Video bellissimi davvero interessanti, certo che bruno vorrebbe dire tanto ma puo dire poco perche purtroppo sul lago di Como ce omertà e ti possono fare del male ancora ora però è stato molto utile con i suoi racconti sulle strade di Giulino e Bonzanigo, che dando dritte su atrade e vie non presenti all epoca, ti fa capire molto. Li è successo qualcosa di veramente grave e segreto da tenerlo nascosto chissà ancora x quanti anni. Li non era importante l oro di Dongo ma i documenti di Mussolini, poi la Petacci era testimone doveva tacere lei e Mussolini. Certo è che si è capito che Mussolini custodiva tante verità di quel periodo, se no non era cosi importante proteggere ciò che è successo il 28 aprile
Grazie della testimonianza. Riguardo la planimetria dei luoghi per verificare i punti di osservazione e le testimonianze sarebbe possibile accedere agli archvi del comune e/o del catasto? Ci saranno delle carte topografiche.
Ascoltare queste parole oggi...proprio oggi, 15 ottobre 2024...fa davvero senso...dallo stesso giorno ma del 2021 se volevi lavorare dovevi avere il lasciapassare...e , per tante categorie di lavoratori tra cui la mia, così era gia' dal primo settembre dello stesso anno...la storia fa tanti giri ma le porcherie non hanno eta' e non conoscono appartenenze politiche...i "fascismi" di ogni foggia e di qualsivoglia epoca storica si vestono di altri abiti ma restano quello che sono stati, sono e saranno sempre...tirannia insensata e voglia di fare genoflettere l'umanità...sopratutto quella che come allora, come oggi e come domani non avrà il coraggio di dire no e si difenderà affermando un comodo "se volevi lavorare"...
Ringrazio nuovamente Enzo e molto anche Bruno Orlandi, del quale condivido e ammiro l'approccio "scientifico" nello studio dei luoghi, veramente utile per la ricostruzione dei fatti accaduti, per avvalorare o smentire testimonianze o ipotesi. Circa la presenza di Luigi Longo a Dongo e/o nei pressi di Villa Belmonte a Giulino di Mezzegra, occorre assolutamente smentire la testimonianza di Ferrero Valsecchi, raccolta da Gavino Puggioni, perché il 28 aprile 1945 Luigi Longo, comandante delle brigate Garibaldi, membro del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI) e vicecomandante, insieme con F. Parri, del Corpo volontari della libertà (CVL), era a Milano, ove nel pomeriggio a Piazza Duomo sfilarono e si radunarono i suoi Garibaldini, ai quali, peraltro, tenne un discorso, documentato il 29 da quotidiani e di cui resta anche memoria fotografica. Quindi Longo il 28 aprile del 1945 non è stato né a Dongo né tanto meno a Giulino di Mezzegra.
@@carmenpozzi7357 Mi scusi, assolutamente no: posto che la presenza di Longo a Milano, in piazza Duomo, alle ore 15 è provata, consideri che ancora oggi, con la superstrada, per andare dal Duomo di Milano a Giulino di Mezzegra ci vogliono un'ora e mezza, due ore, e le auto e le strade di allora son ben diverse dalle attuali. Consideri inoltre i posti di blocco lungo le strade e i ritardi che questi determinano. La verità, dunque, è che il CLNAI di Milano, per l'esecuzione della condanna a morte di Benito Mussolini, inviò Walter Audisio, che era il responsabile dei compiti di polizia militare presso il comando generale del Corpo volontari della libertà, e Aldo Lampredi, ispettore del comando generale delle Brigate Garibaldi e, questo sì, uomo di fiducia di Luigi Longo.
