Domanda e tesi possibile e una critiica finale alla filosofia italiana attuale . Se in realtà questa attività infinita , dunque in questo inconscio , non avesse mai luogo una coscienza autocosciente , ma solo un singolo impulso , desiderio , differenza in senso deleuziano e nietzschiano , che tende ora a raggruppare la molteplicità in una soggettività simulacro ora a dispederla , estenderla , " verso un illimitato " ? Che cosa produca conoscenza ( o la sua credenza , Nietzsche ) , realtà o senso della realtà , persino dell' Essere ( aristotelico ) , è condizione , convenzione , "effetto di un discorso " ( Lyotard ) piuttosto che un dato , o oggetto di conoscenza e pensiero . Quanto ciòè le categorie di soggetto e oggetto non siano cimoletamente fittizie ma continuamente riprese e utilizzate anche nella filosofia contemporanea per darsi puntelli , modi narrativi per creare effetti , illusioni di conoscenza , oggettività o logiche relative . Da qui una critica alla situazione attuale .perchè per non rimanere ancorati a certe accademismi e regole retoriche pedagogiche in Italia si dovrebbe tornare e riiprendere la filosofia francese degli anni 60 e 70 , 80 piuttosto che utilizzare costantemente i soliti concetti e logiche del pensiero fenomenologiche , post hegeliane , o linguistici logica: cioe tutto ciò che ha bisogno per serve anche per far apparire la filosofia una procedura seria , logica , coerente , non cosi dissimile dallo studio scientifico . E dunque degna di ricevere rispetto , finanziamenti , cattedre .
La filosofia francese degli anni 60-70, sulla scia di Nietzsche e di Heidegger, ha rappresentato un capitolo fondamentale della critica del soggetto, della razionalità, della verità oggettiva, svelandone il sottosuolo tellurico, desiderante, impulsivo, differente. Ma: a) non poteva spingersi fino al punto da negare la nostra attività cosciente, la capacità di argomentare, di usare concetti: avrebbe negato se stessa. Le opere di Deleuze, Foucault, Derrida, Lyotard usano concetti, argomentano e sono certamente il risultato di un’attività cosciente; b) l’elemento decisivo che essa ha introdotto è stato quello di mostrare il limite strutturale del nostro sapere, la sua dipendenza da altro, la sua impossibilità di dominare con i concetti ciò che sta al di là del concetto: ha demistificato le illusioni e le pretese del sapere; c) in questo suo importante contributo si affianca - fatte salve le ovvie differenze - proprio agli sviluppi contemporanei della fenomenologia, dell’ermeneutica, delle filosofie post-hegeliane, della Scuola di Francoforte; d) per fortuna, anche per quegli importanti pensatori francesi, la filosofia rimaneva una cosa “seria”, perfino capace di ottenere “rispetto” nonché “cattedre” (non solo tutti quei pensatori sono stati ottimi professori universitari, ma proprio quella filosofia delle differenza - nelle sue varie declinazioni - ha prodotto a sua volta molte “cattedre”, di qua e di là dell’Atlantico).
@@luciocortella6131 Non sembra ne a me ne a tanti altri ricercatori che la filosofia francese citata si sia limitata a notare i limiti di un pensiero razionale . Che Deleuze e Guattari , e Foucaullt poi accetino nei loro testi i il concetto di un pensiero cosciente o di una qualche forma di unita di coscienza come garante di un sapere o di una verità è " la prima volta che sinceramente lo sento . " Sulle cattedre : per Deleuze la carriera è stata assai limitata e frenata a paragone della sua incredibile opera tutt' ora oggetto di centinaia e centinaia di studi , articoli , testi di filosofia , politica , estetica ed arte . Il riferimento alla cattedre non vi è tanto una polemica o critica a singoli ordinari di filosofia e alle loro carriere , ma un impressione triste di quanto la filosofia di questi anni rivendichi un ruolo utilizzando linguaggi e strategie mimetiche a quelli scientifici . Come se fosse una diretta prosecuzione di Hegel o poco piu , senza volere o potere più interagire con autori molto più scomodi , e poco assoggetabili come i francesi citati . A meno che non si voglia accontentarsi di esercizi e allenamenti a procedure di pensiero razionale e razionalistico o divulgazioni storiche ( sempre basate sui soliti autori che garantiscano stabilità , ordine , e regole care alla linguistica analitica inglese ) . Il vero filosofare non può essere ridotto a una gabbia dorata che tra l'altro non incomoda nella sua astrazione e ordine autoreferenziale , nessun dogma o strategie della attuale narrazione società distopica di questi ultimissimi anni .
