Ne soffro da anni, sono dinamiche che conosco molto bene, e purtroppo mi hanno portato a seppellire diverse situazioni sentimentali, standoci poi male e sentendone la mancanza, più di quando vengo lasciato. È una gabbia, è come desiderare di correre, per poi ogni volta fare i conti col fatto che ti manca una gamba. A nulla è valso un lungo percorso terapeutico, che ho già affrontato. Mi vedo quasi costretto ad una vecchiaia da solo, e la cosa mi intristisce terribilmente
Continui a lavorare su sé stesso. Forse il lavoro che ha fatto sulla sua difficoltà non é stato risolutivo, ma qualche consapevolezza mi auguro sia riuscito a portarsela a casa. Continui a lavorarci su, da solo o chiedendo aiuto ad altri professionisti. Andrà meglio 👍
Buongiorno Dottore, la sua spiegazione è stata molto chiara, soprattutto riguardo alla circostanza che chi è filofobico cerca comunque delle relazioni ma poi le sabota. Temo di rientrare in questo profilo e vorrei chiederle se tra le strategie di sabotaggio rientra anche il non sentirsi innamorati, nonostante si stia molto bene con una persona. Mi sta capitando in questo periodo di frequentare una persona con cui ho un'ottima intesa in ogni senso, mi attrae molto fisicamente, mi piace la sua compagnia, mi fido e mi sento rilassata con lui. So che lui mi vuole molto bene ed infatti mi ha fatto per due anni un corteggiamento discreto ma deciso, a cui ho ceduto però solo pochi mesi fa. Nonostante abbiamo iniziato a vederci con una certa frequenza, io sento l'esigenza di limitare il più possibile gli incontri e mi sono sentita di dirgli chiaramente che gli voglio bene, ma non lo amo e non voglio legami. C'è da aggiungere che non ritengo possibile intraprendere una relazione con lui perché c'è della differenza di età. Nello stesso tempo mi sento molto confusa e non capisco perché mi dispiaccia distaccarmi da lui, ma nello stesso tempo non voglio averlo troppo vicino.
Buongiorno Priscilla, in effetti é una situazione che probabilmente andrebbe discussa con più calma. Provo a partire da alcuni spunti che mi ha scritto. Inizierei non definendo il "non innamorarsi" una strategia. É una cosa che accade, ma parlare di strategia da la sensazione ci sia un'intenzionalità che invece non c'è. Partendo da questo, potrebbe esserle utile capire meglio cosa intende lei per amore. Qui scrive di una persona per cui sembra esserci un certo amore, forse familiare, forse erotico, ma altrettanto non sembra essere tutto quello che cerca. Infatti solleva due problemi. 1) l'età. 2) che ci sono voluti anni di corteggiamento per decidere se uscire con lui. Quindi significa che aveva molti dubbi su questa persona. Non so se siano tutti dovuti all'età o ad altro, ma forse le é utile ragionare su cosa originava quei dubbi. Ipotizzo, magari non si vede a condividere progetti o interessi con una persona così più grande/piccola di lei. Quindi può essere un partner sessuale, può essere qualcuno a cui voler bene e con cui sentirsi sicura e fidarsi, ma forse sta sottovalutando quanto per lei sia importante l'amicizia o la stima. Di conseguenza forse é possibile che non é che lei non lo ami per niente, potremmo dire che gli vuole bene più che amarlo, ma é più utile dire che per lei la relazione di coppia si basa su alcuni aspetti specifici dell'amore che sta avendo difficoltà ad esplicitare e che forse non trova in lui. Non avere chiaro cosa cerca può portare a confusione. Alcune persone potrebbero andare in confusione chiedendosi: É possibile provare affetto e desiderio sessuale per qualcuno senza amarlo? Si. Cosa significa per me amare? Questo potrebbe esserle utile definirlo meglio lavorandoci su 👍
La ringrazio per i suoi spunti, dottore. Diciamo che per me l'amore è difficile da definire chiaramente, ma direi che equivale a "perdere la testa", mettere da parte il desiderio di libertà e indipendenza ed essere disposti a tutto per stare con lui. Non penso però che sia necessariamente qualcosa di positivo, perché ne vengono fuori delle emozioni faticose e difficili da gestire come la gelosia oppure delle necessità di sacrifici e ciononostante può comunque finire male. Tutto questo insieme di rischi e problemi, non mi sento di farlo per questa persona, per questo ho impostato dei paletti, pur a rischio di perderla: da ciò deduco che non lo amo. Al contrario, le frequentazioni libere consentono di stare bene insieme, di godere di bei momenti e di non compremettere il bene che c'è con litigi e pretese. E poi è pur sempre bene, nel senso che voglio comunque che lui stia bene con me, che sia sereno, etc. Ho aspettato ad uscire con lui perché certamente c'è il problema dell'età e dei diversi obiettivi di vita, ma anche perché per me è un po' faticoso lasciarmi andare, infatti anche con lui sono molto "abbottonata", non rispondo con tenerezza ai suoi messaggi teneri, non lo cerco quasi mai. Il suo "amore" però mi fa piacere, ecco, ho piacere quando magari si dorme insieme dopo il sesso o si prepara insieme la cena. È una persona molto vulnerabile e quasi lo invidio per questa sua capacità di esprimersi.
Mi scusi Dottore se aggiungo che in passato, ho avuto due relazioni importanti, di cui una finita abbastanza male e l'altra, durata diversi anni con una persona che viveva a molta distanza, con la quale, non so perché, riuscivo ad essere più tenera ed espressiva, la vedevo ogni tanto per ragioni logistiche e ci stavo nel complesso bene ma temevo di instaurare una relazione con vita quotidiana condivisa perché in genere non ho molta fiducia in questo tipo di relazioni, nell'idea che possano essere piacevoli.
