del film anche perchè inizialmente non ho considerato una delle molteplici e possibili chiavi di lettura che Sorrentino mette nei suoi film: non è tanto un incesto quanto una metafora del rifiuto di crescere, il fratello si toglie la vita non tanto perchè Partenope ha scelto l'amico al posto suo, spezzandogli il cuore (ma sarebbe una cosa grottesca e contronatura appunto che un fratello s'innamori della sorella) ma perchè la stava vedendo crescere, diventare donna che frequenta gli uomini e perde l'innocenza, di conseguenza anche lui si sentiva "obbligato" a crescere...e lui non voleva, sembra quasi una sindrome di Peter Pan più che Sweet Home Alabama come avevo capito mio malgrado inizialmente. Inoltre, non so voi, ma dopo la morte del fratello, quando la famiglia si chiude in sé stessa (tranne Partenope appunto) e lascia andare la casa in malora, in rovine come il loro stato d'animo, io ci ho visto un riferimento al racconto "la Caduta di Casa Usher" di Poe. Sinceramente, questo forse non è riuscito a diventare il mio preferito di Sorrentino, però mi ha lasciato qualcosa, più dubbi che risposte, mi obbliga a farmi delle domande e considerare vari aspetti...Sorrentino è sempre così "pittoresco", rifiuta di farsi capire fino in fondo, la sua arte non ti dà risposte, ma ti apre possibilità, almeno così l'ho sempre letto io.
Personalmente mi è piaciuto molto, vi è una regia è una fotgrafia non sporcata quindi non sembra reale, ovviamnte fatto a posta. È un film che ha al suo centro la bellezza intesa come estetica e questo tema mi colpisce molto. Poi ovviamente è una Napoli piu da "cartolina" come dici tu rispetto a È stata la mano di dio ma non manca di oscurità.
È un film sul giudizio. Ogni personaggio è soggetto al giudizio. Come anche Napoli. La sequenza dell’esame universitario alla ragazza in dolce attesa è il fulcro di tutto. Chiunque al posto del professore avrebbe invaso il territorio di Parthenope. Le nostre esistenze si consumano sotto la lente focosa ed invadente del giudizio. Ogni nostro passo è giudicato. Dalla nascita alla crescita, dalla vecchiaia fino alla morte. Il resto… non conta.
I fogli appesi alle mollette sono un riferimento a Céline. Era lui che teneva appese centinaia di pagine a delle mollettone. Ci sono filmati d'epoca che li ritraggono
A differenza de ' La Grande Bellezza', l'ultimo Parthenope viene voglia di rivederlo ( intendo per me ovviamente). Ho trovata molto pigra la seconda parte del film ma ciò nonostante sono riuscito ad apprezzarlo lo stesso. Silvio Orlando gigantesco possiamo dirlo?
Raramente scrivo ( già da questo curioso fatto personale capiamo la potenza del film di Sorrentino) Preciso che ho visto il film 3 volte (la prima a Cannes, la seconda alle proiezioni di mezzanotte, e la terza ieri sera ) Rispetto alla prima visione i dialoghi aforistici (anche se aforistici di proposito) non hanno il mordente che ricordavo. La scena della famiglia intorno alla tavola non funziona rispetto a quella meravigliosa di 'E' stata la Mano di Dio' Il Comandante, chiaro riferimento ad Achille Lauro (non il nostro Achille Lauro) è un personaggio molto riuscito comunque La sequenza di Capri la trovo straordinaria: con un Gary Oldman che fa un John Cheever (scrittore che sembra stregare anche Sorrentino dopo Moretti, che nel 'Sol dell'Avvenire' lo cita dicendo che vorrebbe fare un film tratto dal suo racconto 'Il Nuotatore') . Un "Gianni Agnelli" che gira per Capri con il suo elicottero, e in sottofondo il miglior Cocciante (ma anche Sinatra) La scena del funerale con l'incontro della carrozza con la macchina per il colera mi ha ricordato l'immaginario del mondo Ghibli e Miyazaki (come anche la scena dei cesti blu che scendono dai balconi. Isabella Ferrari nei panni di Flora Malva è irresistibile, e mi ricorda la migliore Norma Desmond in 'Sunset Boulevard'. Come anche Luisa Ranieri che interpreta Greta Cool, o forse Sofia Loren? Tutta la sequenza con il Vescovo la trovo sublime. Un Beppe Lanzetta fenomenale, aiutato da un scrittura magistrale. Ogni momento di questo "pezzo" della vita di Partenope è una perla a se: il suo sguardo nello specchio, la tinta nero pece, lui nudo con le mutande rosse, le lamentele per un'esibizionista che gli leva l'attenzione mentre compie il miracolo, le donne anziane che lo circondano, il "ragazzone" che cerca la mamma appena arrivati nella villa, “la schiena, tutto il resto è pornografia” e potrei andare avanti. Vescovo che forse è il primo e unico a darci un po' di risposte sulla misteriosa Partenope. Risposte però che anche qui suonano bene ma che anche il regista non si sente di dare per sicure, o forse no ? Non mi spiego ahimè il finale , partendo con il bambino gigante, passando poi per un Sorrentino che come sempre deve infilare la SSC Napoli in ogni sua opera, e una Stefania Sandrelli che con tutta la mia infinita stima e rispetto, non c'entra assolutamente nulla con tutto il film. Questo è però Parthenope, un film che con tutti i suoi problemi, propone un viaggio incredibile nella vita di questa ragazza, che rappresenta cosa significa Napoli per il regista: un amore giovanile, che si concede solo a chi la deturpa , con un popolo meraviglioso e romantico quanto meschino, di cui forse senta la mancanza ma inevitabilmente deve abbandonare. Scusate il flusso di coscienza, e ricordatevi: Dio non ama il mare, arrivederci.
A me è piaciuto molto e non sono un fan di Sorrentino in generale e ho tratto questo messaggio dal film: Il senso del film è lei che è sempre stata vecchia, soprattutto dentro, e l'unica volta in cui ha vissuto la giovinezza è quando si è "lasciata andare" insieme al fratello a capri, e con la morte del fratello ha smesso definitivamente di essere giovane, infatti dice che la sua giovinezza è stata troppo breve, il tempo di una notte. Infatti le uniche persone che lei ama e con cui si trova bene sono Tesorone (il cardinale) e il suo professore (forse innamorata di lui). Infatti lei fa la stessa identica vita del suo professore ma senza tornare a Napoli per la cattedra. Quindi il tema del film non è affatto Napoli e la napoletanità, semmai è una cornice, ma il tema lo vedo proprio il tempo e la giovinezza non vissuta. Poi c'è tutto il collegamento con l'acqua, lei che nasce e concepisce il figlio in acqua (che poi abortisce)... il figlio del professore che ha una malattia ed è fatto principalmente di acqua e sale. Il messaggio solo audio del cardinale durante i titoli di coda che dice che dio non amava il mare... Mi è piaciuto tanto questo film comunque.
Molto bello visivamente. Per il resto, ci sono film che sicuramente mi hanno lasciato di più di questo. Non capisco quei napoletani che criticano chi non osanna questo film perché "se non sei napoletano non puoi capire". Evidentemente non si rendono conto del problema che si cela dietro un affermazione del genere in ambito cinematografico. P. S. Gary Oldman gioca in un altro campionato
Io ho invece trovato questa pellicola particolarmente profonda. In molti ci hanno visto un omaggio a Napoli. Io contrariamente ci leggo una critica. Per Sorrentino Napoli è una città prigioniera delle sue menzogne, della sua mitologia, perfino della sua bellezza. Ed anche Parthenope ( la protagonista del film) lo è. I dolori della vita però ci impongono una ricerca di verità. Ed è quello che Parthenope prova a fare a Napoli, attraverso i personaggi che incontra. Ma dovrà capire che l’unico modo per autodeterminarsi è abbandonare questa città che ci si creda o no si regge sui miracoli. L’unico mito che Sorrentino salva è il Napoli calcio.
Il problema non sono le spacconate visive e nei dialoghi, bensì la loro qualità altalenante e la quantità eccessiva. È l'uomo che tenta sempre la rovesciata e se in una scena la imbrocca in quelle successive ti fa cascare le braccia. E pure Sergio Leone era esagerato in questi aspetti ma dosava gli eccessi ed evitava le cadute di stile. Però io credo che Sorrentino non l'abbia ancora capito nessuno. Ascoltandolo nelle interviste è chiaro che è intelligentissimo, che ha consapevolezza e precisione assolute di quel che dice oltre che grande gusto e cultura. Quindi credo che stia facendo esattamente quello che vuole fare, che cerchi anche di inserire appositamente la DELUSIONE nei suoi film o altre cose che ancora non abbiamo messo a fuoco. Proverò a vedere anche questo film e tra le solite sofferenze che mi crea magari riuscirò a fare luce sul suo mistero.
Io lo trovato piu bello della grande bellezza però meno bello dell e stata la mano di dio. Certe inquadrature mi sembravano quelli degli spot di giorgio armani e dolce gabbana. Pero nel complesso e un film per me promosso..grande marra❤❤
A me è piaciuto abbastanza, non il mio film preferito di Sorrentino. Vorrei però contestare la frase "è una Napoli da cartolina". La sequenza nel vicolo di Napoli tra Parthenope e Criscuolo racconta una Napoli decadente e povera che mi ha riportato un po' nelle atmosfere di Il mare non bagna Napoli della Ortese. Comunque sono sempre stimolanti le tue opinioni.
Sarò sincero. Peggior film di Sorrentino, ridondante e manieristico in modo posticcio, sempre le stesse trovate rappresentative, sempre la stessa estetica esasperatamente barocca. I primi 40 minuti sembrano una interminabile pubblicità di luxury perfume. Sembra che Sorrentino non si sia chiesto "che storia voglio raccontare", ma piuttosto "cosa farebbe la caricatura di Sorrentino by Crozza?"
Premesso che non l'ho visto. Ma se guardi l'Antonioni di "Deserto rosso" o se leggi autori postmoderni come DeLillo, i personaggi parlano per aforismi programmaticamente, si scambiano frasi altisonanti e/o sghembe senza ascoltarsi mai. E ha una funzione precisa: non si vuole mettere in scena la realtà, ma una specie di parodia di essa. Un po' valeva anche per "La grande bellezza" secondo me. Non so se è questo genere di cosa.
