Riflessioni a due giorni dalla pubblicazione del video: È interessante vedere come nessuno di quelli che non sono d'accordo abbia avuto il coraggio di dire: non farebbe per me... preferisco effettivamente godermi questo periodo... non riuscirei a gestire il tempo necessario per fare entrambe le cose... sarebbe troppo stressante... Interessante come nessuno abbia dato motivazioni interne, ovvero riconducibili a noi stessi (e di conseguenza risolvibili da noi stessi) come quelle citate sopra e tutti abbiano parlato invece di situazioni esterne apparentemente fuori dal nostro controllo. Fa molto riflettere. Normale che in alcuni casi specifici questo sia comprensibile (e io stesso ho escluso delle categorie nel video) ma com'è che tutti credono di essere un caso specifico escludibile? Credo di aver centrato a pieno il punto parlando di responsabilità, quella che non ci permette di scaricare il peso da noi all'esterno, come hanno fatto tutti quelli che non erano d'accordo. E sono contento di chi ha invece a pieno apprezzato e capito ogni singola cosa; persone che o si danno da fare o hanno il coraggio di ammettere che non è così senza il bisogno di trovare scuse. P.S.: sottolineo un paio di concetti che mi sono piaciuti tra i commenti e che identificano ulteriormente il punto: -quello che ho detto è qualcosa di difficile da digerire per molti -vittimizzarsi è uno degli sport preferiti degli universitari P.P.S.: mi fa però piacere che anche chi non è d'accordo con me abbia espresso la propria opinione in modo educato, strutturato e sensato. Sono contento di avere una community che anche se non è d'accordo con me lo esprime bene.
Puoi portare un video riguardante il cubo di rubik, dalla parte mnemonica ovviamente, ma potresti anche raccontare la tua esperienza da speedcuber e trattare anche magari di consigli su come risolverlo ad una mano e un altro hint potrebbe essere parlare di come memorizzare gli algoritmi. Proprio di quest’ultimo punto sono molto interessato, magari potresti portarci un articolo nel tuo blog. 👍
ciao, sono uno studente di fisica del primo anno, e mi sto immergendo nella matematica in questo primo semestre, e dopo mesi di studio matto e disperatissimo ne sono uscito con un 30 e lode ad analisi, conquistando una conoscenza del calcolo precisa completa e rigorosa, priva di buchi di trama, conoscenza che farebbe invidia ad altri 30 e lode ad analisi, mi meritavo 40 praticamente. è un percorso profondo e difficile e ti prende tutto il tempo, se non ci dedichi il 100% non puoi farlo così bene, quindi ecco un controesempio alla tua tesi: le facoltà di matematica e fisica. farle bene è qualcosa che non concede di poter fare molto altro, e non farle così bene significa automaticamente farle maluccio, poiché ogni cosa è propedeutica alle successive, e la difficoltà aumenta, quindi se non hai una conoscenza completa di ciò che fai, resteranno sempre dei punti di ambiguità nella tua conoscenza dell'argomento, e quindi non potrai mai essere certo della validità dei risultati che su quell'argomento si fondano, quindi per eliminare le ambiguità e poter dire di fare bene il percorso di fisica/matematica significa per forza che devi farlo perfettamente: non esiste una conoscenza "intermedia" ragionando in questi termini, poiché appena c'è un buco di trama, crolla tutto.
Perfettamente d'accordo, complimenti per gli argomenti forti e senza peli sulla lingua. Si tende sempre a dare la colpa agli altri o al mondo esterno senza provare minimamente a cambiare se stessi. Carlo Magno a 32 anni aveva conquistato mezzo mondo, difatti come sostiene Galimberti ( te lo consiglio ) il periodo della vita con più energia per studiare, lavorare, inventare, creare e procreare va dai 16 ai 30 anni. Passare la gioventù, solamente sui libri di scuola è uno spreco di tempo ed energie. È interessante di come nei commenti non ci si lamenta mai, di tutti gli aperitivi universitari che si fanno: tempo, salute e soldi buttati. Fare un lavoro o un'attività sportiva è troppo faticoso per i giovani d'oggi perché non hanno tempo, però il tempo bere alcolici tutte le sere lo so trova sempre...
Io ho lavorato part-time per 7 mesi mentre finivo la triennale lo scorso anno, ed era un lavoro connesso alla mia disciplina di studio, un lavoro che potrebbe diventare il mio full-time. Tuttavia ho dovuto smettere: sebbene la soddisfazione derivante da un investimento così intensivo del mio tempo fosse grande, dopo qualche mese senza tregua (per rispettare le scadenze universitarie dovevo studiare la sera dopo il lavoro e nel weekend, e avevo il vincolo orario settimanale di lavoro che non mi lasciava scampo), avendo potuto fare solo 7-8 giorni di riposo distribuiti nei tre mesi estivi, di cui 4 consecutivi ad agosto e gli altri tre quattro sparsi fra maggio e settembre, ho iniziato a stare male. Avevo una sensazione sgradevole che si può metaforicamente paragonare al soffocamento, ho dovuto prendere dei giorni di ferie lavorative per scrivere la tesi 12 ore al giorno, per poi tornare a lavorare subito dopo. Ogni rara occasione di svago dovevo rifiutarla perché con la sveglia alle 6 ogni mattina e 12 ore di studio oppure 8 di lavoro + 4 serali di studio non potevo permettermi di tornare dopo le 10. Inutile aggiungere che ero molto irritabile. Al pensiero di continuare con questo ritmo ad oltranza mi veniva il disagio, quindi ho preferito smettere di lavorare all'inizio della magistrale. Mi è dispiaciuto molto perché di certo avrò una minore varietà di esperienza, ma ho pensato che voglio sentirmi bene finché sono in salute. C'è chi invece non si sente male a tenere ritmi anche più duri, o chi cerca di convincersi di stare bene perché non accetta di avere dei limiti. C'è anche chi si diverte così tanto a lavorare e studiare da preferirlo ad una salutare camminata in montagna. È in parte soggettivo, comunque io voglio impegnarmi e fare dei sacrifici sempre nella misura in cui io riesca comunque a stare bene. Perché se vivo odiando il presente con l'obiettivo di avere un bel futuro, sto comunque sprecando tempo. Credo che nel "gioco" della vita il vero vincitore non sia necessariamente quello che ha vinto più coppe, ma quello che più si è goduto la partita. Credo che in vecchiaia i trofei saranno appesi al muro, e conterà quanto si sarà apprezzato il vivere.
Io condivido parzialmente il discorso. Mi spiego. Ho 25 anni e mi sto per laureare in ingegneria informatica magistrale. Condivido il concetto di "semplicità" del percorso, ma non è vero che all'università non si sviluppano quelle soft skills delle soft skills di cui parlavi. I progetti di gruppo, l'interfacciarsi con i professori e con le segreterie (che sono rispettivamente i tuoi superiori e la burocrazia facendo un parallelismo col mondo lavorativo), l'interazione con gli altri colleghi e la capacità di creare relazioni e amicizie, la capacità del public speaking in un'aula ad un esame orale. Queste cose vengono sviluppate e non serve necessariamente un lavoro per farlo. Oltre al fatto che se studi materie molto difficili, se vuoi rimanere nei tempi stabiliti dai percorsi, è davvero difficile fare altre attività che consumano molto tempo, soprattutto un lavoro. E in tutto questo, ci sono persone che iniziando a lavorare presto e vedendo dei guadagni immediati, decidono di abbandonare gli studi perdendosi la possibilità di acquisire conoscenze e prospettive future più solide che una laurea ti può offrire. E in tutto questo, se anche lo lavorassi, perderesti tante esperienze, opportunità e relazioni che soltanto nell'ambiente universitario puoi formare. Perché negli anni a venire non vivrai gli stessi contesti. Dobbiamo trovare i giusti compromessi fra vivere una vita serena e dedicare tempo agli affetti, alle relazioni e alle cose "improduttive" e ciò che invece ci rende produttivi, ci da degli obiettivi. Nessuno dei due estremi fa bene a noi stessi (fancazzista da un lato e iperproduttivo dall'altro)
D'accordissimo.. ho lavorato e studiato durante l'ultimo anno di magistrale, un calvario, ero super irritabile e la mia vita era diventata il lavoro e lo studio, non vedevo altro.. il lavoro ti toglie troppe energie mentali che avrei potuto usare proficuamente per lo studio. Lezione imparata
Non mi pare un messaggio positivo da trasmettere, soprattutto se in modo coercitivo si pone la questione come qualcosa che “dovremmo” fare. Concentrarsi unicamente sullo studio è fondamentale tanto per la propria sanità mentale, quanto per far convergere tutte le nostre forze su un percorso che ci faccia maturare intellettualmente, che ci renda più consapevoli. Gli anni dell’università sono fondamentali da vivere prima di tutto a livello umano, non devono essere forzatamente contaminati dall’esperienza lavorativa. Questa fusione tra produttività e rendimento fa parte di una mentalità alienante e sbagliata che caratterizza i nostri tempi. Io sinceramente prima di fissare la mia esistenza nel mondo lavorativo voglio vivermi il periodo più importante della mia vita studiando
"il periodo più importante della mia vita" allora suicidati a 30 anni. La tua aspettativa di vita è sul serio quella di studiare ora per vivere il resto della tua vita per fare 8 ore al giorno qualcosa che non ti piace ed essere triste finchè non muori? Quello su cui ti voglio far ragionare è che lavorare è divertentissimo, che puoi divertirti e fare grandi obbiettivi anche più avanti. Lavorando BENE (ergo impegnandoti) hai un fiume di gente che ti apprezza, sai di migliorare almeno un pochino il mondo con il tuo servizio. Sono cose che non si posso capire se non si lavora o se si lavora solo per percepire uno stipendio. Tutta la tua vita sarà meravigliosa (dipende da te) non solo questi anni.
Nella mia esperienza di universitario ho provato a fare un lavoretto d'estate e al contempo preparare degli esami ed è stato abbastanza tremendo. Avevo poco tempo per studiare, quasi sempre solo la sera e durante i pasti; il lavoro occupava le energie mentali che avrei voluto dedicare allo studio; sono riuscito a preparare solo un esame (facile) e sono quasi andato in burnout. Da allora ho preferito concentrarmi sullo studio e riesco comodamente a dare 2 o 3 esami per sessione senza paranoie eccessive proprio perché dedico più tempo a studiare. Poi è vero che non faccio solo quello: suono la chitarra, faccio attività di volontariato, ma comunque nulla che io non possa deprioritarizzare durante la sessione. Quanto all'essere assunti dopo non posso esprimermi perché sto ancora studiando, però finora la mia esperienza mi fa non essere molto d'accordo con il video.
Non sono d'accordo: alcune cose sono condivisibili, come per esempio non dedicare il proprio tempo solo allo studio ma cercare di fare con costanza altre attività, tuttavia è chiaro che parli da una prospettiva privilegiata; per molte persone l'università non è l'ultima ruota del carro come per te, per molti è il principale obiettivo di vita se non si vogliono passare diversi anni come magazziniere et similia con un susseguirsi di contratti a tempo determinato ( per alcuni l'università non è neanche un' opzione a meno che non te la paghi di tasca tua quindi finiscono per fare i magazzinieri punto). La cosa più importante non è riempire ogni singola ora della giornata con attività stressanti che possono essere più o meno utili a quello che faremo in futuro, bensì cercare di capire, sperimentando, cosa può essere utile e ci dà soddisfazione e cosa no. Esempio: sei studente di medicina/ingegneria, a meno che non ti lauri ultra in ritardo, con voti bassi, nell'università pinco pallo di salcazzi é improbabile che non riuscirai a entrare nel mondo del lavoro e poi da lì sviluppare la tua carriera, quindi (secondo me) non è necessario buttarsi in un progetto lavorativo senza capo né coda investendo tempo, energie fisiche,psicologiche ed emotive che invece potrebbero essere spese semplicemente per coltivare delle passioni slegate dal lavoro (sport,musica,lettura e quant'altro). Anche perché se nella tua giornata tipo studi 6-8 ore e ti alleni 1.5-2 ore e ci metti anche un minimo di cura della casa/ famiglia/ socializzazione/ imprevisti la tua giornata è pressoché finita. Ovviamente non c'è nulla di male a voler portare avanti un progetto lavorativo (anzi complimenti a chi ci riesce) ma molte persone semplicemente non ci riescono o non hanno voglia di dedicarsi al lavoro il 90% delle ore di veglia sacrificando socializzazione o interessi slegati dal loro ambito di studio. Esempio 2: studente di storia/letteratura/filosofia/psicologia in questo caso invece portare avanti un progetto parallelo può essere consigliato perché non sono lauree che ti garantiscono molto a livello lavorativo quindi cercare di sondare il mondo del lavoro e creare network non è una cattiva idea. Ti faccio notare inoltre che al di fuori dell'università hai ottenuto molto successo in relativamente poco tempo, cosa che sicuramente facilita lo sviluppo di un progetto parallelo al percorso di studi. Pensa se ti fossi impegnato per anni negli sport di memoria senza ottenere risultati soddisfacenti, forse avresti lasciato perdere e avresti proseguito solo con l'università, o forse no, ma il punto è che non esiste la soluzione giusta a prescindere. In molti video sull'auto miglioramento vedo una tendenza a pensare che la cosa giusta sia massimizzare le ore produttive della giornata, che é giusto entro certi limiti, ma si arriva a un estremo in cui non esiste altro praticamente. Recentemente ho cominciato a pensare che la cosa giusta invece sia minimizzare le ore produttive e scremare tutto ciò che è superfluo e abbandonare tutto il lavoro che ha risultati troppo incerti/altalenanti a meno che non piaccia davvero. Stimo il tuo lavoro e ovviamente lo scopo del video era anche quello di triggerare, ma secondo me dovresti sforzarti di vedere le cose da una prospettiva più ampia: molti studenti non hanno neanche la concentrazione necessaria per riuscire a studiare un numero di ore adeguato, quindi il primo step non è quello di inventarsi qualcosa a livello lavorativo ma studiare un numero giusto di ore, condurre uno stile di vita sano, allenarsi un minimo, curare le proprie relazione, rendersi disponibili per le persone a cui teniamo ( tutti i video sull'automiglioramento sono ambientati in questo mondo in cui l'io è al centro di tutto e quelli che ci stanno intorno sono tipo figurine a cui possiamo chiedere favori se abbiamo passato un numero sufficiente di ore insieme, cosa paradossale perché porta all'alienazione).
ci sono diversi modi di reagire a questo video a seconda della situazione in cui ognuno si trova: 1-state già facendo quello che in questo video viene detto e quindi siete d accordo con il contenuto 2-entrate in uno dei casi limite nominati da Andrea e quindi avete altri problemi a cui pensare e non giudicate in modo negativo il contenuto 3-state facendo poco e vi sentite tirati in causa e vedere questo video vi sprona a fare di più 4- non siete d'accordo col video, secondo voi studiare soltanto è la scelta giusta, e per dimostrarlo vi impegnerete ancora di più nello studio per eccellere 5-non siete d'accordo, secondo voi fate già fin troppo e vedendo questo contenuto vi incazzerete e non cambierete assolutamente niente nella vostra routine ecco, di queste 5 reazioni solo una è sbagliata......miglioriamoci
Quanto mi sarebbe piaciuto vedere questo video 3 anni fa. Da 24enne alla fine del proprio percorso universitario da cui si è fatto monopolizzare la vita (peraltro senza neanche troppa vita sociale) che si ritrova esattamente nelle brutte situazioni che hai descritto questo video è un colpo al cuore ma spero con tutto me stesso che aiuti i 20enni a imparare a organizzare il proprio tempo fin da subito, abilitá importantissima, a lavorare e a dedicarsi a qualcosa di parallelo all università. Grazie per questo video
Secondo me è un discorso troppo personale. Ad esempio io ho lavorato per due anni part time 18/20 ore a settimana e sembra che non tolga tempo ma in realtà ne toglie eccome. Ho avuto zero svago e il lavoro mi faceva perdere un sacco di energie (alla domenica facevo 10 ore e tra domenica e lunedì per recuperare ne dormivo 12). Risultato: 3 anni fuori corso, demotivato e l'unica cosa positiva è che non ho il conto in banca a zero. Ci sono troppe variabili da tenere in considerazione. In primis il corso di studio, io faccio matematica e nessuno nel mio corso lavorava o almeno non avevo un lavoro vero e proprio con un regolare contratto, dunque per capirci al massimo lavoricchiava. Tra l'altro come bagaglio personale il mio lavoro mi ha dato ben poco, in un mese massimo due lo impari. Quindi quando dici che queste esperienze ti danno qualcosa, beh dipende anche qua. I migliori del corso dedicavano il loro tempo solo all'università e al tempo libero e adesso la loro scelta ha pagato eccome. Penso che se uno ha la possibilità di farsi mantenere (io non ce l'ho) la debba sfruttare soprattutto se sei in un campo che dà discrete garanzie lavorative, ad esempio ingegneria e stem in generale. Nelle materie tecniche, se mi devo mettere nei panni di un datore di lavoro, valuterei in primis la competenza.
È vero che dipende dalle diverse facoltà (ci sono quelle con obbligo di frequenza che occupano veramente la maggior parte della settimana e succhiano energie che manco un pipistrello vampiro) ma se abbiamo la voglia e le possibilità è un periodo bellissimo per provare a buttarsi nel mondo, viaggiare, cercare un lavoro (anche part time, anche stagionale), coltivare un passatempo/una passione. Tutto questo sempre e solo SE abbiamo la voglia e le possibilità. Ognuno gestisce il suo tempo come crede.
Io ritengo che quando parli di ''poter fare anche altro oltre a studiare'' non tieni conto di diversi fattori, come ad esempio il tipo di corso di studi (nel mio caso le lezioni andavano obbligatoriamente seguite in presenza), la presenza di laboratori pratici che ti impegnano tutta la giornata ed ultima, ma non meno importante, la predisposizione dello studente a fissare i concetti e renderli propri (lasciando da parte la storia personale). Poi, penso che una persona la quale si dedica allo studio in maniera costante e che organizza gli esami da affrontare fissandosi delle date di scadenza, facendo anche dei sacrifici (non uscendo per esempio con gli amici o col partner), possa essere definita una persona responsabile e anche con delle responsabilità nei confronti di sé stesso e del suo futuro professionale. Parli di esperienza richiesta (che a tuo dire potrebbe essere accumulata durante il periodo di università), ma anche qui dipende dal tipo di lavoro per il quale vorrai poi candidarti; ad esempio, un HR di un'azienda farmaceutica da importanza fino ad un certo punto se nel tuo curriculum scrivi che hai fatto il cameriere durante l'università. In questo ambito professionale (ed in quello aziendale in generale) il tipo di esperienza richiesta è, purtroppo, necessariamente cumulabile post laurea. Forse quello che traspare dal video è un eccessivo sminuimento del percorso e dello studio universitario. Molti ragazzi e ragazze ci buttano ''sudore e sangue'' sui libri e credo sia giusto riconoscere in realtà la non semplicità della cosa (attribuita solamente ad un piano di studi già strutturato). Come hai detto tu, non sempre è la scelta giusta da fare l'università o quel determinato tipo di corso di studi.
In questo video tocchi un concetto sacrosanto, ma talvolta difficile da digerire da alcuni (mi ci metto dentro anch'io). Io studio e svolgo sport a livello agonistico e, anche se a volte sono costretta a sacrificare tempo da dedicare a svaghi personali, riesco comunque a gestire il mio tempo e ottenere risultati soddisfacenti in entrambi gli ambiti. Per questo mi altero tantissimo quando qualcuno che studia e non fa nessun altra attività extracurriculare si vanta di "non avere tempo". A mio parere questa è solamente una bugia a nostro danno, un inganno del nostro cervello per farci credere che mollando qualsiasi altra attività e concentrandosi solo sullo studio avremo più tempo. In realtà non è proprio così, perché più tempo significa anche più distrazioni e prenderla più alla leggera con la scusa "tanto ho ancora tempo". Per questo, quando sento che dei miei coetanei hanno mollato il proprio sport a causa della scuola li invito sempre a ricominciare. A volte anche io penso che saltando allenamento, riuscirei a fare tutto con calma e meglio, e l'ho fatto! Mi sono ritrovata comunque di sera a dover fare tutto, dopo un pomeriggio sprecato sui social.
@UngaBunga? Scusami, ma quando in questo commento avrei scritto che io sono l'essere perfetto e che tutti quelli che non fanno sport o altre attività sono delle m*rde? Perché dalla tua risposta è questo che capisco. Ho semplicemente detto che tendono a infastidirmi le persone che sostengono di non avere tempo non facendo comunque niente (perché dai, ormai chi è che sta seriamente tutto il giorno sui libri? È chiaro che c'è un alto fattore di distrazioni). Non mi sembra di essere stata irrispettosa o discriminato qualcuno in alcun modo, come invece hai fatto tu. Siamo in una community in cui si può tranquillamente esprimere la propria opinione e discuterne insieme in modo costruttivo. La prossima volta ti chiedo di essere più educat*. Grazie.