Buongiorno Priscilla, in effetti l'idea di un amore travolgente che porti a rimettere tutto in discussione ed a "perdere la testa" è un'idea che può essere pericolosa. Infatti potrebbe essere utile chiedersi come mai si è arrivati a perdere di vista tutto il resto per una persona o come mai sia servito perdere di vista tutto per una persona. Forse è possibile che una persona amabile sia anche una persona leale che ci aiuta a rimanere attenti sulle cose importanti per noi nella vita. Può capitare che le persone che vivano l'amore come qualcosa per cui "fare follie" siano alla ricerca di qualcosa per cui fare le rinunce più grandi, finendo, sulla scia di questa ideologia, per mettersi in situazioni contraddittorie. Basti pensare ad un/a genitore che abbandona i figli per inseguire "l'amore della sua vita". Se una persona la ama, si prende cura di lei e prova ad aiutarla nelle sfide per lei importanti. Se non è così e le impone delle rinunce gravi, forse non è compatibile o non la ama abbastanza. Potrebbe sembrare che una persona che non le richiede grandi sacrifici non sia amabile perché non le provoca le forti emozioni che avrebbe nel prendersi dei rischi e scommettere tutto su quella persona. Ma quello, forse, non è amore per l'altra persona, è amore per il rischio, amore per l'esplorazione, poco amore per sé stessi. Si dia tempo, le relazioni non devono dare il massimo subito. Molte hanno bisogno di tempo per ingranare e diventare sempre più salde, e forse questo è uno di quei casi in cui non avere fretta :)
Complimenti, questo video è davvero benfatto e completo, ho una domanda: un filofobico diventa evitante? Frequento una persona che dopo una fase in cui stiamo benissimo e si crea profonda vicinanza tende a scappare e diventare freddo, anche quando facciamo l’amore e si lascia andare dicendomi cose molto dolci senza mai smettere di guardarmi negli occhi, poi sembra spaventato..io ho sbagliato mostrandomi bisognosa in varie occasioni..perché il suo cambiamento improvviso mi manda in crisi, come fare per tranquillizzarlo e creare un dialogo sincero e costruttivo? Per ora non lo sto cercando..sbaglio?temo che nei suoi allontanamenti frequenti o senta altre.lui mi ha sempre detto di no, ma non gli mostrerebbe di non dipendere dal nostro sentimento? Scusi sono davvero confusa..grazie mille
Buongiorno, per capire meglio cosa fare servirebbe chiedere a lui ed approfondire il senso della sua reazione spaventata dopo il sesso. Non credo che aver mostrato di avere alcune esigenze e bisogni sia stato un errore, tutti ne hanno ed ha senso sia così. Piuttosto è lui che sembra aver bisogno di essere aiutato e, diversamente da lei, non si apre spiegando la propria difficoltà. Già capire se si parla di qualcosa di concreto su quanto accade nel sesso, di paura sul proprio modo di stare in coppia, di generale sul futuro, sono distinzioni utili per iniziare a farsi un'idea. Quindi filofobia ed evitamento sono molto collegati, ma serve sempre capire come lo sono. È possibile mettere in atto lo stesso comportamento per motivi diversi. Ha provato a parlargli di cosa pensa quando cambia volto e diventa freddo? Gli suggerisca le 3 opzioni che le dicevo, è il sesso? Sono pensieri sul futuro? Sono pensieri su come ti vedi tu nelle relazioni? E veda cosa le risponde. Mi raccomando, gli dia il tempo di rispondere o finisce per essere un interrogatorio poco costruttivo 😉
Dottore ho ascoltato il video con interesse e una certa tristezza. Mi sto "frequentando" da quasi un anno con una persona che penso possa avere questo problema. È stato lui stesso a dirmi di avere da sempre difficoltà a stabilire dei legami, di non essersi probabilmente mai innamorato e che già dall'adolescenza gli è capitato di aver lasciato andare la possibilità di coinvolgersi con persone che gli piacevano. Di recente mi ha confessato che negli ultimi sei mesi ha sofferto di attacchi di ansia di cui non riesce a capire il motivo. Io vorrei suggerirgli la possibilità di chiedere aiuto ad uno specialista ma non so come fare, che parole usare. Nel frattempo sono molto in apprensione perché temo di essere parte di una di quelle psuedo-relazioni di cui lei parlava, in cui il filofobico entra proprio per lo scarso coinvolgimento, tanto è vero che lui con me rifiuta ogni tipo di impegno e mi ha parlato solo di "molto affetto" nei miei confronti. Dice che con me si sente accettato e che c'è molta attrazione e intesa, viviamo degli incontri molto piacevoli ma lui alterna fasi in cui è presente a fasi di quasi totale assenza. D'altra parte afferma che di non volersi impegnare perché comunque una relazione tra noi sarebbe impossibile per diversità di punti a cui siamo nella nostra vita (lui è divorziato con figli).
Buonasera Marta, dire che la vostra relazione è impossibile è una valutazione complicata. Diciamo che alcune relazioni sono più difficili di altre, ma quando la definiamo impossibile stiamo parlando più della difficoltà a realizzare un ideale che della possibilità di concretizzare un compromesso. Ci sono delle limitazioni e probabilmente ce ne saranno sempre di diverso tipo, ma è comunque possibile fare dei passi nella direzione della relazione che desidera. Serve averla in mente e provare a proporla per capire se lui è sulla stessa linea o no. Nel caso in cui non lo fosse, le opzioni sono poche. Darvi tempo per cambiare o valutare di interrompere. Ma se non c'è margine per un cambiamento, allora significa che sta accettando la situazione attuale e che la ritiene sufficientemente buona. Può essere una soluzione, ma è importante dirselo apertamente, altrimenti rischia di rimanerne scottata. Se lui chiederà aiuto in psicoterapia, forse imparerà a capirsi e gestirsi in modo più efficace. Però la psicoterapia non è una soluzione che si può imporre. Deve capire lui a cosa potrebbe servirgli. Molte persone che non usufruiscono della psicoterapia, non la capiscono. Pensano che tutti i problemi siano di natura pratica e non capiscono come funzionano i problemi emotivi, che non si risolvono facendo qualcosa, ma imparando a pensare da una prospettiva diversa. In parte, il suo suggerimento di "andare in psicoterapia" è una soluzione pratica. Un "Fai qualcosa". Se vuole fargli capire l'efficacia di avere competenza emotiva, gli mostri l'efficacia della sua competenza. Non tanto "facendo", ma "gestendo i propri pensieri in modo più efficace". Come nella decisione di come impostare la vostra relazione. In una relazione di coppia, quando uno dei due partecipanti cambia, la relazione cambia. Se l'altra persona non cambia, forse tocca a lei :)
@@ValerioCelletti La ringrazio molto per la sua risposta così articolata, Dottore. Proverò a pensare bene a quello che mi ha suggerito, soprattutto sotto il profilo di prendere la mia parte di responsabilità nell'accettare la situazione o meno. È qualcosa a cui non avevo pensato in questi termini, paradossalmente. La ringrazio ancora per il suo lavoro divulgativo!
Salve Dottore, La ringrazio per la sua eccellente esposizione del problema. Le pongo una domanda: è possibile che inconsciamente scegliamo la persona che ci abbandonerà, oltre che per autosabotarci anche per confermare la disistima che abbiamo nei nostri confronti?
