Un punto importante da menzionare che ho dimenticato nel video è relativo all’incertezza. Andare a “bloccare” alcune spese nel tempo riduce l’incertezza e ci rende meno dipendenti da rendimenti, ad esempio riducendo rischio di sequenza e rischio di rendimenti inferiori al previsto. Un esempio pratico è la casa di proprietà e l’assenza di debito. Se abbiamo una casa e non dobbiamo pagare un mutuo mentre siamo pensionati (anticipati o meno) avremo bisogno di una rendita inferiore e quindi ci saremo già bloccati quella che è la nostra spesa futura per l’immobile. Questo si, riduce gli asset che ci garantiscono una rendita, ma allo stesso tempo riduce la nostra necessità di ottenere una rendita, eliminando ulteriori variabili di incertezza.
Complimenti Davide, ottimo video con una panoramica su tutte le sventure. Secondo me alla fine il rischio maggiore è quello familiare, devi aumentare le uscite per aiutare qualcuno e sono cavoli. Chiaramente l'impatto del rischio dipende molto dal capitale, se entri con poco capitale il rischio sequenza è drammatico.
Grazie mille Prof! Hai colto davvero un aspetto fondamentale: il rischio familiare viene spesso sottovalutato, e invece può avere un impatto notevole se non viene preso in considerazione. Concordo al 100% sul rischio sequenza. Poi, chiaramente, ogni situazione è diversa e l’importanza dei vari rischi cambia molto. Alla fine, avere una strategia di pianificazione solida e gestire le uscite in modo attento rispetto al tasso di prelievo è essenziale. Grazie ancora per il contributo.
Complimenti Davide, anche se per la pensione mi mancano ancora 30/40 anni, capirne di più e muoversi prima ci permette di programmare tutti i possibili rischi in tempo!
Grazie mille Andre! Sicuramente, iniziare a pensarci con largo anticipo è un enorme vantaggio. Capire i rischi e pianificare già da ora ti permette di costruire una strategia solida e adattarla nel tempo, così da essere pronto per ogni evenienza. Complimenti!
Grazie Davide video come sempre super interessante! Personalmente quello che mi spaventa più di tutti è il rischio sequenza... Nel momento in cui decidi di lasciare il lavoro devi considerare un bel cuscinetto di emergenza che ti protegga da eventuali disastri finanziari...
Davide sempre ottimo divulgatore 👍👍👍 domanda in questo video parli di rendimento “garantito” sul lungo periodo, potresti essere più preciso in termini di anni magari considerando un portafoglio 70/30 ?
Grazie mille Antonio! In che passaggio ne ho parlato ricordami? Secondo me era una “semplificazione” nel senso che ovviamente più l’orizzonte è largo e meno probabilmente sarà la variabilità del rendimento percentuale ottenuto.
Rischi fallimenti di broker? della casa di investimento tipo amundi? della banca di appoggio dell'etf? vabbene che esiste la famosa segregazione degli asset, ma in caso di fallimento come rientro in possesso dei titoli o del loro controvalore? non ho mai capito quale sia l'iter da seguire e i tempi attesi!! grazie per la risposta!
Partiamo dal presupposto che in caso di fallimento di un broker rilevante o di una casa prima del fallimento ci sono altri passaggi. Ipoteticamente prima di fallire Amundi verrà acquisita da un’altra realtà o per lo meno le varie parti dell’azienda verranno venduti a pezzi. Quindi l’ETF potrebbe continuare a esistere o essere fuso con un altro strumento. Uguale il conto titoli. Nel caso di fallimento del broker, le operazioni non si interrompono dall’oggi al domani e verrai facilitato nel processo di trasferimento dei titoli.
Buonasera Davide, se possibile vorrei approfondire una questione sulle deduzioni. In questo video parli di continuare a versare sul fondo pensione in modo da usare le deduzioni anche mentre si è già in pensione, ma questi versamenti è possibile farli solo se il fondo pensione è ancora in fase di accumulo e quindi devo lasciare tutto il capitale accumulato fermo al suo interno o potrei anche scegliere di riscattare il fondo pensione sotto forma di rendita (o 50% rendita e 50% capitale) e continuare a versare al suo interno in modo da iniziare a riprendere parte dei soldi accumulati e contemporaneamente godere degli sgravi fiscali?
