Wow, confronto interessantissimo che parla di robotica, di percezioni e dell' essere umano, comprerò a breve il libro di Damasio, quello di Rovelli già lo ho, grazie di questa perla Adelphi :-)
Self comes to mind. A dialogue with Antonio Damasio Videoreport of the meeting with Antonio Damasio, Southern California University, during the FIAP Congress in Riva del Garda (October 2 2014). th-cam.com/video/8LD13O7dkHc/w-d-xo.html
L'ipotesi di "inesistenza del tempo", avanzata da alcuni, è una bugia insostenibile, di dimensioni colossali. Anzitutto noi misuriamo il tempo, tramite numerosi congegni che genericamente chiamiamo "orologi", e non è possibile misurare qualcosa che non c'è, perché la misura, che è una operazione di confronto, richiede necessariamente due campioni della cosa da misurare, senza i quali non è possibile alcuna misura (qualunque confronto richiede due enti da comparare). Se però assumiamo il punto di vista della relatività einsteniana, teoria che trova conferma in innumerevoli osservazioni sperimentali, la situazione peggiora. Infatti in relatività la distinzione tra spazio e tempo dipende dall'osservatore, sicché la linea temporale degli eventi di uno (la cosiddetta "linea di universo"", o "tempo proprio") differisce da quella di un altro, entrambe costituite da una serie di eventi disposti su un reticolo quadridimensionale spaziotemporale, ovvero privo di un tempo a priori che non dipenda dallo specifico soggetto. Dunque, essendo lo spaziotempo un tutt'uno in sé indifferenziato, nel quale diverse linee possono essere tempo per un osservatore, spazio per un altro, e miscela delle due cose per un altro ancora, eliminare il tempo (più propriamente: i tempi) significherebbe eliminare simultaneamente anche lo spazio (gli spazi), cancellando l'esistenza di qualunque fenomeno: scomparirebbe il mondo, e non vi sarebbe più fisica che osservi ed analizzi il mondo, ma non vi sarebbe nemmeno più alcuna esperienza dell'esistenza di un mondo fenomenico. Invece l'esperienza dei fenomeni esiste, compresa la scrittura e lettura di questo commento. Alcuni cercano di cavarsela retoricamente, sostenendo che "il tempo è un fenomeno emergente", ma nemmeno questa è una soluzione: un "fenomeno emergente" è pur sempre un "fenomeno", ovvero un esistente, qualcosa che c'è.
"Cos'è il tempo?". E' la grandezza che si misura con uno strumento detto orologio (meridiane, clessidre, pendolo, orologi a molla, a cristalli.....). Tutte le grandezze, in fisica, sono definite operativamente tramite processi di misura. Chiedersi ulteriormente "cos'è" è senza senso, una domanda ascientifica. Da un punto di vista scientifico possiamo cercare risposta solo ad interrogativi su fenomeni osservabili e misurabili.Tutto il resto non è galileiano, e non fa parte delle vere discussioni sulle scienze.Mi spiace per gli appassionati di teorie fantasiose, ma il lavoro scientifico procede proprio così, sulla base di osservazioni e misure, senza le quali rimane solo metafisica; rispettabile attività intellettuale, ma ascientifica.Ogni attività ha i suoi metodi.Naturalmente possiamo dichiarare che quando si scenda alle dimensioni di Planck la teoria (non gli esperimenti, che non arrivano a tali livelli!) il tempo degeneri in una generica struttura "schiumosa", ma a quel livello ciò accade per tutte le caratteristiche fisiche.Ciò significa semplicemente che alla scala di Planck, qualora riuscissimo ad arrivarci, non saremmo più in grado di descrivere i fenomeni con nessuna delle caratteristiche osservabili usuali, quindi ci sarebbe un cambiamento di status per tutte le grandezze fisiche, non solo per il tempo.Ma, ripeto, si tratta per ora di una previsione teorica, senza prove sperimentali a supporto.
Caro Rovelli se ha deciso nella sua vita di fare lo scienziato, bene, ma non si addentri in luoghi oscuri che non conosce, mi creda non le viene bene, continui a studiare.
Spettacolare. Assolutamente unico. Grazie a chi ha organizzato questo incontro illuminato ed illuminante.
Grazie..a queste due meravigliose persone.
STRAORDINARIAMENTE INTERESSANTE. Due grandi menti a confronto.