Oldman interpreta John Cheever, che visitò effettivamente Napoli e visse in Italia negli anni cinquanta. Forse risulta più credibile e meno macchietta proprio perché interpreta un personaggio realmente esistito, il quale ha tra l’altro lasciato delle testimonianze su Napoli nei suoi diari.
film che fa arrabbiare. poteva svilupparsi in mille modi per risultare credibile e soprattutto più autentico ma ha deciso di concentrarsi sulla vita di questa ragazza in maniera biografica e noiosa
Ma lo avete mai letto un libro? Il “parlare per citazioni” come dite voi fa parte da sempre dell’arte e della letteratura (leggetevi Goethe o Nietzsche), non è che è arrivato con Facebook
@@MrMarraCinema è criticabile, ma la critica in questo caso è circolare. Se mi dici che non ti piace questo stile ci sta, è gusto personale, però non mi puoi dire che per quel motivo il film è fatto male. Al massimo puoi entrare nel merito e dire che all’interno di questo stile ci sono stati esempi migliori, che poteva essere fatto meglio, ma non bocciarlo in virtù della scelta stessa, che tra l’altro era l’unica scelta possibile, vista l’atmosfera volutamente onirica e sognante. Se no è come andare ad una partita di basket e dire “beh la partita non mi è piaciuta perché non mi piace il basket”
Io adoro i suoi film, The Young Pope miglior serie italiana di sempre, La grande bellezza meraviglioso, Il Divo totale, Le conseguenze dell'amore ho pianto etc, per me è un grandissimo, ma da È stata la mano di Dio in poi vedo questa "fase partenopea" che mi pare così paracula da urtarmi ferocemente. Negli altri film mostra meravigliosamente l'oscenità del Potere: Roma, la Svizzera, Vaticano, poi arrivi a Napoli ed è tutto bello? Al finale di È stata la mano di Dio volevo strappare lo schermo, reazionarismo filo napoletano. Le metafore ironiche e grottesche (il raduno della prostata in Le conseguenze dell'amore, i mafiosi che cantano in auto, Andreotti che cammina, gli scambi di favori sotto un crocefisso gigante) diventano cose buttate la per spot turistici a Napoli.
Ciao Davide! Sarai a Sulmona durante tutto il festival o solo alcuni giorni? Ps da quando ho visto il video dei criticoni sui migliori film di Nicolas cage, ogni ads spunta fuori lui con longlegs, grazie😂❤
Per miei gusti da La Grande Bellezza ho perso interesse per Sorrentino ma recuperati assolutamente The Young Pope (e New), perché è un progetto davvero interessante
A me La Grande Bellezza è piaciuto molto. Capisco il problema di "parlare allo spettatore tramite aforismi", ma secondo me questo stile era adeguato per quello che voleva comunicare La Grande Bellezza, che è appunto un film sul vuoto di una società sull'orlo dell'abisso e che invece di vedere l'abisso sempre più vicino si da alla pazza gioia. Un film dove i vecchi ballano e i giovani muoiono. Un film sul nulla dove i personaggi parlano, appunto, del nulla. Non a caso, i momenti più importanti sono quelli in cui non si parla: quando Jep prova a raccontare la sua prima volta al personaggio di Sabrina Ferilli, ma non ci riesce, perché bloccato dalla commozione; quando Jep incontra Fanny Ardant e i due comunicano la nostalgia di un mondo perduto attraverso gli sguardi (e sia benedetto l'editing del film, visto che originariamente in quella scena c'era un dialogo pretenzioso e inutile), eccetera eccetera eccetera. La Grande Bellezza è un film sul chiacchiericcio, sul bla bla bla che bisogna superare per andare in profondità e riappropriarsi di sé stessi e del senso del proprio linguaggio. Quindi, in definitiva, per me il Sorrentino degli aforismi, nella Grande Bellezza, e per quello che voleva essere La Grande Bellezza, funzionava. Il problema è che poi lui ha provato a usare lo stesso stile per raccontare altre storie. Oppure perché non aveva più storie da raccontare. Il tutto, nel tentativo (secondo me molto mal celato) di racimolare premi e statuette. Paradossalmente, Paolo Sorrentino è diventato come uno dei personaggi incontrari da Jep Gambardella: inautentico, ingabbiato nel chiacchiericcio vacuo di tutti gli altri, nell'incessante bla bla bla...
@@MrMarraCinema sì, infatti È stata la mano di Dio mi era sembrato un ritorno all'autenticità. Invece niente, ha voluto fare il film di una che si chiama Parthenope e che, come Parthenope, nasce dalle acque, eccetera...
TI CONSIGLIO DI RIVEDERLO, CONCORDO , E' UN FILM COMPLICATISSIMO, PER QUESTO MOLTI LO RIPUDIANO , PERCHE' NON CI CAPISCONO UN CAZZO. LA SOCIETA' CAPITALISTA E' SOLO LO SFONDO , IL TEMA CENTRALE NON E' QUELLO CHE DICI TU . SORRENTINO NON E' ANTONIONI , NON E' UN NICHISTA MA UN POETICO SOGNATORE CHE SI INTERROGA SUL GRANDE MISTERO DELLA VITA PER GRAN PARTE DI NOI ASSAI TRAVAGLIATA MA ILLUMINATA A SPRAZZI DA QUALCOSA DI INESPLICABILE CHE CE LA RENDE CARA.
personalmente credo che sia un film moooolto sopravvalutato. Mi spiego meglio. Ho quasi l'mpressione che apprezzare dei film di Sorrentino dia uno stampo e un marchio da finto intellettuale borghesuccio , e più vedo le recensioni su questo flm più noto che lo spirito critico vada pian piano nell'abisso . Alcuni film di Sorrentino li ho trovati interessanti , ma quest'ultimo l'ho trovato un mix di luoghi comuni, frasi che scadevano nella banalità, troppe allegorie , dialoghi irrealistici. I film non devono dare delle risposte , è vero , forse l'intenzione di Sorrentino è quella di lasciare lo spettatore con dei quesiti che lo accompagneranno per molto tempo dopo essere uscito dalla sala. Nonostante ciò, io sono convinta però, che i film qualcosa debbano dire . Un po' come le poesie o le frasi da finti intellettuali che si perdono in strafalcioni poetici perchè solo così un testo può essere poesia. Non so se mi spiego , ma ciò che intendo dire è che sentire il bisogno di poeticizzare tutto sullo schermo perde un po' quel realismo di cui , io almeno, da spettatrice necessito . Tant'è che nel tentativo di dipingere la bruttezza e la bellezza di Napoli, si fa sempre di questa città nei film di Sorrentino una cartolina e soltanto uno sfondo , un contorno, non uno dei temi da sviluppare. Ho l'impressione che i personaggi di Sorrentino al contrario di ciò che hai detto forse cerchino di parlare un po' troppo con lo spettatore , con l'intento di suscitare in lei o in lui stupore come frasi del tipo "il futuro è più grande di me e te" già ai primi 10 min di film. Ultimo appunto da fare: questo eccessivo relativismo sui film come per un brano musicale , va bene fino ad un certo punto. Non è sempre , secondo me, un'interpretazione di interpretazione. Vanno bene i gusti , le opinioni , ma credo che sia abbastanza oggettivo che l'allegoria dell'intero film sia bella ma sviluppata abbastanza maluccio e confuso. Detto ciò, ti ringrazio per il video ed è bello scambiare idee e opinioni qui sotto!
Sinceramente, il film devo ancora metabolizzarlo, sia nel bene che nel male perciò non ho ancora un pensiero ben preciso, sò solo, che appena finita la proiezione mi sono sentito un enorme peso sullo stomaco, una sensazione di angoscia e nostalgia che ancora non riesco a spiegarmi, quando avrò qualche risposta in più, sia a livello emotivo che interpretativo tornerò in questa sezione commenti, scrivo questo giusto per dire che secondo me il film vuole dare di più rispetto a ciò che hai detto nel video, considerando che ho notato non essere stato l'unico ad avere avuto questa reazione, purtroppo non ho ancora un nome per questo "qualcosa in più" Appena lo troverò scriverò un altro commento
Ps: non si vede la camera che gira intorno alla carrozza perchè la camera interpreta gli occhi di Sandrino in quel momento, infatti si vedono anche le mani. Quindi è una scelta sensata.
a me la scena del figlio del professore è piaciuta molto invece. Ci ho letto una persona che si fa piccola a forza di reprimere l'enorme e incontrollabile bambino che ha dentro di sé (e che tutti abbiamo dentro di noi). la televisione minuscola, il professore minuscolo, il divano minuscolo e questo bambino enorme... poi Parthenope che dice "è bellissimo" me l'ha fatto collegare alla bellezza di poter confidare a qualcun altro la tua parte più mostruosa e nascosta per scoprire che tanto mostruosa non è e che forse non sarebbe così gonfia e invadente se fosse libera di uscire un po'... per il resto sono d'accordo, tutto il film è una lunga, superficiale e pesante pubblicità di dolce & gabbana
Il tuo punto di vista è assolutamente comprensibile, ma se non sei di napoli e non hai una certa età tutto il senso del film sfugge totalmente. Forse il vero errore del film è questo. Non comprensibile se non a un certo target
Capisco perfettamente le critiche ai dialoghi, ma non riesco a comprendere come possa l'estetica del film essere un problema. Ogni volta Sorrentino viene criticato per la sua eccessiva cura della forma, ma da quando la bellezza e la cura dell'inquadratura sono diventate un problema? Il fatto che il film possa essere per alcuni vuoto di contenuto non va in alcun modo a legittimare la critica alla forma. La bellezza dei luoghi e dei personaggi è una delle tematiche del film, come lo era in The Neon Demon, quindi lo stile di Sorrentino si sposa perfettamente con il contenuto
@@MrMarraCinema No ok il mio voleva essere un commento più generale riferito alla critica che sto leggendo più di frequente online, cioè l'accostamento allo spot pubblicitario. Sinceramente non la trovo una cosa negativa, anche Challengers o moltissimi film di Refn o Malick hanno questo tipo di estetica, e personalmente la adoro
Un po' troppo severo a me il film è piaciuto molto secondo me Sorrentino paga il fatto di utilizzare un estetica estremizzata che a molti infastidisce e fa passare il messaggio del film in secondo piano agli occhi di chi si concentra solo su quello, in Parthenope molto forte è il messaggio del cambio di ambizione sensibilita' e stati d'animo nel passare da una fase della vita all'altra come ha sottolineato lo stesso Sorrentino in molte interviste
Dopo È stata la mano di Dio speravo in una svolta, in un percorso più intimo, più personale, anche in un linguaggio estetico più misurato. Invece Parthenope è debordante proprio nel senso opposto. Delusione totale e non può bastare Silvio Orlando a salvare il salvabile
@@francescadiana1228 guarda, ho rinunciato a all we imagine as light per vedere quel ciofecone di megalopolis. Non fare lo stesso errore e vedi parthenope😅
Mi è piaciuta molto quest'analisi perché, pur ricalcando la mia impressione generale del film, si sofferma su alcune cose che avevo notato ma che non ero riuscito a elaborare! Io penso che uno dei problemi del film sia il fatto che Partenope vuole un'allegoria di due cose allo stesso tempo: la giovinezza (o se vogliamo la sua assenza, come ho letto in un commento interessante qui sotto) e la città di Napoli. Il suo personaggio, però, non riesce a sostenere il peso di questo simbolismo esagerato, e così narrativamente il film finisce per perdersi nelle sue frasi vuote e scene inutilmente pompose. Concordo poi sulla fotografia e sulla regia, che mi sono sembrate troppo perfette. In questo senso la partnership con Yves Saint Laurent purtroppo non fa che esaltare il triste "effetto profumo", che a sua volta riduce la già precaria credibilità della pellicola. Peccato: con una Celeste Dalla Porta così bastava soltanto tenere i piedi per terra per realizzare qualcosa di più efficace.
Mi è venuto in mente un dettaglio SPOILER che vorrei aggiungere: ------ ------ C'era davvero bisogno di ammiccare così incessantemente all'incesto? Che scopo aveva nel film? A me ha dato molto fastidio e mi ha reso tremendamente difficile empatizzare con i personaggi.
