UBI CARITAS ET AMOR

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  • เผยแพร่เมื่อ 1 ก.พ. 2025

ความคิดเห็น • 5

  • @marialuisamelzi4330
    @marialuisamelzi4330 4 ปีที่แล้ว +7

    Quale migliore scenario poteva ospitare l'esecuzione di un canto gregoriano se non l'interno di un convento di monaci?
    Una perfetta ambientazione per la giusta atmosfera! Quella irradiata dal canto "Ubi caritas et amor" che porta il marchio dell'amore divino, l'amore vero, secondo il cuore di Dio.
    Una vera oasi di pace, che fa riposare l'anima non solo nella frenesia del mondo (in tempi normali), ma soprattutto in questo periodo storico così buio che l'intero pianeta sta vivendo con trepidazione e affanno.
    Nella sua modalità narrativa ed estetica, Alfonso va alla ricerca di una comunicazione artistica, come oasi di bellezza, di serenità, dove l'essere vivente sogna e immagina l'acqua, le palme, l'ombra, proprio perché ne ha pressante necessità nell'arido deserto circostante.
    Sulle note del canto, i monaci prendono la scena e, diretti dal maestro di cappella, in simultanea con le voci del coro, eseguono il canto.
    Un brano che fa breccia nel cuore di interpreti e ascoltatori perché ispirato da un amore senza confini, in continuo movimento che conduce all'orizzonte ultimo.
    Una ventata di spiritualità, di quiete. E se le note si librano nell'aria circondate da un'atmosfera rapita, quasi irreale, i nostri occhi si illuminano di una luce bianca, soffusa che proviene dalle piccole aperture, per svanire subito dopo come a voler salutare un nuovo giorno...

  • @francamelzi719
    @francamelzi719 4 ปีที่แล้ว +6

    Vivi, ama, sogna, credi, e, con la grazia di Dio non disperare mai.
    Lì, dove Dio ti ha seminato, spera, spera sempre.
    Ama le persone, amale, una ad una.
    Ho estrapolato queste parole da un discorso di Papa Francesco, che ho voluto affiancare a questo canto, per rimarcare l'importanza della virtù della Carità.
    I monaci incappucciati, a capo chino con il viso nascosto, ricordano le volte, che pur notando qualcuno chiedere aiuto, si diventa ciechi e ci si nasconde per non sentire.
    Ma la luce di Dio ti raggiunge, ti irradia, infondendoti pace e serenità, offrendoti la possibilità di, vedere, sentire, aiutare.
    Termino con la stessa frase con cui Papa Francesco ha concluso il discorso che ho citato all'inizio:
    Se la noia ti paralizza,
    scacciala con le opere di bene.
    Fede Speranza e Carità, ma la più grande di tutte è la Carità.

  • @paolamariagalimberti1217
    @paolamariagalimberti1217 4 ปีที่แล้ว +4

    E' sempre molto piacevole e intenso l'ascolto delle vostre eccellenti composizioni, rese particolarmente significative dalle immagini affiancate. In ogni vostro lavoro si evidenziano il grande valore del maestro Alfredo, le doti canore della corale, sempre in armonia pur nelle diversita' di voci e l'abilita' di chi coordina il video. Apprezzo moltissimo i commenti puntuali e ricchi di cultura e passione. Complimenti sinceri e grazie di cuore!!!

  • @alfredooggioni5243
    @alfredooggioni5243 4 ปีที่แล้ว +6

    Diversamente dalle strofe, che calcano il motivo gregoriano originale, il ritornello è stato elaborato a 4 voci miste, anche se gli uomini si dividono solo nelle ultime quattro battute. E' da sottolineare che l'originale versione a tre voci ha saputo mantenere uno stile gregoriano "monastico", largo nei tempi e con un intreccio vocale misurato, a formare una ottima armonia di gruppo.
    Come già ricordato altrove, questa antifona gregoriana compariva con altre in una raccolta-fascicolo di canti simili, caldeggiata da S.S. Paolo VI, perché la si estendesse al canto di tutta l'assemblea. E così oltre all'Ave Maria gregoriana (che abbiamo ormai dimenticata), troviamo l' Adoro te devote, l' O quam amabilis,
    l' Attende Domine (che noi per primi abbiamo diffuso con la traduzione "Signore ascoltaci..." surclassata poi dalla diocesi con il "Signore ascolta, Padre perdona"). Seguono la ormai usatissima Salve Regina, il Veni creator e il Victimae Paschali. Tutti canti che sono entrati a far parte del nostro repertorio quasi "ante litteram"!, a dimostrazione del lavoro originale svolto dalla nostra corale nel campo liturgico. Poi qualcuno con maggiori titoli ci ha messi "in disparte"...
    Questo è stato solo uno sfogo a dimostrazione del nostro profondo lavoro negli anni scorsi.
    Ora veniamo al video; come sempre, e sempre più, l'originalità si accompagna a una interpretazione quasi esegetica del canto: avete notato il monaco che dirige quasi a tempo del nostro l' Ubi charitas? L' atmosfera non poteva essere più adatta ad ambientare questo canto gregoriano, nato tra le colonne delle cattedrali medievali e dei conventi claustrali. Rimane solo un piccolo rammarico: la brevità dei tempi di registrazione, tempi liturgici, che da un lato possono "non stancare" , ma dall'altro sfumano in breve il piacere dell'ascolto.