Mark, a quanto, pare, non soffre del “mal del centenario” e offre per il n.100 una storia veramente interessante ricca di spunti validi ancora oggi seppur non più proponibile al grande pubblico per l’eccessiva semplificazione delle trame e caratterizzazione dei personaggi (tipo Capitan Miki,per intenderci). Per questo darei 8. Offrirei alla riflessione due temi tra loro intrecciati che chiamano in causa il mondo degli adolescenti e non solo: il rito di passaggio all’età adulta che Mark è chiamato a superare e il padre che lo accompagna ad affrontare tutta la realtà,fatica e sacrificio compresi. Fino a non molto tempo fa,anche la nostra società poteva contare su uno o più riti di passaggio (il servizio di leva obbligatorio,pur assolutamente non più proponibile oggi, era, nel bene e nel male, uno di questi) che,come per Mark, erano ben altro che formalità: il sacrificio richiesto segnava talmente nel profondo la vita dell’adolescente che, una volta superato il rito, non si sentiva più quello di prima. Era entrato nell’età adulta, iniziato a esperienze di vero coraggio e di massima assunzione di responsabilità. Oggi? Spariti completamente. Risultato? Il tempo dell’adolescenza si allunga indefinitamente (ci sono quarantenni e cinquantenni che si comportano ancora da adolescenti…). L’assenza dei riti di passaggio si intreccia con un’altra assenza: quella dei genitori (i veri genitori!) pronti ad accompagnare i loro figli anche negli aspetti più crudi della realtà. Al contrario, è diffusa la presenza di genitori che hanno la pretesa non solo di “tener lontano” dai loro figli fatiche e sofferenze, ma, spiace dirlo, con uno stile prettamente “mafioso”, hanno anche la sfrontatezza di difenderli e li proteggerli a prescindere contro chiunque rivesti una responsabilità educativa: i loro figli hanno semplicemente ragione sempre e comunque. Risultato complessivo? Adolescenti fragili (vanno in depressione per una minima banalità che capita nella loro vita) e viziati (non hanno regole, si comportano da irresponsabili, tanto poi ci pensano papà e mamma a difenderli). Per questo ritengo che la colpa principale di questi adolescenti che ci troviamo davanti è dei loro genitori, a loro volta adolescenti perché la rivoluzione post-sessantottina ha portato con sé la graduale abolizione di ogni rito di passaggio e di qualsiasi figura autorevole (che è ben diversa da una figura autoritaria): come possono questi genitori, più adolescenti che adulti, loro stessi fragili e viziati, irresponsabili e incapaci ad affrontare la realtà, avere quell’autorevolezza necessaria per crescere responsabilmente i loro figli affinché possano a loro volta diventare adulti superando anche le prove più difficili che la vita pone loro davanti? Poi, certo, viene la società che le studia tutte pur di non turbare minimante la (illusoria) serenità di questi delicatissimi adolescenti (ci sarebbe molto da dire sulla scuola, in proposito, rovinata da governi e ministri che non si sa bene, al di là del colore politico, se sono ideologici, cioè fuori dalla realtà, o semplicemente incapaci…. Io, per esempio, inizierei col ripristinare gli esami di quinta elementare, alla faccia di coloro che li ritengono troppo traumatizzanti per i bambini!). Ma la società non è un Moloch che ci troviamo davanti; siamo noi. E’ un nostro prodotto. E se non ci daremo una scrollata, le generazioni future saranno tendenzialmente sempre peggiori. Peccato che il Comandante Mark viene per lo più letto per svago e non per una seria riflessione sui suoi contenuti!
Da ragazzo insieme a Tex erano le mie letture preferite
Ciao Renato, complimenti per le tue due letture,! Due testate di alto livello! (...) e buone feste!
Adelante con los lobos de Ontario.
Türkiye Publisher name captain swing and ontario wolwes 🇹🇷🇹🇷
Mark, a quanto, pare, non soffre del “mal del centenario” e offre per il n.100 una storia veramente interessante ricca di spunti validi ancora oggi seppur non più proponibile al grande pubblico per l’eccessiva semplificazione delle trame e caratterizzazione dei personaggi (tipo Capitan Miki,per intenderci). Per questo darei 8. Offrirei alla riflessione due temi tra loro intrecciati che chiamano in causa il mondo degli adolescenti e non solo: il rito di passaggio all’età adulta che Mark è chiamato a superare e il padre che lo accompagna ad affrontare tutta la realtà,fatica e sacrificio compresi. Fino a non molto tempo fa,anche la nostra società poteva contare su uno o più riti di passaggio (il servizio di leva obbligatorio,pur assolutamente non più proponibile oggi, era, nel bene e nel male, uno di questi) che,come per Mark, erano ben altro che formalità: il sacrificio richiesto segnava talmente nel profondo la vita dell’adolescente che, una volta superato il rito, non si sentiva più quello di prima. Era entrato nell’età adulta, iniziato a esperienze di vero coraggio e di massima assunzione di responsabilità. Oggi? Spariti completamente. Risultato? Il tempo dell’adolescenza si allunga indefinitamente (ci sono quarantenni e cinquantenni che si comportano ancora da adolescenti…). L’assenza dei riti di passaggio si intreccia con un’altra assenza: quella dei genitori (i veri genitori!) pronti ad accompagnare i loro figli anche negli aspetti più crudi della realtà. Al contrario, è diffusa la presenza di genitori che hanno la pretesa non solo di “tener lontano” dai loro figli fatiche e sofferenze, ma, spiace dirlo, con uno stile prettamente “mafioso”, hanno anche la sfrontatezza di difenderli e li proteggerli a prescindere contro chiunque rivesti una responsabilità educativa: i loro figli hanno semplicemente ragione sempre e comunque. Risultato complessivo? Adolescenti fragili (vanno in depressione per una minima banalità che capita nella loro vita) e viziati (non hanno regole, si comportano da irresponsabili, tanto poi ci pensano papà e mamma a difenderli). Per questo ritengo che la colpa principale di questi adolescenti che ci troviamo davanti è dei loro genitori, a loro volta adolescenti perché la rivoluzione post-sessantottina ha portato con sé la graduale abolizione di ogni rito di passaggio e di qualsiasi figura autorevole (che è ben diversa da una figura autoritaria): come possono questi genitori, più adolescenti che adulti, loro stessi fragili e viziati, irresponsabili e incapaci ad affrontare la realtà, avere quell’autorevolezza necessaria per crescere responsabilmente i loro figli affinché possano a loro volta diventare adulti superando anche le prove più difficili che la vita pone loro davanti? Poi, certo, viene la società che le studia tutte pur di non turbare minimante la (illusoria) serenità di questi delicatissimi adolescenti (ci sarebbe molto da dire sulla scuola, in proposito, rovinata da governi e ministri che non si sa bene, al di là del colore politico, se sono ideologici, cioè fuori dalla realtà, o semplicemente incapaci…. Io, per esempio, inizierei col ripristinare gli esami di quinta elementare, alla faccia di coloro che li ritengono troppo traumatizzanti per i bambini!). Ma la società non è un Moloch che ci troviamo davanti; siamo noi. E’ un nostro prodotto. E se non ci daremo una scrollata, le generazioni future saranno tendenzialmente sempre peggiori. Peccato che il Comandante Mark viene per lo più letto per svago e non per una seria riflessione sui suoi contenuti!
Ciao Andrea sempre interessante il tuo commento!