visto il video in differita, un percorso molto bello che andava sviluppato in un video per contrastare le numerose semplificazioni e teorie strampalate propugnate da "appassionati" che sono rimasti alle favole degli autori greci e latini. Le fonti scritte aiutano a ricostruire una narrazione ma quando questa è smentita dai dati materiali allora vale il detto "le chiacchiere stanno a zero". Complimenti e viva l'archeologia
Purtroppo ho perso la diretta. Argomento ben sviluppato, complimenti meritati come sempre e grazie. Se posso un consiglio poco innovativo ma potenzialmente efficace: per le live preparate una presentazione su supporti tipo PowerPoint, anche senza farla completa o pesante, aiuta nel seguire il filo del racconto, potete usare animazioni e testi e immagini liberamente e non si rischiano stalli di sistema o altri problemi tecnici di condivisione di contenuti.
Grazie! Il software che usiamo non legge i file power point e io anche se mi preparo le immagini in ordine alla fine giro il discorso in modo diverso 😅
@@HumanisticValley siete comunque bravi ed efficaci, l'ho lanciata perché spiaceva vedervi costretti a gestire elegantemente i giramenti di attributi che vi davano i problemi tecnici😅
Commento in onore di Archeoreporter, il quale ha fatto e fa dei bellissimi reportage di Frattesina, della mia anima veneta ed in cui sarò in versione Vittfogel (lo so che son degno solo di pulirgli l’ufficio, ma per ora mettiamo da parte la modestia). Perché l’antichissima delle fonderie d’Europa la troviamo Frattesina, ove non vi sia alcun palazzo paragonabile a quelli di Micene, e sempre a Padova, e non per esempio a Mileto, una grande città, troviamo l’antichissima carbonaia d’Europa nonostante Mileto e Micene fossero nei rispettivi periodi il secondo mondo e Frattesina o la prima Padova il terzo? Il motivo è puramente strutturale, anzi economico, od ancora meglio di “economia politica”: Micene e Mileto, essendo ad uno stadio successivo dello sviluppo, fossero già sub il pieno dominio di un forte potere centralista, cosa che non invece mancava a Frattesina e poi Padova. Ed il Potere, che sia esercitato dalla Matriarca in un branco di scimpanzé nani (i nostri parenti prossimi) o da un “Wanax” acheo, certamente ama celebrarsi (nidi o palazzi molto grandi), ma teme come la peste lo sviluppo di una classe media detentrice dei mezzi di produzione che divenga abbastanza ricca da contestare o contendere lo stesso potere. Infatti l’economia palazziale è un perfetto esempio di “dispotismo orientale”: il palazzo più che un centro di sviluppo e produzione è un centro di controllo e redistribuzione della ricchezza, al massimo di una sua proiezione commerciale, che tuttavia avvantaggia il palazzo stesso dato che la gestisce. Per questo per il grande Wanax miceneo è ottimo avere un ottimo artigiano che gli ceselli la spada di pregio, ma non è buono ciò che succede a Frattesina, ovvero lo sviluppo di classe di metallurghi che sanno mischiare rame o ferro con il carbone rendendosi indispensabili per una grande produzione di metallo stile Populonia (sulla quale feci una tesina). In pochi verbi il potere vuole un’economia estrattiva od al massimo commerciale e non produttiva/manifatturiera: ed infatti, nonostante il crollo della “Zivilization” sembri suggerire il contrario, il decollo economico (colonizzazione dell’Occidente) e tecnologico (invenzione del ferro e della ceramica a figure rosse o nere) della Grecia avverrà proprio in seguito al crollo dell’economia di palazzo e del potere assoluto dei monarchi!
Questa volta non ti sei preparato a fondo ed il contenuto del video ne ha sofferto. Ma a parte le inesattezze, hai fatto bene a mettere a fuoco il carattere autoctono all'Italia del popolo etrusco. Avresti potuto però aggiungere che la koiné culturale delle terramare fu il crogiolo dove etruschi, latini ed altri italici si sono inizialmente incontrati e formati. Arrivati in pianura padana da nord ('reti-etruschi' dall'area sub-alpina) e da est ('latini-veneti-siculi' e 'osco-umbri' giunti più tardi dai Balcani) hanno coesistito in maniera semi-pacifica (sottolineo il semi) dal 1600 aC fino alla crisi del 1150 aC, per poi dar vita ad una diaspora che ha penetrato tutta la penisola italiana e la Sicilia (arrivando a toccare forse anche parte del Mediterraneo orientale). Gli archeologi esitano a tirare conclusioni dai dati che essi stessi raccolgono -- e fanno bene, visto il virus fanta-archeologico sempre in agguato -- ma allo stato attuale delle nostre conoscenze questa mi sembra l'unica conclusione in accordo con l'evidenza materiale.
