Complimenti per il video. Ti ho seguito perfettamente, mi sono laureato poco più di un mese fa ed una parte della mia tesi trattava proprio questi argomenti e come sai sui principi non c'è molto da dire oltre a quello c'è anche tu hai detto. Ci si deve entrare dentro in queste cose per capire bene quello che si sta dicendo e tu l'hai fatto perfettamente. Quindi ancora complimenti Continuerò a seguirti 🤟
L'argomento di questo video pone un problema molto più generale che è quello della mancata comprensione della differenza tra la cosa e la sua rappresentazione. La fisica esamina la realtà in due modi essenzialmente diversi: attraverso un linguaggio formale logicamente autoconsistente che ha la pretesa di descriverla, o meglio che si propone di descriverne solo alcuni aspetti, e poi è costituito anche dalle misure che hanno lo scopo di intercettare direttamente la cosa esaminata senza la mediazione di un linguaggio, anche se esiste comunque una forma minore di mediazione che è data dalla strumentazione (con tutti i suoi limiti) usata per effettuare la misura. La relazione tra misura e rappresentazione consiste nel fatto che la rappresentazione, per essere considerata valida/accettabile, deve rendere conto del risultato della misura. È quindi la misura che guida la fisica, non la rappresentazione, che viene costruita solo dopo la misura allo scopo di spiegarne le determinazioni. Secondo me la confusione derivante dall'identificazione tra la cosa e la sua rappresentazione ha una origine psicologica, che consiste nella credenza che le rappresentazioni usate siano per definizione in grado di centrare l'obiettivo per cui sono state sviluppate. La fisica classica (moderna) ha alimentato fino a un certo punto questa illusione anche se fin dall'inizio aveva mostrato il suo limite, per es nello studio dell'ottica per cui sono state formulate 2 teorie (corpuscolare e ondulatoria) tra loro irriducibili. Dire che dopo la misura la distribuzione di probabilità collassa in un punto è un eufemismo per non dire che è la rappresentazione che 'collassa', cioè che è la rappresentazione a mostrare la sua inadeguatezza. Sarebbe molto più onesto spiegare bene fin dal principio ai malcapitati studenti (che vanno facilmente in confusione perché a ciò indotti dagli insegnanti) che la fisica è una disciplina composta da due componenti: la misura (effettuata da strumentazione, intesa in senso lato) e da uno o più linguaggi formali logicamente autoconsistenti che, per essere considerati tali, devono anche essere utilizzabili per fare previsioni sul fenomeno descritto. Le rappresentazioni sono costruite solo dopo le 'misure'. Non esiste nessun 'a priori' e 'a posteriori'. Dire che la misura fa collassare la funzione di probabilità è un pessimo espediente per coprire il carattere provvisorio e puramente strumentale della fisica quantistica che, non essendo in grado di fare una previsione del risultato della misura, deve introdurre la nozione stravagante di 'collasso' invece di avere l'onestà di ammettere il suo limite. Ciò non significa rigettare la fisica quantistica, che si è comunque rivelata utile per fare alcune previsioni, ma solo circoscriverne il valore.
Sempre chiaro. In questo caso mi hai aiutato a scindere misura e teoria oltre a confermare che i miei dubbi a riguardo fossero fondati. Grazie come sempre!
Amo questo canale perché nonostante le tue spiegazioni siano più comprese di quelle della divulgazione standard, alla fine si capisce molto meglio tutto perché le cose hanno senso. Mentre nella divulgazione standard, con tutte le semplificazioni e abbellimenti che fanno, si finisce con l'imparare dogmi che non si sanno spiegare e nemmeno immaginare bene. Ad esempio una cosa che andrebbe usata con grandissima cautela imho sono i paragoni. Invece nella divulgazione standard pare facciano a gara a chi ne fa di più. Apprezzo anche che osi affrontare o quanto meno citare argomenti che per gli altri sono tabù perché forse pensano che il pubblico non sia in grado di gestire troppa informazione. E apprezzo che quando semplifichi, citi ciò che stai omettendo. Ti fa sentire umile ma al contempo ti mette gran curiosità, e soprattutto ti dà informazioni corrette, che nella divulgazione scientifica dovrebbe essere un elemento imprescindibile, incece mi sto sempre più rendendo conto che spesso viene favorita la narrazione e la spettacolarità rispetto alla realtà dei fatti (e non mi riferisco solo a roba per ragazzini tipo focus o i documentari di Netflix, ma anche a roba molto più seria) Grazie per il tuo lavoro
Sono appassionato di scienza moderna e capisco perfettamente che spiegare certe cose è sempre molto complicato perché la cosa più difficile per ogni scienziato consiste nella spiegazione della scienza a non addetti ai lavori e comprendo che divulgare concetti così complessi è tutt'altro che facile quando non li si è ancora capiti a fondo a livello sperimentale
Sei il top, altro che polemico con il titolo. Apprezzo il tuo modo di fare chiarezza. Sintetico e chiaro. Sono anni che ti segue e mi è sempre piaciuto il modo con cui ti distingui dal resto della divulgazione. Top anche la maglia 👍👍👍 Spiegaci cosa vuol dire collasso della funzione d'onda....con la maglia dei Rhapsody 😉.
Complimenti, tanti video o articoli divulgativi prendono come esempio quello di Heisenberg che era più una similitudine che una descrizione concreta del concetto espresso. Like
e certo, perché ancora lui si ostina giustamente ad attribuire una qualche realtà fisica ai pacchetti d'onda, mentre quasi tutti ormai hanno rinunciato a farsi domande sulla realtà, e pretendono (e vogliono convincere, ma con me non ci sono mai riusciti...) che non bisogna porsi domande sulla realtà, ma solo imparare i calcoli necessari ad essere in grado di fare previsioni statistiche sui risultati di alcune misure !! Una fisica ridotta a questo francamente mi fa schifo...
Il vero problema è la misura stessa, la teoria è stata fondata giustamente dalle misure fatte in precedenza, quindi sapere cosa possiamo aspettarci dalla teoria stessa “a priori” deriva comunque da una misura che ha portato a quella teoria, quando capiremo come interpretare la misura allora si che si avranno vere risposte sull’interpretazione della MQ, per ora sono giusto nelle parole e filosofia pura, secondo me, però è molto interessante parlarne, ed è affascinate poter vedere le particelle in due modi diversi, anche a livello di calcolo è molto utile!!! Bel video comunque
Interessante la parte della mancanza di una teoria/spiegazione di come la misura faccia collassare la funzione d'onda, fin'ora credevo che fosse una conseguenza causale diretta codificata nella teoria della meccanica quantistica. Ci sarebbe abbastanza per farne un video? Grazie per queste spiegazioni.
