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Sono straniero e devo dire che mi piacciono tantissimo questi video in cui parli su come si usa l'italiano nelle diverse zone geografiche della penisola, non solo il parlato ma anche la grammatica. Ti prego di continuare a farli!
@@PodcastItaliano Sì, falli ti prego Davide! Ovviamente ho visto quel video sulle differenze fonetiche, appunto non mi sono perso neanche uno dei tuoi video e shorts! Arrivederci!
Molto Interessante. Io sono abruzzese e confermo i tratti regionali da te descritti: troncamento dei verbi all'infinito, l'uso di tenere al posto di avere, l'uso di stare al posto di essere ecc...
Ciao Davide d´Argentina. Io nacqui qua ed imparai l´italiano a scuola. A quel tempo erano ancora maestri italiani di parecchi regioni, allora s´imparava una lingua abbastanza neutra, ma invece io scelsi una manera piuttosto meridionale perche sono d´origene molisano, e cosí mi sento. Ho avuto la fortuna di visitare l´Italia tre volte. Non ho imparato mai nessun dialetto e questo non mi fa sentire male. Devo dirti Davide che i tuoi video mi piaciono assai- Saluti tanti caro.
Vivo in Piemonte, in provincia di Alessandria. Qui non si usa l'articolo davanti ai nomi propri di persona. Ricordo una famiglia di amici della provincia di Bergamo che nel parlare quotidiano, usavano sempre l'articolo davanti ai nomi, sia femminili che maschili, almeno in contesti familiari /confidenziali. (es. LO Stefano, LA Mirella...) Bellissimi questi video! Sono davvero interessanti anche per chi è madrelingua... Grazie Davide, per il modo sempre garbato ma al tempo stesso simpatico con cui riesci a trattare questi argomenti. Ottimo lavoro, come sempre!! 👍😊
Ciao Davide e grazie per questo video. Il passato remoto in Calabria si usa quando si parla in dialetto, quasi mai quando si parla in italiano. Un saluto!
A proposito del non uso del passato remoto al Nord: ho notato che nella mia zona, bassa Lombardia/ Emilia occidentale, esso è talvolta sostituito dal trapassato prossimo , in particolare quando ci si riferisce a fatti molto lontani nel tempo. Del tipo "ricordi quella volta che ero andato a Vienna con Laura?". Suona strano in Italiano ma, conoscendo i dialetti della zona, so che è una forma mutuata proprio dal dialetto, infatti si sente usare più frequentemente dagli anziani.
Ti faccio i miei complimenti per l’approccio sulle lingue regionali…in passato (ho 65 anni) c’erano due tendenze, quella che abiurava il dialetto con castighi o multe e quella che promuoveva il teatro e la poesia dialettale. Sul portoghese io vivo a Lisbona e non c’è lingua più facile per un bresciano come me…
Sono dell'Umbria e sia il troncamento dei verbi all'infinito/dei nomi propri e sia l'uso del verbo "stare" al posto di "essere" sono caratteri tipici del parlare della mia regione e sentirli spiegare per la prima volta in un video mi ha fatto molto piacere dato che di solito non se ne parla mai 😅😂. Ad ogni modo, spiegato molto bene 😄
Many years ago I left Italy as a lad. Hence I haven't learned Italian at school and I haven't kept up with developments. I speak it accentless and -as it appears- fluently, and people assume I can hold conversations at a certain level. In reality some "advanced" words I haven't yet used actively and I sometimes need to scramble in conversation. Sometimes I also need time in finding a word. Sometimes my language may sound a bit archaic. Your video on differences in Italian I find extremely interesting. Having lived abroad for a long time I have encountered people from other regions who spoke slightly different. Now I advanced a step in understanding these differences. The way you speak is very clear and you hold the thread of the conversation extremely well. Great video. Thanks very much!
I think its really interesting how in north italy they use more passato prossimo while in south italy they use more passato remoto. In Spanish the same thing happens but between Spain and Latin america, in Spain they tend to use the equivalent of passato prossimo for things that may have happened a long time ago while in Latin america we use the equivalent of passato remoto for things that may have only just happened.
Un super video!! Grazie Davide perché frequentemente gli alunni mi fanno la domanda sulle differenze regionali dell'uso dell'italiano. Ecco il materiale perfetto al riguardo❤
Grazie mille, ho trovato questo video davvero bello, interessante, ben fatto, preciso e dettagliato. Oltreché molto istruttivo e piacevole da seguire. In effetti, a me pare che la nostra bellissima lingua italiana sia sempre meno correttamente conosciuta e utilizzata. Basta aprire la sezione commenti di un qualunque "social" per rendersene abbondantemente conto, purtroppo. Ci si trova veramente di tutto. Molto spesso, anzi, un campionario delle peggiori bestialità (almeno secondo me). Giusto per dirne una, oggi pare sia diventato davvero molto difficile trovare alcune locuzioni o forme grammaticali semplici, di largo uso quotidiano, scritte correttamente. Classici esempi: 1) "Tutto apposto" invece di "Tutto A POSTO" 2) "Sono (o vado) a lavoro" invece di "Sono (o vado) AL LAVORO" 3) I pronomi personali, addirittura ... ad esempio, l'uso (incredibile, ma vero) di "li" al posto di "gli": "Ho visto mio padre e li ho detto" invece di "GLI ho detto" 4) "Affianco", "Apparte" (e tante altre disastrose forme analoghe) invece dei corretti "A FIANCO", "A PARTE" 5) Errori a non finire quando si tratta di scrivere correttamente le varie forme di "ce", "c'è", "ne", n'è", eccetera 6) Addirittura le "h" al posto sbagliato: "Non o capito", "L'hanno scorso" ... E giuro che non mi sto assolutamente inventando nulla, provare per credere ... E si potrebbe teoricamente proseguire più o meno all'infinito. Al che - chiedo scusa - ma almeno a me sorge piuttosto spontanea una banale domanda: Ma chi scrive così (o magari anche drammaticamente peggio) un libro - un buon libro, intendo - se l'è mai comprato in vita sua ...? E l'ha eventualmente mai letto ...? Lungi da me, per carità, voler fare "il maestrino" di turno. Tra l'altro, niente del genere sarebbe più estraneo al mio carattere e al mio modo di vedere le cose. Però, porca miseria ... non è, secondo me, neanche possibile (e accettabile) che l'italiano, generalmente, venga letteralmente massacrato in questo e altri numerosissimi incredibili modi ... Non so ... tu cosa ne pensi, per curiosità ...? Se ti va di dirlo, naturalmente. Per chiudere, grazie mille ancora e complimenti sinceri. Un abbraccio, buona serata 🙂🙂
Ciao! bellissimo e molto interessante il tuo video!ti scrivo dalla Romagna (Forlì)dalle nostre parti si usa l’espressione errata "Ho rimasto” anziché " mi è rimasto"x esempio: Ho rimasto solo un piatto di cappelletti😅😂grazie per i tuoi contenuti.
Vivo in Campania e vorrei dare un feedback a questo brillante video. - Utilizzo del passato remoto: avevo sentito in TV un allarme relativo alla lenta scomparsa dell’uso del passato remoto, ma rimasi attonito dato che sia io sia la mia cerchia lo adoperiamo quotidianamente. Dissento, però, dall’eccesso dell’uso: nella mia area non c’è (guardando la serie Montalbano, i tuoi esempi mi ricordano le sue battute, quindi mi viene da pensare che in Sicilia sia presente, ma spero che un siciliano ci dia un suo feedback a riguardo). - Verbi sintagmatici: sono usati anche qui, fanno parte del parlato quotidiano. - Uso del “te” anziché “tu”: confermo che qui non si usa in quel modo, io adopero sempre il tu eccetto nella domanda “E te invece?”. - Stare al posto di essere: SEMPRE. Ormai penso che in questo contesto il verbo essere sia in via di estinzione nel parlato 😂. Ovviamente, non lo uso mai nello scritto. - Congiuntivo imperfetto esortativo: vero, qui si tende a usarlo, ma è più probabile che lo dica una persona che non padroneggia completamente la lingua italiana (non è così raro trovare persone che parlino napoletano in quasi tutti i contesti di vita e che abbiano avuto insegnanti non proprio per la quale a scuola), quindi tende a immettere il dialetto (dando l’italiano regionale). Difatti, in napoletano si usa proprio il congiuntivo imperfetto. Es.:”E c m’o ricess c’agg sbagliat” (non so scriverlo, trascrivo la pronuncia). - Troncamento degli infiniti e dei nomi: è linfa vitale. Es.: “Tutto appo’, che stai a fa’, voglio anda’, sta a cade’ tutto” o “Gianfra’, Mari’, Danie’, Alessa’, Gianpa’ “ ecc. - Tenere al posto di avere: stesso discorso del congiuntivo imperfetto sopra. - Aggiunta dell’articolo prima dei nomi propri: no. - Uso transitivo dei verbi intransitivi: non mi risulta che ci sia questa tendenza qui, a meno che le persone non parlino in dialetto. - Aggiunta della preposizione a: confermo. Nella mia esperienza, direi nel 50% dei casi (in napoletano si aggiunge di regola la “a” nelle medesime situazioni). Note: per chi non lo sapesse, il sud Italia è stato assoggettato alla dinastia dei Borboni, sovrani spagnoli, fino al 1861. Questo ha fatto sì che, inevitabilmente, si siano avute influenze della lingua spagnola in quella napoletana. Inoltre, dato che prima della seconda guerra mondiale c’era l’obbligo scolastico esteso solo alle scuole elementari e la maggior parte delle famiglie non conosceva affatto la lingua italiana, qui si trovano facilmente persone anziane che capiscono l’italiano, ma che non lo parlano. Quindi tu parli loro in italiano e loro ti rispondono in dialetto durante l’intera conversazione (anche di ore).
Ecco qua in Brianza la situazione è particolare. Se sei vicino a Milano l'articolo viene messo solo prima dei nomi femminili, se sali in alta Brianza (e chiaramente continuando a salire anche in Valsassina, Valtellina e così via) invece è comune anche davanti ai nomi maschili. Più sali sulla SS36, per gli amici Valassina, più diventa comune
Ciao Davide :D ti dico innanzitutto che io adoro il tuo canale, imparo sempre qualcosa sulla mia lingua (e me ne innamoro sempre di più). Io sono lombarda (provincia di Brescia) e confermo che usiamo l'articolo davanti ai nomi. Ho studiato a Padova e da quello che ho capito neanche in Veneto usano l'articolo. Credo che sia un'abitudine soprattutto lombarda, ops. Non conoscevo tutte le differenze sintattiche che hai menzionato ed è stato interessantissimo scoprirle! :)
Sono Olandese, vivo in Toscana, ho lavorato a Brescia e ho la fidanzata in Lazio. Molto interessante e riconoscibile! Comunque grazie, con te ho imparato l’italiano!🙏
L’uso transitivo dei verbi intransitivi si trova molto anche in francese : « sortir le chien » , « réussir un examen » etc. La polemica c’è anche in Francia però é diversa : l’Académie stigmatizza questo uso mentre per il locutore francese medio è assolutamente normale.
Sinceramente, non vorrei fare il nazista grammaticale, ma è un uso schifoso. Fa veramente schifo. E non è giustificabile. Esistono costruzioni alternative e semplici per esprimere quei concetti o quelle azioni, senza bisogno di tali orrori "Portare fuori il cane" è troppo complicato? "Riuscire IN un esame" è difficile?
Ciao e complimenti al nostro preparatissimo Prof.👏💯! Confermo l'italiano regionale nelle zone del Sud: "dove sei ? Sto a casa( addirittura 'alla casa'🤭😂)! Quanti figli tieni? Tengo...figli!" Apprezzo tanto la tua pronuncia e l'accento neutro che sei riuscito a coltivare alla perfezione ✔️! Mi dispiace davvero molto di non avere le possibilità per poter usufruire del tuo corso di fonetica 😓, ne sono certa che sarà molto interessante e istruttivo!! Grazie di tutto ciò che stai facendo per noi!Ti saluto con stima, Davide👨!
In provincia di Novara, ovvero un'area in Piemonte con dialetto e italiano regionale con forte influenza lombarda, l'articolo davanti ai nomi propri si mette sempre per i familiari e gli amici, sia maschi che femmine. A volte, se sento menzionare qualcuno della mia cerchia senza l'articolo davanti, penso che si tratti di una persona diversa!!
