Diciamo le cose come stanno. La colpa di quel disastro non è di certo della montagna ma dell'uomo. O meglio dei responsabili della diga che sapevano benissimo che mezza montagna stava franando ma hanno voluto proseguire lo stesso per non perdere soldi.
Gli strumenti c'erano anche allora,sapevano che la montagna doveva cedere ma la cupidigia dell'uomo ha impedito di bloccare tutto e non avvertire la popolazione .
Gli ingegneri e geologi sapevano che il Toc nn avrebbe retto tutta quell'acqua ma sono andati avanti lo stesso fregandosene di tutte quelle persone che ci hanno rimesso la vita. Il video è molto bello ma non credo che l' uomo pur di apparire possa capire di fermarsi prima che possa succedere di nuovo un olocausto come questo.
Per chi ha conoscenza dei tanti fatti, la prima metà di questo video è a dir poco vergognosa. Il tono teatrale del giornalista narratore che racconta delle "sue" montagne con frasi dette da altri (Paolini, Merlin, Bocca...)... chi ha deciso e montato questa cosa chiamata Speciale Vajont ha guardato bene il film di Martinelli dal quale ha tratto le tragiche scene, perché si è evitato di chiamarla SADE la compagnia adriatrica fondata da Volpi conte di Misurata? Perché dire di Dal Piaz solo cose belle quando alla fine della sua carriera si è dimostrato un miserabile senza etica senza onore senza dignità e umanità come tanti altri che per avidità hanno dato alla luce la più grande catastrofe italiana? Nominare l'Irpinia che non c'entra proprio niente con quello che è successo nel '63, quella è stata una catastrofe imputabile alla natura, non era evitabile al contrario del Vajont. Tutto molto fuorviante per chi non conosce la storia del Vajont. Molto meglio vedere l'orazione civile di Paolini, leggere "Sulla pelle viva, come si costruisce una catastrofe. Il caso del Vajont" di Tina Merlin, vedere tutti i video dei sopravvissuti ascoltare le loro testimonianze, informarsi sul sito Vajont.info fare ricerche incrociate sugli attori di quella diga, leggere,laddove possibile, le testimonianze degli imputati dei processi che dopo esser stati condannati sono stati condonati... che schifo! L'unica persona che mi son degnata di ascoltare con vero interesse è Pietro Semenza nipote di Carlo e mi spiace per lui, ché suo padre scrisse un libro che va beh... tocca leggerlo, ma alla fine ha dovuto cedere anche lui alla tracotanza degli "studiati". Mi auguro che pregare ogni giorno per tutte quelle anime morte e quelle mai nate e quelle che a prestar soccorso son morte dentro per sempre (come mio zio) gli sia servito a morire in pace... Alla luce di questo governicchio, alle altre tragedie imputabili agli uomini corrotti, corruttibili, alle mafie che ormai non si sà più la differenza tra chi sta fuori e chi dentro , e non parlo di prigione, in questo paese, merdaviglioso, faccio fatica a pensare che questi "congressi" possano cambiare qualcosa.
Il commento piu vero che ho letto🙏 Grazie per la lucidità e capacità di dire in poche rigge come stanno le cose e di critica a questo filmato a 60 anni dal disastro
@@angelaandreoli9102 senso di rabbia e umanità. E pensare che sono stata a Belluno senza voler andare alla diga. Ma ci andrò prima di morire. Lo giuro!
