Mi devo dare antropologia culturale all'accademia di belle Arti, e piano piano sto ritornando ad avere la passione per questa materia e finalmente aver capito in cosa consiste, come si studia, e le altre cose. Mi sei molto utile e ti ringrazio. Buona giornata e buon lavoro! 😄
Grazie. Non sono una tua studentessa ma trovo splendido ascoltare la tua diffusione di saperi. Davvero un canale di valore! Mi sono iscritta. Un saluto :)
Salve volevo chiedere il relativismo epistemologico è inerente al relativismo metodologico di cui parla? oppure è una branchia del relativismo completamente diversa?
Grazie. Sto studiando Antropologia culturale per prendere i 24 CFU per insegnare ma approfitto di questo per approfondire una materia molto interessante che non avevo affrontato nel mio percorso di studi di Lettere Moderne Vecchissimo ordinamento. Una domanda: sono interessata all'approccio antropologico sulla condizione della donna nelle diverse culture. Mi puó consigliare una lettura su questo argomento?
Buonasera Erica scusami per l'attesa mi ero perso il tuo commento, ti consiglierei questo testo Forni, Silvia, Pennacini, Cecilia, Pussetti, Chiara, Antropologia, genere, riproduzione. La costruzione culturale della femminilità
Intanto grazie! Domanda: ma etnocentrismo, nella tua definizione, è proprio solo della civiltà occidentale? Non è etnocentrico qualsiasi approccio di una cultura che si sente superiore ad un altra (es. Cina, Giappone, "mondo islamico", ecc)?
@@silviamorara1538 direi che la definizione generale e corretta è quella del dizionario treccani: etnocentrismo Termine coniato dal sociologo G.W. Sumner (Folkways, 1907) per indicare la tendenza a giudicare i membri, la struttura, la cultura e la storia di gruppi diversi dal proprio, con riferimento ai valori, alle norme e ai costumi ai quali si è stati educati. Quasi sempre l’e. comporta la supervalutazione della propria cultura e, di conseguenza, la svalutazione della cultura altrui.
@@silviamorara1538 Quando in Europa si diffonde il metodo scientifico ( che proveniva dall'antico mondo ellenistico vedi Alessandria d'Egitto), quando scienziati come Linneo iniziarono a catalogare per Specie e sottospecie, vegetali, animali e minerali. Si era aperta la strada alla superioritá razziale. Gli scienziati applicarono lo stesso metodo di catalogazione anche agli umani, per esempio per il colore della pelle. Cosi si diffuse l'ideologia razziale. Il termine stesso < razza> ha cambiato significato da < razione> (parte di un insieme) a < sottospecie> o < altra specie> . Prima dello sviluppo capitalistico, della rivoluzione industriale e commerciale, il razzismo era sconosciuto, nessun umano pensava di essere superiore per etnia, ma solo per censo. Nel PRE- capitalismo non si ponevano nemmeno l'idea di uguaglianza, c'erano nobili e servi, clero e schiavi, patrizi e plebei. PUNTO! --------------------------------- Con la diffusione delle parole d'ordine della borghesia (allora rivoluzionaria) < Fraternitá uguaglianza e libertá >(solo tra padroni sia chiaro, anche se non veniva detto, quello era ed é tuttora), per poter giustificare il proprio dominio borghese dovevano sviluppare una ideologia di "razza superiore", ovvero Fu cosi che si diffuse nel mondo l'idea della superioritá occidentale, bianca europea. ----------------------------------- Anche tra e negli altri popoli esisteva un concetto di superioritá, ma era dato da ideologie culturali, come l'islam ed il loro Allah, ma con il colonialismo europeo si diffuse nel mondo l'idea che i bianchi erano superiori agli altri, giustificando cosi l'espoliazione sistematica delle materie prime, del suolo e sottosuolo ed il traffico di schiavi, ma bada bene: era solo una mera "giustificazione" per trarre profitti. Non c'era altro scopo. L' etnocentrismo culturale europeo aveva come scopo il controllo ed il dominio economico degli altri popoli, mentre per esempio quello islamico aveva (si anche il controllo commerciale), ma loro credevano fermamente di dover diffondere la loro religione innanzitutto. Infatti hanno catechizzato neri, gialli marron verdi e blu allo stesso modo, non hanno fatto distinzioni razziali, c'erano sceicchi neri in Africa e sceicchi gialli o marron in Asia. N: mi scuso per l'uso improprio del colore per indicare etnie differenti, lo adopero con lo scopo di . ----------------------------------------------------------- 1- diffusione delle ideologie razziali. 2- Sfruttamento delle colonie. -----------------------------------------------------------