@UngaBunga? mi sa che stiamo proprio cambiando argomento 😂 Questo video era un semplice consiglio su come essere più produttivi e magari su come aprire gli occhi alla realtà ed è inevitabilmente arrivato anche alle persone che non ne avevano bisogno - come potresti essere tu - e che si sono sentite prese in causa e attaccate. Se ti senti a posto con la tua vita, non c'è niente di cui preoccuparsi. Ma per qualcuno che continua a rifilare a se stesso prima di tutti inutili scuse sul perché non abbia tempo (quando magari lo sta solo sprecando sui social), secondo me serve. Così come il mio commento non era rivolto a tutti, in quando parlavo anche della mia esperienza personale. Spero di essere stata chiara.
@UngaBunga? capisco il tuo punto di vista, ma continuo ancora a non capire quale sia il grande problema. Alla fine ognuno è libero di fare quello che vuole senza sentirsi male se qualcuno su TH-cam gli dice che sta sbagliando (anche se, ripeto, da quel che ho capito io quelli nel video sono semplici consigli). Alla fine l'essere umano è, o almeno dovrebbe essere, dotato di intelletto e capace di avere dei propri principi e una propria opinione. Non ci sarebbe stato niente di male nel semplicemente ammettere di non essere portato per questo stile di vita, e quindi di non essere d'accordo con il messaggio del video, senza attaccare l'autore, o addirittura me, utente della community, che ha semplicemente deciso di esprimere la propria opinione e raccontare la propria esperienza. Con questo chiudo, saluti.
Grande video Andrea, sono d'accordissimo con tutto! Mi sono sempre sentita fuori posto perchè ho sempre fatto più attività in una stessa giornata (ad esempio università, sport e strumento musicale) e sono stata sempre criticata per questo modo di essere in quanto "impossibile" oppure "fai tutto e male" quando invece riuscivo a ottenere buoni risultati ovunque... Ho iniziato da poco tempo a sentirmi a mio agio con questa modalità di fare e sono proprio contenta che hai affrontato questo argomento in modo dettagliato.
Sono assolutamente d'accordo con TUTTO. Durante l'università ho lavorato e fatto sport ma senza obiettivi importanti (giusto autonomia economica e benessere fisico). Entrato nel mondo del lavoro mi sono reso conto di quanto l'università fosse un percorso pre-stabilito e "semplice" e quanto servisse ripartire da zero . Ho visto miei ex colleghi cadere nella spirale dei dottorati e delle borse di studio (spesso un modo per continuare a vivere l'illusione di quel mondo protetto), solo per posticipare quello shock post-laurea. Ora che ho iniziato a studiare di nuovo mi rendo poi conto di quanto sia vera la seconda cosa che dici: studiare e basta è più difficile che studiare in un contesto in cui il tempo dello studio deve essere ritagliato e reso più efficiente.
@UngaBunga? Dal tuo commento immagino che hai fatto/fai ancora ricerca. Quindi sai benissimo di cosa parlo. Persone (non tutti sia chiaro) che che si buttano a fare dottorati o continuano ad essere in laboratorio con borse di studio proprio per mancanza di vocazione/iniziativa. Certo che fare ricerca è difficile. Ma entrare in un programma di dottorato o prendere una borsa di studio è difficile? No, per niente. Come capisci chi sono queste persone? Chiedigli il giorno dopo l'esposizione della tesi di dottorato cosa pensano di fare nella vita. E conta chi veramente vorrà fare un post-doc oppure chi ti dirà che vuole continuare in accademia.
Io ti posso portare la mia esperienza quasi diametralmente opposta almeno all'inizio. Ho 33 anni, mi sono iscritto all'università che ne avevo 30, e ora sto finendo la tesi. Ho lavorato come insegnante di musica e assicuratore per qualche anno. Ho iniziato l'università che non riuscivo a fare granché per lo studio, poi è arrivata la pandemia e ho avuto modo per puro caso di dedicarmi esclusivamente allo studio per qualche tempo. È utile se hai una certa maturità alle spalle, dedicarcisi a pieno, intendo. Soprattutto se come me hai bisogno di prendere il ritmo. Sono musicista e prima del covid facevo davvero milioni di cose diverse senza riuscire a prendere l'abitudine allo studio, e la postura. Bisogna tenere conto che almeno per un annetto forse lo studente dovrebbe abituarsi a studiare soltanto. Gli anni successivi anche io sono tornato a fare tantissime cose, sono andato a vivere all'estero, ho lavorato lì, facevo avanti e indietro per sostenere gli esami. È stato davvero molto faticoso, ma non sarebbe stato possibile se non avessi avuto modo di concentrarmi esclusivamente sullo studio. Uno dei problemi più importanti che viene fuori anche da quello che dici è che la gestione del tempo è problematica, ed è vero. Sempre stato un gran problema anche per me, ma bisogna fare estrema attenzione col portare avanti tante cose, si rischia di perdere la bussola...
Andre stavolta credo che tu abbia troppo spostato la tua personale percezione della vita come applicabile a tutti esclusi i casi limite. Però non è così. È estremamente dimostrato che il mindset non basta se non c’è il giusto contesto. Io capisco che tu senta di aver vinto contro il tuo contesto, ma non è così che funziona. Dipende dal contesto scolastico e da quello familiare e da quello degli amici, tutte cose piuttosto casuali se ci pensi. Il fatto che qualcuno come te riesca a ottenere grandi risultati è un essere la persona giusta al momento giusto, nel contesto giusto per lei, e non c’è niente di male in questo né sminuisce il fatto che poi tu abbia saputo sfruttare bene queste risorse. Però minimizzare il fatto che ogni persona reagisca in modo diverso al suo personale contesto mi sembra troppo semplicistico. Non che si deve dare allora tutta la colpa al caso eh, assolutamente, però il terminare con un consiglio vago e paternalistico non aiuta nessuno, aumenta la sensazione di disagio che permea la nostra generazione e secondo me è pure un po’ snob. Il contesto attuale del liceo ti spinge a non fare nemmeno vita sociale, figurati un lavoro; quello dell’università uguale, i professori ti trattano a battutine passivo aggressive sul fatto che tanto noi anche alle 23 staremo ancora studiando tutti i giorni, che non dobbiamo fare altro, che sui banchi dovremo morire, e uguale i genitori. Secondo te così il contesto com’è? Dici che quindi siamo tutti scemi se solo pochissimi riescono a lavorare intanto? Che siamo tutti pigri? Io dico che abbiamo tutti bisogno di un forte aiuto, di riforme, di futuro, e di una guida concreta. Non che ci renda le cose semplici, come dici tu, ma che non ci cresca come si faceva 50 anni fa per poi farci trovare terrorizzati e insoddisfatti del futuro che ci si prospetta. Io capisco che una volta che questo contesto non c’è l’unica cosa che si può fare e rimboccarsi le maniche, ma è molto diverso da quello che dici tu, e non c’è niente di male a seguire un percorso fatto per essere fatto a tempo pieno e non voler lavorare anche intanto. L’esperienza che viene richiesta nei lavori entry level non è generica esperienza lavorativa, ma specifica di chi ha già la determinata laurea quindi non capisco in base a cosa si poteva “farla prima”. Sarebbe stato carino un video solo sull’incoraggiare questo percorso per apprendere le skill e quella roba lì, ma non una grande invettiva contro la pigrizia. Mi dispiace ma stavolta non sono per niente d’accordo con i toni e la paternale.
Il motivo per cui non sono d'accordo è che tutto questo è uno spostare la responsabilità da noi agli altri. Addirittura vengono menzionati gli amici e il modo in cui i professori ci trattano. Ovvio non tutti partiamo da contesti ugualmente vantaggiosi ma cosa ci ferma dal modellarli nel corso del tempo? Cosa ci ferma dal reagire in maniera diversa a ciò che ci viene posto? Al fare qualche sacrificio in più invece che sentirci delle vittime? La risposta è noi stessi. E l'aspettare "un forte aiuto dall'esterno, e delle riforme" è un altro segno dello spostare il cambiamento da noi a qualcun altro, qualcun altro che probabilmente non arriverà mai.
@@AndreaMuzii Credo che prima di agire senza sentirsi una vittima sia necessario accettare e ascoltare la natura di questo sentire. Altrimenti le fondamenta non sono solide e magari fai tremila cose per evitare di accettare il lato vittima di te. Il video é bello perché apre piu possibilità e invita a non limitarsi al solo studio, però escludere il lato umano non permette un'analisi well-rounded. Credo che la pigrizia della nostra generazione sia strettamente legata ad un senso di colpa che ha radici profonde nelle relazioni di questa società, amare e amarsi é il primo passo per uscire dalla propria grigia routine e credo che sia l'amore a farci alzare dal letto ogni mattina ( come hai citato nel video nei casi piu gravi non ci si alza proprio e secondo me il fatto che limiti le tue possibilità é connesso all'essere limitato dalla mancanza di amore nella tua vita). Ho divagato un po, piu che parole volevo trasmettere un concetto. Il video é na bomba
@@AndreaMuzii spesso un individuo da solo non ha la potenza d'azione tale da poter modificare da solo tutto il sistema. Personalmente a fine triennale ho lavorato e sono d'accordo con te sul fatto che mi abbia arricchito ma giusto perché ho trovato un posto in cui mi trovavo bene e mi ha dato la forza di andare avanti nonostante fossi ampiamente sfruttata Ho percepito un po' un messaggio contro la "pigrizia dei giovani" che anche io trovo un po' troppo paternalistico e semplicistico soprattutto
@@AndreaMuzii ma non è una mia opinione che il contesto sia dominante rispetto al mindset, è una cosa dimostrata dagli studi (era una cosa che sapevo di mio ma per dare un minimo di supporto ho cercato "willpower and environment"). Quindi "cosa ci ferma"? L'environment. Più della forza di volontà. E io non dico che non sia deleterio dare la colpa sempre a qualcos'altro, ma non considerare proprio che questa colpa ci sia e sia dimostrato che ci sia secondo me è ugualmente sbagliato e anzi mi permetto di dire che è parte di una mentalità tossica. In questo video e nel tuo commento non solo mi sembra di capire che tu boh forse non sapevi i questi studi? Vuoi non crederci perché credi che sia 100% mindset o comunque più del contesto? Non è che sia sbagliato poi tutto il discorso del video, eh, c'è tanto di cui discutere, è comunque giusto dire che non bisogna vittimizzarsi, che bisogna avere un atteggiamento ottimista. Ma in che modo questo tuo video ha aiutato chi in questo momento fa l'università e si sente sopraffatto dal percorso? In che modo lo aiuta sentirsi dire che dovrebbe lavorare, senza un consiglio pratico e per di più sentendosi dire che è un pigro se non lavora, se non usa il suo tempo al massimo come invece fai tu? Avrebbe aiutato di più dire che è colpa del contesto se all'università non si è spinti a lavorare e si è spinti a dire che non si ha mai tempo QUINDI è importante plasmare IL CONTESTO, che ok che sono io che lo plasmo, ma è più importante che passi il messaggio che mettere la tavoletta di cioccolata sempre sul tavolo per resisterle attivamente è molto meno efficace che non comprarla proprio. Magari sembrerà meno che io abbia usato il magico potere della mia forza di volontà, ma in realtà è il modo scientificamente più efficace per "resistere alla tentazione", cambiare il contesto. Quindi ad esempio secondo me era una buona idea consigliare dei progetti di volontariato, molto più facili da trovare di un lavoro e relativamente meno responsabilizzanti ma che aiutino a introdursi in un contesto che alla fine è ugualmente lavorativo, anche se tecnicamente non retribuito, funziona in tantissimi ambiti diversi e insegna numerosissime soft skills. Ma dire così "andate a lavorare" non vuol dire niente. Comunque capisco il motivo per cui sei così infervorato però è davvero sbagliato parlare così. Quel "fare qualche sacrificio in più invece che sentirci delle vittime" è davvero triste da leggere, davvero davvero molto tossico, almeno per me. Diciamo che il messaggio di fondo lo capisco ed è giusto ma chi aiuta dirlo così? Non so, mi sembra che tu sia entrato in una spirale che finisce con quei video motivazionali trash...
@@AndreaMuzii infatti il contesto comunque detta le tempistiche almeno quelle devi concedere che non possono essere modellate, infatti ognuno ha i suoi tempi
Questo è il genere di video di cui TH-cam Italia ha bisogno, è di una potenza e di un importanza assurda e il fatto che tu abbia proposto un tema del genere dobbiamo essertene solo grati. Siamo fagocitati da modelli e linee guida da seguire che spesso ci provocano solo ansie e paure già prima di metterci realmente in gioco. La realtà è tutt'altra cosa, verissimo quello che dici, perché sapersi relazionare con gli altri e fare esperienze non è cosa da sottovalutare. Io ti parlo del mio caso ho 27 anni e devo ancora finire la triennale d'ingegneria, nonostante abbia fatto diverse esperienze nell'ambito del sociale e del volontariato, spesso mi sono interrogato su quale fosse il mio reale obiettivo. Per quanto sia appassionato delle materie scientifiche e d'ingegneria l'università è sempre stato un mondo per me poco stimolante e alcune volte demotivante, veramente una spada di Damocle sulla testa. Una corsa estenuante nel realizzarsi nei tempi e nei modi illudendoci che l'unica via sia quella, quando poi ognuno di noi è diverso e non possiamo seguire tutti la stessa strada. Negli anni quando ero bloccato con gli esami, mi sono dedicato a imparare altre cose e migliorare le mie soft skills anche per ritrovare la forza e la fiducia in me stesso, prendendo un diploma e vari attestati. Molte persone come me si trovano in un limbo e spesso si sfocia in cose ben più serie come la depressione e perdere la voglia di vivere, quindi è giusto dire anche che non è mai troppo tardi e bisogna circondarsi di persone vere che ti spronino a dare il meglio e non mollare, anche perché quasi sempre la facciamo più grande di quella che è, abbiamo bisogno di cambiare gli occhi per vedere la realtà da un altro punto di vista, c'è sempre una soluzione in questo caso. Grazie mille per aver trattato questo argomento spero che molti lo trovino utile come lo è stato per me è importante vedere video così per la crescita personale, non è da sottovalutare. Ad Maiora Semper
Trovare esattamente il mio pensiero espresso dalle tue parole è sorprendente! Sostengo e ho sempre sostenuto il fatto che, lavorando -avendo quindi meno tempo- si raggiungono i risultati migliori
Non so Andrea. Io al Politecnico a torino schiattavo per fare gli esami e di fuori corso che studiava sodo era pieno. Forse dipende dall'università e forse metterei anche molte ingegnerie. Il discorso generale ci sta, ma non applicabile per tutte le università, alcune richiedono il 100% e a volte nemmeno quello basta. Tolto quello, come detto condivido il discorso generale, anche se cmq io nel periodo uni ho fatto anche esperienze diverse e che ti formano ugualmente, riguardo amicizie e storie amorose. Non esiste solo la carriera e il successo.
Il Politecnico di Torino è veramente impegnativo...mio figlio lavora anche ma è veramente veramente stancante gestire Politecnico ingegneria fisica e lavoro... comunque vedremo il dà farsi...per ora è così ma non facile assolutamente
@@giulykiss8802 si. Io ero fuori sede e senza mensa che ero in prima fascia. Ai primi 3 anni arrivarono 3 in corso, erano i primi anni di nuovo ordinamento, poi hanno adattato il carico spero.
Ciao Andrea, la penso esattamente come te. Sempre lavorato oltre studiare proprio per i vantaggi da te elencati. Al momento lavoro al 100%, studio e ho anche 3 bambini piccoli. Il 99.99% delle persone che mi circonda non fa altro che chiedermi come faccio, se sono pazzo o sia un alieno etc. etc. Con il passare del tempo ho capito che questa è una scelta di vita come tutte le altre e che se per me ha un senso non debba per forza averlo per altri. Una cosa è certa, anche se ogni tanto mi manca l'ossigeno, non la cambierei per nessun'altra vita. Amo il duro lavoro, le sfide e mettermi in difficoltà. Penso che ogni giorno sia un'opportunità per noi nati in questa bella parte di mondo e pertanto vada sfruttato ogni singolo minuto. Forza tieni duro!
La formula perfetta per fare più cose in modo mediocre...se vuoi essere un ingegnere o magistrato di un certo livello, devi concentrarti solo su quello. Poi certo, se vogliamo parlare di scienze motorie o filosofia, sono d'accordo che è sprecato fare solo quello...ti basta un mese a semestre per passare gli esami.
Legge di Parkinson: più è il tempo a disposizione, più il lavoro da svolgere sembra impegnativo. Condivido molte delle cose che hai detto. Sono cose che nessuno vorrebbe sentirsi dire, ma in un mondo in cui si perde sempre più tempo dietro a distrazioni, sono cose necessarie.Trovo però che sei stato troppo drastico e categorico. Alcune persone hanno difficoltà e problemi che secondo me non comprendi bene... e il contesto conta, eccome se conta.
Mi piace molto questo genere di video "cattivo" che sprona chi lo guarda a svegliarsi e darsi da fare. Tuttavia, secondo me sarebbero stati utili anche esempi concreti per contornare l'ottimo discorso che hai fatto, ma che, secondo me, è abbastanza astratto. Nel concreto uno studente comune cosa potrebbe fare per darsi da fare? Sport agonistici? Parliamo comunque di una nicchia ristretta. Studente lavoratore? Sicuramente una possibilità, ma è molto difficile trovare un lavoro stimolante, anche non inerente al percorso di studi, che comunque non porti via troppo tempo all'attività principale. Inoltre si è molto condizionati dalla realtà in cui si vive: in un paesino piccolo anche se si è volenterosi le possibilità non piovono dal cielo. Con questo non voglio assolutamente difendere il classico studente normalone che fa solo quello e che come hai detto dice di non aver mai tempo per fare alto, però anche la realtà in cui ci si trova gioca un ruolo fondamentale. Alla fine le cose da fare sono nella maggior parte dei casi sempre quelle: studio, palestra e un lavoretto che può essere il cameriere/portapizze/commesso o simili, o comunque un lavoro part time che nella maggior parte dei casi non è stimolante e che si finisce a fare appunto per dire "non faccio solo l'università".
Devo assolutamente appoggiarti sulla parte : "TROPPO TEMPO". Nonostante sia un 18enne a metà 5 superiore, ho notato come la maggior parte delle persone ( io per primo) tendono a sprecare questo elemento. Tale osservazione è nata proprio negli ultimi mesi mettendo in confronto il mio passato o precisamente la 4 superiore in cui le mie giornate erano : scuola e casa ( studio). Avevo una media complessiva del 7 senza neanche impegnarmi più di tanto, ma la solita scusa era quella del tempo senza neanche provare a migliorare. Proprio quest anno, non in vista della maturità, ma grazie ai 18anni ( i quali mi hanno permesso di accedere a più aree del mondo) è cambiato tutto. La mia giornata è estremamente variegata, ovviamente vado ancora a scuola, ma diversamente da prima ora sto cercando di portare avanti una mia " attività ", nel mentre sto prendendo pure la patente e contemporaneamente mi sono anche fidanzato senza contare la parte dedicata allo studio delle materie scolastiche. Conclusioni? Ora ho la media dell'8, ma non mi accontento, voglio di più.
