Buongiorno! Bel video sui colori mi piace la seconda storia e il mio voto è 9-. Il mio colore preferito è l'azzurro con le sue sfumature perché riesce a esprimere ogni emozione che proviamo. Grazie Frank
buongiorno! video molto interessante che i colori sono legati alle emozioni è un’esperienza a cui ho sempre pensato. quando io sono triste emerge in me il nero, ma quando vivo nella gioia amo il bianco, interessante questo video sui colori. Grande Martin, il mio voto è 9. Buona giornata!
Ciao Sebastiano, episodi interessanti. Una tavola particolare è nel primo episodio dove i bambini a scuola guardano la realtà con colori diversi. Grazie per il tuo commento!
Darei addirittura 10 e lode per questo fumetto,tanto per la sceneggiatura (Castelli riesce a costruire tre brevissime storie dai contenuti veramente profondi: per me,batte perfino Vigna di Nathan Never), quanto per i disegni di Alessandrini, ottimo “traduttore grafico” di tre storie veramente complesse. L’unico neo sono i tre colori sacri alla religione cattolica,arancione, azzurro e bianco: mi chiedo dove Castelli abbia preso questo riferimento. Se intendeva ricondurli alla Trinità, i colori, in realtà, sarebbero quattro: per il Padre il rosa (grazia), per il Figlio (Gesù) il rosso (amore/sangue/sovranità/divinità) e il blu (umanità), per lo Spirito Santo il verde (vita); altrimenti resterebbero i colori liturgici, ma sono sempre quattro (rosso, viola, bianco, verde). L’illusionista è chiaramente il filo rosso che lega le tre storie per me tutt’altro che disunite. I suoi tratti sono chiaramente diabolici, e il diavolo è, per definizione (dal greco) colui che divide, che crea disarmonia, che soffoca la libertà imponendosi con la violenza. In sostanza, il monocromatismo che si impone (o che ci impongono) in ogni aspetto della vita. Da qui la mia interpretazione circa il modo col quale Castelli e Alessandrini dispiegherebbero questo monocromatismo attraverso la simbologia dei colori in tre ambiti della vita: esistenziale, estetica, etica. La prima storia la ricondurrei al monocromatismo esistenziale di chi non crede più in nulla, di chi ritiene che non vi sia alcun senso nella vita, non ha punti di riferimento oggettivi, né valori, né significati. Gilbert K.Chesterton (1874-1936) diceva che chi non crede in nulla è il più credulone dei creduloni, il più fragile e il meno libero degli esseri umani: il protagonista della prima storia soffre chiaramente di una profondissima crisi esistenziale; nulla ha più senso né significato, e ciò gli causa una forma quasi patologica di irrazionalità (crede addirittura di vedere alieni che poi scambia per angeli) e di superstizione debordante in nevrosi, privandolo di una vita libera e serena. Il protagonista della seconda storia (monocromatismo estetico) vuole imporre con la violenza il proprio colore a un altro: la bellezza salverà il mondo, scriveva Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881) nel suo romanzo “L’idiota”, e la bellezza è frutto dell’armonia che si crea nella diversità, non di un monocromatismo omologante che si impone con la forza uccidendo anche delle persone. L’esperto d’arte che impone il proprio colore nella seconda storia diventa, infatti, un assassino. Il grigiore della terza storia (monocromatismo etico) è il simbolo di un regime totalitario che si impone e che impone a tutti uno stesso modo di pensare (come nel vecchio racconto mitico della Torre di Babele): chi si ribella in nome della libertà torna a colorarsi, ma ciò è intollerabile per chi comanda, che reagisce con la violenza uccidendo i dissidenti. Tutte opere riconducibile a una figura chiaramente diabolica (e torniamo all’illusionista). Attenzione: queste tre versioni di monocromatismi sono più attuali di quanto non si creda. Anche questo va a grande merito di Castelli, che con la simbologia del colore ci ha descritto magistralmente la realtà di oggi, caratterizzata dal distruttivo vuoto esistenziale, dall’imposizione di modelli culturali omologanti, e da regimi politici che, anche quando si definiscono democratici, proprio perché privi di valori umani e/o trascendentali, spesso sono, di fatto, anch’essi dei totalitarismi: “una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo”, scriveva Giovanni Paolo II nell’enciclica “Centesimus annus” (1991). Solo un’ultima precisazione riguardo alla Prussia: nasce come Stato (ma esisteva già come entità politica) nel 1701; nel 1871, con la proclamazione dell’impero germanico (secondo Reich, 1871-1918), confluisce, appunto, nella Germania (il re di Prussia Guglielmo I diventa imperatore di Germania). La Prussia sparisce come Stato e come entità geografica nel 1947.
Grazie da Rosario da Napoli
Ciao Rosario grazie per i tuoi commenti!
Buongiorno a lei! Mi associo agli amici video molto bello e ricco di chicche gro
Buongiorno! Bel video sui colori mi piace la seconda storia e il mio voto è 9-. Il mio colore preferito è l'azzurro con le sue sfumature perché riesce a esprimere ogni emozione che proviamo. Grazie Frank
Interessante il tuo colore preferito! Ciao Thomas!
buongiorno! video molto interessante che i colori sono legati alle emozioni è un’esperienza a cui ho sempre pensato. quando io sono triste emerge in me il nero, ma quando vivo nella gioia amo il bianco, interessante questo video sui colori. Grande Martin, il mio voto è 9.