Buongiorno Miriam, è difficile rispondere in generale alle motivazioni sottostanti una scelta. E' probabile che alcune scelte, viste a posteriori dopo che una relazione si è conclusa, possano sembrare un autosabotaggio evidente. Eppure è difficile capire quanto investire in una relazione possa essere un autosabotaggio. Ogni relazione, anche quella che può sembrare la più sicura del mondo, implica un certo grado di rischio e di errore di valutazione. Di conseguenza, il rischio di essere abbandonati da una persona che scegliamo è ineliminabile. Se si desidera credere in una relazione, serve correre il rischio di essere rifiutati o delusi. Piuttosto, non è detto che una delusione, un rifiuto o un errore di valutazione debbano per forza portare a una perdita di stima verso se stessi. Proprio perché non è possibile non rischiare, la decisione più sicura sarebbe quella di non rischiare e di rimanere soli; quindi, se rischiare e scegliere male dovesse essere un buon motivo per stimarsi meno, non rischiare e scegliere "bene" dovrebbe essere motivo di stima. Ma, forse, entrambe le alternative non sono pienamente credibili. Decidere, quando si parla di amore, è complicato. Nessuno sa bene quale sia la decisione corretta nelle varie situazioni. Anche chi dice di saperlo, non lo sa davvero dato che nessuno conosce il futuro. Però il rischio, per quanto possibile, è quantificabile. Scegliere strade sempre più rischiose può essere una modalità disastrosa di investire in una relazione. Senza dover essere necessariamente troppo prudenti, se ci si accorge di fare sempre scelte rischiose, è altrettanto importante rendersi conto di cosa si sta pagando (in termini quantomeno emotivi) e, per quanto possibile, iniziare a valutare anche strade meno pericolose che possono essere più desiderabili di quelle che altri etichetterebbero come un autosabotaggio. A volte ci sembra che non esistano alternative perché continuiamo ad utilizzare sempre gli stessi strumenti; quindi la soluzione può essere acquisirne di più e diventare più abili nel decidere. Spero di aver risposto (almeno in parte) alla sua domanda :)
Io ho avuto sintomi psicosomatici di rifiuto per molti anni come sintomi gastrointestinali, vertigini e metabolismo in tilt. Mi capitava soltanto quando mi fidanzavo e non quando avevo relazioni superficiali. Solo una volta non ho somatizzato, nell'ultima storia finita recentemente con un ragazzo più piccolo di me di 8 anni. Io 29, lui 21. Mi ha lasciato dopo 4 mesi (attualmente è la mia storia più lunga). Credo che cmq, il problema sia proprio gestire emozioni troppo potenti. Mi capita anche quando vedo immagini violente o in cui delle persone deboli vengono umiliate. Non riesco a gestire la sofferenza. Credo che chi è ipersensibile cerchi di avere tutto sotto controllo.
è probabile che alcuni argomenti, sia visivi che relazionali, le suscitino emozioni che risultano molto confusionarie. L'intensità della reazione corporea probabilmente è proporzionale all'intensità dell'effetto subito dai pensieri, che, almeno in quei momenti, diventano altrettanto confusi. Ragionare con lucidità su quelle immagini e quelle relazioni, cercando di capire meglio la propria emotività ed il senso delle emozioni che prova, potrebbe essere un buon modo per iniziare a interrompere il circolo vizioso attuale :)
@@MIRIAMBRACCIO Se lavora sulle proprie fragilità, non c'è motivo per cui lei non possa coltivare una relazione soddisfacente. Forse lavorarci da sola non è stato efficace, ma può esserle utile chiedere aiuto in psicoterapia per rendersi meglio conto del senso delle proprie reazioni e coltivare un approccio più bilanciato. Poi questo non significa che le relazioni diventino facili. Le relazioni di coppia spesso sono complicate e a volte finiscono, ma potrebbero diventare qualcosa in cui gestirsi meglio, in cui non sentirsi responsabile della fine della relazione e, soprattutto, in cui eventualmente saper interrompere certi rapporti nel caso in cui non fossero adatti a lei. Perché anche insistere troppo su certe relazioni può essere controproducente.
Complimenti per il video. Avrei una domanda : quale è la maniera migliore per comportarsi con un partner filofobico? E come ci si può riavvicinare dopo due settimane di pausa? Grazie in anticipo per la risposta.
Buongiorno Davide, è difficile suggerirle un modo per riavvicinarsi generale senza sapere per quale motivo specifico vi siete presi una pausa. La cosa più ragionevole che posso suggerirle consiste nel cercare un dialogo nei limiti del buon senso. Se l'altra persona ha piacere a parlarle e desidera un confronto e un eventuale riappacificamento, ci sarà modo di dirselo a voce. Se l'altra persona, invece, sfugge dal dialogo e preferisce non incontrarvi, allora è meglio evitare di rischiare di importunarla. Potrebbe aver bisogno di tempo per cui farle sapere che lasciamo una porta aperta, come potrebbe anche semplicemente non voler proseguire la relazione di coppia. In entrambi i casi, è importante rispettarsi e lasciare che ognuno faccia le sue scelte. Suppongo che nessuno Davide si meriti di dover rincorrere troppo qualcuno che non vuole stare in coppia con noi.
Gentilissimo Valerio, certo ho semplificato. Comunque il motivo principale è l'ansia che prova quando sta con me e la cosa diventa seria. È consapevole che stiamo benissimo insieme e che siamo anche simili. Le sue parole sono state "forse una pausa ci serve per capire se sentiamo la mancanza". E io le ho risposto : "si, in effetti non siamo mai stati più di 3 GG senza sentirci.." avrò fatto male? Comunque l'ho rispettata. È una persona alla quale il padre l'ha abbandonata appena nata e che ha avuto relazioni malsane . estremamente insicura. Le fa paura la mia sicurezza e lei vedrebbe bene me, con una ragazza molto poi sicura di sé. L'ho vista piangere spesso dal nulla. (Ovviamente la mia è solo una supposizione che lei abbia qualcosa di simile a questa patologia, ma ci sono tutti i presupposti. Pensa di non essere mai abbastanza ed è insoddisfatta della sua vita in generale).Vorrei capire come riavvicinarmi e starle vicino. Grazie ancora della disponibilità.
Mi ha anche detto : "è la prima volta che mi accade una cosa del genere, solitamente riesco sempre a distinguere l'amore da altro". Il tutto condito da lacrime.
In effetti descrive un comportamento che sembra essere poco chiaro. Senza entrare in interpretazioni avventate, l'idea stessa di aver bisogno della distanza per capire qualcosa è una modalità poco salutare di vivere le relazioni. In questi termini, forse dimostra di non capire bene come funzionano le proprie emozioni e spera che sentirsi triste e nostalgica le dimostri quanto davvero tiene a voi. Tornare insieme solo perché ci si sente annoiati e tristi sarebbe un errore, come è un errore non stare insieme solo perché non ci si è sentiti abbastanza tristi... Le emozioni non contengono delle verità nascoste, ma solo un'importante espressione sincera delle proprie opinioni. Se mi concentro, mi può mancare qualunque cosa. Se lo testo, può non mancarmi anche quello che ritengo più essenziale. Forse è possibile che più che Filofobia, la sua partner stia descrivendo un'esperienza diversa. Cioè un modo discutibile di confondere l'amore con il sentirsi travolti da emozioni soverchianti di preoccupazione. Non è raro, ma molte persone confondono le farfalle nello stomaco con l'amore. Mentre le farfalle nello stomaco sono solo l'espressione di quanto abbiamo paura di non piacere a qualcuno. Quindi è possibile che forse la persona di cui parla non ha paura dell'amore, ma piuttosto confonde l'amore con il sentirsi vicina a qualcuno che la considera non all'altezza e che la spinge a sforzarsi. Eventualmente è una modalità dipendente che espone a diversi problemi e che forse al momento non è compatibile con una relazione serena con una persona con cui si trova bene. Non perchè ha paura dell'amore, ma perché cerca il travaglio interiore nell'incontro con l'altro per compensare una difficoltà a prendersi cura autonomamente delle proprie necessità emotive. è tutta un'ipotesi, ma sembra una situazione complicata ma diversa dalla filofobia.