Ciao! Ti assicuro che per questa live mi sono preparato tanto a fondo quanto per tutti gli altri video. Quali sarebbero le inesattezze? Se ti riferisci alla errata collocazione di Santa Rosa di Poviglio o al lapsus del "fegato di Perugia" beh... posso stare tranquillo. Dunque, che la cultura delle terramare sia stata la culla di tutti i popoli italici mi sembra un forzatura priva di riscontri oggettivi, benché come ho spiegato abbia sicuramente influenzato grandemente tutte le regioni del centro-nord. Anche che gli osco-umbri siano giunti "più tardi dai Balcani" è un'affermazione arbitraria tanto quanto il presunto pacifismo da te inquadrato in un arco temporale così preciso: della storia politica di questo periodo in Italia non sapremo mai nulla a causa della mancanza di fonti scritte. Anche la presunta diaspora nel bronzo finale è arbitraria: durante l'età del Bronzo gli antenati dei popoli italici erano già più o meno tutti al posto che occuperanno in età storica.
@@HumanisticValley Non mi piace criticare il lavoro di persone che, come te, sono serie ed amano il passato come lo amo io. Inesattezze ne diciamo tutti, non te la prendere se ne cito alcune a memoria. Se ho capito/sentito male, scusami, colpa mia. La teoria di una koiné linguistica retico-etrusco-lemnia non è di De Simone bensì di Helmut Rix che però non ha fatto alcuna ipotesi etnogenica, ha solo mostrato le chiare similitudini linguistiche presenti nel materiale epigrafico. E' De Simone invece che ha proposto che il sito di Lemno fosse un avamposto storico stabilito dagli etruschi (come hai detto giustamente, famosi pirati) e non, come continuano ad asserire certi filologi olandesi, la terra madre dei Tirreni (accusano Pallottino e De Simone di essere nazionalisti... il bue dice cornuto...). Non è poi del tutto esatto che il rito funerario della cultura delle Terramare fosse l'incinerazione. Essa è certamente attestata, come dici, ma non in tutti i siti. Infatti, esistono necropoli in cui la pratica era l'inumazione, siti in cui oggetti defunzionalizzati (spade, coltelli) erano inclusi nelle tombe e non sparsi nell'area funeraria. La presenza di due rituali diversi a geograficamente vicini, ma distinti, suggerisce (anche se non prova) la convivenza di culture diverse. Non sostengo che tale convivenza fosse pacifica - basta guardare alle fortificazioni! - ma ammetterai che senza un certo livello di convivenza e collaborazione col cavolo le facevano e le mantenevano le opere idrauliche che hanno trovato gli archeologi. Adesso vorrei chiarire il mio punto di vista sulle terramare come crogiolo delle civiltà italiche. La mia è ovviamente un'ipotesi, ma ha un certo fondamento empirico e, con un po' di fortuna, potrà essere verificata o falsificata da future scoperte. Sappiamo da vari dati che la straordinaria espansione demografica delle Terramare è stata assai probabilmente dovuta all'immissione, accanto agli originali abitanti provenienti dall'area subalpina (vedi Polada), a nuovi immigranti provenienti, si pensa, dai Balcani. E' stato ipotizzato (ma su questo, hai ragione, non ci sono prove certe) che siano avvenute due 'ondate migratorie' (probabilmente per ordine sparso, tipo 'ver sacrum' per intenderci), una più antica (XIV sec?) e l'altra più recente (XIII sec?). La prima è possibile che sia stata costituita dagli antenati di quelli che diverranno poi i latini, i veneti, e i siculi. Come sai, latino e venetico si assomigliano, i Romani consideravano in veneti consanguinei, ed entrambi hanno caratteri arcaici (che so, la ritenzione della labiovelare) che mancano in altre lingue italiche (dove, per proseguire nel mio esempio, la labiovelare esita in k, p, t, come in greco post-miceneo). Non é perciò del tutto arbitrario ipotizzare (speculare, se preferisci) che la seconda migrazione sia stata degli antenati di quella che diverrà più tardi, attraverso l'unione con elementi locali, la nazione 'osco-umbra' (scusa la semplificazione, qui non ho né tempo né spazio). Dunque, si calcola che la popolazione delle Terramare superasse le centomila unità. Quando tutto va a catafascio nello spazio di poche generazioni, intorno al 1150 aC, dove va tutta questa gente? Muoiono tutti? E come? E perché? E' più probabile che, a seguito di eventi che hanno indebolito la produttività del territorio padano, un certo numero di essi si sia spostato in giro per l'Italia, al nord e a sud, poco per volta e in gruppi separati (per ragioni che adesso non ho tempo di ripercorrere, ma che sono ben spiegate in un bel saggio di Andrea Cardarelli). Scusa per il lungo sproloquio e grazie per l'ottimo lavoro di divulgatore.