Pomeriggio del 28 aprile 1945 Longo sarebbe stato a Milano dunque. Ma la notte del 27 aprile e la mattina presto del 28 aprile??? Per completezza va detto che Zita Ritossa, la compagna di Marcello Petacci fucilato a Dongo, avrebbe asserito di aver riconosciuto Luigi Longo il 28 aprile sulla piazza di Dongo. La Ritossa sarebbe stata violentata (ved. testimonianze del figlio Ferdinando Petacci, classe 1941 che lega la malattia mentale del fratello maggiore Benvenuto Petacci, classe 1939, all'aver assistito agli abusi partigiani sulla loro comune madre all'albergo di Dongo ove erano alloggiati) a Dongo come confermato da Aimone Canape. Ma anche Franco Bandini sostiene che VALERIO o VALERI non fosse Walter Audisio, bensì Luigi Longo e soprattutto Urbano Lazzaro (BILL) afferma che lui Walter Audisio non lo ha visto a Dongo. Racconta Luigi Longo, parlando di una telefonata ricevuta (il 27 aprile o il 28 aprile 1945?): "Mentre mi trovavo al comando fui chiamato al telefono da Como. Era Valerio che voleva informarmi della situazione. Un vociare, un intrecciarsi di strida, risuonavano nella stanza da cui Valerio telefonava. Ad un tratto sento Valerio gridare come un ossesso: "Fuori di qui altrimenti vi faccio fuori io". La situazione era questa: quelli del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale, ndr) di Como erano più terrorizzati che onorati della cattura di Mussolini. Sollevavano ogni possibile eccezione per non guidare Lampredi e Valerio dove si trovava Mussolini. Si capiva che era giunto qualche agente americano per fare valere particolari diritti sulla persona di Mussolini. Valerio chiedeva istruzioni. La risposta che diedi fu semplice: "O fate fuori lui o sarete fatti fuori voi". Non ci fu, conclude Longo, bisogno di altro. "Sentii sbattere il ricevitore sull’apparecchio telefonico e mi immaginai il colonnello Valerio filare dritto, dritto, senza più esitazione alcuna per la missione cui era stato comandato”. Molti Autori, invece, dicono che quella telefonata è stata una bufala inventata da Longo per mascherare una ben altra verità. Per loro Longo sarebbe partito di volata dopo l’Audisio e si sarebbe recato a Bonzanigo dove avrebbe fucilato di persona sia il Duce che Clarice Petacci (Franco Bandini "Vita e morte segreta di Mussolini", Mondadori, 1978; Urbano Lazzaro, "Dongo. Mezzo secolo di menzogne", Mondadori, 1997; Luciano Garibaldi, "La pista inglese" Ares, 2002; Peter Tompkins, "Dalle carte segrete del Duce", Il Saggiatore, 2004; Giorgio Pisanò, "Gli ultimi cinque secondi di Mussolini", Il Saggiatore, 2004; P. Maccarini, "Claretta e Ben. La fine", Edizioni Guardamagna, 2005). Il Lazzaro scrisse anche un libro su Mussolini, a quattro mani con Pier Bellini delle Stelle (Pedro, ndr), comandante della brigata garibaldina in cui militava. Nel saggio sosteneva che a fucilare Mussolini non sarebbe stato il ragioniere Walter Audisio, bensì Luigi Longo, smentendo così una fotografia pubblicata sul "Corriere della Sera" dell’epoca che avrebbe immortalato Longo, in quelle stesse ore, durante un comizio a Milano. Urbano Lazzaro non ha mai deflettuto. Anche nel 2004 ha confermato in Televisione che ad uccidere il Duce è stato Luigi Longo (Maria Luisa Forenza e Peter Tompkins, "Mussolini: L’ultima verità". RAI TRE, 30 Agosto, 2004. Idem, "Il carteggio Churchill-Mussolini: L’ultima verità", RAI TRE, 7 Settembre, 2004 disponibili in dvd). Invito a riflettere su quanto io ho appreso da Leo Valiani nel 1990 alla Biblioteca Feltrinelli in Milano (già riferito in sedi storiche editoriali ed in una intervista ad Enzo Antonio Cicchino) e quanto sostenuto da Valiani stesso secondo cui il comando della lotta partigiana non avrebbe mai stilato alcun ordine di uccidere Clarice Petacci, di cui lui nulla avrebbe saputo. Non sapeva neppure se Luigi Longo si fosse recato effettivamente a Dongo. Il CLNAI non ottenne mai da Longo una relazione su come si erano svolti quei fatti epocali. Ed incrociamo il tutto con quanto riportato da Altieri-Salieri nell'asserito MEMORIALE DEL MISTERO dal presunto Luigi Canali alla pagina 142, 28.04.1945, VIII battitura domenica 6 maggio 1945: "Ore 18.45. Aldo Lampredi, Valeri e la scorta sono partiti per Milano con il loro carico di morte, si fermeranno a Mezzegra per caricare i cadaveri del Duce e della Petacci. Ho firmato con Pietro e Pedro una relazione indirizzata al Comando Generale dell'esercito di liberazione di Milano con l'esposizione degli avvenimenti dal 26 aprile ad oggi, corredata di elenco delle persone trattenute e nota dei giustiziati. Naturalmente si tratta della sintetica versione comunista