Sul passato remoto (io sono di Salerno, Campania), vivendo in Veneto ormai da qualche anno ho riflettuto molto a riguardo. Anche perchè lo usavo in maniera quasi istintiva. Ho notato di usarlo solo riferendomi a cose lontane nel tempo, ma in maniera relativa. Ovvero: se compio una stessa azione tutti i giorni, potrei trovarmi ad usare il passato remoto riferendomi alla stessa azione svolta solo pochi giorni prima (Settimana scorsa andai a fare la spesa lì). Se l'azione alla quale mi riferisco è più rara, potrei trovarmi ad usare il passato prossimo. Ovviamente questo è il mio modo di usare il passato remoto e potrebbe soprattutto non essere neanche corretta. La frase "dove andasti ieri?" mi suona davvero strana, ma non so dire il perchè.
Grazie mille Davide; sei da vero bravo👏 e imparo molto da te. Sei stato il primo insegnante che ascolto ad attivare l'ascolto in italiano; sempre molto interessante.
Video molto interessante. In Campania, il passato remoto lo si usa sempre meno, e comunque mai per eventi recenti: non ho mai sentito "Ieri studiai", ma al massimo "il mese scorso studiai" (ma ormai anche in quel caso si preferisce "ho studiato"). L'uso di "Ho chiamato a Maria", sebbene frequente, lo si riconosce per scorretto anche qui. Viceversa, "stare" per "essere" ci sembra molto più naturale (per quanto le persone colte sappiano benissimo che non è italiano standard), e a me personalmente non dispiace, in realtà
Grazie! Sì, anch'io ho l'impressione che il passato remoto stia regredendo anche al sud, ipotizzo per influenza settentrionale. L'oggetto preposizionale è effettivamente descritto dal varie fonti come marcato "diastraticamente", ovvero più comune in certi strati sociali.
Noi in Salento abbiamo un costrutto particolare. Usiamo il gerundio alla "to be going to" per indicare un futuro progettato. "Domani stiamo andando a mare" per dire "domani andremo al mare" non so se è particolare solo dalle mie parti ma alcuni amici del nord all'inizio restavano perplessi. (notare che noi diciamo andare A mare e non AL mare, ma questo vale solo per il mare)
Bel video grazie. Vorrei chiederti se l’uso che si fa al centro sud del verbo starci al posto del verbo essere è corretto. Ci sta Mario o ci sta Maria? Al posto di c’è Mario o Maria? Oppure se ormai é un uso così comune da diventare corretto.
Io sono siciliano, di Catania. Alcune cose che hai detto, sul modo di parlare al Sud, a Catania non valgono😂. Da noi vale l'uso dei verbi intransitivi come transitivi, l'uso della preposizione a e il dire "a me non convince". In quest'ultimo caso, sento tante persone dire anche "a me non mi convince", anche se palesemente errato. Nel frattempo, voglio farti i miei complimenti per il progetto che stai portando avanti. Anche io, in modo un po' piu casual rispetto a te, insegno l'italiano, soprattutto ai parlanti dello spagnolo. I tuoi video mi sono molto utili. Ne approfitto anche per augurarti tanta fortuna e tanto successo. Viva la nostra lingua!
Sono di Brescia città; qui l'articolo è utilizzato da tutti davanti ai nomi femminili anche se il legame con la persona è solo indiretto o molto remoto, mentre è più raro con i maschili. Mia mamma viene invece da una valle bresciana e lì utilizzano l'articolo per i nomi maschili in maniera non dissimile da quanto si fa per i femminili
Io sono di Foligno, in Umbria (il mio accento/dialetto sembra una via di mezzo tra il romano e il maceratese) e confermo tutto quello che è stato detto: - uso prevalentemente, per non dire esclusivamente il verbo "stare", soprattutto all'orale e anche allo scritto per indicare la posizione Es. Dove stai? Sto al centro, sono arrivato da poco (Do' stai? Sto al centro, so' arrivato da poco) Il troncamento dei verbi all'infinito è comunissimo, e anche varie locuzioni quali "stare+ a v.infinito" Es. Che stai a fa' adesso? Sto' a magna' Molto comune anche il troncamento alla prima sillaba tonica dei nomi di persona, soprattutto in senso vocativo Es. Cami' (Camilla), datte 'na calmata! A France' (Francesco/a), ma che stai a di'? Anche il "ma che...a fare?" è comune, e può avere un'accezione aggressiva/impositiva o scherzosa in base al contesto. Es. Ma che ce vai a fa' da quello? Ma che me lo dici a fa'? Poi ci sono anche varie forme dialettali nell'uso delle desinenze verbali Per esempio i verbi alla prima persona del plurale del presente dell'indicativo cambiano la vocale tematica, a differenza dell'italiano standard Es. Magnamo, parlamo, famo, (facciamo), annamo (andiamo) Semo (siamo), credemo, corremo Dormimo, 'imo/'iemo (andiamo), capimo Poi molti verbi irregolari sono diversi Sò (sono), fò (faccio), vò (vado), voli (vuoi) ecc. Molto comune è anche l'utilizzo del congiuntivo imperfetto, che fino a qualche minuto fa credevo essere completamente accettabile e comune in tutta Italia Es. Se non ci vuole andare che me lo dicesse Se nun ce vole anna'/'i, che me lo dicesse Tuttavia la maggior parte di queste caratteristiche sono a tutti gli effetti dovute a interferenze con il dialetto locale, che è sufficientemente simile all'italiano standard per causare a volte confusione...soprattutto nel caso del verbo "stare" e del congiuntivo imperfetto
Grazie per la testimonianza! Il nonno della mia compagna è folignate ma si è trasferito a Torino a 11 anni (mi pare) e tutt'oggi ha nel suo parlato alcune peculiarità interessanti. Non ho mai capito se siano o meno dovute a influenze dialettali, però. Per esempio, spesso usa la desinenza -ono al posto di -ano anche con i verbi della prima coniugazione ("mangiono", "scherzono", ecc.). Ti risulta?
Bellissimi i tuoi video!!! Complimenti!!!! Sono straniera e sono 10 anni che vivo a Roma. Ero convinta che il mio italiano fosse più o meno standard. Grazie ai tuoi video mi rendo conto quanto sia in effetti "romanizzato"😂
Ho scoperto questo canale solo stamattina e devo dire che e' molto interessante , guardando i tuoi video mi sono chiesto se hai mai fatto un test in cui ci sono parole da completare nei vari modo in cui vengono pronunciate nei vari dialetti , se lo hai gia' fatto lo completerei volentieri , vediamo se capisci da dove scrivo ma non ho dubbi a riguardo :)
Ho scoperto qualcosa meravigliosa oggi: Posso parlare al sud con gli errori che faccio quando parlo. Splendido. Per ogni evenienza, parlo spagnolo e in molti casi aggiungo sempre la 'a' preposizionale, sapendo che non è necessario come in spagnolo. Bellissimo. Certo, bel video, imparo sempre qualcosa di nuovo ogni giorno.
Qué interesante, he nacido en una región de Argentina, con una fuerte presencia de inmigrantes piemontesei (en el este cordobes) y la gramática de esta región, tiene la misma estructura que la presentada en tu vídeo: La Antonella, salir afuera, entrar adentro, Altroché ... saludos!!
Abito in Piemonte e non ho mai sentito utilizzare la forma "la Antonella" nel Piemonte occidentale (da dove arriva la maggioranza degli emigranti piemontesi dell'Argentina: province di Torino e Cuneo). Quindi, probabilmente, arriva da altre regioni, come la Lombardia o dal Piemonte nord-orientale (es. Biella, Vercelli, Novara) e si deve essere diffusa per contatto, perché piaceva o perché la si credeva più corretta. Nel Piemonte occidentale l'hanno adottata solo quei meridionali, che credono faccia "nordico" oppure chi non sa parlare il piemontese.
@@giorgiodifrancesco4590 vengo dal VCO, quindi sono piemontese, ma l'italiano locale è completamente diverso da quello per esempio di Torino. È probabile che gli immigrati non fossero tutti piemontesi, o quantomeno, non tutti del Piemonte occidentale
Secondo me, l'uso dei verbi sintagmatici rappresenta un certo impoverimento del lessico perché sostituisce, rendendo via via più desueti, molti verbi che descrivono con esattezza le azioni più disparate. Per es: MANDAR GIÙ al posto di INGOIARE METTER SU - APPOGGIARE DAR VIA - SVENDERE METTER VIA - CONSERVARE TIRAR SU - FAR CRESCERE e tanti altri
Ciao Davide, mi piace molto quello che fai, tuo TH-cam canale e certamente tuo podcastitaliano 🥳 Come si dice in Russia: «Дай Бог тебе здоровья»😁😁😁 Se non sbaglio in italiano sarà: “Dai Dio ti salute” 😉
A me piace molto la lingua russa, quando gioco a pubg spesso ho dei russi come compagni di squadra e la lingua è molto dura e bella,le parole che sento principalmente sono insulti😂 tipo: blyat, suca blyat, blyat nahui, pasclì, at lisc nara buota.
Sono del sud, precisamente di Potenza (Basilicata). Per motivi di studio sto vivendo al nord (prima Torino, ora Milano) e confermo tutto quello che lui dice sul nord e sul sud. Ho sostenuto inoltre vari esami di linguistica, tra cui linguistica italiana, quindi conosco abbastanza gli argomenti trattati. Per quel che riguarda l'italiano regionale che uso io, il passato remoto da me si usa come dovrebbe essere usato, ossia se parlo di ieri uso il passato prossimo, se parlo di anni fa uso il passato remoto (in ogni caso, "nacqui nel 1999" non lo direi mai, sembra troppo letterario e trecentesco😂). I verbi intransitivi che diventano transitivi li uso, ma solo alcuni. Dico per esempio "mamma salimi il libro quando vieni a Milano" oppure "ti aiuto a salire la spesa", "scendo la spazzatura", ma non dico mai "uscire/scendere il cane"("che lo piscio" non penso si usi da nessuna parte d'italia, è solo un'esagerazione per far ridere😄), "giocare il bambino" lo si può sentire in qualche comune verso la Puglia. Io personalmente non lo uso. Uso spessissimo tenere al posto di avere e la preposizione "a" quando invece non è necessaria, ovviamente limitando questi usi a contesti informali
@@lucadellalombardia9055 Nel parlato colloquiale non si usa praticamente mai. Per esempio io uso il passato prossimo e il trapassato prossimo anche per parlare del medioevo, a meno che non sto facendo un discorso molto formale o nello scritto.
Sono di Melfi (PZ) e posso affermare che il passato remoto non viene utilizzato affatto, forse perchè non esiste nel nostro dialetto. Eppure siamo a soli 50 km da Potenza!
@@michelangelocarnevale5313 Il passato remoto è più comune nelle zone vicino al barese, come anche in Sicilia da quel che ho notato viaggiando. Melfi è quasi Irpinia, per cui non risente di questo uso. Anche nella provincia di Foggia non esiste, a Cerignola è raro, mentre da Canosa in giù lo usano anche per un evento successo il giorno prima. c't dcibb l'alta dej (che ti dissi l'altro giorno?), è espressione prettamente barese e a Foggia non esiste, si dice direttamente (ch't' e ditt l'alt jurn), passato prossimo "che ti ho detto", e le vocali sono pronunciate dolci perché inizia a sfumare verso la lingua siciliana (di cui fa parte anche il salentino). Ci sono tanti livelli di sud anche al suo interno
ottimo video. affascinato davvero! specialmente perche` per noi stranieri, sarebbe un impegno che richiede anni di ricerca per capire e riconoscere questi argomenti. O piu` plausibile: non mai riconosceremmo o categorizzeremo questi piccoli, interessanti abitudini nella lingua. Il fame per i dialetti non muore mai per noi studenti d'italiano.
L'articolo determinativo davanti a nomi propri femminili è la norma in Veneto (e anche nel *dialetto* veneto), mentre per i nomi maschili a quanto so si usa solo in Lombardia e forse in Emilia Romagna.