Di fatto è la disputa delle varie interpretazioni: ognuna considera il collasso in modo diverso. Per alcune è un processo fisico reale e indipendente dalla misura che in realtà compiamo, per altre è la nostra conoscenza che cambia, per altre ancora è del tutto assente
In realtà nella seconda metà degli anni '90 è stata perfezionata una descrizione matematica precisa del processo di misurazione basata sugli operatori di proiezione. Il testo classico che la descrive è "Understanding Quantum Mechanics" di Roland Omnès, ma non si tratta certo di un libro divulgativo, anzi.
si Potrebbe dire che la particella si muove caoticamente nello spazio, con una traiettoria non determinale a priori. La distribuzione di probabilità è di tipo armonico quindi esprimibile come somma di funzioni sinusoidali, cioè un pacchetto d’onde. La sua ampiezza in funzione dello spazio mi dice quanto è probabile ‘beccare’ la particella in un certo punto. Più è alta la probabilità più spesso passa in quel punto.
Grande video, grazie. Possiamo dire che l'esperimento (mentale o non) non definisce ma è utile nella dimostrazione del "principio di indeterminazione"?
che bello l'approccio ondulatorio alla meccanica quantistica, invece nelle università usano quasi esclusivamente l'approccio probabilistico, o meglio quello "operazionale" che è quello a me più indigesto !!
Grande. Born to teach. Cosa ne pensi dell'esempio fatto da Feynman dove fa l'analogia con la diffrazione di un'onda da una fenditura e la funzione d'onda dell'elettrone che viene diffratta se l'elettrone passa dalla fenditura?
Queste cose sono comprensibili solo con uno strumento matematico che ci viene in aiuto. Viceversa essendo concetti contro intuitivi non sono completamente comprensibili
A me sembra che il principio di complementarietà e quello di indeterminazione vadano a braccetto tra loro, non potrebbe essere che l' uno sia una conseguenza dell'altro? Forse è per quello che a livello di divulgazione si tende a spiegarli come se fossero la stessa cosa, per semplificare la comunicazione e rendere bene l idea teorica descrivendo il risultato sperimentale
Ciao! Intanto grazie e complimenti per questi bellissimi ultimi 2 video su un argomento molto affascinante e complesso! Ne approfitto chiederti una domanda. L'elettrone viene descritto come un pacchetto d'onda, composto da tante onde di frequenza diversa (uno spettro). Più onde si sommano e più il pacchetto è stretto. Come hai specificato più volte tu in realtà viene descritto da una certa funzione complessa, la funzione d'onda, che è legata alla probabilità di trovarlo in una certa porzione di spazio. Anche questa funzione d'onda può essere scomposta in componenti di frequenza diversa (diversa quantità di moto). La mia domanda sorge dopo che ho iniziato ad informarmi su dei libri e a guardare qualche tuo video sulla teoria quantistica dei campi: le particelle vengono descritte come stati eccitati di un campo che ha proprietà quantistiche. Tipicamente (almeno nel caso del campo KG) le soluzioni alle equazioni di questi campi sono onde piane monocromatiche, ossia composte da una singola frequenza, che descrivono cosi anche le particelle (a quanto sono riuscito a capire). A questo punto mi chiedo, una particella, come l'elettrone, è descrivibile come un'onda piana (e quindi con quantità di moto/frequenza definita) che si estende all'infinito oppure come un pacchetto d'onda (ossia composto da una sovrapposizione di onde piane)? E in quest'ultimo caso, se al pacchetto d'onda corrispondono diverse onde piane sovrapposte, l'elettrone non risulterebbe così "composto" da più particelle (eccitazioni del campo)? Non so se sono stato chiaro, semplicemente mi domandavo come viene descritta una particella in termini di onde. Grazie in anticipo per la risposta e continua cosi! 🙂
Innanzitutto, è un po' strana la distinzione all'inizio: non hai un elettrone composto da onde E una funzione d'onda composta da onda. Un elettrone è descritto da una funzione d'onda che è una sovrapposizione di onde, non hai 2 concetti o sovrapposizioni distinte. Poi, parlare di teoria quantistica di campi (QFT) non risolve niente: la QFT non risolve o non da senso alla sovrapposizione della meccanica quantistica, è solo una delle tante teorie quantistiche che si possono formulare e che descrive le interazioni delle particelle, ma non chiarisce assolutamente cose come la natura ondulatoria della materia, l'indeterminazione, etc. Anzi, questi concetti vengono usati per costruire QFT (come per costruire altre teorie quantistiche, anche la meccanica quantistica standard stessa). Infine, se l'elettrone sia descrivibile come un'onda piana o una sovrapposizione: non c'è una tensione fra queste due cose. Un elettrone a cui possiamo associare un definito momento sarà descritto da un'onda piana, uno con una posizione definita con una sovrapposizione di onde (piane, essendo comode da usare) tale da essere centrato sulla posizione. Ma è solo una comodità distinguere questi casi: quando associamo a un elettrone un momento definito puoi comunque descriverlo come una sovrapposizione di onde tale da essere concentrate su quel valore di momento e quando ha una posizione definita uno stato non in sovrapposizione
Come si rapporta lo spazio di Hilberg con lo spazio reale? Ha un senso solo all'atto della misura? Si può dire che lo spazio reale è una manifestazione dello spazio di Hilberg che affiora solo nell'evento della misura?
Bellissimo video, molto utile anche per me che sto seguendo quantistica questo semestre nonostante sia divulgativo. Avrei una domanda perché spesso a lezione si è parlato di misure simultanee di due osservabili fisiche: Due operatori (supponendo che rappresentino delle osservabili) che commutano ammettono una base di autostati in comune, il che significa che esistono degli stati in cui le entrambe le osservabili hanno valori ben definiti (incertezza nulla); quindi se due operatori non commutano possiamo dire che non esiste una base di autostati in comune però possono esistere degli stati in cui entrambe sono ben definite (quindi simultaneamente determinabili). Ad esempio se la mia base è | 1 〉,...., | n 〉non sono tutti e n stati in cui entrambe ben definite ma potrebbe esistere un | k 〉(autostato di entrambi gli operatori) in cui sono simultaneamente ben determinate. Spero di essermi spiegato decentemente, vorrei capire se il ragionamento dietro alla frase ''misure simultanee'' sia questo, perché mi sembra molto ambiguo.