No, se vuoi riscattare ti conviene aprire un fondo pensione prima di andare in pensione. In modo da iniziare poi a versare in quello "vuoto" quando sarai in pensione.
@@DavideRaveraGrazie mille, sempre precisissimo. Se posso chiederti vorrei togliermi un' altro dubbio che mi sorge come conseguenza; se io ora aprissi 2 fondi pensione per avere la vecchiaia in entrambi dato che sia Allianz che amundi investono in prodotti con protezione valutaria potrei in un prossimo futuro (in 35 anni spero di trovarne uno azionario senza copertura) trasferire entrambi i miei fondi in un unico terzo fondo o c'è il limite di un trasferimento per fondo?
Credo che un 60\40 non sia adeguato come portafoglio rendita , troppo sensibile al rischio sequenza dato il massimo drawdown a cui statisticamente sarebbe soggetto. Meglio un portfolio tipo all weather con cagr più basso ma con indice sortino più alto , meno volatile e più resiliente al rischio sequenza
In questa fase di mercato ho creato un paniere di ETF a distribuzione così suddiviso: 75% ETF obbligazionari di governativi medio-lunghi + 25% ETF azionari. Con il paniere suddetto ritengo di poter affrontare nel medio-lungo periodo qualunque situazione economica ... (fiorente, stagnante o recessiva)... beneficiando sempre di dvd (flussi di cassa) necessari alla sopravvivenza e cogliendo opportunità di ribilanciamento speculativo del paniere nel caso di eventi di "fly to quality"... ossia, vendendo ETF obbligazionari in salita ed acquistando ETF azionari in discesa... incassando ulteriore cash di avanzo.
@@DavideRavera In linea teorica concordo, ma dipende molto dall'età dell'investitore e dal contesto temporale di mercato. Ad esempio, ipotizziamo che un pensionato con assegno modesto abbia bisogno di liquidità per emergenze sanitarie e/o per vivere in modo appena decoroso... immaginiamo anche che sui mercati inizi un decennio perduto... in tale scenario il povero investitore/pensionato si troverebbe a dover decumulare con quotazioni in continuo ribasso, vanificando così i benefici dell'interesse composto (*)... sarebbe una vera iattura. (*) N.B. Si tenga altresì presente che un ptf di ETF ad accumulazione in Italia, nella migliore delle ipotesi, non potrebbe avere più di 10 max 15 anni, in quanto questi strumenti finanziari comparvero in Europa soltanto nei primi anni del 2000 e richiesero diverso tempo per essere compresi e diffusi tra gli investitori retail. Pertanto, anche ipotizzando di aver scelto in modo corretto l'indice di riferimento ed aver fatto un PIC, l'interesse composto non avrebbe avuto più di 10-15 anni per svolgere il suo effetto propulsivo sul capitale. Nel caso di un PAC la rivalutazione del capitale sarebbe decisamente inferiore.
Non ha nulla a che vedere con decenni perduti, quella è un'errata concezione. Se abbiamo un ETF ad accumulazione e uno a distribuzione, sullo stesso indice, avremo sempre migliori risultati sull'accumulazione, a maggior ragione se l'indice fosse in costante perdita, perché con un ETF preleveremo forzatamente pagando imposte (distribuzione), e con l'altro preleveremo (se ne abbiamo bisogno) non pagando alcuna imposta. In entrambi i casi preleveremo in perdita. Non è solo linea teorica, è anche linea pratica, consiglio questo video: th-cam.com/video/G28VD5yubQw/w-d-xo.htmlsi=HTEKwP4Wh3kNl2xu
C'è sempre la soltita diatriba meglio accumulazione o distribuzione? Alla fine la risposta giusta è quella che dà risposta alle proprie esigenze soggettive. Personalmente la mia risposta è un pf misto che crea una sorta di compromesso tra efficienza fiscale e dormire sonni tranquilli. Ho un flusso di cassa sufficiente a vivere e una parte di accumulo che fa crescere più velocemente il pf ma che potrebbe farlo anche diminuire altrettanto velocemente e in quel periodo non sarebbe assolutamente da toccare ma eventualmente incrementare con altri redditi.