Scusa Andrea, premettendo che ti trovo a tuo agio con una dialettica e una "pedagogia" delle nozioni, e quindi è piacevole ascoltare; premettendo che certamente potremmo essere d'accordo su tutto, indi sulle conseguenze di quello che definiamo etnocentrismo (ma non è questo il punto, cioè delle nostre valutazioni personali); però, detto questo, ti devo contestare la componente moralistica che imponi alle tue considerazioni, a tratti anche dilettantesca in proporzione al registro più alto delle formulazioni generali. Quello che è "ovvio" è ovvio moralmente, ma non è detto lo sia di fatto. Quello che per Te è deplorevole, potrebbe non esserlo per altri; chi ha ragione? Tu? Tu e la tua visione di come dovrebbe andare il mondo? E chi lo dice? Sempre Tu? ... non ci siamo, dacché: così come una scala dei valori - appunto culturali e di retaggi, oggi, potrebbe (e certamente lo sarà) essere in antitesi con una scala di valori, che so, ben cristallizzatasi in epoca ellenica, così potrebbe accordarsi per metà ad altre latitudini culturali, e quindi? Tu non puoi (non puoi se vuoi essere oggettivo e scientifico), dicevamo, non puoi partire lasciando chiaramente intendere che è sbagliato (sbagliato per Te soggettivamente) che una "razza/etnia" si ritenga superiore, poiché porta, come è noto, a potenziali prevaricazioni (e di nuovo è un problema morale) abbandonando il campo dello studio puro per contaminarlo con questioni morali. Prima dovresti dimostrare perché una razza e secondo quali sfumature e realtà molteplici non potrebbe essere inferiore. Questo tuo approccio didattico o per le logiche divulgative, sarebbe accettabile se fosse un approccio formulato da un prete, ma anche da un qualsiasi ideologo o propagandista (l'esempio è volutamente esasperato per capirsi). Il metodo e lo studio deve essere super-partes; di là di cosa pensiamo noi e di là delle considerazioni: non solo morali, ma persino etiche. Poi "superiore", in che senso? Cosa significa «superiore»? In quale ambito e in rapporto a quali ambizioni sociali? Colori questi concetti di colori personali o socialmente validi per la maggiore (cosa facciamo della verità, una questione di maggioranza?), ma che non pertiene la natura di un'indagine cristallina. Le tue Lezioni - certamente interessanti e ben esposte - sono macchiate da un allusivo «politicamente corretto» e da un modernismo che è ben lungi dal poter esser considerato «ovvio» così come lo annunci, sia direttamente, sia implicito nelle logiche dei significati. A volte assumi i toni di una predica; che non interessa quanto sia condivisibile o meno, e quanto sia di alto livello o meno, sempre predica rimane.
@@calverozara Grazie per la corposa critica difficile rispondere in un commento. Ma una cosa è certa l'antropologia non é una scienza in cerca di leggi certe ma interpretazione. Non credo in quello che tu chiami oggettivo e soprattutto non credo nella neutralità , quindi si quando faccio lezione sono di parte. Oltretutto chi si spaccia per neutrale é sempre il più posizionato ma si nasconde dietro una fantomatica oggettività.
la critica all'etnocentrismo è etnocentrica nella sua stessa dichiarazione. E' figlia della stessa cultura alla quale tu appartieni ("tu sei"), e ne dai un giudizio di merito. Più concretamente la critica all'etnocentrismo è il tentativo con chiara visione etnocentrica (occidentale) di introdurre una metodologia relativista (per chi?) nel descrivere altre culture. Nella tua stessa frase "urgenza di distruggere il concetto etnocentrico" esprimi l'etnocentrismo ai suoi alti livelli, comprensivo del lessico che stai utilizzando. Stessa cosa per il discorso sull'antropocentrismo dove da "riassunto di una lezione" ne scaturisci un discorso politico sulla tua visione etnocentrica (figlia della tua cultura) del rapporto tra la specie uomo e la natura (noi non siamo natura?).