Sardegna dimenticata o situazione troppo complessa da inserire in questo video? Comunque commento solo a riguardo degli argomenti trattati senza dilungarmi troppo: - usiamo il passato remoto solo nella comunicazione controllata, nel registro informale prevale il passato prossimo; - non usiamo granché i verbi sintagmatici, o meglio, probabilmente non li usiamo quanto nel Nord Italia ma ne usiamo delle forme polirematiche peculiari, tra le varie cito: fare cosa : essere impegnati; dire cosa: rimproverare; - non usiamo l'articolo prima di un nome, quindi non esiste da noi "LA Gianna", né lo usiamo per i cognomi di persone illustri passate e presenti (❌la Deledda, ❌ la Meloni) ma non lo usiamo nemmeno in altre situazioni dove questo sarebbe necessario, come in "vado DAL Dottor Lai" che diventa "vado DA Dottor Lai"; - Usiamo tu e non te; - non usiamo "codesto" sebbene esista l'equivalente nel sardo (cussu); - non usiamo il "si" impersonale per noi come usano invece in Toscana; - non usiamo stare e tenere, rispettivamente al posto di trovarsi temporaneamente e possedere, come usano in Sud Italia (il verbo stare è relativamente poco usato nel sardo e per la funzione citata al suo posto usiamo altri verbi che non esistono in italiano, quindi questi non possono creare calchi; il verbo tenere è sì usato nel sardo per indicare possesso o qualità intrinseca, ma non crea calchi nell'italiano regionale); - con funzione esortativa usiamo il congiuntivo presente e non l'imperfetto; - "a fare" al posto di perché...qui sono dubbioso, ma direi che lo sento raramente quindi credo che quando questo accada sia dovuto forse a causa di prestito mediatico e non faccia parte del nostro Italiano; - usiamo l'oggetto preposizionale, o come lo definiamo noi, l'accusativo personale, quindi "ho visto A Giovanni", e riprendendo quanto detto prima per l'articolo davanti ai nomi, "ho chiamato A Dottor Lai" e non "ho chiamato IL Dottor Lai".
C'è un video con tutti i italiani. Io parlo il romagnolo di Montefeltro, ma come tutti quanti che parlano spagnolo ho capito il sardo abbastanza bene. Meglio del romagnolo di Ravenna che hanno parlato nel video.
Non credo di conoscere quel video di cui parli, ma in generale l'italiano di Sardegna è generalmente corretto, con qualche piccola eccezione relativa ai calchi di cui spesso non ci si rende conto
Grazie Michele, sempre ottimi i tuoi contributi! Sì, mi rendo conto che trascuro un po' la Sardegna nei miei video, dovrò rimediare dedicandole un video prima o poi.
@@PodcastItaliano figurati, la situazione sarda è come detto complessa, come per il video degli accenti regionali non ci sono tratti che ci accomunano ad altre aree italiane, quindi difficile mettere tutto insieme Un video immagino costi parecchio impegno produttivo da cui ci aspetta un ritorno in termini di visualizzazioni, quindi posso ipotizzare che un video apposito per una sola regione poco nota fuori dai confini nazionali possa essere poco redditizio, magari una diretta, con Yasmina o altri esperti di linguistica sarda potrebbe essere meno impegnativa 😉
Davide, ho trovato il troncamento dei nomi per il vocativo: quando chiami qualcuno. Eugè per Eugenio Robè per Roberto Ci si ferma sempre sulla sillaba tonica. L’ho sentito spesso tra i miei amici romani.
Per ciò che riguarda strettamente l'area di Napoli, direi che non facciamo tutto quest'uso del passato remoto, mentre invece usiamo il "tenere" come sinonimo di avere. Non facciamo uso dei verbi transitivi come se fossero transitivi, mentre invece aggiungiamo "a" spessissimo, ma solo parlando in dialetto stretto. Ovviamente questo è quello che sento attorno a me, nel quotidiano, poi ci sono i singoli casi.
Ciao Davide, sono reggino e vivo in Sicilia. Ho vissuto in varie regioni, per lavoro, per un tempo sufficientemente lungo da permettermi di apprendere alcune caratteristiche delle varie lingue regionali. Inutile dirti che da dove provengo, così come dove vivo, l'uso del passato remoto è parecchio diffuso. È parimenti sentito l'uso dei verbi proposizionali, da come hai detto nel tuo video, ed anche l'uso transitivo dei verbi intransitivi.
Qui da me (Lombardia) di solito si mettono gli articoli davanti ai nomi propri se c'è familiarità del tipo "siamo cresciuti insieme nello stesso paese", quindi quando si parla di e con persone della tua stessa cerchia. Ad esempio parlerei DEL Marco ALLA Laura se Marco e Laura sono conoscenze di lunga data del mio paese, ma se parlo di/con qualcuno da fuori allora non metto articoli. Se entri in una scuola, dalla materna alle superiori, TUTTI si mettono gli articoli davanti, e li mettono anche ai cognomi nei professori indistintamente dal genere (IL Russo, LA Bianchi...) :D Nella mia esperienza, questa degli articoli è una cosa più da provincia, mentre a Milano dove accenti e parlate regionali italiane si mescolano, gli articoli si usano meno.
Sono andata in Italia 🇮🇹 dal nord e mezzo fino a Roma, e quindi capisco molto bene quelli della Toscana. Il loro accento è molto chiaro. Avevo un’amica Toscana e mi aveva corretto tante volte specialmente con la pronuncia.
A Palermo, in Sicilia: •"stare" può avere anche il significato di "trovarsi" ma il verbo "essere" è di gran lunga più usato con questo significato. •il congiuntivo imperfetto può essere usato con funzione esortativa, anzi forse anche più del congiuntivo presente. •"a fare" è diffuso in tutta Italia, anche qui. Il troncamento degli infiniti non è una caratteristica dell'italiano regionale siciliano, né della lingua regionale siciliana. "A fare" non diventa "affà", bensì "a fari". Il troncamento dei nomi invece avviene. •Il passato remoto praticamente non si sente nelle persone che parlano solo in italiano, mentre si sente in quelle persone che sono solite alternare il dialetto con l'italiano. Queste infatti hanno una certa propensione a preferire il passato remoto al passato prossimo, dato che il passato prossimo non esiste in siciliano. Queste persone svolgono più o meno inconsciamente una traduzione letterale: ad esempio, "Ju manciai" viene tradotto "Io mangiai". •Questo uso del verbo "tenere", come sostitutivo di "avere", l'ho sentito, ma non è di uso corrente. •L'uso transitivo di verbi intransitivi è molto comune, ma è evitato al di fuori del contesto familiare dato che è stigmatizzato anche qui. •L'oggetto preposizionale è comunissimo con molti verbi. "Chiamare a", "aiutare a", "salutare a" e così via.
Video davvero molto interessante! Complimenti! Io son fiorentino con la ragazza di Caserta e nella sua zona ho sentito una costruzione che non so quanto sia diffusa ma sarei curioso. Usano “LUI ANCORA LO FA” = “LUI ANCORA NON L’HA FATTO”. Per qualsiasi soggetto o verbo: “IO ANCORA VADO” = “IO NON SONO ANCORA ANDATO”; “ANCORA MANGIATE?” = “NON AVETE ANOVRA MANGIATO?” Qualcuno sa se e quanto è diffuso?
Da Siciliano (versante catanese) devo dire che stare per essere non viene praticamente mai usato (fu la prima cosa che notai quando mi trasferii a Roma). L'uso del passato remoto sta progressivamente scomparendo, sostituito ovviamente dal passato prossimo. Diffusissimo l'uso di verbi transitivi in senso transitivo (quasi esclusivamente con oggetti inanimati), e a dire il vero non sono quasi per niente stigmatizzati, a nessun livello (alcuni, come il citato sedersi o sdraiarsi, confondono la propria valenza a causa dell'intransitivo pronominale). Stigmatizzato è invece l'accusativo preposizionale, almeno in contesti "formali" e scritti. Un'altra caratteristica peculiare, che non saprei come definire, è l'esortazione del tipo «Viene qui, mammina» che la madre rivolge al figlio (quindi "mammina" non è vocativo).
Video interessante e molto ben fatto. Anche a Vercelli si usa l'articolo davanti ai nomi propri, sia maschili che femminili. Per quanto riguarda il "troncato" del sud, credo sia più appropriato mettere l'apostrofo, non l'accento (Giova', France'...), essendo una elisione dell'ultima parte della parola.
Posso confermarti che a Napoli quando si parla in italiano utilizziamo normalmente il verbo tenere al posto di avere: tengo fame, tengo sete,non tengo soldi. Inoltre diciamo sempre " Salutami a Mario, a Maria ect". Entrambi, come hai detto, derivano dallo spagnolo e Napoli fu a lungo dominata dagli Spagnoli e tutto ciò influì sul dialetto. Ad esempio una parola che utilizziamo moltissimo a Napoli, anche quando parliamo italiano,è "ceneriera", significa posacenere e deriva dalla parola spagnola "cenicero". Più di una volta parlando italiano utilizzo normalmente questo vocabolo e molte persone di altre regioni non capivano. Complimenti per il canale.
L'errore è dire che Napoli fu "dominata" dagli spagnoli. cioè. gi spagnoli non hanno colonizzato. ma la "corona" era spagnola. in realtà i borbone erano francesi. Lo spagnolo ha influito pochissimo nella parlata. il dialetto ha varie influenze.
@@Vinci98 È stato così, non c'è errore, nessuno ha parlato di colonizzare. Apparteneva alla corona in quei momenti e anche la Spagna proteggeva il sud dall'invasione dei turchi e dei francesi
Complimenti per l'interessante lezione!! Ti sei però scordato di dire che anche in Toscana si trovano le parole ( ma forse qui si entra nei dialetti )....saluti da Livorno ❤❤
Ti ringrazio per questo video, sei bravissimo! Io sono di Napoli e sono anni che dico che esiste un'Italiano del Nord e un Italiano del Sud, che sono una cosa diversa dai dialetti... sentirlo spiegare in maniera organizzata è bellissimo!
Io sono siciliano e so che nel nostro dialetto manca il futuro, e al posto di questo usiamo una costruzione simile a going to in inglese che corrisponde all'italiano "sto andando qui, sto andando a fare questo" tipo "oggi mi 'na ghire a travagghiari" "unne sta ennu?"
Ammetto che è difficile abbandonare l'uso di quei verbi in modo transitivo, visto che è così comodo. Però alcuni usi sono molto più stigmatizzati di altri. Dire "esci il cane" è percepito come molto più grezzo di qualcosa come "esci il portafoglio per pagare".
Ah, interessante. Per te quindi "esci il portafoglio per pagare" è accettabile in determinati contesti? A me piacciono questi verbi intransitivi usati transitivamente e li uso in contesti ironici e colloquiali. Chissà che un giorno non diventeranno lingua standard.
Da quel che ho capito anche in Sardegna l'uso del passato remoto è molto limitato e si preferisce di gran lunga il passato prossimo. Spero che prima o poi ci sarà un video dedicato all'accento o all'italiano regionale sardo, spesso mi sembra che venga dimenticato
Ti confermo che il passato remoto si usa raramente nell'italiano regionale sardo, per lo meno nel registro colloquiale; difficile trattare l'accento sardo in un unico video in quanto non ce n'è uno solo, a meno che non si tratti di quello stereotipato della TV, in quanto è una regione abbastanza grande (dopotutto è la terza per estensione in Italia) con fonetiche diverse in base al dialetto, al massimo potrebbe analizzare due o tre "celebrità" sarde (penso a Shy, Gepi, Salmo...) che sono originarie di zone diverse. L'italiano regionale è molto interessante e in generale lo è per tutte le regioni l'Italia anche perché è un argomento praticamente inesistente qui sul tubo. Non credo che da Davide possa essere ulteriormente interessato a tale argomento, ma se vuoi qualche dritta ti posso consigliare la visione di qualche video sulla variante sarda.
@@michelefrau6072 Giusto. In effetti mi stavo riferendo alla sua serie di video in cui vengono analizzati gli accenti specifici di alcuni capoluoghi, quindi avrei dovuto specificare “l'accento di Cagliari”. Sì, ti sarei grato se mi potessi consigliare qualche video perché è un argomento che mi appassiona particolarmente
@@hashcosmos2181 certamente, non so se yt accetta collegamenti o se li tratta sempre come spam Lezioni di Cagliaritano, 5 episodi di una serie ironica e a tratti triviale sull'italiano regionale sardo e in particolare cagliaritano, c'è molto slang th-cam.com/play/PLt9EbvSxy2o0FMUemNiqMP0uzhxrXpIjv.html Molto più seria questa scaletta di 12 video, tratta il tema già dal titolo, dove usare dei sardismi th-cam.com/play/PL_ckC0e5n-Xm_aIqhtAoKv__690n-_CdS.html Per quanto riguarda gli accenti sardi forse il Cagliaritano è il più noto, ma probabilmente per quanto riguarda il tema della metafonesi Davide potrebbe essere più interessato alle parlate centrali.