Ciao! In realtà il video non parla di questo. Ma è una non-diatriba nel senso che per la tassazione italiana non ha senso usare strumenti a distribuzione, a meno che non esista l’equivalente ad accumulazione. Se prendi due ETF che replicano stesso indice, uno a distribuzione e uno ad accumulazione, quello a distribuzione non converrà mai. In nessuno scenario. Poi se uno fosse residente fiscale in un altro paese è altro discorso. Consiglio questo altro video dove spiegavo dettagliatamente il discorso: th-cam.com/video/G28VD5yubQw/w-d-xo.htmlsi=dna12rvML4gRZ3Po
Ciao Valeria! Ho studiato economica e finanza, poi la magistrale in finanza quantitativa alla WU di Vienna e poi fatto il CFA Program. Non è comunque un percorso obbligatorio dato che per l'iscrizione all'albo (purtroppo a mio avviso) è richiesto solo il diploma.
Mi scusi ma se avessi un fortafoglio di circa 900 mila euro in etf 60/40 tutto ad acc e il mio portafoglio fruttasse 7/8 % e ne prelevassi un 3/4% annuo andrebbe bene ?
Il problema è che non puoi sapere se quel portafoglio ti frutterà il 7/8%, poi su quale orizzonte temporale? Io farei un portafoglio 80/20, un pelo più spinto per avvicinarmi il più possibile ai rendimenti che desideri avere. Per gestire il rischio di sequenza, ossia che il mercato scenda proprio nei primi anni durante i quali sei cmq costretto a prelevare il tuo 3,. Io investirei 200k in titoli di stato italiani e treasury usa con scadenze scaglionate da 1 a 4 anni e i 700k rimanenti in un portafoglio 80/20. Se il mercato va male proprio i primi anni puoi fare affidamento su un cuscinetto di sicurezza di 200k che rende circa un 2.5% netto ad oggi. P.S. io al tuo posto non preleverei più del 3%
Ha spiegato tutto bene Federico. A priori è molto difficile da prevedere, inoltre un 60/40 molto difficilmente darà rendimenti del 7/8 percento annui, se consideriamo che in area euro il tasso di rendimento di un bund a 10 anni è del 2.5% circa. Anche se sapessimo il rendimento complessivo, non sapremmo con che sequenza arriverà, che può cambiare decisamente il risultato.
Il fondo pensione di categoria aperto o in modalità pip, ha un grosso limite, che riguarda l'opzione del capitale maturato in rendita, una scelta penalizzante falcidiata dalla tassazione (in base all'aliquota marginale) insomma il legislatore invece di favorire questo strumento quale plus alla pensione del primo pilastro lo ha di fatto penalizzato venendo meno alla logica di fondo quale strumento integrativo alle sempre più magri assegni dell'Inps.
Hai ragione, la rendita obbligatoria può essere penalizzante, soprattutto per via della tassazione legata all’aliquota marginale. Per questo è importante una minima gestione, quando possibile, diversificando in più fondi pensione o strumenti simili. Così puoi evitare di essere obbligato alla rendita e mantenere una maggiore flessibilità su come utilizzare il capitale maturato. 😊
Sto cercando di crearmi un portafoglio dedicato da 600k con cedole e dividendi in media al 4% così da generare 2k/mese la considero la mia pensione spero di riuscirci per i 50 anni. Secondo Lei può essere buona strategia per non intaccare capitale? Grazie
4% è troppo 3% max perche devi togliere lo 0.2% da imposta di bollo e 0.2% da ter. Indi Ti serve 1 milione almeno. Inoltre fra 10 anni 2k non hanno lo stesso potere di acquisto che hanno ora...
