Strage di Altavilla: "Le torture duravano da un mese, ha partecipato anche la figlia sopravvissuta"

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  • เผยแพร่เมื่อ 10 ก.ย. 2024
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    Conferenza stampa integrale in diretta dalla Caserma dei Carabinieri di Bagheria. Le indagini sulla strage di Altavilla Milicia (Palermo) - una donna e due suoi figli trucidati - nel suo orrore sembrava il delirio di un uomo, Giovanni Barreca, e di una coppia di fanatici religiosi, fermati con le stesse accuse. Nel registro degli indagati è finita una 17enne, figlia e sorella delle vittime: la ragazzina è stata arrestata per concorso in omicidio. “La superstite, la figlia primogenita ha partecipato alle torture dei riti di purificazione. Ho trasmesso gli atti alla procura per i minorenni che ha competenza” ha detto il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio durante la conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli del triplice omicidio di Altavilla Milicia in cui sono stati torturati e uccisi Alessandra Salamone e i figli Kevin, 16 anni, ed Emanuel, 5. Anche il 16enne avrebbe partecipato attivamente al massacro. “Le torture fisiche sono iniziate l’ultima settimana da quando i ragazzini non sono più andati a scuola. La madre è stata uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli” ha spiegato il procuratore.
    Le indagini sulla strage di Altavilla Milicia (Palermo) - una donna e due suoi figli trucidati - nel suo orrore sembrava il delirio di un uomo, Giovanni Barreca, e di una coppia di fanatici religiosi, fermati con le stesse accuse. Nel registro degli indagati è finita una 17enne, figlia e sorella delle vittime: la ragazzina è stata arrestata per concorso in omicidio. “La superstite, la figlia primogenita ha partecipato alle torture dei riti di purificazione. Ho trasmesso gli atti alla procura per i minorenni che ha competenza” ha detto il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio durante la conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli del triplice omicidio di Altavilla Milicia in cui sono stati torturati e uccisi Alessandra Salamone e i figli Kevin, 16 anni, ed Emanuel, 5. Anche il 16enne avrebbe partecipato attivamente al massacro. “Le torture fisiche sono iniziate l’ultima settimana da quando i ragazzini non sono più andati a scuola. La madre è stata uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli” ha spiegato il procuratore.
    Il fermo due giorni fa - La Procura per i minorenni l’aveva fermata due giorni fa, il 14 febbraio. A coordinare l’indagine è la procuratrice dei minori Claudia Caramanna che chiesto la convalida del provvedimento. Questa mattina il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo e ne disposto la custodia cautelare in carcere. Dopo che il padre aveva chiamato i carabinieri confessando gli omicidi erano subito scattate le indagini su come si fosse arrivati al massacro. La 17enne era stata descritta dai testimoni come la figlia prediletta di Barreca e forse per questo risparmiata.
    Il “rito collettivo” - Il procuratore parla di “rito collettivo” dove tutti erano in preda a “un delirio mistico”, da cui si escludono la madre e il figlio più piccolo, Emanuel. I due complici avevano convinto Barreca e i due figli più grandi, Kevin e la sorella - l’unica figlia sopravvissuta al massacro - che solo il dolore avrebbe liberato la casa e il loro corpi dalle presenze demoniache. Le vittime- la moglie e i due figli di Giovanni Barreca - e gli assassini, lo stesso Barreca e i due complici, dunque, avevano cominciato un mese fa una sorta di rito di purificazione dal demonio, poi sfociato negli omicidi.
    Per la strage sono in carcere Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime, e una coppia di Palermo Sabrina Fina e Massimo Carandente. Tutti fanatici religiosi. “È una terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma. Non c’è alcun motivo di enfatizzare quanto è successo. Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una fanatica religiosità. Che pesa molto sui figli”, ha aggiunto il procuratore.
    Il ruolo dei social network - Barreca Fina e Carandente “si sono conosciuti sui social network“. I profili social di tutti e tre tracimano di post religiosi e video. “La coppia di palermitani era in casa al momento del triplice omicidio. La villetta era frequentata solo da loro oltre che dalla famiglia”, ha aggiunto. “I due conviventi sono stati fermati a Palermo la mattina dell’11 febbraio all’interno della loro abitazione dove sono arrivati il 10 febbraio” . (fattoquotidiano)
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