BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE SUI MISTERI DI DIONISO E LA VILLA DEI MISTERI DI POMPEI Bettini M., La maschera, il doppio e il ritratto, Roma-Bari 1992 Burckart T., La maschera sacra, Milano 1979 Burckert W., Antichi culti misterici, Roma-Bari 1989 Charpentier L., I misteri del vino, Roma 1981 Colli G., La Sapienza Greca, Voll. I e II, Milano 1978, Vol. III a cura di Del Corno D., Milano 1980 Combarieau J., La Musica e la magia, Milano 1982 Detienne M., Dioniso e la pantera profumata, Roma-Bari 1983 Detienne M., I giardini di Adone, Torino 1975 Eliade M., Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi, Roma 1974 Esiodo, Le opere e i giorni, Milano 1979 Ginsburg C., Storia notturna, Torino 1994 Graves R., I miti greci, Milano 1979 Havelock E. A., Dike, la nascita della coscienza, Bari 1983 Hillman J., Saggio su Pan, Milano 1977 Il teatro greco, a cura di Diano C., Firenze 1975 Kerenyi K., Dioniso, Torino 1992 Kerenyi K., Gli dèi e gli eroi della Grecia, Milano 1984 Kerenyi K., Miti e misteri, Torino 1979 Kerenyi K., Nel labirinto, Torino 1984 Lanzani C., Religione dionisiaca, Genova 1987 Luck G., Il magico nella cultura antica, Milano 1994 Nietzche F., La nascita della tragedia, Milano 1972 Omero, Odissea, Venezia 1994 Orlandi A. Dioniso nei frammenti dello specchio, Roma 2007 Otto W. F., Dioniso, mito e culto, Genova 1990 Otto W. F., Wili W., Rahner H., I Culti Misterici, Como 1995 Pascal C., L’oltretomba dei pagani, Genova 1987 Philippson P., Origini e forme del mito greco, Torino 1983 Platone, Fedone e Jone in Dialoghi, Torino 1970 Plutarco, Sull’E di Delfi, Milano 1986 Reinach T., La musique greque, Paris 1926 Rouget G., Musica e trance, Torino 1986 Sachs L., La musica nel mondo antico, Firenze 1981 Schneider M., La musica primitiva, Milano 1992 Vegetti M., Introduzione alle culture antiche: Oralità scrittura spettacolo (vol 1°); Il sapere degli antichi (vol. II°) L’esperienza religiosa antica (vol III°) Torino1992 Vernant J. P., Vidal-Naquet P., Mito e Tragedia nell’antica Grecia, Torino 1976 Zolla E., Archetipi, Aure, Verità Segrete, Dioniso Errante, Venezia 2016 SULLA VILLA DEI MISTERI DI POMPEI AA. VV., La Pittura di Pompei, Milano 1999 Cottignoli, A. Gli affreschi della villa dei Misteri di Pompei www.storiamisteriosa.it/gli-affreschi-della-villa-dei-misteri-di-pompei.html Comparetti D., Le nozze di Bacco e Arianna, Firenze 1921
Esposito D., Rispoli P., La Villa dei Misteri a Pompei www.cai.it/wp-content/uploads/2019/09/esposito-villa.pdf Maiuri A., La Villa dei Misteri, Roma 1947 Sauron G., La grande fresque de la Villa des Mysteres à Pompei, Paris 1998 Scatozza-Höricht L.A., Testimonianze pittoriche di fabulae dionisiache a Pompei, «Rivista di Studi Pompeiani», XII-XIII, 2001-2002, pp. 15-33 Villani S., I misteri della stanza numero 5, Roma 1992 Zuntz G., On the Dionysiac Fresco in the Villa dei Misteri at Pompeii, in Proceed. British Acad., XLIX, Londra 1963
Io ho trovato un testo riportato in un libro di Gabriella Tupini che riporta il mito di Demetra e persefone e Dioniso è la trasformazione del Dio Ade una volta acquisito la vista donatagli da Demetra, cosa può dirmi a riguardo? Grazie mille e complimenti per questa bellissima lezione
