Maria Valtorta - Quaderni - 21 ottobre 1943: L’amore che non avete saputo darmi in Terra

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  • เผยแพร่เมื่อ 13 ธ.ค. 2024
  • Maria Valtorta - Quaderni - 21 ottobre 1943: L’amore che non avete saputo darmi in Terra, me lo dovete dare nel Purgatorio. Ecco perché dico che il Purgatorio altro non è che sofferenza d’amore.
    Dice Gesù:
    «Riprendo l’argomento delle anime accolte nel Purgatorio.
    Se tu hai afferrato il senso completo delle mie parole, non importa. Queste sono pagine per tutti, perché tutti hanno nel Purgatorio degli esseri cari e quasi tutti, con la vita che conducono, sono destinati a sostare in quella dimora. Per gli uni e per gli altri continuo, dunque.
    Ho detto che le anime purganti non soffrono che per l’amore ed espiano con l’amore. Ecco le ragioni di questo sistema di espiazione.
    Se voi, uomini irriflessivi, considerate attentamente la mia Legge nei suoi consigli e nei suoi comandi, vedete che essa è tutta imperniata sull’amore. Amore verso Dio, amore verso il prossimo.
    Nel primo comandamento Io, Dio, mi impongo al vostro amore riverenziale con tutta la solennità che è degna della mia Natura rispetto alla vostra nullità: “Io sono il Signore Iddio tuo”.
    Troppe volte ve ne dimenticate, o uomini che vi credete dèi e, se non avete in voi uno spirito vivificato dalla grazia, altro non siete che polvere e putredine, animali che all’animalità unite l’astuzia dell’intelligenza posseduta dalla Bestia, che vi fa commettere opere da bestie, peggio che da bestie: da demoni.
    Ditevelo mattina e sera, ditevelo a mezzogiorno e a mezzanotte, ditevelo quando mangiate, quando bevete, quando andate a dormire, quando vi svegliate, quando lavorate, quando riposate, ditevelo quando amate, ditevelo quando contraete amicizie, ditevelo quando comandate e quando ubbidite, ditevelo sempre: “Io non sono Dio. Il cibo, la bevanda, il sonno non sono Dio. Il lavoro, il riposo, le occupazioni, le opere del genio non sono Dio. La donna, o peggio: le donne, non sono Dio. Le amicizie non sono Dio. I superiori non sono Dio. Uno solo è Dio: è il Signore mio che mi ha dato questa vita perché con essa mi meriti la Vita che non muore, che mi ha dato vesti, cibi, dimore, che mi ha dato il lavoro perché mi guadagni la vita, la genialità perché testimoni d’essere il re della Terra, che mi ha dato capacità d’amare e creature da amare ‘con santità’ e non con libidine, che mi ha dato il potere, l’autorità perché ne faccia mezzo di santità e non di dannazione. Io posso divenire simile a Lui poiché Egli l’ha detto: ‘Voi siete dèi’, ma solo se vivo la sua Vita, ossia la sua Legge, ma solo se vivo la sua Vita, ossia il suo Amore. Uno solo è Dio: Lui. Io sono il suo figlio e suddito, l’erede del suo regno. Ma se diserto e tradisco, se mi creo un regno mio in cui voglio umanamente essere re e dio, allora perdo il Regno vero e la mia sorte di figlio di Dio decade e si degrada a quella di figlio di Satana, poiché non si può contemporaneamente servire l’egoismo e l’amore, e chi serve il primo serve il Nemico di Dio e perde l’Amore, ossia perde Dio”.
    Levate dalla vostra mente e dal vostro cuore tutti i bugiardi dèi che vi avete messi, cominciando dal dio di fango che siete voi quando non vivete in Me. Ricordatevi cosa mi dovete per tutto quanto vi ho dato - e più vi avrei dato se voi non aveste legato le mani al vostro Dio col vostro metodo di vita - cosa vi ho dato per la vita di ogni giorno e per la vita eterna. Per questa, Dio vi ha dato suo Figlio, acciò fosse immolato come agnello senza macchia e lavasse col suo Sangue i vostri debiti e non facesse così ricadere, come nei tempi mosaici, le iniquità dei padri sui figli sino alla quarta generazione dei peccatori, che sono “coloro che mi odiano”, poiché il peccato è offesa a Dio e chi offende odia.
    Non alzate altri altari a dèi non veri. Abbiate, e non tanto sugli altari di pietra, ma sull’altare vivo del vostro cuore, solo ed unico il Signore Iddio vostro. A Lui servite e porgete culto vero di amore, di amore, di amore, o figli che non sapete amare, che dite, dite, dite parole di preghiera, parole soltanto, ma non fate dell’amore la vostra preghiera, l’unica che Dio gradisca.
    Ricordate che un vero palpito d’amore, che salga come nube di incenso dalle fiamme del vostro cuore innamorato di Me, ha per Me un valore infinite volte più grande di mille e mille preghiere e cerimonie fatte col cuore tiepido o freddo. Attirate la mia Misericordia col vostro amore. Se sapeste come è attiva e grande la mia Misericordia con chi mi ama! È un’onda che passa e lava quanto in voi costituisce macchia. Vi dà candida stola per entrare nella Città santa del Cielo, nella quale splende come sole la Carità dell’Agnello che si è fatto immolare per voi.
    Non usate il Nome santo per abitudine o per dare forza alla vostra ira, per sfogare la vostra impazienza, per corroborare le vostre maledizioni. E soprattutto non applicate il termine “dio” a creatura umana che amate per fame di sensi o per culto di mente. A Uno solo va detto quel Nome. A Me. E a Me deve essere detto con amore, con fede, con speranza...

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