Ciao! Oltre a quanto detto da Lapo (che sottoscrivo) aggiungerei il discorso relativo alle cedole. Se vuoi raggiungere un tasso di rendita del 4% lordo da cedole (2000 * 0.74), le converrà un approccio con prelievo piuttosto che cedole perché avrà una tassazione effettiva inferiore (ovviamente il discorso cambia se la residenza fiscale è al di fuori dell’Italia). Ne ho parlato in tanti video, uno era questo: th-cam.com/video/t31r89mTNgM/w-d-xo.htmlsi=oothW8k-h425XoUn
Un altro problema della tua idea di vivere di cedole e dividendi e che essi dipendono dal fatto che il capitale rimanga lì bloccato omnia saecula saeculorum. Ma tu non puoi sapere con certezza che non avrai bisogno del capitale, per ragioni che non puoi neanche prevedere. E poi, non hai l'ambizione, la gioia, il proposito di dare una mano ai tuoi figli a comprar casa, consentendo loro di fare mutui più piccoli?
@fabiomonticelli3987 è possibile. Ma da dipendente in italia devi essere dirigente. Dovresti risparmiare parecchio e imvestire non 500 euro mese, ma 1500...
Un punto importante da menzionare che ho dimenticato nel video è relativo all’incertezza. Andare a “bloccare” alcune spese nel tempo riduce l’incertezza e ci rende meno dipendenti da rendimenti, ad esempio riducendo rischio di sequenza e rischio di rendimenti inferiori al previsto.
Un esempio pratico è la casa di proprietà e l’assenza di debito. Se abbiamo una casa e non dobbiamo pagare un mutuo mentre siamo pensionati (anticipati o meno) avremo bisogno di una rendita inferiore e quindi ci saremo già bloccati quella che è la nostra spesa futura per l’immobile. Questo si, riduce gli asset che ci garantiscono una rendita, ma allo stesso tempo riduce la nostra necessità di ottenere una rendita, eliminando ulteriori variabili di incertezza.
Complimenti Davide, ottimo video con una panoramica su tutte le sventure.
Secondo me alla fine il rischio maggiore è quello familiare, devi aumentare le uscite per aiutare qualcuno e sono cavoli. Chiaramente l'impatto del rischio dipende molto dal capitale, se entri con poco capitale il rischio sequenza è drammatico.
Grazie mille Prof! Hai colto davvero un aspetto fondamentale: il rischio familiare viene spesso sottovalutato, e invece può avere un impatto notevole se non viene preso in considerazione. Concordo al 100% sul rischio sequenza. Poi, chiaramente, ogni situazione è diversa e l’importanza dei vari rischi cambia molto. Alla fine, avere una strategia di pianificazione solida e gestire le uscite in modo attento rispetto al tasso di prelievo è essenziale. Grazie ancora per il contributo.
sarebbe interessante mettere nell'equazione le polizze assicurative
Un altro gran bel video. Mi ha fatto piacere vedere tra i commenti quello del prof Coletti. Una persona che seguo assiduamente. Continua cosi Davide.
Grazie mille Luigi 😍💪
Sempre ottimi spunti, grazie Davide 🍻
Grazie mille Ale 💪🤗
Complimenti Davide, anche se per la pensione mi mancano ancora 30/40 anni, capirne di più e muoversi prima ci permette di programmare tutti i possibili rischi in tempo!
Grazie mille Andre! Sicuramente, iniziare a pensarci con largo anticipo è un enorme vantaggio. Capire i rischi e pianificare già da ora ti permette di costruire una strategia solida e adattarla nel tempo, così da essere pronto per ogni evenienza. Complimenti!
Grazie Davide video come sempre super interessante! Personalmente quello che mi spaventa più di tutti è il rischio sequenza... Nel momento in cui decidi di lasciare il lavoro devi considerare un bel cuscinetto di emergenza che ti protegga da eventuali disastri finanziari...