@@senecanzallanute4066 la tesi che che il sito di Lemno fosse un avamposto storico stabilito dagli Etruschi (Pirati) provenienti dall'Italia fu proposta per primo dall'archeologo francese Michel Gras negli anni '70. E poi ripresa da altri, tra i quali anche Carlo De Simone. Sia il dato archeologico che quello archeogenetico gli hanno dato ragione. I filologi e i linguisti indoeuropeisti dell'università di Leiden davvero vergognosi, capeggiati da Beekes che scrisse uno studio ridicolo sulle origini degli Etruschi che sembrava più un fantasy che uno studio di linguistica, e dove dimostrò di possedere scarsissime conoscenze degli Etruschi e della Protostoria dell'Italia. Accusare gli archeologi italiani di nazionalismo oltre che puerile fu ingiusto, anche perché l'archeologo italiano che più di tutti ha sostenuto l'assoluta autoctonia degli Etruschi non fu neanche Pallottino ma Renato Peroni, considerato uno dei più importanti archeologi europei di Preistoria e Protostoria. Peroni non solo non era notoriamente un nazionalista ma era un marxista di sinistra. L'idea che ci furono due ondate migratorie corrispondenti al ramo Latino-Falisco (+ Veneti e ci possiamo aggiungere anche Etruschi e Reti, anche se parlanti lingue non indoeuropee) e al ramo Osco-Umbro, la prima più antica da nord delle Alpi e la seconda più recente dai Balcani settentrionali, era in voga molti decenni fa, ma al momento mancano sia dati archeologici che dati archeogenetici per poterla confermare. Alcuni archeologi vedono per le aree centrali e quelle meridionali una continuità dalla facies archeologica di Grotta Nuova fino alle facies successive che arrivano all'età del ferro quando poi emerge l'etnogenesi dei vari Popoli dell'Italia Preromana.
Volevo chiedere ma le fonti archeologiche cosa dicono sulle 5 razze bovine italiane ? Perché vengono chiamate podoliche... E si dice che la chianina e la maremmana ci fossero già nel periodo etrusco e romano...
Vero, si trova tra Lecce e Otranto non tra Bari e Brindisi. Errore mio. Fortuna che ho comunque detto di andare a recuperare il video sul commercio miceneo, in cui faccio vedere una cartina con l'ubicazione giusta 😅
@HumanisticValley era solo per mettere delle note di correzione, un piccolo contributo anche perché vivo in provincia di Lecce, sono sottintesi i complimenti per questo tipo di divulgazione da voi fatta assolutamente lodevole. Continuate continuate continuate assolutamente!
per il fegato di Piacenza vedere le pubblicazioni del prof. A. Gottarelli in particolare il Vol.2 Cosmogonica il fegato di Tiamat e la soglia misterica del Tempo
Se la cultura villanoviana terramare e' evoluta in quella etrusca perché mi pare anche che la gente ad un certo punto si e' spostate,allora che fine ha fatto la discendenza toscana di chi faceva riferimento alla cultura di Rinaldione e di Remedello ?
La cultura di Remedello e Rinaldone sono culture materiali dell'età del Rame (eneolitico), che si esauriscono intorno al 2500 a.C.; quindi non sono in continuità con le culture dell'età del bronzo di cui ho parlato qui. Non c'è stata alcuna migrazione: il villanoviano si sviluppa sia in pianura padana che nell'Etruria tirrenica più o meno nello stesso periodo.