Non concordo assolutamente con la tua opinione, se guardi la prima lezione parlo di antropologia come capacità di sapersi mettere in prospettiva proprio con l'altro culturale e quindi minare una visione etnocentrica o se preferisci come direbbe De Martino cercare di avere sempre una posizione etnocentrica critica che significa cerco di sapere chi sono ma sono anche certo di non essere "il meglio" quindi relativizzo il mio sguardo e mi apro alla scoperta di altre cosmovisioni. Sulla questione della mia critica a l’antropocentrismo non comprendo la tua posizione, ovviamente possiamo non concordare ma penso di aver spiegato semplicemente quello che penso.
@@AndreaStaid li ho guardati i tuoi riassunti, tutti. Non commento a caso. Mettiamola più semplice. Tu sei un insegnante giusto? Quindi dovresti sapere di che epoca è il metodo comparativo di Tyler e quale fosse il contesto culturale nel quale è stato sviluppato. Bene, sono passati 150 anni. Contestualizza se vuoi portare una critica ad una teoria vecchia di 150 anni e già ampiamente superata circa 90 anni fa. Inoltre, per portare la tua critica all'etnocentrismo, la porti da una tua visione etnocentrica (figlia della tua cultura che in questo momento assumi a superiore per poter criticare la cultura precedente), e ne dai oltretutto una visione estremamente parziale ("decostruire l'immagine dell'uomo bianco") e, appunto, etnocentrica. Poi se vuoi possiamo parlare del perchè tutte le culture del mondo (comprese quelle "tradizionali") siano etnocentriche. Vuoi "decolonizzare il tuo sguardo etnocentrico?". Vai in una qualsiasi scuola primaria dove il 50% degli alunni è al giorno d'oggi figlio di etnie miste, e portaci i tuoi studenti e intervistate quei bambini. Loro non hanno problemi di "sguardo colonialista", potrebbero insegnarvi -sul campo- molte cose e farlo in maniera molto pratica. Dodpodichè vi accorgereste che anche quella comunità (la classe) è etnocentrica, a modo suo. E magari potreste chiedervi perchè.
@@ispanicoproduction5123 ok grazie con i miei studenti in questi anni siamo stati in villaggi Rom, scuole primarie, case del rifugiato...proprio per fare quello che suggerisci, per la questione decoloniale ecco i miei suggerimenti www.etsy.com/it/listing/113667304/colonizzazione-e-decolonizzazione?ref=landingpage_similar_listing_top-1 e www.etsy.com/listing/896272575/lanarcho-indigenisme-book-fr?ref=shop_home_active_1&fbclid=IwAR3AEsojlnx5ztftxPhLj6aDxmsHysx0shnQLGlfoJigC80wGWoGLdZ3LnQ
@@AndreaStaid Ed in tutti questi anni non vi siete ancora accorti che la critica all'etnocentrismo è etnocentrica? Vedi un conto è (da un professore universitario) sentirsi spiegare cosa sia l'etnocentrismo, cosa sia la critica etnocentrica, un conto è sentire le cose che stai dicendo in questo video. Credo che Geertz a questo punto si sia messo a sogghignare.
@@ispanicoproduction5123 Cavolo di geni abbiamo che insegnano all'università! La posizione di questo insegnante è la più dannatamente occidentale dei nostri tempi.
È ambiguo il termine decelerare, sarebbe più adeguato svilupparsi compatibilmente con l'ecosistema, per non accostarsi al pensiero erroneo di decrescita felice
chiaro, semplice, non superficiale, pieno di significato, grazie
grazie per la semplicità attraverso cui certi argomenti all'interno di termini poco "conosciuti e compresi" sono diventati altamente formativi.
GRAZIE
Chiaro e sintetico. Grazie davvero.
Ti devo fare i complimenti per il canale, preziosissimo
GRAZIE
etno, antro, relativo....sono delle parole che faccio fatica a dire, ma il tuo discorso è verissimo !!