In una precedente conferenza da Rotondi sui Misteri eleusini ( th-cam.com/video/y7HVTURs--8/w-d-xo.html ) ho toccato l’argomento dei rapporti tra Demetra/Cerere, Persefone/Proserpina, Ade/Dite/Plutone e Dioniso/Bacco, che era al centro di quei Misteri. Anche se non conosco lo scritto di Gabriella Tuibini a cui lei si riferisce, la ringrazio per la sua domanda, interessantissima, perché tocca un punto centrale del mito. Immagino che l’Autrice che lei cita si riferisca a questa parte del mito: Demetra, dopo aver reso la terra sterile per il dolore di aver perso sua figlia Persefone e dopo essersi spogliata di ogni orpello, discende agli inferi per chiedere indietro al Re del mondo sotterraneo sua figlia Persefone (oppure, nell’inno omerico a Demetra, è Ermes a farle da portavoce). Ma, nel frattempo, la fanciulla ha ceduto alle lusinghe del giardiniere degli inferi, Ascalafo, e ha accettato di assaggiare sette chicchi di melograno. Quando Demetra chiede con grande fermezza ad Ade di restituirle Persefone, questi pone delle condizioni: la fanciulla non dovrà essersi alimentata di nessun cibo infero e Demetra dovrà dare ad Ade (che è il custode di tutti i tesori sepolti della Terra) un dono che lui già non possieda. I sette chicchi di melograno di cui si è cibata obbligheranno Persefone a tornare periodicamente, per un terzo dell’anno, negli inferi ogni inverno, dando vita al ciclo delle stagioni (su questa parte del mito ci sarebbe molto da dire, come sostengono gli alchimisti, per completare l’Opera non bisogna cibarsi di “nulla che provenga da altrove”). Anche Psiche, nel mito narrato da Apuleio nell'"Asino d'oro", durante la quarta prova deve astenersi dal cibo infero e, durante la sua discesa nel mondo sotterraneo, persino dall'aiutare chi le chiede di identificarsi nel proprio disagio e intervenire in soccorso). Demetra/Cerere, che è la dea delle messi, della crescita dei frutti della terra, del grano e dell’orzo, riesce a donare ad Ade qualcosa che lui in effetti non possedeva: il punto di vista della dea della crescita vitale. In tutte le tradizioni del mondo il passare del tempo, le ore, vengono viste da due diverse prospettive: dalla prospettiva di ciò che scompare dalla vista e si inabissa nell’oscurità della terra, di ciò che declina, che muore (la prospettiva di Ade) e dal punto di vista di ciò che appare per la prima volta sulla terra, che cresce, si dilata e sboccia, che sorge alla luce. In particolare, questi due punti di vista sono descritti con grande lucidità nel Libro cinese dei Mutamenti, l’I Ching come tempo "retrogrado" e tempo "retto". All’origine di questi due punti di vista c’è il ciclo delle stagioni e in particolare i due solstizi: quello estivo in cui comincia l’inabissarsi della Natura nel mondo ctonio e il diminuire delle ore di luce, tutto si ritrae e trionfa il princìpio Yin e il solstizio invernale, in cui la luce invincibile ricomincia a crescere nel mondo, tutto si dilata e trionfa il princìpio Yiang. Il limite posto a questi due moti opposti del tempo è stabilito dalla legge di enantiodromia (quando uno dei due principi, luminoso e oscuro, tocca il culmine, si rovescia nel suo opposto) incisa sul frontone del tempio di Apollo a Delfi: MEDEN AGAN, “nulla di troppo”. Il cambio di prospettiva di Ade gli consente di comprendere come la morte sussista grazie alla vita, e viceversa - di “vedere” come - se si estinguesse la vita - anche la morte non esisterebbe più, né i tributi invisibili che Ade riceve dai viventi, da cui il dio trae la sua energia divina. Cambiando prospettiva, guardando l’universo con gli occhi di Demetra, Ade diviene Dioniso, il dio della linfa che scorre negli alberi a primavera, del vino che fermenta nei tini, del desiderio che unisce i sessi opposti, il dio che accoglie le anime nell’Oltretomba dando loro la prospettiva di una resurrezione, diviene il “Soter”, il Salvatore. Noto di sfuggita che questo cambiamento di prospettiva era lo stesso che la tragedia e la commedia antiche dovevano indurre nello spettatore, lo stesso che trasforma Arianna, abbandonata da Teseo su un'isola deserta, in sposa di Dioniso.