Io lavoravo di giorno e studiavo di notte. Inutile dire che questa "palestra" è stata utilissima perché mi ha temprato, mi ha donato l'autodisciplina e lo studio attivo sui libri e non passivo in aula mi ha consentito di apprendere le nozioni desiderate in modo più incisivo. Ognuno ha il proprio percorso. Nel mio caso, ho "dovuto" fare così perché i miei genitori non potevano pagarmi gli studi. Ho fatto, quindi, di necessità virtù. Ancora oggi sono grato all'esperienza fatta nel periodo universitario.
qui spero riconoscerai che hai toppato ti porto il mio caso specifico ma la situazione di vita può essere la stessa per tante altre persone. Ragazze e ragazzi. Ragazzo da sempre motivato. Succede un evento familiare nel 2018 che ancora oggi assume connotazioni diverse. Per sta cosa io combatto contro ansie e problemi e vado da uno psicologo. Io faccio l'uni, farò 23 anni a breve e mi mancano tanti esami. Non ho mai lavorato. Ho le mie colpe, ripeto non vuole essere una giustificazione ciò che ho detto prima, HO LE MIE COLPE. Io ti ammiro e sono anche intenzionato a comprare il corso però se permetti tu hai detto implicitamente che uno a 25 anni se non ha fatto nel modo in cui dici te si è giocato la vita praticamente a livello di occasioni lavorative. Dicendo così non aiuti ragazzi come me che sono deboli mentalmente, non mi vergogno a dirlo in questo momento è così. E non perché devi prenderci per il culo però io lo vivo il mondo e non è come dici te. Tu tiri proprio una linea Andrea dove risiede la tua visione delle cose. Non esistono pacchetti pre confezionati nella vita. Io ti dico. Sono d'accordo con te? Al 90%. Perché secondo me è obiettivo che una persona potrebbe avere, attenzione potrebbe, (avere) più difficoltà. Però no che praticamente si deve precludere i propri sogni. C'è tu forse non ti rendi conto ma tutti i non parzialmente realizzati sopra i 25 anni sono falliti. Non è così. È probabile che avranno più difficoltà ma non è detto. Tu generalizzi andando a vedere solo il tuo punto di vista. Io ti stimo tantissimo però non so tutti come te. Non siamo tutti dei vincenti totali o quasi e soprattutto ognuno di noi ha i suoi tempi. Sennò eravamo la corea del nord se tutti dovevano essere uguali. Scusa l'italiano era tardi. Ti auguro il meglio perché sei una bella persona❤️
Grazie del commento. Innanzitutto ho escluso i casi particolari, soprattutto per quanto riguarda eventuali problemi psicologici reali (e mi dispiace molto per le tue difficoltà). Poi non ho assolutamente detto che se a 25 anni non si hanno esperienze allora ci si è giocati il futuro lavorativo a vita. Ho detto che è una difficoltà in più e che si sono perse delle occasioni. Ed è la verità. Poi, non ho ovviamente neanche detto che se uno non ha successo e non si realizza in fretta allora è fallito. Ci vuole tempo per le cose, io riconosco di aver avuto (anche) fortuna nell'avere successo in fretta. E proprio perché ci vuole tempo, prima si inizia e più cose si fanno, meglio è. E rientra tutto in quello che ho detto nel video.
Questo video triggererà parecchia gente. Però sono d'accordo su tutto, se uno intende l'università come un diplomificio che automaticamente ti prepara e dà lavoro rischia di rimanere scottato. Il mondo del lavoro può essere davvero crudele, meglio faticare di più bruciando le tappe che che posticipare l'inevitabile scontro con la realtà.
Video utile per alcuni spunti di ragionamento: la differenza tra semplice e facile; difficile e complesso. Che porta alla riflessione sulle decisioni e la responsabilità.
Lavoro (full-time) e studio, condivido moltissimo il discorso e apprezzo anche l'energia con cui trasmetti il concetto. So anche che il vittimismo è lo sport preferito di molti universitari (lo dico sia perché ci sono passato sia perché la maggior parte delle persone che conosco e a cui voglio bene sono così), quindi discorsi del genere posti in questo modo risultano fortemente allergizzanti a chi non è disposto a mettersi così tanto in discussione. Forse avrei posto alcuni argomenti in modo più delicato, o almeno con una confutazione più solida delle potenziali antitesi, perché temo che con questo video colpirai nel segno soprattutto chi "è già dall'altra parte", ha fatto già sue le cose che dici e ritroverà se stesso nella tua storia. Ma spero di sbagliarmi e che tanti universitari ancora "ignari" ne traggano beneficio. Una considerazione personale: secondo me anche all'università ci sono delle decisioni e delle responsabilità paragonabili a quelle del mondo del lavoro, specie se si tratta di un lavoro dipendente. Scegliere una facoltà e scegliere un'azienda, dover studiare per un esame e dover finire un lavoro per una consegna importante, essere demotivati da un insuccesso... non sono mondi poi così diversi. La chiave sta nell'attitudine, che deve essere positiva, propositiva e vincente in entrambi i casi, con la voglia di spaccare e crescere. Vero è che nel lavoro gli effetti di ciò che fai, invece, sono moltiplicati: un ottimo lavoro può condurre a consegne/prodotti di alta qualità, contribuisce a cambiare la qualità dell'azienda per cui lavori o della vita dei tuoi clienti, ti dà una soddisfazione e una sensazione di auto-efficacia concreta e tangibile, e spesso ti procura più denaro che ti fa vivere meglio, ecc...; un ottimo esame più del 30 e lode non può darti. Un pessimo lavoro può condurre in seria difficoltà la tua vita quotidiana; un pessimo esame ti fa rimanere male e lo rifai alla sessione successiva. Quindi per certi versi è come se l'università fosse la demo del gioco completo che è il lavoro (o la vita...). Sto escludendo tutti gli insegnamenti interiori impagabili che ti dà l'università: anche questi, secondo me, dipendono dalla propria attitudine a ricevere gli stimoli da ciò che ci circonda nella vita, quindi non li vedo esclusivi di un contesto piuttosto che di un altro. Il passaggio raccontato in questo video che riconosco come il più utile nella mia vita quotidiana è la percezione che abbiamo del nostro tempo: crediamo sempre di averne troppo poco, invece la maggior parte delle volte ne abbiamo troppo. Non è una supercazzola se dico che "facendo più cose, riesci a farne di più". Essenzialmente perché le attività si prendono il tempo che dai loro. Poi arrivi al limite, vai in burnout e fai un passo indietro. Ma lungo questo percorso hai capito che il limite è molto più avanti di quanto credevi la prima volta che ti sei fermato. Daje e in bocca al lupo sempre!
Tempo fa lo facesti già un video simile ma te lo ripropongo perchè penso che gli impegni sono aumentati o magari cambiati. Che ne pensi di rifare un video dove ci esponi come organizzi la tua giornata tra studio, lavoro e sport? Grazie Andrea, un abbraccio.
Posso raccontare quello che è capitato a me che magari può servire a chi non ha ancora iniziato il percorso. Ho lavorato in pizzeria facendo un part-time durante la triennale, è vero che ti da un' impronta ti senti soddisfatto di aver guadagnato i primi soldi però A) è un lavoro che devi fare anche nel weekend e ti toglie un po' di vita sociale B) ho terminato il percorso impiegando un anno in più. Chi frequenta l'Università a tempo pieno se ha la possibilità di farlo per me fa bene.
Probabilmente fai economia o materie assimilabili, dove sicuramente la mole di studio non impatta più di tanto. Ma come già detto da altri nei commenti tutto va ponderato alla situazione!!!
Sono d’accordo con te su tutto. Io ora ho 19 anni e da quando ne avevo 16 e facevo lo scientifico in estate lavoravo come meccanico/aiutomeccanico dopo col passar del tempo ho iniziato a lavorare non solo in estate ma anche il sabato e nei giorni festivi come Pasqua/Natale ste feste qui e ora che ho iniziato l’università (ingegneria dei materiali) (dove stanno sorgendo tutti quei problemi che elenchi tu nel video) sto abbandonando molto il lavoro ci vado raramente o solo se mi chiamano e me ne pento anche se guadagno poco ma io l’ho sempre presa come un’esperienza. Detto questo oltre allo studio vado una volta a settimana in piscina ma vorrei iniziare un qualcosa o online o fisicamente ma ho sempre molta paura è quasi mi sento limitato credo dal contesto familiare nell’’iniziare qualcosa… Comunque bel video devo recuperare gli altri video come la noia è un crimine Ps: all’immacolata 8 dicembre scorso sono andato a lavoro mi sono svegliato alle 6:30 ho iniziato a lavorare al 7:30 per mezza giornata comunque poi dopo mangiato ho riposato e mi so messo a studiare ero stanco ma concentrato più del solito con meno distrazioni dai social.
Ciao Andrea , ho 23 anni e mi sono iscritta quest'anno all'universitá ...fin'ora ho sempre lavorato e basta e ho deciso comunque di non mollare il mio lavoro (40 h alla settimana ) spero di farcela ma sono convintissima ❤️🤞voglio fare entrambi perché mi sono resa conto che entrambi sono importanti
Ho 28 anni e lavoro da 8 anni attualmente sono dipendente pubblico e guadagno 1600 netti al mese , ma il mio lavoro è un lavoro fisicamente pesante , voglio laurearmi in economia e finanza e ho già sostenuto vari tolc-e, spero di poter fare tutto nei tempi giusti e poter laurearmi ed avere un stipendio simile o superiore a quello che percepisco senza dovere spaccarmi la schiena. Sono Oss e come dipendente pubblico potrei anche usufruire di 150 ore annuali pagate oltre che lavorando tre giorni di fila e due giorni di riposo sono fiducioso ed essendo economia una facoltà che non richiede la presenza e la più affine al mio caso,chiaramente potrei frequentare 2/3 giorni a settimana l’università.
A questo punto però avrei una domanda per te Andrea. Spiego un'attimo il contesto, io sono una ragazza di 23 anni e sono ora al quinto anno di magistrale in Fisica. Dal primo anno di università lavoro studio e mi alleno con costanza, per questo mi trovo d'accordo con te per la maggior parte delle cose che hai detto, ma per tutta la mia carriera universitaria mi sono sentita un passo indietro ai miei compagni. La mia domanda quindi è: Facendo più di una cosa insieme al meglio, si può diventare i migliori nel proprio campo? Tu sei il migliore nel tuo, ma sei riuscito a rimanere in pari con l'università avendo la media che desideravi? Sei riuscito a mantenere la vita sociale che desideravi, la costanza e l'impegno nell'allenamento che desideravi? Perché io mi sono laureata perfettamente in tempo, ma mi rendo conto che se avessi dedicato più tempo all'università invece di essere molto buona in tre ambiti avrei potuto essere eccellente in uno, invece che uscire con 107 dalla triennale avrei potuto avere un 110 e lode.. Spero di aver reso il punto della domanda: purtroppo non è solo una questione di forza di volontà, ma di scelte, se vuoi fare più cose tutte ad un buon livello, perdi la possibilità di essere eccellente in una di queste, o mi sbaglio?
Non mi concentrerei più di tanto sul voto di laurea, non è necessariamente sinonimo di eccellenza. Margherita Hack se non sbaglio si laureò in fisica con un voto simile al tuo. Nel frattempo tu hai acquisito skills molto più importanti che i tuoi compagni non hanno come il time management e l'autodisciplina. Senza contare che sarai sicuramente in una forma fisica migliore, cosa assolutamente non trascurabile. Se l'unica cosa che ti scoraggia è il voto vai tranquilla che è quasi irrilevante a meno che vuoi accedere a quelle torri d'avorio tipo Normale dove il voto conta. Per il mondo reale conta quello che sai fare, l'intraprendenza, l'esperienza. Te lo dice uno che si è laureato in magistrale con un voto mediocre ma che ha fatto le cose in tempo ed ha accumulato esperienza. Ora faccio un dottorato in Austria e nel frattempo lavoro in un fondo d'investimenti che è esattamente quello che voglio fare. Non posso dire lo stesso di alcuni miei compagni di università usciti con voti perfetti.
Ciao Andrea, sono d'accordo con te in generale e ti porto il mio esempio. Io lavoravo d'estate durante le superiori, lavori che non c'entrano niente con quello che faccio oggi (cameriere, bagnino, animatore) e devo dire che oltre a farmi soldo in più per divertirti e farmi godere meglio la mia adolescenza sono state esperienze molto formative per lo sviluppo della mia personalità perché mi ha fatto diventare più responsabile, mi ha fatto conoscere molte persone e questo mi ha reso meno timido, e il fatto di essere bravo in qualcosa (anche di semplice come fare il bagnino che fondamentalmente guarda il mare e parla con le persone) mi ha dato un po' più di sicurezza in me stesso. E ho lavorato durante tutta la laurea magistrale cosa che mi ha permesso di accumulare tante esperienze e tante hard skill (competenze tecniche specifiche, tipo programmare in python), però durante la laurea triennale non ho lavorato e anche volendo non ci sarei riuscito, io sono passato da una pessima ragioneria al corso di laurea in informatica e dovevo studiare molto anche solo per avere le competenze matematiche necessarie per seguire i corsi, in più informatica è un corso di laurea abbastanza ostico, durante la magistrale invece ho potuto lavorare part-time abbastanza tranquillamente perché avevo già una laurea triennale in informatica. Insomma quindi direi, dalla mia esperienza, che ci stà non lavorare durante l'università anche se non fai medicina :D Comunque complimenti per il canale
Non commento spesso su yt, ma sotto questo video mi è venuta voglia di esprimermi Studio ingegneria meccanica Durante il percorso ho lavorato come cameriere e ho fatto ripetizioni nel mentre, è possibile? Sì È sostenibile? Dipende Dipende da molti fattori, io ad esempio, ho anche 4 ore di trasporti al giorno Il periodo in cui facevo tutto insieme non ero stressato, di più Quello a cui credo tu ti riferisca, non è "lavorare", ma portare avanti più percorsi in parallelo, questi percorsi possono eventualmente sfociare in lavoro o essere un buco nell acqua, con questo, appoggio ciò che dici, ma bisogna essere sinceri, chi studia e lo fa seriamente ha due/tre marce in più, ha una comprensione degli argomenti che un lavoratore non potrà mai avere nello stesso lasso di tempo. Senza contare che un lavoro è mentalmente stressante, stare a dietro alle teste di cazzo che ti ritrovi nella vita di tutti i giorni e poi tornare a casa e avere la testa per studiare non è facile. Ne ho conosciuti di ragazzi che hanno provato a fare ciò che dici e a 25 anni non hanno finito la triennale.
Secondo me neanche da lavoratori bisogna prendere decisioni e responsabilitá a meno che uno non sia libero professionista, ma se uno è dipendente semplicemente va a lavorare e dopo 8 ore se ne va e nel resto del tempo fa la sua vita... Quali grandi decisioni dovrebbere prendere? E che responsabilitá? Ricordarsi di pagare la bolletta del gas? Se poi uno vuole prendersi responsabilitá extra lo puó sempre fare, ma non è obbligatorio..
Sono mega d'accordo con te, al termine delle superiori non ho passato un test di ammissione ad un'università (che a pensarci ora coincideva solo marginalmente i miei interessi) e se c'è una cosa che mi ha sempre infastidito e che non avrei voluto fare è il fatidico "anno sabbatico" perchè non sopporto l'idea far passare del tempo senza concentrarmi sulle cose che servono veramente. Così sono riuscito a trovare un lavoro che mi sta permettendo di migliorare skills che avevo già, conoscerne di nuove e di guadagnare allo stesso tempo. A settembre inizierò un'altra università che non avevo valutato precedentemente ma che rispecchia maggiormente i miei interessi e se riuscissi vorrei andare per un breve periodo all'estero prima di iniziare. Se avessi trascorso quest'anno senza fare nulla non avrei questi vantaggi che mi sto portando dietro. L'unica pecca è che per lavoro devo tenere sottomano il telefono per eventuali chiamate e questo spesso incentiva a distrarsi e ad essere meno produttivi. penso che Il prossimo step sarà proprio quello di usare meno il telefono e solo quando serve😂, quello forse è una delle abitudini più ostiche da rimuovere ma sono sicuro che se riuscissi a risolverla la mia vita farebbe un level up pazzissimo. In conclusione l'atteggiamento che hai spiegato nel video ho sempre pensato una che fosse un elemento molto sottovalutato ma che in realtà ti svolta la vita e che permette di aprirti tantissime porte sotto tutti i punti di vista: lavoro, carriera, passioni, guadagno, successo, opportunità ecc.
@UngaBunga? Nel commento non ho mai detto che penso di essere l’unico😅 la mia intenzione non era quella di demonizzare l’anno sabbatico, serviva per spiegare che non volevo passare un anno senza fare niente ma sfruttarlo al meglio. Gli ho dato un’accezione negativa perché semplicemente non era nei miei piani originali
@UngaBunga? nel titolo c’è scritto “la mia visione” non “state sbagliando” ognuno può pensarla come vuole e soprattutto se reputi il video una porcheria NON GUARDARLO, non è che una persona non può esprimere un suo pensiero perché ungabunga sennò si arrabbia. E per la cronaca semmai quello che è venuto a rompere i cosiddetti sei tu che hai sempre risposto in modo aggressivo…
Sono completamente in disaccordo. Se scegli facoltà STEM (fisica, mat, ing) questo non vale. E' una follia pensare di performare in ambito lavorativo (dovendo fare probabilmente lavori sottopagati) e in ambito accademico (dovendo studiare 10/12h al giorno) contemporaneamente. In tal caso, fatelo solo se siete obbligati da condizioni economiche/familiari o se non ambite a performare bene all'università.
Se c'è bisogno di studiare 10/12h al giorno per andare bene all'università, non avendo poi alcuno spazio per altro, significa che c'è ben più di una cosa da rivedere nel modo in cui si studia e in cui ci si organizza. Quando si studia così tante ore, almeno la metà (per stare larghi) non saranno mai di studio intenso. Per le materie stem vale lo stesso, e l'obiettivo può essere quello di puntare a sviluppare competenze laterali come la programmazione, utilissima in questi campi. P.S.: studio Computer Science
È veramente molto difficile stare concentrati per 10/12 ore, tra l'altro su Matematica/Fisica. Di quelle 12 ore, di solito se ne impiegano seriamente 6/7. Le restanti servono solo a stressarti.
@@AndreaMuzii Secondo me ti sbagli o forse non hai presente com''è strutturato un corso di matematica. Il primo anno hai una trentina di ore di corso a settimana distribuite tra il lunedì e il venerdì. Queste però sono solo la facciata perchè si fa prevalentemente teoria. Oltre a queste infatti gli insegnanti lasciano ai tutor le ore extra per l'insegnamento degli esercizi, lezioni fondamentali. Dunque ogni giornata vede dalle 6 alle 8 ore di lezione che vuol dire stare in uni dalle 9 alle 16/18. Conta tragitti e spostamenti vari, oppure faccende da fuori sede si fa presto ad arrivare all'orario di cena. Io ad esempio 4/5 giorni a settimana andavo in palestra e finivo di cenare, lavare i piatti ecc alle 22 circa. Ora uno studente serio dovrebbe quantomeno cercare di restare il più possibile al passo con la materia se non vuoi rischiare di capirci arabo i giorni seguenti. Dunque se uno ha le energie prende in mano gli appunti dopo cena altrimenti diventano FONDAMENTALI i weekend. Se uno è veramente bravo allora può dedicare tempo a qualcos'altro, qua si va ben oltre l'organizzazione.
GRAZIE. faccio questi discorsi con i miei coetanei ma soprattutto con la mia ragazza e ottengo reazioni quasi nulle, più cerco di farlo capire più mi sento scemo perché gli altri non condividono, supportano o quanto meno valorizzano quello che dico. È ESATTAMENTE QUELLO CHE PENSO. GRAZIE.
Per me l'universitá è stata di per sé un'esperienza bellissima, si imparano tante cose, non dal punto di vista accademico, ma proprio per la vita, per esempio convivere con altre persone, fare amicizie che durano, fare un Erasmus all'estero, confrontarsi con i prof, imparare a gestirsi i soldi.. ecc io facevo anche qualche lavoretto per mantenermi, ma il resto del tempo erano feste, viaggi e conoscere gente!! (Il poco tempo che rimaneva studiavo ahah)
Si sono d'accordo con te,al di fuori del lato universitario è un'esperienza unica,potrei efinirla quasi una seconda adolescenza,però con la differenza di essere più maturi e di potersi godere le cose in maniera migliore.