Perdonatemi, ma paragonare i film di Sorrentino all’estetica degli spot di un profumo vuol dire non capire nulla, nè di cinema, nè di spot. Povera D’Antonio, speriamo non vi legga/senta.
@@mark.castellani magari è come dici tu, ma non credo che la D'Antonio si offenderebbe particolarmente se leggesse che la sua fotografia è troppo bella. Forse è permalosa...
🔞INSTAGRAM: instagram.com/mr.marra/?hl=it (o cerca “mr.marra”)
💀🔷: link REVOLUT per avere 20€ di Bonus su un nuovo conto: revolut.com/eternals
👕 Trovate MAGLIETTE a tema Cinema sul sito PAMPLING, codice sconto MRMARRA: www.pampling.com/
💧GRUPPO TELEGRAM: t.me/joinchat/LQ2M8UxFniP4dR_E8lA2yQ
Una delle tante chiavi di lettura di Parthenope è che Parthenope non esista.
Cioè, tutta la storia, tutta la vicenda ruota intorno a questa figura che non è altro che una sorta di sogno collettivo.
E perché non esiste? Perché non esiste una ragazza così giovane che parla solo con le frasi dei film e dei romanzi, che è così bella e allo stesso tempo così clamorosamente intelligente ma ancora allo stesso tempo così ingenua.
Parthenope esiste neglì occhi di chi la guarda, anzi, di chi la desidera e basta. E allora diventa l'amore impossibile di Sandrino. E diventa il sogno erotico del fratello. E diventa l'oggetto da esporre alla famiglia del camorrista. E diventa il desiderio irraggiungibile del miliardario. Diventa la santa di Napoli, diventa lo scudetto dei tifosi.
Parthenope è una grande illusione collettiva. Ognuno ci vede quello che vuole, quello che desidera. Quello che spera di essere. Quando si parla di Napoli si parla di un dolce amaro perenne, come la sua bellezza e i suoi occhi tristi. Il suo profumo e la puzza di quella sigaretta sempre sulla sua bocca.
E Parthenope accoglie i mostri fatti acqua salata, dove lei è nata. E forse pure lei è il mostro, bello o brutto, di questa grande fiaba che ha raccontato Sorrentino.
bellissima interpretazione
Fantastica interpretazione. Grazie per averla condivisa: è indubbiamente tra i più bei spunti di analisi che abbia reperito.
Wow bellissima lettura! Grazie l'immaginecollettiva ci sta proprio ed e' bellissima questa doppia interpretaziond
Complimenti! Mentre ascoltavo sto' fenomeno tatuato ho trovato una perla
Complimenti, ora per me ha più senso questo film. Grazie.
Non sono un Sorrentiniano di ferro, ma l'ho amato
Parthenope è Napoli, e come Napoli è bella da togliere il fiato (vedesi Sandrino), è incoerente, è snobbata da chi non la comprende (vedesi l'imprenditore a Capri), è rinnegata da chi la abbandona (vedesi Greta Cool), è miseria, ti sgretola l'anima (vedesi Raimondo), ti offre speranza quando sei convinto di non averne più (vedesi il professor Marotta) ecc.
Comprendo le critiche, ci sta; è un film, per dirla alla Frusciante, discutibile. Capisco chi afferma che questo possa essere un film "alla Grande Bellezza" (secondo me no, al limite lo considero un film tra "La Grande Bellezza" ed "È stata la Mano di Dio"), però davvero è stata, per me, un'esperienza meravigliosa
Da bambino Paolo Sorrentino era troppo povero per poter acquistare un biglietto per assistere ad una partita del CalcioNapoli. Un giorno incontrò un uomo che lo vide piangere e gli regalò la possibilità di entrare al San Paolo a tifare per Diego Armando Maradona. Quella sera el pibe de oro segnò ben 3 goal e donò al Sorrentino Junior la serata piu bella della sua vita. Il bambino ringraziò l'uomo e tornò a casa piangendo di gioia senza mai piu incontrarlo.
Quell'uomo era Rosario Liccardo.
Ahahaha
A me è piaciuto molto. Sicuramente è un film paraculo per mirare a dei premi, ma ho capito il messaggio, mi è arrivato quello che voleva trasmettere.
Questo è un film su napoli e su come la vede lui. Partenope è napoli, i napoletani la amano alla follia, ma lei non si concede a loro, se la tira, si sente più in alto, è crudele con chi la ama davvero, mentre si concede alla mafia e alla superstizione del clero, che infatti sono gli unici che non la amano davvero e dopo averla avuta " tranquilla ti chiamo io".
Il napoletano che è costretto a emigrare perché è un amore non corrisposto che finché uno è bambino va bene ma poi da grande vuole quagliare , lei gli ricorda che pure se va a milano e gli andrà bene, quando avrà un momento di debolezza, penserà che tornare da lei sia la soluzione, ma sarà troppo tardi ed è perfettamente il sentimento di chi ha lasciato Napoli, la mia ragazza è napoletana e il sentimento è quello, vai via da un luogo che ami, ma non sei ricambiato nella stessa maniera. Il dissing a sofia loren che dissa i napoletani è lo specchio di questo sentimento di amore odio con questa città . Si sono discorsi fatti più per il pubblico che tra i personaggi, ma a me piace la poetica decadentista di Sorrentino che dipinge una la dea napoli che nasce in una ricca casa e che poi va verso il declino tanto è bella che gli frega? Ma non basta la bellezza, serve la cultura per mantenere bella una società.
Io ho tratto tutt'altro messaggio invece:
Il senso del film è lei che è sempre stata vecchia, soprattutto dentro, e l'unica volta in cui ha vissuto la giovinezza è quando si è "lasciata andare" insieme al fratello a capri, e con la morte del fratello ha smesso definitivamente di essere giovane, infatti dice che la sua giovinezza è stata troppo breve, il tempo di una notte.
Infatti le uniche persone che lei ama e con cui si trova bene sono Tesorone (il cardinale) e il suo professore (forse innamorata di lui).
Infatti lei fa la stessa identica vita del suo professore ma senza tornare a Napoli per la cattedra.
Quindi il tema del film non è affatto Napoli e la napoletanità, semmai è una cornice, ma il tema lo vedo proprio il tempo e la giovinezza non vissuta.
Poi c'è tutto il collegamento con l'acqua, lei che nasce e concepisce il figlio in acqua (che poi abortisce)... il figlio del professore che ha una malattia ed è fatto principalmente di acqua e sale.
Il messaggio solo audio del cardinale durante i titoli di coda che dice che dio non amava il mare...
Mi è piaciuto tanto questo film comunque.
@@djguidopolese bella analisi!
@@valerioivrelao6724 grazie 💪🏼 la mia ragazza è fan di sorrentino ed è stata lei ad aiutarmi bene a capire, perché è come se ormai conoscesse le intenzioni di sorrentino e riesce a vedere meglio di me i suoi film e cosa vuole dire dietro qualcosa o anche quando non vuole dire niente.
Anch'io identica a te. Lei sembra una sirena che incanta i suoi marinai con la sua bellezza ma si concede a pochissimi.
La fotografa mi è piaciuta tantissimo.
Sicuramente film furbo da premi, questo si@@djguidopolese
@@NatyRusso anche perché Partenope secondo la leggenda, era una sirena ammaliatrice morta suicida e sui resti sorse la città poi chiamata Napoli
Quando uscì "Otto e 1/2" di Fellini, furono in molti a criticarlo e a non capirlo: "ma che roba è?", "ma cosa vuole dire?", "è autocompiaciuto" e via delirando. Ecco, io credo che tra 50 anni quelli che non oggi non apprezzano Parthenope (e ancora di più il precedente, E' stata la mano di Dio", un grande e indimenticabile capolavoro) faranno la figura che oggi fanno, ai nostri occhi, i critici di allora. E' un film che va visto più volte (io sono alla seconda, per ora), e va visto al cinema; sempre ricordando che si tratta di ricordi, di frame di una vita ripensata a settant'anni. Quindi è assurdo criticarlo perché etereo, onirico, con personaggi di poco spessore ecc: sono ricordi, teniamolo sempre a mente!
Grandissimo capolavoro. Il tuo commento sembra quasi un auto fellatio alla tua enorme capacità di anticipare i tempi e comprendere l’immensità di opere che in realtà sono abbastanza piatte e comprensibili di primo acchito
Ormai Sorrentino é diventato il personaggio di un suo film.
W.Allen: "citarsi addosso"
The Young Pope e The New Pope sono due serie che consiglio di recuperare, tanta roba.
Non sono un fan di Sorrentino, però sono convinto che da "È stata la mano di Dio" in poi in Sorrentino si sia sbloccato qualcosa.
Personalmente ho adorato Parthenope e non nascondo che durante alcune scene mi sono commosso. Certo, lo stile di Sorrentino lo conosciamo: pomposo, eccessivo,barocco, però a me il messaggio è arrivato forte; mi ha fatto riflettere su quanto sia bello essere giovani e su quanto sia importante godere della bellezza che si ha a quell'età.
Quanto tempo perdiamo dietro a cose e persone inutili?
Quanto ci lasciamo vivere dalle situazioni senza reagire?
Cosa sarebbe successo se avessimo preso quell'occasione al volo?
Cosa saremo dipende da ciò che siamo.
E ciò che siamo dipende da quello che scegliamo di essere.
Io in quei dialoghi e in quegli abbracci notturni ho visto tutto questo.
A tanti non è piaciuto ed è comprensibile, però nel mio piccolo mi è servito: ho trovato le parole giuste al momento giusto.
Infatti può assolutamente dare qualcosa con film, certamente non è da buttare
Per me il contrario, da È stata la mano di Dio in poi mi pare sia peggiorato.
Per citare il Guardian "uno spot troppo lungo di un profumo troppo costoso"
È tipo la seconda pubblicità che fa Homer quando è Mr.Spazzaneve, quella in bianco e nero
Descrizione perfetta!
"I critici sono alpini di pianura". Per citare Sorrentino.
Per capire Parthenope devi essere im sintonia con un certo modo di vivere, lento, arcaico
@@alessandraiadevaia1670 per apprezzare Parthenope devi essere arrapato
Personalmente l'ho trovato un tracollo dopo "È stata la mano di Dio", che ritengo il suo miglior film: un perfetto equilibrio tra "forma" e "sostanza", che coglie alla perfezione l'anima di Napoli, attraverso la lente di un protagonista, parziale alter ego del regista, profondamente umano, circondato da personaggi secondari e situazioni a dir poco memorabili e piene di cuore. Con Parthenope sono stato deflagrato da un montaggio di situazioni eteree quanto, ahimè, sterili, perché veicolate da personaggi che, per quanto possa essere interessante il loro incarnare spesso i diversi aspetti di Napoli, sono dei distributori automatici di frasi fatte e retoriche
Questo Marra può esse piuma o esse fero. Questa volta è stato PIUMA.
Faccio un commento banale e da ignorante in mezzo a questa moltitudine di opinioni composte e ragionate. Lei bellissima, brava, seducente e tutto. Ma a scuola di recitazione forse non le hanno spiegato che si puo' sviluppare una terza espressione facciale che non sia "trombami" o "sto per piangere"
che poi se ci pensi è proprio il "Chiagni e fotti" napoletano
Mamma mia davvero 😂😂😂
C'è anche "lo so che sono bella"
@@gjanseven3316 e intelligente. Lo dicono che è intelligente? Più o meno di 4736 volte?