Buona giornata!
Ciao Marghe complimenti per il tuo commento sul rapporto colori - emozioni. Hai espresso un bel voto. Ciao!
Buongiorno, fumetto interessante sui colori, il mio colore preferito è il rosa perché mi sento una barbie. Il mio voto al fumetto è 8½.
Notevole il tuo colore preferito. Grazie per il tuo voto!
video interessante. voto 8
Grazie per il voto Azzurra!
buongiorno video interessante,bei colori è bello vedere i bambini a scuola che vedono la realtà con colori diversi il mio voto è 7½
Interessante il tuo giudizio sulla su ciò che percepiscono i bambini ne l primo episodio!
Bel numero
Ciao Sebastiano, episodi interessanti. Una tavola particolare è nel primo episodio dove i bambini a scuola guardano la realtà con colori diversi. Grazie per il tuo commento!
io non conosco bene la logica dei colori, ma video interessante, gli do un voto che é 9 e mezzo.
Angelica complimenti per il tuo voto!
Darei addirittura 10 e lode per questo fumetto,tanto per la sceneggiatura (Castelli riesce a costruire tre brevissime storie dai contenuti veramente profondi: per me,batte perfino Vigna di Nathan Never), quanto per i disegni di Alessandrini, ottimo “traduttore grafico” di tre storie veramente complesse. L’unico neo sono i tre colori sacri alla religione cattolica,arancione, azzurro e bianco: mi chiedo dove Castelli abbia preso questo riferimento. Se intendeva ricondurli alla Trinità, i colori, in realtà, sarebbero quattro: per il Padre il rosa (grazia), per il Figlio (Gesù) il rosso (amore/sangue/sovranità/divinità) e il blu (umanità), per lo Spirito Santo il verde (vita); altrimenti resterebbero i colori liturgici, ma sono sempre quattro (rosso, viola, bianco, verde). L’illusionista è chiaramente il filo rosso che lega le tre storie per me tutt’altro che disunite. I suoi tratti sono chiaramente diabolici, e il diavolo è, per definizione (dal greco) colui che divide, che crea disarmonia, che soffoca la libertà imponendosi con la violenza. In sostanza, il monocromatismo che si impone (o che ci impongono) in ogni aspetto della vita. Da qui la mia interpretazione circa il modo col quale Castelli e Alessandrini dispiegherebbero questo monocromatismo attraverso la simbologia dei colori in tre ambiti della vita: esistenziale, estetica, etica. La prima storia la ricondurrei al monocromatismo esistenziale di chi non crede più in nulla, di chi ritiene che non vi sia alcun senso nella vita, non ha punti di riferimento oggettivi, né valori, né significati. Gilbert K.Chesterton (1874-1936) diceva che chi non crede in nulla è il più credulone dei creduloni, il più fragile e il meno libero degli esseri umani: il protagonista della prima storia soffre chiaramente di una profondissima crisi esistenziale; nulla ha più senso né significato, e ciò gli causa una forma quasi patologica di irrazionalità (crede addirittura di vedere alieni che poi scambia per angeli) e di superstizione debordante in nevrosi, privandolo di una vita libera e serena. Il protagonista della seconda storia (monocromatismo estetico) vuole imporre con la violenza il proprio colore a un altro: la bellezza salverà il mondo, scriveva Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881) nel suo romanzo “L’idiota”, e la bellezza è frutto dell’armonia che si crea nella diversità, non di un monocromatismo omologante che si impone con la forza uccidendo anche delle persone. L’esperto d’arte che impone il proprio colore nella seconda storia diventa, infatti, un assassino. Il grigiore della terza storia (monocromatismo etico) è il simbolo di un regime totalitario che si impone e che impone a tutti uno stesso modo di pensare (come nel vecchio racconto mitico della Torre di Babele): chi si ribella in nome della libertà torna a colorarsi, ma ciò è intollerabile per chi comanda, che reagisce con la violenza uccidendo i dissidenti. Tutte opere riconducibile a una figura chiaramente diabolica (e torniamo all’illusionista). Attenzione: queste tre versioni di monocromatismi sono più attuali di quanto non si creda. Anche questo va a grande merito di Castelli, che con la simbologia del colore ci ha descritto magistralmente la realtà di oggi, caratterizzata dal distruttivo vuoto esistenziale, dall’imposizione di modelli culturali omologanti, e da regimi politici che, anche quando si definiscono democratici, proprio perché privi di valori umani e/o trascendentali, spesso sono, di fatto, anch’essi dei totalitarismi: “una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo”, scriveva Giovanni Paolo II nell’enciclica “Centesimus annus” (1991). Solo un’ultima precisazione riguardo alla Prussia: nasce come Stato (ma esisteva già come entità politica) nel 1701; nel 1871, con la proclamazione dell’impero germanico (secondo Reich, 1871-1918), confluisce, appunto, nella Germania (il re di Prussia Guglielmo I diventa imperatore di Germania). La Prussia sparisce come Stato e come entità geografica nel 1947.
Ciao Andrea commento interessante e profondo! Ciao e alla prossima!