@@michelefrau6072 Ti ringrazio! Darò sicuramente un'occhiata a entrambi. Comunque, sarebbe bello se ci fosse un canale, blog o community che si occupa di questi argomenti. Io sono dentro il canale Discord riguardante la lingua sarda (che vabbè, non c'entra niente con l'italiano regionale, però è già qualcosa) ma purtroppo è davvero poco attivo
@@hashcosmos2181 condivido l'interesse, sicuramente esistono pubblicazioni a riguardo, ma non trovo granché a livello amatoriale in rete, razzolando nel web si trova qualcosina su vecchi thread in newsgroup, ma niente di ché, se il video va bene in termini di visualizzazioni possiamo sperare in qualche approfondimento da parte di Davide Discord è un mezzo molto interessante, ci sono anch'io sul server sardo , ma anche su quello della Liga e di Ecolinguist, dove regna ugualmente la stessa situazione stagnante 😅
L'uso di "avant'ieri al posto" di "l'altro ieri". Sono originario della Puglia, ma ho passato gli anni della scuola in Umbria. Dopo anni di prese in giro purtroppo l'ho perso, mia madre ancora non me lo perdona!
Grande! Anche io preferisco chiamarle lingue locali. Comunque il miscuglio linguistico succede anche quando è una lingua ufficiale (vengo dalla Galizia)
Video molto interessante! Io sono di Milano da sempre e Lombardo d'origine. Ti confermo che noi usiamo comunemente l'articolo davanti al nome proprio sia maschile che femminile ma solo quando, come sottolineavi tu, in un contesto confidenziale. Con l'articolo vogliamo sottolineare che si tratta proprio di "quel" Marco o di "quella" Giovanna che conosciamo molto bene. L'uso invece della preposizione "a" davanti ai pronomi: "A me non convince" o "A te chi ti ha chiamato" ... non mi risulta sia di origine settentrionale. Forse, oggi, con la forte presenza di persone provenienti dal sud si è diffuso anche al nord. Per questo lo si sente anche qui. Io, per esempio, non l'ho mai usato. 😊
Davide, questo suo contenuto mi sembra inedito. Per noi, come esponi la fisiologia della lingua è brillante e ci dà un po' più di pace. Capiamo perché fanno quello che fanno e tutto a posto. Non ci facciamo tanti problemi perché nostra lingua di partenza è fatta in una maniera, e gli italiani (sono tanti) sono fatti così o cosà. E per essere onesto, trovo similarità tra l'italiano del Sud e il Portoghese. L'uso di "sto" e l'esistenza di un solo passato sono proprio così.
Io sono della Valchiavenna e mi ricordo alle elementari un sacco di miei compagni mettevano pure nei temi i nomi propri con l'articolo davanti, e nel parlato qua in valle li usano TUTTI, davanti a nomi maschili come femminili, e riferirsi a qualcuno senza l'articolo è percepito come freddo e troppo formale. Poi, fino a 10/12 anni ero praticamente ignaro che il pronome personale soggetto "ufficiale" fosse tu e non te, tanto che fino a quel momento non lo avevo mai usato, lo sentivo solo alla tv e con i miei amici mi sembrava roba da doppiatori dare del tu. Una volta dei miei amici di Monza mi avevano detto che "di sopra/da basso/di dietro" fossero dei regionalismi, è davvero così?
sarebbe bello se insegnassero nelle scuole qualche base di linguistica così magari la gente inizierebbe ad apprezzare la varietà linguistica dell'italiano tra le regioni invece di additare e inneggiare all'ignoranza appena qualcuno dice qualcosa di non standard
Da noi in Sardegna in sardo usiamo il verbo tenere come al sud e in spagnolo ma non lo usiamo mai in italiano "no tengu gana de traballai" non ho voglia di lavorare.
Ciao, complimenti per il video🥰 Facendo una riflessione un po' più ampia sui vari italiani regionali, credi che quelli del centro e sud Italia siano considerati in modo negativo? Spesso c'è la tendenza a screditare le espressioni regionali e la cadenza dei parlanti, soprattutto se provenienti dal meridione, ma questa critica ha davvero senso? È necessario eliminare i regionalismi per parlare un italiano corretto? Io personalmente trovo questo fenomeno alquanto pericoloso, perché finirebbe per annientare le peculiarità della lingua italiana. Non so se questa forma di "discriminazione" possa essere definita come accentism (anche se in questo caso non riguarda solamente l'accento), ma mi piacerebbe comunque saperne di più. Se ci sono degli articoli o se sono stati fatti dei video in merito sul canale, sicuramente li recupererò 🥰
Qui campano. La forma "che+verbo+a+fare" la uso e la sento regolarmente. Però, la mia impressione è che le volte in cui indichi un neutrale "perché/per quale motivo" siano piuttosto poche. Spesso lo si usa per una domanda retorica che presuppone un giudizio negativo da parte di chi la fa: "Ma che sei andato a fare?" io lo interpreterei come "perché sei andato?non era meglio che restavi a casa?". Ed è per questo che, secondo me, spesso lo usiamo col senso di "Non c'è bisogna che/non serve che": "Apro la finestra? Che la apri a fare, tanto usciamo ora", "che studio a fare se poi non trovo un buon lavoro".
Hola Davide, c'e una cosa particolare che non ho visto spiegato in nessun video, cioe "piu comune al nord di quanto NON lo siano al sud" In altre parole, perche questo "non?" Pare come il francese con il suo "n'en." Magari ne potresti parlare in uno dei prossimi video, sarebbe fighissimo. Grazie mille come sempre
In francese lo chiamiamo "ne explétif". Si tratta di una rimanenza del latino che non ha nessun significato negativo (nessun significato in generale in realtà :p). Si usa di solito per esprimere l'anteriorita (à moins que), nelle frasi subordinate di comparazione o dopo alcuni verbi di timore (craindre) o di evitamento (empêcher, éviter). Il suo uso è facoltativo. Viene sempre molto utilizzato nella lingua scritta e formale ma tende a scomparire nella lingua informale. Sono quasi sicuro che gli italiani lo usano pressappoco negli stessi casi, anche se la sua omissione mi sembra più frequente rispetto al francese.
In provincia di Treviso sento spesso (e „sbaglio“ pure io) sapere+da invece di sapere+di per indicare un sapore e un odore 😊 Sicuramente deriva dal dialetto
Ciao, sono di Firenze. Le due cose che hai detto della toscana si applicano entrambe. Per quanto riguarda il "codesto" è una variante più specifica, ma è di fatto usato anche "quello", soprattutto se non si ha necessità di specificare. Ad es. "mi passi quel bicchiere?" "quale?" "codesto!" (quello più vicino a te). Si usano anche avverbi come "costì" e "costà" Per quanto riguarda il passato remoto non direi mai "nacqui nel 1995", perché sono viva. Il passato remoto si usa non solo per eventi lontani ma per eventi "conclusi", di cui non si hanno conseguenze nel presente. Ad esempio "quando mi iscrissi all'università" viene usato se l'università è conclusa, "quando mi sono iscritto" si può usare se si è ancora iscritti. Probabilmente non è proprio una regola ferrea, ma di fatto funziona abbastanza così, non è solo una questione di distanza temporale, insomma.
I miei genitori fiorentini usavano spesso espressioni tipo " che ci sei andato a fare. ? " in luogo di " Perché ci sei andato ? " . In entrambe le domande si esprime un desiderio di sapere, una curiosità. Ma non sempre è così. Se io chiedo " che te lo dico a fare? " non è la stessa cosa che chiedere " perchè te lo dico? " La prima domanda sottintende un larvato rimprovero perché, già nel farla, presumo che il mio interlocutore non mi darà ascolto. E ciò non si riscontra nella seconda. domanda.
E' vero, io sono ligure e qui si fa davvero fatica ad usare il passato remoto, suona strano. E' vero anche che spesso a Genova usiamo l'articolo "la" davanti a nome femminile.
La maggior parte degli usi del meridione a cui ti riferisci, in realtà a Roma sono pressoché sconosciuti. "Stare a casa" o "sto al lavoro", si dice, ma col significato di esserci e rimanerci un certo tempo. Se si è di passaggio diciamo "sono". I nomi abbreviati (con elisione e quindi accentati sull'ultima vocale), come France', non si usano però al nominativo, come invece si fa a Milano (Frànce, Lùdo, Dàni, Féde, ecc.), ma solo al vocativo: cioè per chiamare qualcuno. A Roma tendiamo a dire: "Ah France'!"
In Sicilia il passato remoto si usa solo nella lingua regionale, ma nessuno praticamente lo usa parlando in italiano. Ad esempio, se devo dire "ci sono stato/andato ieri", dirò, parlando in italiano, "ci sono andato/stato ieri". Solo se sto parlando in siciliano diró "ci fui ayer' '. "Gliel'ho detto poco fa" = "C' u diss' antura". Ma nessuno, a mia conoscenza, dice "Glielo dissi poco fa". Credo che sia uno stereotipo che non rispecchia la realtà. Peró è possibile che in passato "glielo dissi poco fa" fosse un'espressione usata, anche se ne dubito.
Infatti so che la situazione è molto variabile in Sicilia, ma non essendo esperto sono rimasto sul vago. In ogni caso ci sono zone del Sud (che comunque è un territorio enorme 😅) in cui si usa molto, come la Campania.
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Fonti:
- L'italiano nelle regioni di Alberto A. Sobrero - L'Italia e le sue Regioni (2015) - www.treccani.it/enciclopedia/l-italiano-nelle-regioni_%28L%27Italia-e-le-sue-Regioni%29/
- Italiano dei semicolti e italiano regionale. Tra diastratia e diatopia, di Paolo D'Achille www.ibs.it/italiano-dei-semicolti-italiano-regionale-libro-paolo-d-achille/e/9788833594736
- "Siedi il bambino! No, fallo sedere!", di Vittorio Coletti sul sito della Crusca accademiadellacrusca.it/it/consulenza/siedi-il-bambino-no-fallo-sedere/1575
Ciao Davide, C'e un 404 errore
@William Ruisseau esatto haha
@William Ruisseau go.italki.com/podcastitaliano323
@@wagner9527 go.italki.com/podcastitaliano323
Sono straniero e devo dire che mi piacciono tantissimo questi video in cui parli su come si usa l'italiano nelle diverse zone geografiche della penisola, non solo il parlato ma anche la grammatica. Ti prego di continuare a farli!
Li farò! Hai già visto quello sulle differenze fonetiche?
@@PodcastItaliano Sì, falli ti prego Davide! Ovviamente ho visto quel video sulle differenze fonetiche, appunto non mi sono perso neanche uno dei tuoi video e shorts! Arrivederci!
piacciono anche a me!✋🏼 continua così!
Davide io sono italiano eppure seguo questi video con passione, ti prego fanne altri ahah
Molto Interessante.
Io sono abruzzese e confermo i tratti regionali da te descritti: troncamento dei verbi all'infinito, l'uso di tenere al posto di avere, l'uso di stare al posto di essere ecc...
Ciao Davide d´Argentina. Io nacqui qua ed imparai l´italiano a scuola. A quel tempo erano ancora maestri italiani di parecchi regioni, allora s´imparava una lingua abbastanza neutra, ma invece io scelsi una manera piuttosto meridionale perche sono d´origene molisano, e cosí mi sento. Ho avuto la fortuna di visitare l´Italia tre volte. Non ho imparato mai nessun dialetto e questo non mi fa sentire male. Devo dirti Davide che i tuoi video mi piaciono assai- Saluti tanti caro.
Vivo in Piemonte, in provincia di Alessandria.
Qui non si usa l'articolo davanti ai nomi propri di persona.
Ricordo una famiglia di amici della provincia di Bergamo che nel parlare quotidiano, usavano sempre l'articolo davanti ai nomi, sia femminili che maschili, almeno in contesti familiari /confidenziali. (es. LO Stefano, LA Mirella...)
Bellissimi questi video! Sono davvero interessanti anche per chi è madrelingua...
Grazie Davide, per il modo sempre garbato ma al tempo stesso simpatico con cui riesci a trattare questi argomenti.
Ottimo lavoro, come sempre!! 👍😊
Da bergamasco posso confermarti come in provincia sia normale utilizzare sempre l’articolo determinativo davanti ai nomi propri
Ciao Davide e grazie per questo video. Il passato remoto in Calabria si usa quando si parla in dialetto, quasi mai quando si parla in italiano. Un saluto!
A proposito del non uso del passato remoto al Nord: ho notato che nella mia zona, bassa Lombardia/ Emilia occidentale, esso è talvolta sostituito dal trapassato prossimo , in particolare quando ci si riferisce a fatti molto lontani nel tempo. Del tipo "ricordi quella volta che ero andato a Vienna con Laura?". Suona strano in Italiano ma, conoscendo i dialetti della zona, so che è una forma mutuata proprio dal dialetto, infatti si sente usare più frequentemente dagli anziani.