Hanno avvistato Sorrentino a Via Terni
Anche questa volta mi trovo in disaccordo con te. Io stesso nutrivo più di qualche pregiudizio verso questo film essendomi presentato come un "ritorno" al vecchio Sorrentino post "il divo" che non amo, eppure sono uscito estasiato dalla sala. L'ho trovato un film sconvolgente e capace di maturarmi ancora dentro dopo diverse ore dalla sua visione. Sorrentino ritorna a parlarci di giovinezza e di ricordi e sottolinea l'importanza di non lasciarli andare via. Il viaggio quasi allegorico della protagonista è un percorso di crescita che dopo un lutto che spezza quell'armonia giovanile, incontra sempre più ostacoli che la porteranno in età avanzata a riflettere su sé stessa ed a capire l'importanza del guardarsi indietro. La scena del ballo a tre, infine, e per me una delle più struggenti che mi siano capitate di vedere negli ultimi anni. Un film leggero ed armonioso come l'acqua in una giornata di mare calmo. Questo film sembra fatto interamente di acqua e sale come uno dei protagonisti di questo film.
Bellissima questa analisi.
Piú che onirico, l’ho trovato onanistico. Il finale è identico a quello della canzone “Sally” di Vasco: un pensiero le passa per la testa, forse la vita non è stata tutta persa.
A me è piaciuto, ma devo andare a rivederlo perché il pubblico di 60enni e 70enni era talmente immaturo che sembrava di stare a una proiezione dei Vanzina. Spero di beccare un pubblico migliore.
Assurdo, pure a me è successo lo stesso, la sala era piena di boomer che ciarlavano, col cellulare acceso, ad uno è pure suonato e non lo spegneva...due sono le cose: o l'abbiamo visto nella stessa sala con lo stesso sfortunato gruppo di persone maleducate, oppure sti boomers sono una generazione proprio terribile...poi dicono ai giovani di essere maleducati e fissati coi cellulari...
@rospofiero9848 foggia Altrocinema?
@@Solounombra no ma quasi, sempre in Puglia.
Ho visto l'ultimo di Pileggi:
"A pezzo de merda".
@@JansenHansen3 Oscar
😂
😂😂😂
Ma in lingua originale lo hai visto❓
ero dal gommista
@@Ameara-LaVey Certo.
Titolo completo: "A pezzo de merda, m'hai chiuso er motorino, nun potevo da uscì. 'Ndo cazzo sei annato? Prossima vorta te sfonno...in de trin".
ti giuro che hai detto espressamente in maniera precisa tutto ciò che ho pensato sul film. completamente d'accordo su tutto!
Io ho apprezzato il film anche se non mi strappo i capelli come fanno alcuni, ma ritengo ingenerose alcune critiche soprattutto estere, come quelle del citato tue guardian tra i commenti anche se capisco che sia facile far quella battuta.
Apprezzato perché in primis il cinema di Sorrentino resta un cinema fatto di suggestioni, visioni, forma che diviene sostanza (trovarla vuota ed inutile come dicono alcuni, boh) e anche con Parthenope sotto questi aspetti ha centrato perfettamente il punto, a mio avviso. È stato bravissimo inoltre a dirigere (visto che l’attrice è esordiente) ed esaltare la bellezza e, per me, anche le fragilità, le curiosità e le incongruenze del personaggio principale, così come molti personaggi secondari quali il fratello, il professore, il cardinale ed il comandante, lo scrittore, praticamente tutti, mi son rimasti ben impressi, tutti hanno un ruolo ben definito e ben scritto che ruota intorno a Parthenope, alla sua formazione.
Napoli è da cartolina, ma direi che è ovvio che l’intenzione sia quella di inquadrarla così visto anche il tono quasi onirico e fuori dalla realtà del film ed i temi trattati, per poi mettere in risalto quando serve tutte le sue fragilità e criticità, un po’ come la protagonista.
Infine è Sorrentino e dunque si, i dialoghi sono artefatti e pomposi, ma lui ne è ben consapevole, ormai autore stramaturo, e ci costruisce sopra anche una apprezzabile da parte mia autoironia (chiamo così quella che tu hai chiamato furberia, poi ovvio che a volte l’autoironia è furba). Certo ovviamente anche a me che è piaciuto è scappato a volte un “anche meno”, così come un “anche meno” in alcuni momenti grotteschi, come il figlio del professore che ho trovato davvero gratuito e buttato così lì in quel modo, avrebbe avuto più effetto se mostrato in maniera realista, avrebbe condotto meglio il messaggio e contrastato meglio col tono del film, così sospeso tra realismo e surrealismo.
Insomma capisco che possa dividere, possa non piacere, come tutto, ma alcune bocciature (rendiamoci conto che prendendo aggregatori esteri è pari pari a venom 3, follia) mi lasciano perplesso
Assolutamente d'accordo.
Sarà che venivo da un momento favorevole con Sorrentino, grazie a The Young Pope ed E' Stata la mano di Dio, ma questo Parthenope mi è risultato indigesto. Se non altro perché il suo precedente film, era un racconto di formazione con connotati autobiografici che diventava un ritratto caloroso e personale di Napoli, senza dover risultare una metafora così scontata sulla bellezza. Sono curioso però per il futuro di Celeste Dalla Porta, che mi trasmette qualcosa di diverso.
P.S. non vedo l'ora di sentirti parlare di The Substance in uscita il 30 ottobre e Anora il 7 novembre, per via di ciò cui parlano.
Sono curiosissimo per quel film
@@MrMarraCinemaper quei film, visto che ti ho citato anche Anora. Il regista di quest'ultimo è un abile tratteggiatore umanista di una categoria, spesso stigmatizzata come quella delle sex worker, senza mai risultare giudicante e pietistico.
Sorrentino è uno che vorrebbe raccontarti la vita, ma i suoi film sono ciò che è più distante dalla vita
Ed è ciò che serve alla vita
Capisco cosa intendi, ma non è DECISAMENTE questo il caso
@@vincenzodemartino2519il film in questione non l'ho visto, ma per Sorrentino confermo quanto detto. Che poi se vogliamo rifarci al tuo "raccontare la vita", prendiamo di riferimento L'uomo in più; e poi vieni a dirmi che quel film "è distante dalla vita". Per dire che Sorrentino lo sa fare, ma ha scelto di parlare un'altra lingua(anche a me non piace sempre questa sua scelta)
Infatti in un' intervista del 23 ottobre su Rolling Stone dice che il cinema gli ha dato la possibilità di crearsi una realtà parallela nei momenti in cui la realtà non gli piaceva
Condivido al 100%
Molti non hanno gli strumenti per analizzare questo capolavoro. Sorrentino è un Maestro dei nostri tempi. Uno dei pochi. Chi non riesce a "leggere" la sua arte fa uso dell'invidia per darsi un tono da critico. Volente o nolente, Sorrentino sta facendo la storia del Cinema italiano. Dai film sui personaggi politici alle tematiche esistenziali fino alla poesia visionaria dei nostri tempi. Un artista.
Sta facendo la storia del cinema tout court, non del cinema italiano. Sono convinto che rimarrà come uno dei grandi Maestri di quest'arte, anche perché è anche autore delle sceneggiature, quindi è anche un grande scrittore. Hai ragione comunque, questo suo ultimo film in particolare piace a chi ha una certa sensibilità. La sua voce è forte e profonda, ma per questo può infastidire qualcuno ed estasiare altri.
concordo in pieno, da napoletano, che questo film racconta una "napoli da cartolina"
l'intento era quello di rendere Parthenope incarnazione di Napoli, ma secondo me ne esce solo un personaggio veramente insopportabile
oltre al fatto che ci fai la menata con Parthenope incarnazione di Napoli e poi da giovane la fai interpretare da Beatrice Dalla Porta, che è milanese, e da anziana da Stefania Sandrelli, che non solo come ha detto Marra non c'entra nulla, ma poi è toscana
in ogni caso questo film lo porterò comunque dentro perché io e la mia fidanzata c'eravamo come comparse (nella scena della sommossa studentesca) ed è stata veramente una bellissima esperienza
Io penso che di cartolina in questo film c'è ben poco. Con gli occhi e il corpo di parthenope ci si trova davanti nel corso del film a diverse sfumature della stessa Napoli, la maggio parte delle quali rappresentano una critica. Non c'è in questo film solo la classica Napoli del sole, del mare e dei bei paesaggi e della bella gente. Qui si parla di una città malinconica, triste. Vengono messi in luce i lati della Napoli sporca, con tutta la scena del concepimento nei quartieri (realtà, quella della criminalità che non viene raccontata come in gomorra e gli altri film/serie del genere). Questo perché questo film, e di conseguenza la protagonista non sono la reincarnazione di Napoli, ma la reincarnazione di come Sorrentino vede Napoli, città che alla fine dei conti, nonostante tutta la malinconia e i dubbi del film, ama (lo si vede dalla scena finale, dopo la frase sull'amore per sopravvivere). Inserendo anche la mia opinione, penso che questo film parla di una città che per amarla non puoi fare altro che odiare.
Per quanto riguarda le attrici, che siano milanesi, toscane o abruzzesi poco importa, hanno reso al massimo tutto ciò che c'era da esprimere, ed è sufficiente.
Io l'ho visto pochi e devo dire che la sensazione che mi ha lasciato è di stranezza ma non di quella spiazzante in positivo, la cosa che ho trovato fastidiosa sono i dialoghi staccati tra loro e che non sembrano dialoghi ma davvero frasi ad effetto per lo spettatore. Credo sinceramente che stia puntando alll'oscar con un film basato o quantomeno ambientato a Napoli, dopo quello ambientato a Roma. Ma personalmente, parlando da ventitreenne di una provincia napoletana, il livello raggiunto con " È stata la mano di Dio" era davvero difficile da eguagliare, non so dire se questo poc'anzi citato è il suo film migliore ma sicuramente quello che preferisco.
Ci sono alcuni momenti emozionanti, ma è troppo finto; le battute sono anche belle, ma non risultano naturali; Sorrentino credo che non cerchi nulla, né premi, né di sembrare chissà che, io credo che si diverta tanto giocando con il suo talento, ma purtroppo è un talento che tante volte si limita all' effetto, all'adagiarsi su un senso artistico che arriva poche volte ad essere davvero arte
@@fratello10000 che non cerchi premi dubito
Lo sa bene anche lui che le battute non sono realistiche! Embe'? Un film dev'essere per forza realistico? Sorrentino teorizza il non-realismo (che non è per forza surrealismo): dice che la realtà è troppo banale e noiosa per essere imitata (come dice Fellini in "E' stata la mano di Dio", la realtà è deludente).