@@yesyesff Nella zona di Milano nel III secolo a.C. viveva una popolazione celtica. Oggi definire "celta" un professore della Statale o un impiegato di Atm sarebbe ingenuo fino alla stoltezza. Questo non significa che i celti di cui sopra non abbiano avuto discendenti.
@HumanisticValley tenendo conto della massiccia immigrazione non credo che a Milano ci sono molti loro discendenti ma nelle valli alpine potrebbe essere che ci sono
@@HumanisticValley In realtà le piene del Po e dell’Adige fossero abbastanza gestibili con una buona canalizzazione: non fossero tutte come quella degli anni 50. E comunque quando ci sia di mezzo il legno poi si ricostruisce. È assai più probabile il lento interramento del porto fluviale lungo il Po e l’allontanamento della linea di costa. Non a caso i centri successivi, Adria e Spina, son molto più avanti.
Per quanto riguarda la crisi dell'Età del Bronzo attorno al 1200 a.c. segnalo una teoria che ho sentito dal canale dell'associazione honebu del prof.Montalbano riguardo alle vicende della battaglia di Quades e in particolare alla città di Ugarit e all'invasione dei popoli del mare
Se voleste sostenere il canale potete fare una donazione a questo link: PayPal.Me/humanisticvalley
visto il video in differita, un percorso molto bello che andava sviluppato in un video per contrastare le numerose semplificazioni e teorie strampalate propugnate da "appassionati" che sono rimasti alle favole degli autori greci e latini. Le fonti scritte aiutano a ricostruire una narrazione ma quando questa è smentita dai dati materiali allora vale il detto "le chiacchiere stanno a zero". Complimenti e viva l'archeologia
VIVA!
complimenti e grazie per questo video
Visto in differita.
Bel lavoro..complimenti!!
Grazie!
Interessante e bellissima live come sempre
bellissima live anche se vista in differita
Purtroppo ho perso la diretta. Argomento ben sviluppato, complimenti meritati come sempre e grazie. Se posso un consiglio poco innovativo ma potenzialmente efficace: per le live preparate una presentazione su supporti tipo PowerPoint, anche senza farla completa o pesante, aiuta nel seguire il filo del racconto, potete usare animazioni e testi e immagini liberamente e non si rischiano stalli di sistema o altri problemi tecnici di condivisione di contenuti.
Grazie! Il software che usiamo non legge i file power point e io anche se mi preparo le immagini in ordine alla fine giro il discorso in modo diverso 😅
@@HumanisticValley siete comunque bravi ed efficaci, l'ho lanciata perché spiaceva vedervi costretti a gestire elegantemente i giramenti di attributi che vi davano i problemi tecnici😅
Google interrompe questo bellissimo video con una pubblicità ogni 5 minuti, è davvero faticoso guardarlo
Mi spiace, non ci possiamo fare niente
Commento in onore di Archeoreporter, il quale ha fatto e fa dei bellissimi reportage di Frattesina, della mia anima veneta ed in cui sarò in versione Vittfogel (lo so che son degno solo di pulirgli l’ufficio, ma per ora mettiamo da parte la modestia).
Perché l’antichissima delle fonderie d’Europa la troviamo Frattesina, ove non vi sia alcun palazzo paragonabile a quelli di Micene, e sempre a Padova, e non per esempio a Mileto, una grande città, troviamo l’antichissima carbonaia d’Europa nonostante Mileto e Micene fossero nei rispettivi periodi il secondo mondo e Frattesina o la prima Padova il terzo?
Il motivo è puramente strutturale, anzi economico, od ancora meglio di “economia politica”: Micene e Mileto, essendo ad uno stadio successivo dello sviluppo, fossero già sub il pieno dominio di un forte potere centralista, cosa che non invece mancava a Frattesina e poi Padova.
Ed il Potere, che sia esercitato dalla Matriarca in un branco di scimpanzé nani (i nostri parenti prossimi) o da un “Wanax” acheo, certamente ama celebrarsi (nidi o palazzi molto grandi), ma teme come la peste lo sviluppo di una classe media detentrice dei mezzi di produzione che divenga abbastanza ricca da contestare o contendere lo stesso potere.