concordata tra Aldo Lampredi e Francesco. Firmando questo superficiale e omissivo documento abbiamo avallato il falso con l'obbligo di attenerci ad esso previo deferimento al comando generale con l'accusa di alto tradimento. Le indicazioni raccomandate alle quali tutti dobbiamo attenerci sono sostanzialmente le seguenti: - Gli ufficiali tedeschi dell'autocolonna fermata a Musso si sono sottomessi alle richieste della brigata incondizionatamente e sono stati soggiogati dall'intelligente strategia adottata da Pedro e Pietro. - L'arresto del Duce è stato conseguente alle straordinarie capacità investigative e militari della brigata. - Il trattato di resa dell'autocolonna tedesca è stato firmato da Nicola al comando divisionale di Morbegno senza alcuna concessione ai nazisti autorizzata a proseguire la marcia fino al ponte del passo per poi procedere al totale disarmo e disperdersi. - Nessun astante di Mezzegra potrà riferire le modalità di prigionia e d'esecuzione di Mussolini e della Petacci, prima che esse siano pubblicamente esposte dal comando di Milano...". Anche in questo caso, il MEMORIALE DEL MISTERO pone interrogativi nuovi: dove si trova l'originale di questo trattato di resa dell'autocolonna tedesca coi partigiani firmato da Nicola? Perché nessuno ne ha mai parlato o diffuso copia? Tantomeno Carlo Lizzani nella farsa cinematografica interpretata da Franco Nero e Rod Steiger? Dalle mie informazioni l’elemento fondamentale per i raffronti e le conclusioni si basa su un documento poco conosciuto, conservato presso il Municipio di Colico, scritto a mano in data 28 aprile 1945 e firmato dal comandante tedesco Fallmeyer, da Battista Vittorino Canclini (trascrittore del testo di accordo) e dai Comandanti Partigiani Giordano “Iach” e Manzotti “Sam” (un altro in circolazione e anche pubblicato, stranamente porta la data 28/4 corretta in 27/4 per l’incontro di resa all’Albergo Isola Bella di Colico, con la seguente annotazione “Il verbale è stato redato (sic) il 28.4.1945, ma l’incontro di resa è avvenuto il 27.4.1945 limitamente (sic) alla colonna di Dongo”). Insieme alla testimonianza scritta e firmata da Battista Vittorino Canclini, trascrittore del testo di accordo ed a quella orale (raccolta recentemente da Pierfranco Mastalli) di Giuseppe Parolini (che svolse in quell’occasione la funzione di interprete e che conserva copia del documento con la data del 28/4/1945 non corretta) sono state confrontate altre testimonianze già pubblicate. Ne conseguirebbe una descrizione ora per ora dei fatti avvenuti nei giorni che vanno dal 25 aprile al 29 aprile 1945 nell’Alto Lario in particolare, in Bassa Valtellina, in Valsassina e in Valchiavenna, con riferimenti al contesto generale. I due Comandanti partigiani Federigo Giordano (Gek ma a Colico si firma Iach e in altri documenti anche Jek o Jack) e Franco Manzotti (Sam) firmarono l’atto di resa sopraccitato: attraverso lettere e documenti poco conosciuti emergono le loro personalità e capacità e i motivi per cui li troviamo quel 28 aprile 1945 all’Albergo Isola Bella a prendersi la responsabilità (il primo a 20 anni, quindi minorenne, e il secondo a 25 anni) di un atto tanto delicato e importante. E dove si troverebbe, invece, la relazione indirizzata al Comando Generale dell'esercito di liberazione di Milano con l'esposizione degli avvenimenti dal 26 aprile al 28 aprile '45 firmata da Pietro, Pedro e Neri?????? La "novità" costruita o reale di questi passaggi del MEMORIALE dovrebbe insinuare un legittimo dubbio su coloro che in esso vedono solo una patacca fabbricata ad arte. Sulla figura di NERI-LUIGI CANALI si concentrano tutte le linee luminose o più oscure su ciò che il popolo italiano ignora della morte di Mussolini (e della sua amante), sul cui cadavere si poggia l'impalcatura di questa repubblica 80ennale, una repubblica dei vetri appannati, degli omissis, delle porte chiuse, delle verità insabbiate e degli angoli bui. E' questo il vero cuore di tenebra della storia italiana, la scatola nera della seconda guerra mondiale e della storia mondiale del ventesimo secolo.
Il problema di quando fai il turista è sempre lo stesso nel nostro paese cioè l'italia, quando vai a vedere momenti di storia come la morte di benito mussolini ecco che vieni subito Indicato come un nostalgico ma nostalgico di cosa ?? io studio la storia mi informo , e voglio andare a vedere i luoghi dove sono successi i fatti. perché devo sempre essere classificato come nostalgico ?? io sono classe 1962 , nostalgico di che ?? di una repubblica che non ha mai funzionato cioè quella italiana ???? Come diceva Gaber .........
