Ricordo di aver visitato Praga al quinto anno di Liceo con la mia classe: un po’ per senso del dovere ed un po’ per convincere genitori e docenti a lasciarci partire in autogestita, ognuno di noi aveva il compito di studiare un sito caratteristico della città per poi farlo conoscere ai compagni. Alla prima ricerca, ricordo di essermi imbattuto nel “Monumento a Jan Palach”: una croce incastonata nei ciottoli di piazza San Venceslao, il luogo in cui uno studente neppure ventenne si era dato fuoco, nel 1969, in segno di protesta contro l’invasione sovietica. Continuando la ricerca, ricordo di aver scoperto che Palach era solo il primo dei quattro eroi di Praga che in quei giorni si sarebbero tolti la vita con un gesto così folle ed al contempo così sacro: di lì a pochi giorni, si sarebbero infatti sacrificati anche Josef Hlavaty, operaio ventiseienne, Jan Zajíc, studente di diciannove anni simbolicamente seppellito con Palach, ed Evžen Plocek, operaio trentanovenne. Ricordo di aver continuato a leggere, incredulo che ragazzi poco più grandi di me potessero spingersi a tanto. E per quale motivo lo avevano fatto, poi? Alla prima banale lettura, per un ragazzo non certo privo di valori ma decisamente distante da una vera e propria visione del mondo, pareva una follia. Certo, è importante l’amor di Patria: ma arrivare a tanto... no. Certo, è importante il proprio futuro: ma arrivare a tanto... no. Certo, sono importanti i propri ideali: ma arrivare a tanto... no. Certo, è importante la libertà: ma arrivare a tanto... no. Ricordo che qualche settimana dopo, una volta arrivati a Praga, sono rimasto colpito da quei fiori sulle lapidi, da quella corona sulla Croce. Dai segni di riverenza di chi passava. Anche allora, anche a quasi cinquant’anni di distanza. E così, a poco a poco, ho iniziato a capire. La vita senza una Patria da amare, senza la fede nel futuro, senza un’Idea salda a guidarti e in cui credere e senza la libertà, semplicemente, non è vita. E destinare la propria vita non a sé ma agli altri, dedicarla ai propri compatrioti e alla propria Comunità, è la più alta forma di sacrificio che ci sia. Ricordo di essermi divertito tanto, in quei giorni, con gli amici e le amiche con cui avevo condiviso i cinque anni che mi preparavano l’ingresso al mondo degli adulti. Ma ricordo anche di essere tornato cambiato nel profondo. Ricordo che di lì a poco avrei iniziato un percorso di vita che oggi è solo ai primi passi. Ricordo Jan Palach e gli eroi di Praga, il loro sacrificio, la loro gloria eterna.
Il suo commento è bellissimo, da brividi. Anche a me, da quando a 18 anni iniziai ad ascoltare le cassette della compagnia dell'anello, ha sempre commosso la sua storia, il suo coraggio, il suo grande amore.
Caro Matteo, come non condividere le tue riflessioni e sentimenti ? Avere una Patria è quanto di meglio possa capitare nella vita degli uomini, ed il solo pensiero di perderla procura angoscia e dolore. I comunisti hanno perso da tempo la loro unica Patria (l'U.R.R.S.) e d'allora si sono persi.
Caro jan, il tuo grande sacrificio non è stato dimenticato. Tre giorni nel tuo letto di morte per la libertà. E altri sette dopo di te. Quanto coraggio ci è voluto. C'e' quella piazza intestata a te. Ma eri cosi' giovane e qui non è cambiato niente. C'e' sempre la stessa minestra riscaldata.
Ti amo jan palach ragazzo magnifico io avevo 15 anni e mi ricordo il dolore che ho provato
Ricordo di aver visitato Praga al quinto anno di Liceo con la mia classe: un po’ per senso del dovere ed un po’ per convincere genitori e docenti a lasciarci partire in autogestita, ognuno di noi aveva il compito di studiare un sito caratteristico della città per poi farlo conoscere ai compagni.