Sono parzialmente d'accordo con te anche se penso che hai generalizzato troppo il discorso basandoti solo sulla tua esperienza. Non hai considerato il tempo che i pendolari perdono per gli spostamenti, così come non è detto che si riesca a trovare un lavoro part-time che sia collegato alla materia oggetto di studi o che si possa svolgere senza sovrapporsi alle lezioni, per esempio io vivo al sud e non trovo nessun tipo di lavoro part time che sia collegato ai miei studi. Che poi ovviamente si può sia studiare che lavorare, però bisogna vedere anche come si fanno le due cose (un conto è passare un esame col minimo e un altro conto è prendere un bel voto, un conto è laurearsi in corso un conto è andare fuori corso). Nel tuo caso hai un lavoro fuori dal comune, che puoi gestire come vuoi tu, fare nelle ore in cui vuoi tu e nel luogo in cui vuoi tu. Quindi ritengo che tu abbia commesso un errore nel generalizzare la tua situazione ad ogni studente, anche perché è ovvio che sei mentalmente superdotato, ergo, quello che riesce a te non è detto che riesca a tutti.
sono d'accordo con te su tutto ottimo video, l'università è molto più semplice di quel che si pensa, purtroppo ho un po sprecato quegli anni, infatti studiando circa 4-5 mesi l'anno(gli altri mesi giocavo ai videogiochi andavo in palestra e uscivo con amici) ho concluso 5 anni magistrale con un ottimo punteggio, il problema è che vedendo che i miei genitori si aspettavano solo quello da me mi sono impigrito siccome per portare a casa il risultato mi bastava poco.. chiaramente ho sbagliato avrei potuto fare mille cose... ora mi sto dando da fare ho 24 anni e ho studiato economia
Fiu. Sono arrivato giusto in tempo alla stessa conclusione ieri 😂. Banalmente mi sono reso conto che dire a papà che non tempo di fare le guide per studiare analisi1 (sì, patente) è una cosa stupida dato che 30min su una giornata sono sempre solo 30min. Apprezzo che hai anche detto che cosa sia realmente l'università: un percorso. Oggi l'unico motivo per imparare da corsi è appunto l'avere un percorso che ha già fatto per te la parte di ricerca che dovresti aver fatto da solo in caso di autodidatta, questa è l'unica (e molto grossa/importante) ottimizzazione del risultato finale, la ricerca ed ordine delle informazioni. Poi l'università (come alcuni corsi, ma non lo avevo detto prima perché riguarda tutti) hanno come seconda cosa che permette di parlare con i professori, e non dico per chiarimenti, perché riguarda sempre per il percorso, ma perché hanno già terminato e banalmente in quanto ricercatori sono in prima linea per le novità. Quindi oltre al percorso l'università dà la possibilità di parlare con professori: ma in realtà ciò che c'è all'università, lo si può imparare anche da soli (piccola citazione di DeConcini rielaborata)
Quello che tutti i professori (soprattutto al terzo anno, ingegneria informatica) ci dicono! Infatti io sono super felice perché molti hanno svolto il proprio corso con lo scopo di lasciarci il giusto mindset come dici te...l'esempio è: saper scrivere il programmino in c, php, HTML, sql,ecc.. lo sanno fare tutti; se non si sa fare qualcosa si và su internet, TH-cam e si cerca "come fare una lista blabla"...quello che veramente differenzia le persone è la modalità di pensiero, come dici te la capacità di prendere le giuste decisioni..affrontare un problema con il giusto approccio e saper fare un buon "modello concettuale" rende poi facile la soluzione allo stesso problema
Per quanto riguarda il resto io mi dedico all' 80% all'università per mia scelta. A me piace da morire quello che faccio e dò il 100% in ogni materia, come dici te il tempo c'è e come..basta saperlo usare..io sono molto determinato e ogni giorno mi jmpongo degli obiettivi per lo studio (tipo studia 20 pagine, vedi 2 lezioni, fai una determinata parte di codice di un progetto) e mattina e pomeriggio sono full focused su quello che faccio (così finisco anche prima😆 e seguo le mie grandi passioni: piano, chitarra, scacchi, film, insomma..ho tempo per tutto)
Dipende anche dal percorso, personalmente vedo che chi ha ottimi risultati nelle facoltà stem e di conseguenza nei lavori futuri (in cui solo loro sono specializzati) studia e basta. Se vuoi fare l’ingegnere devi studiare, non è che ci sia tanto da lavorare perché l’abilitazione alla professione ce l’hai studiando e non lavorando
Questo non significa che tu non ti possa dedicare anche ad altro, per esempio a dei progetti pratici riguardanti il tuo campo. Oppure ad imparare/approfondire competenze laterali come la programmazione. Per questo nella fine del video ho poi esteso il discorso dal solo lavoro a diverse tipologie di attività.
@@AndreaMuzii sono in parte d’accordo, i casi ci sono ma purtroppo rari. Ho un conoscente che ad esempio facendosi il mazzo tra lavoro e studio ha avuto l’opportunità di svolgere delle internship molto importanti, però nonostante l’organizzazione viveva una vita massacrante. Ovvio che tutto si può fare sacrificando qualcosa, sono solo dell’idea che in linea generale (estendendoci agli estremi della gaussiana) una laurea stem soprattutto per la mole di corsi da seguire e la loro talvolta intensità è molto complicato da fare. Aggiungo che in questi anni di tutti quelli che si sono messi a lavorare durante questi percorsi hanno avuto un tasso di abbandono più alto
@@AndreaMuzii comunque grazie per la risposta educata, nutro grande rispetto nei tuoi confronti e mi fa piacere che tu abbia avuto voglia di controbattere al mio commento
ciao andrea, grazie degli spunti e della motivazione. In particolare, a quali lavori ti riferisci? consideri l impegnarsi in uno sport allo stesso livello del lavoro?
Il messaggio che passa da questo video è fraintendibile. Cioè quello che passa è "lavoro e studio e finire tutto nei tempi più stretti possibili... Aiutami a capire se la pensi come me... Io penso che una debba studiare e lavorare per aprirsi nuove possibilità e capire il mondo del lavoro che è completamente scollegato dal mondo universitario. Oltre che sprecare tempo a studiare tutto il giorno. Ma questo "lavoro e studio" non deve essere portato all'estremo ovvero non è necessario finire gli studi nei tempi prestabiliti al millesimo di secondo, perché nel mezzo c'è la vita. Inoltre penso che sia importante fare esperienze come progetti inerenti all'università, come entrare a far parte di un progetto di lancio di un mini satellite se si è ingegneri aerospaziali, di un club di letteratura se si studia lettere etc... Perché questo arricchisce la persona e crea competenze.
E son d'accordo sul fatto che le persone siano disorganizzate.... Io in primis, non riesco a seguire un piano di studio, non mi concentro quando dovrei, non sopporto la noia dello studio, voglio fare quello che mi piace tutto il tempo quando lo studio è anche noia e rotture ma ad un bene superiore... Per questo sto provando a mettermi in discussione... Mi sto avviando alla mia seconda laurea e rispetto alla prima c'è un abisso, il mio livello di studio è calato tantissimo... Riscontrando un enorme beneficio, sentendo di non aver sprecato tutto il mio tempo nel fare solo una cosa.... Maremma santa!
Sono due anni che ho finito il liceo e son due anni che lavoro, vorrei iniziare a fare l'università per fare il lavoro dei miei sogni ma ho paura di non farcela dovendomi mantenere da sola compresa la casa
Tu fino ad ora non hai ancora fatto vedere i risultati del tuo percorso universitario. Saremmo curiosi di vedere come imposti lo studio e il metodo che utilizzi. Sarebbe importante vedere anche i risultati in quel fronte visto che parli di università e lavoro.
Perfettamente d’accordo con te, studio design e lavoro contemporaneamente come grafico, il tempo per studiare se ci si gestisce bene c’è eccome. Però devo dire che ora non potrei fare a meno di lavorare, mentre prima di iniziare non lo sentivo come una necessità così forte il lavoro. Il classico “non sai che ti perdi” insomma
Ciao Andrea. Hai ragione sul fatto che studiare e basta e portare avanti solo l'università sia sbagliato, sono d'accordo, però volevo darti un consiglio, sii meno acceso in modo da rendere più comprensibili i tuoi contenuti.
Una opzione potrebbero essere le Junior Enterprise, un modo per interfacciassi con il mondo lavorativo rimanendo ancora a stretto contatto con la bolla universitaria... vi invito a scoprirle
Sia chi butta via il tempo perché ha la media buona senza studiare sia chi lo usa facendo 3 cose contemporaneamente non si rende conto che se lo può permettere perché ha già trovato almeno una cosa che magicamente riesce a fare, non necessariamente impegnandosi. Io non posso che attribuire a me ogni mancanza che sento, e questo è causa di una grande ansia e depressione. Ma come mi guardo intorno vedo persone che sanno fare e fanno, e magari non hanno sudato come ho fatto e faccio per cercare di fare quello che non so fare. Cerco di non convincermi che non tutti hanno un v12 sotto il cofano.
In questi ultimi 2 anni sono arrivato pressoché alle stesse conclusioni, ovviamente per vie diverse. Sono cresciuto in un contesto familiare, seppure per ragioni comprensibili, nei fatti troppo poco severo: la scuola è sempre stata il mio tallone d'Achille. Complice anche una bocciatura in terza liceo, ho fatto della scuola una mia bolla pur di riuscire a prendere sto fantomatico diploma. Ora, ad essere un messaggio tossico non è quello dei tuoi video (come ho letto in un altro commento), bensì proprio quello di un contesto come quello scolastico e universitario che ha un costo-opportunità troppo alto da sostenere. La sensazione di "sicurezza" delle scuole e degli atenei è godibile se e solo se si ha una famiglia agiata alle spalle, e tale prototipo di famiglia è sempre più raro. Elencare i problemi della scuola italiana è un po' troppo per un commento TH-cam, tuttavia eccone un po': 1. I professori o sono troppo anziani o sono incompetenti. Quelli anziani hanno una forma mentis (che ci tengono a trasmetterti anche in modo un po' paternalistico) utile per capire molto di come andava il mondo fino agli anni 90, la contemporaneità invece è quasi sempre nemica. Gli incompetenti invece sono capitati ad insegnare un po' per caso, credono che sia un modo come un altro per portare a casa la pagnotta. Spengono ogni desiderio di imparare. La categoria di quelli giovani e appassionati dal canto suo ha 0 incentivi a fare bene, anzi, sono incentivati a fare male visto che vengono sottostimati sia economicamente che moralmente. A voi giudicare cosa sia peggio. 2. I programmi sono troppo vecchi, nei licei non si parla abbastanza di scienza e negli istituti tecnici non c'è mezza opportunità di dibattito umanistico. Nelle università le scienze umane e gli indirizzi stem non fanno grandi sforzi per comunicare... E anche da qui la distanza dal mondo del lavoro. Sull'università non aggiungo altro perché non sono abbastanza informato e non ci ho passato abbastanza tempo. 3. Siccome a scuola si osserva il mondo tramite la lente della cultura allora si è portati a pensare che il mondo sia come ci viene raccontato. L'aspettativa nei confronti della scuola è e deve essere alta ma ciò prende un connotato morale: chi ha voti bassi è una capra e si troverà male nella vita, chi ha voti alti invece sta bevendo dalla sorgente della verità. In questo si perde il ruolo centrale dello studente, il merito non è determinato dagli sforzi e dalle qualità eterogenee dei vari alunni, ma da quanto si è bravi a stare sul "tracciato". L'abbandono scolastico sta intorno al 25% ed è frequente ascoltare storie di ansia in classe o di intraprendenza frustrata. Questo punto è quello che, una volta appreso, mi ha deluso maggiormente. Gli imprevisti nella vita ci sono (dalle pandemie e le crisi di governo fino all'innamorarsi e il vincere la lotteria) e nessuno in società ci ha insegnato cose come: gestire il rischio, risolvere problemi, riconoscere i propri valori e difenderli, distinguere autorevolezza e autorità e in definitiva nessuno ci ha insegnato come tenere l'equilibrio tra il fare quello che ci pare e piace e l'avere delle responsabilità. Così com'è, la scuola è un perdita di tempo. Arrivo al video. Il leitmotiv di questo canale è "non perdere tempo" e penso che sia un bel messaggio, darsi da fare è la più grande espressione di libertà e non dovremmo gettarla via. È chiaro che non tutti siamo Andrea Muzii, ma pensare che il lavoro e l'università non siano conciliabili significa solo avere un'errata concezione dell'uno e/o dell'altra. Nel mio caso poter risparmiare, pagare l'affitto per poter convivere e non dover tornare a vivere con mia mamma (anzi, talvolta aiutarla) vale un fuoricorso: mica studio per il pezzo di carta. Video come questo semplicemente mi ricordano che la penso così, quindi grazie e scusate per il pippone :)
Io lavoro e studio(sto facendo recupero anno con due anni in uno alle superiori a 23 anni poi vorrei fare l'università)prima lavoravo full time e inoltre mi autogestisco, non ho la pappa pronta nel piatto, purtroppo. Che devo dire? Io sinceramente preferirei dedicarmi una cosa alla volta poiché è davvero dura. Ho 8 materie diverse da studiare di 30 pagine l'una da una settimana all'altra, poiché interrogano sempre. E il lavoro mi occupa una media di 5/6 ore al giorno per 4 giorni durante la settimana, tranne il sabato 8 ore. Inoltre devo prepararmi da mangiare, pulire casa, etc... . Il viaggio di ritorno dal lavoro e andata dal lavoro che fortunatamente lo faccio in tram e lo sfrutto per studiare, ma con tutto il caos è davvero difficile concentrarsi. Sinceramente devo dire che è meglio di gran lunga dedicarsi allo studio, eo fare uno sport massimo in contemporanea. Anche io la pensavo così, ma dopo aver constatato i ritmi frenetici al quale non posso sottrarmi per necessità di sopravvivenza, sono condannato per i prossimi forse 8 anni a questi ritmi inimmaginabili, ho sconsigliato a chiunque di lavorare e studiare contemporaneamente, a meno che proprio non vogliano provare o fare qualcosa tipo ripetizioni che decidi tu di autogestirti, quindi lavori di autogestione. I primi lavori sono lavori molto fisici, e quindi stancanti, arrivi la sera che non hai forze nemmeno di studiare, l'attenzione è pari a quella di un criceto morto poiché si è davvero sfiniti. Riguardo allo sport invece lo consiglio, dal punto di vista mentale fa bene mentre si studia.
Concordo, in molti casi questo è vero. Io al primo anno di università ho fatto parecchi lavoretti, dove ho acquisito delle abilità che l'universita non mi avrebbe mai dato. Ora però preferisco ridurre un po' perché non voglio sovraccaricarmi
@@chiarar2507 principalmente cameriera e commessa in piccole imprese, ho trovato abbastanza persone disposte a prendermi con poca o nessuna esperienza. Ma si trattava di lavoretti che prendono qualche ora nel weekend
Io sono uno studente lavoratore, non è facile ma è fattibilissimo con una buona organizzazione. Penso che il problema sia dovuto soprattutto al metodo di studio. Io ho sviluppato un buon metodo di studio solamente l’anno scorso, dopo aver finito le superiori. Si tende a studiare con il “leggi e ripeti” avendo spesso l’illusione di aver compreso quando non è così. La scuola poi non aiuta a creare un buon metodo di studio efficace e strutturato. Grazie per i tuoi contenuti
@@vincenzone03 io studio con il metodo Pacrar elaborato da Alessandro de concini ti lascio il link al video in cui lo spiega molto bene th-cam.com/video/3FvXpqJEvvM/w-d-xo.html
Immagina sprecare gli anni migliori della tua vita facendo il cameriere, un conto se ci sono difficoltà economiche, ma nel mio tempo libero voglio cazzeggiare, fare aperitivo con gli amici, suonare la chitarra, evolvermi da un punto di vista personale, coltivare le mie passioni, e magari quelle soft skills le sviluppo anche, e se così non fosse cazzomene faccio ingegneria nucleare mi assumono lo stesso. Stronzo io che pensavo che l'obiettivo principale della vita fosse lavorare il meno possibile non essendo poveri come la merda. ah giusto: non farebbe per me, preferisco effettivamente godermi questo periodo, non riuscirei a gestire il tempo necessario per fare entrambe le cose, sarebbe troppo stressante.
Spunti interessanti. Io ho studiato e lavorato e mi trovo nella sostanza d'accordo con te. Ps I nuovi video con la musica di sottofondo disturbano e deconcentrano un po', specie se ascoltati in 1.25 o velocità superiori.
Non sono molto d’accordo con te… in questo video hai espresso dei concetti che sono troppo macchiati dalla tua esperienza personale e dalla tua visione SOGGETIVA del mondo.
Sono uno studente di ingegneria con 30/35 ore a settimana di lezione e studio individualmente dalle 420 alle 500 ore a semestre (e non ho tutti 30) se ci aggiungi le necessarie 8/10 ore a settimana di sport senza le quali non sto bene psicologicamente dove mi rimane tempo per il lavoro? Faccio qualche ora a settimana 4/5 di ripetizioni (per le mie piccole spese) e le stoppo durante la sessione
Ciao, non posso che darti ragione: ho dato tutti gli esami (di ingegneria e anche roba extra) mentre frequentavo un'accademia militare (dove davvero il tempo per lo studio ci era dato col contagocce) e, nel periodo in cui eravamo autorizzati a vivere per conto nostro fuori, son anche riuscito a godermi la vita; a 25 anni ero già pronto ad andare in missione come responsabile di decine di uomini e di sensibili apparecchiature da milioni di euro. Benché selezionati da un lungo e severo iter, non eravamo assolutamente "super uomini" speciali, ma solo ragazzi con tanta determinazione e voglia di farcela. Purtroppo tra il primo e il secondo anno abbiamo "perso" metà dei colleghi del corpo ingegneri perché, dopo pochi esami bocciati ti rimandavano a casa (e il tempo per studiare era davvero poco, se non imparavi subito ad ottimizzare e concentrarti anche con poche ore di sonno e tante attività). Quindi, quando sento ventenni dire "ingegneria è difficile, non riesco a dare gli esami in tempo" e non hanno particolari problemi familiari o di salute (fisica o mentale) mi cadono le braccia. Spero tanti tuoi coetanei prendano esempio da te.
Da persona che ha avuto periodi di dipendenza dai videogiochi: ti direi che lo è se sei talmente bravo e allenato da poter fare competizioni, diventando un professionista in quel campo. Altrimenti se è un passatempo secondo me ci sta nell' ultimo momento della giornata oltre il quale non devi fare altro che dormire o se capita ogni tanto, ma ogni tanto non ogni settimana, in un momento morto, magari con degli amici. Se hai la passione del videogioco ma non vuoi farla diventare un qualcosa di più ti sconsiglio se sei studente o lavoratore di videogiocare durante la giornata prima di sera, ti indebolisce e oltre un certo tempo di parecchio, l ho vissuto sulla mia pelle e ci sono tantissimi studi a riguardo. Poi ovviamente questi sono consigli, decidi ovviamente se ascoltarli o cestinarli
@@AndreaMuzii Il mondo sì, le persone non tanto. Secondo me a 20 anni si può anche perdere tempo e fare errori. Nell'arco di una vita, andare a lavorare 2 o 3 anni prima o dopo, non cambia granché.
Bo ok ma se voglio fare la carriera accademica o comunque insegnamento ci sta che mi concentri sull'uni, che ne so al massimo do ripetizioni che è un "lavoro" utile come formazione.
Riflessioni a due giorni dalla pubblicazione del video:
È interessante vedere come nessuno di quelli che non sono d'accordo abbia avuto il coraggio di dire: non farebbe per me... preferisco effettivamente godermi questo periodo... non riuscirei a gestire il tempo necessario per fare entrambe le cose... sarebbe troppo stressante...
Interessante come nessuno abbia dato motivazioni interne, ovvero riconducibili a noi stessi (e di conseguenza risolvibili da noi stessi) come quelle citate sopra e tutti abbiano parlato invece di situazioni esterne apparentemente fuori dal nostro controllo.
Fa molto riflettere.
Normale che in alcuni casi specifici questo sia comprensibile (e io stesso ho escluso delle categorie nel video) ma com'è che tutti credono di essere un caso specifico escludibile?
Credo di aver centrato a pieno il punto parlando di responsabilità, quella che non ci permette di scaricare il peso da noi all'esterno, come hanno fatto tutti quelli che non erano d'accordo.
E sono contento di chi ha invece a pieno apprezzato e capito ogni singola cosa; persone che o si danno da fare o hanno il coraggio di ammettere che non è così senza il bisogno di trovare scuse.
P.S.: sottolineo un paio di concetti che mi sono piaciuti tra i commenti e che identificano ulteriormente il punto:
-quello che ho detto è qualcosa di difficile da digerire per molti
-vittimizzarsi è uno degli sport preferiti degli universitari
P.P.S.: mi fa però piacere che anche chi non è d'accordo con me abbia espresso la propria opinione in modo educato, strutturato e sensato. Sono contento di avere una community che anche se non è d'accordo con me lo esprime bene.
Puoi portare un video riguardante il cubo di rubik, dalla parte mnemonica ovviamente, ma potresti anche raccontare la tua esperienza da speedcuber e trattare anche magari di consigli su come risolverlo ad una mano e un altro hint potrebbe essere parlare di come memorizzare gli algoritmi. Proprio di quest’ultimo punto sono molto interessato, magari potresti portarci un articolo nel tuo blog. 👍
ciao, sono uno studente di fisica del primo anno, e mi sto immergendo nella matematica in questo primo semestre, e dopo mesi di studio matto e disperatissimo ne sono uscito con un 30 e lode ad analisi, conquistando una conoscenza del calcolo precisa completa e rigorosa, priva di buchi di trama, conoscenza che farebbe invidia ad altri 30 e lode ad analisi, mi meritavo 40 praticamente. è un percorso profondo e difficile e ti prende tutto il tempo, se non ci dedichi il 100% non puoi farlo così bene, quindi ecco un controesempio alla tua tesi: le facoltà di matematica e fisica. farle bene è qualcosa che non concede di poter fare molto altro, e non farle così bene significa automaticamente farle maluccio, poiché ogni cosa è propedeutica alle successive, e la difficoltà aumenta, quindi se non hai una conoscenza completa di ciò che fai, resteranno sempre dei punti di ambiguità nella tua conoscenza dell'argomento, e quindi non potrai mai essere certo della validità dei risultati che su quell'argomento si fondano, quindi per eliminare le ambiguità e poter dire di fare bene il percorso di fisica/matematica significa per forza che devi farlo perfettamente: non esiste una conoscenza "intermedia" ragionando in questi termini, poiché appena c'è un buco di trama, crolla tutto.