Wow, confronto interessantissimo che parla di robotica, di percezioni e dell' essere umano, comprerò a breve il libro di Damasio, quello di Rovelli già lo ho, grazie di questa perla Adelphi :-)
Vedo le cose per nutrire la mia mente
Self comes to mind. A dialogue with Antonio Damasio
Videoreport of the meeting with Antonio Damasio, Southern California University, during the FIAP Congress in Riva del Garda (October 2 2014).
th-cam.com/video/8LD13O7dkHc/w-d-xo.html
L'ipotesi di "inesistenza del tempo", avanzata da alcuni, è una bugia insostenibile, di dimensioni colossali.
Anzitutto noi misuriamo il tempo, tramite numerosi congegni che genericamente chiamiamo "orologi", e non è possibile misurare qualcosa che non c'è, perché la misura, che è una operazione di confronto, richiede necessariamente due campioni della cosa da misurare, senza i quali non è possibile alcuna misura (qualunque confronto richiede due enti da comparare).
Se però assumiamo il punto di vista della relatività einsteniana, teoria che trova conferma in innumerevoli osservazioni sperimentali, la situazione peggiora.
Infatti in relatività la distinzione tra spazio e tempo dipende dall'osservatore, sicché la linea temporale degli eventi di uno (la cosiddetta "linea di universo"", o "tempo proprio") differisce da quella di un altro, entrambe costituite da una serie di eventi disposti su un reticolo quadridimensionale spaziotemporale, ovvero privo di un tempo a priori che non dipenda dallo specifico soggetto.
Dunque, essendo lo spaziotempo un tutt'uno in sé indifferenziato, nel quale diverse linee possono essere tempo per un osservatore, spazio per un altro, e miscela delle due cose per un altro ancora, eliminare il tempo (più propriamente: i tempi) significherebbe eliminare simultaneamente anche lo spazio (gli spazi), cancellando l'esistenza di qualunque fenomeno: scomparirebbe il mondo, e non vi sarebbe più fisica che osservi ed analizzi il mondo, ma non vi sarebbe nemmeno più alcuna esperienza dell'esistenza di un mondo fenomenico.
Invece l'esperienza dei fenomeni esiste, compresa la scrittura e lettura di questo commento.
Alcuni cercano di cavarsela retoricamente, sostenendo che "il tempo è un fenomeno emergente", ma nemmeno questa è una soluzione: un "fenomeno emergente" è pur sempre un "fenomeno", ovvero un esistente, qualcosa che c'è.
"Cos'è il tempo?".
E' la grandezza che si misura con uno strumento detto orologio (meridiane, clessidre, pendolo, orologi a molla, a cristalli.....).
Tutte le grandezze, in fisica, sono definite operativamente tramite processi di misura.
Chiedersi ulteriormente "cos'è" è senza senso, una domanda ascientifica.
Da un punto di vista scientifico possiamo cercare risposta solo ad interrogativi su fenomeni osservabili e misurabili.Tutto il resto non è galileiano, e non fa parte delle vere discussioni sulle scienze.Mi spiace per gli appassionati di teorie fantasiose, ma il lavoro scientifico procede proprio così, sulla base di osservazioni e misure, senza le quali rimane solo metafisica; rispettabile attività intellettuale, ma ascientifica.Ogni attività ha i suoi metodi.Naturalmente possiamo dichiarare che quando si scenda alle dimensioni di Planck la teoria (non gli esperimenti, che non arrivano a tali livelli!) il tempo degeneri in una generica struttura "schiumosa", ma a quel livello ciò accade per tutte le caratteristiche fisiche.Ciò significa semplicemente che alla scala di Planck, qualora riuscissimo ad arrivarci, non saremmo più in grado di descrivere i fenomeni con nessuna delle caratteristiche osservabili usuali, quindi ci sarebbe un cambiamento di status per tutte le grandezze fisiche, non solo per il tempo.Ma, ripeto, si tratta per ora di una previsione teorica, senza prove sperimentali a supporto.
Amo
nel canale youtube "liber vocis" potrete trovare una lettura di alcuni
capitoli del libro di Carlo Rovelli "sette brevi lezioni di fisica"
dovremmo fidarci delle rose?
Quando dai appuntamento a Rovelli e lui arriva 15 anni dopio
Ma come si fa a capirlo se non parla in italiano?
Caro Ilario, mo' si!!! No Biglino!!
al polso rovelli non ha un "un braccialetto a forma di orologio
L orologio che indossa e"in ceramica
Rovelli è un nichilista sconsolato 😨
Riccardo Wright perché.
Come ti sbagli,ma alla grande !!
Caro Rovelli se ha deciso nella sua vita di fare lo scienziato, bene, ma non si addentri in luoghi oscuri che non conosce, mi creda non le viene bene, continui a studiare.