@@AliasTheltica io ci sono passata qualche anno fa per salire in Cadore e l'ho guardata da lontano la diga ripensando a quella sciagura di cui invece a casa mia si è parlato tanto perché mia nonna aveva origini friulane sebbene fosse sposata con un Emiliano e ho le foto del 1968 5 anni dopo il disastro. Conservo le foto eccezionalmente a colori fatte da uno zio proprio di fronte alla frana ed è impressionante cioè ricordo ancora l'impressione che mi fece sentire raccontare da questo zio Come erano andate le cose. Avevo 5 anni,sono nata 3 mesi prima del disastro🤔
@@angelaandreoli9102 io sono nata quasi 3 anni dopo. Mio zio di Belluno, esattamente come descrisse Paolini nell'Orazione Civile, andò all'alba a "vendemmiar sul Piave" rimase scioccato per il resto dei suoi giorni. Mi veniva a prendere alla stazione a Milano quando finivo la colonia a Rimini, invece di tornare a Roma andavo su per stare con i nonni , avevo timore di lui, era schivo, silenzioso, al limite del burbero, non capivo il perché ero solo una bambina. A 17 anni mentro attendevo il bus a fianco a un' edicola vidi un libro e la scritta "Vajont" lessi, era il libro della Merlin. Lo comprai subito e tra bus e dopoo cena lo finìi all'alba. Dopo un trasloco andò perso insieme ad effetti, ma lo ricomprai nel '97. A 20 anni andai a Belluno, zio se n'era andato a suon di vino da quel '63... parlai con zia (la moglie) che mi raccontò ogni cosa, dei suoi amici e parenti, alcuni visti morti altri mai più trovati, mi fece vedere foto di quei giorni, alcune simili a quelle che si trovano in rete, altre da far spaccare e cadere il cuore in terra. Mio cugino mi chiese se volevo andare su alla diga, ma ero rimasta così scioccata alla vista di alcune foto e dal racconto particolereggiato di zia che mi rifiutai. Da allora ho cercato, letto visto approfondito... il Vajont m'è entrato talmente dentro che è come se fossi nata lì. Credimi comprendo bene quando ti descrivi "impressionata" ...
@@angelaandreoli9102 e dopo 60 anni lo Stato si ricorda... e provo una rabbia infinita ! th-cam.com/video/FnXZ4Kipq74/w-d-xo.html&ab_channel=AliasTheltica
Diciamo le cose come stanno. La colpa di quel disastro non è di certo della montagna ma dell'uomo. O meglio dei responsabili della diga che sapevano benissimo che mezza montagna stava franando ma hanno voluto proseguire lo stesso per non perdere soldi.
Gli strumenti c'erano anche allora,sapevano che la montagna doveva cedere ma la cupidigia dell'uomo ha impedito di bloccare tutto e non avvertire la popolazione .
Gli ingegneri e geologi sapevano che il Toc nn avrebbe retto tutta quell'acqua ma sono andati avanti lo stesso fregandosene di tutte quelle persone che ci hanno rimesso la vita. Il video è molto bello ma non credo che l' uomo pur di apparire possa capire di fermarsi prima che possa succedere di nuovo un olocausto come questo.
Non hanno accettato l esito di rilievi importanti. Hanno rifiutato la realtà...per cosa? Soldi e visibilità? Come sempre la pagano persone innocenti
Grazie per questo bellissimo video.
Un capolavoro di alta Ingegneria, semplicemente nel posto sbagliato.
Per chi ha conoscenza dei tanti fatti, la prima metà di questo video è a dir poco vergognosa. Il tono teatrale del giornalista narratore che racconta delle "sue" montagne con frasi dette da altri (Paolini, Merlin, Bocca...)... chi ha deciso e montato questa cosa chiamata Speciale Vajont ha guardato bene il film di Martinelli dal quale ha tratto le tragiche scene, perché si è evitato di chiamarla SADE la compagnia adriatrica fondata da Volpi conte di Misurata? Perché dire di Dal Piaz solo cose belle quando alla fine della sua carriera si è dimostrato un miserabile senza etica senza onore senza dignità e umanità come tanti altri che per avidità hanno dato alla luce la più grande catastrofe italiana?