Mi hai appena fatto notare che io (genovese) lo uso spessissimo
Anche a Milano lo usiamo parecchio
Ti faccio i miei complimenti per l’approccio sulle lingue regionali…in passato (ho 65 anni) c’erano due tendenze, quella che abiurava il dialetto con castighi o multe e quella che promuoveva il teatro e la poesia dialettale. Sul portoghese io vivo a Lisbona e non c’è lingua più facile per un bresciano come me…
Sono dell'Umbria e sia il troncamento dei verbi all'infinito/dei nomi propri e sia l'uso del verbo "stare" al posto di "essere" sono caratteri tipici del parlare della mia regione e sentirli spiegare per la prima volta in un video mi ha fatto molto piacere dato che di solito non se ne parla mai 😅😂. Ad ogni modo, spiegato molto bene 😄
Many years ago I left Italy as a lad. Hence I haven't learned Italian at school and I haven't kept up with developments. I speak it accentless and -as it appears- fluently, and people assume I can hold conversations at a certain level. In reality some "advanced" words I haven't yet used actively and I sometimes need to scramble in conversation. Sometimes I also need time in finding a word. Sometimes my language may sound a bit archaic.
Your video on differences in Italian I find extremely interesting. Having lived abroad for a long time I have encountered people from other regions who spoke slightly different. Now I advanced a step in understanding these differences.
The way you speak is very clear and you hold the thread of the conversation extremely well.
Great video. Thanks very much!
I think its really interesting how in north italy they use more passato prossimo while in south italy they use more passato remoto. In Spanish the same thing happens but between Spain and Latin america, in Spain they tend to use the equivalent of passato prossimo for things that may have happened a long time ago while in Latin america we use the equivalent of passato remoto for things that may have only just happened.
Spain: Yo he ido al Mercado
Latinamaerica: Yo fuí al Mercado
Exacto :)
Un super video!! Grazie Davide perché frequentemente gli alunni mi fanno la domanda sulle differenze regionali dell'uso dell'italiano. Ecco il materiale perfetto al riguardo❤
Grazie mille, ho trovato questo video davvero bello, interessante, ben fatto, preciso e dettagliato. Oltreché molto istruttivo e piacevole da seguire.
In effetti, a me pare che la nostra bellissima lingua italiana sia sempre meno correttamente conosciuta e utilizzata. Basta aprire la sezione commenti di un qualunque "social" per rendersene abbondantemente conto, purtroppo. Ci si trova veramente di tutto. Molto spesso, anzi, un campionario delle peggiori bestialità (almeno secondo me).
Giusto per dirne una, oggi pare sia diventato davvero molto difficile trovare alcune locuzioni o forme grammaticali semplici, di largo uso quotidiano, scritte correttamente. Classici esempi:
1) "Tutto apposto" invece di "Tutto A POSTO"
2) "Sono (o vado) a lavoro" invece di "Sono (o vado) AL LAVORO"
3) I pronomi personali, addirittura ... ad esempio, l'uso (incredibile, ma vero) di "li" al posto di "gli": "Ho visto mio padre e li ho detto" invece di "GLI ho detto"
4) "Affianco", "Apparte" (e tante altre disastrose forme analoghe) invece dei corretti "A FIANCO", "A PARTE"
5) Errori a non finire quando si tratta di scrivere correttamente le varie forme di "ce", "c'è", "ne", n'è", eccetera
6) Addirittura le "h" al posto sbagliato: "Non o capito", "L'hanno scorso" ... E giuro che non mi sto assolutamente inventando nulla, provare per credere ...
E si potrebbe teoricamente proseguire più o meno all'infinito. Al che - chiedo scusa - ma almeno a me sorge piuttosto spontanea una banale domanda:
Ma chi scrive così (o magari anche drammaticamente peggio) un libro - un buon libro, intendo - se l'è mai comprato in vita sua ...? E l'ha eventualmente mai letto ...?
Lungi da me, per carità, voler fare "il maestrino" di turno. Tra l'altro, niente del genere sarebbe più estraneo al mio carattere e al mio modo di vedere le cose.
Però, porca miseria ... non è, secondo me, neanche possibile (e accettabile) che l'italiano, generalmente, venga letteralmente massacrato in questo e altri numerosissimi incredibili modi ...
Non so ... tu cosa ne pensi, per curiosità ...? Se ti va di dirlo, naturalmente.
Per chiudere, grazie mille ancora e complimenti sinceri. Un abbraccio, buona serata 🙂🙂
Ciao! bellissimo e molto interessante il tuo video!ti scrivo dalla Romagna (Forlì)dalle nostre parti si usa l’espressione errata "Ho rimasto” anziché " mi è rimasto"x esempio: Ho rimasto solo un piatto di cappelletti😅😂grazie per i tuoi contenuti.
Vivo in Campania e vorrei dare un feedback a questo brillante video.
- Utilizzo del passato remoto: avevo sentito in TV un allarme relativo alla lenta scomparsa dell’uso del passato remoto, ma rimasi attonito dato che sia io sia la mia cerchia lo adoperiamo quotidianamente. Dissento, però, dall’eccesso dell’uso: nella mia area non c’è (guardando la serie Montalbano, i tuoi esempi mi ricordano le sue battute, quindi mi viene da pensare che in Sicilia sia presente, ma spero che un siciliano ci dia un suo feedback a riguardo).
- Verbi sintagmatici: sono usati anche qui, fanno parte del parlato quotidiano.
- Uso del “te” anziché “tu”: confermo che qui non si usa in quel modo, io adopero sempre il tu eccetto nella domanda “E te invece?”.
- Stare al posto di essere: SEMPRE. Ormai penso che in questo contesto il verbo essere sia in via di estinzione nel parlato 😂. Ovviamente, non lo uso mai nello scritto.
- Congiuntivo imperfetto esortativo: vero, qui si tende a usarlo, ma è più probabile che lo dica una persona che non padroneggia completamente la lingua italiana (non è così raro trovare persone che parlino napoletano in quasi tutti i contesti di vita e che abbiano avuto insegnanti non proprio per la quale a scuola), quindi tende a immettere il dialetto (dando l’italiano regionale). Difatti, in napoletano si usa proprio il congiuntivo imperfetto. Es.:”E c m’o ricess c’agg sbagliat” (non so scriverlo, trascrivo la pronuncia).
- Troncamento degli infiniti e dei nomi: è linfa vitale. Es.: “Tutto appo’, che stai a fa’, voglio anda’, sta a cade’ tutto” o “Gianfra’, Mari’, Danie’, Alessa’, Gianpa’ “ ecc.
- Tenere al posto di avere: stesso discorso del congiuntivo imperfetto sopra.
- Aggiunta dell’articolo prima dei nomi propri: no.
- Uso transitivo dei verbi intransitivi: non mi risulta che ci sia questa tendenza qui, a meno che le persone non parlino in dialetto.
- Aggiunta della preposizione a: confermo. Nella mia esperienza, direi nel 50% dei casi (in napoletano si aggiunge di regola la “a” nelle medesime situazioni).
Note: per chi non lo sapesse, il sud Italia è stato assoggettato alla dinastia dei Borboni, sovrani spagnoli, fino al 1861. Questo ha fatto sì che, inevitabilmente, si siano avute influenze della lingua spagnola in quella napoletana. Inoltre, dato che prima della seconda guerra mondiale c’era l’obbligo scolastico esteso solo alle scuole elementari e la maggior parte delle famiglie non conosceva affatto la lingua italiana, qui si trovano facilmente persone anziane che capiscono l’italiano, ma che non lo parlano. Quindi tu parli loro in italiano e loro ti rispondono in dialetto durante l’intera conversazione (anche di ore).
Ecco qua in Brianza la situazione è particolare. Se sei vicino a Milano l'articolo viene messo solo prima dei nomi femminili, se sali in alta Brianza (e chiaramente continuando a salire anche in Valsassina, Valtellina e così via) invece è comune anche davanti ai nomi maschili. Più sali sulla SS36, per gli amici Valassina, più diventa comune
I cugini di mia madre, che erano di padre lombardo e vivevano a Vigevano (Pavia), dicevano "il Carlo".
anche a Milano si usa l'articolo per i nomi maschili, ma è "facoltativo", mentre "obbligatorio" è il "la" per i nomi femminili.
Vivo a Domodossola e qui si usa indistintamente
Ciao Davide :D ti dico innanzitutto che io adoro il tuo canale, imparo sempre qualcosa sulla mia lingua (e me ne innamoro sempre di più). Io sono lombarda (provincia di Brescia) e confermo che usiamo l'articolo davanti ai nomi. Ho studiato a Padova e da quello che ho capito neanche in Veneto usano l'articolo. Credo che sia un'abitudine soprattutto lombarda, ops. Non conoscevo tutte le differenze sintattiche che hai menzionato ed è stato interessantissimo scoprirle! :)
Lots of interesting lessons and insights into the Italian language. Great diction and also good audio recording.
Sono Olandese, vivo in Toscana, ho lavorato a Brescia e ho la fidanzata in Lazio. Molto interessante e riconoscibile! Comunque grazie, con te ho imparato l’italiano!🙏
Video bellissimo! Io vivo in Italia da 5 anni e non ho ancora smesso ancora di scoprire cose nuove sulla lingua italiana.🥰
sono italiano, vivo in italia da 60 anni, e scopro ogni giorno cose nuove sulla lingua
Ciao, sono italiana e mi piacciono molto i tuoi video! Non conoscevo tutte le differenze di cui hai parlato tu! Saluti dalla Sicilia 😊
Ho appena scoperto i tuoi video. Sono molto interessanti. Grazie.
L’uso transitivo dei verbi intransitivi si trova molto anche in francese : « sortir le chien » , « réussir un examen » etc. La polemica c’è anche in Francia però é diversa : l’Académie stigmatizza questo uso mentre per il locutore francese medio è assolutamente normale.
Il guaio è che la Crusca lo approva.😭
Pure in spagnolo "sacar al perro" "sacar la basura"... ma non saprei dire se l'accetta la RAE. Io direi di si, perché è comune.
@@oyemarta Tutto il mondo è paese.🙂
Sinceramente, non vorrei fare il nazista grammaticale, ma è un uso schifoso. Fa veramente schifo. E non è giustificabile. Esistono costruzioni alternative e semplici per esprimere quei concetti o quelle azioni, senza bisogno di tali orrori
"Portare fuori il cane" è troppo complicato?
"Riuscire IN un esame" è difficile?
"Reussir un examen" o "sacar el perro/la basura" sono corretti
L'equivalente di "codesto", per indicare qualcosa lontana dal parlante ma vicina all'interlocutore esiste in siciliano e anche in spagnolo.
Questo, codesto, quello: chiunque sia andato nelle vecchie scuole, dove si insegnava e si imparava, lo sa, come sa di storia, geografia eccetera.
Ciao e complimenti al nostro preparatissimo Prof.👏💯! Confermo l'italiano regionale nelle zone del Sud: "dove sei ? Sto a casa( addirittura 'alla casa'🤭😂)! Quanti figli tieni? Tengo...figli!" Apprezzo tanto la tua pronuncia e l'accento neutro che sei riuscito a coltivare alla perfezione ✔️! Mi dispiace davvero molto di non avere le possibilità per poter usufruire del tuo corso di fonetica 😓, ne sono certa che sarà molto interessante e istruttivo!! Grazie di tutto ciò che stai facendo per noi!Ti saluto con stima, Davide👨!
È un piacere imparare la lingua italiana con te. Grazie
Ma non in Sicilia: tenere e stare sono usati pressocché come in Italiano
Mi piace conoscere le differenze regionali nella lingua italiana, è fantastico!
In provincia di Novara, ovvero un'area in Piemonte con dialetto e italiano regionale con forte influenza lombarda, l'articolo davanti ai nomi propri si mette sempre per i familiari e gli amici, sia maschi che femmine. A volte, se sento menzionare qualcuno della mia cerchia senza l'articolo davanti, penso che si tratti di una persona diversa!!
Ottimo video, Davide! Che figo che stai imparando il portoghese! Sono brasiliana e te seguo da un bel tempo :) Mi mancano i tuoi podcast!
Sul passato remoto (io sono di Salerno, Campania), vivendo in Veneto ormai da qualche anno ho riflettuto molto a riguardo. Anche perchè lo usavo in maniera quasi istintiva. Ho notato di usarlo solo riferendomi a cose lontane nel tempo, ma in maniera relativa. Ovvero: se compio una stessa azione tutti i giorni, potrei trovarmi ad usare il passato remoto riferendomi alla stessa azione svolta solo pochi giorni prima (Settimana scorsa andai a fare la spesa lì). Se l'azione alla quale mi riferisco è più rara, potrei trovarmi ad usare il passato prossimo. Ovviamente questo è il mio modo di usare il passato remoto e potrebbe soprattutto non essere neanche corretta. La frase "dove andasti ieri?" mi suona davvero strana, ma non so dire il perchè.