Mi devo dare antropologia culturale all'accademia di belle Arti, e piano piano sto ritornando ad avere la passione per questa materia e finalmente aver capito in cosa consiste, come si studia, e le altre cose. Mi sei molto utile e ti ringrazio. Buona giornata e buon lavoro! 😄
Grazie! E buono studio
Grazie. Non sono una tua studentessa ma trovo splendido ascoltare la tua diffusione di saperi. Davvero un canale di valore! Mi sono iscritta. Un saluto :)
grazie mille e buone lezioni online allora
Salve volevo chiedere il relativismo epistemologico è inerente al relativismo metodologico di cui parla? oppure è una branchia del relativismo completamente diversa?
No il relativismo metodologico é una interpretazione critica del relativismo e.
grazie prof. Staid.Farò vedere la sua lezione ai miei studenti🏆🏆
Grazie a lei e buone lezioni
@@AndreaStaid Grazie Prof. seguirò le sue lezioni👏👏
Condivido totalmente...
Tutto chiarissimo, grazieeee!
Grazie. Sto studiando Antropologia culturale per prendere i 24 CFU per insegnare ma approfitto di questo per approfondire una materia molto interessante che non avevo affrontato nel mio percorso di studi di Lettere Moderne Vecchissimo ordinamento. Una domanda: sono interessata all'approccio antropologico sulla condizione della donna nelle diverse culture. Mi puó consigliare una lettura su questo argomento?
Buonasera Erica scusami per l'attesa mi ero perso il tuo commento, ti consiglierei questo testo Forni, Silvia, Pennacini, Cecilia, Pussetti, Chiara, Antropologia, genere,
riproduzione. La costruzione culturale della femminilità
Intanto grazie! Domanda: ma etnocentrismo, nella tua definizione, è proprio solo della civiltà occidentale? Non è etnocentrico qualsiasi approccio di una cultura che si sente superiore ad un altra (es. Cina, Giappone, "mondo islamico", ecc)?
Buonasera Silvia, in questo caso lo uso come specificatamente legato all'Occidente e alla colonizzazione culturale, economica e politica.
@@AndreaStaid grazie. Sì, era abbastanza evidente, ma è una accezione particolare, ristretta, del termine, corretto?
@@silviamorara1538 direi che la definizione generale e corretta è quella del dizionario treccani: etnocentrismo Termine coniato dal sociologo G.W. Sumner (Folkways, 1907) per indicare la tendenza a giudicare i membri, la struttura, la cultura e la storia di gruppi diversi dal proprio, con riferimento ai valori, alle norme e ai costumi ai quali si è stati educati. Quasi sempre l’e. comporta la supervalutazione della propria cultura e, di conseguenza, la svalutazione della cultura altrui.
@@AndreaStaid buona serata e, ancora, grazie per la risposta ma soprattutto per quello che sta facendo.
@@silviamorara1538 Quando in Europa si diffonde il metodo scientifico ( che proveniva dall'antico mondo ellenistico vedi Alessandria d'Egitto), quando scienziati come Linneo iniziarono a catalogare per Specie e sottospecie, vegetali, animali e minerali. Si era aperta la strada alla superioritá razziale. Gli scienziati applicarono lo stesso metodo di catalogazione anche agli umani, per esempio per il colore della pelle. Cosi si diffuse l'ideologia razziale. Il termine stesso < razza> ha cambiato significato da < razione> (parte di un insieme) a < sottospecie> o < altra specie> .
Prima dello sviluppo capitalistico, della rivoluzione industriale e commerciale, il razzismo era sconosciuto, nessun umano pensava di essere superiore per etnia, ma solo per censo. Nel PRE- capitalismo non si ponevano nemmeno l'idea di uguaglianza, c'erano nobili e servi, clero e schiavi, patrizi e plebei. PUNTO!
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Con la diffusione delle parole d'ordine della borghesia (allora rivoluzionaria) < Fraternitá uguaglianza e libertá >(solo tra padroni sia chiaro, anche se non veniva detto, quello era ed é tuttora), per poter giustificare il proprio dominio borghese dovevano sviluppare una ideologia di "razza superiore", ovvero
Fu cosi che si diffuse nel mondo l'idea della superioritá occidentale, bianca europea.