Infatti l’economia palazziale è un perfetto esempio di “dispotismo orientale”: il palazzo più che un centro di sviluppo e produzione è un centro di controllo e redistribuzione della ricchezza, al massimo di una sua proiezione commerciale, che tuttavia avvantaggia il palazzo stesso dato che la gestisce.
Per questo per il grande Wanax miceneo è ottimo avere un ottimo artigiano che gli ceselli la spada di pregio, ma non è buono ciò che succede a Frattesina, ovvero lo sviluppo di classe di metallurghi che sanno mischiare rame o ferro con il carbone rendendosi indispensabili per una grande produzione di metallo stile Populonia (sulla quale feci una tesina).
In pochi verbi il potere vuole un’economia estrattiva od al massimo commerciale e non produttiva/manifatturiera: ed infatti, nonostante il crollo della “Zivilization” sembri suggerire il contrario, il decollo economico (colonizzazione dell’Occidente) e tecnologico (invenzione del ferro e della ceramica a figure rosse o nere) della Grecia avverrà proprio in seguito al crollo dell’economia di palazzo e del potere assoluto dei monarchi!
Chi abitava l'Etruria prima degli etruschi? Semplice gli etruschi sempre loro
Questa volta non ti sei preparato a fondo ed il contenuto del video ne ha sofferto. Ma a parte le inesattezze, hai fatto bene a mettere a fuoco il carattere autoctono all'Italia del popolo etrusco. Avresti potuto però aggiungere che la koiné culturale delle terramare fu il crogiolo dove etruschi, latini ed altri italici si sono inizialmente incontrati e formati. Arrivati in pianura padana da nord ('reti-etruschi' dall'area sub-alpina) e da est ('latini-veneti-siculi' e 'osco-umbri' giunti più tardi dai Balcani) hanno coesistito in maniera semi-pacifica (sottolineo il semi) dal 1600 aC fino alla crisi del 1150 aC, per poi dar vita ad una diaspora che ha penetrato tutta la penisola italiana e la Sicilia (arrivando a toccare forse anche parte del Mediterraneo orientale). Gli archeologi esitano a tirare conclusioni dai dati che essi stessi raccolgono -- e fanno bene, visto il virus fanta-archeologico sempre in agguato -- ma allo stato attuale delle nostre conoscenze questa mi sembra l'unica conclusione in accordo con l'evidenza materiale.
Ciao! Ti assicuro che per questa live mi sono preparato tanto a fondo quanto per tutti gli altri video. Quali sarebbero le inesattezze? Se ti riferisci alla errata collocazione di Santa Rosa di Poviglio o al lapsus del "fegato di Perugia" beh... posso stare tranquillo. Dunque, che la cultura delle terramare sia stata la culla di tutti i popoli italici mi sembra un forzatura priva di riscontri oggettivi, benché come ho spiegato abbia sicuramente influenzato grandemente tutte le regioni del centro-nord. Anche che gli osco-umbri siano giunti "più tardi dai Balcani" è un'affermazione arbitraria tanto quanto il presunto pacifismo da te inquadrato in un arco temporale così preciso: della storia politica di questo periodo in Italia non sapremo mai nulla a causa della mancanza di fonti scritte. Anche la presunta diaspora nel bronzo finale è arbitraria: durante l'età del Bronzo gli antenati dei popoli italici erano già più o meno tutti al posto che occuperanno in età storica.
@@HumanisticValley Non mi piace criticare il lavoro di persone che, come te, sono serie ed amano il passato come lo amo io. Inesattezze ne diciamo tutti, non te la prendere se ne cito alcune a memoria. Se ho capito/sentito male, scusami, colpa mia.