Grazie mille Davide; sei da vero bravo👏 e imparo molto da te. Sei stato il primo insegnante che ascolto ad attivare l'ascolto in italiano; sempre molto interessante.
Video molto interessante.
In Campania, il passato remoto lo si usa sempre meno, e comunque mai per eventi recenti: non ho mai sentito "Ieri studiai", ma al massimo "il mese scorso studiai" (ma ormai anche in quel caso si preferisce "ho studiato").
L'uso di "Ho chiamato a Maria", sebbene frequente, lo si riconosce per scorretto anche qui. Viceversa, "stare" per "essere" ci sembra molto più naturale (per quanto le persone colte sappiano benissimo che non è italiano standard), e a me personalmente non dispiace, in realtà
Grazie! Sì, anch'io ho l'impressione che il passato remoto stia regredendo anche al sud, ipotizzo per influenza settentrionale. L'oggetto preposizionale è effettivamente descritto dal varie fonti come marcato "diastraticamente", ovvero più comune in certi strati sociali.
Noi in Salento abbiamo un costrutto particolare. Usiamo il gerundio alla "to be going to" per indicare un futuro progettato. "Domani stiamo andando a mare" per dire "domani andremo al mare" non so se è particolare solo dalle mie parti ma alcuni amici del nord all'inizio restavano perplessi. (notare che noi diciamo andare A mare e non AL mare, ma questo vale solo per il mare)
Interessantissimo. Mi piacciono moltissimo i tuoi video. Imparo sempre di più. Bravo!
Massima stima per chi dice "lingue regionali" al posto di "dialetti". ❤
Bel video grazie. Vorrei chiederti se l’uso che si fa al centro sud del verbo starci al posto del verbo essere è corretto. Ci sta Mario o ci sta Maria? Al posto di c’è Mario o Maria? Oppure se ormai é un uso così comune da diventare corretto.
Io sono siciliano, di Catania. Alcune cose che hai detto, sul modo di parlare al Sud, a Catania non valgono😂. Da noi vale l'uso dei verbi intransitivi come transitivi, l'uso della preposizione a e il dire "a me non convince". In quest'ultimo caso, sento tante persone dire anche "a me non mi convince", anche se palesemente errato.
Nel frattempo, voglio farti i miei complimenti per il progetto che stai portando avanti. Anche io, in modo un po' piu casual rispetto a te, insegno l'italiano, soprattutto ai parlanti dello spagnolo. I tuoi video mi sono molto utili.
Ne approfitto anche per augurarti
tanta fortuna e tanto successo.
Viva la nostra lingua!
Felicidades, una explicación amplia y clara, voz bastante entendible y un buen conocimiento del italuano a vivel gramatical en n, c y s. 💙🇮🇹
Sono di Brescia città; qui l'articolo è utilizzato da tutti davanti ai nomi femminili anche se il legame con la persona è solo indiretto o molto remoto, mentre è più raro con i maschili. Mia mamma viene invece da una valle bresciana e lì utilizzano l'articolo per i nomi maschili in maniera non dissimile da quanto si fa per i femminili
Io sono di Foligno, in Umbria (il mio accento/dialetto sembra una via di mezzo tra il romano e il maceratese) e confermo tutto quello che è stato detto:
- uso prevalentemente, per non dire esclusivamente il verbo "stare", soprattutto all'orale e anche allo scritto per indicare la posizione
Es. Dove stai? Sto al centro, sono arrivato da poco
(Do' stai? Sto al centro, so' arrivato da poco)
Il troncamento dei verbi all'infinito è comunissimo, e anche varie locuzioni quali "stare+ a v.infinito"
Es. Che stai a fa' adesso? Sto' a magna'
Molto comune anche il troncamento alla prima sillaba tonica dei nomi di persona, soprattutto in senso vocativo
Es. Cami' (Camilla), datte 'na calmata!
A France' (Francesco/a), ma che stai a di'?
Anche il "ma che...a fare?" è comune, e può avere un'accezione aggressiva/impositiva o scherzosa in base al contesto.
Es. Ma che ce vai a fa' da quello?
Ma che me lo dici a fa'?
Poi ci sono anche varie forme dialettali nell'uso delle desinenze verbali
Per esempio i verbi alla prima persona del plurale del presente dell'indicativo cambiano la vocale tematica, a differenza dell'italiano standard
Es. Magnamo, parlamo, famo, (facciamo), annamo (andiamo)
Semo (siamo), credemo, corremo
Dormimo, 'imo/'iemo (andiamo), capimo
Poi molti verbi irregolari sono diversi
Sò (sono), fò (faccio), vò (vado), voli (vuoi) ecc.
Molto comune è anche l'utilizzo del congiuntivo imperfetto, che fino a qualche minuto fa credevo essere completamente accettabile e comune in tutta Italia
Es. Se non ci vuole andare che me lo dicesse
Se nun ce vole anna'/'i, che me lo dicesse
Tuttavia la maggior parte di queste caratteristiche sono a tutti gli effetti dovute a interferenze con il dialetto locale, che è sufficientemente simile all'italiano standard per causare a volte confusione...soprattutto nel caso del verbo "stare" e del congiuntivo imperfetto
Grazie per la testimonianza! Il nonno della mia compagna è folignate ma si è trasferito a Torino a 11 anni (mi pare) e tutt'oggi ha nel suo parlato alcune peculiarità interessanti. Non ho mai capito se siano o meno dovute a influenze dialettali, però. Per esempio, spesso usa la desinenza -ono al posto di -ano anche con i verbi della prima coniugazione ("mangiono", "scherzono", ecc.). Ti risulta?
Bellissimi i tuoi video!!! Complimenti!!!! Sono straniera e sono 10 anni che vivo a Roma. Ero convinta che il mio italiano fosse più o meno standard. Grazie ai tuoi video mi rendo conto quanto sia in effetti "romanizzato"😂
Ho scoperto questo canale solo stamattina e devo dire che e' molto interessante , guardando i tuoi video mi sono chiesto se hai mai fatto un test in cui ci sono parole da completare nei vari modo in cui vengono pronunciate nei vari dialetti , se lo hai gia' fatto lo completerei volentieri , vediamo se capisci da dove scrivo ma non ho dubbi a riguardo :)
Ho scoperto qualcosa meravigliosa oggi: Posso parlare al sud con gli errori che faccio quando parlo. Splendido. Per ogni evenienza, parlo spagnolo e in molti casi aggiungo sempre la 'a' preposizionale, sapendo che non è necessario come in spagnolo. Bellissimo.
Certo, bel video, imparo sempre qualcosa di nuovo ogni giorno.
The best Italian teacher at TH-cam !! Grazie Davide ❤
Qué interesante, he nacido en una región de Argentina, con una fuerte presencia de inmigrantes piemontesei (en el este cordobes) y la gramática de esta región, tiene la misma estructura que la presentada en tu vídeo: La Antonella, salir afuera, entrar adentro, Altroché ... saludos!!
Abito in Piemonte e non ho mai sentito utilizzare la forma "la Antonella" nel Piemonte occidentale (da dove arriva la maggioranza degli emigranti piemontesi dell'Argentina: province di Torino e Cuneo). Quindi, probabilmente, arriva da altre regioni, come la Lombardia o dal Piemonte nord-orientale (es. Biella, Vercelli, Novara) e si deve essere diffusa per contatto, perché piaceva o perché la si credeva più corretta. Nel Piemonte occidentale l'hanno adottata solo quei meridionali, che credono faccia "nordico" oppure chi non sa parlare il piemontese.
@@giorgiodifrancesco4590 Meridionali che vogliono "fare nordico ", li compatisco.
@@giorgiodifrancesco4590 vengo dal VCO, quindi sono piemontese, ma l'italiano locale è completamente diverso da quello per esempio di Torino. È probabile che gli immigrati non fossero tutti piemontesi, o quantomeno, non tutti del Piemonte occidentale
Secondo me, l'uso dei verbi sintagmatici rappresenta un certo impoverimento del lessico perché sostituisce, rendendo via via più desueti, molti verbi che descrivono con esattezza le azioni più disparate. Per es:
MANDAR GIÙ al posto di INGOIARE
METTER SU - APPOGGIARE
DAR VIA - SVENDERE
METTER VIA - CONSERVARE
TIRAR SU - FAR CRESCERE
e tanti altri
Ciao Davide, mi piace molto quello che fai, tuo TH-cam canale e certamente tuo podcastitaliano 🥳 Come si dice in Russia: «Дай Бог тебе здоровья»😁😁😁
Se non sbaglio in italiano sarà: “Dai Dio ti salute” 😉
A me piace molto la lingua russa, quando gioco a pubg spesso ho dei russi come compagni di squadra e la lingua è molto dura e bella,le parole che sento principalmente sono insulti😂 tipo: blyat, suca blyat, blyat nahui, pasclì, at lisc nara buota.
Sono del sud, precisamente di Potenza (Basilicata). Per motivi di studio sto vivendo al nord (prima Torino, ora Milano) e confermo tutto quello che lui dice sul nord e sul sud. Ho sostenuto inoltre vari esami di linguistica, tra cui linguistica italiana, quindi conosco abbastanza gli argomenti trattati. Per quel che riguarda l'italiano regionale che uso io, il passato remoto da me si usa come dovrebbe essere usato, ossia se parlo di ieri uso il passato prossimo, se parlo di anni fa uso il passato remoto (in ogni caso, "nacqui nel 1999" non lo direi mai, sembra troppo letterario e trecentesco😂). I verbi intransitivi che diventano transitivi li uso, ma solo alcuni. Dico per esempio "mamma salimi il libro quando vieni a Milano" oppure "ti aiuto a salire la spesa", "scendo la spazzatura", ma non dico mai "uscire/scendere il cane"("che lo piscio" non penso si usi da nessuna parte d'italia, è solo un'esagerazione per far ridere😄), "giocare il bambino" lo si può sentire in qualche comune verso la Puglia. Io personalmente non lo uso.
Uso spessissimo tenere al posto di avere e la preposizione "a" quando invece non è necessaria, ovviamente limitando questi usi a contesti informali
il passato remoto qui da noi si usa solo per fatti storici lontani dalla nostra epoca.
@@lucadellalombardia9055 Nel parlato colloquiale non si usa praticamente mai.
Per esempio io uso il passato prossimo e il trapassato prossimo anche per parlare del medioevo, a meno che non sto facendo un discorso molto formale o nello scritto.
Sono di Melfi (PZ) e posso affermare che il passato remoto non viene utilizzato affatto, forse perchè non esiste nel nostro dialetto. Eppure siamo a soli 50 km da Potenza!
@@michelangelocarnevale5313
Il passato remoto è più comune nelle zone vicino al barese, come anche in Sicilia da quel che ho notato viaggiando. Melfi è quasi Irpinia, per cui non risente di questo uso. Anche nella provincia di Foggia non esiste, a Cerignola è raro, mentre da Canosa in giù lo usano anche per un evento successo il giorno prima. c't dcibb l'alta dej (che ti dissi l'altro giorno?), è espressione prettamente barese e a Foggia non esiste, si dice direttamente (ch't' e ditt l'alt jurn), passato prossimo "che ti ho detto", e le vocali sono pronunciate dolci perché inizia a sfumare verso la lingua siciliana (di cui fa parte anche il salentino). Ci sono tanti livelli di sud anche al suo interno
ottimo video. affascinato davvero! specialmente perche` per noi stranieri, sarebbe un impegno che richiede anni di ricerca per capire e riconoscere questi argomenti. O piu` plausibile: non mai riconosceremmo o categorizzeremo questi piccoli, interessanti abitudini nella lingua. Il fame per i dialetti non muore mai per noi studenti d'italiano.
L'articolo determinativo davanti a nomi propri femminili è la norma in Veneto (e anche nel *dialetto* veneto), mentre per i nomi maschili a quanto so si usa solo in Lombardia e forse in Emilia Romagna.
Sardegna dimenticata o situazione troppo complessa da inserire in questo video?