@AlessandroOrlandi1 grazie mille per questo approfondimento, tutti spunti molto interessanti... non ho ancora guardato il video che mi ha postato, lo guarderò sicuramente. Un saluto ☺️
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE SUI MISTERI DI DIONISO E LA VILLA DEI MISTERI DI POMPEI
Bettini M., La maschera, il doppio e il ritratto, Roma-Bari 1992
Burckart T., La maschera sacra, Milano 1979
Burckert W., Antichi culti misterici, Roma-Bari 1989
Charpentier L., I misteri del vino, Roma 1981
Colli G., La Sapienza Greca, Voll. I e II, Milano 1978, Vol. III a cura di Del Corno D., Milano 1980
Combarieau J., La Musica e la magia, Milano 1982
Detienne M., Dioniso e la pantera profumata, Roma-Bari 1983
Detienne M., I giardini di Adone, Torino 1975
Eliade M., Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi, Roma 1974
Esiodo, Le opere e i giorni, Milano 1979
Ginsburg C., Storia notturna, Torino 1994
Graves R., I miti greci, Milano 1979
Havelock E. A., Dike, la nascita della coscienza, Bari 1983
Hillman J., Saggio su Pan, Milano 1977
Il teatro greco, a cura di Diano C., Firenze 1975
Kerenyi K., Dioniso, Torino 1992
Kerenyi K., Gli dèi e gli eroi della Grecia, Milano 1984
Kerenyi K., Miti e misteri, Torino 1979
Kerenyi K., Nel labirinto, Torino 1984
Lanzani C., Religione dionisiaca, Genova 1987
Luck G., Il magico nella cultura antica, Milano 1994
Nietzche F., La nascita della tragedia, Milano 1972
Omero, Odissea, Venezia 1994
Orlandi A. Dioniso nei frammenti dello specchio, Roma 2007
Otto W. F., Dioniso, mito e culto, Genova 1990
Otto W. F., Wili W., Rahner H., I Culti Misterici, Como 1995
Pascal C., L’oltretomba dei pagani, Genova 1987
Philippson P., Origini e forme del mito greco, Torino 1983
Platone, Fedone e Jone in Dialoghi, Torino 1970
Plutarco, Sull’E di Delfi, Milano 1986
Reinach T., La musique greque, Paris 1926
Rouget G., Musica e trance, Torino 1986
Sachs L., La musica nel mondo antico, Firenze 1981
Schneider M., La musica primitiva, Milano 1992
Vegetti M., Introduzione alle culture antiche: Oralità scrittura spettacolo (vol 1°); Il sapere degli antichi (vol. II°)
L’esperienza religiosa antica (vol III°) Torino1992
Vernant J. P., Vidal-Naquet P., Mito e Tragedia nell’antica Grecia, Torino 1976
Zolla E., Archetipi, Aure, Verità Segrete, Dioniso Errante, Venezia 2016
SULLA VILLA DEI MISTERI DI POMPEI
AA. VV., La Pittura di Pompei, Milano 1999
Cottignoli, A. Gli affreschi della villa dei Misteri di Pompei www.storiamisteriosa.it/gli-affreschi-della-villa-dei-misteri-di-pompei.html
Comparetti D., Le nozze di Bacco e Arianna, Firenze 1921
Esposito D., Rispoli P., La Villa dei Misteri a Pompei www.cai.it/wp-content/uploads/2019/09/esposito-villa.pdf
Maiuri A., La Villa dei Misteri, Roma 1947
Sauron G., La grande fresque de la Villa des Mysteres à Pompei, Paris 1998
Scatozza-Höricht L.A., Testimonianze pittoriche di fabulae dionisiache a Pompei, «Rivista di Studi Pompeiani», XII-XIII, 2001-2002, pp. 15-33
Villani S., I misteri della stanza numero 5, Roma 1992
Zuntz G., On the Dionysiac Fresco in the Villa dei Misteri at Pompeii, in Proceed. British Acad., XLIX, Londra 1963
Salve, grazie, molto interessante.
Io ho trovato un testo riportato in un libro di Gabriella Tupini che riporta il mito di Demetra e persefone e Dioniso è la trasformazione del Dio Ade una volta acquisito la vista donatagli da Demetra, cosa può dirmi a riguardo? Grazie mille e complimenti per questa bellissima lezione
In una precedente conferenza da Rotondi sui Misteri eleusini ( th-cam.com/video/y7HVTURs--8/w-d-xo.html ) ho toccato l’argomento dei rapporti tra Demetra/Cerere, Persefone/Proserpina, Ade/Dite/Plutone e Dioniso/Bacco, che era al centro di quei Misteri. Anche se non conosco lo scritto di Gabriella Tuibini a cui lei si riferisce, la ringrazio per la sua domanda, interessantissima, perché tocca un punto centrale del mito.