@@andryoufilms Ah a naso direi semplicemente perché, al netto di controesempi di stati e operatori specifici, IN GENERALE non hanno valori contemporaneamente e si vuole mettere l'accento su questo fatto nuovo e specifico della meccanica quantistica. Ma è una opinione mia, potrebbe anche essere altro il motivo storico di questi nomi
molto chiaro, la butto li da profano, non saprei dimostrarlo rigorosamente, ma se una particella è localizzata da un pacchetto d'onda piu o meno ampio,, mi viene in mente che siccome il pacchetto d'onda è una interferenza di piu onde, piu devo restringere l'intervallo di localizzazione piu devo usare una composizione di un ampio spettro di numeri d'onda ovvero ampio intervallo di momenti associati....ah ok, mi sono accorto che lo spieghi in un altro video. grazie
Uno dei canali più seri di YT sull’argomento. Volevo sapere come si interpreta nella formula Δp x Δx >= h/4π il >=? Cioè quando è uguale per esempio cosa significa? Grazie se risponderai, saluti
Delta p e Delta x rappresentano le varianze delle distribuzioni di probabilità delle variabili p e x, che sono semplicemente dei numeri. Se il loro prodotto è uguale a h/4pi, non ci sono interpretazioni particolari da aggiungere, significa quello che c'è scritto. Piccola aggiunta interessante, se l'uguaglianza è verificata, si può vedere mtwmaticamente che la funzione d'onda dev'essere gaussiana
Non sappiamo se lo spazio sia quantizzato. Per ora le proprietà quantistiche delle particelle sono ritenute delle loro proprietà fondamentali, non riducibili ad altro come alle proprietà dello spazio in cui si muovono
Se interrompo il video per chiedervi di iscrivervi così non interrompo il video per mettere la pubblicità, sono in un interessante dualismo pubblicità/richiesta, in cui mi ritrovo in una posizione incerta tra le due forme. Peraltro il moto che spinge entrambe lo conosco ma non so quantificarlo. Mi sono iscritto.
15:40 penso ci sia un errore qui: come Penrose ha suggerito nel suo libro "The emperor's new mind" (Che ti consiglio di leggere perché è davvero stupendo), un modo per sapere dentro quale fenditura è passata la particella quantistica sarebbe quello di piazzare rilevatori di queste particelle in "tutti i punti" del tragitto della particella esclusi quelli della fenditura stessa, in questo modo se nessun rilevatore ci da un segnale significa che la particella è passata dentro la fenditura :)
In tal caso tutte le particelle passerebbero per una sola fenditura e non si creerebbe nessuna figura di interferenza, in altre parole si cancellerebbe il comportamento ondulatorio.
Non ho mai capito il funzionamento dello specchio, io colpisco un atomo di argento con dei fotoni e becco ogni volta gli elettroni dell'ultimo livello in un punto tale da fare in modo che l'angolo di incidenza sia uguale all'angolo di riflessione. Allora la posizione in cui la funzione d'onda collassa è determinata dai fotoni ?
Potremmo legare il principio di indeterminazione alle caccole dicendo che se conosci la posizione di una caccola non puoi sapere a che velocità ti arriverà in faccia 🤣
C'è anche la caccola di Schrödinger che finché non la interroghi non sai se è ferma o ti colpisce all'occhio (e poiché la funzione d'onda è indeterminata non sai se prende l'occhio destro o il sinistro)
Uhm non lo so ma dal punto di vista della teoria l'incertezza intrinseca tra grandezze come quantità di moto e posizione non deriva dal fatto che i corrispondenti operatori di misura non commutano, ovvero misurare prima l'uno poi l'altro è diverso che farlo in ordine opposto?
Il fatto è che applicare un operatore non significa effettuare una misura nel senso sperimentale del termine, un operatore ti può dire quanto è largo il pacchetto d'onda (nello spazio delle coordinate o dei momenti) e il principio di indeterminazione vale a questo livello. La misura effettiva poi va a proiettare lo stato in uno degli autostati relativi a quell'operatore, ma si tratta di un fatto successivo che dipende dalla presenza di un sistema classico (lo strumento di misura) mentre il principio di indeterminazione si applica già prima.
Come si fa a dire che la particella prima della misura (del collasso) è una funzione d'onda con informazioni su tutte le possibili posizioni e non avesse una posizione già determinata (anche se casuale in qualche misura sulla totalità delle particelle nella stessa situazione) se non è stato possibile misurarla prima e quindi in alcun modo interagire con essa? Non è questo stesso un assunto arbitrario?
Secondo me (e sono solo un medico) il concetto di onda crea confusione. Noi siamo abituati a vedere onde sull'acqua e immaginare onde nell'aria (suono) e tutte e due hanno un mezzo continuo per cui la molecola d'acqua va su e giù ma non si propaga e la molecola di ossigeno (per il suono) si sposta localmente ma non si propaga e questi movimenti locali determinano il movimento delle molecole successive che a loro volta si spostano analogamente ma non si propagano. Tutte e due le onde presentano il fenomeno dell'interferenza esattamente come nell'esperimento delle due fessure per quanto riguarda gli elettroni. Quindi il concetto dell'elettrone come onda non è chiaro in quanto abbiamo una propagazione in (?) un'onda? Giustamente tu parli di "funzione" d'onda e quindi a noi mortali é ulteriormente impedito di "intuire"? Scusa l'ingenuità del discorso.
Ci sono le onde meccaniche, come quelle sulla superficie dell'acqua, o come il suono, che sono il risultato del movimento di molecole. Più specificamente, il suono si può vedere come lo spostamento nello spazio di picchi di densità (dell'aria), mediati appunto dal movimento locale, avanti e indietro, di molecole materiali. Ci sono poi onde, come quelle elettromagnetiche, che non hanno bisogno di un mezzo materiale nel senso che i picchi che si propagano sono picchi di intensità di un campo elettrico e di un campo magnetico. Nel caso delle onde di materia della meccanica quantistica la situazione è simile al caso delle onde elettromagnetiche, ma a spostarsi sono picchi di probabilità di misurare una particella. In ogni caso però la descrizione matematica è praticamente la stessa, sia per onde materiali sia per onde non materiali.
@@RandomPhysics Grazie, sono già onorato della risposta. Il concetto di "picco di probabilità" mi è ovviamente ostico. Ma ho i miei limiti. Grazie ancora, ti seguo.
Hai un format molto polemico. Ogni video che fai scrivi nel titolo che tutto quello che ci hanno detto sul tal fenomeno è "sbagliato". È una scelta "editoriale" (e ci può anche stare dal punto di vista della comunicazione efficace) o lo pensi veramente? È alquanto strano.
a essere scherzosamente polemico è solo il titolo "acchiappaclick", se segui con attenzione i video troverai ben poche frasi polemiche. Solo puntualizzazioni necessarie ed espresse con estremo rispetto.