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Anche tra e negli altri popoli esisteva un concetto di superioritá, ma era dato da ideologie culturali, come l'islam ed il loro Allah, ma con il colonialismo europeo si diffuse nel mondo l'idea che i bianchi erano superiori agli altri, giustificando cosi l'espoliazione sistematica delle materie prime, del suolo e sottosuolo ed il traffico di schiavi, ma bada bene: era solo una mera "giustificazione" per trarre profitti. Non c'era altro scopo.
L' etnocentrismo culturale europeo aveva come scopo il controllo ed il dominio economico degli altri popoli, mentre per esempio quello islamico aveva (si anche il controllo commerciale), ma loro credevano fermamente di dover diffondere la loro religione innanzitutto. Infatti hanno catechizzato neri, gialli marron verdi e blu allo stesso modo, non hanno fatto distinzioni razziali, c'erano sceicchi neri in Africa e sceicchi gialli o marron in Asia.
N: mi scuso per l'uso improprio del colore per indicare etnie differenti, lo adopero con lo scopo di .
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1- diffusione delle ideologie razziali.
2- Sfruttamento delle colonie.
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Scusa Andrea, premettendo che ti trovo a tuo agio con una dialettica e una "pedagogia" delle nozioni, e quindi è piacevole ascoltare; premettendo che certamente potremmo essere d'accordo su tutto, indi sulle conseguenze di quello che definiamo etnocentrismo (ma non è questo il punto, cioè delle nostre valutazioni personali); però, detto questo, ti devo contestare la componente moralistica che imponi alle tue considerazioni, a tratti anche dilettantesca in proporzione al registro più alto delle formulazioni generali. Quello che è "ovvio" è ovvio moralmente, ma non è detto lo sia di fatto. Quello che per Te è deplorevole, potrebbe non esserlo per altri; chi ha ragione? Tu? Tu e la tua visione di come dovrebbe andare il mondo? E chi lo dice? Sempre Tu? ... non ci siamo, dacché: così come una scala dei valori - appunto culturali e di retaggi, oggi, potrebbe (e certamente lo sarà) essere in antitesi con una scala di valori, che so, ben cristallizzatasi in epoca ellenica, così potrebbe accordarsi per metà ad altre latitudini culturali, e quindi? Tu non puoi (non puoi se vuoi essere oggettivo e scientifico), dicevamo, non puoi partire lasciando chiaramente intendere che è sbagliato (sbagliato per Te soggettivamente) che una "razza/etnia" si ritenga superiore, poiché porta, come è noto, a potenziali prevaricazioni (e di nuovo è un problema morale) abbandonando il campo dello studio puro per contaminarlo con questioni morali. Prima dovresti dimostrare perché una razza e secondo quali sfumature e realtà molteplici non potrebbe essere inferiore. Questo tuo approccio didattico o per le logiche divulgative, sarebbe accettabile se fosse un approccio formulato da un prete, ma anche da un qualsiasi ideologo o propagandista (l'esempio è volutamente esasperato per capirsi). Il metodo e lo studio deve essere super-partes; di là di cosa pensiamo noi e di là delle considerazioni: non solo morali, ma persino etiche. Poi "superiore", in che senso? Cosa significa «superiore»? In quale ambito e in rapporto a quali ambizioni sociali? Colori questi concetti di colori personali o socialmente validi per la maggiore (cosa facciamo della verità, una questione di maggioranza?), ma che non pertiene la natura di un'indagine cristallina. Le tue Lezioni - certamente interessanti e ben esposte - sono macchiate da un allusivo «politicamente corretto» e da un modernismo che è ben lungi dal poter esser considerato «ovvio» così come lo annunci, sia direttamente, sia implicito nelle logiche dei significati. A volte assumi i toni di una predica; che non interessa quanto sia condivisibile o meno, e quanto sia di alto livello o meno, sempre predica rimane.
@@calverozara Grazie per la corposa critica difficile rispondere in un commento. Ma una cosa è certa l'antropologia non é una scienza in cerca di leggi certe ma interpretazione. Non credo in quello che tu chiami oggettivo e soprattutto non credo nella neutralità , quindi si quando faccio lezione sono di parte. Oltretutto chi si spaccia per neutrale é sempre il più posizionato ma si nasconde dietro una fantomatica oggettività.
bella analisi direi ottima
ma quelli vogliono tutto cio '
la critica all'etnocentrismo è etnocentrica nella sua stessa dichiarazione. E' figlia della stessa cultura alla quale tu appartieni ("tu sei"), e ne dai un giudizio di merito.
