Lo scrittore NON può essere anti-social

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  • เผยแพร่เมื่อ 13 ม.ค. 2025

ความคิดเห็น • 3

  • @LoScrittoreDivergente
    @LoScrittoreDivergente หลายเดือนก่อน +1

    Ehi, Alessandro. Ho visto questo video ieri sera. Vedo che è anteriore al mio ultimo, che parla proprio di social network (anche se affronta un aspetto diverso)… una strana coincidenza, bizzarra come la vita spesso è.
    Sì, sono tutte cose note e so che tu parli con cognizione di causa; sei un esperto. Per quanto riguarda me la questione è un po' diversa, per svariati motivi - noiosi, e non voglio parlare di me.
    Circa la questione censura, invece, ne parlai proprio otto mesi fa, quando cancellai tutti i miei account social (a parte TH-cam, dove ho ancora l'impressione di poter dire quello che mi pare e piace senza che mi censurino). È il vero motivo alla base del mio andarmene: la considero una questione molto più grave di quanto la consideri tu. Forse esagero io, eh… Ma trovo che per uno scrittore, che della libertà di parola dovrebbe fare bandiera, la censura costante e perlopiù idiota dei social network è veramente un cancro. Non sei in grado di esprimerti: non è un dettaglio.
    Poi, vabbè, possiamo parlare all'infinito delle sfumature, dei perché e dei per come, della necessità e delle scelte sbagliate, così come della definizione "torre d'avorio" - che m'ha fatto sorridere: nel mio caso la vivo più come un rudere di campagna circondato dai rovi… -. Il succo resta quello soprastante. Ed è acido. Così ci si condanna all'invisibilità: ne ho parlato più volte e ne sono consapevole. Però per me ci sono dei principi inalienabili, come direbbe il burocrate di turno. So che capisci.
    Grazie per occuparti di noi casi umani, comunque.

    • @LostBoysShow
      @LostBoysShow  หลายเดือนก่อน +3

      Ciao Andrea, giusto stamattina ho visto il tuo video sull'eremitaggio "no-social".
      Forse ti sorprenderò dicendo che capisco benissimo tutte le critiche che muovi ai social, e so che hanno una marea di aspetti negativi (alcuni inquietanti) che peggiorano ulteriormente.
      Io ne faccio una questione di pragmatismo: senza social non venderei libri, e io ora coi libri cerco di campare (anzi, siamo in due, quindi sono anche responsabile della mia compagna). Visto che nel 2021 ho abbandonato gioco forza ogni genere di lavoro "normale" non mi posso permettere di non sfruttare gli strumenti che mi tengono in vita qui, sul mercato editoriale, che già fa pena di suo.
      Ciò detto: i social mi piacciono? No (anche se non li demonizzo). Ma c'è stato un tempo in cui li trovavo davvero belli. Il peggioramento l'ho notato, ed è stato grave, intenso.

    • @LoScrittoreDivergente
      @LoScrittoreDivergente หลายเดือนก่อน +1

      @@LostBoysShow Ma tu fai benissimo e, guarda, ammiro il coraggio che implica Plutonia (ce ne vuole parecchio, anche se motivato da calcoli ragionevoli, oltre a tanto lavoro). E, sottolineo, davvero io non giudico chi sui social c’è e non se ne va… e magari pure gli piacciono. È una questione molto personale e come tale va trattata la scelta (conveniente o meno, non conta: ognuno ha le proprie motivazioni).
      A me, sociologicamente parlando, fanno impressione. Li considero lo specchio di una società mediamente alienata (e il fatto che io ne sia uscito non significa che io non sia in qualche modo alienato comunque, eh). Sono certo senza che tu me lo dica che facciano lo stesso effetto anche a te (spesso, non sempre). Siamo della stessa generazione, vediamo le cose da una prospettiva piuttosto simile, quella della Generazione X, che dall’analogico è passata allegramente al digitale e riesce quindi - in alcuni casi - a maneggiarla. Tu lavori coi social, io sono un informatico: non ci mancano le capacità per comprendere e usare. Poi è una questione di priorità: io vendo di più col solo TH-cam di quanto vendessi stando su Facebook - e ogni tre giorni mi mangiavo il fegato (mai stato simpatico a molti, io…). Ma nel mio caso si parla di numeri risibili, quindi è un panorama fallimentare (che viene da molto più lontano dell’abbandonare i social: viene dall’abbandonare l’editoria tradizionale).
      Sono un tipo così, legato a certi principi a costo di suicidarsi artisticamente.
      Fatto, ahimè. Ma le responsabilità non sono soltanto mie. Ho scritto già troppo. Ciao!