Grazie ancora del gentile supporto...fino ad ora mi sembra di non aver fatto nulla...non ho insistito, l'ho lasciata due settimane libera...come mi consiglia di agire ora? 1) Prenderla alla larga e cercare di ritrovare il feeling via messaggio per poi uscirci, e parlarne, con tatto,2) oppure andare dritto al punto? Grazie ancora 🙏
Io sono molto diffidente in amore, dovute ad esperienze passate, ma sono una persona anche molto iperlogica. Diciamo che in una ragazza ricerco caratteristiche specifiche, altrimenti non mi innamoro, credi che sia "narcisismo perfezionista"?
In generale una caratteristica o un gusto non fanno un'etichetta diagnostica. Quindi non scomoderei il termine narcisista per parlare del proprio modo di vivere le relazioni sentimentali. Piuttosto la diffidenza, il non riuscire ad affrancarsi dal passato, l'idea che la sua non sia solo logica ma "iper"logica, quasi come se potesse essere eccessiva, sono tutte sfumature che possono sottendere una certa confusione nel proprio modo di ragionare su sé stesso nel rapporto con gli altri. Probabilmente sistemare questi aspetti le permetterebbe di vivere l'amore con minore diffidenza ma, soprattutto, con minori dubbi sul cosa stia succedendo nella relazione con l'altra persona.
Io non voglio vivere mai più nell'ansia di oggi o domani riprendermelo in quel posto! E non voglio avventure o relazioni superficiali, perché ho lo stesso I miei principi morali, mi sentirei sporca. Quindi? L' unica via è soli!
Buongiorno Emy, le relazioni a volte sono deludenti, ma non tutte. Comprendono sempre un certo margine di rischio, ma può anche valerne la pena. Non c'è niente di male a decidere di vivere senza una relazione di coppia, per molte persone è la scelta migliore. L'importante è scegliere in accordo ai propri gusti e non per rabbia come reazione ad esperienze deludenti. Basta aver successo una volta per mettere in ombra tutti gli altri tentativi.
Salve dottore, volevo chiedere se si poteva essere filofobici senza aver mai avuto una relazione sentimentale. In particolare mi sono sentita con diverse persone e quando la situazione è diventata seria iniziavo ad avere ansia ed allontanarmi rispondendo in modo freddo, nonostante quella persona mi piacesse. Ma questi comportamenti si ripetono e me ne sono resa conto ora e volevo capire effettivamente se poteva trattarsi di filofobia. Grazie 🙏
Buongiorno, in effetti é un funzionamento che potrebbe corrispondere al tema della filofobia. Nonostante l'interesse per l'altra persona, quello che si pensa essere collegato all'intimità spaventa fino a portare ad allontanarsi. Riconoscere di avere questa modalità può essere un ottimo motivo per lavorare su di sé e sul proprio modo di sentire e gestire le emozioni 😉
Credo che lavorarci in psicoterapia individuale sia la scelta migliore. In autonomia, fino al punto in cui riesce, serve imparare a riconoscere le proprie emozioni, capirle, gestirle e scegliere un approccio che ritiene più efficace. è un lavoro difficile da fare da soli, perché da soli spesso non riconosciamo le emozioni, non le capiamo a sufficienza e quindi non riusciamo a formulare strategie efficaci per gestirle. Per questo è utile lavorarci in psicoterapia facendosi aiutare da un professionista.
Io ho perso interesse soprattutto nei corteggiamenti , che ritengo “anacronistici” . Penso che esista un’autentica l’infatuazione iniziale, poi l’amore diventa sempre “altro”, soprattutto routine…inoltre vedendo coppie non felici e costantemente attaccate al proprio cellulare, in qualsiasi situazione, anche in vacanza, al ristorante,ecc…mi chiedo…ha senso tutto ciò? Io dovrei fare tutta questa fatica per cosa? Per avere degli sporadici rapporti sessuali? Ne ho avuti moltissimi, ho avuto abbastanza fidanzate, ho dato e avuto molto, ma penso che l’amore non sia eterno, quindi il costruire una relazione è molto più precario di un contratto da McDonald’s…
Buongiorno Manuel, le sue osservazioni sono comprensibili, ma non è detto che essere in coppia debba per forza corrispondere a corteggiare in modo impersonale, annoiarsi insieme o fare fatica a dedicarsi attenzione. Le relazioni di coppia richiedono una certa dose di impegno, ma quando c'è solo fatica, c'è un problema di fondo. Saper chiudere una relazione che non funziona è importante quanto saperla iniziare.
Buonasera, vorrei chiedere una cosa semplicissima che però richiede la presentazione di una situazione e non vorrei esprimerla pubblicamente. C'è modo di rendere il commento privato o di fare la domanda per altri canali? Grazie!
Buongiorno Simone, la cosa più utile può essere fermarsi a riflettere sul proprio modo di vivere le relazioni di coppia e di reagire ai rapporti che ritiene intimi. Se avesse dei dubbi che non riesce a risolvere da solo, può esserle utile provare a confrontarsi con persone di cui ha stima o con uno psicoterapeuta della sua zona. Buona giornata
Come fare con una persona filofobica? Un uomo con cui c'è stata una relazione molto intensa, mi ha detto che ha bisogno di stare da solo, perché incominciava ad innamorarsi ed era terrorizzato. Devo lasciarlo stare? Capirà? Ci lavorerà?
Non esiste una risposta corretta. Nella maggior parte dei casi il "ho bisogno di stare da solo" corrisponde ad un evitare di confrontarsi con le proprie difficoltà emotive che si ritengono irrisolvibili. Quindi è più probabile che l'altra persona non lavorerà sulla propria difficoltà ed eventualmente cercherà altre relazioni occasionali e non coinvolgenti. Il modo migliore per contenere queste possibilità è costruire una buona competenza emotiva. Sapersi ascoltare e dialogare efficacemente con i propri pensieri. Ma non sono abilità che si costruiscono da un giorno con l'altro, ed è improbabile che lui sviluppi maggiore competenza emotiva scappando dai momenti emotivamente coinvolgenti.
Cosa intende? Non aver bisogno dell'amore non significa necessariamente averne paura. Ma ripudiare l'amore quando lo si desidera solo per paura delle sue conseguenze tende ad avere comunque conseguenze negative sul benessere personale.
Ne soffro da anni, sono dinamiche che conosco molto bene, e purtroppo mi hanno portato a seppellire diverse situazioni sentimentali, standoci poi male e sentendone la mancanza, più di quando vengo lasciato.
È una gabbia, è come desiderare di correre, per poi ogni volta fare i conti col fatto che ti manca una gamba.
A nulla è valso un lungo percorso terapeutico, che ho già affrontato.
Mi vedo quasi costretto ad una vecchiaia da solo, e la cosa mi intristisce terribilmente
Continui a lavorare su sé stesso. Forse il lavoro che ha fatto sulla sua difficoltà non é stato risolutivo, ma qualche consapevolezza mi auguro sia riuscito a portarsela a casa. Continui a lavorarci su, da solo o chiedendo aiuto ad altri professionisti. Andrà meglio 👍
@@ValerioCellettima io che ho paura di baciare la fidanzata in pubblico perché credo di essere un debole a mostrarlo sono filofobico😉😃?