Assolutamente si, il rischio sequenza può cambiare di moooooltissimo il risultato
Davide sempre ottimo divulgatore 👍👍👍 domanda in questo video parli di rendimento “garantito” sul lungo periodo, potresti essere più preciso in termini di anni magari considerando un portafoglio 70/30 ?
Grazie mille Antonio! In che passaggio ne ho parlato ricordami? Secondo me era una “semplificazione” nel senso che ovviamente più l’orizzonte è largo e meno probabilmente sarà la variabilità del rendimento percentuale ottenuto.
Ok allora pongo la domanda in altri termini. A tuo modo di vedere, per lungo periodo, come minimo di quanti anni parliamo ? Grazie
Rischi fallimenti di broker? della casa di investimento tipo amundi? della banca di appoggio dell'etf? vabbene che esiste la famosa segregazione degli asset, ma in caso di fallimento come rientro in possesso dei titoli o del loro controvalore? non ho mai capito quale sia l'iter da seguire e i tempi attesi!! grazie per la risposta!
Partiamo dal presupposto che in caso di fallimento di un broker rilevante o di una casa prima del fallimento ci sono altri passaggi. Ipoteticamente prima di fallire Amundi verrà acquisita da un’altra realtà o per lo meno le varie parti dell’azienda verranno venduti a pezzi. Quindi l’ETF potrebbe continuare a esistere o essere fuso con un altro strumento. Uguale il conto titoli.
Nel caso di fallimento del broker, le operazioni non si interrompono dall’oggi al domani e verrai facilitato nel processo di trasferimento dei titoli.
@@DavideRavera e di fallimento della banca di appoggio dei titoli?
Buonasera Davide, se possibile vorrei approfondire una questione sulle deduzioni.
In questo video parli di continuare a versare sul fondo pensione in modo da usare le deduzioni anche mentre si è già in pensione, ma questi versamenti è possibile farli solo se il fondo pensione è ancora in fase di accumulo e quindi devo lasciare tutto il capitale accumulato fermo al suo interno o potrei anche scegliere di riscattare il fondo pensione sotto forma di rendita (o 50% rendita e 50% capitale) e continuare a versare al suo interno in modo da iniziare a riprendere parte dei soldi accumulati e contemporaneamente godere degli sgravi fiscali?
No, se vuoi riscattare ti conviene aprire un fondo pensione prima di andare in pensione. In modo da iniziare poi a versare in quello "vuoto" quando sarai in pensione.
@@DavideRaveraGrazie mille, sempre precisissimo.
Se posso chiederti vorrei togliermi un' altro dubbio che mi sorge come conseguenza; se io ora aprissi 2 fondi pensione per avere la vecchiaia in entrambi dato che sia Allianz che amundi investono in prodotti con protezione valutaria potrei in un prossimo futuro (in 35 anni spero di trovarne uno azionario senza copertura) trasferire entrambi i miei fondi in un unico terzo fondo o c'è il limite di un trasferimento per fondo?
Credo che un 60\40 non sia adeguato come portafoglio rendita , troppo sensibile al rischio sequenza dato il massimo drawdown a cui statisticamente sarebbe soggetto. Meglio un portfolio tipo all weather con cagr più basso ma con indice sortino più alto , meno volatile e più resiliente al rischio sequenza
In questa fase di mercato ho creato un paniere di ETF a distribuzione così suddiviso: 75% ETF obbligazionari di governativi medio-lunghi + 25% ETF azionari.
Con il paniere suddetto ritengo di poter affrontare nel medio-lungo periodo qualunque situazione economica ... (fiorente, stagnante o recessiva)... beneficiando sempre di dvd (flussi di cassa) necessari alla sopravvivenza e cogliendo opportunità di ribilanciamento speculativo del paniere nel caso di eventi di "fly to quality"... ossia, vendendo ETF obbligazionari in salita ed acquistando ETF azionari in discesa... incassando ulteriore cash di avanzo.