Immagino che l’Autrice che lei cita si riferisca a questa parte del mito: Demetra, dopo aver reso la terra sterile per il dolore di aver perso sua figlia Persefone e dopo essersi spogliata di ogni orpello, discende agli inferi per chiedere indietro al Re del mondo sotterraneo sua figlia Persefone (oppure, nell’inno omerico a Demetra, è Ermes a farle da portavoce). Ma, nel frattempo, la fanciulla ha ceduto alle lusinghe del giardiniere degli inferi, Ascalafo, e ha accettato di assaggiare sette chicchi di melograno. Quando Demetra chiede con grande fermezza ad Ade di restituirle Persefone, questi pone delle condizioni: la fanciulla non dovrà essersi alimentata di nessun cibo infero e Demetra dovrà dare ad Ade (che è il custode di tutti i tesori sepolti della Terra) un dono che lui già non possieda.
I sette chicchi di melograno di cui si è cibata obbligheranno Persefone a tornare periodicamente, per un terzo dell’anno, negli inferi ogni inverno, dando vita al ciclo delle stagioni (su questa parte del mito ci sarebbe molto da dire, come sostengono gli alchimisti, per completare l’Opera non bisogna cibarsi di “nulla che provenga da altrove”). Anche Psiche, nel mito narrato da Apuleio nell'"Asino d'oro", durante la quarta prova deve astenersi dal cibo infero e, durante la sua discesa nel mondo sotterraneo, persino dall'aiutare chi le chiede di identificarsi nel proprio disagio e intervenire in soccorso).
Demetra/Cerere, che è la dea delle messi, della crescita dei frutti della terra, del grano e dell’orzo, riesce a donare ad Ade qualcosa che lui in effetti non possedeva: il punto di vista della dea della crescita vitale. In tutte le tradizioni del mondo il passare del tempo, le ore, vengono viste da due diverse prospettive: dalla prospettiva di ciò che scompare dalla vista e si inabissa nell’oscurità della terra, di ciò che declina, che muore (la prospettiva di Ade) e dal punto di vista di ciò che appare per la prima volta sulla terra, che cresce, si dilata e sboccia, che sorge alla luce. In particolare, questi due punti di vista sono descritti con grande lucidità nel Libro cinese dei Mutamenti, l’I Ching come tempo "retrogrado" e tempo "retto". All’origine di questi due punti di vista c’è il ciclo delle stagioni e in particolare i due solstizi: quello estivo in cui comincia l’inabissarsi della Natura nel mondo ctonio e il diminuire delle ore di luce, tutto si ritrae e trionfa il princìpio Yin e il solstizio invernale, in cui la luce invincibile ricomincia a crescere nel mondo, tutto si dilata e trionfa il princìpio Yiang. Il limite posto a questi due moti opposti del tempo è stabilito dalla legge di enantiodromia (quando uno dei due principi, luminoso e oscuro, tocca il culmine, si rovescia nel suo opposto) incisa sul frontone del tempio di Apollo a Delfi: MEDEN AGAN, “nulla di troppo”. Il cambio di prospettiva di Ade gli consente di comprendere come la morte sussista grazie alla vita, e viceversa - di “vedere” come - se si estinguesse la vita - anche la morte non esisterebbe più, né i tributi invisibili che Ade riceve dai viventi, da cui il dio trae la sua energia divina. Cambiando prospettiva, guardando l’universo con gli occhi di Demetra, Ade diviene Dioniso, il dio della linfa che scorre negli alberi a primavera, del vino che fermenta nei tini, del desiderio che unisce i sessi opposti, il dio che accoglie le anime nell’Oltretomba dando loro la prospettiva di una resurrezione, diviene il “Soter”, il Salvatore. Noto di sfuggita che questo cambiamento di prospettiva era lo stesso che la tragedia e la commedia antiche dovevano indurre nello spettatore, lo stesso che trasforma Arianna, abbandonata da Teseo su un'isola deserta, in sposa di Dioniso.
@AlessandroOrlandi1 grazie mille per questo approfondimento, tutti spunti molto interessanti... non ho ancora guardato il video che mi ha postato, lo guarderò sicuramente. Un saluto ☺️
@@AlessandroOrlandi1 il libro dove ho trovato questo scritto si chiama "Nella tana del lupo" di Gabriella Tupini