La teoria di una koiné linguistica retico-etrusco-lemnia non è di De Simone bensì di Helmut Rix che però non ha fatto alcuna ipotesi etnogenica, ha solo mostrato le chiare similitudini linguistiche presenti nel materiale epigrafico. E' De Simone invece che ha proposto che il sito di Lemno fosse un avamposto storico stabilito dagli etruschi (come hai detto giustamente, famosi pirati) e non, come continuano ad asserire certi filologi olandesi, la terra madre dei Tirreni (accusano Pallottino e De Simone di essere nazionalisti... il bue dice cornuto...). Non è poi del tutto esatto che il rito funerario della cultura delle Terramare fosse l'incinerazione. Essa è certamente attestata, come dici, ma non in tutti i siti. Infatti, esistono necropoli in cui la pratica era l'inumazione, siti in cui oggetti defunzionalizzati (spade, coltelli) erano inclusi nelle tombe e non sparsi nell'area funeraria. La presenza di due rituali diversi a geograficamente vicini, ma distinti, suggerisce (anche se non prova) la convivenza di culture diverse. Non sostengo che tale convivenza fosse pacifica - basta guardare alle fortificazioni! - ma ammetterai che senza un certo livello di convivenza e collaborazione col cavolo le facevano e le mantenevano le opere idrauliche che hanno trovato gli archeologi.
Adesso vorrei chiarire il mio punto di vista sulle terramare come crogiolo delle civiltà italiche. La mia è ovviamente un'ipotesi, ma ha un certo fondamento empirico e, con un po' di fortuna, potrà essere verificata o falsificata da future scoperte. Sappiamo da vari dati che la straordinaria espansione demografica delle Terramare è stata assai probabilmente dovuta all'immissione, accanto agli originali abitanti provenienti dall'area subalpina (vedi Polada), a nuovi immigranti provenienti, si pensa, dai Balcani. E' stato ipotizzato (ma su questo, hai ragione, non ci sono prove certe) che siano avvenute due 'ondate migratorie' (probabilmente per ordine sparso, tipo 'ver sacrum' per intenderci), una più antica (XIV sec?) e l'altra più recente (XIII sec?). La prima è possibile che sia stata costituita dagli antenati di quelli che diverranno poi i latini, i veneti, e i siculi. Come sai, latino e venetico si assomigliano, i Romani consideravano in veneti consanguinei, ed entrambi hanno caratteri arcaici (che so, la ritenzione della labiovelare) che mancano in altre lingue italiche (dove, per proseguire nel mio esempio, la labiovelare esita in k, p, t, come in greco post-miceneo). Non é perciò del tutto arbitrario ipotizzare (speculare, se preferisci) che la seconda migrazione sia stata degli antenati di quella che diverrà più tardi, attraverso l'unione con elementi locali, la nazione 'osco-umbra' (scusa la semplificazione, qui non ho né tempo né spazio). Dunque, si calcola che la popolazione delle Terramare superasse le centomila unità. Quando tutto va a catafascio nello spazio di poche generazioni, intorno al 1150 aC, dove va tutta questa gente? Muoiono tutti? E come? E perché? E' più probabile che, a seguito di eventi che hanno indebolito la produttività del territorio padano, un certo numero di essi si sia spostato in giro per l'Italia, al nord e a sud, poco per volta e in gruppi separati (per ragioni che adesso non ho tempo di ripercorrere, ma che sono ben spiegate in un bel saggio di Andrea Cardarelli).
Scusa per il lungo sproloquio e grazie per l'ottimo lavoro di divulgatore.
@@senecanzallanute4066 la tesi che che il sito di Lemno fosse un avamposto storico stabilito dagli Etruschi (Pirati) provenienti dall'Italia fu proposta per primo dall'archeologo francese Michel Gras negli anni '70. E poi ripresa da altri, tra i quali anche Carlo De Simone. Sia il dato archeologico che quello archeogenetico gli hanno dato ragione. I filologi e i linguisti indoeuropeisti dell'università di Leiden davvero vergognosi, capeggiati da Beekes che scrisse uno studio ridicolo sulle origini degli Etruschi che sembrava più un fantasy che uno studio di linguistica, e dove dimostrò di possedere scarsissime conoscenze degli Etruschi e della Protostoria dell'Italia. Accusare gli archeologi italiani di nazionalismo oltre che puerile fu ingiusto, anche perché l'archeologo italiano che più di tutti ha sostenuto l'assoluta autoctonia degli Etruschi non fu neanche Pallottino ma Renato Peroni, considerato uno dei più importanti archeologi europei di Preistoria e Protostoria. Peroni non solo non era notoriamente un nazionalista ma era un marxista di sinistra. L'idea che ci furono due ondate migratorie corrispondenti al ramo Latino-Falisco (+ Veneti e ci possiamo aggiungere anche Etruschi e Reti, anche se parlanti lingue non indoeuropee) e al ramo Osco-Umbro, la prima più antica da nord delle Alpi e la seconda più recente dai Balcani settentrionali, era in voga molti decenni fa, ma al momento mancano sia dati archeologici che dati archeogenetici per poterla confermare. Alcuni archeologi vedono per le aree centrali e quelle meridionali una continuità dalla facies archeologica di Grotta Nuova fino alle facies successive che arrivano all'età del ferro quando poi emerge l'etnogenesi dei vari Popoli dell'Italia Preromana.