Ipotizzando di mantenere lo stesso indice, farebbe molto meglio se gli ETF fossero ad accumulazione.
@@DavideRavera In linea teorica concordo, ma dipende molto dall'età dell'investitore e dal contesto temporale di mercato.
Ad esempio, ipotizziamo che un pensionato con assegno modesto abbia bisogno di liquidità per emergenze sanitarie e/o per vivere in modo appena decoroso... immaginiamo anche che sui mercati inizi un decennio perduto... in tale scenario il povero investitore/pensionato si troverebbe a dover decumulare con quotazioni in continuo ribasso, vanificando così i benefici dell'interesse composto (*)... sarebbe una vera iattura.
(*) N.B. Si tenga altresì presente che un ptf di ETF ad accumulazione in Italia, nella migliore delle ipotesi, non potrebbe avere più di 10 max 15 anni, in quanto questi strumenti finanziari comparvero in Europa soltanto nei primi anni del 2000 e richiesero diverso tempo per essere compresi e diffusi tra gli investitori retail. Pertanto, anche ipotizzando di aver scelto in modo corretto l'indice di riferimento ed aver fatto un PIC, l'interesse composto non avrebbe avuto più di 10-15 anni per svolgere il suo effetto propulsivo sul capitale. Nel caso di un PAC la rivalutazione del capitale sarebbe decisamente inferiore.
Non ha nulla a che vedere con decenni perduti, quella è un'errata concezione. Se abbiamo un ETF ad accumulazione e uno a distribuzione, sullo stesso indice, avremo sempre migliori risultati sull'accumulazione, a maggior ragione se l'indice fosse in costante perdita, perché con un ETF preleveremo forzatamente pagando imposte (distribuzione), e con l'altro preleveremo (se ne abbiamo bisogno) non pagando alcuna imposta. In entrambi i casi preleveremo in perdita.
Non è solo linea teorica, è anche linea pratica, consiglio questo video: th-cam.com/video/G28VD5yubQw/w-d-xo.htmlsi=HTEKwP4Wh3kNl2xu
Avrebbe senso coprirsi da alcuni di questi rischi con assicurazioni?
Ottima domanda! Dipende, minore è il nostro margine di sicurezza e più avrà senso valutare una assicurazione per coprirsi dal rischio.
C'è sempre la soltita diatriba meglio accumulazione o distribuzione? Alla fine la risposta giusta è quella che dà risposta alle proprie esigenze soggettive. Personalmente la mia risposta è un pf misto che crea una sorta di compromesso tra efficienza fiscale e dormire sonni tranquilli. Ho un flusso di cassa sufficiente a vivere e una parte di accumulo che fa crescere più velocemente il pf ma che potrebbe farlo anche diminuire altrettanto velocemente e in quel periodo non sarebbe assolutamente da toccare ma eventualmente incrementare con altri redditi.
Ciao! In realtà il video non parla di questo.
Ma è una non-diatriba nel senso che per la tassazione italiana non ha senso usare strumenti a distribuzione, a meno che non esista l’equivalente ad accumulazione. Se prendi due ETF che replicano stesso indice, uno a distribuzione e uno ad accumulazione, quello a distribuzione non converrà mai. In nessuno scenario.
Poi se uno fosse residente fiscale in un altro paese è altro discorso.
Consiglio questo altro video dove spiegavo dettagliatamente il discorso: th-cam.com/video/G28VD5yubQw/w-d-xo.htmlsi=dna12rvML4gRZ3Po
Ciao Davide posso chiederti cosa hai studiato per diventare consulente finanziario?
Ciao Valeria! Ho studiato economica e finanza, poi la magistrale in finanza quantitativa alla WU di Vienna e poi fatto il CFA Program. Non è comunque un percorso obbligatorio dato che per l'iscrizione all'albo (purtroppo a mio avviso) è richiesto solo il diploma.
Mi scusi ma se avessi un fortafoglio di circa 900 mila euro in etf 60/40 tutto ad acc e il mio portafoglio fruttasse 7/8 % e ne prelevassi un 3/4% annuo andrebbe bene ?