Da napoletano credo che l’ultimo film di Sorrentino sia stato davvero immenso. Ci tengo a precisare che io sono uno dei tanti che non ama tanto Sorrentino e che mi sono ritrovato a vedere i suoi film solo per una cultura personale cinematografica e non perché realmente apprezzo pienamente i suoi lavori. Sono sempre uno dei tanti che non va pazzo per i film dove ci sono pochi dialoghi, senza una vera e propria trama e dove ogni scena ha per forza un significato filosofico da interpretare ma con Partenope è stato diverso. La ragazza protagonista è la rappresentazione in persona fisica di Napoli; una bellissima donna ammaliante ma allo stesso tempo dannata dentro, piena di incertezze, di paure, di problemi. Quando vediamo napoli con il suo golfo, il suo mare, il Vesuvio, la sua storia, la sua arte vediamo una Napoli meravigliosa e ci sembra realmente la città più bella del mondo ma poi quando ci addentriamo nella vera Napoli, quella fuori dalla portata dei turisti, vediamo una città piena di problemi come la camorra, l’analfebitismo, la povertà, disoccupazione, assenteismo, ignoranza, criminalità ecc. Inoltre ci sono tante scene che solo un napoletano può capire perché o le vissute o le ha sentite dire o perché ha dei ricordi in merito; come la scena del colera, la scena del miracolo di San Gennaro, la protagonista che nasce in acqua e che quindi simboleggia la sirena Partenope, simbolo - per l’appunto - della città Partenopea o addirittura la scena di Greta Cool che altro non è che una rappresentazione di Sophia Loren che ha deciso ormai da anni di abbandonare Napoli dimenticandola senza sapere che è proprio grazie alla Napoli popolare che è diventata ciò che lei è attualmente.
Posso capire bene che a tanti non è piaciuto, non posso biasimarli poiché credo che questo sia un film che solo che chi è nato, cresciuto, vissuto a Napoli e che allo stesso tempo abbia un’approfondita storia della sua città possa realmente apprezzarlo al 100%
Totalmente precisamente corretto (anzi senza aver visto il tuo commento ho scritto le stesse cose. Complicato per i non napoletani, che non appartengono a una certa generazione e che soprattutto non vivono più a napoli e hanno dentro quella saudade).
@@antoantoAAAvevo letto qualche riga della tua recensione, e sono abbastanza d'accordo con te. Tra l'altro per me non è un caso che Partenope sia donna, soprattutto una donna bidimensionale, se non monodimensionale, infatti mi ha ricordato la frase " Vedi Napoli e poi muori ". I forestieri restano ammaliati dalla bellezza di Napoli, così misteriosa ed piena di sfaccettature, ma non la amano realmente, vogliono prendere e basta senza lasciarle nulla. Infatti nella scena con l'uomo ricco, quando Partenope lo rifiuta lui le risponde " non sei intelligente " solo perché lei si è concessa a lui.
potresti spiegarmi l'immagine del camion che spruzza acqua sul marciapiede?
@@christian_1899per il colera del 1973. Era disinfettante nella scena del film. Onestamente non ho ricordi di un "coso" del genere, a forma di ragno, potrebbe essere una messa in scena cinematografica. Però boh, magari c'erano e non li ho mai visti
@@antoantoAA ah ok grazie
TOP disamina, che purtroppo mi trova d'accordo. Sono andato a vederlo al Troisi in versione internazionale quindi con le parti in inglese non sottotitolate, tutti estasiati da gary oldman ma era chiaro che il 90% della platea non avesse capito una mazza. Lei ha una specie di plot armor che dopo un pò stucca, e le parti del bimbo "arkonnen" (cit. Alò) e dello scudetto del Napoli sono peggio della Suora con il mitra presente nell'imitazione che faceva Crozza
Una suora nana che fuma... STACCO
Parthenope é quella capacità di vedere e sentire le cose in modo diverso, é una vita da inseguire non con domande sbagliate, ma con domande diverse.. con curiosità diverse. É assenza di giudizio, é amorale.. perché non cercando nulla nel profano, trova il sacro. Trova il centro di un'esistenza. Parthenope, secondo me é libertà.
E nonostante tutti i dubbi e le perplessità, se un film ti macina dentro, probabilmente ha fatto il suo dovere.
Si, anche a me è sembrata la stessa cosa, Sorrentino è esattamente così, non ti dà risposte ma ti lascia dubbi che diventano le tue risposte, le tue "chiavi di lettura".
Questo film però, nonostante tutto, non è diventato il mio preferito suo, ne ha fatti altri, decisamente più "forti" e spiazzanti in passato...questo lo definirei giusto un po' "pittoresco" e simbolico, ma almeno io ho preferito film sorrentiniani decisamente più "disagianti", oppure i suoi romanzi, che ricalcano un po' i film...anzi, i suoi libri mi hanno devastato in tutti i sensi, sia dalle risate che di disagio esistenziale.
@rospofiero9848 non ho mai letto i suoi romanzi, mi hai incuriosito!.. io ancora non riesco a capire quanto mi sia piaciuto, anzi se devo essere onesta c'erano dei momenti in cui ero davvero perplessa. Però poi quando mi sono messa in macchina dopo il cinema, ascoltando Cocciante, sono scoppiata a piangere. Forse é stata autosuggestione, o forse mi sono sentita affine al senso di incompiutezza che lascia Parthenope sola con i suoi ricordi, che sono delicati e dolorosi. Ma anche così pieni di vita. Non so, c'è un "non detto" in questo racconto che é magico.
@@ladytrolley9809 sai che non sei l'unica che ha "empatizzato" con la protagonista? Io sono andato a vederlo con mia sorella, pure lei ha trovato che è un film che "parla alle donne" più che altro, stessa cosa altre mie conoscenti/parenti che l'hanno visto hanno detto così. Anche per un senso d'immedesimazione con la protagonista che io, come vedi maschio e rospo, non una sirena (Parthenope è la sirena della leggenda fondatrice di Napoli), non ho potuto sentire in maniera profonda...anche se ho apprezzato altre cose in generale del film.
Guarda il libro in questione che mi è piaciuto è "Hanno tutti ragione".
@@rospofiero9848 ma infatti Sorrentino ha parlato più volte nelle sue interviste di un epica "finalmente" al femminile, di un film dedicato al tempo che passa percepito da una donna. È stato buffo perché in una dichiarazione ha detto una cosa tipo " molti uomini risolvono il problema con una tinta di capelli o l'aquisto di una auto nuova, le donne reagiscono solitamente in un modo più profondo.." all'incirca era un cosa così.. sottolineando fra l'altro che lui stesso si sente più affine, in questo senso, all'universo femminile. Molto bella l' interviste che ha rilasciato per fanpage. Credo che il grande pregio di Sorrentino sia la grande chiarezza interiore di ciò che vuole comunicare. Può piacere, o non piacere.. ma comunque arriva. Non so se mi sono spiegata. Comunque grazie per il consiglio, appena avrò modo lo leggerò!
I film di Sorrentino sono molto complessi, profondi , densi di sfumature, di immagini oniriche, a tratti felliniano, da vedere più volte per cogliere i dettagli , i dialoghi , i concetti indefiniti . ‘E un film di poesia non un film di prosa .
Infatti. Sarà per questo che non si capisce una.parola della recitazione di Parthenope: bella, espressiva, ma assolutamente inintelligibile
@@luciafaccani555no, è che proprio è incapace a recitare l’attrice
Parthenope parla con frasi ad effetto perche tra le tante sfumature della sua personalita c'e quella della truffa, è una donna che illude e disillude, poetica e contraddittoria, come napoli, è un film che parla di napoli.
Top film di Sorrentino per me:" È stata la mano di Dio" e " Le conseguenze dell' amore"
@@angycolombo1917 molto belli
"Il divo" il miglior Sorrentino senza ombra di dubbio per me, ripeterò sempre che "Loro" non ne varrà mai nemmeno la metà nonostante sia buono.
ma anche l' uomo in più, basta guardare il piano sequenza iniziale dell' entrata al bar che si capisce la qualità del regista, in le conseguenze dell' amore sia il piano sequenza finiziale sia la scena in cui spara per riprendere la valigetta secondo me sono girate benissimo, poi in è stato la mano di dio il monologo finale è spettacolare, forse ho solo visto i film migliori ma sorrentino ha la stoffa
Secondo me questo, ancor più di “è stata la mano di dio” (che aveva comunque più cuore) risente delle origini partenopee di Sorrentino, del rapporto di amore/odio verso le proprie terre. Se non si ha questo rapporto conflittuale con la propria terra il film arriva poco (imho)
Molto belli
chi paragona il linguaggio di Megalopolis con quello di Parthenope è meglio che cambi passione, il cinema gli è distante
Sinceri complimenti per la carriera, Davide❕
A REAL KING❕
🫀
💜
@@MrMarraCinema 🖤
La maglietta del Death King veramente hit assurda
Ad una certa, parafrasando perché non ricordo le esatte parole, dice ammalia i primi dieci minuti e irrita il resto del tempo. Esattamente come il film.
Sembra una parodia di un film di Sorrentino. Manierista, pretenzioso, pieno di sé, autoreferenziale, compiaciuto. Fotografia da spot di profumi di Saint Laurent (che ha pure partecipato alla produzione). Metaforoni sulla vita e sulla morte e sull’amore e su Napoli e sulla giovinezza che sono solo masturbazione, sembra girato da Talia Concept (per citare un personaggio stesso del regista) che “vive di vibrazioni e non ha bisogno di spiegare un ca**o”. Ho sempre apprezzato l’ironia di Sorrentino e qui ce n’è zero, si prende tremendamente sul serio. Mano pesantissima su regia, scrittura e fotografia che rende tutto estremamente poco spontaneo.
Ma come si può dire che non c'è ironia in questo film?
poi però ti sei svegliato e hai visto il film
Stai ripetendo a pappagallo aggettivi ormai triti e ritriti: autoreferenziale, compiaciuto ecc. Gli stessi che si affibbiavano a Fellini all'epoca, specie per "Otto e mezzo". E tra qualche tempo i commenti come i tuoi suoneranno ridicoli, proprio come quelli di chi un tempo non capiva Fellini o altri grandi maestri che erano avanti rispetto alla propria epoca.
@@montrasioprofalessandro6617 la cosa divertente è ho maturato la stessa identica considerazione qualche ora fa proprio pensando a Sorrentino. Incredibile come la storia si ripeta sempre.
A cannes parthenope era stato definito "un film porno senza scene hard" 😂
E menomale che almeno non è scaduto nel sesso ripreso, sarebbe caduto il personaggio dea di lei sennò
E invece non è un film porno e ci sono scene hard. Pensa te.
L'ho percepito esattamente come te, la cosa che ho trovato sicuramente più dissonante sono la maggior parte dei dialoghi scaduti in retorica e aforismi, e forse in secondo il thewhale che sul finale da lo sgambetto a una pellicola già super zoppicante.
Grazie per l'analisi!
Sono d'accordo sia con questa analisi e sia con quella fatta da Alò quando uscì a cannes, non so se l'hai vista. È solamente pura estetica, un ammasso di cartoline, eccessivo, ridondante, autoreferenziale, spocchioso e citazionismo da baci perugina. Insopportabile! La protagonista ha sempre la battuta pronta ma non è altro che una bella statuina senza alcuna empatia. E poi il finale con lo scudetto è il colmo.
Non l’ho vista ma Francesco presentava la serata in un cineclub dove lo proiettavano, quindi l’ho sentito live
@@MrMarraCinema scusa ma mi potresti indicare qualche cineclub a Roma? Non sono riuscito a trovarne nessuno. Grazie
@@aldo__s91 grazie! È l'unico a Roma?
