Andrea De Giorgio "Gli effetti sul cervello delle pratiche meditative e contemplative"

แชร์
ฝัง
  • เผยแพร่เมื่อ 19 ต.ค. 2024

ความคิดเห็น • 6

  • @LucianaFenocchio
    @LucianaFenocchio 10 หลายเดือนก่อน +2

    . Meravigliosa conferenza illuminante e vera con la meditazione avviene questo grata per questa conferma

  • @Lind77
    @Lind77 2 ปีที่แล้ว +1

    Meraviglioso video, grazie di cuore❤️

  • @gabogrande
    @gabogrande 2 ปีที่แล้ว +1

    finalmente...!!!!

  • @contim2736
    @contim2736 2 ปีที่แล้ว +5

    parla troppo veloce, mette ansia

  • @enricodeangelis8460
    @enricodeangelis8460 ปีที่แล้ว

    Con il progredire delle scienze neurologiche e in altri campi finalmente potremo capire maggiormente questo complesso cervello, tuttavia dobbiamo stare attenti a non percorrere strade sbagliate come quella indicata in questo video. Si sta affermando che le pratiche meditative quelle che utilizzano mantra e preghiere diano benefici a delle aree del cervello. Faccio una precisazione doverosa, affinché un buon intento non diventi un problema. È vero che la Meditazione aiuta il cervello che è sempre in funzione ad avere una pausa da lavoro, in modo tale che l'energia non si dissipi e possono beneficiare di questa grande entità di energia aree del cervello, ma stiamo parlando di Meditazione che non ha nulla a che vedere con queste pratiche che nel lungo tempo risultano dannose, in quanto portano alla dipendenza. Potete verificare con le groghe, anch'esse portano il cervello in quello stato di quiete, ma poi sapete le conseguenze. La Meditazione è uno stato che non è prodotto dal pensiero cosa che fanno queste pratiche da voi citate, ma in assenza di tempo, che non è una pratica, speriamo che qualcuno si ravveda e voglia approfondire, prima di cimentarsi in cose negative.

    • @ginissimo82
      @ginissimo82 ปีที่แล้ว +2

      Ti rispondo direttamente io, il relatore del video: già che scrivi "la meditazione aiuta il cervello [...] ad avere un pausa da lavoro" (e non dal) fa capire la scarsa comprensione e conoscenza circa queste pratiche. Credo sia necessario studi un po' più approfonditamente l'argomento, non solo Orientale, ma anche Occidentale, dato che paragonare un epifenomeno del cervello all'effetto di una droga è da posa del fiasco. Un abbraccione