Non sono d'accordo. Sul significato di complementarietà occorre capirsi. Nel precedente video l'ho citato, e lo intendevo nel senso storico, ossia quello di Bohr, che per primo lo formulò. In estrema sintesi, come Wikipedia riporta, "The complementarity principle holds that objects have certain pairs of complementary properties which cannot all be observed or measured simultaneously. An example of such a pair is position and momentum...". Questo stesso significato storico di complementarietà è riportato anche nel libro di Gian Carlo Ghirardi " Un'occhiata alle carte di Dio". Ora si può discutere se Bohr abbia avuto una corretta intuizione oppure no, e su questo punto mi pare che le opinioni dei fisici siano ancora discordanti e non definitive. Per quanto mi riguarda (ma si tratta di opinione personale), penso che Bohr sul senso della complementarietà abbia colto un aspetto molto profondo.
Ma infatti Bohr parla proprio di grandezze non misurabili simultaneamente, il modo in cui descrive la complementarità nel caso di posizione e quantità di moto è profondamente diverso rispetto all'indeterminazione di Heisenberg, che invece è legata alla relazione fra le larghezze dei pacchetti gaussiani.
@@RandomPhysics Chiarisco ulteriormente. Tra le due posizioni storiche di Bohr e di Heisenberg io non vedo una grande distanza poiché la relazione di indeterminazione di quest'ultimo può pensarsi come il fatto che nel mondo microscopico certe quantità osservabili (come ad esempio posizione e impulso) sono appunto complementari, nel senso che non possono essere misurati contemporaneamente con la stessa precisione che si vuole. In questo quadro la relazione tra indeterminazione e complementarietà viene chiarita proprio dall'operazione matematica della trasformata di Fourier, la quale consente di passare dal pacchetto d'onda gaussiano che rappresenta la posizione, al pacchetto d'onda gaussiano che rappresenta l'impulso (e viceversa), ma in questo passaggio, quando l'uno è stretto, l'altro è largo. Credo che Bohr intendesse questo con "complementarietà", per cui la sua posizione non sarebbe stata diversa da quella di Heisenberg. Poi storicamente questa parola ha preso per lo più un altro significato, legato alla dualità onda-particella.
Forse è meglio dire previsione di misura, non misura, perché questa non è determinabile. Personalmente calcolo previsioni dalle misure delle lunghezze d'onda da uno stato quantistico delle estrazioni del lotto. Non hanno massa, ne particelle, solo pacchetti d'onda. Non voglio annoiare nessuno con le mie teorie, ma trovo molta similitudine con i princìpi della meccanica quantistica
Sei bravissimo a spiegare ed estremamente preparato, però sta roba che fai ultimamente con i titoli che solo te capisci le cose nel modo giusto è un pò antipatica. Sul web ci sono tanti divulgatori altrettanto in gamba (Balbi, Curiuss, il Cuso...) capisco tu lo faccia per i click ma da parte mia risulta veramente antipatico e irrispettoso. Mi sembra una caduta di stile da parte tua ecco. Scusa la critica, ma te la rivolgo solo perché apprezzo molto i tuoi contenuti.
Capisco che il titolo sia di impatto, ma mi sembra che rispecchi il vero, oltre a essere scherzosamente "acchiappaclick". Mi sembra di aver mostrato il massimo rispetto, all'interno del video, nei confronti di spiegazioni più autorevoli della mia, nonostante la mia fosse una puntualizzazione secondo me necessaria e priva di secondi fini (io non guadagno nulla da libri o da biglietti per spettacoli). Approfondendo la fisica ci si rende conto che tanti aspetti e idee di questa scienza vengono non solo semplificate ma distorte dalla divulgazione classica che, a parte rare eccezioni soprattutto provenienti dall'estero, è rimasta ferma a esempi e analogie che hanno mezzo secolo sulle spalle. Io cerco semplicemente di andare un po' oltre, senza nessuna pretesa di mostrarmi migliore degli altri, visto che qualsiasi fisico con un po' di interesse per i fondamenti della meccanica quantistica ha capito benissimo i concetti che esprimo ed è probabilmente in grado di comunicarli meglio di me. Insomma, ammetto che il titolo non sia dei più sobri, ma dal video penso che risulti chiaro il mio messaggio.
Buonasera, vorrei sapere se sia mai stato fatto questo esperimento mentale: se un essere umano potesse trasformarsi in un neutrino (massa quasi nulla e carica neutra) e volesse misurare posizione e quantità di moto di un elettrone, quanto questa interazione andrebbe a perturbare.. a disturbare il naturale comportamento "in corso" di quell'elettrone?
Parigi val ben una messa, e un po' di pubblicità, se aiuta, val bene questi video. Question: ma se restringo la zona di spazio in cui cercare l'elettrone, non dovrebbe ridursi la probabilità di trovarlo? Sorry se la domanda risulta sciocca.
No, se restringi la zona dello spazio ci sono “meno posti” (spazio più piccolo) dove l´elettrone potrebbe posizionarsi (o collassare, o comunque apparire). Questo facilita la possibilità (e probabilità) di trovarlo. Saluti!
No, la probabilità di trovarlo aumenta perché è uno spazio ristretto e ci sono molte più possibilità che l'elettrone si trovi lì piuttosto di uno sistema fisico costituito da onde periodiche.
È proprio vero che più si sale verso la vetta e più il panorama si amplia. Complimenti veramente.
Complimenti per il video.
Ti ho seguito perfettamente, mi sono laureato poco più di un mese fa ed una parte della mia tesi trattava proprio questi argomenti e come sai sui principi non c'è molto da dire oltre a quello c'è anche tu hai detto.
Ci si deve entrare dentro in queste cose per capire bene quello che si sta dicendo e tu l'hai fatto perfettamente.
Quindi ancora complimenti
Continuerò a seguirti 🤟
L'argomento di questo video pone un problema molto più generale che è quello della mancata comprensione della differenza tra la cosa e la sua rappresentazione. La fisica esamina la realtà in due modi essenzialmente diversi: attraverso un linguaggio formale logicamente autoconsistente che ha la pretesa di descriverla, o meglio che si propone di descriverne solo alcuni aspetti, e poi è costituito anche dalle misure che hanno lo scopo di intercettare direttamente la cosa esaminata senza la mediazione di un linguaggio, anche se esiste comunque una forma minore di mediazione che è data dalla strumentazione (con tutti i suoi limiti) usata per effettuare la misura.
La relazione tra misura e rappresentazione consiste nel fatto che la rappresentazione, per essere considerata valida/accettabile, deve rendere conto del risultato della misura. È quindi la misura che guida la fisica, non la rappresentazione, che viene costruita solo dopo la misura allo scopo di spiegarne le determinazioni. Secondo me la confusione derivante dall'identificazione tra la cosa e la sua rappresentazione ha una origine psicologica, che consiste nella credenza che le rappresentazioni usate siano per definizione in grado di centrare l'obiettivo per cui sono state sviluppate. La fisica classica (moderna) ha alimentato fino a un certo punto questa illusione anche se fin dall'inizio aveva mostrato il suo limite, per es nello studio dell'ottica per cui sono state formulate 2 teorie (corpuscolare e ondulatoria) tra loro irriducibili.