Il problema è che non puoi sapere se quel portafoglio ti frutterà il 7/8%, poi su quale orizzonte temporale? Io farei un portafoglio 80/20, un pelo più spinto per avvicinarmi il più possibile ai rendimenti che desideri avere. Per gestire il rischio di sequenza, ossia che il mercato scenda proprio nei primi anni durante i quali sei cmq costretto a prelevare il tuo 3,. Io investirei 200k in titoli di stato italiani e treasury usa con scadenze scaglionate da 1 a 4 anni e i 700k rimanenti in un portafoglio 80/20. Se il mercato va male proprio i primi anni puoi fare affidamento su un cuscinetto di sicurezza di 200k che rende circa un 2.5% netto ad oggi. P.S. io al tuo posto non preleverei più del 3%
Ha spiegato tutto bene Federico. A priori è molto difficile da prevedere, inoltre un 60/40 molto difficilmente darà rendimenti del 7/8 percento annui, se consideriamo che in area euro il tasso di rendimento di un bund a 10 anni è del 2.5% circa. Anche se sapessimo il rendimento complessivo, non sapremmo con che sequenza arriverà, che può cambiare decisamente il risultato.
Il fondo pensione di categoria aperto o in modalità pip, ha un grosso limite, che riguarda l'opzione del capitale maturato in rendita, una scelta penalizzante falcidiata dalla tassazione (in base all'aliquota marginale) insomma il legislatore invece di favorire questo strumento quale plus alla pensione del primo pilastro lo ha di fatto penalizzato venendo meno alla logica di fondo quale strumento integrativo alle sempre più magri assegni dell'Inps.
Hai ragione, la rendita obbligatoria può essere penalizzante, soprattutto per via della tassazione legata all’aliquota marginale. Per questo è importante una minima gestione, quando possibile, diversificando in più fondi pensione o strumenti simili. Così puoi evitare di essere obbligato alla rendita e mantenere una maggiore flessibilità su come utilizzare il capitale maturato. 😊
Sto cercando di crearmi un portafoglio dedicato da 600k con cedole e dividendi in media al 4% così da generare 2k/mese la considero la mia pensione spero di riuscirci per i 50 anni. Secondo Lei può essere buona strategia per non intaccare capitale? Grazie
4% è troppo 3% max perche devi togliere lo 0.2% da imposta di bollo e 0.2% da ter. Indi Ti serve 1 milione almeno. Inoltre fra 10 anni 2k non hanno lo stesso potere di acquisto che hanno ora...
Ciao! Oltre a quanto detto da Lapo (che sottoscrivo) aggiungerei il discorso relativo alle cedole. Se vuoi raggiungere un tasso di rendita del 4% lordo da cedole (2000 * 0.74), le converrà un approccio con prelievo piuttosto che cedole perché avrà una tassazione effettiva inferiore (ovviamente il discorso cambia se la residenza fiscale è al di fuori dell’Italia).
Ne ho parlato in tanti video, uno era questo: th-cam.com/video/t31r89mTNgM/w-d-xo.htmlsi=oothW8k-h425XoUn
@@LapoSapoin pratica è impossibile.......perché 1 milione lo può fare forse il 3% della popolazione italiana 😢
Un altro problema della tua idea di vivere di cedole e dividendi e che essi dipendono dal fatto che il capitale rimanga lì bloccato omnia saecula saeculorum. Ma tu non puoi sapere con certezza che non avrai bisogno del capitale, per ragioni che non puoi neanche prevedere. E poi, non hai l'ambizione, la gioia, il proposito di dare una mano ai tuoi figli a comprar casa, consentendo loro di fare mutui più piccoli?
@fabiomonticelli3987 è possibile. Ma da dipendente in italia devi essere dirigente. Dovresti risparmiare parecchio e imvestire non 500 euro mese, ma 1500...
Rischio longevità? Ma va va 😂
Si spera 😂