Comunque commento solo a riguardo degli argomenti trattati senza dilungarmi troppo:
- usiamo il passato remoto solo nella comunicazione controllata, nel registro informale prevale il passato prossimo;
- non usiamo granché i verbi sintagmatici, o meglio, probabilmente non li usiamo quanto nel Nord Italia ma ne usiamo delle forme polirematiche peculiari, tra le varie cito:
fare cosa : essere impegnati;
dire cosa: rimproverare;
- non usiamo l'articolo prima di un nome, quindi non esiste da noi "LA Gianna", né lo usiamo per i cognomi di persone illustri passate e presenti (❌la Deledda, ❌ la Meloni) ma non lo usiamo nemmeno in altre situazioni dove questo sarebbe necessario, come in "vado DAL Dottor Lai" che diventa "vado DA Dottor Lai";
- Usiamo tu e non te;
- non usiamo "codesto" sebbene esista l'equivalente nel sardo (cussu);
- non usiamo il "si" impersonale per noi come usano invece in Toscana;
- non usiamo stare e tenere, rispettivamente al posto di trovarsi temporaneamente e possedere, come usano in Sud Italia (il verbo stare è relativamente poco usato nel sardo e per la funzione citata al suo posto usiamo altri verbi che non esistono in italiano, quindi questi non possono creare calchi; il verbo tenere è sì usato nel sardo per indicare possesso o qualità intrinseca, ma non crea calchi nell'italiano regionale);
- con funzione esortativa usiamo il congiuntivo presente e non l'imperfetto;
- "a fare" al posto di perché...qui sono dubbioso, ma direi che lo sento raramente quindi credo che quando questo accada sia dovuto forse a causa di prestito mediatico e non faccia parte del nostro Italiano;
- usiamo l'oggetto preposizionale, o come lo definiamo noi, l'accusativo personale, quindi "ho visto A Giovanni", e riprendendo quanto detto prima per l'articolo davanti ai nomi, "ho chiamato A Dottor Lai" e non "ho chiamato IL Dottor Lai".
Sto imparando italiano IL proffesore me a detto che non si usa l'articolo prima del nome è un errore del Nord
C'è un video con tutti i italiani. Io parlo il romagnolo di Montefeltro, ma come tutti quanti che parlano spagnolo ho capito il sardo abbastanza bene. Meglio del romagnolo di Ravenna che hanno parlato nel video.
Non credo di conoscere quel video di cui parli, ma in generale l'italiano di Sardegna è generalmente corretto, con qualche piccola eccezione relativa ai calchi di cui spesso non ci si rende conto
Grazie Michele, sempre ottimi i tuoi contributi! Sì, mi rendo conto che trascuro un po' la Sardegna nei miei video, dovrò rimediare dedicandole un video prima o poi.
@@PodcastItaliano figurati, la situazione sarda è come detto complessa, come per il video degli accenti regionali non ci sono tratti che ci accomunano ad altre aree italiane, quindi difficile mettere tutto insieme
Un video immagino costi parecchio impegno produttivo da cui ci aspetta un ritorno in termini di visualizzazioni, quindi posso ipotizzare che un video apposito per una sola regione poco nota fuori dai confini nazionali possa essere poco redditizio, magari una diretta, con Yasmina o altri esperti di linguistica sarda potrebbe essere meno impegnativa 😉
Davide, ho trovato il troncamento dei nomi per il vocativo: quando chiami qualcuno.
Eugè per Eugenio
Robè per Roberto
Ci si ferma sempre sulla sillaba tonica. L’ho sentito spesso tra i miei amici romani.
Esatto, il meccanismo è quello! Al Nord invece si accenta la sillaba precedente, confronta Antò (sud) con Ànto (nord).
Per ciò che riguarda strettamente l'area di Napoli, direi che non facciamo tutto quest'uso del passato remoto, mentre invece usiamo il "tenere" come sinonimo di avere.
Non facciamo uso dei verbi transitivi come se fossero transitivi, mentre invece aggiungiamo "a" spessissimo, ma solo parlando in dialetto stretto.
Ovviamente questo è quello che sento attorno a me, nel quotidiano, poi ci sono i singoli casi.
Ciao Davide, sono reggino e vivo in Sicilia. Ho vissuto in varie regioni, per lavoro, per un tempo sufficientemente lungo da permettermi di apprendere alcune caratteristiche delle varie lingue regionali. Inutile dirti che da dove provengo, così come dove vivo, l'uso del passato remoto è parecchio diffuso. È parimenti sentito l'uso dei verbi proposizionali, da come hai detto nel tuo video, ed anche l'uso transitivo dei verbi intransitivi.
Volevo correggere che non sono i verbi ma è l'oggetto preposizionale 😅...
Molto interessante Davide, come sempre!!
Qui da me (Lombardia) di solito si mettono gli articoli davanti ai nomi propri se c'è familiarità del tipo "siamo cresciuti insieme nello stesso paese", quindi quando si parla di e con persone della tua stessa cerchia. Ad esempio parlerei DEL Marco ALLA Laura se Marco e Laura sono conoscenze di lunga data del mio paese, ma se parlo di/con qualcuno da fuori allora non metto articoli. Se entri in una scuola, dalla materna alle superiori, TUTTI si mettono gli articoli davanti, e li mettono anche ai cognomi nei professori indistintamente dal genere (IL Russo, LA Bianchi...) :D
Nella mia esperienza, questa degli articoli è una cosa più da provincia, mentre a Milano dove accenti e parlate regionali italiane si mescolano, gli articoli si usano meno.
Sono andata in Italia 🇮🇹 dal nord e mezzo fino a Roma, e quindi capisco molto bene quelli della Toscana. Il loro accento è molto chiaro. Avevo un’amica Toscana e mi aveva corretto tante volte specialmente con la pronuncia.
grande davide! ci puoi fare un bel video sul genovese o sull'italiano parlato a genova? grandi saluti dall'argentina!
Sempre divertente da guardare e informativo, grazie!
Que buen video. He hallado muchas similitudes con mi idioma. Gracias!!
A Palermo, in Sicilia:
•"stare" può avere anche il significato di "trovarsi" ma il verbo "essere" è di gran lunga più usato con questo significato.
•il congiuntivo imperfetto può essere usato con funzione esortativa, anzi forse anche più del congiuntivo presente.
•"a fare" è diffuso in tutta Italia, anche qui. Il troncamento degli infiniti non è una caratteristica dell'italiano regionale siciliano, né della lingua regionale siciliana. "A fare" non diventa "affà", bensì "a fari". Il troncamento dei nomi invece avviene.
•Il passato remoto praticamente non si sente nelle persone che parlano solo in italiano, mentre si sente in quelle persone che sono solite alternare il dialetto con l'italiano. Queste infatti hanno una certa propensione a preferire il passato remoto al passato prossimo, dato che il passato prossimo non esiste in siciliano. Queste persone svolgono più o meno inconsciamente una traduzione letterale: ad esempio, "Ju manciai" viene tradotto "Io mangiai".
•Questo uso del verbo "tenere", come sostitutivo di "avere", l'ho sentito, ma non è di uso corrente.
•L'uso transitivo di verbi intransitivi è molto comune, ma è evitato al di fuori del contesto familiare dato che è stigmatizzato anche qui.
•L'oggetto preposizionale è comunissimo con molti verbi. "Chiamare a", "aiutare a", "salutare a" e così via.
Video davvero molto interessante! Complimenti! Io son fiorentino con la ragazza di Caserta e nella sua zona ho sentito una costruzione che non so quanto sia diffusa ma sarei curioso. Usano “LUI ANCORA LO FA” = “LUI ANCORA NON L’HA FATTO”. Per qualsiasi soggetto o verbo: “IO ANCORA VADO” = “IO NON SONO ANCORA ANDATO”; “ANCORA MANGIATE?” = “NON AVETE ANOVRA MANGIATO?”
Qualcuno sa se e quanto è diffuso?
El sur de Italia ha tenido unas relaciones históricas muy importantes con España, por eso es normal que existan aspectos lingüísticos compartidos.
È vero , sono calabrese e nel dialetto del mio paese ci sono molte parole simili allo spagnolo
@@annamariabitonti2455 Tutti siamo fratelli. Un forte abbraccio.
nel sardo ci sono molte similarità con lo spagnolo
Da Siciliano (versante catanese) devo dire che stare per essere non viene praticamente mai usato (fu la prima cosa che notai quando mi trasferii a Roma).
L'uso del passato remoto sta progressivamente scomparendo, sostituito ovviamente dal passato prossimo. Diffusissimo l'uso di verbi transitivi in senso transitivo (quasi esclusivamente con oggetti inanimati), e a dire il vero non sono quasi per niente stigmatizzati, a nessun livello (alcuni, come il citato sedersi o sdraiarsi, confondono la propria valenza a causa dell'intransitivo pronominale). Stigmatizzato è invece l'accusativo preposizionale, almeno in contesti "formali" e scritti.
Un'altra caratteristica peculiare, che non saprei come definire, è l'esortazione del tipo «Viene qui, mammina» che la madre rivolge al figlio (quindi "mammina" non è vocativo).
Complimenti, una lezione molto interessante, specialmente per me le cose detto in Italia sud di roma.
Video interessante e molto ben fatto.
Anche a Vercelli si usa l'articolo davanti ai nomi propri, sia maschili che femminili.
Per quanto riguarda il "troncato" del sud, credo sia più appropriato mettere l'apostrofo, non l'accento (Giova', France'...), essendo una elisione dell'ultima parte della parola.
Posso confermarti che a Napoli quando si parla in italiano utilizziamo normalmente il verbo tenere al posto di avere: tengo fame, tengo sete,non tengo soldi. Inoltre diciamo sempre " Salutami a Mario, a Maria ect". Entrambi, come hai detto, derivano dallo spagnolo e Napoli fu a lungo dominata dagli Spagnoli e tutto ciò influì sul dialetto. Ad esempio una parola che utilizziamo moltissimo a Napoli, anche quando parliamo italiano,è "ceneriera", significa posacenere e deriva dalla parola spagnola "cenicero". Più di una volta parlando italiano utilizzo normalmente questo vocabolo e molte persone di altre regioni non capivano. Complimenti per il canale.
L'errore è dire che Napoli fu "dominata" dagli spagnoli. cioè. gi spagnoli non hanno colonizzato. ma la "corona" era spagnola. in realtà i borbone erano francesi.
Lo spagnolo ha influito pochissimo nella parlata. il dialetto ha varie influenze.
In ogni nazione si parla la lingua dei padri...e l'Italia ne ha avuti tanti....
@@Vinci98 È stato così, non c'è errore, nessuno ha parlato di colonizzare. Apparteneva alla corona in quei momenti e anche la Spagna proteggeva il sud dall'invasione dei turchi e dei francesi
Mi è piaciuto un sacco questo video. Per me uno dei migliori canali su la lingua italiana
Complimenti per l'interessante lezione!! Ti sei però scordato di dire che anche in Toscana si trovano le parole ( ma forse qui si entra nei dialetti )....saluti da Livorno ❤❤
Ti ringrazio per questo video, sei bravissimo! Io sono di Napoli e sono anni che dico che esiste un'Italiano del Nord e un Italiano del Sud, che sono una cosa diversa dai dialetti... sentirlo spiegare in maniera organizzata è bellissimo!
Io sono siciliano e so che nel nostro dialetto manca il futuro, e al posto di questo usiamo una costruzione simile a going to in inglese che corrisponde all'italiano "sto andando qui, sto andando a fare questo" tipo "oggi mi 'na ghire a travagghiari" "unne sta ennu?"
6:49 dal sud: si, si usa spesso, "dove sei? sto a casa" o direttamente "a casa"
Ammetto che è difficile abbandonare l'uso di quei verbi in modo transitivo, visto che è così comodo.
Però alcuni usi sono molto più stigmatizzati di altri. Dire "esci il cane" è percepito come molto più grezzo di qualcosa come "esci il portafoglio per pagare".
Ah, interessante. Per te quindi "esci il portafoglio per pagare" è accettabile in determinati contesti? A me piacciono questi verbi intransitivi usati transitivamente e li uso in contesti ironici e colloquiali. Chissà che un giorno non diventeranno lingua standard.
@@PodcastItaliano 😱
ΤΕΛΕΙΑ ΓΛΩΣΙΚΗ ΑΝΑΛΥΣΗ !!! ΑΠΟ ΑΘΗΝΑ,ΕΛΛΑΔΑ,ΧΑΙΡΕΤΙΣΜΑΤΑ ! BONA SERA E GRAZIA TANTO AMICO ROBERTO !!!
Da quel che ho capito anche in Sardegna l'uso del passato remoto è molto limitato e si preferisce di gran lunga il passato prossimo.