Perfettamente d'accordo, complimenti per gli argomenti forti e senza peli sulla lingua.
Si tende sempre a dare la colpa agli altri o al mondo esterno senza provare minimamente a cambiare se stessi.
Carlo Magno a 32 anni aveva conquistato mezzo mondo, difatti come sostiene Galimberti ( te lo consiglio ) il periodo della vita con più energia per studiare, lavorare, inventare, creare e procreare va dai 16 ai 30 anni.
Passare la gioventù, solamente sui libri di scuola è uno spreco di tempo ed energie.
È interessante di come nei commenti non ci si lamenta mai, di tutti gli aperitivi universitari che si fanno: tempo, salute e soldi buttati. Fare un lavoro o un'attività sportiva è troppo faticoso per i giovani d'oggi perché non hanno tempo, però il tempo bere alcolici tutte le sere lo so trova sempre...
Io ho lavorato part-time per 7 mesi mentre finivo la triennale lo scorso anno, ed era un lavoro connesso alla mia disciplina di studio, un lavoro che potrebbe diventare il mio full-time.
Tuttavia ho dovuto smettere: sebbene la soddisfazione derivante da un investimento così intensivo del mio tempo fosse grande, dopo qualche mese senza tregua (per rispettare le scadenze universitarie dovevo studiare la sera dopo il lavoro e nel weekend, e avevo il vincolo orario settimanale di lavoro che non mi lasciava scampo), avendo potuto fare solo 7-8 giorni di riposo distribuiti nei tre mesi estivi, di cui 4 consecutivi ad agosto e gli altri tre quattro sparsi fra maggio e settembre, ho iniziato a stare male. Avevo una sensazione sgradevole che si può metaforicamente paragonare al soffocamento, ho dovuto prendere dei giorni di ferie lavorative per scrivere la tesi 12 ore al giorno, per poi tornare a lavorare subito dopo. Ogni rara occasione di svago dovevo rifiutarla perché con la sveglia alle 6 ogni mattina e 12 ore di studio oppure 8 di lavoro + 4 serali di studio non potevo permettermi di tornare dopo le 10.
Inutile aggiungere che ero molto irritabile. Al pensiero di continuare con questo ritmo ad oltranza mi veniva il disagio, quindi ho preferito smettere di lavorare all'inizio della magistrale. Mi è dispiaciuto molto perché di certo avrò una minore varietà di esperienza, ma ho pensato che voglio sentirmi bene finché sono in salute. C'è chi invece non si sente male a tenere ritmi anche più duri, o chi cerca di convincersi di stare bene perché non accetta di avere dei limiti. C'è anche chi si diverte così tanto a lavorare e studiare da preferirlo ad una salutare camminata in montagna.
È in parte soggettivo, comunque io voglio impegnarmi e fare dei sacrifici sempre nella misura in cui io riesca comunque a stare bene. Perché se vivo odiando il presente con l'obiettivo di avere un bel futuro, sto comunque sprecando tempo. Credo che nel "gioco" della vita il vero vincitore non sia necessariamente quello che ha vinto più coppe, ma quello che più si è goduto la partita. Credo che in vecchiaia i trofei saranno appesi al muro, e conterà quanto si sarà apprezzato il vivere.
Bellissimo commento, vale più del video probabilmente
Io condivido parzialmente il discorso. Mi spiego. Ho 25 anni e mi sto per laureare in ingegneria informatica magistrale. Condivido il concetto di "semplicità" del percorso, ma non è vero che all'università non si sviluppano quelle soft skills delle soft skills di cui parlavi. I progetti di gruppo, l'interfacciarsi con i professori e con le segreterie (che sono rispettivamente i tuoi superiori e la burocrazia facendo un parallelismo col mondo lavorativo), l'interazione con gli altri colleghi e la capacità di creare relazioni e amicizie, la capacità del public speaking in un'aula ad un esame orale. Queste cose vengono sviluppate e non serve necessariamente un lavoro per farlo. Oltre al fatto che se studi materie molto difficili, se vuoi rimanere nei tempi stabiliti dai percorsi, è davvero difficile fare altre attività che consumano molto tempo, soprattutto un lavoro. E in tutto questo, ci sono persone che iniziando a lavorare presto e vedendo dei guadagni immediati, decidono di abbandonare gli studi perdendosi la possibilità di acquisire conoscenze e prospettive future più solide che una laurea ti può offrire.
E in tutto questo, se anche lo lavorassi, perderesti tante esperienze, opportunità e relazioni che soltanto nell'ambiente universitario puoi formare. Perché negli anni a venire non vivrai gli stessi contesti. Dobbiamo trovare i giusti compromessi fra vivere una vita serena e dedicare tempo agli affetti, alle relazioni e alle cose "improduttive" e ciò che invece ci rende produttivi, ci da degli obiettivi. Nessuno dei due estremi fa bene a noi stessi (fancazzista da un lato e iperproduttivo dall'altro)
era quasi scontato che uno dei pochi commenti davvero sensati provenisse da uno studente di ingegneria
D'accordissimo.. ho lavorato e studiato durante l'ultimo anno di magistrale, un calvario, ero super irritabile e la mia vita era diventata il lavoro e lo studio, non vedevo altro.. il lavoro ti toglie troppe energie mentali che avrei potuto usare proficuamente per lo studio. Lezione imparata
Non mi pare un messaggio positivo da trasmettere, soprattutto se in modo coercitivo si pone la questione come qualcosa che “dovremmo” fare. Concentrarsi unicamente sullo studio è fondamentale tanto per la propria sanità mentale, quanto per far convergere tutte le nostre forze su un percorso che ci faccia maturare intellettualmente, che ci renda più consapevoli. Gli anni dell’università sono fondamentali da vivere prima di tutto a livello umano, non devono essere forzatamente contaminati dall’esperienza lavorativa. Questa fusione tra produttività e rendimento fa parte di una mentalità alienante e sbagliata che caratterizza i nostri tempi. Io sinceramente prima di fissare la mia esistenza nel mondo lavorativo voglio vivermi il periodo più importante della mia vita studiando
finalmente qualcuno che dice qualcosa di sensato.
Esattamente. Pienamente d’accordo con te
punti di vista io concordo con lui, se ripenso ai 5 anni di università è stato solo TANTO tempo perso
"il periodo più importante della mia vita" allora suicidati a 30 anni. La tua aspettativa di vita è sul serio quella di studiare ora per vivere il resto della tua vita per fare 8 ore al giorno qualcosa che non ti piace ed essere triste finchè non muori? Quello su cui ti voglio far ragionare è che lavorare è divertentissimo, che puoi divertirti e fare grandi obbiettivi anche più avanti. Lavorando BENE (ergo impegnandoti) hai un fiume di gente che ti apprezza, sai di migliorare almeno un pochino il mondo con il tuo servizio. Sono cose che non si posso capire se non si lavora o se si lavora solo per percepire uno stipendio. Tutta la tua vita sarà meravigliosa (dipende da te) non solo questi anni.
Se uno se lo puó permettere, che studi e basta e che si goda la libertá dal lavoro finchè puó
Nella mia esperienza di universitario ho provato a fare un lavoretto d'estate e al contempo preparare degli esami ed è stato abbastanza tremendo. Avevo poco tempo per studiare, quasi sempre solo la sera e durante i pasti; il lavoro occupava le energie mentali che avrei voluto dedicare allo studio; sono riuscito a preparare solo un esame (facile) e sono quasi andato in burnout. Da allora ho preferito concentrarmi sullo studio e riesco comodamente a dare 2 o 3 esami per sessione senza paranoie eccessive proprio perché dedico più tempo a studiare. Poi è vero che non faccio solo quello: suono la chitarra, faccio attività di volontariato, ma comunque nulla che io non possa deprioritarizzare durante la sessione. Quanto all'essere assunti dopo non posso esprimermi perché sto ancora studiando, però finora la mia esperienza mi fa non essere molto d'accordo con il video.
Non sono d'accordo: alcune cose sono condivisibili, come per esempio non dedicare il proprio tempo solo allo studio ma cercare di fare con costanza altre attività, tuttavia è chiaro che parli da una prospettiva privilegiata; per molte persone l'università non è l'ultima ruota del carro come per te, per molti è il principale obiettivo di vita se non si vogliono passare diversi anni come magazziniere et similia con un susseguirsi di contratti a tempo determinato ( per alcuni l'università non è neanche un' opzione a meno che non te la paghi di tasca tua quindi finiscono per fare i magazzinieri punto). La cosa più importante non è riempire ogni singola ora della giornata con attività stressanti che possono essere più o meno utili a quello che faremo in futuro, bensì cercare di capire, sperimentando, cosa può essere utile e ci dà soddisfazione e cosa no. Esempio: sei studente di medicina/ingegneria, a meno che non ti lauri ultra in ritardo, con voti bassi, nell'università pinco pallo di salcazzi é improbabile che non riuscirai a entrare nel mondo del lavoro e poi da lì sviluppare la tua carriera, quindi (secondo me) non è necessario buttarsi in un progetto lavorativo senza capo né coda investendo tempo, energie fisiche,psicologiche ed emotive che invece potrebbero essere spese semplicemente per coltivare delle passioni slegate dal lavoro (sport,musica,lettura e quant'altro). Anche perché se nella tua giornata tipo studi 6-8 ore e ti alleni 1.5-2 ore e ci metti anche un minimo di cura della casa/ famiglia/ socializzazione/ imprevisti la tua giornata è pressoché finita. Ovviamente non c'è nulla di male a voler portare avanti un progetto lavorativo (anzi complimenti a chi ci riesce) ma molte persone semplicemente non ci riescono o non hanno voglia di dedicarsi al lavoro il 90% delle ore di veglia sacrificando socializzazione o interessi slegati dal loro ambito di studio.
Esempio 2: studente di storia/letteratura/filosofia/psicologia in questo caso invece portare avanti un progetto parallelo può essere consigliato perché non sono lauree che ti garantiscono molto a livello lavorativo quindi cercare di sondare il mondo del lavoro e creare network non è una cattiva idea.
Ti faccio notare inoltre che al di fuori dell'università hai ottenuto molto successo in relativamente poco tempo, cosa che sicuramente facilita lo sviluppo di un progetto parallelo al percorso di studi. Pensa se ti fossi impegnato per anni negli sport di memoria senza ottenere risultati soddisfacenti, forse avresti lasciato perdere e avresti proseguito solo con l'università, o forse no, ma il punto è che non esiste la soluzione giusta a prescindere. In molti video sull'auto miglioramento vedo una tendenza a pensare che la cosa giusta sia massimizzare le ore produttive della giornata, che é giusto entro certi limiti, ma si arriva a un estremo in cui non esiste altro praticamente. Recentemente ho cominciato a pensare che la cosa giusta invece sia minimizzare le ore produttive e scremare tutto ciò che è superfluo e abbandonare tutto il lavoro che ha risultati troppo incerti/altalenanti a meno che non piaccia davvero. Stimo il tuo lavoro e ovviamente lo scopo del video era anche quello di triggerare, ma secondo me dovresti sforzarti di vedere le cose da una prospettiva più ampia: molti studenti non hanno neanche la concentrazione necessaria per riuscire a studiare un numero di ore adeguato, quindi il primo step non è quello di inventarsi qualcosa a livello lavorativo ma studiare un numero giusto di ore, condurre uno stile di vita sano, allenarsi un minimo, curare le proprie relazione, rendersi disponibili per le persone a cui teniamo ( tutti i video sull'automiglioramento sono ambientati in questo mondo in cui l'io è al centro di tutto e quelli che ci stanno intorno sono tipo figurine a cui possiamo chiedere favori se abbiamo passato un numero sufficiente di ore insieme, cosa paradossale perché porta all'alienazione).
Discorso interessantissimo che ha la mia piena approvazione. bravissimo
sono veramente d'accordo con questo discorso, assolutamente sensato
ci sono diversi modi di reagire a questo video a seconda della situazione in cui ognuno si trova:
1-state già facendo quello che in questo video viene detto e quindi siete d accordo con il contenuto
2-entrate in uno dei casi limite nominati da Andrea e quindi avete altri problemi a cui pensare e non giudicate in modo negativo il contenuto
3-state facendo poco e vi sentite tirati in causa e vedere questo video vi sprona a fare di più
4- non siete d'accordo col video, secondo voi studiare soltanto è la scelta giusta, e per dimostrarlo vi impegnerete ancora di più nello studio per eccellere
5-non siete d'accordo, secondo voi fate già fin troppo e vedendo questo contenuto vi incazzerete e non cambierete assolutamente niente nella vostra routine
ecco, di queste 5 reazioni solo una è sbagliata......miglioriamoci
@UngaBunga? migliorarsi è una cosa giusta e basta. non perché lo dice lui o qualcun altro
Quanto mi sarebbe piaciuto vedere questo video 3 anni fa. Da 24enne alla fine del proprio percorso universitario da cui si è fatto monopolizzare la vita (peraltro senza neanche troppa vita sociale) che si ritrova esattamente nelle brutte situazioni che hai descritto questo video è un colpo al cuore ma spero con tutto me stesso che aiuti i 20enni a imparare a organizzare il proprio tempo fin da subito, abilitá importantissima, a lavorare e a dedicarsi a qualcosa di parallelo all università. Grazie per questo video
Secondo me è un discorso troppo personale. Ad esempio io ho lavorato per due anni part time 18/20 ore a settimana e sembra che non tolga tempo ma in realtà ne toglie eccome. Ho avuto zero svago e il lavoro mi faceva perdere un sacco di energie (alla domenica facevo 10 ore e tra domenica e lunedì per recuperare ne dormivo 12). Risultato: 3 anni fuori corso, demotivato e l'unica cosa positiva è che non ho il conto in banca a zero. Ci sono troppe variabili da tenere in considerazione. In primis il corso di studio, io faccio matematica e nessuno nel mio corso lavorava o almeno non avevo un lavoro vero e proprio con un regolare contratto, dunque per capirci al massimo lavoricchiava. Tra l'altro come bagaglio personale il mio lavoro mi ha dato ben poco, in un mese massimo due lo impari. Quindi quando dici che queste esperienze ti danno qualcosa, beh dipende anche qua. I migliori del corso dedicavano il loro tempo solo all'università e al tempo libero e adesso la loro scelta ha pagato eccome. Penso che se uno ha la possibilità di farsi mantenere (io non ce l'ho) la debba sfruttare soprattutto se sei in un campo che dà discrete garanzie lavorative, ad esempio ingegneria e stem in generale. Nelle materie tecniche, se mi devo mettere nei panni di un datore di lavoro, valuterei in primis la competenza.
È vero che dipende dalle diverse facoltà (ci sono quelle con obbligo di frequenza che occupano veramente la maggior parte della settimana e succhiano energie che manco un pipistrello vampiro) ma se abbiamo la voglia e le possibilità è un periodo bellissimo per provare a buttarsi nel mondo, viaggiare, cercare un lavoro (anche part time, anche stagionale), coltivare un passatempo/una passione. Tutto questo sempre e solo SE abbiamo la voglia e le possibilità. Ognuno gestisce il suo tempo come crede.
Io ritengo che quando parli di ''poter fare anche altro oltre a studiare'' non tieni conto di diversi fattori, come ad esempio il tipo di corso di studi (nel mio caso le lezioni andavano obbligatoriamente seguite in presenza), la presenza di laboratori pratici che ti impegnano tutta la giornata ed ultima, ma non meno importante, la predisposizione dello studente a fissare i concetti e renderli propri (lasciando da parte la storia personale).
Poi, penso che una persona la quale si dedica allo studio in maniera costante e che organizza gli esami da affrontare fissandosi delle date di scadenza, facendo anche dei sacrifici (non uscendo per esempio con gli amici o col partner), possa essere definita una persona responsabile e anche con delle responsabilità nei confronti di sé stesso e del suo futuro professionale.
Parli di esperienza richiesta (che a tuo dire potrebbe essere accumulata durante il periodo di università), ma anche qui dipende dal tipo di lavoro per il quale vorrai poi candidarti; ad esempio, un HR di un'azienda farmaceutica da importanza fino ad un certo punto se nel tuo curriculum scrivi che hai fatto il cameriere durante l'università. In questo ambito professionale (ed in quello aziendale in generale) il tipo di esperienza richiesta è, purtroppo, necessariamente cumulabile post laurea.
Forse quello che traspare dal video è un eccessivo sminuimento del percorso e dello studio universitario. Molti ragazzi e ragazze ci buttano ''sudore e sangue'' sui libri e credo sia giusto riconoscere in realtà la non semplicità della cosa (attribuita solamente ad un piano di studi già strutturato).
Come hai detto tu, non sempre è la scelta giusta da fare l'università o quel determinato tipo di corso di studi.
In questo video tocchi un concetto sacrosanto, ma talvolta difficile da digerire da alcuni (mi ci metto dentro anch'io).
Io studio e svolgo sport a livello agonistico e, anche se a volte sono costretta a sacrificare tempo da dedicare a svaghi personali, riesco comunque a gestire il mio tempo e ottenere risultati soddisfacenti in entrambi gli ambiti. Per questo mi altero tantissimo quando qualcuno che studia e non fa nessun altra attività extracurriculare si vanta di "non avere tempo".
A mio parere questa è solamente una bugia a nostro danno, un inganno del nostro cervello per farci credere che mollando qualsiasi altra attività e concentrandosi solo sullo studio avremo più tempo. In realtà non è proprio così, perché più tempo significa anche più distrazioni e prenderla più alla leggera con la scusa "tanto ho ancora tempo". Per questo, quando sento che dei miei coetanei hanno mollato il proprio sport a causa della scuola li invito sempre a ricominciare.
A volte anche io penso che saltando allenamento, riuscirei a fare tutto con calma e meglio, e l'ho fatto! Mi sono ritrovata comunque di sera a dover fare tutto, dopo un pomeriggio sprecato sui social.
E sottolineiamo difficile da digerire
Sono pienamente d'accordo Niky
@UngaBunga? Scusami, ma quando in questo commento avrei scritto che io sono l'essere perfetto e che tutti quelli che non fanno sport o altre attività sono delle m*rde? Perché dalla tua risposta è questo che capisco.
Ho semplicemente detto che tendono a infastidirmi le persone che sostengono di non avere tempo non facendo comunque niente (perché dai, ormai chi è che sta seriamente tutto il giorno sui libri? È chiaro che c'è un alto fattore di distrazioni). Non mi sembra di essere stata irrispettosa o discriminato qualcuno in alcun modo, come invece hai fatto tu. Siamo in una community in cui si può tranquillamente esprimere la propria opinione e discuterne insieme in modo costruttivo. La prossima volta ti chiedo di essere più educat*. Grazie.
@UngaBunga? mi sa che stiamo proprio cambiando argomento 😂
Questo video era un semplice consiglio su come essere più produttivi e magari su come aprire gli occhi alla realtà ed è inevitabilmente arrivato anche alle persone che non ne avevano bisogno - come potresti essere tu - e che si sono sentite prese in causa e attaccate. Se ti senti a posto con la tua vita, non c'è niente di cui preoccuparsi. Ma per qualcuno che continua a rifilare a se stesso prima di tutti inutili scuse sul perché non abbia tempo (quando magari lo sta solo sprecando sui social), secondo me serve. Così come il mio commento non era rivolto a tutti, in quando parlavo anche della mia esperienza personale. Spero di essere stata chiara.
@UngaBunga? capisco il tuo punto di vista, ma continuo ancora a non capire quale sia il grande problema. Alla fine ognuno è libero di fare quello che vuole senza sentirsi male se qualcuno su TH-cam gli dice che sta sbagliando (anche se, ripeto, da quel che ho capito io quelli nel video sono semplici consigli). Alla fine l'essere umano è, o almeno dovrebbe essere, dotato di intelletto e capace di avere dei propri principi e una propria opinione. Non ci sarebbe stato niente di male nel semplicemente ammettere di non essere portato per questo stile di vita, e quindi di non essere d'accordo con il messaggio del video, senza attaccare l'autore, o addirittura me, utente della community, che ha semplicemente deciso di esprimere la propria opinione e raccontare la propria esperienza. Con questo chiudo, saluti.