Analisi molto interessante con la quale mi trovo d'accordo. Tra l'altro, so che non centra, ma farai un video su "The Substance" ? Non ne capisco molto di horror quindi non saprei giudicarlo sottto quell'ottica, ma secondo me può nascere uno spunto di riflessione interessante sul come (secondo me) sia riuscito là dove Barbie ha fallito.
Assolutamente, devo vederlo ma sono molto curioso
Comunque mi sa che stava pileggi fuori dal cinema, ho sentito delle urla raccapriccianti. Forse non gli era piaciuto parthenope
io vorrei vedere un sorrentino regista che non sia per forza pure sceneggiatore
Non sono d'accordo con la tua recensione. Posso capire il discorso che fai dei dialoghi ad effetto ma il resto no (avrei da ribattere anche qui ma evito). Il film per me è stato un capolavoro dal momento che in macchina durante il rientro abbiamo pianto, con la paura della vecchiaia, di una gioventù che man mano sbiadisce e dei dolci ricordi che ti intristiscono la quotidianità di un vero adulto. Il punto è che ho 30 anni, e queste emozioni sono arrivato a comprenderle così nitidamente solo grazie alla visione. In pratica abbiamo vissuto delle emozioni che non appartengono alla nostra età, e viverle cosi profondamente è stata magia.
Generalmente invece mi ritrovo molto con le tue recensioni. Avrei altro da dire ma il commento poi risulterebbe troppo lungo, ciao marra un abbraccio
Ci mancherebbe, mica si può essere sempre d’accordo!
Condivido ogni singola parola che hai scritto.. questo film mi ha scosso dentro
Completamente d'accordo, uno dei migliori film degli ultimi anni. Con un messaggio del genere tutte le mancanze tecniche diventano inesistenti.
Completamente d’accordo con tutto quello che hai scritto
visto ieri e sono molto titubante. non ho ancora capito se mi sia piaciuto o meno.
credo che il difetto principale del film sia aver voluto dimostrare la brevità della gioventù ed il passaggio del tempo attraverso un personaggio che è "troppo", con cui è difficile identificarsi.
porta il nome di una sirena, è simbolo di una città, è una donna meravigliosa e viene descritta quasi come un'essere semidivino. e questo la rende troppo distante per permettere allo spettatore comune di immedesimarsi ed avvertire il dolore del tempo che passa.
ciò non toglie che l'estetica sia molto potente
Sorrentino è questo. O piace o non piace. Il suo linguaggio, la sua cifra stilistica non potrebbe mai essere diversa, altrimenti non terrebbe fede a tutto ciò che lo ha reso così famoso (e meritevole di Oscar).
I grandi silenzi, le poche e aforistiche battute, la grande fotografia unita a colonne sonore che empatizzano col pubblico (lasciandogli lo spazio per far proprio il film) sono il segreto del suo successo.
Ma mica sono tutti uguali i suoi film, lo stile lo conosciamo, non sempre viene utilizzato allo stesso modo.
D’accordissimo con te! Mi sono fatto due coglioni così che non so come ho fatto a non andarmene via dal cinema. Secondo me si è fatto le seghe mentre scriveva i dialoghi se no non si capisci.
Ah ad una certa ho bestemmiato allo schermo all’ennesima “oh come sei bella parteeeh” porco dio basta abbiamo capito che è na fregna
Che classe
Disamina colta!
E che fregna
Devo dire che la scena della fusione è geniale..
ciao davide, premetto che ho 17 anni e ovviamente siete tutti più esperti di me in ambito cinematografico, però volevo dire che a me il film è piaciuto tantissimo. Mi è piaciuto tantissimo il personaggio di raimondo, il fratello di parthenope. Il tema del lasciarsi andare mi è molto caro, probabilmente perché sono ancora molto giovane. Tema seguito dal gesto del buttarsi indietro con la sigarette in bocca. Anche il tema della bellezza mi è interessato molto, gary oldman infatti sottolinea nel suo incontro con parthenope che questa bellezza la aiuterà nella vita, anche questo interessamento al tema però credo sia dovuto alla mia età nella quale essere belli è fondamentale. Le frasi ad effetto in effetti sono numerose, però credo sia anche la forza di sorrentino (è il mio regista preferito), no? Il personaggio di Luisa Ranieri poi mi è sembrato molto interessante con la sua critica ai napoletani, Silvio Orlando è semplicemente monumentale e infine i riferimenti a fellini alla fine ci stanno, come lo scudetto del napoli, comunque non avremmo sorrentino senza il napoli e fellini. Di Sorrentino ho visto tutti i film e anche the new e the young pope, è stata la mano di dio è stato il film che mi ha fatto innamorare del cinema. Detto questo concordo con praticamente tutte le critiche che hai fatto perché è la verità(non mi è piaciuto neanche il fatto che appena uscito il film sorrentino sia andato ospite da qualsiasi trasmissione o podcast come se avesse assolutamente bisogno di vendere il film a tutti) , però tengo le tante cose belle che mi ha lasciato questo film. P.s. sono di Pavia e se riuscirò verrò a teatro il 16 Novembre!!
Ci vediamo a Pavia in caso!
@@MrMarraCinema certamente, sarà un piacere!
PIU' ESPERTI DI TE? QUESTI NON SANNO UN CAZZO DI CINEMA!
A prescindere da quello che possa essere il significato, l’interpretazione del film, nel quale io ho visto più che altro una grande critica a tratti velata e a tratti diretta di Napoli, ho trovato la prima metà estremamente più potente della seconda , sono d’accordo che molti dialoghi siano forzati e fin troppo artificiali e aforistici, e proprio per questo, nella prima parte ho trovato che ci fossero passaggi molto più significativi. I momenti di tensione erotica ed emotiva della prima metà sono notevoli. Tutto culmina nella sequenza, tutta senza dialoghi, del ballo a 3 che poi finisce con la scelta del fratello, mi ha fatto venire i brividi. Poi il film nella seconda metà si perde, quella forza iniziale si spegne. Della seconda parte ho apprezzato solo il significato che ho colto nella sua figura che decade, rappresentazione di una Napoli che si lascia soggiogare dalla malavita, dalla chiesa i cui valori morali sono solo facciata e che vuole apparire (il prete si dichiara centro dello spettacolo del miracolo). Per la protagonista “l’amore per sopravvivere é un fallimento” come lo è per Napoli, l’amore per una città non basta a salvarla dal suo decadimento fisico e morale e probabilmente gli stessi napoletani lo sanno e non accettano di ammetterlo e se gli chiedi “a cosa stai pensando?” ti rispondo con qualche frase ad effetto. Film molto piacevole nel complesso, che poteva essere molto di più, ma vuole essere troppo.
Spoiler allert:
Seppur la lore del fratello "sentimentalmente ambigua" nei suoi confronti, mi ha procurato un serio malessere psicofisico di primo impatto, stavo per vomitare in sala e rinnegare il mio affetto per Sorrentino...anche perchè al cinema l'ho visto assieme a mia sorella e volevamo morire entrambi in quel momento dall'imbarazzo... a pensarci bene, quella è la cosa che mi ha "disturbato" di più del film anche perchè inizialmente non ho considerato una delle molteplici e possibili chiavi di lettura che Sorrentino mette nei suoi film: non è tanto un incesto quanto una metafora del rifiuto di crescere, il fratello si toglie la vita non tanto perchè Partenope ha scelto l'amico al posto suo, spezzandogli il cuore (ma sarebbe una cosa grottesca e contronatura appunto che un fratello s'innamori della sorella) ma perchè la stava vedendo crescere, diventare donna che frequenta gli uomini e perde l'innocenza, di conseguenza anche lui si sentiva "obbligato" a crescere...e lui non voleva, sembra quasi una sindrome di Peter Pan più che Sweet Home Alabama come avevo capito mio malgrado inizialmente.
Inoltre, non so voi, ma dopo la morte del fratello, quando la famiglia si chiude in sé stessa (tranne Partenope appunto) e lascia andare la casa in malora, in rovine come il loro stato d'animo, io ci ho visto un riferimento al racconto "la Caduta di Casa Usher" di Poe.
Sinceramente, questo forse non è riuscito a diventare il mio preferito di Sorrentino, però mi ha lasciato qualcosa, più dubbi che risposte, mi obbliga a farmi delle domande e considerare vari aspetti...Sorrentino è sempre così "pittoresco", rifiuta di farsi capire fino in fondo, la sua arte non ti dà risposte, ma ti apre possibilità, almeno così l'ho sempre letto io.
Personalmente mi è piaciuto molto, vi è una regia è una fotgrafia non sporcata quindi non sembra reale, ovviamnte fatto a posta. È un film che ha al suo centro la bellezza intesa come estetica e questo tema mi colpisce molto. Poi ovviamente è una Napoli piu da "cartolina" come dici tu rispetto a È stata la mano di dio ma non manca di oscurità.
la grande vuotezza parte 2
È un film sul giudizio. Ogni personaggio è soggetto al giudizio. Come anche Napoli. La sequenza dell’esame universitario alla ragazza in dolce attesa è il fulcro di tutto. Chiunque al posto del professore avrebbe invaso il territorio di Parthenope. Le nostre esistenze si consumano sotto la lente focosa ed invadente del giudizio. Ogni nostro passo è giudicato. Dalla nascita alla crescita, dalla vecchiaia fino alla morte. Il resto… non conta.
I fogli appesi alle mollette sono un riferimento a Céline. Era lui che teneva appese centinaia di pagine a delle mollettone. Ci sono filmati d'epoca che li ritraggono
A differenza de ' La Grande Bellezza', l'ultimo Parthenope viene voglia di rivederlo ( intendo per me ovviamente). Ho trovata molto pigra la seconda parte del film ma ciò nonostante sono riuscito ad apprezzarlo lo stesso. Silvio Orlando gigantesco possiamo dirlo?
Bravissimo davvero. Per me molto meglio della Grande Bellezza, assolutamente.
Quando mai non è mai all'altezza 😂.
Per me lui è come Lo Cascio, Elio Germano, una certezza sempre
Raramente scrivo ( già da questo curioso fatto personale capiamo la potenza del film di Sorrentino)
Preciso che ho visto il film 3 volte (la prima a Cannes, la seconda alle proiezioni di mezzanotte, e la terza ieri sera )
Rispetto alla prima visione i dialoghi aforistici (anche se aforistici di proposito) non hanno il mordente che ricordavo. La scena della famiglia intorno alla tavola non funziona rispetto a quella meravigliosa di 'E' stata la Mano di Dio'
Il Comandante, chiaro riferimento ad Achille Lauro (non il nostro Achille Lauro) è un personaggio molto riuscito comunque
La sequenza di Capri la trovo straordinaria: con un Gary Oldman che fa un John Cheever (scrittore che sembra stregare anche Sorrentino dopo Moretti, che nel 'Sol dell'Avvenire' lo cita dicendo che vorrebbe fare un film tratto dal suo racconto 'Il Nuotatore') . Un "Gianni Agnelli" che gira per Capri con il suo elicottero, e in sottofondo il miglior Cocciante (ma anche Sinatra)
La scena del funerale con l'incontro della carrozza con la macchina per il colera mi ha ricordato l'immaginario del mondo Ghibli e Miyazaki (come anche la scena dei cesti blu che scendono dai balconi.
Isabella Ferrari nei panni di Flora Malva è irresistibile, e mi ricorda la migliore Norma Desmond in 'Sunset Boulevard'.