Dire che dopo la misura la distribuzione di probabilità collassa in un punto è un eufemismo per non dire che è la rappresentazione che 'collassa', cioè che è la rappresentazione a mostrare la sua inadeguatezza. Sarebbe molto più onesto spiegare bene fin dal principio ai malcapitati studenti (che vanno facilmente in confusione perché a ciò indotti dagli insegnanti) che la fisica è una disciplina composta da due componenti: la misura (effettuata da strumentazione, intesa in senso lato) e da uno o più linguaggi formali logicamente autoconsistenti che, per essere considerati tali, devono anche essere utilizzabili per fare previsioni sul fenomeno descritto. Le rappresentazioni sono costruite solo dopo le 'misure'. Non esiste nessun 'a priori' e 'a posteriori'. Dire che la misura fa collassare la funzione di probabilità è un pessimo espediente per coprire il carattere provvisorio e puramente strumentale della fisica quantistica che, non essendo in grado di fare una previsione del risultato della misura, deve introdurre la nozione stravagante di 'collasso' invece di avere l'onestà di ammettere il suo limite. Ciò non significa rigettare la fisica quantistica, che si è comunque rivelata utile per fare alcune previsioni, ma solo circoscriverne il valore.
Sempre chiaro. In questo caso mi hai aiutato a scindere misura e teoria oltre a confermare che i miei dubbi a riguardo fossero fondati. Grazie come sempre!
Sulla questione pubblicità, la tua scelta è quella giusta e saggia!
Amo questo canale perché nonostante le tue spiegazioni siano più comprese di quelle della divulgazione standard, alla fine si capisce molto meglio tutto perché le cose hanno senso. Mentre nella divulgazione standard, con tutte le semplificazioni e abbellimenti che fanno, si finisce con l'imparare dogmi che non si sanno spiegare e nemmeno immaginare bene.
Ad esempio una cosa che andrebbe usata con grandissima cautela imho sono i paragoni. Invece nella divulgazione standard pare facciano a gara a chi ne fa di più.
Apprezzo anche che osi affrontare o quanto meno citare argomenti che per gli altri sono tabù perché forse pensano che il pubblico non sia in grado di gestire troppa informazione. E apprezzo che quando semplifichi, citi ciò che stai omettendo. Ti fa sentire umile ma al contempo ti mette gran curiosità, e soprattutto ti dà informazioni corrette, che nella divulgazione scientifica dovrebbe essere un elemento imprescindibile, incece mi sto sempre più rendendo conto che spesso viene favorita la narrazione e la spettacolarità rispetto alla realtà dei fatti (e non mi riferisco solo a roba per ragazzini tipo focus o i documentari di Netflix, ma anche a roba molto più seria)
Grazie per il tuo lavoro
(parole sante...)
Sono appassionato di scienza moderna e capisco perfettamente che spiegare certe cose è sempre molto complicato perché la cosa più difficile per ogni scienziato consiste nella spiegazione della scienza a non addetti ai lavori e comprendo che divulgare concetti così complessi è tutt'altro che facile quando non li si è ancora capiti a fondo a livello sperimentale
Grazie mille, davvero ottimo canale.
Continua così!
Sei il top, altro che polemico con il titolo. Apprezzo il tuo modo di fare chiarezza.
Sintetico e chiaro. Sono anni che ti segue e mi è sempre piaciuto il modo con cui ti distingui dal resto della divulgazione. Top anche la maglia 👍👍👍
Spiegaci cosa vuol dire collasso della funzione d'onda....con la maglia dei Rhapsody 😉.
Complimenti, tanti video o articoli divulgativi prendono come esempio quello di Heisenberg che era più una similitudine che una descrizione concreta del concetto espresso. Like
Tra tutti i divulgatori sulla fisica certe robe le ho capite solo con te, sei bravo davvero
e certo, perché ancora lui si ostina giustamente ad attribuire una qualche realtà fisica ai pacchetti d'onda, mentre quasi tutti ormai hanno rinunciato a farsi domande sulla realtà, e pretendono (e vogliono convincere, ma con me non ci sono mai riusciti...) che non bisogna porsi domande sulla realtà, ma solo imparare i calcoli necessari ad essere in grado di fare previsioni statistiche sui risultati di alcune misure !! Una fisica ridotta a questo francamente mi fa schifo...
Molto chiaro e semplice. Complimenti
Il vero problema è la misura stessa, la teoria è stata fondata giustamente dalle misure fatte in precedenza, quindi sapere cosa possiamo aspettarci dalla teoria stessa “a priori” deriva comunque da una misura che ha portato a quella teoria, quando capiremo come interpretare la misura allora si che si avranno vere risposte sull’interpretazione della MQ, per ora sono giusto nelle parole e filosofia pura, secondo me, però è molto interessante parlarne, ed è affascinate poter vedere le particelle in due modi diversi, anche a livello di calcolo è molto utile!!! Bel video comunque
sei il GOAT della divulgazione
concordo, bravissimo, eccezionale...
complimenti per i gusti musicali... Viking Death Metal from Sweden!!!!
Grazie per il video.
Ottima qualità... Come sempre
Interessante la parte della mancanza di una teoria/spiegazione di come la misura faccia collassare la funzione d'onda, fin'ora credevo che fosse una conseguenza causale diretta codificata nella teoria della meccanica quantistica.
Ci sarebbe abbastanza per farne un video?
Grazie per queste spiegazioni.
Di fatto è la disputa delle varie interpretazioni: ognuna considera il collasso in modo diverso. Per alcune è un processo fisico reale e indipendente dalla misura che in realtà compiamo, per altre è la nostra conoscenza che cambia, per altre ancora è del tutto assente
In realtà nella seconda metà degli anni '90 è stata perfezionata una descrizione matematica precisa del processo di misurazione basata sugli operatori di proiezione. Il testo classico che la descrive è "Understanding Quantum Mechanics" di Roland Omnès, ma non si tratta certo di un libro divulgativo, anzi.
Il discorso mi ricorda molto quello che si fa in statistica con gli intervalli di confidenza per stimare un parametro di una distribuzione
si Potrebbe dire che la particella si muove caoticamente nello spazio, con una traiettoria non determinale a priori. La distribuzione di probabilità è di tipo armonico quindi esprimibile come somma di funzioni sinusoidali, cioè un pacchetto d’onde. La sua ampiezza in funzione dello spazio mi dice quanto è probabile ‘beccare’ la particella in un certo punto. Più è alta la probabilità più spesso passa in quel punto.