@@luciocortella6131 Capisco ,ma mi aspetto comunque da alcuni autori italiani più coraggiosi e indipendenti : una filosofia italiana più disobbediente e anti conformista , vitale e potente , di spirito alto , che voglia ancora smontare tante gerarchie , verità , valori , oggettività comode al potere e alle istituzioni , anche accademiche e frutto di raffinate retoriche narrative e didattiche . Ho molto apprezzato la sua conferenza su Fichte , ottima e ben approfondita .
Immagino si riferisca all'autonegazione dell'immaginazione produttiva. Però in quel caso il prodotto della nostra autonegazione non siamo noi ma il dato sensibile. Contro quello che avevano sostenuto quasi tutti i filosofi moderni (Kant incluso) secondo cui noi siamo "passivi" rispetto ai dati dei sensi, Fichte si propone di dedurre la molteplicità dei nostri dati sensibili dall'Io. Essa sarebbe il risultato della nostra autonegazione: noi - inconsciamente - produciamo la nostra passività. Si tratta di una tesi puramente logica: il dato è la negazione dell'io, quindi il non-io (la negazione riferita a sé) è dedotto dall'io, un suo prodotto. È come se di fronte al dato dei sensi l'Io pensasse che quel dato NON è l'IO: in tal modo il dato viene dedotto dall'io e perde la sua autonomia. Questo non-io prodotto dalla negazione dell'Io è certamente diverso dal non-io del secondo principio (che è invece indeducibile dall'io). Sono due diversi tipi di "non".
chiarezza incredibile
Domanda e tesi possibile e una critiica finale alla filosofia italiana attuale . Se in realtà questa attività infinita , dunque in questo inconscio , non avesse mai luogo una coscienza autocosciente , ma solo un singolo impulso , desiderio , differenza in senso deleuziano e nietzschiano , che tende ora a raggruppare la molteplicità in una soggettività simulacro ora a dispederla , estenderla , " verso un illimitato " ?
Che cosa produca conoscenza ( o la sua credenza , Nietzsche ) , realtà o senso della realtà , persino dell' Essere ( aristotelico ) , è condizione , convenzione , "effetto di un discorso " ( Lyotard ) piuttosto che un dato , o oggetto di conoscenza e pensiero . Quanto ciòè le categorie di soggetto e oggetto non siano cimoletamente fittizie ma continuamente riprese e utilizzate anche nella filosofia contemporanea per darsi puntelli , modi narrativi per creare effetti , illusioni di conoscenza , oggettività o logiche relative . Da qui una critica alla situazione attuale .perchè per non rimanere ancorati a certe accademismi e regole retoriche pedagogiche in Italia si dovrebbe tornare e riiprendere la filosofia francese degli anni 60 e 70 , 80 piuttosto che utilizzare costantemente i soliti concetti e logiche del pensiero fenomenologiche , post hegeliane , o linguistici logica: cioe tutto ciò che ha bisogno per serve anche per far apparire la filosofia una procedura seria , logica , coerente , non cosi dissimile dallo studio scientifico .
E dunque degna di ricevere rispetto , finanziamenti , cattedre .