Come anche Luisa Ranieri che interpreta Greta Cool, o forse Sofia Loren?
Tutta la sequenza con il Vescovo la trovo sublime. Un Beppe Lanzetta fenomenale, aiutato da un scrittura magistrale. Ogni momento di questo "pezzo" della vita di Partenope è una perla a se: il suo sguardo nello specchio, la tinta nero pece, lui nudo con le mutande rosse, le lamentele per un'esibizionista che gli leva l'attenzione mentre compie il miracolo, le donne anziane che lo circondano, il "ragazzone" che cerca la mamma appena arrivati nella villa, “la schiena, tutto il resto è pornografia” e potrei andare avanti.
Vescovo che forse è il primo e unico a darci un po' di risposte sulla misteriosa Partenope. Risposte però che anche qui suonano bene ma che anche il regista non si sente di dare per sicure, o forse no ?
Non mi spiego ahimè il finale , partendo con il bambino gigante, passando poi per un Sorrentino che come sempre deve infilare la SSC Napoli in ogni sua opera, e una Stefania Sandrelli che con tutta la mia infinita stima e rispetto, non c'entra assolutamente nulla con tutto il film.
Questo è però Parthenope, un film che con tutti i suoi problemi, propone un viaggio incredibile nella vita di questa ragazza, che rappresenta cosa significa Napoli per il regista:
un amore giovanile, che si concede solo a chi la deturpa , con un popolo meraviglioso e romantico quanto meschino, di cui forse senta la mancanza ma inevitabilmente deve abbandonare.
Scusate il flusso di coscienza, e ricordatevi: Dio non ama il mare, arrivederci.
❤
A me è piaciuto molto e non sono un fan di Sorrentino in generale e ho tratto questo messaggio dal film:
Il senso del film è lei che è sempre stata vecchia, soprattutto dentro, e l'unica volta in cui ha vissuto la giovinezza è quando si è "lasciata andare" insieme al fratello a capri, e con la morte del fratello ha smesso definitivamente di essere giovane, infatti dice che la sua giovinezza è stata troppo breve, il tempo di una notte.
Infatti le uniche persone che lei ama e con cui si trova bene sono Tesorone (il cardinale) e il suo professore (forse innamorata di lui).
Infatti lei fa la stessa identica vita del suo professore ma senza tornare a Napoli per la cattedra.
Quindi il tema del film non è affatto Napoli e la napoletanità, semmai è una cornice, ma il tema lo vedo proprio il tempo e la giovinezza non vissuta.
Poi c'è tutto il collegamento con l'acqua, lei che nasce e concepisce il figlio in acqua (che poi abortisce)... il figlio del professore che ha una malattia ed è fatto principalmente di acqua e sale.
Il messaggio solo audio del cardinale durante i titoli di coda che dice che dio non amava il mare...
Mi è piaciuto tanto questo film comunque.
Molto bello visivamente. Per il resto, ci sono film che sicuramente mi hanno lasciato di più di questo.
Non capisco quei napoletani che criticano chi non osanna questo film perché "se non sei napoletano non puoi capire". Evidentemente non si rendono conto del problema che si cela dietro un affermazione del genere in ambito cinematografico.
P. S. Gary Oldman gioca in un altro campionato
Io ho invece trovato questa pellicola particolarmente profonda. In molti ci hanno visto un omaggio a Napoli. Io contrariamente ci leggo una critica. Per Sorrentino Napoli è una città prigioniera delle sue menzogne, della sua mitologia, perfino della sua bellezza. Ed anche Parthenope ( la protagonista del film) lo è. I dolori della vita però ci impongono una ricerca di verità. Ed è quello che Parthenope prova a fare a Napoli, attraverso i personaggi che incontra. Ma dovrà capire che l’unico modo per autodeterminarsi è abbandonare questa città che ci si creda o no si regge sui miracoli. L’unico mito che Sorrentino salva è il Napoli calcio.
Il problema non sono le spacconate visive e nei dialoghi, bensì la loro qualità altalenante e la quantità eccessiva. È l'uomo che tenta sempre la rovesciata e se in una scena la imbrocca in quelle successive ti fa cascare le braccia.
E pure Sergio Leone era esagerato in questi aspetti ma dosava gli eccessi ed evitava le cadute di stile.
Però io credo che Sorrentino non l'abbia ancora capito nessuno.
Ascoltandolo nelle interviste è chiaro che è intelligentissimo, che ha consapevolezza e precisione assolute di quel che dice oltre che grande gusto e cultura.
Quindi credo che stia facendo esattamente quello che vuole fare, che cerchi anche di inserire appositamente la DELUSIONE nei suoi film o altre cose che ancora non abbiamo messo a fuoco.
Proverò a vedere anche questo film e tra le solite sofferenze che mi crea magari riuscirò a fare luce sul suo mistero.
Condivido ogni sillaba
Io lo trovato piu bello della grande bellezza però meno bello dell e stata la mano di dio. Certe inquadrature mi sembravano quelli degli spot di giorgio armani e dolce gabbana. Pero nel complesso e un film per me promosso..grande marra❤❤
A me è piaciuto abbastanza, non il mio film preferito di Sorrentino. Vorrei però contestare la frase "è una Napoli da cartolina". La sequenza nel vicolo di Napoli tra Parthenope e Criscuolo racconta una Napoli decadente e povera che mi ha riportato un po' nelle atmosfere di Il mare non bagna Napoli della Ortese. Comunque sono sempre stimolanti le tue opinioni.
RIMETTI IMMEDIATAMENTE L'IMMAGINE PROFILO CON IL TITANICO ORSON WELLES.
❤
Congratulazioni per essere diventato giurato!! ❤
Grazie mille
Di cosa?
@@gattalbe corte costituzionale, tanta roba
@@DomenicoScagliusi top
Purtroppo, da amante di Sorrentino, condivido ogni cosa. L'ho trovato anche parecchio noioso e imbolsito...
Sarò sincero. Peggior film di Sorrentino, ridondante e manieristico in modo posticcio, sempre le stesse trovate rappresentative, sempre la stessa estetica esasperatamente barocca. I primi 40 minuti sembrano una interminabile pubblicità di luxury perfume. Sembra che Sorrentino non si sia chiesto "che storia voglio raccontare", ma piuttosto "cosa farebbe la caricatura di Sorrentino by Crozza?"
Premesso che non l'ho visto. Ma se guardi l'Antonioni di "Deserto rosso" o se leggi autori postmoderni come DeLillo, i personaggi parlano per aforismi programmaticamente, si scambiano frasi altisonanti e/o sghembe senza ascoltarsi mai. E ha una funzione precisa: non si vuole mettere in scena la realtà, ma una specie di parodia di essa. Un po' valeva anche per "La grande bellezza" secondo me. Non so se è questo genere di cosa.
Parzialmente sì, però alterna a momenti di ricerca di verità che cozzano. Poi anche se il linguaggio è quello mica esce sempre bene il risultato.
Oldman interpreta John Cheever, che visitò effettivamente Napoli e visse in Italia negli anni cinquanta. Forse risulta più credibile e meno macchietta proprio perché interpreta un personaggio realmente esistito, il quale ha tra l’altro lasciato delle testimonianze su Napoli nei suoi diari.
Sarebbe stato credibile anche senza questo elemento secondo me
film che fa arrabbiare. poteva svilupparsi in mille modi per risultare credibile e soprattutto più autentico ma ha deciso di concentrarsi sulla vita di questa ragazza in maniera biografica e noiosa
Ma lo avete mai letto un libro? Il “parlare per citazioni” come dite voi fa parte da sempre dell’arte e della letteratura (leggetevi Goethe o Nietzsche), non è che è arrivato con Facebook
Quindi non è mai criticabile come scelta?
@@MrMarraCinema è criticabile, ma la critica in questo caso è circolare. Se mi dici che non ti piace questo stile ci sta, è gusto personale, però non mi puoi dire che per quel motivo il film è fatto male. Al massimo puoi entrare nel merito e dire che all’interno di questo stile ci sono stati esempi migliori, che poteva essere fatto meglio, ma non bocciarlo in virtù della scelta stessa, che tra l’altro era l’unica scelta possibile, vista l’atmosfera volutamente onirica e sognante.
Se no è come andare ad una partita di basket e dire “beh la partita non mi è piaciuta perché non mi piace il basket”
Io adoro i suoi film, The Young Pope miglior serie italiana di sempre, La grande bellezza meraviglioso, Il Divo totale, Le conseguenze dell'amore ho pianto etc, per me è un grandissimo, ma da È stata la mano di Dio in poi vedo questa "fase partenopea" che mi pare così paracula da urtarmi ferocemente. Negli altri film mostra meravigliosamente l'oscenità del Potere: Roma, la Svizzera, Vaticano, poi arrivi a Napoli ed è tutto bello? Al finale di È stata la mano di Dio volevo strappare lo schermo, reazionarismo filo napoletano. Le metafore ironiche e grottesche (il raduno della prostata in Le conseguenze dell'amore, i mafiosi che cantano in auto, Andreotti che cammina, gli scambi di favori sotto un crocefisso gigante) diventano cose buttate la per spot turistici a Napoli.
Non sono a tema lo so, ma non potresti fare recensione Whitnail and i, possibile che non esista una recensione italiana di quel gioiello?
Ciao Davide! Sarai a Sulmona durante tutto il festival o solo alcuni giorni? Ps da quando ho visto il video dei criticoni sui migliori film di Nicolas cage, ogni ads spunta fuori lui con longlegs, grazie😂❤
Purtroppo no, ho lavorato da remoto per il festival
Per miei gusti da La Grande Bellezza ho perso interesse per Sorrentino ma recuperati assolutamente The Young Pope (e New), perché è un progetto davvero interessante
A me La Grande Bellezza è piaciuto molto. Capisco il problema di "parlare allo spettatore tramite aforismi", ma secondo me questo stile era adeguato per quello che voleva comunicare La Grande Bellezza, che è appunto un film sul vuoto di una società sull'orlo dell'abisso e che invece di vedere l'abisso sempre più vicino si da alla pazza gioia. Un film dove i vecchi ballano e i giovani muoiono. Un film sul nulla dove i personaggi parlano, appunto, del nulla. Non a caso, i momenti più importanti sono quelli in cui non si parla: quando Jep prova a raccontare la sua prima volta al personaggio di Sabrina Ferilli, ma non ci riesce, perché bloccato dalla commozione; quando Jep incontra Fanny Ardant e i due comunicano la nostalgia di un mondo perduto attraverso gli sguardi (e sia benedetto l'editing del film, visto che originariamente in quella scena c'era un dialogo pretenzioso e inutile), eccetera eccetera eccetera. La Grande Bellezza è un film sul chiacchiericcio, sul bla bla bla che bisogna superare per andare in profondità e riappropriarsi di sé stessi e del senso del proprio linguaggio. Quindi, in definitiva, per me il Sorrentino degli aforismi, nella Grande Bellezza, e per quello che voleva essere La Grande Bellezza, funzionava. Il problema è che poi lui ha provato a usare lo stesso stile per raccontare altre storie. Oppure perché non aveva più storie da raccontare. Il tutto, nel tentativo (secondo me molto mal celato) di racimolare premi e statuette. Paradossalmente, Paolo Sorrentino è diventato come uno dei personaggi incontrari da Jep Gambardella: inautentico, ingabbiato nel chiacchiericcio vacuo di tutti gli altri, nell'incessante bla bla bla...