Spero che prima o poi ci sarà un video dedicato all'accento o all'italiano regionale sardo, spesso mi sembra che venga dimenticato
Ti confermo che il passato remoto si usa raramente nell'italiano regionale sardo, per lo meno nel registro colloquiale; difficile trattare l'accento sardo in un unico video in quanto non ce n'è uno solo, a meno che non si tratti di quello stereotipato della TV, in quanto è una regione abbastanza grande (dopotutto è la terza per estensione in Italia) con fonetiche diverse in base al dialetto, al massimo potrebbe analizzare due o tre "celebrità" sarde (penso a Shy, Gepi, Salmo...) che sono originarie di zone diverse.
L'italiano regionale è molto interessante e in generale lo è per tutte le regioni l'Italia anche perché è un argomento praticamente inesistente qui sul tubo.
Non credo che da Davide possa essere ulteriormente interessato a tale argomento, ma se vuoi qualche dritta ti posso consigliare la visione di qualche video sulla variante sarda.
@@michelefrau6072 Giusto. In effetti mi stavo riferendo alla sua serie di video in cui vengono analizzati gli accenti specifici di alcuni capoluoghi, quindi avrei dovuto specificare “l'accento di Cagliari”.
Sì, ti sarei grato se mi potessi consigliare qualche video perché è un argomento che mi appassiona particolarmente
@@hashcosmos2181 certamente, non so se yt accetta collegamenti o se li tratta sempre come spam
Lezioni di Cagliaritano, 5 episodi di una serie ironica e a tratti triviale sull'italiano regionale sardo e in particolare cagliaritano, c'è molto slang
th-cam.com/play/PLt9EbvSxy2o0FMUemNiqMP0uzhxrXpIjv.html
Molto più seria questa scaletta di 12 video, tratta il tema già dal titolo, dove usare dei sardismi
th-cam.com/play/PL_ckC0e5n-Xm_aIqhtAoKv__690n-_CdS.html
Per quanto riguarda gli accenti sardi forse il Cagliaritano è il più noto, ma probabilmente per quanto riguarda il tema della metafonesi Davide potrebbe essere più interessato alle parlate centrali.
@@michelefrau6072 Ti ringrazio! Darò sicuramente un'occhiata a entrambi.
Comunque, sarebbe bello se ci fosse un canale, blog o community che si occupa di questi argomenti. Io sono dentro il canale Discord riguardante la lingua sarda (che vabbè, non c'entra niente con l'italiano regionale, però è già qualcosa) ma purtroppo è davvero poco attivo
@@hashcosmos2181 condivido l'interesse, sicuramente esistono pubblicazioni a riguardo, ma non trovo granché a livello amatoriale in rete, razzolando nel web si trova qualcosina su vecchi thread in newsgroup, ma niente di ché, se il video va bene in termini di visualizzazioni possiamo sperare in qualche approfondimento da parte di Davide
Discord è un mezzo molto interessante, ci sono anch'io sul server sardo , ma anche su quello della Liga e di Ecolinguist, dove regna ugualmente la stessa situazione stagnante 😅
Saluti dal Messico! ❤ Excelentes videos!!
Fai video sul Bresciano, Cremonese, mantovano
L'uso di "avant'ieri al posto" di "l'altro ieri". Sono originario della Puglia, ma ho passato gli anni della scuola in Umbria. Dopo anni di prese in giro purtroppo l'ho perso, mia madre ancora non me lo perdona!
Ciao,come stai,ti ascolto qualche volta,grazie saluti di Argentina
Grande! Anche io preferisco chiamarle lingue locali. Comunque il miscuglio linguistico succede anche quando è una lingua ufficiale (vengo dalla Galizia)
Video molto interessante! Io sono di Milano da sempre e Lombardo d'origine. Ti confermo che noi usiamo comunemente l'articolo davanti al nome proprio sia maschile che femminile ma solo quando, come sottolineavi tu, in un contesto confidenziale. Con l'articolo vogliamo sottolineare che si tratta proprio di "quel" Marco o di "quella" Giovanna che conosciamo molto bene.
L'uso invece della preposizione "a" davanti ai pronomi: "A me non convince" o "A te chi ti ha chiamato" ... non mi risulta sia di origine settentrionale. Forse, oggi, con la forte presenza di persone provenienti dal sud si è diffuso anche al nord. Per questo lo si sente anche qui. Io, per esempio, non l'ho mai usato.
😊
A Brescia (città, in provincia si usa meno) l'articolo si mette solo davanti ai nomi femminili.
I have been teaching English and French... I am mexican and I study Italian 💙💖 Davide tu sei 💙💖
Davide, questo suo contenuto mi sembra inedito. Per noi, come esponi la fisiologia della lingua è brillante e ci dà un po' più di pace. Capiamo perché fanno quello che fanno e tutto a posto. Non ci facciamo tanti problemi perché nostra lingua di partenza è fatta in una maniera, e gli italiani (sono tanti) sono fatti così o cosà. E per essere onesto, trovo similarità tra l'italiano del Sud e il Portoghese. L'uso di "sto" e l'esistenza di un solo passato sono proprio così.
... !!! ... muy interesante ... !!! ... como diría Linguriosa ...
L'articolo davanti al nome femminile è in uso anche nel sud della Toscana, in parte della zona considerata dialetto mediano.
È usuale anche nel fiorentino, tipo"ho visto la Paola..." l uso si ferma praticamente sul confine sud con la provincia di Siena
Io sono della Valchiavenna e mi ricordo alle elementari un sacco di miei compagni mettevano pure nei temi i nomi propri con l'articolo davanti, e nel parlato qua in valle li usano TUTTI, davanti a nomi maschili come femminili, e riferirsi a qualcuno senza l'articolo è percepito come freddo e troppo formale.
Poi, fino a 10/12 anni ero praticamente ignaro che il pronome personale soggetto "ufficiale" fosse tu e non te, tanto che fino a quel momento non lo avevo mai usato, lo sentivo solo alla tv e con i miei amici mi sembrava roba da doppiatori dare del tu.
Una volta dei miei amici di Monza mi avevano detto che "di sopra/da basso/di dietro" fossero dei regionalismi, è davvero così?
sarebbe bello se insegnassero nelle scuole qualche base di linguistica così magari la gente inizierebbe ad apprezzare la varietà linguistica dell'italiano tra le regioni invece di additare e inneggiare all'ignoranza appena qualcuno dice qualcosa di non standard
Da noi in Sardegna in sardo usiamo il verbo tenere come al sud e in spagnolo ma non lo usiamo mai in italiano "no tengu gana de traballai" non ho voglia di lavorare.
Vengo dal Nord e mi ritrovo su tutto quello che hai messo in evidenza. Buona Pasqua
personalmente mi piacerebbe da morire un video sull'accento e il dialetto bolognesi, che non riesco ad individuare
Ciao Davide. Grazie a questo video ho imparato una nuova parola [codesto].
Ciao, complimenti per il video🥰 Facendo una riflessione un po' più ampia sui vari italiani regionali, credi che quelli del centro e sud Italia siano considerati in modo negativo? Spesso c'è la tendenza a screditare le espressioni regionali e la cadenza dei parlanti, soprattutto se provenienti dal meridione, ma questa critica ha davvero senso? È necessario eliminare i regionalismi per parlare un italiano corretto? Io personalmente trovo questo fenomeno alquanto pericoloso, perché finirebbe per annientare le peculiarità della lingua italiana. Non so se questa forma di "discriminazione" possa essere definita come accentism (anche se in questo caso non riguarda solamente l'accento), ma mi piacerebbe comunque saperne di più. Se ci sono degli articoli o se sono stati fatti dei video in merito sul canale, sicuramente li recupererò 🥰
Qui campano. La forma "che+verbo+a+fare" la uso e la sento regolarmente. Però, la mia impressione è che le volte in cui indichi un neutrale "perché/per quale motivo" siano piuttosto poche. Spesso lo si usa per una domanda retorica che presuppone un giudizio negativo da parte di chi la fa: "Ma che sei andato a fare?" io lo interpreterei come "perché sei andato?non era meglio che restavi a casa?". Ed è per questo che, secondo me, spesso lo usiamo col senso di "Non c'è bisogna che/non serve che": "Apro la finestra? Che la apri a fare, tanto usciamo ora", "che studio a fare se poi non trovo un buon lavoro".
Hola Davide, c'e una cosa particolare che non ho visto spiegato in nessun video, cioe "piu comune al nord di quanto NON lo siano al sud" In altre parole, perche questo "non?" Pare come il francese con il suo "n'en." Magari ne potresti parlare in uno dei prossimi video, sarebbe fighissimo. Grazie mille come sempre
In francese lo chiamiamo "ne explétif". Si tratta di una rimanenza del latino che non ha nessun significato negativo (nessun significato in generale in realtà :p). Si usa di solito per esprimere l'anteriorita (à moins que), nelle frasi subordinate di comparazione o dopo alcuni verbi di timore (craindre) o di evitamento (empêcher, éviter). Il suo uso è facoltativo. Viene sempre molto utilizzato nella lingua scritta e formale ma tende a scomparire nella lingua informale. Sono quasi sicuro che gli italiani lo usano pressappoco negli stessi casi, anche se la sua omissione mi sembra più frequente rispetto al francese.
@@paulvassogne7582 tremenda spiegazione, grazie mille!😃😃😃
In provincia di Treviso sento spesso (e „sbaglio“ pure io) sapere+da invece di sapere+di per indicare un sapore e un odore 😊
Sicuramente deriva dal dialetto
Famoso è "sapere da freschino"
Ciao, sono di Firenze. Le due cose che hai detto della toscana si applicano entrambe. Per quanto riguarda il "codesto" è una variante più specifica, ma è di fatto usato anche "quello", soprattutto se non si ha necessità di specificare. Ad es. "mi passi quel bicchiere?" "quale?" "codesto!" (quello più vicino a te). Si usano anche avverbi come "costì" e "costà"
Per quanto riguarda il passato remoto non direi mai "nacqui nel 1995", perché sono viva. Il passato remoto si usa non solo per eventi lontani ma per eventi "conclusi", di cui non si hanno conseguenze nel presente. Ad esempio "quando mi iscrissi all'università" viene usato se l'università è conclusa, "quando mi sono iscritto" si può usare se si è ancora iscritti. Probabilmente non è proprio una regola ferrea, ma di fatto funziona abbastanza così, non è solo una questione di distanza temporale, insomma.
I miei genitori fiorentini usavano spesso espressioni tipo " che ci sei andato a fare. ? " in luogo di " Perché ci sei andato ? " . In entrambe le domande si esprime un desiderio di sapere, una curiosità. Ma non sempre è così. Se io chiedo " che te lo dico a fare? " non è la stessa cosa che chiedere " perchè te lo dico? " La prima domanda sottintende un larvato rimprovero perché, già nel farla, presumo che il mio interlocutore non mi darà ascolto. E ciò non si riscontra nella seconda. domanda.
Perfetto. Anche da noi a Foggia la vera differenza fra passato prossimo e remoto è quella che dici tu.
E' vero, io sono ligure e qui si fa davvero fatica ad usare il passato remoto, suona strano. E' vero anche che spesso a Genova usiamo l'articolo "la" davanti a nome femminile.
La maggior parte degli usi del meridione a cui ti riferisci, in realtà a Roma sono pressoché sconosciuti. "Stare a casa" o "sto al lavoro", si dice, ma col significato di esserci e rimanerci un certo tempo. Se si è di passaggio diciamo "sono". I nomi abbreviati (con elisione e quindi accentati sull'ultima vocale), come France', non si usano però al nominativo, come invece si fa a Milano (Frànce, Lùdo, Dàni, Féde, ecc.), ma solo al vocativo: cioè per chiamare qualcuno. A Roma tendiamo a dire: "Ah France'!"
Alcuni usano "stare" anche come verbo essere prima di un aggettivo. "Sta tutto a posto", "sta inguaiato"...
In Sicilia il passato remoto si usa solo nella lingua regionale, ma nessuno praticamente lo usa parlando in italiano.
Ad esempio, se devo dire "ci sono stato/andato ieri", dirò, parlando in italiano, "ci sono andato/stato ieri".
Solo se sto parlando in siciliano diró "ci fui ayer' '.
"Gliel'ho detto poco fa" = "C' u diss' antura". Ma nessuno, a mia conoscenza, dice "Glielo dissi poco fa".
Credo che sia uno stereotipo che non rispecchia la realtà. Peró è possibile che in passato "glielo dissi poco fa" fosse un'espressione usata, anche se ne dubito.
Infatti so che la situazione è molto variabile in Sicilia, ma non essendo esperto sono rimasto sul vago. In ogni caso ci sono zone del Sud (che comunque è un territorio enorme 😅) in cui si usa molto, come la Campania.