La magia in "Harry Potter e la Pietra filosofale"

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  • เผยแพร่เมื่อ 13 ม.ค. 2025
  • All'interno del volume "Leggiamo insieme La Pietra Filosofale" Giovanni Minghetti riflette sulla magia e il suo significato: non una semplice manipolazione o incanto o trucco, ma un cambio di prospettiva, una vera e propria "conversione" che purifica il nostro sguardo sulla via dell'apprendimento e della scoperta di sé. La magia è un dono che viene consegnato, ma spetta a ognuno saperlo usare al meglio, in relazione al libero arbitrio di ciascuno.
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ความคิดเห็น • 5

  • @lucagianchino6404
    @lucagianchino6404 วันที่ผ่านมา

    La magia potemmo dire che è la vita con i suoi alti e bassi e che dobbiamo capire come approcciarci in base alle nostre scelte e non divenirne succubi come per lo specchio delle Emarb o anche il potere delle bacchette… ma risollevarci grazie a noi stessi e non solo. Un ottimo inizio settimana, signor Nardi.

  • @Jona_Villa
    @Jona_Villa 18 ชั่วโมงที่ผ่านมา

    Buongiorno Paolo, volevo chiedere se potresti portarci come contenuto un video sulla differenza tra Valar e Maiar. Nell'opera di Tolkien è scritto che i Maiar servono i Valar. Non mi è molto chiaro anche questo concetto di servire (oltre ad altre differenze). Ciao e complimenti ancora.

  • @lorenzotoselli1857
    @lorenzotoselli1857 20 ชั่วโมงที่ผ่านมา +1

    Si,la questione Harry Potter è più articolata di quanto pensassi.

  • @giovannicorno1247
    @giovannicorno1247 22 ชั่วโมงที่ผ่านมา

    Io non trovo tanti contenuti interessanti in Harry Potter. Relativamente buono il primo romanzo, con alcune invenzioni simpatiche, il resto mi sembra abbastanza scontato.

  • @zodiark93
    @zodiark93 22 ชั่วโมงที่ผ่านมา +2

    Vorrei proporti un dettaglio su cui pochissima gente si sofferma a pensare, quando si parla di Harry Potter. Nei romanzi della Rowling, la magia non ha alcun costo o limite. Ok, va bene, è un sistema magico leggero, come tanti altri lì fuori, ben diversi dai sistemi magici pesanti, con regole, costi etc.. Anche quello del Signore degli Anelli è un sistema leggero, in fin dei conti. Tuttavia quantomeno ne Il Signore degli Anelli abbiamo delle conseguenze, anche solo il fatto di rendersi identificabili a causa della traccia magica lasciata. Così come il fatto che l'utilizzo, e dunque l'uso di una "scorciatoia", possa portare ad una corruzione. In Harry Potter invece non vi è quasi mai un qualsivoglia costo o limitazione per la magia, e questo diviene particolarmente problematico, se lo si pone nell'ottica del "E' usata da ragazzini di 11 anni o poco più". Se da un punto di vista narrativo ciò basta già a togliere qualsivoglia pathos, poiché se non vi sono costi allora i personaggi non hanno limitazioni e non mi fanno temere per situazioni in cui dovrebbero risultare bloccati, da un punto di vista logico e di continuity ciò peggiora ancora di più. Nel primo libro inizialmente provano a porre qualche regola, tra movimento della bacchetta, parole da usare etc., ma più si va avanti e più ciò sparisce, per di più senza che venga mai specificato un limite alla magia. Per quel che un lettore può sapere dalla narrazione, non essendovi alcun limite specificato, la stessa magia usata per far levitare una matita sarebbe più che sufficiente a far sollevare per aria un intero castello, per poi schiantarlo al suolo con tutti i suoi abitanti. O direttamente sollevare interi gruppi di persone e lanciarli per aria con conseguente caduta fatale. E lo stesso vale per tutte le altre magie presenti nell'opera. Anche una magia banale come un Diffindo, un taglio magico, che nei libri è usato per tagliare della carta e un po' di ghiaccio, a fronte di una totale assenza di costi e limiti diviene una potenziale arma da poter lanciare a raffica su chiunque sia a portata di tiro. O ancora più semplice, una magia come Aguamenti, per creare l'acqua: niente costi = niente limite di durata = puoi usarla per generare da zero un fiume... o una potenziale inondazione che travolte un' intera città. La Rowling si concentra sempre e solo sulle Maledizioni senza Perdono come lato negativo della magia, ma in tal modo glissa del tutto sul fatto che qualsivoglia ragazzino che ha da poco iniziato a studiare la magia sarebbe in grado di compiere potenziali stragi con le magie più semplici, lì dove sarebbe bastato porre un qualche minimo limite ed evitare a priori la presenza di simili problemi narrativi. Il tutto poi impallidisce di fronte al fatto che, per un qualsivoglia arcano motivo, in Harry Potter tutti si dimenticano dell'esistenza della fisica, anche coloro che sono nati babbani e dovrebbero conoscerla a priori, essendo ambientato in una versione alternativa del nostro mondo. Certamente, mi si può dire che ora io stia andando un po' troppo nello specifico, ma ancora: niente costi e limitazioni. Ergo di nuovo, prendi un mago nato babbano che conosce anche solo le basi della fisica, fagli usare un Diffindo per tagliare a metà degli atomi e via: energia nel migliore dei casi, devastanti esplosioni nel peggiore.