@@Luciano-og7qt Caro Luciano, conoscere il fenomeno fascista, le sue origini, quale fu il reale "terreno di coltura", quali le importanti figure culturali lo ispirarono e cosa ha significato per l' Italia il suo meticoloso e pianificato abbattimento e soprattutto cosa provocarono, quali gangli di potere andarono a contrastare a livello mondiale le politiche messe in atto da Mussolini, richiede decenni di studio serio, approfondito, onesto e soprattutto faticoso e spesso ostacolato e osteggiato da un "sistema di potere", politico e non, il quale ha tutto l' interesse a tenere nascosta la verità in quanto, le vicende accadute in quel ventennio, seppure ormai lontane ed apparentemente disgiunte dai tempi attuali, in realtà non lo sono. Quindi, il parlarne ancora oggi, ponendo un qualsiasi confronto con tutti i governi costituiti dal 1946 in poi, fa paura: questo il motivo per il quale, come credo avrà notato anche lei, non passa giorno in cui non si senta "parlare di fascismo purché se ne parli male". Non è "a caso", che già a partire dall' immediato dopoguerra, i primi governi e quelli successivi, si sono adoperati a varare leggi antidemocratiche e liberticide quali la "Legge Scelba", la "Legge Reale" e la "Legge Mancino".
Bellissimi vi guardo sempre. Poi vandefrod artista comparso e poi scomparso fantastico. Uno dei più grandi cantautori moderni. Ma la mia domanda è di moretti partigiano non ne parlate mai? Figura chiave...mi sembra abitante di zona. Ciao Alessandro
La sua è una domanda molto pertinente. Si ama parlare di tanti particolari, alcuni anche interessanti e utili, ma quando si lambiscono aspetti dirimenti, che potrebbero far vera luce su quegli accadimenti, come d'incanto, si cambia discorso. Lo studio del dott. Alessiani è uno di quei pochi, tangibili e autentici documenti i quali, compiuti con rigore scientifico, più di altri si avvicinano alle reali circostanze nelle quali fu compiuto l' assassino di Benito Mussolini.
tragicamente in ogni versione scorre un briciolo di verità, ma è l'insieme che manca, si è come di fronte a dei flash in un sogno, pur sembrando vero non è la realtà
@@ERODOTO_TV56 Caro Enzo, la completa verità su tutto non l' avremo mai, anche e soprattutto per le abili, minuziose, puntigliose e raffinate modalità con le quali alcune di quelle scomode e ancora oggi scottanti verità sono state e vengono nascoste, "protette" e in molti casi omesse. Ma il quadro d'insieme che porta a conclusioni del tutto diverse, in certi casi direi all' opposto, rispetto a quelle cosiddette "ufficiali", imposte da chi ne ha ancora oggi l' interesse, per merito di molti storici del passato e del presente, è ormai chiaro e delineato. Franco Bandini fu uno dei primi storici del dopoguerra che, attraverso un minuzioso lavoro di ricerca e di studio, seppe intuire come l' entrata in guerra dell' Italia fu un' abile operazione per uscirne sconfitta e portarla alla firma dei tre "contratti di schiavitù", quali, i due cosiddetti "armistizi" e il "Trattato di pace" firmato a Parigi in modo coatto il 10 febbraio 1947. Oltre ad altre relazioni, epistolari e missive di rilevante importanza, esistono i "sette documenti" pubblicati, dettati da Londra e cifrati in francese, riportanti date che vanno dal primo, datato Londra 9 settembre 1935, all' ultimo, il settimo, datato 15 dicembre 1936: in essi è contenuto in modo incontestabile, dapprima il (testuale) "sabotaggio per via capillare ogni intendimento fascista", per continuare con "disposizioni e ordini" che confermano senza mezzi termini le responsabilità della Corona Sabauda, dei vili tradimenti degli alti comandi della Marina, di Badoglio e della loro stretta e fedele appartenenza a logge massoniche, francese, inglese e americana. Il fatto che tali documenti mai vengano citati, portati all' attenzione del pubblico da parte degli storici attuali e fatti conoscere alla grande massa, non significa che questi non esistano.
Bello anche questo. Grazie
Bello! molto interessanti queste interviste dal vivo sui luoghi!!
La verità é negli archivi del pci, e della gran bretagna
Video bellissimi davvero interessanti, certo che bruno vorrebbe dire tanto ma puo dire poco perche purtroppo sul lago di Como ce omertà e ti possono fare del male ancora ora però è stato molto utile con i suoi racconti sulle strade di Giulino e Bonzanigo, che dando dritte su atrade e vie non presenti all epoca, ti fa capire molto. Li è successo qualcosa di veramente grave e segreto da tenerlo nascosto chissà ancora x quanti anni. Li non era importante l oro di Dongo ma i documenti di Mussolini, poi la Petacci era testimone doveva tacere lei e Mussolini. Certo è che si è capito che Mussolini custodiva tante verità di quel periodo, se no non era cosi importante proteggere ciò che è successo il 28 aprile
Grazie Bruno.