Peccato però perché l’ultimo prima di questo aveva una storia da raccontare eccome
@@MrMarraCinema sì, infatti È stata la mano di Dio mi era sembrato un ritorno all'autenticità. Invece niente, ha voluto fare il film di una che si chiama Parthenope e che, come Parthenope, nasce dalle acque, eccetera...
TI CONSIGLIO DI RIVEDERLO, CONCORDO , E' UN FILM COMPLICATISSIMO, PER QUESTO MOLTI LO RIPUDIANO , PERCHE' NON CI CAPISCONO UN CAZZO. LA SOCIETA' CAPITALISTA E' SOLO LO SFONDO , IL TEMA CENTRALE NON E' QUELLO CHE DICI TU . SORRENTINO NON E' ANTONIONI , NON E' UN NICHISTA MA UN POETICO SOGNATORE CHE SI INTERROGA SUL GRANDE MISTERO DELLA VITA PER GRAN PARTE DI NOI ASSAI TRAVAGLIATA MA ILLUMINATA A SPRAZZI DA QUALCOSA DI INESPLICABILE CHE CE LA RENDE CARA.
Questo Sorrentino Bifronte mi ha stancato
personalmente credo che sia un film moooolto sopravvalutato. Mi spiego meglio. Ho quasi l'mpressione che apprezzare dei film di Sorrentino dia uno stampo e un marchio da finto intellettuale borghesuccio , e più vedo le recensioni su questo flm più noto che lo spirito critico vada pian piano nell'abisso . Alcuni film di Sorrentino li ho trovati interessanti , ma quest'ultimo l'ho trovato un mix di luoghi comuni, frasi che scadevano nella banalità, troppe allegorie , dialoghi irrealistici. I film non devono dare delle risposte , è vero , forse l'intenzione di Sorrentino è quella di lasciare lo spettatore con dei quesiti che lo accompagneranno per molto tempo dopo essere uscito dalla sala. Nonostante ciò, io sono convinta però, che i film qualcosa debbano dire . Un po' come le poesie o le frasi da finti intellettuali che si perdono in strafalcioni poetici perchè solo così un testo può essere poesia. Non so se mi spiego , ma ciò che intendo dire è che sentire il bisogno di poeticizzare tutto sullo schermo perde un po' quel realismo di cui , io almeno, da spettatrice necessito . Tant'è che nel tentativo di dipingere la bruttezza e la bellezza di Napoli, si fa sempre di questa città nei film di Sorrentino una cartolina e soltanto uno sfondo , un contorno, non uno dei temi da sviluppare. Ho l'impressione che i personaggi di Sorrentino al contrario di ciò che hai detto forse cerchino di parlare un po' troppo con lo spettatore , con l'intento di suscitare in lei o in lui stupore come frasi del tipo "il futuro è più grande di me e te" già ai primi 10 min di film. Ultimo appunto da fare: questo eccessivo relativismo sui film come per un brano musicale , va bene fino ad un certo punto. Non è sempre , secondo me, un'interpretazione di interpretazione. Vanno bene i gusti , le opinioni , ma credo che sia abbastanza oggettivo che l'allegoria dell'intero film sia bella ma sviluppata abbastanza maluccio e confuso. Detto ciò, ti ringrazio per il video ed è bello scambiare idee e opinioni qui sotto!
Amo il primo Sorrentino, fino a This must be the place. Per il resto grande regista, grandi immagini, zero emozioni
A me “Loro” è piaciuto abbastanza ed ho amato “È stata la mano di Dio”
@MrMarraCinema Loro non l'ho visto e pare sia introvabile. Mi vergogno un po', ma in è stata la mano di dio faticavo a capire il dialetto!
Purtroppo sì, Berlusconi ha comprato la distribuzione home video del film per non distribuirlo.
Sinceramente, il film devo ancora metabolizzarlo, sia nel bene che nel male perciò non ho ancora un pensiero ben preciso, sò solo, che appena finita la proiezione mi sono sentito un enorme peso sullo stomaco, una sensazione di angoscia e nostalgia che ancora non riesco a spiegarmi, quando avrò qualche risposta in più, sia a livello emotivo che interpretativo tornerò in questa sezione commenti, scrivo questo giusto per dire che secondo me il film vuole dare di più rispetto a ciò che hai detto nel video, considerando che ho notato non essere stato l'unico ad avere avuto questa reazione, purtroppo non ho ancora un nome per questo "qualcosa in più"
Appena lo troverò scriverò un altro commento
Ps: non si vede la camera che gira intorno alla carrozza perchè la camera interpreta gli occhi di Sandrino in quel momento, infatti si vedono anche le mani.
Quindi è una scelta sensata.
Gli occhi che fanno un primissimo piano del volto di Partenope? Ha lo zoom nello sguardo? 😂
@MrMarraCinema o magari potrebbe essere lui che si focalizza sui dettagli.
Siamo più sui lidi della grande bellezza o verso l'uomo in più?
TOTALMENTE lidi Grande Bellezza
@@MrMarraCinema il Sorrentino che non apprezzo peccato
a me la scena del figlio del professore è piaciuta molto invece. Ci ho letto una persona che si fa piccola a forza di reprimere l'enorme e incontrollabile bambino che ha dentro di sé (e che tutti abbiamo dentro di noi). la televisione minuscola, il professore minuscolo, il divano minuscolo e questo bambino enorme... poi Parthenope che dice "è bellissimo" me l'ha fatto collegare alla bellezza di poter confidare a qualcun altro la tua parte più mostruosa e nascosta per scoprire che tanto mostruosa non è e che forse non sarebbe così gonfia e invadente se fosse libera di uscire un po'... per il resto sono d'accordo, tutto il film è una lunga, superficiale e pesante pubblicità di dolce & gabbana
Il tuo punto di vista è assolutamente comprensibile, ma se non sei di napoli e non hai una certa età tutto il senso del film sfugge totalmente. Forse il vero errore del film è questo. Non comprensibile se non a un certo target
Ci sta ma non penso sia scritto per essere compreso solo dai campani. Tra l’altro quello precedente l’ho amato…
@@MrMarraCinema no campani ma napoletani.
Capisco perfettamente le critiche ai dialoghi, ma non riesco a comprendere come possa l'estetica del film essere un problema. Ogni volta Sorrentino viene criticato per la sua eccessiva cura della forma, ma da quando la bellezza e la cura dell'inquadratura sono diventate un problema? Il fatto che il film possa essere per alcuni vuoto di contenuto non va in alcun modo a legittimare la critica alla forma. La bellezza dei luoghi e dei personaggi è una delle tematiche del film, come lo era in The Neon Demon, quindi lo stile di Sorrentino si sposa perfettamente con il contenuto
Ma a che ti riferisci non ho capito? Io ho fatto altre critiche
@@MrMarraCinema No ok il mio voleva essere un commento più generale riferito alla critica che sto leggendo più di frequente online, cioè l'accostamento allo spot pubblicitario. Sinceramente non la trovo una cosa negativa, anche Challengers o moltissimi film di Refn o Malick hanno questo tipo di estetica, e personalmente la adoro
@@ivancolombo7529dipende dal film, alcuni di Malick li detesto peggio di Sorrentino
Quando, Sorrentino, non è girato verso il banco di Fellini, per copiare?
Un film di una noia mortale. Pretenzioso. Il peggiore di Sorrentino. Che amavo. Il mio amore si è incrinato.
ti servono fazzoletti per asciugarti le lacrime?
Immagino che ti sarai fatto un bel sonnellino...😊
La recensione di Partenope migliore è quella che hanno fatto nel podcast Noodles
Parthenope è nata nel 1950, quindi nel 2023 (anno in cui si svolgono le ultime scene) ha 73 anni.
Grazie per la precisazione, non mi ricordavo
Marra che ora va a gridare sotto casa di Sorrentino
Concordo su tutto!
Un po' troppo severo a me il film è piaciuto molto secondo me Sorrentino paga il fatto di utilizzare un estetica estremizzata che a molti infastidisce e fa passare il messaggio del film in secondo piano agli occhi di chi si concentra solo su quello, in Parthenope molto forte è il messaggio del cambio di ambizione sensibilita' e stati d'animo nel passare da una fase della vita all'altra come ha sottolineato lo stesso Sorrentino in molte interviste
Dopo È stata la mano di Dio speravo in una svolta, in un percorso più intimo, più personale, anche in un linguaggio estetico più misurato. Invece Parthenope è debordante proprio nel senso opposto. Delusione totale e non può bastare Silvio Orlando a salvare il salvabile
Recensione perfetta, ma per un altro film, megalopolis 😀
Stasera voglio vedere la puntata di criticoni a riguardo
Azz
Beato te che sei riuscito a vederlo. Nei cinema vicino a casa mia gli orari sono scandalosi. Stasera andrò a vedere Partenope
@@francescadiana1228 guarda, ho rinunciato a all we imagine as light per vedere quel ciofecone di megalopolis. Non fare lo stesso errore e vedi parthenope😅
@@valeriogiannetto5825 che film è l'altro?
@@francescadiana1228 purtroppo non l’ho visto, un film indiano sempre presentato a Cannes, mi incuriosiva molto. Spero di recuperarlo
Quel qualcosa “arrivato” penso riguardi orlando
Magnifico magnifico magnifico
Mi è piaciuta molto quest'analisi perché, pur ricalcando la mia impressione generale del film, si sofferma su alcune cose che avevo notato ma che non ero riuscito a elaborare!
Io penso che uno dei problemi del film sia il fatto che Partenope vuole un'allegoria di due cose allo stesso tempo: la giovinezza (o se vogliamo la sua assenza, come ho letto in un commento interessante qui sotto) e la città di Napoli. Il suo personaggio, però, non riesce a sostenere il peso di questo simbolismo esagerato, e così narrativamente il film finisce per perdersi nelle sue frasi vuote e scene inutilmente pompose.
Concordo poi sulla fotografia e sulla regia, che mi sono sembrate troppo perfette. In questo senso la partnership con Yves Saint Laurent purtroppo non fa che esaltare il triste "effetto profumo", che a sua volta riduce la già precaria credibilità della pellicola.
Peccato: con una Celeste Dalla Porta così bastava soltanto tenere i piedi per terra per realizzare qualcosa di più efficace.
Mi è venuto in mente un dettaglio SPOILER che vorrei aggiungere:
------
------
C'era davvero bisogno di ammiccare così incessantemente all'incesto? Che scopo aveva nel film? A me ha dato molto fastidio e mi ha reso tremendamente difficile empatizzare con i personaggi.
Perdonatemi, ma paragonare i film di Sorrentino all’estetica degli spot di un profumo vuol dire non capire nulla, nè di cinema, nè di spot. Povera D’Antonio, speriamo non vi legga/senta.
@@mark.castellani magari è come dici tu, ma non credo che la D'Antonio si offenderebbe particolarmente se leggesse che la sua fotografia è troppo bella. Forse è permalosa...
Per l’età “avanzata” di Parthenope: ha 73 anni. Nasce nel 1950, mentre la parentesi in età avanzata è nel 2023.
Pardon