Più concretamente la critica all'etnocentrismo è il tentativo con chiara visione etnocentrica (occidentale) di introdurre una metodologia relativista (per chi?) nel descrivere altre culture. Nella tua stessa frase "urgenza di distruggere il concetto etnocentrico" esprimi l'etnocentrismo ai suoi alti livelli, comprensivo del lessico che stai utilizzando.
Stessa cosa per il discorso sull'antropocentrismo dove da "riassunto di una lezione" ne scaturisci un discorso politico sulla tua visione etnocentrica (figlia della tua cultura) del rapporto tra la specie uomo e la natura (noi non siamo natura?).
Non concordo assolutamente con la tua opinione, se guardi la prima lezione parlo di antropologia come capacità di sapersi mettere in prospettiva proprio con l'altro culturale e quindi minare una visione etnocentrica o se preferisci come direbbe De Martino cercare di avere sempre una posizione etnocentrica critica che significa cerco di sapere chi sono ma sono anche certo di non essere "il meglio" quindi relativizzo il mio sguardo e mi apro alla scoperta di altre cosmovisioni.
Sulla questione della mia critica a l’antropocentrismo non comprendo la tua posizione, ovviamente possiamo non concordare ma penso di aver spiegato semplicemente quello che penso.
@@AndreaStaid li ho guardati i tuoi riassunti, tutti. Non commento a caso.
Mettiamola più semplice. Tu sei un insegnante giusto? Quindi dovresti sapere di che epoca è il metodo comparativo di Tyler e quale fosse il contesto culturale nel quale è stato sviluppato. Bene, sono passati 150 anni. Contestualizza se vuoi portare una critica ad una teoria vecchia di 150 anni e già ampiamente superata circa 90 anni fa.
Inoltre, per portare la tua critica all'etnocentrismo, la porti da una tua visione etnocentrica (figlia della tua cultura che in questo momento assumi a superiore per poter criticare la cultura precedente), e ne dai oltretutto una visione estremamente parziale ("decostruire l'immagine dell'uomo bianco") e, appunto, etnocentrica.
Poi se vuoi possiamo parlare del perchè tutte le culture del mondo (comprese quelle "tradizionali") siano etnocentriche.
Vuoi "decolonizzare il tuo sguardo etnocentrico?". Vai in una qualsiasi scuola primaria dove il 50% degli alunni è al giorno d'oggi figlio di etnie miste, e portaci i tuoi studenti e intervistate quei bambini. Loro non hanno problemi di "sguardo colonialista", potrebbero insegnarvi -sul campo- molte cose e farlo in maniera molto pratica.
Dodpodichè vi accorgereste che anche quella comunità (la classe) è etnocentrica, a modo suo. E magari potreste chiedervi perchè.
@@ispanicoproduction5123 ok grazie con i miei studenti in questi anni siamo stati in villaggi Rom, scuole primarie, case del rifugiato...proprio per fare quello che suggerisci, per la questione decoloniale ecco i miei suggerimenti www.etsy.com/it/listing/113667304/colonizzazione-e-decolonizzazione?ref=landingpage_similar_listing_top-1
e
www.etsy.com/listing/896272575/lanarcho-indigenisme-book-fr?ref=shop_home_active_1&fbclid=IwAR3AEsojlnx5ztftxPhLj6aDxmsHysx0shnQLGlfoJigC80wGWoGLdZ3LnQ
@@AndreaStaid Ed in tutti questi anni non vi siete ancora accorti che la critica all'etnocentrismo è etnocentrica?
Vedi un conto è (da un professore universitario) sentirsi spiegare cosa sia l'etnocentrismo, cosa sia la critica etnocentrica, un conto è sentire le cose che stai dicendo in questo video. Credo che Geertz a questo punto si sia messo a sogghignare.
@@ispanicoproduction5123 Cavolo di geni abbiamo che insegnano all'università! La posizione di questo insegnante è la più dannatamente occidentale dei nostri tempi.
È ambiguo il termine decelerare, sarebbe più adeguato svilupparsi compatibilmente con l'ecosistema, per non accostarsi al pensiero erroneo di decrescita felice