Grazie della testimonianza. Riguardo la planimetria dei luoghi per verificare i punti di osservazione e le testimonianze sarebbe possibile accedere agli archvi del comune e/o del catasto? Ci saranno delle carte topografiche.
Ascoltare queste parole oggi...proprio oggi, 15 ottobre 2024...fa davvero senso...dallo stesso giorno ma del 2021 se volevi lavorare dovevi avere il lasciapassare...e , per tante categorie di lavoratori tra cui la mia, così era gia' dal primo settembre dello stesso anno...la storia fa tanti giri ma le porcherie non hanno eta' e non conoscono appartenenze politiche...i "fascismi" di ogni foggia e di qualsivoglia epoca storica si vestono di altri abiti ma restano quello che sono stati, sono e saranno sempre...tirannia insensata e voglia di fare genoflettere l'umanità...sopratutto quella che come allora, come oggi e come domani non avrà il coraggio di dire no e si difenderà affermando un comodo "se volevi lavorare"...
Ringrazio nuovamente Enzo e molto anche Bruno Orlandi, del quale condivido e ammiro l'approccio "scientifico" nello studio dei luoghi, veramente utile per la ricostruzione dei fatti accaduti, per avvalorare o smentire testimonianze o ipotesi.
Circa la presenza di Luigi Longo a Dongo e/o nei pressi di Villa Belmonte a Giulino di Mezzegra, occorre assolutamente smentire la testimonianza di Ferrero Valsecchi, raccolta da Gavino Puggioni, perché il 28 aprile 1945 Luigi Longo, comandante delle brigate Garibaldi, membro del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI) e vicecomandante, insieme con F. Parri, del Corpo volontari della libertà (CVL), era a Milano, ove nel pomeriggio a Piazza Duomo sfilarono e si radunarono i suoi Garibaldini, ai quali, peraltro, tenne un discorso, documentato il 29 da quotidiani e di cui resta anche memoria fotografica. Quindi Longo il 28 aprile del 1945 non è stato né a Dongo né tanto meno a Giulino di Mezzegra.
Poteva abdare e tornare
@@carmenpozzi7357 Mi scusi, assolutamente no: posto che la presenza di Longo a Milano, in piazza Duomo, alle ore 15 è provata, consideri che ancora oggi, con la superstrada, per andare dal Duomo di Milano a Giulino di Mezzegra ci vogliono un'ora e mezza, due ore, e le auto e le strade di allora son ben diverse dalle attuali. Consideri inoltre i posti di blocco lungo le strade e i ritardi che questi determinano. La verità, dunque, è che il CLNAI di Milano, per l'esecuzione della condanna a morte di Benito Mussolini, inviò Walter Audisio, che era il responsabile dei compiti di polizia militare presso il comando generale del Corpo volontari della libertà, e Aldo Lampredi, ispettore del comando generale delle Brigate Garibaldi e, questo sì, uomo di fiducia di Luigi Longo.
Pomeriggio del 28 aprile 1945 Longo sarebbe stato a Milano dunque. Ma la notte del 27 aprile e la mattina presto del 28 aprile??? Per completezza va detto che Zita Ritossa, la compagna di Marcello Petacci fucilato a Dongo, avrebbe asserito di aver riconosciuto Luigi Longo il 28 aprile sulla piazza di Dongo. La Ritossa sarebbe stata violentata (ved. testimonianze del figlio Ferdinando Petacci, classe 1941 che lega la malattia mentale del fratello maggiore Benvenuto Petacci, classe 1939, all'aver assistito agli abusi partigiani sulla loro comune madre all'albergo di Dongo ove erano alloggiati) a Dongo come confermato da Aimone Canape. Ma anche Franco Bandini sostiene che VALERIO o VALERI non fosse Walter Audisio, bensì Luigi Longo e soprattutto Urbano Lazzaro (BILL) afferma che lui Walter Audisio non lo ha visto a Dongo.