Interessanti distinguo. Grazie. PS che correlazione esiste tra la funzione d'onda e le onde di de broglie?
Grande video, grazie. Possiamo dire che l'esperimento (mentale o non) non definisce ma è utile nella dimostrazione del "principio di indeterminazione"?
che bello l'approccio ondulatorio alla meccanica quantistica, invece nelle università usano quasi esclusivamente l'approccio probabilistico, o meglio quello "operazionale" che è quello a me più indigesto !!
Che succede dopo il collasso della funzione d'onda? Dopo quanto tempo ricomincia il comportamento ondulatorio?
Grande. Born to teach. Cosa ne pensi dell'esempio fatto da Feynman dove fa l'analogia con la diffrazione di un'onda da una fenditura e la funzione d'onda dell'elettrone che viene diffratta se l'elettrone passa dalla fenditura?
Queste cose sono comprensibili solo con uno strumento matematico che ci viene in aiuto. Viceversa essendo concetti contro intuitivi non sono completamente comprensibili
Ottimi video, complimenti! Ti seguo
A me sembra che il principio di complementarietà e quello di indeterminazione vadano a braccetto tra loro, non potrebbe essere che l' uno sia una conseguenza dell'altro? Forse è per quello che a livello di divulgazione si tende a spiegarli come se fossero la stessa cosa, per semplificare la comunicazione e rendere bene l idea teorica descrivendo il risultato sperimentale
Ciao! Intanto grazie e complimenti per questi bellissimi ultimi 2 video su un argomento molto affascinante e complesso! Ne approfitto chiederti una domanda. L'elettrone viene descritto come un pacchetto d'onda, composto da tante onde di frequenza diversa (uno spettro). Più onde si sommano e più il pacchetto è stretto. Come hai specificato più volte tu in realtà viene descritto da una certa funzione complessa, la funzione d'onda, che è legata alla probabilità di trovarlo in una certa porzione di spazio. Anche questa funzione d'onda può essere scomposta in componenti di frequenza diversa (diversa quantità di moto). La mia domanda sorge dopo che ho iniziato ad informarmi su dei libri e a guardare qualche tuo video sulla teoria quantistica dei campi: le particelle vengono descritte come stati eccitati di un campo che ha proprietà quantistiche. Tipicamente (almeno nel caso del campo KG) le soluzioni alle equazioni di questi campi sono onde piane monocromatiche, ossia composte da una singola frequenza, che descrivono cosi anche le particelle (a quanto sono riuscito a capire). A questo punto mi chiedo, una particella, come l'elettrone, è descrivibile come un'onda piana (e quindi con quantità di moto/frequenza definita) che si estende all'infinito oppure come un pacchetto d'onda (ossia composto da una sovrapposizione di onde piane)? E in quest'ultimo caso, se al pacchetto d'onda corrispondono diverse onde piane sovrapposte, l'elettrone non risulterebbe così "composto" da più particelle (eccitazioni del campo)? Non so se sono stato chiaro, semplicemente mi domandavo come viene descritta una particella in termini di onde. Grazie in anticipo per la risposta e continua cosi! 🙂
Innanzitutto, è un po' strana la distinzione all'inizio: non hai un elettrone composto da onde E una funzione d'onda composta da onda. Un elettrone è descritto da una funzione d'onda che è una sovrapposizione di onde, non hai 2 concetti o sovrapposizioni distinte.
Poi, parlare di teoria quantistica di campi (QFT) non risolve niente: la QFT non risolve o non da senso alla sovrapposizione della meccanica quantistica, è solo una delle tante teorie quantistiche che si possono formulare e che descrive le interazioni delle particelle, ma non chiarisce assolutamente cose come la natura ondulatoria della materia, l'indeterminazione, etc. Anzi, questi concetti vengono usati per costruire QFT (come per costruire altre teorie quantistiche, anche la meccanica quantistica standard stessa).
Infine, se l'elettrone sia descrivibile come un'onda piana o una sovrapposizione: non c'è una tensione fra queste due cose. Un elettrone a cui possiamo associare un definito momento sarà descritto da un'onda piana, uno con una posizione definita con una sovrapposizione di onde (piane, essendo comode da usare) tale da essere centrato sulla posizione. Ma è solo una comodità distinguere questi casi: quando associamo a un elettrone un momento definito puoi comunque descriverlo come una sovrapposizione di onde tale da essere concentrate su quel valore di momento e quando ha una posizione definita uno stato non in sovrapposizione
Buona serata professore
Come si rapporta lo spazio di Hilberg con lo spazio reale? Ha un senso solo all'atto della misura? Si può dire che lo spazio reale è una manifestazione dello spazio di Hilberg che affiora solo nell'evento della misura?
Bellissimo video, molto utile anche per me che sto seguendo quantistica questo semestre nonostante sia divulgativo.
Avrei una domanda perché spesso a lezione si è parlato di misure simultanee di due osservabili fisiche:
Due operatori (supponendo che rappresentino delle osservabili) che commutano ammettono una base di autostati in comune, il che significa che esistono degli stati in cui le entrambe le osservabili hanno valori ben definiti (incertezza nulla); quindi se due operatori non commutano possiamo dire che non esiste una base di autostati in comune però possono esistere degli stati in cui entrambe sono ben definite (quindi simultaneamente determinabili).
Ad esempio se la mia base è | 1 〉,...., | n 〉non sono tutti e n stati in cui entrambe ben definite ma potrebbe esistere un | k 〉(autostato di entrambi gli operatori) in cui sono simultaneamente ben determinate.
Spero di essermi spiegato decentemente, vorrei capire se il ragionamento dietro alla frase ''misure simultanee'' sia questo, perché mi sembra molto ambiguo.
Qual è la domanda?
@@Andrea-nu8gx Non capisco se sia questo il motivo per cui si dicono grandezze misurabili o non misurabili simultaneamente.
@@andryoufilms Ah a naso direi semplicemente perché, al netto di controesempi di stati e operatori specifici, IN GENERALE non hanno valori contemporaneamente e si vuole mettere l'accento su questo fatto nuovo e specifico della meccanica quantistica. Ma è una opinione mia, potrebbe anche essere altro il motivo storico di questi nomi
@@Andrea-nu8gx Grazie mille per l'opinione, si anche io avevo pensato al ''motivo storico'' come poteva essere il nome ''funzione d'onda''.
molto chiaro, la butto li da profano, non saprei dimostrarlo rigorosamente, ma se una particella è localizzata da un pacchetto d'onda piu o meno ampio,, mi viene in mente che siccome il pacchetto d'onda è una interferenza di piu onde, piu devo restringere l'intervallo di localizzazione piu devo usare una composizione di un ampio spettro di numeri d'onda ovvero ampio intervallo di momenti associati....ah ok, mi sono accorto che lo spieghi in un altro video. grazie
Uno dei canali più seri di YT sull’argomento. Volevo sapere come si interpreta nella formula Δp x Δx >= h/4π il >=? Cioè quando è uguale per esempio cosa significa? Grazie se risponderai, saluti
Delta p e Delta x rappresentano le varianze delle distribuzioni di probabilità delle variabili p e x, che sono semplicemente dei numeri. Se il loro prodotto è uguale a h/4pi, non ci sono interpretazioni particolari da aggiungere, significa quello che c'è scritto. Piccola aggiunta interessante, se l'uguaglianza è verificata, si può vedere mtwmaticamente che la funzione d'onda dev'essere gaussiana
Ma h/4π è una costante non ha un significato dal punto di vista fisico? È il momento angolare di una singola oscillazione?