Grande video Andrea, sono d'accordissimo con tutto! Mi sono sempre sentita fuori posto perchè ho sempre fatto più attività in una stessa giornata (ad esempio università, sport e strumento musicale) e sono stata sempre criticata per questo modo di essere in quanto "impossibile" oppure "fai tutto e male" quando invece riuscivo a ottenere buoni risultati ovunque... Ho iniziato da poco tempo a sentirmi a mio agio con questa modalità di fare e sono proprio contenta che hai affrontato questo argomento in modo dettagliato.
Sono assolutamente d'accordo con TUTTO. Durante l'università ho lavorato e fatto sport ma senza obiettivi importanti (giusto autonomia economica e benessere fisico). Entrato nel mondo del lavoro mi sono reso conto di quanto l'università fosse un percorso pre-stabilito e "semplice" e quanto servisse ripartire da zero . Ho visto miei ex colleghi cadere nella spirale dei dottorati e delle borse di studio (spesso un modo per continuare a vivere l'illusione di quel mondo protetto), solo per posticipare quello shock post-laurea. Ora che ho iniziato a studiare di nuovo mi rendo poi conto di quanto sia vera la seconda cosa che dici: studiare e basta è più difficile che studiare in un contesto in cui il tempo dello studio deve essere ritagliato e reso più efficiente.
@UngaBunga? Dal tuo commento immagino che hai fatto/fai ancora ricerca. Quindi sai benissimo di cosa parlo. Persone (non tutti sia chiaro) che che si buttano a fare dottorati o continuano ad essere in laboratorio con borse di studio proprio per mancanza di vocazione/iniziativa. Certo che fare ricerca è difficile. Ma entrare in un programma di dottorato o prendere una borsa di studio è difficile? No, per niente. Come capisci chi sono queste persone? Chiedigli il giorno dopo l'esposizione della tesi di dottorato cosa pensano di fare nella vita. E conta chi veramente vorrà fare un post-doc oppure chi ti dirà che vuole continuare in accademia.
Per curiosità, cosa hai studiato?
Io ti posso portare la mia esperienza quasi diametralmente opposta almeno all'inizio. Ho 33 anni, mi sono iscritto all'università che ne avevo 30, e ora sto finendo la tesi. Ho lavorato come insegnante di musica e assicuratore per qualche anno. Ho iniziato l'università che non riuscivo a fare granché per lo studio, poi è arrivata la pandemia e ho avuto modo per puro caso di dedicarmi esclusivamente allo studio per qualche tempo. È utile se hai una certa maturità alle spalle, dedicarcisi a pieno, intendo. Soprattutto se come me hai bisogno di prendere il ritmo. Sono musicista e prima del covid facevo davvero milioni di cose diverse senza riuscire a prendere l'abitudine allo studio, e la postura. Bisogna tenere conto che almeno per un annetto forse lo studente dovrebbe abituarsi a studiare soltanto. Gli anni successivi anche io sono tornato a fare tantissime cose, sono andato a vivere all'estero, ho lavorato lì, facevo avanti e indietro per sostenere gli esami. È stato davvero molto faticoso, ma non sarebbe stato possibile se non avessi avuto modo di concentrarmi esclusivamente sullo studio.
Uno dei problemi più importanti che viene fuori anche da quello che dici è che la gestione del tempo è problematica, ed è vero. Sempre stato un gran problema anche per me, ma bisogna fare estrema attenzione col portare avanti tante cose, si rischia di perdere la bussola...
Andre stavolta credo che tu abbia troppo spostato la tua personale percezione della vita come applicabile a tutti esclusi i casi limite. Però non è così. È estremamente dimostrato che il mindset non basta se non c’è il giusto contesto. Io capisco che tu senta di aver vinto contro il tuo contesto, ma non è così che funziona. Dipende dal contesto scolastico e da quello familiare e da quello degli amici, tutte cose piuttosto casuali se ci pensi. Il fatto che qualcuno come te riesca a ottenere grandi risultati è un essere la persona giusta al momento giusto, nel contesto giusto per lei, e non c’è niente di male in questo né sminuisce il fatto che poi tu abbia saputo sfruttare bene queste risorse. Però minimizzare il fatto che ogni persona reagisca in modo diverso al suo personale contesto mi sembra troppo semplicistico. Non che si deve dare allora tutta la colpa al caso eh, assolutamente, però il terminare con un consiglio vago e paternalistico non aiuta nessuno, aumenta la sensazione di disagio che permea la nostra generazione e secondo me è pure un po’ snob. Il contesto attuale del liceo ti spinge a non fare nemmeno vita sociale, figurati un lavoro; quello dell’università uguale, i professori ti trattano a battutine passivo aggressive sul fatto che tanto noi anche alle 23 staremo ancora studiando tutti i giorni, che non dobbiamo fare altro, che sui banchi dovremo morire, e uguale i genitori. Secondo te così il contesto com’è? Dici che quindi siamo tutti scemi se solo pochissimi riescono a lavorare intanto? Che siamo tutti pigri? Io dico che abbiamo tutti bisogno di un forte aiuto, di riforme, di futuro, e di una guida concreta. Non che ci renda le cose semplici, come dici tu, ma che non ci cresca come si faceva 50 anni fa per poi farci trovare terrorizzati e insoddisfatti del futuro che ci si prospetta. Io capisco che una volta che questo contesto non c’è l’unica cosa che si può fare e rimboccarsi le maniche, ma è molto diverso da quello che dici tu, e non c’è niente di male a seguire un percorso fatto per essere fatto a tempo pieno e non voler lavorare anche intanto. L’esperienza che viene richiesta nei lavori entry level non è generica esperienza lavorativa, ma specifica di chi ha già la determinata laurea quindi non capisco in base a cosa si poteva “farla prima”. Sarebbe stato carino un video solo sull’incoraggiare questo percorso per apprendere le skill e quella roba lì, ma non una grande invettiva contro la pigrizia. Mi dispiace ma stavolta non sono per niente d’accordo con i toni e la paternale.
Il motivo per cui non sono d'accordo è che tutto questo è uno spostare la responsabilità da noi agli altri. Addirittura vengono menzionati gli amici e il modo in cui i professori ci trattano. Ovvio non tutti partiamo da contesti ugualmente vantaggiosi ma cosa ci ferma dal modellarli nel corso del tempo? Cosa ci ferma dal reagire in maniera diversa a ciò che ci viene posto? Al fare qualche sacrificio in più invece che sentirci delle vittime? La risposta è noi stessi.
E l'aspettare "un forte aiuto dall'esterno, e delle riforme" è un altro segno dello spostare il cambiamento da noi a qualcun altro, qualcun altro che probabilmente non arriverà mai.
@@AndreaMuzii Credo che prima di agire senza sentirsi una vittima sia necessario accettare e ascoltare la natura di questo sentire. Altrimenti le fondamenta non sono solide e magari fai tremila cose per evitare di accettare il lato vittima di te. Il video é bello perché apre piu possibilità e invita a non limitarsi al solo studio, però escludere il lato umano non permette un'analisi well-rounded. Credo che la pigrizia della nostra generazione sia strettamente legata ad un senso di colpa che ha radici profonde nelle relazioni di questa società, amare e amarsi é il primo passo per uscire dalla propria grigia routine e credo che sia l'amore a farci alzare dal letto ogni mattina ( come hai citato nel video nei casi piu gravi non ci si alza proprio e secondo me il fatto che limiti le tue possibilità é connesso all'essere limitato dalla mancanza di amore nella tua vita). Ho divagato un po, piu che parole volevo trasmettere un concetto. Il video é na bomba
@@AndreaMuzii spesso un individuo da solo non ha la potenza d'azione tale da poter modificare da solo tutto il sistema.
Personalmente a fine triennale ho lavorato e sono d'accordo con te sul fatto che mi abbia arricchito ma giusto perché ho trovato un posto in cui mi trovavo bene e mi ha dato la forza di andare avanti nonostante fossi ampiamente sfruttata
Ho percepito un po' un messaggio contro la "pigrizia dei giovani" che anche io trovo un po' troppo paternalistico e semplicistico soprattutto
@@AndreaMuzii ma non è una mia opinione che il contesto sia dominante rispetto al mindset, è una cosa dimostrata dagli studi (era una cosa che sapevo di mio ma per dare un minimo di supporto ho cercato "willpower and environment"). Quindi "cosa ci ferma"? L'environment. Più della forza di volontà. E io non dico che non sia deleterio dare la colpa sempre a qualcos'altro, ma non considerare proprio che questa colpa ci sia e sia dimostrato che ci sia secondo me è ugualmente sbagliato e anzi mi permetto di dire che è parte di una mentalità tossica. In questo video e nel tuo commento non solo mi sembra di capire che tu boh forse non sapevi i questi studi? Vuoi non crederci perché credi che sia 100% mindset o comunque più del contesto? Non è che sia sbagliato poi tutto il discorso del video, eh, c'è tanto di cui discutere, è comunque giusto dire che non bisogna vittimizzarsi, che bisogna avere un atteggiamento ottimista. Ma in che modo questo tuo video ha aiutato chi in questo momento fa l'università e si sente sopraffatto dal percorso? In che modo lo aiuta sentirsi dire che dovrebbe lavorare, senza un consiglio pratico e per di più sentendosi dire che è un pigro se non lavora, se non usa il suo tempo al massimo come invece fai tu? Avrebbe aiutato di più dire che è colpa del contesto se all'università non si è spinti a lavorare e si è spinti a dire che non si ha mai tempo QUINDI è importante plasmare IL CONTESTO, che ok che sono io che lo plasmo, ma è più importante che passi il messaggio che mettere la tavoletta di cioccolata sempre sul tavolo per resisterle attivamente è molto meno efficace che non comprarla proprio. Magari sembrerà meno che io abbia usato il magico potere della mia forza di volontà, ma in realtà è il modo scientificamente più efficace per "resistere alla tentazione", cambiare il contesto. Quindi ad esempio secondo me era una buona idea consigliare dei progetti di volontariato, molto più facili da trovare di un lavoro e relativamente meno responsabilizzanti ma che aiutino a introdursi in un contesto che alla fine è ugualmente lavorativo, anche se tecnicamente non retribuito, funziona in tantissimi ambiti diversi e insegna numerosissime soft skills. Ma dire così "andate a lavorare" non vuol dire niente. Comunque capisco il motivo per cui sei così infervorato però è davvero sbagliato parlare così. Quel "fare qualche sacrificio in più invece che sentirci delle vittime" è davvero triste da leggere, davvero davvero molto tossico, almeno per me. Diciamo che il messaggio di fondo lo capisco ed è giusto ma chi aiuta dirlo così? Non so, mi sembra che tu sia entrato in una spirale che finisce con quei video motivazionali trash...
@@AndreaMuzii infatti il contesto comunque detta le tempistiche almeno quelle devi concedere che non possono essere modellate, infatti ognuno ha i suoi tempi
Saggio,previdente, lungimirante. Complimenti. Un piacere seguire un giovane così pulito e rigoroso nei pensieri e nell’aspetto.
Sono un'atleta pro e studio medicina, sono estremamente d'accordo, video super interessante. Grazie per questi contenuti 💪
Questo è il genere di video di cui TH-cam Italia ha bisogno, è di una potenza e di un importanza assurda e il fatto che tu abbia proposto un tema del genere dobbiamo essertene solo grati.
Siamo fagocitati da modelli e linee guida da seguire che spesso ci provocano solo ansie e paure già prima di metterci realmente in gioco. La realtà è tutt'altra cosa, verissimo quello che dici, perché sapersi relazionare con gli altri e fare esperienze non è cosa da sottovalutare. Io ti parlo del mio caso ho 27 anni e devo ancora finire la triennale d'ingegneria, nonostante abbia fatto diverse esperienze nell'ambito del sociale e del volontariato, spesso mi sono interrogato su quale fosse il mio reale obiettivo.
Per quanto sia appassionato delle materie scientifiche e d'ingegneria l'università è sempre stato un mondo per me poco stimolante e alcune volte demotivante, veramente una spada di Damocle sulla testa. Una corsa estenuante nel realizzarsi nei tempi e nei modi illudendoci che l'unica via sia quella, quando poi ognuno di noi è diverso e non possiamo seguire tutti la stessa strada.
Negli anni quando ero bloccato con gli esami, mi sono dedicato a imparare altre cose e migliorare le mie soft skills anche per ritrovare la forza e la fiducia in me stesso, prendendo un diploma e vari attestati.
Molte persone come me si trovano in un limbo e spesso si sfocia in cose ben più serie come la depressione e perdere la voglia di vivere, quindi è giusto dire anche che non è mai troppo tardi e bisogna circondarsi di persone vere che ti spronino a dare il meglio e non mollare, anche perché quasi sempre la facciamo più grande di quella che è, abbiamo bisogno di cambiare gli occhi per vedere la realtà da un altro punto di vista, c'è sempre una soluzione in questo caso.
Grazie mille per aver trattato questo argomento spero che molti lo trovino utile come lo è stato per me è importante vedere video così per la crescita personale, non è da sottovalutare.
Ad Maiora Semper
Trovare esattamente il mio pensiero espresso dalle tue parole è sorprendente! Sostengo e ho sempre sostenuto il fatto che, lavorando -avendo quindi meno tempo- si raggiungono i risultati migliori
Non so Andrea. Io al Politecnico a torino schiattavo per fare gli esami e di fuori corso che studiava sodo era pieno.
Forse dipende dall'università e forse metterei anche molte ingegnerie.
Il discorso generale ci sta, ma non applicabile per tutte le università, alcune richiedono il 100% e a volte nemmeno quello basta.
Tolto quello, come detto condivido il discorso generale, anche se cmq io nel periodo uni ho fatto anche esperienze diverse e che ti formano ugualmente, riguardo amicizie e storie amorose. Non esiste solo la carriera e il successo.
Il Politecnico di Torino è veramente impegnativo...mio figlio lavora anche ma è veramente veramente stancante gestire Politecnico ingegneria fisica e lavoro... comunque vedremo il dà farsi...per ora è così ma non facile assolutamente
@@giulykiss8802 si. Io ero fuori sede e senza mensa che ero in prima fascia.
Ai primi 3 anni arrivarono 3 in corso, erano i primi anni di nuovo ordinamento, poi hanno adattato il carico spero.
Ciao Andrea, la penso esattamente come te. Sempre lavorato oltre studiare proprio per i vantaggi da te elencati. Al momento lavoro al 100%, studio e ho anche 3 bambini piccoli. Il 99.99% delle persone che mi circonda non fa altro che chiedermi come faccio, se sono pazzo o sia un alieno etc. etc. Con il passare del tempo ho capito che questa è una scelta di vita come tutte le altre e che se per me ha un senso non debba per forza averlo per altri. Una cosa è certa, anche se ogni tanto mi manca l'ossigeno, non la cambierei per nessun'altra vita. Amo il duro lavoro, le sfide e mettermi in difficoltà. Penso che ogni giorno sia un'opportunità per noi nati in questa bella parte di mondo e pertanto vada sfruttato ogni singolo minuto. Forza tieni duro!
La formula perfetta per fare più cose in modo mediocre...se vuoi essere un ingegnere o magistrato di un certo livello, devi concentrarti solo su quello. Poi certo, se vogliamo parlare di scienze motorie o filosofia, sono d'accordo che è sprecato fare solo quello...ti basta un mese a semestre per passare gli esami.
Hai perfettamente ragione ❤️ continua così i tuoi video sono oro colato ✨
Anche diamantini oserei dire ahaha
Legge di Parkinson: più è il tempo a disposizione, più il lavoro da svolgere sembra impegnativo. Condivido molte delle cose che hai detto. Sono cose che nessuno vorrebbe sentirsi dire, ma in un mondo in cui si perde sempre più tempo dietro a distrazioni, sono cose necessarie.Trovo però che sei stato troppo drastico e categorico. Alcune persone hanno difficoltà e problemi che secondo me non comprendi bene... e il contesto conta, eccome se conta.
Mi piace molto questo genere di video "cattivo" che sprona chi lo guarda a svegliarsi e darsi da fare. Tuttavia, secondo me sarebbero stati utili anche esempi concreti per contornare l'ottimo discorso che hai fatto, ma che, secondo me, è abbastanza astratto. Nel concreto uno studente comune cosa potrebbe fare per darsi da fare? Sport agonistici? Parliamo comunque di una nicchia ristretta. Studente lavoratore? Sicuramente una possibilità, ma è molto difficile trovare un lavoro stimolante, anche non inerente al percorso di studi, che comunque non porti via troppo tempo all'attività principale. Inoltre si è molto condizionati dalla realtà in cui si vive: in un paesino piccolo anche se si è volenterosi le possibilità non piovono dal cielo. Con questo non voglio assolutamente difendere il classico studente normalone che fa solo quello e che come hai detto dice di non aver mai tempo per fare alto, però anche la realtà in cui ci si trova gioca un ruolo fondamentale. Alla fine le cose da fare sono nella maggior parte dei casi sempre quelle: studio, palestra e un lavoretto che può essere il cameriere/portapizze/commesso o simili, o comunque un lavoro part time che nella maggior parte dei casi non è stimolante e che si finisce a fare appunto per dire "non faccio solo l'università".
Devo assolutamente appoggiarti sulla parte : "TROPPO TEMPO".
Nonostante sia un 18enne a metà 5 superiore, ho notato come la maggior parte delle persone ( io per primo) tendono a sprecare questo elemento.
Tale osservazione è nata proprio negli ultimi mesi mettendo in confronto il mio passato o precisamente la 4 superiore in cui le mie giornate erano : scuola e casa ( studio). Avevo una media complessiva del 7 senza neanche impegnarmi più di tanto, ma la solita scusa era quella del tempo senza neanche provare a migliorare. Proprio quest anno, non in vista della maturità, ma grazie ai 18anni ( i quali mi hanno permesso di accedere a più aree del mondo) è cambiato tutto. La mia giornata è estremamente variegata, ovviamente vado ancora a scuola, ma diversamente da prima ora sto cercando di portare avanti una mia " attività ", nel mentre sto prendendo pure la patente e contemporaneamente mi sono anche fidanzato senza contare la parte dedicata allo studio delle materie scolastiche. Conclusioni? Ora ho la media dell'8, ma non mi accontento, voglio di più.
La scuola non è l’università
Io lavoravo di giorno e studiavo di notte. Inutile dire che questa "palestra" è stata utilissima perché mi ha temprato, mi ha donato l'autodisciplina e lo studio attivo sui libri e non passivo in aula mi ha consentito di apprendere le nozioni desiderate in modo più incisivo. Ognuno ha il proprio percorso. Nel mio caso, ho "dovuto" fare così perché i miei genitori non potevano pagarmi gli studi. Ho fatto, quindi, di necessità virtù. Ancora oggi sono grato all'esperienza fatta nel periodo universitario.
qui spero riconoscerai che hai toppato
ti porto il mio caso specifico ma la situazione di vita può essere la stessa per tante altre persone. Ragazze e ragazzi.
Ragazzo da sempre motivato. Succede un evento familiare nel 2018 che ancora oggi assume connotazioni diverse. Per sta cosa io combatto contro ansie e problemi e vado da uno psicologo. Io faccio l'uni, farò 23 anni a breve e mi mancano tanti esami. Non ho mai lavorato. Ho le mie colpe, ripeto non vuole essere una giustificazione ciò che ho detto prima, HO LE MIE COLPE.
Io ti ammiro e sono anche intenzionato a comprare il corso però se permetti tu hai detto implicitamente che uno a 25 anni se non ha fatto nel modo in cui dici te si è giocato la vita praticamente a livello di occasioni lavorative. Dicendo così non aiuti ragazzi come me che sono deboli mentalmente, non mi vergogno a dirlo in questo momento è così. E non perché devi prenderci per il culo però io lo vivo il mondo e non è come dici te. Tu tiri proprio una linea Andrea dove risiede la tua visione delle cose. Non esistono pacchetti pre confezionati nella vita.
Io ti dico. Sono d'accordo con te? Al 90%. Perché secondo me è obiettivo che una persona potrebbe avere, attenzione potrebbe, (avere) più difficoltà.
Però no che praticamente si deve precludere i propri sogni. C'è tu forse non ti rendi conto ma tutti i non parzialmente realizzati sopra i 25 anni sono falliti.
Non è così. È probabile che avranno più difficoltà ma non è detto. Tu generalizzi andando a vedere solo il tuo punto di vista. Io ti stimo tantissimo però non so tutti come te. Non siamo tutti dei vincenti totali o quasi e soprattutto ognuno di noi ha i suoi tempi. Sennò eravamo la corea del nord se tutti dovevano essere uguali.
Scusa l'italiano era tardi.
Ti auguro il meglio perché sei una bella persona❤️
Grazie del commento.