Racconta Luigi Longo, parlando di una telefonata ricevuta (il 27 aprile o il 28 aprile 1945?): "Mentre mi trovavo al comando fui chiamato al telefono da Como. Era Valerio che voleva informarmi della situazione. Un vociare, un intrecciarsi di strida, risuonavano nella stanza da cui Valerio telefonava. Ad un tratto sento Valerio gridare come un ossesso: "Fuori di qui altrimenti vi faccio fuori io". La situazione era questa: quelli del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale, ndr) di Como erano più terrorizzati che onorati della cattura di Mussolini. Sollevavano ogni possibile eccezione per non guidare Lampredi e Valerio dove si trovava Mussolini. Si capiva che era giunto qualche agente americano per fare valere particolari diritti sulla persona di Mussolini. Valerio chiedeva istruzioni. La risposta che diedi fu semplice: "O fate fuori lui o sarete fatti fuori voi". Non ci fu, conclude Longo, bisogno di altro. "Sentii sbattere il ricevitore sull’apparecchio telefonico e mi immaginai il colonnello Valerio filare dritto, dritto, senza più esitazione alcuna per la missione cui era stato comandato”. Molti Autori, invece, dicono che quella telefonata è stata una bufala inventata da Longo per mascherare una ben altra verità. Per loro Longo sarebbe partito di volata dopo l’Audisio e si sarebbe recato a Bonzanigo dove avrebbe fucilato di persona sia il Duce che Clarice Petacci (Franco Bandini "Vita e morte segreta di Mussolini", Mondadori, 1978; Urbano Lazzaro, "Dongo. Mezzo secolo di menzogne", Mondadori, 1997; Luciano Garibaldi, "La pista inglese" Ares, 2002; Peter Tompkins, "Dalle carte segrete del Duce", Il Saggiatore, 2004; Giorgio Pisanò, "Gli ultimi cinque secondi di Mussolini", Il Saggiatore, 2004; P. Maccarini, "Claretta e Ben. La fine", Edizioni Guardamagna, 2005). Il Lazzaro scrisse anche un libro su Mussolini, a quattro mani con Pier Bellini delle Stelle (Pedro, ndr), comandante della brigata garibaldina in cui militava. Nel saggio sosteneva che a fucilare Mussolini non sarebbe stato il ragioniere Walter Audisio, bensì Luigi Longo, smentendo così una fotografia pubblicata sul "Corriere della Sera" dell’epoca che avrebbe immortalato Longo, in quelle stesse ore, durante un comizio a Milano. Urbano Lazzaro non ha mai deflettuto. Anche nel 2004 ha confermato in Televisione che ad uccidere il Duce è stato Luigi Longo (Maria Luisa Forenza e Peter Tompkins, "Mussolini: L’ultima verità". RAI TRE, 30 Agosto, 2004. Idem, "Il carteggio Churchill-Mussolini: L’ultima verità", RAI TRE, 7 Settembre, 2004 disponibili in dvd). Invito a riflettere su quanto io ho appreso da Leo Valiani nel 1990 alla Biblioteca Feltrinelli in Milano (già riferito in sedi storiche editoriali ed in una intervista ad Enzo Antonio Cicchino) e quanto sostenuto da Valiani stesso secondo cui il comando della lotta partigiana non avrebbe mai stilato alcun ordine di uccidere Clarice Petacci, di cui lui nulla avrebbe saputo. Non sapeva neppure se Luigi Longo si fosse recato effettivamente a Dongo. Il CLNAI non ottenne mai da Longo una relazione su come si erano svolti quei fatti epocali. Ed incrociamo il tutto con quanto riportato da Altieri-Salieri nell'asserito MEMORIALE DEL MISTERO dal presunto Luigi Canali alla pagina 142, 28.04.1945, VIII battitura domenica 6 maggio 1945: "Ore 18.45. Aldo Lampredi, Valeri e la scorta sono partiti per Milano con il loro carico di morte, si fermeranno a Mezzegra per caricare i cadaveri del Duce e della Petacci. Ho firmato con Pietro e Pedro una relazione indirizzata al Comando Generale dell'esercito di liberazione di Milano con l'esposizione degli avvenimenti dal 26 aprile ad oggi, corredata di elenco delle persone trattenute e nota dei giustiziati. Naturalmente si tratta della sintetica versione comunista concordata tra Aldo Lampredi e Francesco. Firmando questo superficiale e omissivo documento abbiamo avallato il falso con l'obbligo di attenerci ad esso previo deferimento al comando generale con l'accusa di alto tradimento. Le indicazioni raccomandate alle quali tutti dobbiamo attenerci sono sostanzialmente le seguenti:
- Gli ufficiali tedeschi dell'autocolonna fermata a Musso si sono sottomessi alle richieste della brigata incondizionatamente e sono stati soggiogati dall'intelligente strategia adottata da Pedro e Pietro.
- L'arresto del Duce è stato conseguente alle straordinarie capacità investigative e militari della brigata.