Anch'io sono cresciuto con la convinzione che sia lo strumento di misura che influenza l'esperimento
La quantizzazione dello spazio fa sì che l'elettrone si può trovare solo in una griglia che ha come lato la costante di Planck?
Non sappiamo se lo spazio sia quantizzato. Per ora le proprietà quantistiche delle particelle sono ritenute delle loro proprietà fondamentali, non riducibili ad altro come alle proprietà dello spazio in cui si muovono
Video molto interessante.e maglia possente!
Cerca di fare il professore universitario. Sarebbe il tuo lavoro ideale... bravo!
Like per le felpe \m/
Molto chiarificatore. Pignolo certo ma la matematica lo richiede odia la superficialita'
Se interrompo il video per chiedervi di iscrivervi così non interrompo il video per mettere la pubblicità, sono in un interessante dualismo pubblicità/richiesta, in cui mi ritrovo in una posizione incerta tra le due forme. Peraltro il moto che spinge entrambe lo conosco ma non so quantificarlo.
Mi sono iscritto.
In poche parole piu restringo la zona piu dificile e trovare il punto preciso dell eletrone in quella zona ? giusto
Ottimo video!
15:40 penso ci sia un errore qui:
come Penrose ha suggerito nel suo libro "The emperor's new mind" (Che ti consiglio di leggere perché è davvero stupendo), un modo per sapere dentro quale fenditura è passata la particella quantistica sarebbe quello di piazzare rilevatori di queste particelle in "tutti i punti" del tragitto della particella esclusi quelli della fenditura stessa, in questo modo se nessun rilevatore ci da un segnale significa che la particella è passata dentro la fenditura :)
In tal caso tutte le particelle passerebbero per una sola fenditura e non si creerebbe nessuna figura di interferenza, in altre parole si cancellerebbe il comportamento ondulatorio.
@@RandomPhysics vero, devo rileggere quel passaggio
in quel caso addio figura di interferenza !! ;-)
Bravo
Non ho mai capito il funzionamento dello specchio, io colpisco un atomo di argento con dei fotoni e becco ogni volta gli elettroni dell'ultimo livello in un punto tale da fare in modo che l'angolo di incidenza sia uguale all'angolo di riflessione. Allora la posizione in cui la funzione d'onda collassa è determinata dai fotoni ?
Io sono sicuro che se parli di caccole riesci a rendere interessante l'argomento.
Ma queste non sono “caccole” è meccanica quantistica
@@marco-ld3wk ma infatti non parlavo di questo video.
Un commento comico con un tocco di verità.
È riferito a lui e non al video
Potremmo legare il principio di indeterminazione alle caccole dicendo che se conosci la posizione di una caccola non puoi sapere a che velocità ti arriverà in faccia 🤣
C'è anche la caccola di Schrödinger che finché non la interroghi non sai se è ferma o ti colpisce all'occhio (e poiché la funzione d'onda è indeterminata non sai se prende l'occhio destro o il sinistro)
E cosa dici del gatto caccola. Morto o vivo ?
Uhm non lo so ma dal punto di vista della teoria l'incertezza intrinseca tra grandezze come quantità di moto e posizione non deriva dal fatto che i corrispondenti operatori di misura non commutano, ovvero misurare prima l'uno poi l'altro è diverso che farlo in ordine opposto?
Il fatto è che applicare un operatore non significa effettuare una misura nel senso sperimentale del termine, un operatore ti può dire quanto è largo il pacchetto d'onda (nello spazio delle coordinate o dei momenti) e il principio di indeterminazione vale a questo livello. La misura effettiva poi va a proiettare lo stato in uno degli autostati relativi a quell'operatore, ma si tratta di un fatto successivo che dipende dalla presenza di un sistema classico (lo strumento di misura) mentre il principio di indeterminazione si applica già prima.
Come si fa a dire che la particella prima della misura (del collasso) è una funzione d'onda con informazioni su tutte le possibili posizioni e non avesse una posizione già determinata (anche se casuale in qualche misura sulla totalità delle particelle nella stessa situazione) se non è stato possibile misurarla prima e quindi in alcun modo interagire con essa? Non è questo stesso un assunto arbitrario?
Bel lavoro ;)
Secondo me (e sono solo un medico) il concetto di onda crea confusione. Noi siamo abituati a vedere onde sull'acqua e immaginare onde nell'aria (suono) e tutte e due hanno un mezzo continuo per cui la molecola d'acqua va su e giù ma non si propaga e la molecola di ossigeno (per il suono) si sposta localmente ma non si propaga e questi movimenti locali determinano il movimento delle molecole successive che a loro volta si spostano analogamente ma non si propagano. Tutte e due le onde presentano il fenomeno dell'interferenza esattamente come nell'esperimento delle due fessure per quanto riguarda gli elettroni. Quindi il concetto dell'elettrone come onda non è chiaro in quanto abbiamo una propagazione in (?) un'onda? Giustamente tu parli di "funzione" d'onda e quindi a noi mortali é ulteriormente impedito di "intuire"? Scusa l'ingenuità del discorso.
Ci sono le onde meccaniche, come quelle sulla superficie dell'acqua, o come il suono, che sono il risultato del movimento di molecole. Più specificamente, il suono si può vedere come lo spostamento nello spazio di picchi di densità (dell'aria), mediati appunto dal movimento locale, avanti e indietro, di molecole materiali. Ci sono poi onde, come quelle elettromagnetiche, che non hanno bisogno di un mezzo materiale nel senso che i picchi che si propagano sono picchi di intensità di un campo elettrico e di un campo magnetico. Nel caso delle onde di materia della meccanica quantistica la situazione è simile al caso delle onde elettromagnetiche, ma a spostarsi sono picchi di probabilità di misurare una particella. In ogni caso però la descrizione matematica è praticamente la stessa, sia per onde materiali sia per onde non materiali.