Innanzitutto ho escluso i casi particolari, soprattutto per quanto riguarda eventuali problemi psicologici reali (e mi dispiace molto per le tue difficoltà).
Poi non ho assolutamente detto che se a 25 anni non si hanno esperienze allora ci si è giocati il futuro lavorativo a vita. Ho detto che è una difficoltà in più e che si sono perse delle occasioni. Ed è la verità.
Poi, non ho ovviamente neanche detto che se uno non ha successo e non si realizza in fretta allora è fallito. Ci vuole tempo per le cose, io riconosco di aver avuto (anche) fortuna nell'avere successo in fretta. E proprio perché ci vuole tempo, prima si inizia e più cose si fanno, meglio è.
E rientra tutto in quello che ho detto nel video.
E auguro il meglio anche a te!
@@AndreaMuzii grazie per avermi risposto non con due parole e basta. Sei un amico❤️
Questo video triggererà parecchia gente. Però sono d'accordo su tutto, se uno intende l'università come un diplomificio che automaticamente ti prepara e dà lavoro rischia di rimanere scottato. Il mondo del lavoro può essere davvero crudele, meglio faticare di più bruciando le tappe che che posticipare l'inevitabile scontro con la realtà.
Esatto, poi molta gente pensa che succeda automaticamente qualcosa dopo che ti laurei, invece non è quasi mai così
Video utile per alcuni spunti di ragionamento: la differenza tra semplice e facile; difficile e complesso. Che porta alla riflessione sulle decisioni e la responsabilità.
Posso solo dirti una cosa GRAZIE MILLE!! Mi hai fatto capire a pieno che sto sbagliato, te ne sono grato, un video perfetto
Lavoro (full-time) e studio, condivido moltissimo il discorso e apprezzo anche l'energia con cui trasmetti il concetto. So anche che il vittimismo è lo sport preferito di molti universitari (lo dico sia perché ci sono passato sia perché la maggior parte delle persone che conosco e a cui voglio bene sono così), quindi discorsi del genere posti in questo modo risultano fortemente allergizzanti a chi non è disposto a mettersi così tanto in discussione. Forse avrei posto alcuni argomenti in modo più delicato, o almeno con una confutazione più solida delle potenziali antitesi, perché temo che con questo video colpirai nel segno soprattutto chi "è già dall'altra parte", ha fatto già sue le cose che dici e ritroverà se stesso nella tua storia. Ma spero di sbagliarmi e che tanti universitari ancora "ignari" ne traggano beneficio.
Una considerazione personale: secondo me anche all'università ci sono delle decisioni e delle responsabilità paragonabili a quelle del mondo del lavoro, specie se si tratta di un lavoro dipendente. Scegliere una facoltà e scegliere un'azienda, dover studiare per un esame e dover finire un lavoro per una consegna importante, essere demotivati da un insuccesso... non sono mondi poi così diversi. La chiave sta nell'attitudine, che deve essere positiva, propositiva e vincente in entrambi i casi, con la voglia di spaccare e crescere.
Vero è che nel lavoro gli effetti di ciò che fai, invece, sono moltiplicati: un ottimo lavoro può condurre a consegne/prodotti di alta qualità, contribuisce a cambiare la qualità dell'azienda per cui lavori o della vita dei tuoi clienti, ti dà una soddisfazione e una sensazione di auto-efficacia concreta e tangibile, e spesso ti procura più denaro che ti fa vivere meglio, ecc...; un ottimo esame più del 30 e lode non può darti. Un pessimo lavoro può condurre in seria difficoltà la tua vita quotidiana; un pessimo esame ti fa rimanere male e lo rifai alla sessione successiva. Quindi per certi versi è come se l'università fosse la demo del gioco completo che è il lavoro (o la vita...). Sto escludendo tutti gli insegnamenti interiori impagabili che ti dà l'università: anche questi, secondo me, dipendono dalla propria attitudine a ricevere gli stimoli da ciò che ci circonda nella vita, quindi non li vedo esclusivi di un contesto piuttosto che di un altro.
Il passaggio raccontato in questo video che riconosco come il più utile nella mia vita quotidiana è la percezione che abbiamo del nostro tempo: crediamo sempre di averne troppo poco, invece la maggior parte delle volte ne abbiamo troppo. Non è una supercazzola se dico che "facendo più cose, riesci a farne di più". Essenzialmente perché le attività si prendono il tempo che dai loro. Poi arrivi al limite, vai in burnout e fai un passo indietro. Ma lungo questo percorso hai capito che il limite è molto più avanti di quanto credevi la prima volta che ti sei fermato.
Daje e in bocca al lupo sempre!
Tempo fa lo facesti già un video simile ma te lo ripropongo perchè penso che gli impegni sono aumentati o magari cambiati. Che ne pensi di rifare un video dove ci esponi come organizzi la tua giornata tra studio, lavoro e sport? Grazie Andrea, un abbraccio.
Starei ad ascoltarti di continuo. Voce ipnotica ma soprattutto dialettica.
Lo capisci quando lo vivi...le difficoltà principali sono organizzazione e pianificazione che in certi periodi sembrano impossibili...
Posso raccontare quello che è capitato a me che magari può servire a chi non ha ancora iniziato il percorso. Ho lavorato in pizzeria facendo un part-time durante la triennale, è vero che ti da un' impronta ti senti soddisfatto di aver guadagnato i primi soldi però A) è un lavoro che devi fare anche nel weekend e ti toglie un po' di vita sociale B) ho terminato il percorso impiegando un anno in più. Chi frequenta l'Università a tempo pieno se ha la possibilità di farlo per me fa bene.
Io mi sono laureata e ho lavorato a tempo pieno durante tutto il percorso. Concordo in pieno, non me ne sono mai pentita!
Complimenti!! Ti do pienamente ragione! Io sto facendo la stessa cosa. Sto concludendo l'università e ho trovato lavoro in ufficio a tempo pieno 🥰
Probabilmente fai economia o materie assimilabili, dove sicuramente la mole di studio non impatta più di tanto. Ma come già detto da altri nei commenti tutto va ponderato alla situazione!!!
Sono d’accordo con te su tutto. Io ora ho 19 anni e da quando ne avevo 16 e facevo lo scientifico in estate lavoravo come meccanico/aiutomeccanico dopo col passar del tempo ho iniziato a lavorare non solo in estate ma anche il sabato e nei giorni festivi come Pasqua/Natale ste feste qui e ora che ho iniziato l’università (ingegneria dei materiali) (dove stanno sorgendo tutti quei problemi che elenchi tu nel video) sto abbandonando molto il lavoro ci vado raramente o solo se mi chiamano e me ne pento anche se guadagno poco ma io l’ho sempre presa come un’esperienza. Detto questo oltre allo studio vado una volta a settimana in piscina ma vorrei iniziare un qualcosa o online o fisicamente ma ho sempre molta paura è quasi mi sento limitato credo dal contesto familiare nell’’iniziare qualcosa…
Comunque bel video devo recuperare gli altri video come la noia è un crimine
Ps: all’immacolata 8 dicembre scorso sono andato a lavoro mi sono svegliato alle 6:30 ho iniziato a lavorare al 7:30 per mezza giornata comunque poi dopo mangiato ho riposato e mi so messo a studiare ero stanco ma concentrato più del solito con meno distrazioni dai social.
Ho visto i commenti negativi è davvero non capisco. Questo video a parer mio, è una perla. Sono d’accordo con te al 100% Andrea, continua cosí ❤️.
Ciao Andrea , ho 23 anni e mi sono iscritta quest'anno all'universitá ...fin'ora ho sempre lavorato e basta e ho deciso comunque di non mollare il mio lavoro (40 h alla settimana ) spero di farcela ma sono convintissima ❤️🤞voglio fare entrambi perché mi sono resa conto che entrambi sono importanti
Ho 28 anni e lavoro da 8 anni attualmente sono dipendente pubblico e guadagno 1600 netti al mese , ma il mio lavoro è un lavoro fisicamente pesante , voglio laurearmi in economia e finanza e ho già sostenuto vari tolc-e, spero di poter fare tutto nei tempi giusti e poter laurearmi ed avere un stipendio simile o superiore a quello che percepisco senza dovere spaccarmi la schiena. Sono Oss e come dipendente pubblico potrei anche usufruire di 150 ore annuali pagate oltre che lavorando tre giorni di fila e due giorni di riposo sono fiducioso ed essendo economia una facoltà che non richiede la presenza e la più affine al mio caso,chiaramente potrei frequentare 2/3 giorni a settimana l’università.
A questo punto però avrei una domanda per te Andrea.
Spiego un'attimo il contesto, io sono una ragazza di 23 anni e sono ora al quinto anno di magistrale in Fisica. Dal primo anno di università lavoro studio e mi alleno con costanza, per questo mi trovo d'accordo con te per la maggior parte delle cose che hai detto, ma per tutta la mia carriera universitaria mi sono sentita un passo indietro ai miei compagni. La mia domanda quindi è: Facendo più di una cosa insieme al meglio, si può diventare i migliori nel proprio campo?
Tu sei il migliore nel tuo, ma sei riuscito a rimanere in pari con l'università avendo la media che desideravi? Sei riuscito a mantenere la vita sociale che desideravi, la costanza e l'impegno nell'allenamento che desideravi? Perché io mi sono laureata perfettamente in tempo, ma mi rendo conto che se avessi dedicato più tempo all'università invece di essere molto buona in tre ambiti avrei potuto essere eccellente in uno, invece che uscire con 107 dalla triennale avrei potuto avere un 110 e lode..
Spero di aver reso il punto della domanda: purtroppo non è solo una questione di forza di volontà, ma di scelte, se vuoi fare più cose tutte ad un buon livello, perdi la possibilità di essere eccellente in una di queste, o mi sbaglio?
Non mi concentrerei più di tanto sul voto di laurea, non è necessariamente sinonimo di eccellenza. Margherita Hack se non sbaglio si laureò in fisica con un voto simile al tuo. Nel frattempo tu hai acquisito skills molto più importanti che i tuoi compagni non hanno come il time management e l'autodisciplina. Senza contare che sarai sicuramente in una forma fisica migliore, cosa assolutamente non trascurabile. Se l'unica cosa che ti scoraggia è il voto vai tranquilla che è quasi irrilevante a meno che vuoi accedere a quelle torri d'avorio tipo Normale dove il voto conta. Per il mondo reale conta quello che sai fare, l'intraprendenza, l'esperienza. Te lo dice uno che si è laureato in magistrale con un voto mediocre ma che ha fatto le cose in tempo ed ha accumulato esperienza. Ora faccio un dottorato in Austria e nel frattempo lavoro in un fondo d'investimenti che è esattamente quello che voglio fare. Non posso dire lo stesso di alcuni miei compagni di università usciti con voti perfetti.
Ciao Andrea, sono d'accordo con te in generale e ti porto il mio esempio. Io lavoravo d'estate durante le superiori, lavori che non c'entrano niente con quello che faccio oggi (cameriere, bagnino, animatore) e devo dire che oltre a farmi soldo in più per divertirti e farmi godere meglio la mia adolescenza sono state esperienze molto formative per lo sviluppo della mia personalità perché mi ha fatto diventare più responsabile, mi ha fatto conoscere molte persone e questo mi ha reso meno timido, e il fatto di essere bravo in qualcosa (anche di semplice come fare il bagnino che fondamentalmente guarda il mare e parla con le persone) mi ha dato un po' più di sicurezza in me stesso. E ho lavorato durante tutta la laurea magistrale cosa che mi ha permesso di accumulare tante esperienze e tante hard skill (competenze tecniche specifiche, tipo programmare in python), però durante la laurea triennale non ho lavorato e anche volendo non ci sarei riuscito, io sono passato da una pessima ragioneria al corso di laurea in informatica e dovevo studiare molto anche solo per avere le competenze matematiche necessarie per seguire i corsi, in più informatica è un corso di laurea abbastanza ostico, durante la magistrale invece ho potuto lavorare part-time abbastanza tranquillamente perché avevo già una laurea triennale in informatica. Insomma quindi direi, dalla mia esperienza, che ci stà non lavorare durante l'università anche se non fai medicina :D
Comunque complimenti per il canale
Non commento spesso su yt, ma sotto questo video mi è venuta voglia di esprimermi
Studio ingegneria meccanica
Durante il percorso ho lavorato come cameriere e ho fatto ripetizioni nel mentre, è possibile? Sì
È sostenibile? Dipende
Dipende da molti fattori, io ad esempio, ho anche 4 ore di trasporti al giorno
Il periodo in cui facevo tutto insieme non ero stressato, di più
Quello a cui credo tu ti riferisca, non è "lavorare", ma portare avanti più percorsi in parallelo, questi percorsi possono eventualmente sfociare in lavoro o essere un buco nell acqua, con questo, appoggio ciò che dici, ma bisogna essere sinceri, chi studia e lo fa seriamente ha due/tre marce in più, ha una comprensione degli argomenti che un lavoratore non potrà mai avere nello stesso lasso di tempo.
Senza contare che un lavoro è mentalmente stressante, stare a dietro alle teste di cazzo che ti ritrovi nella vita di tutti i giorni e poi tornare a casa e avere la testa per studiare non è facile. Ne ho conosciuti di ragazzi che hanno provato a fare ciò che dici e a 25 anni non hanno finito la triennale.
Sei veramente d’ispirazione, grazie ❤️
L’università é un lavoro. Lo dico da ex-studente lavoratore (a tempo pieno) che si é laureato fuori corso.
Secondo me neanche da lavoratori bisogna prendere decisioni e responsabilitá a meno che uno non sia libero professionista, ma se uno è dipendente semplicemente va a lavorare e dopo 8 ore se ne va e nel resto del tempo fa la sua vita... Quali grandi decisioni dovrebbere prendere? E che responsabilitá? Ricordarsi di pagare la bolletta del gas? Se poi uno vuole prendersi responsabilitá extra lo puó sempre fare, ma non è obbligatorio..
Cosa studi per curiosità?
Ma che lavoro potrebbe fare un ragazzo avendo tutta la mattinata occupato da tirocinio e lezioni?
Sono mega d'accordo con te, al termine delle superiori non ho passato un test di ammissione ad un'università (che a pensarci ora coincideva solo marginalmente i miei interessi) e se c'è una cosa che mi ha sempre infastidito e che non avrei voluto fare è il fatidico "anno sabbatico" perchè non sopporto l'idea far passare del tempo senza concentrarmi sulle cose che servono veramente. Così sono riuscito a trovare un lavoro che mi sta permettendo di migliorare skills che avevo già, conoscerne di nuove e di guadagnare allo stesso tempo. A settembre inizierò un'altra università che non avevo valutato precedentemente ma che rispecchia maggiormente i miei interessi e se riuscissi vorrei andare per un breve periodo all'estero prima di iniziare. Se avessi trascorso quest'anno senza fare nulla non avrei questi vantaggi che mi sto portando dietro. L'unica pecca è che per lavoro devo tenere sottomano il telefono per eventuali chiamate e questo spesso incentiva a distrarsi e ad essere meno produttivi. penso che Il prossimo step sarà proprio quello di usare meno il telefono e solo quando serve😂, quello forse è una delle abitudini più ostiche da rimuovere ma sono sicuro che se riuscissi a risolverla la mia vita farebbe un level up pazzissimo. In conclusione l'atteggiamento che hai spiegato nel video ho sempre pensato una che fosse un elemento molto sottovalutato ma che in realtà ti svolta la vita e che permette di aprirti tantissime porte sotto tutti i punti di vista: lavoro, carriera, passioni, guadagno, successo, opportunità ecc.
@UngaBunga? Nel commento non ho mai detto che penso di essere l’unico😅 la mia intenzione non era quella di demonizzare l’anno sabbatico, serviva per spiegare che non volevo passare un anno senza fare niente ma sfruttarlo al meglio. Gli ho dato un’accezione negativa perché semplicemente non era nei miei piani originali
@UngaBunga? nel titolo c’è scritto “la mia visione” non “state sbagliando” ognuno può pensarla come vuole e soprattutto se reputi il video una porcheria NON GUARDARLO, non è che una persona non può esprimere un suo pensiero perché ungabunga sennò si arrabbia. E per la cronaca semmai quello che è venuto a rompere i cosiddetti sei tu che hai sempre risposto in modo aggressivo…
Sono completamente in disaccordo. Se scegli facoltà STEM (fisica, mat, ing) questo non vale. E' una follia pensare di performare in ambito lavorativo (dovendo fare probabilmente lavori sottopagati) e in ambito accademico (dovendo studiare 10/12h al giorno) contemporaneamente.
In tal caso, fatelo solo se siete obbligati da condizioni economiche/familiari o se non ambite a performare bene all'università.
Se c'è bisogno di studiare 10/12h al giorno per andare bene all'università, non avendo poi alcuno spazio per altro, significa che c'è ben più di una cosa da rivedere nel modo in cui si studia e in cui ci si organizza.
Quando si studia così tante ore, almeno la metà (per stare larghi) non saranno mai di studio intenso.
Per le materie stem vale lo stesso, e l'obiettivo può essere quello di puntare a sviluppare competenze laterali come la programmazione, utilissima in questi campi.
P.S.: studio Computer Science
È veramente molto difficile stare concentrati per 10/12 ore, tra l'altro su Matematica/Fisica.
Di quelle 12 ore, di solito se ne impiegano seriamente 6/7.
Le restanti servono solo a stressarti.
@@AndreaMuzii Secondo me ti sbagli o forse non hai presente com''è strutturato un corso di matematica. Il primo anno hai una trentina di ore di corso a settimana distribuite tra il lunedì e il venerdì. Queste però sono solo la facciata perchè si fa prevalentemente teoria. Oltre a queste infatti gli insegnanti lasciano ai tutor le ore extra per l'insegnamento degli esercizi, lezioni fondamentali. Dunque ogni giornata vede dalle 6 alle 8 ore di lezione che vuol dire stare in uni dalle 9 alle 16/18. Conta tragitti e spostamenti vari, oppure faccende da fuori sede si fa presto ad arrivare all'orario di cena. Io ad esempio 4/5 giorni a settimana andavo in palestra e finivo di cenare, lavare i piatti ecc alle 22 circa. Ora uno studente serio dovrebbe quantomeno cercare di restare il più possibile al passo con la materia se non vuoi rischiare di capirci arabo i giorni seguenti. Dunque se uno ha le energie prende in mano gli appunti dopo cena altrimenti diventano FONDAMENTALI i weekend. Se uno è veramente bravo allora può dedicare tempo a qualcos'altro, qua si va ben oltre l'organizzazione.
@@AndreaMuzii si vede che non hai mai frequentato una stem
GRAZIE. faccio questi discorsi con i miei coetanei ma soprattutto con la mia ragazza e ottengo reazioni quasi nulle, più cerco di farlo capire più mi sento scemo perché gli altri non condividono, supportano o quanto meno valorizzano quello che dico. È ESATTAMENTE QUELLO CHE PENSO. GRAZIE.
Per me l'universitá è stata di per sé un'esperienza bellissima, si imparano tante cose, non dal punto di vista accademico, ma proprio per la vita, per esempio convivere con altre persone, fare amicizie che durano, fare un Erasmus all'estero, confrontarsi con i prof, imparare a gestirsi i soldi.. ecc io facevo anche qualche lavoretto per mantenermi, ma il resto del tempo erano feste, viaggi e conoscere gente!! (Il poco tempo che rimaneva studiavo ahah)
Si sono d'accordo con te,al di fuori del lato universitario è un'esperienza unica,potrei efinirla quasi una seconda adolescenza,però con la differenza di essere più maturi e di potersi godere le cose in maniera migliore.
Uguale, concordo pienamente su tutto quello che hai detto, io sono studente, lavoratore e atleta(atletica leggera).
Sono parzialmente d'accordo con te anche se penso che hai generalizzato troppo il discorso basandoti solo sulla tua esperienza. Non hai considerato il tempo che i pendolari perdono per gli spostamenti, così come non è detto che si riesca a trovare un lavoro part-time che sia collegato alla materia oggetto di studi o che si possa svolgere senza sovrapporsi alle lezioni, per esempio io vivo al sud e non trovo nessun tipo di lavoro part time che sia collegato ai miei studi. Che poi ovviamente si può sia studiare che lavorare, però bisogna vedere anche come si fanno le due cose (un conto è passare un esame col minimo e un altro conto è prendere un bel voto, un conto è laurearsi in corso un conto è andare fuori corso). Nel tuo caso hai un lavoro fuori dal comune, che puoi gestire come vuoi tu, fare nelle ore in cui vuoi tu e nel luogo in cui vuoi tu. Quindi ritengo che tu abbia commesso un errore nel generalizzare la tua situazione ad ogni studente, anche perché è ovvio che sei mentalmente superdotato, ergo, quello che riesce a te non è detto che riesca a tutti.
sono d'accordo con te su tutto ottimo video, l'università è molto più semplice di quel che si pensa, purtroppo ho un po sprecato quegli anni, infatti studiando circa 4-5 mesi l'anno(gli altri mesi giocavo ai videogiochi andavo in palestra e uscivo con amici) ho concluso 5 anni magistrale con un ottimo punteggio, il problema è che vedendo che i miei genitori si aspettavano solo quello da me mi sono impigrito siccome per portare a casa il risultato mi bastava poco.. chiaramente ho sbagliato avrei potuto fare mille cose... ora mi sto dando da fare ho 24 anni e ho studiato economia
Fiu. Sono arrivato giusto in tempo alla stessa conclusione ieri 😂.
