Quando il razionalismo "scientifico" interviene su cose serie, il risultato è sempre la stupidità. Il tema razziale va considerato sui grandi numeri. Il punto di partenza dell'intelligenza è giusto, ma bisogna intendersi cosa si vuol dire con l'uso del termine "intelligenza" e cosa essa è. Quando si tratta del singolo e della sua grande capacità di apprendere, più che di intelligenza dovremo parlare di "perspicacia", e questa può appartenere a chiunque di qualsiasi razza. Ma l'intelligenza è ben altra cosa e non riguarda "chiunque", ma una totalità. Il termine viene dalla parola latina “intelligere”, come risultato dell’unione tra l’avverbio ”intus ” e il verbo “legere ”. Quindi l’intelligenza, in quanto “leggere dentro”, rinvia verso una direzione tutta interiore come di chi deve raggiungere un obiettivo GIA' determinato. Essa dunque è strumento e non soggetto. Ma “dentro e nel fondo” da leggere vi è solo il “gran libro dell’Anima ”, ed è questo il soggetto che fa la vera differenza tra le razze. Ogni cultura, come ogni civiltà, è la rappresentazione sensibile di quello che è stato “letto” all’interno dell’Anima, e se la nostra “lettura” ha dato i frutti che vediamo intorno a noi in ogni momento, non è perché siamo “più intelligenti”, ma perché questi frutti esistevano fin dall’inizio come potenzialità inespresse in quel “gran libro”. E se, al contrario, la razza nera, e qui mi riferisco al tipo nero più puro e originario, ha dato al mondo “tamburi capanne e Tucul”, questo non è avvenuto per mancanza di intelligenza, ma per la pochezza dell’Anima, dove la “lettura” dell’”intus-legere” si è esaurita subito, diciamo, in una sola pagina. Da qui, secondo il nostro punto di vista, la relatività della loro intelligenza. Ma una paginetta si legge subito e con poco, ne consegue che una quantità superiore di intelligenza per loro sarebbe stata solo un inutile spreco, e la natura non spreca mai. Quindi hanno esattamente l'intelligenza che serve loro: come tutti. L'Anima è il vero soggetto, e da lei si deve partire per lo studio delle DIVERSE razze.
Un mondo di affermazioni autoreferenziale per …….. non dire ni😂ente o per arrivare dove voleva arrivare. Anche a lei una quantità superiore di intelligenza era sprecata. Ne ha già giusto quella che le serve.
Grazie !!!! È un piacere ..oltre il dovere ASCOLTARVI !
Appena un minuto di visione e già mi è migliorata la giornata. 😂
grazie
Quando interviene Pietro Cheli mi viene sempre un colpo, c'è molta differenza tra i due volumi. Grazie per averlo caricato comunque.
❤️❤️
Complimenti per l’aspetto scientifico e quello ironico che sono andati perfettamente a braccetto!
You made my day 🥰
il racconto del laboratorio negli USA è quello mi ha divertito davvero ed è molto indicativo
molto bello
Grande Barbujani!
❤️❤️❤️
ho visto i confronto tra barbuiani e oddifreddi sul concetto di razza moderato da barbero.grandioso
molto bello
Quando il razionalismo "scientifico" interviene su cose serie, il risultato è sempre la stupidità. Il tema razziale va considerato sui grandi numeri. Il punto di partenza dell'intelligenza è giusto, ma bisogna intendersi cosa si vuol dire con l'uso del termine "intelligenza" e cosa essa è. Quando si tratta del singolo e della sua grande capacità di apprendere, più che di intelligenza dovremo parlare di "perspicacia", e questa può appartenere a chiunque di qualsiasi razza. Ma l'intelligenza è ben altra cosa e non riguarda "chiunque", ma una totalità.
Il termine viene dalla parola latina “intelligere”, come risultato dell’unione tra l’avverbio ”intus ” e il verbo “legere ”. Quindi l’intelligenza, in quanto “leggere dentro”, rinvia verso una direzione tutta interiore come di chi deve raggiungere un obiettivo GIA' determinato. Essa dunque è strumento e non soggetto. Ma “dentro e nel fondo” da leggere vi è solo il “gran libro dell’Anima ”, ed è questo il soggetto che fa la vera differenza tra le razze. Ogni cultura, come ogni civiltà, è la rappresentazione sensibile di quello che è stato “letto” all’interno dell’Anima, e se la nostra “lettura” ha dato i frutti che vediamo intorno a noi in ogni momento, non è perché siamo “più intelligenti”, ma perché questi frutti esistevano fin dall’inizio come potenzialità inespresse in quel “gran libro”. E se, al contrario, la razza nera, e qui mi riferisco al tipo nero più puro e originario, ha dato al mondo “tamburi capanne e Tucul”, questo non è avvenuto per mancanza di intelligenza, ma per la pochezza dell’Anima, dove la “lettura” dell’”intus-legere” si è esaurita subito, diciamo, in una sola pagina. Da qui, secondo il nostro punto di vista, la relatività della loro intelligenza. Ma una paginetta si legge subito e con poco, ne consegue che una quantità superiore di intelligenza per loro sarebbe stata solo un inutile spreco, e la natura non spreca mai. Quindi hanno esattamente l'intelligenza che serve loro: come tutti. L'Anima è il vero soggetto, e da lei si deve partire per lo studio delle DIVERSE razze.
Razze?
Un mondo di affermazioni autoreferenziale per …….. non dire ni😂ente o per arrivare dove voleva arrivare. Anche a lei una quantità superiore di intelligenza era sprecata. Ne ha già giusto quella che le serve.
@@patriziaciabatti5637 Gentile signora, deve abituarsi: le razze esistono, e sono tutte diverse.
Evvai! Ecco di nuovo il supercazzolaio fascista. Che fine avevi fatto?
@@raulcesari4115 ma Einstein non diceva il contrario?