È facile ascoltarla, davvero bravo
Grazie 😁
Sei molto bravo, complimenti
Grazie
Buongiorno Dottore, la sua spiegazione è stata molto chiara, soprattutto riguardo alla circostanza che chi è filofobico cerca comunque delle relazioni ma poi le sabota. Temo di rientrare in questo profilo e vorrei chiederle se tra le strategie di sabotaggio rientra anche il non sentirsi innamorati, nonostante si stia molto bene con una persona. Mi sta capitando in questo periodo di frequentare una persona con cui ho un'ottima intesa in ogni senso, mi attrae molto fisicamente, mi piace la sua compagnia, mi fido e mi sento rilassata con lui. So che lui mi vuole molto bene ed infatti mi ha fatto per due anni un corteggiamento discreto ma deciso, a cui ho ceduto però solo pochi mesi fa. Nonostante abbiamo iniziato a vederci con una certa frequenza, io sento l'esigenza di limitare il più possibile gli incontri e mi sono sentita di dirgli chiaramente che gli voglio bene, ma non lo amo e non voglio legami. C'è da aggiungere che non ritengo possibile intraprendere una relazione con lui perché c'è della differenza di età. Nello stesso tempo mi sento molto confusa e non capisco perché mi dispiaccia distaccarmi da lui, ma nello stesso tempo non voglio averlo troppo vicino.
Buongiorno Priscilla, in effetti é una situazione che probabilmente andrebbe discussa con più calma. Provo a partire da alcuni spunti che mi ha scritto. Inizierei non definendo il "non innamorarsi" una strategia. É una cosa che accade, ma parlare di strategia da la sensazione ci sia un'intenzionalità che invece non c'è. Partendo da questo, potrebbe esserle utile capire meglio cosa intende lei per amore. Qui scrive di una persona per cui sembra esserci un certo amore, forse familiare, forse erotico, ma altrettanto non sembra essere tutto quello che cerca. Infatti solleva due problemi. 1) l'età. 2) che ci sono voluti anni di corteggiamento per decidere se uscire con lui. Quindi significa che aveva molti dubbi su questa persona. Non so se siano tutti dovuti all'età o ad altro, ma forse le é utile ragionare su cosa originava quei dubbi. Ipotizzo, magari non si vede a condividere progetti o interessi con una persona così più grande/piccola di lei. Quindi può essere un partner sessuale, può essere qualcuno a cui voler bene e con cui sentirsi sicura e fidarsi, ma forse sta sottovalutando quanto per lei sia importante l'amicizia o la stima. Di conseguenza forse é possibile che non é che lei non lo ami per niente, potremmo dire che gli vuole bene più che amarlo, ma é più utile dire che per lei la relazione di coppia si basa su alcuni aspetti specifici dell'amore che sta avendo difficoltà ad esplicitare e che forse non trova in lui. Non avere chiaro cosa cerca può portare a confusione. Alcune persone potrebbero andare in confusione chiedendosi: É possibile provare affetto e desiderio sessuale per qualcuno senza amarlo? Si. Cosa significa per me amare? Questo potrebbe esserle utile definirlo meglio lavorandoci su 👍
La ringrazio per i suoi spunti, dottore. Diciamo che per me l'amore è difficile da definire chiaramente, ma direi che equivale a "perdere la testa", mettere da parte il desiderio di libertà e indipendenza ed essere disposti a tutto per stare con lui. Non penso però che sia necessariamente qualcosa di positivo, perché ne vengono fuori delle emozioni faticose e difficili da gestire come la gelosia oppure delle necessità di sacrifici e ciononostante può comunque finire male. Tutto questo insieme di rischi e problemi, non mi sento di farlo per questa persona, per questo ho impostato dei paletti, pur a rischio di perderla: da ciò deduco che non lo amo. Al contrario, le frequentazioni libere consentono di stare bene insieme, di godere di bei momenti e di non compremettere il bene che c'è con litigi e pretese. E poi è pur sempre bene, nel senso che voglio comunque che lui stia bene con me, che sia sereno, etc. Ho aspettato ad uscire con lui perché certamente c'è il problema dell'età e dei diversi obiettivi di vita, ma anche perché per me è un po' faticoso lasciarmi andare, infatti anche con lui sono molto "abbottonata", non rispondo con tenerezza ai suoi messaggi teneri, non lo cerco quasi mai. Il suo "amore" però mi fa piacere, ecco, ho piacere quando magari si dorme insieme dopo il sesso o si prepara insieme la cena. È una persona molto vulnerabile e quasi lo invidio per questa sua capacità di esprimersi.
Mi scusi Dottore se aggiungo che in passato, ho avuto due relazioni importanti, di cui una finita abbastanza male e l'altra, durata diversi anni con una persona che viveva a molta distanza, con la quale, non so perché, riuscivo ad essere più tenera ed espressiva, la vedevo ogni tanto per ragioni logistiche e ci stavo nel complesso bene ma temevo di instaurare una relazione con vita quotidiana condivisa perché in genere non ho molta fiducia in questo tipo di relazioni, nell'idea che possano essere piacevoli.
Buongiorno Priscilla, in effetti l'idea di un amore travolgente che porti a rimettere tutto in discussione ed a "perdere la testa" è un'idea che può essere pericolosa. Infatti potrebbe essere utile chiedersi come mai si è arrivati a perdere di vista tutto il resto per una persona o come mai sia servito perdere di vista tutto per una persona. Forse è possibile che una persona amabile sia anche una persona leale che ci aiuta a rimanere attenti sulle cose importanti per noi nella vita.
Può capitare che le persone che vivano l'amore come qualcosa per cui "fare follie" siano alla ricerca di qualcosa per cui fare le rinunce più grandi, finendo, sulla scia di questa ideologia, per mettersi in situazioni contraddittorie. Basti pensare ad un/a genitore che abbandona i figli per inseguire "l'amore della sua vita". Se una persona la ama, si prende cura di lei e prova ad aiutarla nelle sfide per lei importanti. Se non è così e le impone delle rinunce gravi, forse non è compatibile o non la ama abbastanza.
Potrebbe sembrare che una persona che non le richiede grandi sacrifici non sia amabile perché non le provoca le forti emozioni che avrebbe nel prendersi dei rischi e scommettere tutto su quella persona. Ma quello, forse, non è amore per l'altra persona, è amore per il rischio, amore per l'esplorazione, poco amore per sé stessi.
Si dia tempo, le relazioni non devono dare il massimo subito. Molte hanno bisogno di tempo per ingranare e diventare sempre più salde, e forse questo è uno di quei casi in cui non avere fretta :)
@@ValerioCelletti Dottore, la ringrazio molto per i suo consigli e la sua attività di divulgazione, rifletterò sugli spunti che mi ha fornito.