@@RandomPhysics Grazie, sono già onorato della risposta. Il concetto di "picco di probabilità" mi è ovviamente ostico. Ma ho i miei limiti. Grazie ancora, ti seguo.
Hai un format molto polemico. Ogni video che fai scrivi nel titolo che tutto quello che ci hanno detto sul tal fenomeno è "sbagliato". È una scelta "editoriale" (e ci può anche stare dal punto di vista della comunicazione efficace) o lo pensi veramente? È alquanto strano.
a essere scherzosamente polemico è solo il titolo "acchiappaclick", se segui con attenzione i video troverai ben poche frasi polemiche. Solo puntualizzazioni necessarie ed espresse con estremo rispetto.
@@RandomPhysics Capito. Grazie.
È chiaro che Lei il video nemmeno lo ha aperto
Sempre ottime magliette o felpe!
Non sono d'accordo. Sul significato di complementarietà occorre capirsi. Nel precedente video l'ho citato, e lo intendevo nel senso storico, ossia quello di Bohr, che per primo lo formulò. In estrema sintesi, come Wikipedia riporta, "The complementarity principle holds that objects have certain pairs of complementary properties which cannot all be observed or measured simultaneously. An example of such a pair is position and momentum...". Questo stesso significato storico di complementarietà è riportato anche nel libro di Gian Carlo Ghirardi " Un'occhiata alle carte di Dio". Ora si può discutere se Bohr abbia avuto una corretta intuizione oppure no, e su questo punto mi pare che le opinioni dei fisici siano ancora discordanti e non definitive. Per quanto mi riguarda (ma si tratta di opinione personale), penso che Bohr sul senso della complementarietà abbia colto un aspetto molto profondo.
Ma infatti Bohr parla proprio di grandezze non misurabili simultaneamente, il modo in cui descrive la complementarità nel caso di posizione e quantità di moto è profondamente diverso rispetto all'indeterminazione di Heisenberg, che invece è legata alla relazione fra le larghezze dei pacchetti gaussiani.
@@RandomPhysics Chiarisco ulteriormente. Tra le due posizioni storiche di Bohr e di Heisenberg io non vedo una grande distanza poiché la relazione di indeterminazione di quest'ultimo può pensarsi come il fatto che nel mondo microscopico certe quantità osservabili (come ad esempio posizione e impulso) sono appunto complementari, nel senso che non possono essere misurati contemporaneamente con la stessa precisione che si vuole. In questo quadro la relazione tra indeterminazione e complementarietà viene chiarita proprio dall'operazione matematica della trasformata di Fourier, la quale consente di passare dal pacchetto d'onda gaussiano che rappresenta la posizione, al pacchetto d'onda gaussiano che rappresenta l'impulso (e viceversa), ma in questo passaggio, quando l'uno è stretto, l'altro è largo.
Credo che Bohr intendesse questo con "complementarietà", per cui la sua posizione non sarebbe stata diversa da quella di Heisenberg. Poi storicamente questa parola ha preso per lo più un altro significato, legato alla dualità onda-particella.
Il modo più semplice per capirlo paradossalmente è studiarlo col dovuto background matematico.
Come al solito la quantistica investe alla radice il piano ontologico e non solo quello gnoseologico.
Forse è meglio dire previsione di misura, non misura, perché questa non è determinabile. Personalmente calcolo previsioni dalle misure delle lunghezze d'onda da uno stato quantistico delle estrazioni del lotto.
Non hanno massa, ne particelle, solo pacchetti d'onda. Non voglio annoiare nessuno con le mie teorie, ma trovo molta similitudine con i princìpi della meccanica quantistica
A me è piaciuto più il video precedente
Io ho la versione PREMIUM da anni proprio per evitare di perdere tempo in BANNER
Quindi tutta la materia ha una natura duale onda/particella?
Sei bravissimo a spiegare ed estremamente preparato, però sta roba che fai ultimamente con i titoli che solo te capisci le cose nel modo giusto è un pò antipatica. Sul web ci sono tanti divulgatori altrettanto in gamba (Balbi, Curiuss, il Cuso...) capisco tu lo faccia per i click ma da parte mia risulta veramente antipatico e irrispettoso. Mi sembra una caduta di stile da parte tua ecco. Scusa la critica, ma te la rivolgo solo perché apprezzo molto i tuoi contenuti.
Capisco che il titolo sia di impatto, ma mi sembra che rispecchi il vero, oltre a essere scherzosamente "acchiappaclick". Mi sembra di aver mostrato il massimo rispetto, all'interno del video, nei confronti di spiegazioni più autorevoli della mia, nonostante la mia fosse una puntualizzazione secondo me necessaria e priva di secondi fini (io non guadagno nulla da libri o da biglietti per spettacoli).
Approfondendo la fisica ci si rende conto che tanti aspetti e idee di questa scienza vengono non solo semplificate ma distorte dalla divulgazione classica che, a parte rare eccezioni soprattutto provenienti dall'estero, è rimasta ferma a esempi e analogie che hanno mezzo secolo sulle spalle. Io cerco semplicemente di andare un po' oltre, senza nessuna pretesa di mostrarmi migliore degli altri, visto che qualsiasi fisico con un po' di interesse per i fondamenti della meccanica quantistica ha capito benissimo i concetti che esprimo ed è probabilmente in grado di comunicarli meglio di me.
Insomma, ammetto che il titolo non sia dei più sobri, ma dal video penso che risulti chiaro il mio messaggio.
Macchè bastian contrario! Meno male che le dici certe cose!! La divulgazione deve semplificare, non confondere!
Buonasera, vorrei sapere se sia mai stato fatto questo esperimento mentale: se un essere umano potesse trasformarsi in un neutrino (massa quasi nulla e carica neutra) e volesse misurare posizione e quantità di moto di un elettrone, quanto questa interazione andrebbe a perturbare.. a disturbare il naturale comportamento "in corso" di quell'elettrone?
Parigi val ben una messa, e un po' di pubblicità, se aiuta, val bene questi video.
Question: ma se restringo la zona di spazio in cui cercare l'elettrone, non dovrebbe ridursi la probabilità di trovarlo?
Sorry se la domanda risulta sciocca.
No, se restringi la zona dello spazio ci sono “meno posti” (spazio più piccolo) dove l´elettrone potrebbe posizionarsi (o collassare, o comunque apparire). Questo facilita la possibilità (e probabilità) di trovarlo. Saluti!
No, la probabilità di trovarlo aumenta perché è uno spazio ristretto e ci sono molte più possibilità che l'elettrone si trovi lì piuttosto di uno sistema fisico costituito da onde periodiche.
Come il solito "rivoluzioni " il pensiero corrente .
...altro che filosofia. qua siamo al misticismo (e non è una battuta)
Chiarisci meglio la differenza tra principio e teorema