👀&👍
Volevo chiedere ma le fonti archeologiche cosa dicono sulle 5 razze bovine italiane ? Perché vengono chiamate podoliche... E si dice che la chianina e la maremmana ci fossero già nel periodo etrusco e romano...
Non ne ho la minima idea 😅 dovresti chiedere a un archeozoologo
Sbagliata l'ubicazione di Roca Vecchia, ma è comunque in Puglia.
Vero, si trova tra Lecce e Otranto non tra Bari e Brindisi. Errore mio. Fortuna che ho comunque detto di andare a recuperare il video sul commercio miceneo, in cui faccio vedere una cartina con l'ubicazione giusta 😅
@HumanisticValley era solo per mettere delle note di correzione, un piccolo contributo anche perché vivo in provincia di Lecce, sono sottintesi i complimenti per questo tipo di divulgazione da voi fatta assolutamente lodevole. Continuate continuate continuate assolutamente!
Ho fatto tardi... volevo esserci
per il fegato di Piacenza vedere le pubblicazioni del prof. A. Gottarelli in particolare il Vol.2 Cosmogonica il fegato di Tiamat e la soglia misterica del Tempo
Se la cultura villanoviana terramare e' evoluta in quella etrusca perché mi pare anche che la gente ad un certo punto si e' spostate,allora che fine ha fatto la discendenza toscana di chi faceva riferimento alla cultura di Rinaldione e di Remedello ?
La cultura di Remedello e Rinaldone sono culture materiali dell'età del Rame (eneolitico), che si esauriscono intorno al 2500 a.C.; quindi non sono in continuità con le culture dell'età del bronzo di cui ho parlato qui. Non c'è stata alcuna migrazione: il villanoviano si sviluppa sia in pianura padana che nell'Etruria tirrenica più o meno nello stesso periodo.
@@HumanisticValley quindi sono morti senza discendenti?
@@yesyesff ovviamente no
@@yesyesff Nella zona di Milano nel III secolo a.C. viveva una popolazione celtica. Oggi definire "celta" un professore della Statale o un impiegato di Atm sarebbe ingenuo fino alla stoltezza. Questo non significa che i celti di cui sopra non abbiano avuto discendenti.
@HumanisticValley tenendo conto della massiccia immigrazione non credo che a Milano ci sono molti loro discendenti ma nelle valli alpine potrebbe essere che ci sono
In queste live a braccio risulti più genuino e meno costruito rispetto ai video
E' ciò che succede normalmente nelle live rispetto ai video😊
@@giuseppedallabarba2592 ci sono stili di video, secondo me il suo gioverebbe dall'essere meno costruito
eravamo come l'Olanda e adesso invece è tutto cementificato male e in preda ad alluvioni
Anche allora le alluvioni facevano parecchi disastri. Frattesina è stata probabilmente abbandonata proprio in seguito ad alluvioni.
@@HumanisticValley lo so ma si parla di 5000 anni fa, oggi non si dovrebbe
@@HumanisticValley In realtà le piene del Po e dell’Adige fossero abbastanza gestibili con una buona canalizzazione: non fossero tutte come quella degli anni 50. E comunque quando ci sia di mezzo il legno poi si ricostruisce. È assai più probabile il lento interramento del porto fluviale lungo il Po e l’allontanamento della linea di costa. Non a caso i centri successivi, Adria e Spina, son molto più avanti.
Erano amici con i nuragici,vero??
Niente di più facile
Fegato di Piacenza
Si, un minuto dopo mi sono corretto
Per quanto riguarda la crisi dell'Età del Bronzo attorno al 1200 a.c. segnalo una teoria che ho sentito dal canale dell'associazione honebu del prof.Montalbano riguardo alle vicende della battaglia di Quades e in particolare alla città di Ugarit e all'invasione dei popoli del mare