Complimenti, questo video è davvero benfatto e completo, ho una domanda: un filofobico diventa evitante? Frequento una persona che dopo una fase in cui stiamo benissimo e si crea profonda vicinanza tende a scappare e diventare freddo, anche quando facciamo l’amore e si lascia andare dicendomi cose molto dolci senza mai smettere di guardarmi negli occhi, poi sembra spaventato..io ho sbagliato mostrandomi bisognosa in varie occasioni..perché il suo cambiamento improvviso mi manda in crisi, come fare per tranquillizzarlo e creare un dialogo sincero e costruttivo? Per ora non lo sto cercando..sbaglio?temo che nei suoi allontanamenti frequenti o senta altre.lui mi ha sempre detto di no, ma non gli mostrerebbe di non dipendere dal nostro sentimento? Scusi sono davvero confusa..grazie mille
Buongiorno, per capire meglio cosa fare servirebbe chiedere a lui ed approfondire il senso della sua reazione spaventata dopo il sesso. Non credo che aver mostrato di avere alcune esigenze e bisogni sia stato un errore, tutti ne hanno ed ha senso sia così. Piuttosto è lui che sembra aver bisogno di essere aiutato e, diversamente da lei, non si apre spiegando la propria difficoltà. Già capire se si parla di qualcosa di concreto su quanto accade nel sesso, di paura sul proprio modo di stare in coppia, di generale sul futuro, sono distinzioni utili per iniziare a farsi un'idea.
Quindi filofobia ed evitamento sono molto collegati, ma serve sempre capire come lo sono. È possibile mettere in atto lo stesso comportamento per motivi diversi. Ha provato a parlargli di cosa pensa quando cambia volto e diventa freddo? Gli suggerisca le 3 opzioni che le dicevo, è il sesso? Sono pensieri sul futuro? Sono pensieri su come ti vedi tu nelle relazioni? E veda cosa le risponde. Mi raccomando, gli dia il tempo di rispondere o finisce per essere un interrogatorio poco costruttivo 😉
@@ValerioCelletti certo grazie mille per avermi risposto subito, ci proverò!!
Dottore ho ascoltato il video con interesse e una certa tristezza. Mi sto "frequentando" da quasi un anno con una persona che penso possa avere questo problema. È stato lui stesso a dirmi di avere da sempre difficoltà a stabilire dei legami, di non essersi probabilmente mai innamorato e che già dall'adolescenza gli è capitato di aver lasciato andare la possibilità di coinvolgersi con persone che gli piacevano. Di recente mi ha confessato che negli ultimi sei mesi ha sofferto di attacchi di ansia di cui non riesce a capire il motivo. Io vorrei suggerirgli la possibilità di chiedere aiuto ad uno specialista ma non so come fare, che parole usare. Nel frattempo sono molto in apprensione perché temo di essere parte di una di quelle psuedo-relazioni di cui lei parlava, in cui il filofobico entra proprio per lo scarso coinvolgimento, tanto è vero che lui con me rifiuta ogni tipo di impegno e mi ha parlato solo di "molto affetto" nei miei confronti. Dice che con me si sente accettato e che c'è molta attrazione e intesa, viviamo degli incontri molto piacevoli ma lui alterna fasi in cui è presente a fasi di quasi totale assenza. D'altra parte afferma che di non volersi impegnare perché comunque una relazione tra noi sarebbe impossibile per diversità di punti a cui siamo nella nostra vita (lui è divorziato con figli).
Buonasera Marta, dire che la vostra relazione è impossibile è una valutazione complicata. Diciamo che alcune relazioni sono più difficili di altre, ma quando la definiamo impossibile stiamo parlando più della difficoltà a realizzare un ideale che della possibilità di concretizzare un compromesso.
Ci sono delle limitazioni e probabilmente ce ne saranno sempre di diverso tipo, ma è comunque possibile fare dei passi nella direzione della relazione che desidera. Serve averla in mente e provare a proporla per capire se lui è sulla stessa linea o no. Nel caso in cui non lo fosse, le opzioni sono poche. Darvi tempo per cambiare o valutare di interrompere. Ma se non c'è margine per un cambiamento, allora significa che sta accettando la situazione attuale e che la ritiene sufficientemente buona. Può essere una soluzione, ma è importante dirselo apertamente, altrimenti rischia di rimanerne scottata.
Se lui chiederà aiuto in psicoterapia, forse imparerà a capirsi e gestirsi in modo più efficace. Però la psicoterapia non è una soluzione che si può imporre. Deve capire lui a cosa potrebbe servirgli. Molte persone che non usufruiscono della psicoterapia, non la capiscono. Pensano che tutti i problemi siano di natura pratica e non capiscono come funzionano i problemi emotivi, che non si risolvono facendo qualcosa, ma imparando a pensare da una prospettiva diversa. In parte, il suo suggerimento di "andare in psicoterapia" è una soluzione pratica. Un "Fai qualcosa". Se vuole fargli capire l'efficacia di avere competenza emotiva, gli mostri l'efficacia della sua competenza. Non tanto "facendo", ma "gestendo i propri pensieri in modo più efficace". Come nella decisione di come impostare la vostra relazione.
In una relazione di coppia, quando uno dei due partecipanti cambia, la relazione cambia. Se l'altra persona non cambia, forse tocca a lei :)
@@ValerioCelletti La ringrazio molto per la sua risposta così articolata, Dottore. Proverò a pensare bene a quello che mi ha suggerito, soprattutto sotto il profilo di prendere la mia parte di responsabilità nell'accettare la situazione o meno. È qualcosa a cui non avevo pensato in questi termini, paradossalmente. La ringrazio ancora per il suo lavoro divulgativo!
Si e questa la mia pura la confusione
Salve Dottore,
La ringrazio per la sua eccellente esposizione del problema. Le pongo una domanda: è possibile che inconsciamente scegliamo la persona che ci abbandonerà, oltre che per autosabotarci anche per confermare la disistima che abbiamo nei nostri confronti?
Buongiorno Miriam, è difficile rispondere in generale alle motivazioni sottostanti una scelta. E' probabile che alcune scelte, viste a posteriori dopo che una relazione si è conclusa, possano sembrare un autosabotaggio evidente. Eppure è difficile capire quanto investire in una relazione possa essere un autosabotaggio. Ogni relazione, anche quella che può sembrare la più sicura del mondo, implica un certo grado di rischio e di errore di valutazione. Di conseguenza, il rischio di essere abbandonati da una persona che scegliamo è ineliminabile. Se si desidera credere in una relazione, serve correre il rischio di essere rifiutati o delusi. Piuttosto, non è detto che una delusione, un rifiuto o un errore di valutazione debbano per forza portare a una perdita di stima verso se stessi. Proprio perché non è possibile non rischiare, la decisione più sicura sarebbe quella di non rischiare e di rimanere soli; quindi, se rischiare e scegliere male dovesse essere un buon motivo per stimarsi meno, non rischiare e scegliere "bene" dovrebbe essere motivo di stima. Ma, forse, entrambe le alternative non sono pienamente credibili.