- Il trattato di resa dell'autocolonna tedesca è stato firmato da Nicola al comando divisionale di Morbegno senza alcuna concessione ai nazisti autorizzata a proseguire la marcia fino al ponte del passo per poi procedere al totale disarmo e disperdersi.
- Nessun astante di Mezzegra potrà riferire le modalità di prigionia e d'esecuzione di Mussolini e della Petacci, prima che esse siano pubblicamente esposte dal comando di Milano...".
Anche in questo caso, il MEMORIALE DEL MISTERO pone interrogativi nuovi: dove si trova l'originale di questo trattato di resa dell'autocolonna tedesca coi partigiani firmato da Nicola? Perché nessuno ne ha mai parlato o diffuso copia? Tantomeno Carlo Lizzani nella farsa cinematografica interpretata da Franco Nero e Rod Steiger? Dalle mie informazioni l’elemento fondamentale per i raffronti e le conclusioni si basa su un documento poco conosciuto, conservato presso il Municipio di Colico, scritto a mano in data 28 aprile 1945 e firmato dal comandante tedesco Fallmeyer, da Battista Vittorino Canclini (trascrittore del testo di accordo) e dai Comandanti Partigiani Giordano “Iach” e Manzotti “Sam” (un altro in circolazione e anche pubblicato, stranamente porta la data 28/4 corretta in 27/4 per l’incontro di resa all’Albergo Isola Bella di Colico, con la seguente annotazione “Il verbale è stato redato (sic) il 28.4.1945, ma l’incontro di resa è avvenuto il 27.4.1945 limitamente (sic) alla colonna di Dongo”).
Insieme alla testimonianza scritta e firmata da Battista Vittorino Canclini, trascrittore del testo di accordo ed a quella orale (raccolta recentemente da Pierfranco Mastalli) di Giuseppe Parolini (che svolse in quell’occasione la funzione di interprete e che conserva copia del documento con la data del 28/4/1945 non corretta) sono state confrontate altre testimonianze già pubblicate.
Ne conseguirebbe una descrizione ora per ora dei fatti avvenuti nei giorni che vanno dal 25 aprile al 29 aprile 1945 nell’Alto Lario in particolare, in Bassa Valtellina, in Valsassina e in Valchiavenna, con riferimenti al contesto generale. I due Comandanti partigiani Federigo Giordano (Gek ma a Colico si firma Iach e in altri documenti anche Jek o Jack) e Franco Manzotti (Sam) firmarono l’atto di resa sopraccitato: attraverso lettere e documenti poco conosciuti emergono le loro personalità e capacità e i motivi per cui li troviamo quel 28 aprile 1945 all’Albergo Isola Bella a prendersi la responsabilità (il primo a 20 anni, quindi minorenne, e il secondo a 25 anni) di un atto tanto delicato e importante.
E dove si troverebbe, invece, la relazione indirizzata al Comando Generale dell'esercito di liberazione di Milano con l'esposizione degli avvenimenti dal 26 aprile al 28 aprile '45 firmata da Pietro, Pedro e Neri?????? La "novità" costruita o reale di questi passaggi del MEMORIALE dovrebbe insinuare un legittimo dubbio su coloro che in esso vedono solo una patacca fabbricata ad arte. Sulla figura di NERI-LUIGI CANALI si concentrano tutte le linee luminose o più oscure su ciò che il popolo italiano ignora della morte di Mussolini (e della sua amante), sul cui cadavere si poggia l'impalcatura di questa repubblica 80ennale, una repubblica dei vetri appannati, degli omissis, delle porte chiuse, delle verità insabbiate e degli angoli bui. E' questo il vero cuore di tenebra della storia italiana, la scatola nera della seconda guerra mondiale e della storia mondiale del ventesimo secolo.
Speriamo che non finisca qui. Ne usciranno altri?
Il problema di quando fai il turista è sempre lo stesso nel nostro paese cioè l'italia, quando vai a vedere momenti di storia come la morte di benito mussolini ecco che vieni subito Indicato come un nostalgico ma nostalgico di cosa ?? io studio la storia mi informo , e voglio andare a vedere i luoghi dove sono successi i fatti. perché devo sempre essere classificato come nostalgico ?? io sono classe 1962 , nostalgico di che ?? di una repubblica che non ha mai funzionato cioè quella italiana ????
Come diceva Gaber .........