Nominare l'Irpinia che non c'entra proprio niente con quello che è successo nel '63, quella è stata una catastrofe imputabile alla natura, non era evitabile al contrario del Vajont. Tutto molto fuorviante per chi non conosce la storia del Vajont. Molto meglio vedere l'orazione civile di Paolini, leggere "Sulla pelle viva, come si costruisce una catastrofe. Il caso del Vajont" di Tina Merlin, vedere tutti i video dei sopravvissuti ascoltare le loro testimonianze, informarsi sul sito Vajont.info fare ricerche incrociate sugli attori di quella diga, leggere,laddove possibile, le testimonianze degli imputati dei processi che dopo esser stati condannati sono stati condonati... che schifo! L'unica persona che mi son degnata di ascoltare con vero interesse è Pietro Semenza nipote di Carlo e mi spiace per lui, ché suo padre scrisse un libro che va beh... tocca leggerlo, ma alla fine ha dovuto cedere anche lui alla tracotanza degli "studiati". Mi auguro che pregare ogni giorno per tutte quelle anime morte e quelle mai nate e quelle che a prestar soccorso son morte dentro per sempre (come mio zio) gli sia servito a morire in pace...
Alla luce di questo governicchio, alle altre tragedie imputabili agli uomini corrotti, corruttibili, alle mafie che ormai non si sà più la differenza tra chi sta fuori e chi dentro , e non parlo di prigione, in questo paese, merdaviglioso, faccio fatica a pensare che questi "congressi" possano cambiare qualcosa.
Il commento piu vero che ho letto🙏 Grazie per la lucidità e capacità di dire in poche rigge come stanno le cose e di critica a questo filmato a 60 anni dal disastro
@@angelaandreoli9102 senso di rabbia e umanità. E pensare che sono stata a Belluno senza voler andare alla diga. Ma ci andrò prima di morire. Lo giuro!
@@AliasTheltica io ci sono passata qualche anno fa per salire in Cadore e l'ho guardata da lontano la diga ripensando a quella sciagura di cui invece a casa mia si è parlato tanto perché mia nonna aveva origini friulane sebbene fosse sposata con un Emiliano e ho le foto del 1968 5 anni dopo il disastro. Conservo le foto eccezionalmente a colori fatte da uno zio proprio di fronte alla frana ed è impressionante cioè ricordo ancora l'impressione che mi fece sentire raccontare da questo zio Come erano andate le cose.
Avevo 5 anni,sono nata 3 mesi prima del disastro🤔
@@angelaandreoli9102 io sono nata quasi 3 anni dopo. Mio zio di Belluno, esattamente come descrisse Paolini nell'Orazione Civile, andò all'alba a "vendemmiar sul Piave" rimase scioccato per il resto dei suoi giorni. Mi veniva a prendere alla stazione a Milano quando finivo la colonia a Rimini, invece di tornare a Roma andavo su per stare con i nonni , avevo timore di lui, era schivo, silenzioso, al limite del burbero, non capivo il perché ero solo una bambina. A 17 anni mentro attendevo il bus a fianco a un' edicola vidi un libro e la scritta "Vajont" lessi, era il libro della Merlin. Lo comprai subito e tra bus e dopoo cena lo finìi all'alba. Dopo un trasloco andò perso insieme ad effetti, ma lo ricomprai nel '97. A 20 anni andai a Belluno, zio se n'era andato a suon di vino da quel '63... parlai con zia (la moglie) che mi raccontò ogni cosa, dei suoi amici e parenti, alcuni visti morti altri mai più trovati, mi fece vedere foto di quei giorni, alcune simili a quelle che si trovano in rete, altre da far spaccare e cadere il cuore in terra. Mio cugino mi chiese se volevo andare su alla diga, ma ero rimasta così scioccata alla vista di alcune foto e dal racconto particolereggiato di zia che mi rifiutai. Da allora ho cercato, letto visto approfondito... il Vajont m'è entrato talmente dentro che è come se fossi nata lì. Credimi comprendo bene quando ti descrivi "impressionata" ...
@@angelaandreoli9102 e dopo 60 anni lo Stato si ricorda... e provo una rabbia infinita ! th-cam.com/video/FnXZ4Kipq74/w-d-xo.html&ab_channel=AliasTheltica
Filmato con una miriadi di scatti ( cambio scena ) INGUARDABILE
Oggi e'obbligatoria l'analisi geologica dello sponde delle dighe
Eh L' avidità di denaro...