Decidere, quando si parla di amore, è complicato. Nessuno sa bene quale sia la decisione corretta nelle varie situazioni. Anche chi dice di saperlo, non lo sa davvero dato che nessuno conosce il futuro. Però il rischio, per quanto possibile, è quantificabile. Scegliere strade sempre più rischiose può essere una modalità disastrosa di investire in una relazione. Senza dover essere necessariamente troppo prudenti, se ci si accorge di fare sempre scelte rischiose, è altrettanto importante rendersi conto di cosa si sta pagando (in termini quantomeno emotivi) e, per quanto possibile, iniziare a valutare anche strade meno pericolose che possono essere più desiderabili di quelle che altri etichetterebbero come un autosabotaggio. A volte ci sembra che non esistano alternative perché continuiamo ad utilizzare sempre gli stessi strumenti; quindi la soluzione può essere acquisirne di più e diventare più abili nel decidere. Spero di aver risposto (almeno in parte) alla sua domanda :)
Io ho avuto sintomi psicosomatici di rifiuto per molti anni come sintomi gastrointestinali, vertigini e metabolismo in tilt. Mi capitava soltanto quando mi fidanzavo e non quando avevo relazioni superficiali. Solo una volta non ho somatizzato, nell'ultima storia finita recentemente con un ragazzo più piccolo di me di 8 anni. Io 29, lui 21. Mi ha lasciato dopo 4 mesi (attualmente è la mia storia più lunga). Credo che cmq, il problema sia proprio gestire emozioni troppo potenti. Mi capita anche quando vedo immagini violente o in cui delle persone deboli vengono umiliate. Non riesco a gestire la sofferenza. Credo che chi è ipersensibile cerchi di avere tutto sotto controllo.
è probabile che alcuni argomenti, sia visivi che relazionali, le suscitino emozioni che risultano molto confusionarie. L'intensità della reazione corporea probabilmente è proporzionale all'intensità dell'effetto subito dai pensieri, che, almeno in quei momenti, diventano altrettanto confusi. Ragionare con lucidità su quelle immagini e quelle relazioni, cercando di capire meglio la propria emotività ed il senso delle emozioni che prova, potrebbe essere un buon modo per iniziare a interrompere il circolo vizioso attuale :)
Il fatto è che io desidero davvero una relazione... Spero davvero di risolvere questo circolo vizioso. La ringrazio per la sua disponibilità
@@MIRIAMBRACCIO Se lavora sulle proprie fragilità, non c'è motivo per cui lei non possa coltivare una relazione soddisfacente. Forse lavorarci da sola non è stato efficace, ma può esserle utile chiedere aiuto in psicoterapia per rendersi meglio conto del senso delle proprie reazioni e coltivare un approccio più bilanciato. Poi questo non significa che le relazioni diventino facili. Le relazioni di coppia spesso sono complicate e a volte finiscono, ma potrebbero diventare qualcosa in cui gestirsi meglio, in cui non sentirsi responsabile della fine della relazione e, soprattutto, in cui eventualmente saper interrompere certi rapporti nel caso in cui non fossero adatti a lei. Perché anche insistere troppo su certe relazioni può essere controproducente.
Complimenti per il video. Avrei una domanda : quale è la maniera migliore per comportarsi con un partner filofobico? E come ci si può riavvicinare dopo due settimane di pausa? Grazie in anticipo per la risposta.
Buongiorno Davide, è difficile suggerirle un modo per riavvicinarsi generale senza sapere per quale motivo specifico vi siete presi una pausa. La cosa più ragionevole che posso suggerirle consiste nel cercare un dialogo nei limiti del buon senso. Se l'altra persona ha piacere a parlarle e desidera un confronto e un eventuale riappacificamento, ci sarà modo di dirselo a voce. Se l'altra persona, invece, sfugge dal dialogo e preferisce non incontrarvi, allora è meglio evitare di rischiare di importunarla. Potrebbe aver bisogno di tempo per cui farle sapere che lasciamo una porta aperta, come potrebbe anche semplicemente non voler proseguire la relazione di coppia. In entrambi i casi, è importante rispettarsi e lasciare che ognuno faccia le sue scelte. Suppongo che nessuno Davide si meriti di dover rincorrere troppo qualcuno che non vuole stare in coppia con noi.
Gentilissimo Valerio, certo ho semplificato. Comunque il motivo principale è l'ansia che prova quando sta con me e la cosa diventa seria. È consapevole che stiamo benissimo insieme e che siamo anche simili. Le sue parole sono state "forse una pausa ci serve per capire se sentiamo la mancanza". E io le ho risposto : "si, in effetti non siamo mai stati più di 3 GG senza sentirci.." avrò fatto male? Comunque l'ho rispettata. È una persona alla quale il padre l'ha abbandonata appena nata e che ha avuto relazioni malsane . estremamente insicura. Le fa paura la mia sicurezza e lei vedrebbe bene me, con una ragazza molto poi sicura di sé. L'ho vista piangere spesso dal nulla. (Ovviamente la mia è solo una supposizione che lei abbia qualcosa di simile a questa patologia, ma ci sono tutti i presupposti. Pensa di non essere mai abbastanza ed è insoddisfatta della sua vita in generale).Vorrei capire come riavvicinarmi e starle vicino. Grazie ancora della disponibilità.
Mi ha anche detto : "è la prima volta che mi accade una cosa del genere, solitamente riesco sempre a distinguere l'amore da altro". Il tutto condito da lacrime.
In effetti descrive un comportamento che sembra essere poco chiaro. Senza entrare in interpretazioni avventate, l'idea stessa di aver bisogno della distanza per capire qualcosa è una modalità poco salutare di vivere le relazioni. In questi termini, forse dimostra di non capire bene come funzionano le proprie emozioni e spera che sentirsi triste e nostalgica le dimostri quanto davvero tiene a voi. Tornare insieme solo perché ci si sente annoiati e tristi sarebbe un errore, come è un errore non stare insieme solo perché non ci si è sentiti abbastanza tristi... Le emozioni non contengono delle verità nascoste, ma solo un'importante espressione sincera delle proprie opinioni. Se mi concentro, mi può mancare qualunque cosa. Se lo testo, può non mancarmi anche quello che ritengo più essenziale.
Forse è possibile che più che Filofobia, la sua partner stia descrivendo un'esperienza diversa. Cioè un modo discutibile di confondere l'amore con il sentirsi travolti da emozioni soverchianti di preoccupazione. Non è raro, ma molte persone confondono le farfalle nello stomaco con l'amore. Mentre le farfalle nello stomaco sono solo l'espressione di quanto abbiamo paura di non piacere a qualcuno. Quindi è possibile che forse la persona di cui parla non ha paura dell'amore, ma piuttosto confonde l'amore con il sentirsi vicina a qualcuno che la considera non all'altezza e che la spinge a sforzarsi. Eventualmente è una modalità dipendente che espone a diversi problemi e che forse al momento non è compatibile con una relazione serena con una persona con cui si trova bene. Non perchè ha paura dell'amore, ma perché cerca il travaglio interiore nell'incontro con l'altro per compensare una difficoltà a prendersi cura autonomamente delle proprie necessità emotive. è tutta un'ipotesi, ma sembra una situazione complicata ma diversa dalla filofobia.