Alla prima ricerca, ricordo di essermi imbattuto nel “Monumento a Jan Palach”: una croce incastonata nei ciottoli di piazza San Venceslao, il luogo in cui uno studente neppure ventenne si era dato fuoco, nel 1969, in segno di protesta contro l’invasione sovietica. Continuando la ricerca, ricordo di aver scoperto che Palach era solo il primo dei quattro eroi di Praga che in quei giorni si sarebbero tolti la vita con un gesto così folle ed al contempo così sacro: di lì a pochi giorni, si sarebbero infatti sacrificati anche Josef Hlavaty, operaio ventiseienne, Jan Zajíc, studente di diciannove anni simbolicamente seppellito con Palach, ed Evžen Plocek, operaio trentanovenne.
Ricordo di aver continuato a leggere, incredulo che ragazzi poco più grandi di me potessero spingersi a tanto. E per quale motivo lo avevano fatto, poi? Alla prima banale lettura, per un ragazzo non certo privo di valori ma decisamente distante da una vera e propria visione del mondo, pareva una follia.
Certo, è importante l’amor di Patria: ma arrivare a tanto... no. Certo, è importante il proprio futuro: ma arrivare a tanto... no. Certo, sono importanti i propri ideali: ma arrivare a tanto... no. Certo, è importante la libertà: ma arrivare a tanto... no.
Ricordo che qualche settimana dopo, una volta arrivati a Praga, sono rimasto colpito da quei fiori sulle lapidi, da quella corona sulla Croce. Dai segni di riverenza di chi passava. Anche allora, anche a quasi cinquant’anni di distanza.
E così, a poco a poco, ho iniziato a capire. La vita senza una Patria da amare, senza la fede nel futuro, senza un’Idea salda a guidarti e in cui credere e senza la libertà, semplicemente, non è vita. E destinare la propria vita non a sé ma agli altri, dedicarla ai propri compatrioti e alla propria Comunità, è la più alta forma di sacrificio che ci sia.
Ricordo di essermi divertito tanto, in quei giorni, con gli amici e le amiche con cui avevo condiviso i cinque anni che mi preparavano l’ingresso al mondo degli adulti. Ma ricordo anche di essere tornato cambiato nel profondo. Ricordo che di lì a poco avrei iniziato un percorso di vita che oggi è solo ai primi passi.
Ricordo Jan Palach e gli eroi di Praga, il loro sacrificio, la loro gloria eterna.
Il suo commento è bellissimo, da brividi.
Anche a me, da quando a 18 anni iniziai ad ascoltare le cassette della compagnia dell'anello, ha sempre commosso la sua storia, il suo coraggio, il suo grande amore.
Racconto e resoconto da brividi oltre che direi disamina pressoché perfetta
Bellissima testimonianza
PRO PATRIA MORI DULCE ET DECORUM EST
Caro Matteo, come non condividere le tue riflessioni e sentimenti ? Avere una Patria è quanto di meglio possa capitare nella vita degli uomini, ed il solo pensiero di perderla procura angoscia e dolore. I comunisti hanno perso da tempo la loro unica Patria (l'U.R.R.S.) e d'allora si sono persi.
16 gennaio 2021 Presente !
Fu la mia prima manifestazione cosi' comincio' la mia militanza politica Onore a Jan
Caro jan, il tuo grande sacrificio non è stato dimenticato. Tre giorni nel tuo letto di morte per la libertà. E altri sette dopo di te. Quanto coraggio ci è voluto. C'e' quella piazza intestata a te. Ma eri cosi' giovane e qui non è cambiato niente. C'e' sempre la stessa minestra riscaldata.
Onore ad un grande patriota
A chiunque abbia il coraggio di reagire alla dittatura!
¡Un héroe! Gracias Compagnia dell'anello
Un Onore.
Eroe x la libertà. Grande Jan!!! No al fascismo no al comunismo.
Non scordiamo lui
♥️
Avanti ragazzi di Buda 👍
Alla bella Europa
Europa Nazione, rivoluzione! 🚫🇪🇺
Jan palach day
Maledetta unione sovietica
Maledetti Comunisti!
Maledetto comunismo
Anticomunista sempre
Anche FRANCESCO GUCCINI ha scritto una canzone su JAN PALACH, la sua PRIMAVERA DI PRAGA...
e NON mi pare che GUCCINI sia di destra!!!!!!!!!!