@@Luciano-og7qt Caro Luciano, conoscere il fenomeno fascista, le sue origini, quale fu il reale "terreno di coltura", quali le importanti figure culturali lo ispirarono e cosa ha significato per l' Italia il suo meticoloso e pianificato abbattimento e soprattutto cosa provocarono, quali gangli di potere andarono a contrastare a livello mondiale le politiche messe in atto da Mussolini, richiede decenni di studio serio, approfondito, onesto e soprattutto faticoso e spesso ostacolato e osteggiato da un "sistema di potere", politico e non, il quale ha tutto l' interesse a tenere nascosta la verità in quanto, le vicende accadute in quel ventennio, seppure ormai lontane ed apparentemente disgiunte dai tempi attuali, in realtà non lo sono. Quindi, il parlarne ancora oggi, ponendo un qualsiasi confronto con tutti i governi costituiti dal 1946 in poi, fa paura: questo il motivo per il quale, come credo avrà notato anche lei, non passa giorno in cui non si senta "parlare di fascismo purché se ne parli male". Non è "a caso", che già a partire dall' immediato dopoguerra, i primi governi e quelli successivi, si sono adoperati a varare leggi antidemocratiche e liberticide quali la "Legge Scelba", la "Legge Reale" e la "Legge Mancino".
Bellissimi vi guardo sempre. Poi vandefrod artista comparso e poi scomparso fantastico. Uno dei più grandi cantautori moderni. Ma la mia domanda è di moretti partigiano non ne parlate mai? Figura chiave...mi sembra abitante di zona. Ciao Alessandro
Beh di lui, di tanto in tanto ne ha fatto cenno Gavino Puggioni
46:22 quel famoso fosso?
Signor Enzo mi scusi, ma che ne pensa della versione data sulla morte di Mussolini dal Dott. Alessiani? Grazie
La sua è una domanda molto pertinente. Si ama parlare di tanti particolari, alcuni anche interessanti e utili, ma quando si lambiscono aspetti dirimenti, che potrebbero far vera luce su quegli accadimenti, come d'incanto, si cambia discorso. Lo studio del dott. Alessiani è uno di quei pochi, tangibili e autentici documenti i quali, compiuti con rigore scientifico, più di altri si avvicinano alle reali circostanze nelle quali fu compiuto l' assassino di Benito Mussolini.
tragicamente in ogni versione scorre un briciolo di verità, ma è l'insieme che manca, si è come di fronte a dei flash in un sogno, pur sembrando vero non è la realtà
@@ERODOTO_TV56 ringrazio lei Sign.Enzo e il Sign.centociruli per le cortese risposte. Complimenti per il canale .
@@ERODOTO_TV56 Caro Enzo, la completa verità su tutto non l' avremo mai, anche e soprattutto per le abili, minuziose, puntigliose e raffinate modalità con le quali alcune di quelle scomode e ancora oggi scottanti verità sono state e vengono nascoste, "protette" e in molti casi omesse. Ma il quadro d'insieme che porta a conclusioni del tutto diverse, in certi casi direi all' opposto, rispetto a quelle cosiddette "ufficiali", imposte da chi ne ha ancora oggi l' interesse, per merito di molti storici del passato e del presente, è ormai chiaro e delineato. Franco Bandini fu uno dei primi storici del dopoguerra che, attraverso un minuzioso lavoro di ricerca e di studio, seppe intuire come l' entrata in guerra dell' Italia fu un' abile operazione per uscirne sconfitta e portarla alla firma dei tre "contratti di schiavitù", quali, i due cosiddetti "armistizi" e il "Trattato di pace" firmato a Parigi in modo coatto il 10 febbraio 1947. Oltre ad altre relazioni, epistolari e missive di rilevante importanza, esistono i "sette documenti" pubblicati, dettati da Londra e cifrati in francese, riportanti date che vanno dal primo, datato Londra 9 settembre 1935, all' ultimo, il settimo, datato 15 dicembre 1936: in essi è contenuto in modo incontestabile, dapprima il (testuale) "sabotaggio per via capillare ogni intendimento fascista", per continuare con "disposizioni e ordini" che confermano senza mezzi termini le responsabilità della Corona Sabauda, dei vili tradimenti degli alti comandi della Marina, di Badoglio e della loro stretta e fedele appartenenza a logge massoniche, francese, inglese e americana. Il fatto che tali documenti mai vengano citati, portati all' attenzione del pubblico da parte degli storici attuali e fatti conoscere alla grande massa, non significa che questi non esistano.
2006 mori Urbano Lazzaro
Un punto e’ sicuro .. la versione ufficiale ( Audisio-L’Unita’- film di Lizzani) fa acqua da tutte le parti ed è la meno credibile .
Onore eterno a Benito Mussolini 🤚
ORA E SEMPRE RESISTENZA! FASCI TOPI DI FOGNA
@@marcozucconi1828ma resistenza de che? Coglionazzi
@@MarcoRomanelli-tk6pf PIAZZALE LORETO 10 100 1000 VOLTE!