Grazie ancora del gentile supporto...fino ad ora mi sembra di non aver fatto nulla...non ho insistito, l'ho lasciata due settimane libera...come mi consiglia di agire ora? 1) Prenderla alla larga e cercare di ritrovare il feeling via messaggio per poi uscirci, e parlarne, con tatto,2) oppure andare dritto al punto? Grazie ancora 🙏
Io sono molto diffidente in amore, dovute ad esperienze passate, ma sono una persona anche molto iperlogica. Diciamo che in una ragazza ricerco caratteristiche specifiche, altrimenti non mi innamoro, credi che sia "narcisismo perfezionista"?
In generale una caratteristica o un gusto non fanno un'etichetta diagnostica. Quindi non scomoderei il termine narcisista per parlare del proprio modo di vivere le relazioni sentimentali. Piuttosto la diffidenza, il non riuscire ad affrancarsi dal passato, l'idea che la sua non sia solo logica ma "iper"logica, quasi come se potesse essere eccessiva, sono tutte sfumature che possono sottendere una certa confusione nel proprio modo di ragionare su sé stesso nel rapporto con gli altri. Probabilmente sistemare questi aspetti le permetterebbe di vivere l'amore con minore diffidenza ma, soprattutto, con minori dubbi sul cosa stia succedendo nella relazione con l'altra persona.
Io non voglio vivere mai più nell'ansia di oggi o domani riprendermelo in quel posto! E non voglio avventure o relazioni superficiali, perché ho lo stesso I miei principi morali, mi sentirei sporca. Quindi? L' unica via è soli!
Buongiorno Emy, le relazioni a volte sono deludenti, ma non tutte. Comprendono sempre un certo margine di rischio, ma può anche valerne la pena. Non c'è niente di male a decidere di vivere senza una relazione di coppia, per molte persone è la scelta migliore. L'importante è scegliere in accordo ai propri gusti e non per rabbia come reazione ad esperienze deludenti. Basta aver successo una volta per mettere in ombra tutti gli altri tentativi.
Salve dottore, volevo chiedere se si poteva essere filofobici senza aver mai avuto una relazione sentimentale. In particolare mi sono sentita con diverse persone e quando la situazione è diventata seria iniziavo ad avere ansia ed allontanarmi rispondendo in modo freddo, nonostante quella persona mi piacesse. Ma questi comportamenti si ripetono e me ne sono resa conto ora e volevo capire effettivamente se poteva trattarsi di filofobia. Grazie 🙏
Buongiorno, in effetti é un funzionamento che potrebbe corrispondere al tema della filofobia. Nonostante l'interesse per l'altra persona, quello che si pensa essere collegato all'intimità spaventa fino a portare ad allontanarsi.
Riconoscere di avere questa modalità può essere un ottimo motivo per lavorare su di sé e sul proprio modo di sentire e gestire le emozioni 😉
@@ValerioCelletti quindi cosa mi consiglia di fare?
Credo che lavorarci in psicoterapia individuale sia la scelta migliore.
In autonomia, fino al punto in cui riesce, serve imparare a riconoscere le proprie emozioni, capirle, gestirle e scegliere un approccio che ritiene più efficace. è un lavoro difficile da fare da soli, perché da soli spesso non riconosciamo le emozioni, non le capiamo a sufficienza e quindi non riusciamo a formulare strategie efficaci per gestirle. Per questo è utile lavorarci in psicoterapia facendosi aiutare da un professionista.
@@ValerioCelletti Grazie mille dottore, mi è stato di enorme aiuto. Lei è l'unico che mi ha risposto nei commenti di un video, grazie mille :)
Io ho perso interesse soprattutto nei corteggiamenti , che ritengo “anacronistici” . Penso che esista un’autentica l’infatuazione iniziale, poi l’amore diventa sempre “altro”, soprattutto routine…inoltre vedendo coppie non felici e costantemente attaccate al proprio cellulare, in qualsiasi situazione, anche in vacanza, al ristorante,ecc…mi chiedo…ha senso tutto ciò?
Io dovrei fare tutta questa fatica per cosa? Per avere degli sporadici rapporti sessuali? Ne ho avuti moltissimi, ho avuto abbastanza fidanzate, ho dato e avuto molto, ma penso che l’amore non sia eterno, quindi il costruire una relazione è molto più precario di un contratto da McDonald’s…
Buongiorno Manuel, le sue osservazioni sono comprensibili, ma non è detto che essere in coppia debba per forza corrispondere a corteggiare in modo impersonale, annoiarsi insieme o fare fatica a dedicarsi attenzione. Le relazioni di coppia richiedono una certa dose di impegno, ma quando c'è solo fatica, c'è un problema di fondo.
Saper chiudere una relazione che non funziona è importante quanto saperla iniziare.
Buonasera,
vorrei chiedere una cosa semplicissima che però richiede la presentazione di una situazione e non vorrei esprimerla pubblicamente. C'è modo di rendere il commento privato o di fare la domanda per altri canali?
Grazie!
Buongiorno, si, per scrivermi direttamente può mandare una mail a valerio.celletti@gmail.com o usare i messaggi di facebook o Instagram 👍
@@ValerioCelletti grazie! Le scriverò una mail in giornata, allora.
Vero
Come faccio a sapere se sono philifobico?
Buongiorno Simone, la cosa più utile può essere fermarsi a riflettere sul proprio modo di vivere le relazioni di coppia e di reagire ai rapporti che ritiene intimi. Se avesse dei dubbi che non riesce a risolvere da solo, può esserle utile provare a confrontarsi con persone di cui ha stima o con uno psicoterapeuta della sua zona. Buona giornata
Come fare con una persona filofobica? Un uomo con cui c'è stata una relazione molto intensa, mi ha detto che ha bisogno di stare da solo, perché incominciava ad innamorarsi ed era terrorizzato. Devo lasciarlo stare? Capirà? Ci lavorerà?
Non esiste una risposta corretta. Nella maggior parte dei casi il "ho bisogno di stare da solo" corrisponde ad un evitare di confrontarsi con le proprie difficoltà emotive che si ritengono irrisolvibili. Quindi è più probabile che l'altra persona non lavorerà sulla propria difficoltà ed eventualmente cercherà altre relazioni occasionali e non coinvolgenti. Il modo migliore per contenere queste possibilità è costruire una buona competenza emotiva. Sapersi ascoltare e dialogare efficacemente con i propri pensieri. Ma non sono abilità che si costruiscono da un giorno con l'altro, ed è improbabile che lui sviluppi maggiore competenza emotiva scappando dai momenti emotivamente coinvolgenti.
Se caso non mi rialzo stavolta
Io non vedo il nesso a scomodare Freud ed altri, é causa di aver preso troppe ingiuste batoste e basta!
Ripudiare l'amore secondo me è una soluzione
Cosa intende? Non aver bisogno dell'amore non significa necessariamente averne paura. Ma ripudiare l'amore quando lo si desidera solo per paura delle sue conseguenze tende ad avere comunque conseguenze negative sul benessere personale.
@@ValerioCelletti ha ragione
@@ValerioCelletti però potrebbe anche essere un vanto
@@lello4649 A cosa si riferisce? Provi a spiegare la sua opinione in modo più approfondito
@@ValerioCelletti Sant'Iddio, se la donna che desidero non mi vuole e mi detesta allora io non voglio provare più niente nonostante tutto
Si tutelarci