Banalmente mi sono reso conto che dire a papà che non tempo di fare le guide per studiare analisi1 (sì, patente) è una cosa stupida dato che 30min su una giornata sono sempre solo 30min.
Apprezzo che hai anche detto che cosa sia realmente l'università: un percorso.
Oggi l'unico motivo per imparare da corsi è appunto l'avere un percorso che ha già fatto per te la parte di ricerca che dovresti aver fatto da solo in caso di autodidatta, questa è l'unica (e molto grossa/importante) ottimizzazione del risultato finale, la ricerca ed ordine delle informazioni.
Poi l'università (come alcuni corsi, ma non lo avevo detto prima perché riguarda tutti) hanno come seconda cosa che permette di parlare con i professori, e non dico per chiarimenti, perché riguarda sempre per il percorso, ma perché hanno già terminato e banalmente in quanto ricercatori sono in prima linea per le novità. Quindi oltre al percorso l'università dà la possibilità di parlare con professori: ma in realtà ciò che c'è all'università, lo si può imparare anche da soli (piccola citazione di DeConcini rielaborata)
Quello che tutti i professori (soprattutto al terzo anno, ingegneria informatica) ci dicono! Infatti io sono super felice perché molti hanno svolto il proprio corso con lo scopo di lasciarci il giusto mindset come dici te...l'esempio è: saper scrivere il programmino in c, php, HTML, sql,ecc.. lo sanno fare tutti; se non si sa fare qualcosa si và su internet, TH-cam e si cerca "come fare una lista blabla"...quello che veramente differenzia le persone è la modalità di pensiero, come dici te la capacità di prendere le giuste decisioni..affrontare un problema con il giusto approccio e saper fare un buon "modello concettuale" rende poi facile la soluzione allo stesso problema
Per quanto riguarda il resto io mi dedico all' 80% all'università per mia scelta. A me piace da morire quello che faccio e dò il 100% in ogni materia, come dici te il tempo c'è e come..basta saperlo usare..io sono molto determinato e ogni giorno mi jmpongo degli obiettivi per lo studio (tipo studia 20 pagine, vedi 2 lezioni, fai una determinata parte di codice di un progetto) e mattina e pomeriggio sono full focused su quello che faccio (così finisco anche prima😆 e seguo le mie grandi passioni: piano, chitarra, scacchi, film, insomma..ho tempo per tutto)
Dipende anche dal percorso, personalmente vedo che chi ha ottimi risultati nelle facoltà stem e di conseguenza nei lavori futuri (in cui solo loro sono specializzati) studia e basta. Se vuoi fare l’ingegnere devi studiare, non è che ci sia tanto da lavorare perché l’abilitazione alla professione ce l’hai studiando e non lavorando
Questo non significa che tu non ti possa dedicare anche ad altro, per esempio a dei progetti pratici riguardanti il tuo campo. Oppure ad imparare/approfondire competenze laterali come la programmazione.
Per questo nella fine del video ho poi esteso il discorso dal solo lavoro a diverse tipologie di attività.
@@AndreaMuzii sono in parte d’accordo, i casi ci sono ma purtroppo rari. Ho un conoscente che ad esempio facendosi il mazzo tra lavoro e studio ha avuto l’opportunità di svolgere delle internship molto importanti, però nonostante l’organizzazione viveva una vita massacrante. Ovvio che tutto si può fare sacrificando qualcosa, sono solo dell’idea che in linea generale (estendendoci agli estremi della gaussiana) una laurea stem soprattutto per la mole di corsi da seguire e la loro talvolta intensità è molto complicato da fare. Aggiungo che in questi anni di tutti quelli che si sono messi a lavorare durante questi percorsi hanno avuto un tasso di abbandono più alto
@@AndreaMuzii comunque grazie per la risposta educata, nutro grande rispetto nei tuoi confronti e mi fa piacere che tu abbia avuto voglia di controbattere al mio commento
ciao andrea, grazie degli spunti e della motivazione. In particolare, a quali lavori ti riferisci? consideri l impegnarsi in uno sport allo stesso livello del lavoro?
Questo dipende dai casi, non c'è una risposta. Lo sport, se fatto seriamente, lo considero valido come poche altre cose
Il messaggio che passa da questo video è fraintendibile. Cioè quello che passa è "lavoro e studio e finire tutto nei tempi più stretti possibili...
Aiutami a capire se la pensi come me...
Io penso che una debba studiare e lavorare per aprirsi nuove possibilità e capire il mondo del lavoro che è completamente scollegato dal mondo universitario. Oltre che sprecare tempo a studiare tutto il giorno. Ma questo "lavoro e studio" non deve essere portato all'estremo ovvero non è necessario finire gli studi nei tempi prestabiliti al millesimo di secondo, perché nel mezzo c'è la vita. Inoltre penso che sia importante fare esperienze come progetti inerenti all'università, come entrare a far parte di un progetto di lancio di un mini satellite se si è ingegneri aerospaziali, di un club di letteratura se si studia lettere etc... Perché questo arricchisce la persona e crea competenze.
E son d'accordo sul fatto che le persone siano disorganizzate.... Io in primis, non riesco a seguire un piano di studio, non mi concentro quando dovrei, non sopporto la noia dello studio, voglio fare quello che mi piace tutto il tempo quando lo studio è anche noia e rotture ma ad un bene superiore... Per questo sto provando a mettermi in discussione... Mi sto avviando alla mia seconda laurea e rispetto alla prima c'è un abisso, il mio livello di studio è calato tantissimo... Riscontrando un enorme beneficio, sentendo di non aver sprecato tutto il mio tempo nel fare solo una cosa.... Maremma santa!
Io faccio medicina e davvero non avrei tempo per fare altro
Stai migliorando, voto video 8 e mezzo
😂🫶🏻
Sono due anni che ho finito il liceo e son due anni che lavoro, vorrei iniziare a fare l'università per fare il lavoro dei miei sogni ma ho paura di non farcela dovendomi mantenere da sola compresa la casa
Tu fino ad ora non hai ancora fatto vedere i risultati del tuo percorso universitario. Saremmo curiosi di vedere come imposti lo studio e il metodo che utilizzi.
Sarebbe importante vedere anche i risultati in quel fronte visto che parli di università e lavoro.
GRANDE ANDRE non penso che tutti possano capire
Perfettamente d’accordo con te, studio design e lavoro contemporaneamente come grafico, il tempo per studiare se ci si gestisce bene c’è eccome. Però devo dire che ora non potrei fare a meno di lavorare, mentre prima di iniziare non lo sentivo come una necessità così forte il lavoro. Il classico “non sai che ti perdi” insomma
smesso di leggere a 'studio design'...
Pov: studente fuoricorso che si ammazza perché ormai oltre ad essere cornuto é anche mazzato.
14:10 oro puro
Obbiettivi
Università, Chitarra/musica, Palestra e Cultura.
potresti portarci una tua giornata tipo tra studio allenamento lavoro ecc sarebbe interessante
Fatto di recente con l'intera settimana💪🏻
Ma io voglio giocare ai videogiochi e guardare le serie TV. Non voglio metterci un anno per plaatinare un gioco o 12 mesi per guardare una serie tv
Dovresti fare il video inverso... Chi è già grande e la lavora e continua a studiare
Ciao Andrea. Hai ragione sul fatto che studiare e basta e portare avanti solo l'università sia sbagliato, sono d'accordo, però volevo darti un consiglio, sii meno acceso in modo da rendere più comprensibili i tuoi contenuti.
Una opzione potrebbero essere le Junior Enterprise, un modo per interfacciassi con il mondo lavorativo rimanendo ancora a stretto contatto con la bolla universitaria... vi invito a scoprirle
Sia chi butta via il tempo perché ha la media buona senza studiare sia chi lo usa facendo 3 cose contemporaneamente non si rende conto che se lo può permettere perché ha già trovato almeno una cosa che magicamente riesce a fare, non necessariamente impegnandosi.
Io non posso che attribuire a me ogni mancanza che sento, e questo è causa di una grande ansia e depressione. Ma come mi guardo intorno vedo persone che sanno fare e fanno, e magari non hanno sudato come ho fatto e faccio per cercare di fare quello che non so fare. Cerco di non convincermi che non tutti hanno un v12 sotto il cofano.
In questi ultimi 2 anni sono arrivato pressoché alle stesse conclusioni, ovviamente per vie diverse. Sono cresciuto in un contesto familiare, seppure per ragioni comprensibili, nei fatti troppo poco severo: la scuola è sempre stata il mio tallone d'Achille. Complice anche una bocciatura in terza liceo, ho fatto della scuola una mia bolla pur di riuscire a prendere sto fantomatico diploma.
Ora, ad essere un messaggio tossico non è quello dei tuoi video (come ho letto in un altro commento), bensì proprio quello di un contesto come quello scolastico e universitario che ha un costo-opportunità troppo alto da sostenere. La sensazione di "sicurezza" delle scuole e degli atenei è godibile se e solo se si ha una famiglia agiata alle spalle, e tale prototipo di famiglia è sempre più raro.
Elencare i problemi della scuola italiana è un po' troppo per un commento TH-cam, tuttavia eccone un po':
1. I professori o sono troppo anziani o sono incompetenti. Quelli anziani hanno una forma mentis (che ci tengono a trasmetterti anche in modo un po' paternalistico) utile per capire molto di come andava il mondo fino agli anni 90, la contemporaneità invece è quasi sempre nemica. Gli incompetenti invece sono capitati ad insegnare un po' per caso, credono che sia un modo come un altro per portare a casa la pagnotta. Spengono ogni desiderio di imparare.
La categoria di quelli giovani e appassionati dal canto suo ha 0 incentivi a fare bene, anzi, sono incentivati a fare male visto che vengono sottostimati sia economicamente che moralmente. A voi giudicare cosa sia peggio.
2. I programmi sono troppo vecchi, nei licei non si parla abbastanza di scienza e negli istituti tecnici non c'è mezza opportunità di dibattito umanistico. Nelle università le scienze umane e gli indirizzi stem non fanno grandi sforzi per comunicare... E anche da qui la distanza dal mondo del lavoro. Sull'università non aggiungo altro perché non sono abbastanza informato e non ci ho passato abbastanza tempo.
3. Siccome a scuola si osserva il mondo tramite la lente della cultura allora si è portati a pensare che il mondo sia come ci viene raccontato. L'aspettativa nei confronti della scuola è e deve essere alta ma ciò prende un connotato morale: chi ha voti bassi è una capra e si troverà male nella vita, chi ha voti alti invece sta bevendo dalla sorgente della verità. In questo si perde il ruolo centrale dello studente, il merito non è determinato dagli sforzi e dalle qualità eterogenee dei vari alunni, ma da quanto si è bravi a stare sul "tracciato". L'abbandono scolastico sta intorno al 25% ed è frequente ascoltare storie di ansia in classe o di intraprendenza frustrata. Questo punto è quello che, una volta appreso, mi ha deluso maggiormente.
Gli imprevisti nella vita ci sono (dalle pandemie e le crisi di governo fino all'innamorarsi e il vincere la lotteria) e nessuno in società ci ha insegnato cose come: gestire il rischio, risolvere problemi, riconoscere i propri valori e difenderli, distinguere autorevolezza e autorità e in definitiva nessuno ci ha insegnato come tenere l'equilibrio tra il fare quello che ci pare e piace e l'avere delle responsabilità. Così com'è, la scuola è un perdita di tempo.
Arrivo al video.
Il leitmotiv di questo canale è "non perdere tempo" e penso che sia un bel messaggio, darsi da fare è la più grande espressione di libertà e non dovremmo gettarla via. È chiaro che non tutti siamo Andrea Muzii, ma pensare che il lavoro e l'università non siano conciliabili significa solo avere un'errata concezione dell'uno e/o dell'altra. Nel mio caso poter risparmiare, pagare l'affitto per poter convivere e non dover tornare a vivere con mia mamma (anzi, talvolta aiutarla) vale un fuoricorso: mica studio per il pezzo di carta.
Video come questo semplicemente mi ricordano che la penso così, quindi grazie e scusate per il pippone :)
Io lavoro e studio(sto facendo recupero anno con due anni in uno alle superiori a 23 anni poi vorrei fare l'università)prima lavoravo full time e inoltre mi autogestisco, non ho la pappa pronta nel piatto, purtroppo.
Che devo dire?
Io sinceramente preferirei dedicarmi una cosa alla volta poiché è davvero dura. Ho 8 materie diverse da studiare di 30 pagine l'una da una settimana all'altra, poiché interrogano sempre. E il lavoro mi occupa una media di 5/6 ore al giorno per 4 giorni durante la settimana, tranne il sabato 8 ore. Inoltre devo prepararmi da mangiare, pulire casa, etc... .
Il viaggio di ritorno dal lavoro e andata dal lavoro che fortunatamente lo faccio in tram e lo sfrutto per studiare, ma con tutto il caos è davvero difficile concentrarsi.
Sinceramente devo dire che è meglio di gran lunga dedicarsi allo studio, eo fare uno sport massimo in contemporanea. Anche io la pensavo così, ma dopo aver constatato i ritmi frenetici al quale non posso sottrarmi per necessità di sopravvivenza, sono condannato per i prossimi forse 8 anni a questi ritmi inimmaginabili, ho sconsigliato a chiunque di lavorare e studiare contemporaneamente, a meno che proprio non vogliano provare o fare qualcosa tipo ripetizioni che decidi tu di autogestirti, quindi lavori di autogestione.
I primi lavori sono lavori molto fisici, e quindi stancanti, arrivi la sera che non hai forze nemmeno di studiare, l'attenzione è pari a quella di un criceto morto poiché si è davvero sfiniti.
Riguardo allo sport invece lo consiglio, dal punto di vista mentale fa bene mentre si studia.
bravo sei un grande!
Concordo, in molti casi questo è vero. Io al primo anno di università ho fatto parecchi lavoretti, dove ho acquisito delle abilità che l'universita non mi avrebbe mai dato. Ora però preferisco ridurre un po' perché non voglio sovraccaricarmi
Se posso chiedere, che tipo di lavori? Pure io vorrei iniziare ma mi sento di non avere competenze
@@chiarar2507 principalmente cameriera e commessa in piccole imprese, ho trovato abbastanza persone disposte a prendermi con poca o nessuna esperienza. Ma si trattava di lavoretti che prendono qualche ora nel weekend
Io sono uno studente lavoratore, non è facile ma è fattibilissimo con una buona organizzazione. Penso che il problema sia dovuto soprattutto al metodo di studio. Io ho sviluppato un buon metodo di studio solamente l’anno scorso, dopo aver finito le superiori. Si tende a studiare con il “leggi e ripeti” avendo spesso l’illusione di aver compreso quando non è così. La scuola poi non aiuta a creare un buon metodo di studio efficace e strutturato.
Grazie per i tuoi contenuti
Ciao tu come studi?
@@vincenzone03 io studio con il metodo Pacrar elaborato da Alessandro de concini ti lascio il link al video in cui lo spiega molto bene th-cam.com/video/3FvXpqJEvvM/w-d-xo.html
@@PARIDEanimation 😂😂
@@PARIDEanimation Confermo anche io uso quel metodo, e se non hai un buon metodo ti svolta tutto.
Immagina sprecare gli anni migliori della tua vita facendo il cameriere, un conto se ci sono difficoltà economiche, ma nel mio tempo libero voglio cazzeggiare, fare aperitivo con gli amici, suonare la chitarra, evolvermi da un punto di vista personale, coltivare le mie passioni, e magari quelle soft skills le sviluppo anche, e se così non fosse cazzomene faccio ingegneria nucleare mi assumono lo stesso.
Stronzo io che pensavo che l'obiettivo principale della vita fosse lavorare il meno possibile non essendo poveri come la merda.
ah giusto:
non farebbe per me, preferisco effettivamente godermi questo periodo, non riuscirei a gestire il tempo necessario per fare entrambe le cose, sarebbe troppo stressante.
Spunti interessanti. Io ho studiato e lavorato e mi trovo nella sostanza d'accordo con te.
Ps
I nuovi video con la musica di sottofondo disturbano e deconcentrano un po', specie se ascoltati in 1.25 o velocità superiori.
mi serviva questo video, grazie
Non sono molto d’accordo con te… in questo video hai espresso dei concetti che sono troppo macchiati dalla tua esperienza personale e dalla tua visione SOGGETIVA del mondo.
Sono uno studente di ingegneria con 30/35 ore a settimana di lezione e studio individualmente dalle 420 alle 500 ore a semestre (e non ho tutti 30) se ci aggiungi le necessarie 8/10 ore a settimana di sport senza le quali non sto bene psicologicamente dove mi rimane tempo per il lavoro? Faccio qualche ora a settimana 4/5 di ripetizioni (per le mie piccole spese) e le stoppo durante la sessione
13:26 13:42
this man speaks facts
Io studio e lavoro, solo che come lavoro faccio il fattorino e come esperienza lavorativa non mi tornerà MAI utile. Però mi piace farlo
Il tirocinio curriculare serve proprio ad introdurre l'universitario nel mondo del lavoro.
Serve a fargli reggere le pareti nella maggior parte dei casi
ma infatti questo video non ha senso sotto vari punti di vista...
io ne ho 26 e non so manco io perchè ho cominciato l'uni. sapevo che me ne sarei pentito
Ciao, non posso che darti ragione: ho dato tutti gli esami (di ingegneria e anche roba extra) mentre frequentavo un'accademia militare (dove davvero il tempo per lo studio ci era dato col contagocce) e, nel periodo in cui eravamo autorizzati a vivere per conto nostro fuori, son anche riuscito a godermi la vita; a 25 anni ero già pronto ad andare in missione come responsabile di decine di uomini e di sensibili apparecchiature da milioni di euro. Benché selezionati da un lungo e severo iter, non eravamo assolutamente "super uomini" speciali, ma solo ragazzi con tanta determinazione e voglia di farcela. Purtroppo tra il primo e il secondo anno abbiamo "perso" metà dei colleghi del corpo ingegneri perché, dopo pochi esami bocciati ti rimandavano a casa (e il tempo per studiare era davvero poco, se non imparavi subito ad ottimizzare e concentrarti anche con poche ore di sonno e tante attività). Quindi, quando sento ventenni dire "ingegneria è difficile, non riesco a dare gli esami in tempo" e non hanno particolari problemi familiari o di salute (fisica o mentale) mi cadono le braccia. Spero tanti tuoi coetanei prendano esempio da te.
💪🏻💪🏻
Videogiocare è considerabile un attività secondaria tipo lavoro/sport ?
Da persona che ha avuto periodi di dipendenza dai videogiochi: ti direi che lo è se sei talmente bravo e allenato da poter fare competizioni, diventando un professionista in quel campo.
Altrimenti se è un passatempo secondo me ci sta nell' ultimo momento della giornata oltre il quale non devi fare altro che dormire o se capita ogni tanto, ma ogni tanto non ogni settimana, in un momento morto, magari con degli amici.
Se hai la passione del videogioco ma non vuoi farla diventare un qualcosa di più ti sconsiglio se sei studente o lavoratore di videogiocare durante la giornata prima di sera, ti indebolisce e oltre un certo tempo di parecchio, l ho vissuto sulla mia pelle e ci sono tantissimi studi a riguardo.
Poi ovviamente questi sono consigli, decidi ovviamente se ascoltarli o cestinarli
Discorso che lascia il tempo che trova. I vecchi di oggi sono stati giovani e molti di loro, da giovani, erano proprio come i giovani di oggi.
Il mondo è leggermente cambiato
@@AndreaMuzii Il mondo sì, le persone non tanto. Secondo me a 20 anni si può anche perdere tempo e fare errori. Nell'arco di una vita, andare a lavorare 2 o 3 anni prima o dopo, non cambia granché.
Bo ok ma se voglio fare la carriera accademica o comunque insegnamento ci sta che mi concentri sull'uni, che ne so al massimo do ripetizioni che è un "lavoro" utile come formazione.
Che università fai?
Ho cliccato mi piace solo dal titolo.