La filosofia francese degli anni 60-70, sulla scia di Nietzsche e di Heidegger, ha rappresentato un capitolo fondamentale della critica del soggetto, della razionalità, della verità oggettiva, svelandone il sottosuolo tellurico, desiderante, impulsivo, differente. Ma:
a) non poteva spingersi fino al punto da negare la nostra attività cosciente, la capacità di argomentare, di usare concetti: avrebbe negato se stessa. Le opere di Deleuze, Foucault, Derrida, Lyotard usano concetti, argomentano e sono certamente il risultato di un’attività cosciente;
b) l’elemento decisivo che essa ha introdotto è stato quello di mostrare il limite strutturale del nostro sapere, la sua dipendenza da altro, la sua impossibilità di dominare con i concetti ciò che sta al di là del concetto: ha demistificato le illusioni e le pretese del sapere;
c) in questo suo importante contributo si affianca - fatte salve le ovvie differenze - proprio agli sviluppi contemporanei della fenomenologia, dell’ermeneutica, delle filosofie post-hegeliane, della Scuola di Francoforte;
d) per fortuna, anche per quegli importanti pensatori francesi, la filosofia rimaneva una cosa “seria”, perfino capace di ottenere “rispetto” nonché “cattedre” (non solo tutti quei pensatori sono stati ottimi professori universitari, ma proprio quella filosofia delle differenza - nelle sue varie declinazioni - ha prodotto a sua volta molte “cattedre”, di qua e di là dell’Atlantico).
@@luciocortella6131
Non sembra ne a me ne a tanti altri ricercatori che la filosofia francese citata si sia limitata a notare i limiti di un pensiero razionale . Che Deleuze e Guattari , e Foucaullt poi accetino nei loro testi i il concetto di un pensiero cosciente o di una qualche forma di unita di coscienza come garante di un sapere o di una verità è " la prima volta che sinceramente lo sento . "
Sulle cattedre : per Deleuze la carriera è stata assai limitata e frenata a paragone della sua incredibile opera tutt' ora oggetto di centinaia e centinaia di studi , articoli , testi di filosofia , politica , estetica ed arte . Il riferimento alla cattedre non vi è tanto una polemica o critica a singoli ordinari di filosofia e alle loro carriere , ma un impressione triste di quanto la filosofia di questi anni rivendichi un ruolo utilizzando linguaggi e strategie mimetiche a quelli scientifici . Come se fosse una diretta prosecuzione di Hegel o poco piu , senza volere o potere più interagire con autori molto più scomodi , e poco assoggetabili come i francesi citati . A meno che non si voglia accontentarsi di esercizi e allenamenti a procedure di pensiero razionale e razionalistico o divulgazioni storiche ( sempre basate sui soliti autori che garantiscano stabilità , ordine , e regole care alla linguistica analitica inglese ) .
Il vero filosofare non può essere ridotto a una gabbia dorata che tra l'altro non incomoda nella sua astrazione e ordine autoreferenziale , nessun dogma o strategie della attuale narrazione società distopica di questi ultimissimi anni .
Evidentemente la pensiamo in modo differente. Ma qui mi fermo, e taccio. Perchè non è questo il tema del video.
@@luciocortella6131
Capisco ,ma mi aspetto comunque da alcuni autori italiani più coraggiosi e indipendenti : una filosofia italiana più disobbediente e anti conformista , vitale e potente , di spirito alto , che voglia ancora smontare tante gerarchie , verità , valori , oggettività comode al potere e alle istituzioni , anche accademiche e frutto di raffinate retoriche narrative e didattiche .
Ho molto apprezzato la sua conferenza su Fichte , ottima e ben approfondita .
31:55 il dogmatismo e l’idealismo per Fichte
Bel video professore...in che senso però noi siamo il prodotto della nostra autonegazione!?
Immagino si riferisca all'autonegazione dell'immaginazione produttiva. Però in quel caso il prodotto della nostra autonegazione non siamo noi ma il dato sensibile. Contro quello che avevano sostenuto quasi tutti i filosofi moderni (Kant incluso) secondo cui noi siamo "passivi" rispetto ai dati dei sensi, Fichte si propone di dedurre la molteplicità dei nostri dati sensibili dall'Io. Essa sarebbe il risultato della nostra autonegazione: noi - inconsciamente - produciamo la nostra passività. Si tratta di una tesi puramente logica: il dato è la negazione dell'io, quindi il non-io (la negazione riferita a sé) è dedotto dall'io, un suo prodotto. È come se di fronte al dato dei sensi l'Io pensasse che quel dato NON è l'IO: in tal modo il dato viene dedotto dall'io e perde la sua autonomia. Questo non-io prodotto dalla negazione dell'Io è certamente diverso dal non-io del secondo principio (che è invece indeducibile dall'io). Sono due diversi tipi di "non".
Ah ok grazie mille per la risposta 😊